Welfare State Italiano: riforma necessaria Un nuovo modello di Welfare delle Casse dei Sanitari - ( ENPAM-ONAOSI-ENPAF-ENPAV)

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Welfare State Italiano:
    riforma necessaria

Un nuovo modello di Welfare
   delle Casse dei Sanitari
( ENPAM-ONAOSI-ENPAF-ENPAV)
Welfare State Italiano:
 riforma necessaria
•   Occorre una riforma del Welfare State Italiano perché è mutato l’assetto
    demografico, del lavoro ed economico della società.

•    L’invecchiamento della popolazione con il conseguente incremento importante
    della spesa sanitaria e di quella assistenziale, la diminuzione delle nascite con
    conseguente mancato ricambio e la disoccupazione comportano un ulteriore
    aumento del debito pubblico ed una non crescita (anche del PIL) con conseguente
    diswelfare

•   Welfare ed economia sono strettamente collegati

•   Occorre una riforma complessiva del Welfare a partire dal mercato del lavoro con
    misure che favoriscano la crescita e conseguentemente l’occupazione con
    l’assorbimento della attuale alta capacità produttiva inutilizzata e con nuove
    assunzioni. Senza la crescita la disoccupazione aumenta (attualmente il tasso di
    disoccupazione è dell’11,6%)

•   Progetti di rilancio con prospettive di sviluppo per le imprese, di aumento degli
    investimenti e di volumi di affari al fine di aumentare la forza lavoro

•   In un contesto di globalizzazione riduzione della non competitività dell’Italia;se
    imprese medie proiettate sui mercati esteri vincono le competizioni ci sarà un
    netto effetto positivo per la ripresa
• Riforma del sistema fiscale con riduzione della pressione fiscale che è
  addirittura vicina al 70% per le imprese che vantano crediti per 90 miliardi
  nei confronti della pubblica amministrazione, riduzione del costo del lavoro
  e concessione di credito da parte delle banche alle imprese

• Riduzione del debito pubblico che paga poco meno di 100 miliardi l’anno
  d’interessi sui titoli di Stato togliendo così disponibilità di risorse per gli
  investimenti e il sostegno del welfare anche tramite dismissioni e cessione
  di parte del patrimonio pubblico, di immobili e società, per alleggerire il
  debito stato.

• Più efficienza nella pubblica amministrazione , moralizzazione della politica
  con taglio deciso dei costi,lotta all’evasione fiscale

• Sono comunque anche indispensabili modifiche degli orientamenti
  economici presenti in Europa in particolare modifiche riguardanti la politica
  del rigore

• Finora è mancata un’ampia veduta politica e il Ministero del Welfare
  (Ministero del Lavoro della Previdenza Sociale della Salute e della
  Solidarietà Sociale) è stato spezzettato perdendo il suo reale ruolo che era
  quello di promuovere una riforma complessiva del welfare in quanto esso
  non è contraibile, anzi non potrà far altro che crescere
•   La recente riforma delle pensioni (riforma Fornero), che rientra tra le numerose
    riforme fatte dal 1992 a oggi (sette macroriforme pensionistiche e trenta micro
    riforme legislative), per quanto possa apportare un contributo soprattutto nel
    medio-lungo termine al risanamento dei conti pubblici, avulsa da un contesto di
    una riforma globale del Welfare, può rivelarsi controproducente per cui sarà
    opportuna una riforma della riforma delle pensioni e non solo per risolvere il
    problema degli esodati

•   La recente riforma ha penalizzato non solo i soggetti che erano prossimi alla
    pensione ma anche i giovani sia perché il prolungamento dell’età lavorativa riduce
    l’opportunità di posti di lavoro e sia perché l’utilizzo del metodo contributivo rende
    precaria la pensione

•   Per i giovani senza lavoro la pensione dei padri costituisce un sostegno economico
    e la riduzione della pensione dei padri comporta uno svantaggio

•   Mancando il lavoro ai giovani mancheranno le pensioni del domani perché il
    sistema pensionistico in Italia è, come in tutto il resto del mondo, a ripartizione.
    Se manca il lavoro ai giovani mancheranno le pensioni del domani

•   La pensione integrativa è di difficile realizzazione perché non ci sono risorse
    economiche o per la loro scarsità. Considerato l’elevato numero dei disoccupati è
    una spesa quasi impossibile da sostenere
• Mirare a un Welfare universale e non rivolto solo alle fasce deboli, a un
  Welfare a traino pubblico che dialoghi con il mondo privato con precise
  regole.

• Occorre un’alleanza tra pubblico e privato per un nuovo Welfare al fine di
  garantire un adeguato livello di welfare state nei prossimi anni

• Ci sono istituzioni private (Es. Casse previdenziali privatizzate, Fondi sanitari)
  che hanno la socialità nel proprio DNA

• Che tipo di Welfare privato collegato con il Welfare pubblico?

• Il Welfare privato dovrà sostenere il Welfare pubblico al fine di un nuovo
  Welfare che porti alla costituzione di un vero e proprio “ secondo pilastro
  dell’assistenza socio-sanitaria, come è successo in campo previdenziale

• Un Welfare privato caratterizzato da una forma di assistenza socio-
  sanitaria complementare di tipo collettivo privato che s’integri con quella
  pubblica ovvero una previdenza complementare(tuttora non in auge) ed
  un’ assistenza sociosanitaria complementare in stretta connessione; in tal
  caso l'assistenza complementare farebbe da traino alla previdenza
  integrativa
Protagonisti del nuovo Welfare pubblico- privato

• Fondi sanitari nel caso di Welfare con assistenza socio-sanitaria

• Fondi pensione complementare nel caso di Welfare integrato che
  comprenda previdenza complementare e assistenza socio-sanitaria
  complementare
Fondi sanitari
• Il crescente invecchiamento della popolazione e la progressiva diminuzione del
   welfare statale, dettata anche dalla necessità della riduzione dell’enorme debito
   pubblico, comporteranno inevitabilmente un cambiamento in ambito sanitario e
   socio-sanitario.

•   Uno scenario in cui la riduzione della capacità d’intervento pubblico lascerà di fatto
    scoperte diverse prestazioni oggi garantite. Ciò spiega la necessità di trovare
    soluzioni alternative.

•   Mentre da un lato vi è la necessità di contenere la spesa pubblica, dall'altro vi è una
    sempre maggiore domanda di prestazioni sanitarie da parte dei cittadini, con la
    conseguenza che solo il ricorso a forme di copertura integrativa potrà permettere la
    soluzione di tale problematica.

•   Queste due fondamentali e contrapposte esigenze faranno si che nei prossimi anni
    l'assistenza sanitaria integrativa avrà un ruolo sempre più importante in ambito
    sanitario e socio-sanitario.

•   Fasce sempre più ampie di popolazione si stanno indirizzando verso coperture
    sanitarie integrative.

•   Il Censis ha rilevato che ci sono già 5,7milioni d’italiani iscritti a queste forme
    integrative e 3 milioni sono al momento i potenziali aderenti.
• La sanità integrativa un tempo riservata a poche categorie come i dirigenti
  d’azienda, i notai ecc…, oggi è accessibile anche a impiegati e operai.

• L’assistenza sanitaria integrativa trova sempre più importante acquisizione
  nelle trattative aziendali e sempre più spesso in quelle per il rinnovo dei
  contratti collettivi di lavoro di categoria; essa trova sempre più interesse in
  ambito sociale, dalle associazioni di categoria ai sindacati.

• Il Welfare aziendale è diventato la forma con cui i lavoratori e le imprese
  mettono insieme risorse per far fronte alle carenze del settore pubblico

L’assistenza sanitaria integrativa si presenta essenzialmente in due tipologie:
• Fondi sanitari integrativi del SSN che sono finalizzati a “potenziare
   l’erogazione di trattamenti e prestazioni non comprese nei livelli uniformi ed
   essenziali definiti dal Piano Sanitario Nazionale”;

• Fondi sanitari che possono essere Enti, Casse o Società di Mutuo Soccorso
  aventi esclusivamente finalità assistenziale.
•   Le varie forme di assistenza sanitaria integrativa si differenziano tra loro sulle prestazioni
    offerte, al livello di copertura e all'entità delle quote associative.

•   Esistono una miriade di Fondi, Enti, Casse e Società di mutuo soccorso, tutte diverse tra di
    loro. (Attualmente 2.500)

•   Occorrerebbe rimettere ordine per rendere più funzionale il “movimento mutualistico” con
    la finalità di renderlo non sostitutivo al servizio sanitario pubblico ma, realmente,
    complementare di esso

•   Occorrerebbe quindi una sistematizzazione del settore al fine di un nuovo welfare che porti
    alla costituzione di un vero e proprio” secondo pilastro” della copertura socio-sanitaria,
    distinto dal primo pilastro, quello pubblico.

•   Il riordino è iniziato con l’approvazione del Decreto Ministeriale 27 ottobre 2009, pubblicato
    sulla G.U. del 16 gennaio 2010 che prevedeva non solo l’anagrafe di Fondi, Enti, Casse e
    Società di mutuo soccorso, ma anche l’obbligo di dedicare almeno una quota del 20% delle
    spese a prestazioni predefinite dal ministero(odontoiatriche, di assistenza agli anziani e alle
    persone non autosufficienti),condizione fondamentale per mantenere i vantaggi fiscali già
    previsti

•   Il decreto firmato da Maurizio Sacconi è appunto finalizzato allo sviluppo di una forma di
    assistenza di tipo collettivo privato che si integri con il sistema sanitario pubblico. La
    creazione di un secondo pilastro per la sanità, come già successo con la previdenza.
• I fondi sanitari oltre ad assistenza sanitaria integrativa dovrebbero fornire
  altre tipologie di copertura di cui la più importante è la copertura LTC
  (Long Term Care) che copre in caso di non autosufficienza. La copertura LTC
  dovrebbe configurarsi come una tutela di tipo assistenziale che intervenga
  con delle prestazioni possibilmente erogando una rendita mensile a coloro
  che si trovano in condizioni di non autosufficienza o in caso di patologie
  fortemente invalidanti come l’Alzheimer

• Il sistema delle coperture Long Term Care dal rischio di non autosufficienza
  nel lungo periodo, poco diffuso in Italia per la mancanza di un fondo ad
  adesione obbligatoria per le aziende, finirà probabilmente nel novero delle
  prestazioni obbligatorie in quota percentuale ben definita delle spese a
  prestazioni delle casse mutualistiche.

• Le Long Term Care, proprio perché più costose per un’assistenza sanitaria
  pubblica, costituiranno il problema principale della sanità integrativa.
Il “movimento mutualistico”, non potendo rimettere in discussione il
proprio modello di gestione, quello dell’autogestione del rischio,
dovrà:

• Ridefinire, assieme alla sanità pubblica, non solo le percentuali di
  spesa da rispettare ma anche la loro composizione;

• Favorire l’aggregazione, anche solo funzionale, delle varie casse al
  fine di avere maggiore forza contrattuale per ridurre i costi delle
  prestazioni e ampliare il portafoglio delle coperture.

Il ruolo storico di gestione dell’assistenza sanitaria integrativa, senza
finalità di lucro, assegnato dallo Stato al “movimento mutualistico”
va non solo preservato ma rafforzato al fine di un effettivo rilancio
delle forme di copertura sanitaria integrativa
• Il rafforzamento del movimento mutualistico si può intravedere valutando
  una ridefinizione delle modalità e delle fonti di finanziamento che
  alimentano la spesa sanitaria

• In Italia oltre il 77% della spesa sanitaria è finanziata con risorse pubbliche e
  circa 23% rappresenta la componente di spesa sanitaria privata

• Quest’ultima che corrisponde a oltre 30 miliardi di euro è sostenuta in larga
  parte direttamente dai cittadini (82%), mentre il 13,9% è veicolato dai fondi
  sanitari integrativi e il 3,7% dalle assicurazioni private ramo malattia e ramo
  vita.

• Problemi di sostenibilità comportano il rischio di un trasferimento di una
  parte del finanziamento della spesa sanitaria dal pubblico alle famiglie con
  conseguenze significative.

• E' necessario riqualificare la spesa passando dal concetto di spesa
  individuale a quello di spesa collettiva con quote di mutualità e solidarietà.

• Sono proprio le forme collettive di assistenza complementare lo
  strumento più idoneo per rispondere alle necessità di assistenza di lungo
  periodo e per garantire sostenibilità tecnica al sistema
Fondi pensione complementare
• Un nuovo modello di welfare integrato potrebbe riunire nei Fondi
  pensione complementare le prestazioni pensionistiche complementari,
  quelle integrative sanitarie, le coperture di long term care ( di rischi legati
  all’inabilità) e altre coperture quale ad esempio quella di sostegno al
  reddito in caso perdita dell’occupazione

• I fondi pensione non possono operare nel settore della sanità e
  dell'assistenza perché nel Dlg 124/93 è previsto che si debbano occupare
  solo di previdenza"

• I fondi pensione complementare operano nelle coperture dei rischi legati
  alla longevità, con un ampliamento dell’offerta di fondi pensione con
  copertura Ltc. nell’ottica di un welfare integrato. Già oggi il 42% dei prodotti
  di previdenza complementare offre la possibilità di sottoscrivere coperture
  assicurative per morte, invalidità e Long term care (Ltc).

• Occorre modificare la normativa al fine che possa prevedere l’esistenza del
  welfare integrato in un unico soggetto giuridico e di rimettere in
  discussione la stessa volontarietà che è alla base della facoltà di adesione
  alla previdenza complementare
Un nuovo modello di Welfare delle Casse dei Sanitari
     ( ENPAM-ONAOSI-ENPAF-ENPAV)
• Con la privatizzazione delle Casse previdenziali delle professioni
  mediante il decreto legislativo 509/1994 ebbe inizio un ampio
  disegno politico di riforma dell’intero welfare state italiano

• Il ruolo di gestione della previdenza dei professionisti veniva
  assegnato alle stesse categorie dei professionisti, rimanendo però
  allo Stato il controllo rispetto al perseguimento della funzione
  previdenziale

• Le Casse previdenziali privatizzate con il perdurare delle difficoltà
  economiche del Paese con conseguente riduzione del welfare
  pubblico dovranno intervenire mettendo insieme iniziative
  concrete per un welfare nuovo al passo con i tempi e realmente
  al servizio delle categorie dei propri professionisti

• La semplice erogazione dei sussidi,(come quella rivolta di recente
  ai sanitari che si trovano in condizioni di disagio e di fragilità da
  ONAOSI), per quanto utile, non è però più sufficiente
•   Le Casse dei sanitari (ENPAM-ONAOSI-ENPAF-ENPAV), pur nel rispetto
    dell’autonomia e individualità di ciascun Ente, mettendo a disposizione i rispettivi
    Know How, devono mettere in atto sinergie e integrazioni tra gli Enti al fine di
    rafforzare e rendere pienamente operativa la sussidiarietà prevido-assistenziale
    con la costituzione di un nuovo Welfare che comprenda prestazioni di
    assistenza sanitaria integrativa, coperture di long term care ( di rischi legati
    all’inabilità) con percorsi reali di tutela della non autosufficienza e altre tipologie di
    coperture tra cui quelle inerenti a condizioni di disagio e di fragilità sociale (quali
    ad esempio l'insorgenza di gravi patologie, la presenza nel nucleo familiare di
    disabili, la perdita del coniuge non contribuente, la disoccupazione del
    contribuente, la perdita del lavoro, gravi calamità naturali) e di un nuovo Welfare
    indirizzato al mondo del lavoro al fine di promuovere e di accelerare l’ingresso
    nel mondo del lavoro dei propri professionisti e nel sostenerne la capacità
    reddituale nei momenti di crisi e di discontinuità della carriera professionale

•   Occorre un nuovo modello di welfare per la categoria dei sanitari che facciano
    riferimento al Welfare to work e al Welfare assistenza socio-sanitaria

•   Di fatto due sono le macro aree di crisi e di rischio per il mondo dei professionisti :
    l’area della sicurezza professionale e l’area della sicurezza socio-sanitaria che
    devono trovare specifiche forme di copertura
Welfare to Work
• Promuovere e accelerare l’ingresso nel mondo del lavoro
• Sostenere la capacità reddituale
• Promuovere il reinserimento lavorativo in caso di perdita del lavoro

Un Welfare to work al fine di promuovere e di accelerare l’ingresso
nel mondo del lavoro, a sostenere la capacità reddituale del
professionista ed a promuovere il reinserimento lavorativo

Oggi con il sistema di calcolo contributivo ( per ENPAM contributivo indiretto)
la previdenza ed il mercato del lavoro sono strettamente legati l’una all’altro.
La previdenza dipenderà da come sarà andata la durata della vita
lavorativa(numero degli anni) e dall’andamento dei redditi (capacità di
reddito).

Il sostegno all’ingresso non tardivo nel mondo del lavoro,il sostegno alla
capacità reddituale dell’intero arco di vita professionale (life cycle earning
capacity)ed il reinserimento lavorativo comportano per le Casse un
Vantaggio in termini di contribuzione previdenziale
Per promuovere e accelerare l’ingresso nel mondo del
lavoro:
• Investire nelle costruzioni di case dello studente al fine di sostenere le
   nuove leve della professione sanitaria
• Elargire borse di studio nel periodo universitario
• Concedere incentivi per la formazione

Per sostenere la capacità reddituale:
• Elargire incentivi per aggiornamento continuo al fine della permanenza
   nel lavoro
• Dare sostegno al reddito in fase di crisi e di discontinuità della carriera
• Al fine di attuare politiche e servizi di Welfare to work
  adeguati al raggiungimento degli obbiettivi occupazionali
  occorre una programmazione con successiva realizzazione di
  interventi

• Un’analisi dello stato attuale del “mercato professionale” e
  della richiesta futura di competenze sia in Italia che all’estero
  costituisce una premessa indispensabile.

•   In ENPAM è in programma nell’ambito della propria organizzazione un
    Osservatorio permanente sul mercato del lavoro delle professioni sanitarie al fine
    di “analizzare le tendenze attuali e soprattutto di analizzare in un’ottica previsionale
    i mutamenti futuri” anche in chiave europea .A tal scopo l’Osservatorio dovrebbe
    coinvolgere il Ministero del Lavoro,dell’Economia, dell’Università e della Salute ed
    inoltre un rappresentante delle regioni,eventuali rappresentanti delle associazioni
    di categoria, l’ISTAT,Unioncamere, il CUN( Consiglio Universitario nazionale -
    organo di rappresentanza che formula pareri sulla programmazione universitaria
    etc..) e l’ISFOL( Istituto per lo sviluppo della formazione dei lavoratori- ente
    nazionale di ricerca sottoposto alla vigilanza del Ministero del lavoro)
Welfare assistenza socio-sanitaria

• Assistenza sanitaria integrativa con coperture di
  Long Term Care della non autosufficienza

• Altre tipologie di coperture

• RA e RSA
Assistenza sanitaria integrativa con coperture di Long Term Care della non
autosufficienza

• Le casse dei sanitari(ENPAM-ONAOSI-ENPAF-ENPAV) potrebbero costituire
  un Fondo sanitario di assistenza sanitaria integrativa comune alla
  categoria dei sanitari con aggiunta di altre tipologie di copertura di cui la
  più importante è la copertura LTC (Long Term Care) che copre in caso di
  non autosufficienza. Altre otto Casse delle venti Casse previdenziali privatizzate: CIPAG
   (Cassa Geometri), CNN(Cassa Notariato), ENPAB( Cassa Biologi), ENPACL( Cassa Consulenti
   del Lavoro), ENPAP( Cassa Psicologi), ENPAPI( Cassa Infermieri), EPAP( Cassa chimici,
   attuari,agronomi, forestali e geologi) ed EPPI( Cassa periti industriali) hanno costituito nel
   2007 un fondo sanitario denominato EMAPI che prevede oltre che l’assistenza sanitaria
   integrativa anche la copertura LTC della non autosufficienza

Altre tipologia di copertura

• Altre tipologie di copertura tra cui coperture di condizioni di disagio e di
  fragilità sociale (quali ad esempio l'insorgenza di gravi patologie, la
  presenza nel nucleo familiare di disabili, la perdita del coniuge non
  contribuente, la disoccupazione del contribuente, la perdita del lavoro,
  gravi calamità naturali)
RA ed RSA

Le casse potrebbero investire in RA ( Residenza assistenziale ) e in RSA
(Residenza sanitaria assistenziale) non solo per il sostegno del welfare
Pubblico in ambito sociale( social housing) ma anche per favorirne l’utilizzo da
parte dei sanitari anziani autosufficienti e non ed inoltre favorire la possibilità
di impiego nelle suddette strutture dei propri professionisti.

A tal fine occorre un prodotto nuovo caratterizzato da una struttura
edilizia che si differenzi dagli standard strutturali propri delle RSA:
• Struttura edilizia facilmente riconvertibile da RSA in residenziale o
   alberghiera
• Spazi aggiuntivi ( poliambulatori medici, farmacia, ambulatorio
   veterinario,centri di riabilitazione, centri di benessere, centri di ristoro,
   piscina, palestre, uffici ecc..) aperti anche al pubblico

Mentre l’aumento dei livelli di marginalità tornerebbe utile ai gestori
l’inserimento delle RSA e RA in un contesto sociale più ampio
assicurerebbe una migliore qualità di vita degli ospiti
•   Le RA (Residenza Assistenziale) si differenziano dalle RSA perché sono rivolte ad anziani
    autosufficienti non bisognosi di assistenza sanitaria specifica e perché sono al di fuori
    delle strutture del SSN che assicura esclusivamente le prestazioni sanitarie attraverso il
    distretto , mentre i costi dell’ospitalità nella residenza assistenziale ( casa di riposo, casa
    albergo, comunità alloggio ecc.. ) sono a carico dell’ospite

•   Le RSA (Residenza sanitaria assistenziale) sono rivolte ad anziani non autosufficienti e ad
    altri soggetti non autosufficienti, non assistibili a domicilio che necessitano un livello
    medio di assistenza sanitaria ( medica, infermieristica, riabilitativa) e di un livello alto di
    assistenza tutelare ed alberghiera
     In base alle dinamiche demografiche ci sarà una crescita delle richieste delle RSA anche
    se un aumento del fabbisogno contrasta con la possibile contrazione della spesa
    pubblica. I posti letto delle RSA costituiscono appena il 6% dei posti letto presenti in
    Italia e nel mercato dei Fondi immobiliari l’investimento nel settore delle RSA
    rappresenta l’1% di cui l’84% nel Nord Italia, il 13% nel centro e il 3% nel sud. I maggiori
    operatori ( Anni Azzurri, Segesta,Aetas,Arkimedica) costituiscono il 6% mentre gli
    operatori minori sono il 94%
Rapporti con il Welfare pubblico

• Le Casse previdenziali privatizzate potranno anche dare un
  aiuto concreto per il sostegno del welfare pubblico in ambito
  sociale( social housing)con degli investimenti che , tenendo
  sempre però presente la mission che è quella di elargire le
  pensioni agli iscritti, dovranno essere finalizzati a garantire
  reddito per i pensionati.

• Di recente l’ENPAM, che partecipa con 30 milioni al
  FIA(Fondo Investimenti per Abitare), gestito da CDPI Sgr
  (controllata da CDP al 70%, da ABI al 15%e da ACRI al 15%),
  ha ottenuto con modifica al regolamento del Fondo
  investimenti per l’abitare (Fia) approvata in occasione
  dell’ultima assemblea dei partecipanti che la costruzione di
  nuove case dello studente sia considerata un fattore
  prioritario nella scelta dei nuovi investimenti italiani in alloggi
  sociali.
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