Webinar - Pillar One OCSE 8 Febbraio 2021 - ODCEC Roma
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Webinar – Pillar One OCSE 8 Febbraio 2021 Convegno di Formazione Professionale Continua Fabio Urbinati Silvia Simonelli Commissione Fiscalità Internazionale Agenzia delle Entrate – Ufficio Accordi Preventivi Dott. Fabio Urbinati Dott. Silvia Simonelli furbinati@kpmg.it silvia.simonelli@agenziaentrate.it 1
Pillar One – Origini e Futuri sviluppi Settembre 2013 - OCSE e G20 Action Plan (15 azioni) 2015 – Addressing the Tax Challenges of the Digital Economy, Action 1 – 2015 Final Report, OECD/G20 Marzo 2018 - Tax Challenges Arising from Digitalisation – Interim Report 2018, Inclusive Framework on BEPS, OECD/G20 Gennaio 2019 - Addressing the Tax Challenges of the Digitalisation of the Economy – Policy Note, as approved by the Inclusive Framework on BEPS Maggio 2019 – Inclusive Framework Programme of Work Gennaio 2020 - Statement by the OECD/G20 Inclusive Framework on BEPS on the Two-Pillar Approach to Address the Tax Challenges Arising from the Digitalisation of the Economy Il 14 gennaio 2021 si è svolta la consultazione pubblica, quale momento di confronto con il mondo delle imprese. Entro i primi sei mesi del 2021 è attesa la conclusione del progetto. Il Blueprint descrive gli elementi principali dell’architettura del Pillar One e identifica le aree tecniche che dovranno essere definite e quelle in cui dovrà essere assunta una decisione sul piano politico. Ha l’obiettivo di sviluppare un contesto di tassazione sostenibile, che rifletta l’attuale digitalizzazione dell’economia e attui una più corretta ed efficiente allocazione dei diritti impositivi. Muove dal presupposto che nell’era digitale l’allocazione dei diritti impositivi sul reddito non può essere limitata esclusivamente alla presenza fisica del contribuente.
Pillar One – Elementi Costitutivi Il 12 ottobre 2020 l’OCSE/G20 Inclusive Framework ha pubblicato il Blueprint, in riferimento al Pillar One. Il documento disciplina un approccio unificato che catturi con nuove regole fiscali le principali caratteristiche delle economie digitali e che si applichi analogamente ai business altamente consumer based. AMOUNT A Il riconoscimento di un nuovo diritto impositivo alle MARKET JURISDICTIONS, ovvero le giurisdizioni dove sono collocati gli utilizzatori dei servizi digitali, prescindendo da ogni presenza fisica in tali giurisdizioni, su una quota residuale degli utili di un’impresa multinazionale, determinati a livello di gruppo (o per divisione di business) AMOUNT B Individuazione di un margine di rendimento predefinito su attività standard di marketing e distribuzione (baseline marketing and distribution activities) poste in essere nelle market jurisdictions, determinato in coerenza con il principio TAX CERTAINTY dell’arm’s length. Un processo inteso ad accrescere la certezza in campo fiscale attraverso meccanismi per la prevenzione e la risoluzione delle controversie
Pillar One – Considerazioni Amount A determina una espansione dei diritti di imposizione delle market jurisdiction. Conseguentemente, per evitare fenomeni di doppia imposizione, si ridurranno i diritti impositivi delle giurisdizioni di residenza dei gruppi multinazionali, che in base alle attuali regole di allocazione dei profitti, sono destinatarie dei profitti residuali del gruppo. Uno dei principali obiettivi del nuovo sistema è quello di migliorare la certezza fiscale introducendo meccanismi innovativi di prevenzione e risoluzione delle controversie internazionali. È previsto un meccanismo di implementazione del Pillar One che consenta la sua introduzione in maniera efficace coerente e coordinata, attraverso interventi sulle legislazioni domestiche, sulla legislazione internazionale e elaborazione di linee–guida. Il processo di implementazione dell’architettura prevista dal Pillar One, rispetto agli altri aspetti, è la parte che necessita di maggiori approfondimenti e lavoro tecnico da parte dell’OCSE e dell’Inclusive Framework. Molti aspetti dell’implementazione dipendono dalle decisioni che saranno prese in relazione agli elementi tecnici di Pillar One ancora in discussione.
Pillar One – Elementi Essenziali SCOPE I fattori di produzione dell’economia digitale non vengo catturati dai tradizionali concetti di nesso territoriale. MARKET INTANGIBLE RULE Market jurisdictions, ovvero mercato degli users, come fattori in grado di generare valore. USER PARTICIPATION RULES Algoritmi di calcolo alimentati dai dati degli utenti come driver della catena del valore. NEW NEXUS RULES L’adozione di un nuovo criterio di collegamento territoriale (nexus) tale da legittimare il riconoscimento dei diritti impositivi (taxing rights), su una quota dei profitti realizzati globalmente dalle multinazionali attive nel settore dell’economia digitale, alle market jurisdictions. FORMULAIC APPROACH Lo sviluppo di nuovi criteri per l’allocazione dei profitti alle giurisdizioni interessate, si supera l’arm’s length principle. RING-FENCING Le nuove regole non si applicano solamente alle imprese digitali ma anche ai business volti al consumatore.
Webinar – Pillar One OCSE Amount A 6
Amount A – Ambito soggettivo (Segue) Una multinazionale rientra nell’ambito di applicazione di Amount A se svolge attività nei servizi digitali automatizzati («Automated digital services - ADS») e nei business rivolti ai consumatori («Consumer- facing business - CFB»). Le soglie previste sono ancora in discussione, PHYSICAL PRESENCE RULE potranno probabilmente prevedere un primo screening basato sul REVENUE SOURCING RULE fatturato consolidato globale e una seconda soglia da integrarsi congiuntamente alla prima, basata sul fatturato estero riferibile a tale importo (i.e. foreign in-scope revenue rules) Il nesso si articola in modo diverso a seconda che si Per ogni flusso di ricavi di servizi ADS identificati, verrà tratti di ADS o CFB. Nel secondo caso, oltre al stabilito un appropriato principio di sourcing. Ad superamento della soglia deve aggiungersi un secondo esempio la sourcing rule per i ricavi relativi ai servizi di elemento («Plus Factor») che sia indicatore evidente di contenuti digitali è la residenza abituale un coinvolgimento rilevante e continuativo dell’acquirente, per i ricavi derivanti invece dalla «SIGNIFICANT AND SUSTAINED ENGAGEMENT» con il vendita di beni CFB attraverso un distributore tessuto economico della giurisdizione (oltre al fattore indipendente, la sourcing rule sarà il luogo del delivery rappresentato dalle vendite). Per taluni stati, finale del prodotto al consumatore. semplificando, sarebbe sufficiente alzare la soglia, per altri, basta una sub/branch.
Amount A – Ambito soggettivo (Segue) AUTOMATED DIGITAL SERVICE - ADS CONSUMER-FACING BUSINESS - CFB INCLUSI ESCLUSI INCLUSI ESCLUSI Servizi pubblicitari online Servizi professionali personalizzati Le CFB sono imprese che generano Sono esclusi i seguenti settori: ricavi dalla vendita di beni o servizi che Vendita dei dati degli users Servizi di insegnamento on line siano comunemente venduti ai Risorse naturali Motori di ricerca on line personalizzati consumatori, o che concedono in Servizi finanziari Piattaforme «social media» La vendita on line di beni o servizi licenza o sfruttano beni immateriali Infrastrutture ed edilizia che non sono di per sé ADS connessi alla fornitura di tali beni o Piattaforme di intermediazione on Vendita di un bene fisico, anche se servizi. Compagnie aeree e marittime line internazionali in esso insiste la c.d. connettività I CFB non sono solo le imprese che Servizi con contenuti digitali IOT vendono beni direttamente ai Fintech (dibattito in corso) Scommesse on line Servizi che forniscono accesso ad consumatori, ma comprendono imprese che operano tramite broker, Servizi di insegnamento on line Internet o ad altri network elettronici distributori terzi o altri intermediari. standardizzati line Servizi di cloud computing Gli ADS sono definiti in modo da comprendere sia i servizi automatizzati, che richiedono un coinvolgimento umano minimo una volta messi a punto, sia quelli digitali; tuttavia, tale ampia definizione generale è integrata da liste inclusive ed esclusive che chiariscono il trattamento di molti servizi comuni. Le multinazionali che non rientrano nella definizione di ADS possono comunque rientrare nell’ambito di applicazione dell’Amount A in caso di esito positivo del test CFB.
Amount A – Ambito soggettivo (Segue) Si prevede una specifica interpretazione delle definizioni per particolari settori o modelli di business: Settore farmaceutico, che non comprende il settore relativo ai dispositivi medicali. In considerazione delle peculiari caratteristiche del settore, caratterizzato da una forte regolamentazione anche dei prezzi, da interventi governativi sotto il profilo economico, da programmi assistenziali e assicurativi che intervengono nell’acquisto dei medicinali, dalla presenza di diverse tipologie di prodotti (distinzione tra medicinali soggetti a prescrizione e «over the counter» (OTC). È in corso di valutazione l’applicazione delle definizioni secondo due possibili opzioni, secondo cui siano rilevanti nell’ambito dei CFB le vendite di farmaci sia soggetti a prescrizione sia OTC o siano invece esclusi i medicinali soggetti a prescrizione. Dovrà essere presa una decisione sul punto, così come sul conseguente processo di amministrazione. Franchising Licenze Duplice destinazione dei beni o servizi (ad uso individuale e professionale) Beni o servizi «intermedi» destinati anche ad uso individuale
Amount A – Ambito soggettivo (Segue) Restano aperti i seguenti aspetti: la definizione generale; l’implementazione dal punto di vista giuridico attraverso lo strumento della convenzione multilaterale (MLI); il processo di modifica successiva nel corso del tempo; sono state delineate le definizioni, ma non la loro operatività; alcuni Stati membri hanno proposto di implementare Amount A prevedendo in una prima fase la sola applicazione agli ADS, con successiva estensione ai CFB; la proposta USA di implementazione sulla base di un «Safe Harbour».
Amount A – Ambito soggettivo (Segue) ADS SI Le attività svolte rientrano tra quelle elencate Si applica AMOUNT A alla lista positiva? NO SI Activity test – Volto a Verifica lista negativa NON si applica AMOUNT A individuare i gruppi che L’attività è elencata nella lista negativa? svolgono attività riconducibili a ADS o CFB NO Si applica AMOUNT A se rientra nella definizione generale CFB SI Si applica AMOUNT A Rientrano nella definizione generale? NO NON si applica AMOUNT A
Amount A – Ambito soggettivo (Segue) Superato il primo livello di controllo di tipo qualitativo (activity test), per stabilire se il gruppo rientra nel campo di applicazione di Amount A, scatta un duplice meccanismo di esclusione/inclusione basato su due soglie: GLOBAL REVENUE TEST Solo i gruppi con ricavi globali superiori ad una determinata soglia (Eur 750 Mln) sono soggetti all’Amount A. Al di sotto di una certa misura della soglia, una valutazione in termini di costi/benefici non giustificherebbe l’applicazione di Amount A. TEST DEI RICAVI MINIMI ESTERI Amount A si applica ai gruppi con ricavi globali esteri relativi a ADS o CFB superiori a una determinata soglia. In caso di limitati livelli di ricavi esteri da attività ADS e CFB, i profitti da riallocare in base ai nuovi diritti di tassazione per effetto di Amount A non sarebbero rilevanti, in rapporto ai costi derivanti dall’implementazione e gestione del sistema.
Amount A – Ambito soggettivo (Segue) Devono ancora essere definiti svariati aspetti in merito ai due step di verifica. Soglia di ricavi globali consolidati: Dovrà essere stabilito il valore della soglia. Dalle stime economiche effettuate, è emerso che un valore inferiore ai 750 Milioni di Euro (soglia utilizzata per il CBCr), da un lato comporterebbe un aumento del numero dei gruppi multinazionali soggetti al nuovo regime, dall’altro non determinerebbe rilevanti incrementi nei profitti residuali da allocare. Occorre adottare una definizione condivisa di revenues, per cui potrebbe essere utilizzata quella di gross revenues, presente nei principi contabili, impiegata nell’ambito del CbCR. Dovranno essere definite le modalità di implementazione delle soglie, rispetto ai due possibili diversi approcci che prevedono da un lato l’introduzione immediata di un valore che sarà successivamente gradualmente ridotto o in alternativa l’eventuale riduzione solo a seguito di un processo di monitoraggio e verifica della prima fase di applicazione. Soglia dei ricavi esteri relativi a ADS e CFB: Sarà definito il valore, in termini assoluti, della soglia Dovrà essere meglio delineata la definizione di mercato domestico, al fine di individuare i ricavi esteri, ad esempio quale mercato in cui si trova la direzione generale del gruppo (capogruppo) o quello di residenza della UPE.
Amount A – Base Imponibile Utilizzo del bilancio Segregazione delle entrate Riporto delle perdite I gruppi qualificati calcoleranno l’Amount A sulla È prevista la possibilità di calcolare l’amount A, Previsto un regime di recupero per le perdite base dell’utile prima delle imposte, così come anziché su base consolidata, segmentando per tipo affinché non si verifichi alcuna allocazione risultante dal bilancio consolidato. di attività l’utile prodotto a livello globale. Questo dell’importo A, quando si siano registrate perdite per un certo periodo di tempo. In questo caso il La proposta prevede di ridurre al minimo la per neutralizzare l’impatto di importi particolarmente significativi di attività non in scope meccanismo prevede di compensare le perdite possibilità di effettuare rettifiche ai fini fiscali pregresse, che vengono concentrate ed (book to tax adjustment), che tipicamente altamente remunerative. immagazzinate presso un conto a livello di gruppo potranno interessare alcune voci, stabilendo, ad (anche a livello segmentato), con gli utili futuri. esempio, l’esclusione per i dividendi o per Pertanto, nessun Amount A fino a quando non si plusvalenze e minusvalenze su azioni. siano assorbite le perdite pregresse.
Amount A – Base Imponibile Utilizzo del bilancio Segregazione delle entrate Riporto delle perdite Potranno essere utilizzati come riferimento i bilanci In alcune circostanze non è appropriato calcolare la Il meccanismo di riporto delle perdite consente ai predisposti sulla base di principi contabili locali che base imponibile a livello globale, ad es. nel caso in cui gruppi multinazionali di recuperare i costi producano risultati equivalenti o comparabili a quelli il gruppo operi attraverso linee di business sostenuti per eventuali ingenti investimenti negli degli IFRS (accettati, come per il Pillar Two, i principi sostanzialmente indipendenti l’una dall’altra, con anni precedenti, e di «allineare» gruppi che usati da Canada, Australia, Hong Kong, Repubblica differenti livelli di redditività. svolgono attività caratterizzate da profitti mutevoli popolare della Cina, Giappone, Nuova Zelanda, Per stabilire se sia necessaria la segmentazione a quelli con business a redditività più stabile. Repubblica Indiana, Repubblica di Korea, Singapore e l’approccio previste un meccanismo a tre livelli: Stati Uniti d’America) 1°: il superamento di una determinata soglia di ricavi globali (X Mld di Euro); Si stima che meno del 10% dei gruppi ai quali 2° e 3°: la segmentazione eventualmente presente dovrebbe applicare il nuovo regime resti fuori dalle nel Bilancio consolidato viene applicata anche ai fini casistiche previste. di Amount A, a meno che non produca effetti incoerenti con gli obiettivi del progetto o le linee di I gruppi che utilizzano principi contabili ritenuti non business abbiano redditività simili (differenza di equivalenti agli IFRS potranno utilizzarli, purché non redditività entro un certa soglia percentuale, che sarà determinino rilevanti effetti distorsivi. stabilita). I gruppi a partecipazione privata che non sono tenuti Ai fini del calcolo di Amount A in relazione alle alla pubblicazione del bilancio consolidato dovranno diverse linee di business, i costi indiretti vengono elaborarlo sulla base degli standard stabiliti dalla allocati sulla base di chiavi di allocazione, quali ad legislazione della giurisdizione dell’UPE, purché esempio l’ammontare dei ricavi. rientrino in quelli precedenti o non determinino rilevanti distorsioni.
Amount A – Base imponibile – Aspetti da definire Bilancio Consolidato La maggior parte dei principi contabili non presenta una definizione di Profit Before Tax, preso in considerazione in quanto rappresenta, con i limitati aggiustamenti ammessi, la stima più attendibile del reddito su cui sono applicate le imposte nei vari Paesi dell’Inclusive Framework. dovrà essere stabilita una definizione condivisa di gruppo multinazionale ai fini del consolidato si potrà prevedere un sistema di monitoraggio per verificare la coerenza dei principi contabili e risolvere le criticità connesse al calcolo di Amount A in caso di gruppi con due capogruppo quotate in diversi mercati regolamentati con diversi principi contabili Segregazione delle entrate in alternativa ad un sistema di esenzione dall’applicazione di Amount A per i gruppi che non superano la soglia stabilita di ricavi globali, potrà essere stabilita l’operatività del meccanismo come safe harbour dovrà essere fissata la soglia, che potrà essere ridotta dopo un primo periodo di applicazione (ad esempio di 5 anni) si dovrà concordare una definizione condivisa di segmento di business, ad esempio richiamando il principio IAS 14 sarà discussa anche l’eventuale introduzione di eccezioni o salvaguardie per limitare il calcolo su base segmentata in alcuni casi, ad es. nell’ipotesi di ricavi non rilevanti che superino una determinata percentuale dei ricavi totali e margine operativo globale al di sotto di una certa soglia, oppure in caso di gruppi con ricavi inferiori alla soglia definita e due linee di business di cui una relativa ad attività out of scope.
Amount A – Base Imponibile – Aspetti da definire Riporto delle Perdite Alcuni paesi dell’Inclusive Framework hanno proposto di introdurre, oltre al meccanismo di riporto delle perdite, in merito al quale dovranno essere meglio delineati diversi aspetti, un sistema che tenga conto dei c.d. «profit shortfall» Il meccanismo prevede che solo i profitti eccedenti la soglia di redditività stabilita, calcolata in un arco temporale coerente con il ciclo economico tipico del business, sono riallocati alle market jurisdiction. Secondo i Paesi che sostengono la sua introduzione, il sistema consentirebbe una applicazione «neutrale» di Amount A per i business caratterizzati da redditività instabili nel tempo, e anche di preservare i diritti impositivi delle residence jurisdiction in quanto una maggiore parte dei profitti residuali resta assoggettata al vigente sistema di allocazione basato sull’ALP. Per altri membri dell’Inclusive Framework il meccanismo dei profit shortfall non trova giustificazione di principio, oltre a incrementare la complessità di calcolo di Amount A e di gestione amministrativa e implementazione. Dovranno essere meglio delineati i seguenti aspetti: interazioni con i regimi di riporto delle perdite presenti nelle legislazioni domestiche ed eventuali limitazioni temporali per il riporto delle perdite; trattamento delle perdite generate nei periodi anteriori all’introduzione di Amount A; applicazione del regime in caso di riorganizzazioni aziendali.
Riporto delle perdite – Esempio numerico Il Gruppo X è una MNE che fornisce servizi di streaming con un modello di business che produce profitti regolari. Non ha altre linee di business. In un contesto Amount A, si ipotizzi una soglia di redditività «baseline» del 10% sui ricavi. Alla luce della tabella soprastante, il Gruppo X non presenta alcun profitto in eccesso a tale soglia nel triennio in esame e nessun utile pertanto sarebbe assoggettato ai diritti impositivi delle market jurisdictions negli anni in esame. Il Gruppo Y, in veste di competitor, fornisce servizi simili ma con un modello di business che produce profitti non regolari. Nonostante sia stato generato lo stesso livello di profitto nel triennio in esame, senza un regime di riporto a nuovo che tenga conto dei profit shortfalls, il Gruppo Y avrebbe una quota dei suoi utili ai fini dell’Amount A eccedente la soglia di redditività dell'Anno 3, riallocata nelle market jurisdictions, pari a 10 milioni di euro. Invece, con un regime di riporto a nuovo che tiene conto dei profit shortfalls, le perdite generate per l’anno 1 e 2 rispettivamente di 5 milioni, verrebbero compensate con gli utili in eccesso dell’anno 3 (10 milioni). Il Gruppo Y non avrebbe quindi una quota del suo utile ai fini dell’Amount A riallocato nelle market jurisdictions nell’anno 3.
Amount A – Quantum Amount A di fatto rappresenta il profitto residuo di una multinazionale qualificata che può essere ragionevolmente allocato in una determinata market jurisdiction in virtù di una significativa partecipazione della multinazionale all’economia di detta market jurisdiction. Pertanto, Amount A andrà di fatto a sovrapporsi alle regole esistenti in materia di transfer pricing, governate dal c.d. arm’s length principle. QUANTUM DELL’IMPORTO A L’importo A verrà calcolato attraverso un approccio formulare, senza basarsi sul principio dell’arm’s length. La formula si applicherà alla base imponibile del gruppo o del segmento, a seguito delle perdite disponibili riportate. La determinazione del quantum dell’Amount A in ogni giurisdizione di riferimento sarà articolata in tre fasi. • First step: applicare la soglia di redditività, basata sul rapporto tra PBT e ricavi, che viene applicata per isolare il profitto residuo da assoggettare a riallocazione; • Second step: applicazione di una percentuale di riallocazione per identificare la quota di profitto residuo da assegnare alle market jurisdiction (la c.d. «allocable tax base»). Al fine di semplificare la gestione del processo, la quota di profitto residuo attribuibile alla market jurisdiction sarà determinata attraverso una convenzione, come ad esempio una percentuale fissa, e non in base alle principio dell’arm’s length; • Third step: dopo aver calcolato la base imponibile di Amount A, nella terza fase si applicherà una chiave di ripartizione basata sulle entrate locali per ripartire l’Amount A fra le giurisdizioni ammissibili. L’applicazione di questa fase dipenderà dalla scelta di un approccio basato sul profitto o sul margine di profitto per la formula dell’Amount A. • Nel caso si un approccio basato sul profitto, il profitto assegnabile potrebbe essere moltiplicato per il rapporto tra i ricavi in-scope locali e i ricavi totali; • Nel caso di un approccio basato sul margine di profitto, la base imponibile allocabile verrebbe espressa come un rapporto di profitto, che potrebbe poi essere moltiplicato per il ricavo locale in-scope.
Amount A – Quantum Approccio formulare STEP 1 La quota di utile residuale destinata ad essere attribuita alle market jurisdictions sarà individuata dalla somma che eccede un determinato livello di redditività prestabilito (c.d. profitability threshold). Il livello di redditività è definito in termini percentuali dal rapporto tra l’utile prima delle imposte ed il fatturato STEP 2 Le market jurisdictions qualificate a disporre del nuovo diritto impositivo riceveranno una quota (calcolata STEP 3 applicando una percentuale di riallocazione) dell’utile La quota di base imponibile viene allocata alle market residuale determinato ai sensi della fase precedente. jurisdictions qualificate a riceverla (c.d. eligible market Pertanto, solo una porzione dell’utile residuale verrà jurisdiction) in base ad una specifica chiave di allocazione, allocata (allocable taxable base) utilizzando una determinata in relazione al fatturato realizzato localmente sulle percentuale di riallocazione predeterminata. attività in scope.
Amount A – Quantum STEP 1 – La soglia di redditività L’Ammontare A rappresenta una proiezione della parte dei profitti residuali di un business che è ragionevolmente associata al coinvolgimento rilevante e continuativo con il tessuto economico della market jurisdiction. La soglia, sotto forma di un prefissato margine di redditività, è stata introdotta per ragioni di semplificazione, in alternativa ad un più complesso processo di determinazione del valore basato su un esame delle caratteristiche specifiche del business. Di fatto riduce il numero di soggetti che rientrano nel campo di applicazione di Amount A, conseguentemente riducendo le interazioni tra i due regimi impositivi e le connesse problematiche di doppia imposizione. Il valore della soglia deve essere definito; da una stima approssimativa basata su dati relativi all’anno 2016 è emerso che in caso di soglia al 10%, circa 780 gruppi potrebbero rientrare nel campo di applicazione di Amount A, con profitti residuali da allocare alle market jurisdiction al massimo pari a circa 500 Miliardi di USD. STEP 2 – La percentuale di riallocazione Il valore della percentuale non è stato ancora stabilito e dovrà garantire che le attività e i fattori che generino profitti residuali non connessi con Amount A non siano riallocati, e siano tassati secondo le attuali regole basate sull’ALP. Si è stimato che in caso di applicazione di una soglia di redditività al 10% e di riallocazione al 20%, sarebbero riallocati alle market jurisdiction profitti residuali pari a circa 98 Miliardi di USD. STEP 3– La chiave di ripartizione Per un efficace e coerente funzionamento del meccanismo, dovrà essere stabilita una definizione condivisa di revenues, in particolare possa essere utilizzata quella prevista dai principi contabili e rilevata nei bilanci, impiegata anche nel CbCR.
Webinar – Pillar One OCSE Business Case Amount A 22
Business Case Amount A Group ALFA opera nel settore della vendita di contenuti digitali a livello globale. Il Gruppo genera ricavi complessivi pari ad € 25.000 mln ed ha un PBT («profit before tax») pari ad € 6.500 mln. Si ipotizzi che la formula dell’Amount A includa il 10% di soglia di profittabilità «baseline» ed il 20% di percentuale di riallocazione. Primo step dell’analisi: analisi funzionale Il primo step dell’analisi prevede l’esecuzione di una diagnostica completa del business del Gruppo, da eseguirsi in ottica transfer pricing. Dall’analisi diagnostica emerge come il Gruppo abbia deciso di stabilire una local subsidiary in Market J1, alla luce del carattere strategico del mercato per il Gruppo. Il Gruppo serve anche Market J2 e Market J3, tuttavia in questi casi i contenuti digitali sono forniti da remoto.
Business Case Amount A Secondo step dell’analisi: Calcolo dell’Amount A I. Global Revenue Test Il Gruppo ALFA supera complessivamente la soglia di flussi di ricavi richiesta per qualificare il Gruppo all’Amount A. Quindi si passa allo step successivo dell’analisi. II. Applicazione della soglia «de minimis foreign source in-scope revenue» Il Gruppo ALFA genera un flusso di ricavi, relativi alle attività «in-scope», superiore alle soglie necessarie per qualificarsi ai fini dell’Amount A. Quindi si passa allo step successivo dell’analisi. A fini di semplificazione, si ipotizza che il Gruppo ALFA: - Non abbia necessità di segmentare la transazione riferita alla vendita di contenuti digitali da altre operazioni non in-scope o CFB; - Non abbia perdite operative da nettizzare con gli attuali profitti delle attività in-scope.
Business Case Amount A Secondo step dell’analisi: Calcolo dell’Amount A III. Nexus test In ogni giurisdizione interessata il Gruppo deve applicare il c.d. nexus test, ovvero verificare se si possa considerare superato l’indicatore derivante dalla soglia di vendite realizzate in quelle determinate giurisdizioni di beni/servizi in-scope. Nel nostro esempio le attività del Gruppo ALFA sono unicamente riferibili alla vendita di contenuti digitali, attività inquadrata dall’OCSE fra le c.d. ADS. I ricavi nelle singole giurisdizioni si considerano superare il nexus test, pertanto Market 1, 2 e 3 generano diritti impositivi sul quantum dell’Amount A, nonostante Market 2 e 3 non abbiano una taxable presence «tradizionale».
Business Case Amount A Secondo step dell’analisi: Calcolo dell’Amount A IV. Formulaic approach: calcolo formulare e allocazione di Amount A sulle singole giurisdizioni Il quantum dell’Amount A deve calcolarsi sulla base di un approccio formulare, distinto dalle consuete logiche ALP. In questo caso la formula tiene in considerazione i seguenti fattori: - Soglia di redditività «baseline»: isolare il PBT in eccesso rispetto ad una soglia minima di PBT; - Percentuale da applicare ai fini della riallocazione di Amount A: isolare la quota di PBT residuale potenzialmente riallocabile alle singole giurisdizioni; - Chiave di allocazione: selezionare la chiave di allocazione adeguata alla natura dell’attività in-scope per allocare pro-quota il PBT residuale sulle singole giurisdizioni.
Business Case Amount A
Amount A – Fenomeni di double counting e futuri sviluppi Safe harbour Alcuni membri dell’Inclusive Framework ritengono particolarmente critico il fatto che le interazioni tra Amount A e i diritti impositivi esistenti delle market jurisdiction possano causare situazioni di doppia imposizione, in quanto tale risultato non è coerente con la ratio e gli obiettivi di Amount A, che ha la finalità di adeguare il sistema di tassazione sul reddito alle ipotesi di coinvolgimento rilevante con l’economia delle market jurisdiction, non «intercettato» dalle vigenti regole allocative che non prevedono diritti impositivi delle market jurisdiction sui profitti residuali generati nel relativo mercato. È stata pertanto promossa l’introduzione di un meccanismo di safe harbour nel processo di calcolo di Amount A, che muove dal presupposto che se Amount A viene applicato ai business che realizzano profitti residuali già soggetti ad imposizione nelle market jurisdiction, non realizza le finalità per cui è stato previsto, in quanto interviene in una situazione in cui non si riscontrano le problematiche che Pillar One intende risolvere. Il safe harbour funziona come «limite» all’allocazione di Amount A nelle market jurisdiction che già assoggettano a tassazione i profitti del gruppo, sulla base delle regole vigenti.
Webinar – Pillar One OCSE Business Case Amount A in ipotesi di Safe Harbour 29
Amount A – Business Case: Safe Harbour Premessa teorica: La sovrapposizione dell’Amount A «on top» ai diritti impositivi può comportare fenomeni di doppia imposizione sul medesimo profitto della multinazionale, su più giurisdizioni. Il c.d. «safe harbour» in questo caso cerca di affrontare il problema di potenziale doppia imposizione attraverso la rettifica del quantum di Amount A assegnato alle marketing jurisdictions in alcune circostanze. La multinazionale dovrebbe quindi considerare i ricavi relativi alla commercializzazione e distribuzione di una market jurisdiction, equiparandoli ad un safe harbour, che sarebbe quindi rappresentato dalla somma di Amount A e rendimento fisso per le attività di commercializzazione e distribuzione in quella stessa market jurisdiction. Questo approccio potrebbe generare tre potenziali risultati. 1) Se il rendimento esistente è inferiore al rendimento fisso, il Gruppo NON ha diritto al safe harbour; 2) Se il rendimento esistente è superiore al rendimento fisso, ma inferiore a quello del safe harbour, all’ora l’Amount A è ridotto alla differenza fra il rendimento del safe harbour e quello esistente; 3) Se il rendimento esistente è superiore a quello del safe harbour, non vi sarebbe alcun Amount A assegnato a tale giurisdizione.
Amount A – Business Case: Safe Harbour Ipotizziamo che il Gruppo BETA sia un gruppo c.d. in-scope, realizzando i propri ricavi nel settore del digital advertising. Il Gruppo BETA si compone di un IP owner e 4 distributori localizzati in differenti giurisdizioni. A seguito di analisi funzionale, si verifica come il Gruppo operi attraverso una struttura decentralizzata, in cui l’lP owner ha sviluppato il marchio e lo conceda in licenza ai distributori del Gruppo dietro il pagamento di un corrispettivo sotto forma di Royalty. Pertanto, dal punto di vista transfer pricing, i distributori possono considerarsi full-fledge, ovvero distributori a piene funzioni, interfacciandosi nel mercato con un elevato grado di autonomia ed utilizzando IP sviluppati a livello locale. Nel business case in esame ipotizziamo che la proposta di safe harbour per le marketing & distribution activities preveda che: Amount A sia pari ad un ROS di 1,5%; Marketing & Distribution activities siano pari ad un ROS del 2%. In base al meccanismo proposto per eliminare la doppia imposizione, in un contesto di safe harbour, l’IP Owner potrà essere identificato come paying entity e pertanto la giurisdizione J1 sarebbe tenuta a concedere il tax relief (credit/exempt method) per il PBT allocato in J3 e J4 ai fini dell’applicazione dell’Amount A.
Amount A – Fenomeni di double counting e futuri sviluppi Esenzione di business «domestici» Quale ulteriore approccio per limitare i fenomeni di double counting, potrebbe essere prevista l’esclusione dall’ambito di applicazione di Amount A dei profitti derivanti da attività ADS o CFB svolte in una market jurisdiction in modo del tutto autonomo rispetto al gruppo, ad esempio nelle ipotesi in cui i beni o servizi venduti nel mercato siano anche ideati e prodotti nel medesimo mercato. In tali casi, infatti, il profitto residuale è generalmente già allocato e soggetto a tassazione nella market jurisdiction. L’efficacia, la fattibilità e la possibile implementazione di questi approcci, oltre al loro coordinamento con i meccanismi da introdurre per eliminare la doppia imposizione, saranno oggetto dei prossimi lavori in sede OCSE.
Webinar – Pillar One OCSE Business Case Amount A VS ALP Gruppi centralizzati 33
Amount A – business case: ALP versus Amount A Group ALFA è un soggetto qualificato. Il Gruppo opera in un settore ADS, attraverso un modello di business altamente centralizzato. Il principal del Gruppo (J1) possiede gli IP commerciali del Gruppo, i distributori in J1, J2, J3 e J4 svolgono funzioni di marketing e di distribuzione di base, remunerati con PBT Margin al 3%. ASSUMPTIONS — Modello ALP «centralizzato» ADS — Extra profitto in J1 Activity in scope — IP owner PBT > Group’s PBT — Potenziale Double Counting in J1 Tabella di Recap ALP method
Amount A – business case: ALP versus Amount A Calcolo Amount A % di PBT Ricavi PBT «routinario qualificati routinario % di extra Quantum Allocation Key profitto da Amount A riallocare
Amount A – business case: ALP versus Amount A Sarà così possibile identificare Amount A da allocare ad ogni entità del Gruppo, attraverso 3 step: 1. Profitability threshold: W = P - (R*Z); 2. Riallocazione della % di extra profitto: Amount A totale = y*W 3. Allocation Key: applicare la chiave di allocazione più adatta. Tabella di Recap Profitto baseline = z % di extra profitto da riallocare = y Ricavi = R Profitto = P Amount A = W
Amount A – Eliminazione della doppia imposizione IDENTIFICAZIONE DELLA PAYING ENTITY METODO PER ELIMINARE LA DOPPIA IMPOSIZIONE ACTIVITY TEST Il gruppo deve effettuare una valutazione qualitativa per Esenzione Credito d’imposta identificare le entità che apportano contributi materiali e Il soggetto pagante porta in Lo Stato di residenza sostanziali alla capacità del gruppo di generare profitti esenzione la porzione di concede il credito d’imposta residui AMOUNT A di sua competenza TEST DI REDDITIVITA’ Test finalizzato a garantire che le entità identificate nello step 1 abbiano la capacità di sostenere l’onere fiscale connesso ad Amount A TEST DEL COLLEGAMENTO CON IL MERCATO ALLOCAZIONE PRO-QUOTA Per ciascuna entità cui viene allocato Amount A, il gruppo Nel caso in cui siano individuate più paying entities, Amount deve determinare quale delle entità potenzialmente A sarà ripartito proporzionalmente su di esse. Nessuna assoggettabili ad imposta abbiano una connessione quota di Amount A verrà attribuita alle altre entità del sufficiente per essere considerate paying entity per quella gruppo che abbiano unicamente diritti impositivi nella market jurisdiction giurisdizione di riferimento su rendimenti routinari
Amount A – Implementazione L’implementazione di Amount A comporterà il recepimento delle parti tecniche del Pillar One nell’ambito della normativa domestica, in particolare: l’introduzione di un nuovo diritto impositivo in linea con le caratteristiche di Amount A; la previsione di sistemi di eliminazione della doppia imposizione nel caso di imponibilità ai sensi di Amount A dei contribuenti residenti l’introduzione di procedure amministrative di gestione e amministrazione degli aspetti connessi ad Amount A Al riguardo, devono ancora essere definiti: la struttura e l’operatività della convenzione multilaterale; la tempistica per l’entrata in vigore della convenzione multilaterale e del nuovo regime; gli strumenti per l’eliminazione della doppia imposizione che dovranno essere previsti nella convenzione multilaterale in modo da superare eventuali limitazioni presenti nelle convenzioni bilaterali i rapporti tra la convenzione multilaterale e le convenzioni bilaterali successivamente sottoscritte e la creazione di un contesto giuridico che impedisca l’inserimento di clausole vincolanti nei trattati bilaterali la rimozione di misure unilaterali che siano state introdotte negli Stati, che possano minare la stabilità e coerenza del nuovo sistema e la previsione di limitazioni all’introduzione di eventuali nuove misure unilaterali.
Amount A – Implementazione Documentazione Le multinazionali non saranno chiamate a conservare un registro puntuale di tutti i dati necessari alla corretta applicazione delle sourcing rules, non soltanto per motivi legati alla complessità dal punto di vista amministrativo ma anche per motivazioni di privacy. Piuttosto, le imprese multinazionali dovrebbero conservare la documentazione che mostri: - il funzionamento del quadro di controllo interno della multinazionale in riferimento alla corretta applicazione della sourcing rule in riferimento ai ricavi; - informazioni aggregate e periodiche in riferimento ai risultati dell’applicazione degli indicatori per ogni tipologia di reddito e in ogni giurisdizione; - indicazioni specifiche utilizzate per una determinata categoria di ricavi e - le circostanze in cui sia stato utilizzato un indicatore gerarchicamente inferiore, compreso il motivo per cui l’indicatore superiore non era disponibile (e le misure adottate per ottenerlo) o non era affidabile (e le informazioni disponibili per confermare la presenza di un indicatore più affidabile). Tale documentazione dovrebbe essere assoggettabile a revisione da parte delle amministrazioni fiscali.
Amount A – Implementazione Meccanismi di differenziazione Il Blueprint considera anche l’introduzione di meccanismi di differenziazione per (i) tenere conto dei diversi gradi di digitalizzazione tra le attività in-scope e aumentare il quantum di profitto riallocato per alcuni tipi di attività («differenziazione digitale») e (ii) tenere conto delle variazioni di redditività tra le diverse giurisdizioni dei mercati di riferimento, e aumentare il profitto riallocato nelle giurisdizioni dove la redditività è più alta («differenziazione giurisdizionale»). Il progetto prevede diverse opzioni per i meccanismi di differenziazione digitale, tra cui: - nessuna differenziazione; - differenziazione digitale mediante rettifiche dell’importo A, sia diminuendo la soglia di redditività iniziale, sia aumentando la dimensione relativa della base imponibile allocabile per gli ADS; - differenziazione dell’importo A attraverso una scala mobile di profitto introducendo scaglioni progressivi, senza distinzione dell’attività sottostante; oppure - variazioni, come l’aggiunta di un «profitto di routine» specifico per alcune attività digitali che possono essere svolte senza alcuna presenza fisica nelle giurisdizioni di mercato. La differenziazione giurisdizionale è vista principalmente come un problema per le aziende CFB, non per gli ADS. Sebbene si sia valutato se ponderare o meno la formula per il calcolo dell’importo A al fine di assegnare maggiori profitti a mercati più redditizi, le difficoltà nel calcolare i profitti attribuibili a un mercato possono rendere complessa l’identificazione dei mercati più o meno redditizi. Tuttavia, il Blueprint sottolinea diverse caratteristiche dell’Importo A che mirano ad evitare che gli utili siano riallocati da giursdizioni più redditizie ad altre meno redditizie, compreso il meccanismo per eliminare la doppia imposizione e l’esenzione per le imprese nazionali.
Webinar – Pillar One OCSE Amount B 41
Amount B – Quantum Lo scopo è semplificare il calcolo della remunerazione per le attività routinarie di marketing/distribuzione nel contesto del principio dell’arm’s length. PERIMETRO DELL’AMOUNT B Non è un meccanismo destinato a superare i criteri su cui poggia il principio dell’arm’s length. Inoltre, non sono previste particolari limitazioni del campo di applicazione: applicabile a tutti i business. Prevede delle soglie (e.s. R&D expenses, spese di commercializzazione) volte ad identificare attività ulteriori a quelle di base. MECCANICHE DELL’AMOUNT B POSITIVE / NEGATIVE LIST Occorre individuare un rendimento fisso per le attività di L’individuazione delle attività che rientrano nella sfera di applicazione del regime avviene per il tramite di una lista che illustra le FAR tipiche di un baseline di marketing e distribuzione, che rifletta un valore distributore impegnato in attività routinarie. Vi è anche una lista negativa, in linea con il principio di libera concorrenza. Il rendimento ovvero FAR che tipicamente non sono riscontrabili in un distributore potrà essere identificato attraverso analisi di benchmark, routinario. ai sensi del TNMM. I valori potranno variare, a seconda dei È prevista anche una presunzione relativa, da confutare con analisi TP settori e delle regioni.
Amount B – Considerazioni Amount B è stato delineato con l’obiettivo di migliorare la certezza fiscale e ridurre le controversie tra Amministrazioni fiscali e contribuenti; dovrebbe inoltre semplificare la gestione delle regole sui prezzi di trasferimento e ridurre i costi di adempimento spontaneo da parte dei contribuenti. Non è stato raggiunto il consenso su svariati aspetti che dovranno essere definiti: la definizione delle attività basilari di promozione e distribuzione («baseline marketing and distribution activities) e la loro interpretazione in senso ampio o viceversa più ristretto; le modalità di applicazione (potrebbe operare sulla base di una presunzione, soggetta a eventuale prova contraria da parte del contribuente); l’eventuale applicazione agli agenti e commissionari; il trattamento delle c.d. multifunctional entities, soggetti che svolgono ulteriori funzioni rispetto a quelle di promozione e vendita; l’indicatore di profitto e le analisi di benchmark; l’eventuale differenziazione per settori e ambiti territoriali
Webinar – Pillar One OCSE Tax Certainty 44
La prevenzione e la risoluzione delle controversie Mandatory binding dispute prevention process: meccanismi adottati in via obbligatoria per prevenire l’insorgenza di controversie relative, ad esempio, all’inclusione o meno di un gruppo nel novero di quelli a cui risultino applicabili le previsioni relative all’Amount A. AMOUNT A Viene previsto un sistema di autovalutazione, attivato tramite un’entità coordinatrice all’interno della multinazionale «AACE»., che presenterà un’unica documentazione alla propria amministrazione fiscale «LTA». Le singole LTA dovranno esaminare e convalidare la documentazione, prima di scambiarle con le altre amministrazioni fiscali interessate «ATA» AMOUNT B Pillar One prevede anche potenziali procedure relative alla risoluzione delle controversie in applicazione di Amount B. Alcuni temi critici possono riguardare le attività che rientrano nelle cc.dd. Attività di commercializzazione e distribuzione di base. PANEL Tuttavia, non viene ancora fornito alcune dettaglio sulla procedura che si Viene prevista la costituzione di un panel di applicherebbe ad Amount B. amministrazioni fiscali, chiamate ad instaurare un dialogo con i gruppi, al fine di raggiungere un’intesa sui temi oggetto di una possibile controversia (es. determinazione base imponibile e applicazione formula).
La prevenzione e la risoluzione delle controversie La garanzia di certezza fiscale è un aspetto essenziale del Pillar One, che la affronta in due diversi ambiti: la prevenzione e la risoluzione delle controversie nell’Amount A e oltre Amount A. Rispetto a quest’ultimo, il Blueprint prevede un approccio basato su una serie di step, dalla prevenzione delle controversie alle Mutual Agreement Procedures (MAP), fino all’introduzione di un innovativo meccanismo di risoluzione delle controversie obbligatorio e vincolante In relazione alla prevenzione delle controversie sono previsti diversi strumenti: ICAP, un programma volontario di valutazione coordinata del rischio fiscale da parte delle Amministrazioni fiscali di diverse giurisdizioni, nelle quali il gruppo svolge la propria attività; Controlli multilaterali; Processi migliorati per gli accordi bilaterali e multilaterali; Uso di analisi di benchmark standardizzate in situazioni comuni relative ai prezzi di trasferimento; Limiti temporali alle rettifiche sui prezzi di trasferimento; Sospensione della riscossione in caso di controversie.
Webinar – Pillar One OCSE Conclusioni 47
Webinar – Pillar One OCSE 8 Febbraio 2021 Grazie Fabio Urbinati Commissione Fiscalità Internazionale Silvia Simonelli Agenzia delle Entrate – Ufficio Accordi Preventivi 48
Puoi anche leggere