UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CAGLIARI - RICERCA SU TECNOLOGIA TRANSISTOR IN GAN - FACOLTÀ DI INGEGNERIA E - CORSI
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Università degli Studi di Cagliari Facoltà di Ingegneria e Architettura Corso di Laurea in Ingegneria Elettrica, Elettronica e Informatica Ricerca su tecnologia transistor in GaN Relatore: Tesi di Laurea di: Prof. Massimo Vanzi Giacomo Gallus A.A. 2018-2019
Indice Introduzione 3 1 Nitruro di Gallio 5 1.1 Proprietà del Nitruro di Gallio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 1.2 Tecnologie dei transistor in GaN . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 8 1.3 Componenti per il test . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 2 Prove di vita accelerate 21 2.1 Descrizione delle prove . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 2.2 Meccanismi di deterioramento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 2.2 Scelta della prova . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 29 3 Board per i test 31 3.1 Design della Board per il controllo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 3.2 Errori di progettazione della Board . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33 4 Interpretazione fisica dei fenomeni 35 4.1 Fenomeni termo-meccanici . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35 Conclusione 39 Bibliografia 40 Appendice A – Datasheet 43 2
Introduzione Il presente lavoro illustra lo studio condotto su chip basati su transistor realizzati in Nitruro di Gallio (GaN), ed in particolare di alcune peculiarità emerse durante i test di qualifica. Il lavoro svolto riassume una campagna di studio svolta dal Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica (DIEE) dell’Università degli Studi di Cagliari nell'ambito di una collaborazione con Huawei Technologies sulla valutazione di affidabilità di tali componenti. Questi test di produzione commerciale, previsti dalle norme internazionali per l'utilizzo di tali componenti, ad esempio in apparati di telefonia mobile, mirano a verificare l’affidabilità dei dispositivi, e quindi la loro sicurezza e garanzia d'uso. La novità della tecnologia, ed il ritardo delle normative nel predisporre tipologie di test porta talvolta a condurre prove in condizioni non idonee all’ individuazione delle azioni correttive, necessarie a superare i problemi di design o di processo che si possono manifestare. La tesi è strutturata in quattro capitoli. Nel primo capitolo si riassumono le proprietà elettroniche del GaN e la tecnologia, che sfrutta al meglio soprattutto la superiore capacità di questo materiale di lavorare ad alte frequenze ed alte potenze, fino ad introdurre la struttura di un High Electron Mobility Transistor (HEMT) ad eterostruttura in AlGaN/GaN, e ad illustrarne le peculiarità mediante immagini in microscopia elettronica. Il secondo capitolo descrive le prove di vita che si sono dimostrate critiche, e la progettazione ed esecuzione di prove non standard su componenti di due diverse tecnologie. Inoltre vengono presentati i possibili meccanismi di degrado, tra cui la corrosione, che possono avvenire nel chip all’interno della prova. 3
Il terzo capitolo si focalizza sull'apparato di test, disegnato dal costruttore ed utilizzato in prova di vita anche dal cliente, e ne mostra sia le caratteristiche, sia i problemi emersi, alla luce delle tipologie di guasto riscontrate. Il quarto capitolo riassume l’interpretazione fisica dei fenomeni, secondo quanto studiato al DIEE, ed è tuttora in fase di approfondimento. 4
Capitolo 1 Nitruro di Gallio 1.1 Proprietà del Nitruro di Gallio Il Nitruro di Gallio (GaN), è un semiconduttore composto formato dall’unione di un atomo di Azoto, elemento del V gruppo, e di un atomo di Gallio, elemento del III gruppo.1 Questo materiale cristallizza in forma di Wurtzite o di Zincoblenda, ma è raro utilizzarlo in quest’ultima forma cristallografica a causa della natura metastabile del composto.2 La struttura atomica della Wurtzite è costituita da un reticolo esagonale con due atomi per base, di specie chimica diverse. Ogni atomo ha coordinazione tetraedrica e forma quattro legami con gli atomi dell’altra specie.1 All’interno della struttura (Figura 1.1) si possono notare piani costituiti dallo stesso elemento. Per descriverla vengono utilizzate le costanti reticolari a e c, per indicare rispettivamente la lunghezza dei lati della base e la distanza tra i piani esagonali, e gli angoli e A 300K questi parametri nel caso della Wurtzite sono a=3.175 c=5.158, == e =.2 Figura 1.1 - Struttura atomica della Wurtzite 5
La struttura a bande di un semiconduttore è determinata dalla sua struttura cristallografica ed è influenzata dalla temperatura, infatti l’aumento della temperatura comporta l’espansione del reticolo e la riduzione in energia della gap proibita.1 L’energy gap, anche detto energy gap o band gap, è definito in fisica come la distanza tra il minimo della banda di conduzione (BC) e il massimo della banda di valenza (BV), ed è spesso indicato con il simbolo Eg.1 Il GaN è un semiconduttore a gap diretto, come si può osservare in Figura 1.2, ovvero il massimo della BC e il minimo della BV possiedono lo stesso valore di vettore d’onda, quindi sono possibili transizione dirette, in cui abbiamo solo un assorbimento di energia maggiore o uguale all’energy gap, senza variazione di quantità di moto. Per questo motivo il GaN viene utilizzato anche per applicazioni optoelettroniche.1 In generale, i semiconduttori con ampio band gap hanno relativamente bassa mobilità, ma altissima velocità di saturazione. Tuttavia, la mobilità di GaN è adeguata per i transistor progettati per funzionamento ad alta potenza.3 Figura 1.2 - Struttura a bande del GaN in forma di Wurtzite4 Il GaN è un semiconduttore ad alto gap energetico, come vediamo dalla Tabella 1 dove sono confrontate alcune caratteristiche intrinseche del materiale con altri semiconduttori. Ciò gli permette di raggiungere alte velocità dei portatori, e campi elettrici molto elevati prima di una 6
eventuale ionizzazione; per questo motivo è possibile aumentare le tensioni a parità di dimensioni dei dispositivi. Un altro importante vantaggio dei semiconduttori ad elevato energy gap è la possibilità di utilizzo nei dispostivi di elevate temperature.5 Tabella 1 - Proprietà importanti a 300K del Si, GaAs, SiC e GaN5 Proprietà (300K) Simbolo e Unità Si GaAs SiC GaN di misura Ampiezza dell’energia Eg(eV) 1.1 1.42 3.26 3.49 della gap proibita Concentrazione di ni(cm-3) 1.5*1010 1.5*106 8.2*10-9 1.9*10-10 portatori intrinseci Costante dielettrica εr 11.8 12.8 10 9 relativa Mobilità elettronica µn(cm2/Vs) 1350 8500 700 1200÷2000 Velocità di saturazione vsat(107cm/s) 1 1.3 2 2.5 Campo di Breakdown ε1(106V/cm) 0.3 0.4 3 3.3 Conducibilità termica K(W/cm K) 1.5 0.43 4.5 1.5 Johnson's figure of JM 1 2.7 20 27.5 merit In aggiunta questo materiale possiede una resistenza termica abbastanza bassa, ciò permette di utilizzare elevate potenze con un miglioramento sugli effetti del rumore (Figura 1.3).6 Un parametro molto importante per capire l’importanza del GaN in applicazioni di alta frequenza e alta potenza è la Johnson's figure of merit o JM che permette di confrontare i limiti sulle frequenze e potenze operative di diversi materiali basandosi solo sulle loro proprietà elettriche, e corrisponde al prodotto tra velocità di saturazione e campo di Breakdown, rapportato ai valori misurati nel Silicio. Come si nota dalla Tabella 1, il GaN risulta il semiconduttore con la JM più alta. Per applicazioni di alta frequenza e potenza sono richiesti semiconduttori con un alto campo di Breakdown e una alta velocità di saturazione ed è per questo motivo che il GaN viene preferito rispetto ad altri semiconduttori.5 7
Nella Figura 1.3 possiamo vedere un grafico che confronta alcune proprietà del Nitruro di Gallio con quelle di altri semiconduttori come il Silicio e l’Arseniuro di Gallio e da ciò capiamo per quale motivo questo semiconduttore è sempre più utilizzato nell’elettronica. Oltretutto la combinazione di alta mobilità elettronica e alta densità dei portatori permette di ottenere un’elevata densità di corrente e un canale con una bassa resistenza, riducendo le perdite.5 Figura 1.3 - Grafico che confronta diverse caratteristiche tra il GaN, GaAs e il Si 1.2 Tecnologie dei transistor in GaN I transistor ad alta mobilità elettronica (High Electron Mobility Transistor o HEMT) sono dispositivi basati su una eterostruttura tra materiali di gap ad alta energia, che consente la combinazione dell’elevata concentrazione di portatori, ottenuta senza introdurre droganti, ma sfruttando invece una opportuna deformazione delle bande all’interfaccia, con l'elevata mobilità di un canale situato su un semiconduttore intrinseco.7 8
Vi sono stringenti vincoli tecnologici per la realizzazione di queste eterostrutture, che impongono la crescita, mediante tecniche epitassiali, di strati cristallini coerenti (ossia con il medesimo reticolo) e di identica (o molto simile) spaziatura reticolare, in modo da minimizzare gli effetti di “mismatch”, che introducono centri trappola, causa principale del peggioramento delle caratteristiche di alta mobilità.8 Il vantaggio dell'eterostruttura è la possibilità di sfruttare l'elevata concentrazione di elettroni, dovuta a un sottile pozzo quantico all'interfaccia dell’eterogiunzione GaN/AlGaN, tipicamente chiamato gas bidimensionale di elettroni o 2DEG. La sua bidimensionalità è dovuta alle due barriere di potenziale che lo circondano a sinistra e a destra, permettendo agli elettroni solo il movimento in direzione del piano perpendicolare al foglio, come vediamo dalla Figura 1.4, dove è mostrata la struttura a bande di energia, tipica degli HEMT.9 Figura 1.4 - Struttura a bande tipica degli HEMT9 Questa struttura a bande presenta a sinistra un contatto tra un metallo ed un semiconduttore ad ampio band gap normalmente drogato n (aggiunta 9
di atomi donori), in perfetta analogia con la struttura di un diodo Schottky.8 Nella figura 1.5 troviamo il diagramma delle bande di energia del metallo e del semiconduttore drogato n isolati.8 Figura 1.5 - Diagramma delle bande di energia di un semiconduttore di tipo n isolato adiacente a un metallo isolato in condizioni di non equilibrio 8 Nella costruzione di un corretto diagramma delle bande è necessario soddisfare due esigenze: all’equilibrio termodinamico il livello di Fermi (EF) deve essere allo stesso livello di energia nelle diverse interfacce e il livello del vuoto deve essere continuo e parallelo agli estremi delle bande. Il livello del vuoto è definito come l’energia necessaria da raggiungere per riuscire a portare fuori dal materiale un elettrone, mentre il lavoro di estrazione (qɸm per il metallo e qɸS per il semiconduttore), anche detto funzione di lavoro, è definito come la differenza tra il livello del vuoto e EF. Nella figura è segnata anche l’affinità elettronica qΧ, definita come la differenza di energia tra il limite della banda di conduzione e il livello del vuoto nel semiconduttore. Avendo rispettato le esigenze citate precedentemente, il raccordo dei due diagrammi a bande all’equilibrio termodinamico risulta uguale alla Figura 1.6.8 10
Figura 1.6 - Diagramma delle bande di energia di un contatto metallo-semiconduttore ideale all'equilibrio termodinamico 8 In questo caso ideale l’altezza qɸBn della barriera (espressa in eV) corrisponde alla differenza tra il lavoro di estrazione del metallo e l’affinità elettronica del semiconduttore.8 Il semiconduttore che si interfaccia con il metallo è caratterizzato da avere un elevato band gap (perfino rispetto al GaN), talmente elevato che possiede una quantità di elettroni in BC trascurabile e può essere quasi considerato un isolante. Quindi si può notare la somiglianza con il Diodo MOS (metal-oxide-semiconductor), con l’unica differenza che al centro è posto un ossido o in generale un isolante, in cui la propria struttura a bande risulta lineare (Figura 1.7).8 Figura 1.7 - Diagramma delle bande di energia di un diodo MOS ideale8 11
Nelle Figura 1.4 e 1.7 il semiconduttore sulla destra risulta drogato p (con atomi accettori) poiché il livello di Fermi è posizionato vicino al massimo della BV e di conseguenza i portatori di maggioranza risultano le lacune.1 È importante, per mantenere un elevata mobilità nello strato di inversione, che il materiale con ampiezza di banda proibita inferiore venga drogato solo leggermente. Ciò produrrà a sua volta un'elevata transconduttanza ed elevate velocità di funzionamento, poiché entrambi i parametri sono direttamente proporzionali alla mobilità.8 Nella regione di svuotamento, segnata nella figura, a causa dell’incurvamento verso il basso delle bande si verifica uno svuotamento dei portatori maggioritari. Invece vicino all’interfaccia, il numero degli elettroni (portatori di minoranza) è maggiore rispetto al numero delle lacune, ovvero si è verificata l’inversione di popolazione. Il parametro qψs prende il nome di potenziale superficiale e può essere utilizzato per esprimere la concentrazione di elettroni e lacune nella superficie tra l’ossido e il semiconduttore.8 Avendo citato la transconduttanza, si è implicitamente dichiarato che la struttura che si avvarrà delle proprietà di alta mobilità del gas bidimensionale è quella di un FET (Field Effect Transistor).8 La struttura che in effetti viene utilizzata è quella della Figura 1.8. Essa è composta, come nei FET, dagli elettrodi del Gate, del Source e del Drain. Source e Drain scendono in profondità nella struttura epitassiale ed intercettano la interfaccia dove si forma il gas bidimensionale, che è caratterizzato dall’avere mobilità elettroniche e densità di portatori elevate. Ciò consente di ottenere una bassa resistenza di canale e una densità di corrente elevata.10 12
Figura 1.8 - Struttura generica degli HEMT con l'utilizzo del Field Plate In un tale dispositivo, applicando un potenziale al Gate, la struttura a bande nel canale presenta una traslazione scendendo in energia se il potenziale è positivo, con un conseguente arricchimento del canale. Invece, applicando un potenziale negativo, la struttura a bande del Gate trasla nel verso opposto allontanandosi dal minimo della BC con la conseguente chiusura del canale. In questo modo possiamo modulare questo flusso di carica aprendo o chiudendo il canale.8 Se non è applicato alcun potenziale al Gate, il canale del dispositivo studiato risulta completamente aperto. Il Source è collegato a massa tramite un componente metallico detto Via (Figura 1.8) che, attraversando tutto il substrato, gli permette di congiungersi con il metallo sottostante posto a massa.11 Tipici valori di polarizzazione sono di circa 50 V per VDS (tensione applicata al Drain con Source a massa) e di una decina di volt negativi per V G (tensione di gate sempre riferita a massa), per avere la completa chiusura del canale.11 Nei dispositivi oggetto di questa tesi, sopra il gate è posizionata una pista di metallo collegata al Source, e quindi a massa, e rigorosamente isolata dal Gate stesso.11 La sua funzione è quella di curvare elettrostaticamente le linee di campo elettrico che altrimenti risultano sensibilmente inclinate verso l’esterno, ad indicare come gli elettroni che fluiscono nel canale quando viene aperto, a causa delle forti differenze di potenziale in gioco, tenderebbero ad attraversare l’interfaccia semiconduttore-dielettrico 13
superficiale, creando accumuli di carica che nel tempo altererebbero la stessa tensione di soglia del dispositivo. Vedremo nel Capitolo 4 che è proprio questo componente che causa un problema di affidabilità.12 Le strutture del Field Plate sono efficaci per raggiungere un'elevata tensione di breakdown negli HEMT AlGaN/GaN.13 Nella Figura 1.9 (rispetto alla Figura 1.8 risulta specchiata) è mostrata un’immagine SEM (Scanning Electron Microscope) del vero transistor all’interno del chip ovvero un’immagine presa con un microscopio elettronico a scansione con cui è possibile apprezzare visivamente il transistor. Notiamo che il Gate misura circa 1µm e risulta più piccolo rispetto al Source e al Drain di oltre 5µm.11 Figura 1.9 – Immagine SEM del vero dispositivo11 Un'altra immagine che mostra una SEM del transistor è quella della Figura 1.10, che mostra un taglio diverso, rispetto alla figura precedente, in cui possiamo notare il collegamento metallico tra il Source e il Field Plate. 14
Inoltre notiamo che in questa zona il campo elettrico è maggiore di 300kV/cm, quindi risulta essere la zona con il campo elettrico più alto; il dielettrico, posto in mezzo ai due metalli, misura 0.25µm e corrisponde al Nitruro di Silicio.11 Figura 1.10 - SEM in cui risulta visibile il ponte tra Source e Field Plate 11 AlGaN e GaN possiedono forti cariche di polarizzazione spontanee a causa del legame covalente eteropolare nella struttura cristallina della Wurtzite.14 A causa dell’incompatibilità del reticolo tra il substrato GaN e lo strato barriera AlGaN, esiste una forte carica di polarizzazione piezoelettrica, che dipende dalla quantità di Alluminio (Al) contenuta nello strato AlGaN. Maggiore è il contenuto di Al, maggiore è la discrepanza tra le costanti del reticolo e le costanti elastiche e quindi, più forti risultano le cariche piezoelettriche.14 ASSEMBLAGGIO Il dispositivo possiamo rappresentarlo dall’esterno come una scatola con quattro terminali (immagine sinistra della Figura 1.11). Nel datasheet (presente in allegato) il dispositivo viene rappresentato simbolicamente con l’immagine di destra della Figura 1.11.11 15
Figura 1.11 – Rappresentazioni del dispositivo presenti nel Datasheet11 All’interno è costituito da due chip indipendenti in configurazione Doherty. L'amplificatore di potenza Doherty raggiunge un'elevata efficienza grazie alla presenza di due sezioni dell'amplificatore. Una sezione dell'amplificatore soddisfa le situazioni di segnale di ampiezza inferiore, mentre un secondo amplificatore entra in gioco solo per soddisfare le condizioni dei segnali di livello superiore, e dunque in quei momenti in cui è necessario fornire un picco di potenza.15 La prima sezione è detta Carrier amplifier o amplificatore portante (nella Figura 1.11 corrisponde al Path A) e alla seconda ci si riferisce con il termine Peaking amplifier o amplificatore di picco (Path B). Nel nostro caso, l’amplificatore Doherty utilizzato è quello di tipo asimmetrico (in effetti molto più impiegato rispetto a quello simmetrico, costituito da due amplificatori identici).15 In questa configurazione, l'amplificatore Peaking ha una maggiore potenza, per questo motivo risulta essere di dimensione maggiore rispetto al Carrier, mentre la tecnologia utilizzata risulta la stessa.15 Ogni chip è formato da una struttura interdigitata in cui abbiamo un’alternanza tra Source, Gate e Drain posti in parallelo (Figura 1.13). Inoltre il numero di Gate Finger nell’amplificatore di picco risulta di 40, più alto rispetto all’amplificatore portante, dove ne ritroviamo 30, proprio per riuscire a fornire una potenza maggiore.11 La struttura interdigitale è una soluzione tecnologica nota, utilizzata per aumentare l’estensione del canale, in questo modo la potenza a cui può lavorare il dispositivo si incrementa ulteriormente. Una foto reale 16
dell’intero chip possiamo vederla in Figura 1.12 e possiamo apprezzare uno zoom dell’amplificatore Carrier del chip nella Figura 1.13.11 Nella parte sinistra dei due chip i fili sono collegati a una piattaforma intermedia a causa della fragilità dei fili, che aumenta con l’incremento della lunghezza.11 Figura 1.12 - Fotografia del chip studiato11 Figura 1.13 - Immagine ottica ingrandita dell’amplificatore Carrier cerchiato di rosso nella parte superiore della Figura 1.1211 17
Per comprendere meglio la struttura di questo chip possiamo vedere nella Figura 1.14 la posizione degli elementi già descritti in precedenza e la struttura interdigitata.11 Figura 1.14 - Descrizione degli elementi della Figura 1.1311 Inoltre, cerchiato in giallo, ritroviamo il ponte che collega Source e Field Plate. Per poter apprezzare visivamente questo elemento nella Figura 1.15 ritroviamo diverse immagini SEM. I cerchi neri nella Figura 1.13 non sono facilmente riconoscibili, poiché non risultano messi a fuoco nell’immagine. Essi sono i fili saldati utilizzati per portare i contatti all’esterno del dispositivo e sono detti Wire Bond.11 Il Wire Bonding è la tecnologia di interconnessione più comune nell'assemblaggio di semiconduttori che fornisce il collegamento elettrico tra il chip e i conduttori esterni mediante sottili fili di collegamento.16 18
Figura 1.15 - Ponte tra source e Field Plate11 1.3 Differenze nei dispositivi testati I dispositivi utilizzati presentano due tecnologie identiche, differenti solo per lo spessore dello strato vetroso (Nitruro di Silicio) usato come sigillante contro la penetrazione di contaminanti esterni: passivazione sottile o spessa. Nei report e in diverse immagini presenti ci si riferisce a queste tecnologie rispettivamente come vecchia (old) e nuova (new) tecnologia.11 Nella Figura 1.16 notiamo la sostanziale differenza dello spessore isolante posto sopra il Field Plate. Figura 1.16 - SEM che mostrano due tecnologie dei dispositivi studiati con differente passivazione11 19
La nuova tecnologia è stata ideata dal costruttore, prima delle prove eseguite a Cagliari, per ovviare ai guasti che si erano già verificati nella tecnologia con la passivazione sottile durante alcune prove di qualifica in ambiente umido HAST (descritte nel prossimo capitolo) sostenute sia dal costruttore che dal cliente Huawei. Questa tecnologia è stata ideata supponendo che il problema alla base dei guasti fosse il dielettrico di passivazione, di cui si è quindi aumentato lo spessore.11 20
Capitolo 2 Prove di vita accelerate 2.1 Descrizione delle prove In questo capitolo si farà riferimento a prove di vita accelerate senza entrare nella logica sottostante alla loro scelta, progettazione, conduzione ed analisi, tutti temi propri dei Corsi della Laurea Magistrale. Basterà qui ricordare che la normativa internazionale prevede che i componenti elettronici possano essere utilizzati in apparati certificati (e quindi commercializzati) solo dopo che un campionamento di dispositivi dimostra di aver passato alcuni severi test di sopravvivenza, sotto stress intensi di vario tipo. Una delle famiglie di test più stringenti e severi è quella delle prove a temperatura e umidità elevate, condotte sia su dispositivi spenti, sia su dispositivi polarizzati in DC.11 In particolare, il test che ha rivelato le criticità più importanti è il Temperature humidity bias (THB), codificato nello standard Jedec 22 method a101 per le prove di vita accelerate in cui si utilizzano i valori di 85°C e 85% RH (umidità relativa) a pressione normale.11 I test sono stati effettuati a package aperto o chiuso, ovvero con o senza una protezione per evitare l’entrata dell’umidità all’interno, come si può vedere nella Figura 2.1.11 La protezione viene avvitata sopra il chip in modo da garantire un contatto con il circuito senza l’utilizzo di saldature, in modo da poter effettuare spesso delle misure con la rimozione del chip dalla Board (descritta nel prossimo capitolo). Inoltre si vuole evitare di 21
introdurre dei problemi tramite l’utilizzo della saldatura, che potrebbe degradarsi durante le prove di vita accelerate.11 Figura 2.1 - Fotografie di uno dei circuiti della Board senza e con il chip e con la presenza o l’assenza della protezione contro l’umidità Durante il THB sono programmate misure periodiche delle caratteristiche dei dispositivi, che vengono eseguite dopo un accurato ciclo di asciugatura, per evitare che la presenza di umidità condensata possa creare percorsi conduttivi proprio durante le misure.17 Lo svantaggio principale del THB è la sua lunga durata, che richiede diverse settimane prima di ottenere dei dati utilizzabili. Per questo motivo, è stato sviluppato un test alternativo detto HAST (Highly Accelerated Temperature and Humidity Stress Test) che utilizza condizioni di stress più severe ma può essere completato in sole 96 ore. 17 L’ HAST viene solitamente testato a 121°C, 100% di RH e 2 atmosfere, per cui si utilizza una camera pressurizzata per consentire di aumentare la temperatura e mantenere il controllo dell'umidità. È anche conosciuto come Pressure Cooker Test (PCT) o Unsaturated Pressure Cooker Test (USPCT), ed il suo scopo è quello di accelerare ulteriormente, rispetto al THB, la penetrazione dell'umidità, aumentando la pressione del vapore acqueo all'interno della camera di test, per valutare la resistenza del campione all'umidità.18 Proprio durante una serie di prove HAST, condotte sia dal costruttore che dal cliente, i dispositivi in esame fallivano. La cosa non è tollerabile, perché la qualifica, e quindi la autorizzazione all’acquisto e all’utilizzo di 22
questi componenti, prevede la sopravvivenza alla prova HAST di tutto il lotto.11 I test effettuati sono stati progettati ed eseguiti a Cagliari nella collaborazione tra il DIEE e Huawei Technologies qualche anno fa, di cui non sono stato partecipe. Dai risultati acquisiti è scaturito che la nuova tipologia con la passivazione estesa ha resistito a tutti i test effettuati a Cagliari.11 Ciò era prevedibile poiché, con una passivazione così spessa, come quella della nuova tecnologia dei dispositivi, è difficile si presenti una perdita di isolamento con delle tipologie di test così leggeri come quelli effettuati. Dei test più prolungati hanno fatto notare che i guasti all’interno del dispositivo si verificano comunque ma con un tasso di fallimento più lento (è risultato circa del 50% più basso rispetto alla vecchia tipologia) e meno frequente. 11 Anche la vecchia tipologia con la passivazione sottile a package chiuso ha resistito al primo test, probabilmente perché nei test effettuati a package chiuso è difficile che l’umidità penetri all’interno, per questo motivo la corrosione non avviene e non si verifica nessun guasto all’interno del dispositivo.11 Tabella 2 – Riassume i test e le misure effettuate sui dispositivi11 New Type, Closed Package Old Type, Closed Package New Type, Open Package Old Type, Open Package I Test II Test I Test II Test I Test II Test I Test II Test NC1 ok OC1 ok NO1 ok ok OO1 ok cc NC2 ok OC2 ok NO2 ok ok OO2 ok ok NC3 ok OC3 ok NO3 ok ok OO3 ok unstable NC4 ok OC4 ok NO4 ok ok OO4 cc NC5 ok OC5 ok NO5 ok ok OO5 cc NC6 OC6 NO6 ok OO6 cc NC7 OC7 NO7 ok OO7 high leak NC8 OC8 NO8 ok OO8 ok NC9 OC9 NO9 ok OO9 ok NC10 OC10 NO10 ok OO10 ok Invece la tipologia di dispositivi a package aperto ha riscontrato dei guasti. Alcuni dispositivi sono riusciti a sopravvivere alla prima prova ma hanno riscontrato dei problemi nella seconda.11 Come vediamo dalla Tabella 2 su diversi dispositivi è stato misurato un corto circuito dopo il quale è stato 23
osservato un danneggiamento del Gate a causa dell’intensità della corrente. Su uno dei dispositivi sottoposti solo al secondo test è stato trovato un alto leakage ovvero un percorso resistivo in cui è presente una perdita.11 Utilizzando il microscopio ottico nessun danno è stato visualizzato sui dispositivi in cui sono stati rilevati guasti sottoposti direttamente solo al secondo test, probabilmente perché la corrente, essendo limitata a 1mA nel secondo test, non è abbastanza per provocare danni evidenti. 11 Tabella 3 - Test sui dispositivi a package aperto della vecchia tipologia e danni osservati11 Il corto circuito è stato riscontrato tra Gate e Field Plate e nella Figura 2.2 è visibile uno di questi contatti in cui, a causa del danno provocato dalla corrente di 10mA, non è possibile individuare l’originale corto circuito.11 24
Figura 2.2 - SEM di un dispositivo in cui è presente un corto circuito tra Gate e FP11 2.2 Meccanismi di deterioramento All’interno delle prove di vita accelerate risultano importanti la valutazione dei diversi tipi di meccanismi di deterioramento, ad esempio “idro-meccanici” in cui l’umidità introdotta può generare una pressione all’interno del dispositivo quando viene riscaldato, come accade durante la saldatura.19 Ciò potrebbe causare incrinature (Cracks) nel contenitore o delaminazioni nel substrato, ovvero la formazione di fessure comunemente chiamate Popcorning (Figura 2.3).20 25
Figura 2.3 – SEM che mostra una delaminazione del substrato 11 Le delaminazioni possono essere anche individuate tramite l’utilizzo di immagini ottiche, poiché riflettono la luce diversamente dal substrato privo di questi difetti e quindi risultano di colore diverso come vediamo dalla Figura 1.14. Inoltre il colore del substrato cambia in base alla profondità della delaminazione.11 Nel nostro dispositivo è stato osservato che le delaminazioni si trovano sempre sullo stesso lato del chip lungo una delle linee di Via (Figura 2.4). Questo ha portato ad una serie di considerazioni sul processo di saldatura del chip al contenitore, che richiede rampe termiche che possono creare stress termomeccanici in strutture con così tanti diversi materiali, ciascuno con un suo proprio coefficiente di dilatazione termica.11 26
Figura 2.4 - Fotografia dell'amplificatore Carrier in cui segnato di giallo notiamo le delaminazioni presenti11 Ancora più importante è la classe di meccanismi relativi alla corrosione, che dipende specialmente dai materiali coinvolti e dai contaminanti presenti.19 La corrosione è l'attacco distruttivo di un metallo dalla sua reazione con l'ambiente. Durante questo processo il metallo viene convertito in prodotti di corrosione termodinamicamente stabili.21 Questo fenomeno può essere accelerato tramite la contaminazione da acqua e ioni e gli esempi tipici riscontrati riguardano il rame e le saldature metalliche.21 Il meccanismo più comune, che si verifica in condizioni di elevata umidità, è la corrosione elettrochimica. In questo meccanismo si verifica la formazione di uno strato d’acqua di dimensione dell’ordine dei nanometri sulla superficie dell’isolante, che collega due conduttori adiacenti a potenziali diversi, in cui può accumularsi una cella di corrosione.19 Il processo inizia con la decomposizione dell'acqua da cui si formano degli ioni. Essi vengono accelerati in base al campo elettrico applicato e alla loro carica e inducono una reazione chimica corrosiva sull'anodo. Dalla corrosione dell’anodo si formano degli ioni metallici disciolti che migrano 27
verso il catodo caricato negativamente a causa del campo elettrico. In questo modo si formano dendriti, ovvero delle strutture ad albero, che deteriorano la capacità di isolamento. Complessivamente l’insieme di questi processi viene detto Electrochemical Migration (ECM) o migrazione elettrochimica.19 La reazione che avviene nell'anodo è l'ossidazione, in cui il metallo ha una conseguente perdita di elettroni. Mentre al catodo si verifica la riduzione, ovvero il guadagno di elettroni provenienti dal circuito esterno. La corrosione procede se le due reazioni avvengono alla stessa velocità. 22 Nel nostro dispositivo la zona più a rischio di guasto, è quella tra Source e Field Plate, poiché presenta il più alto campo elettrico, che con l’azione simultanea della temperatura e dell’umidità potrebbe causare la corrosione dell’oro. Ma, perchè ciò avvenga, ci deve essere una precedente perdita di isolamento, che permetta all’umidità di penetrare all’interno.11 Nella Figura 2.5 possiamo vedere un dispositivo in cui la passivazione sopra il Field Plate è stata perforata e l’oro al di sotto parzialmente corroso.11 Figura 2.5 - SEM che mostra un dispositivo con una perdita di isolamento e il Field Plate corroso11 Una possibile reazione di corrosione dell’oro che può avvenire è: Au + 3H2O ➔ Au(OH)3 + 3H+ + 3e-.11 28
Questa reazione forma un idrossido nell’anodo, trasformandolo in una struttura spugnosa e lasciando intatto il catodo come vediamo nella Figura 2.6 in cui vi sono raffigurati due transistor in cui è avvenuto questo meccanismo con la stessa tipologia di test.11 Figura 2.6 - SEM di due transistor in cui il catodo risulta corroso dopo un test THB a 85°C/85% RH11 2.3 Scelta della prova Visto il tipo di guasto (leakage Gate-Source), a Cagliari è stata progettata una prova speciale, più blanda della HAST. Tra le varie tipologie di prova in ambiente umido sopra esemplificate, sono state scelte per i dispositivi due prove THB a 85°C e 85%RH in cui la corrente del Gate è limitata dalla scheda a 10mA nella prima e 1mA nella seconda, così da preservare il luogo del corto circuito dai danni. In entrambe, l’unica tensione imposta è quella del Gate, mantenuta a -8V ovvero uguale alla tensione di esercizio, mentre il Drain viene tenuto a massa, così da prevenire qualsiasi passaggio di corrente nel canale.11 La durata delle prove è di 96 ore ed è stata scelta così breve, rispetto ai soliti test THB che hanno una durata di 1000 ore, poiché nei test precedenti i guasti si verificavano rapidamente. Sono state scelte queste tipologie di prove in modo da rallentare il tasso di reazione e evitare le sovracorrenti di Drain ottenute in altri test precedenti. 11 29
Il secondo test è stato eseguito solo sui dispositivi a package aperto di entrambe le tipologie e solo dopo aver superato la prima prova. Prima delle prove tutti i dispositivi a package aperto sono stati ispezionati e non sono state trovate delaminazioni.11 Dopo la rimozione del chip dalla Board, le misurazioni sono state eseguite a 25°C dopo 48 ore di asciugatura a 70°C con un ambiente con RH minore del 35% senza voltaggi applicati.11 Questa procedura è molto importante poiché le misure non devono essere assolutamente alterate dall’umidità possibilmente annidata all’interno del dispositivo durante le prove. Sono stati selezionati 40 dispositivi con l’utilizzo di 2 Board per il controllo chiamate Dual HAST JIG_V4.0, progettate per alimentare e mettere in sicurezza all’interno delle prove di vita i dispositivi. 11 Nell’ Appendice A si trova allegato il Datasheet del chip, all’interno del quale, troviamo le caratteristiche, i valori di riferimento importanti per le analisi e la struttura del dispositivo. 30
Capitolo 3 Board per i test 3.1 Design della Board per il controllo Le Board per il controllo sono state progettate prestando attenzione alla possibilità di controllare la corrente di Drain, poichè ci si aspettava una sovracorrente per prove precedenti e inoltre si voleva ottenere, subito dopo il verificarsi del problema, l’interruzione della corrente in modo da evitare il propagarsi di ulteriori danni nel dispositivo. Lo scopo era riuscire ad individuare il meccanismo iniziale che provocava il guasto e mettere in sicurezza i dispositivi durante delle prove di vita in ambiente umido. 11 Per questo motivo all’interno della scheda sono presenti dei fusibili in modo da proteggere i dispositivi nel caso in cui la corrente di Drain salisse oltre 500mA. Per di più ogni transistor all’interno della scheda contiene un led che si spegne all’apertura del fusibile.11 Nella Figura 3.1 è visibile la Board con la maggior parte dei chip già montati. Figura 3.1 – Board di controllo utilizzata per i test 31
La scheda è chiamata Jig e fornisce una tensione costante ai capi del Drain e del Gate per polarizzarli. All’interno della Board possono essere montati fino a 10 dispositivi alla volta. Nella Figura 3.2 vediamo uno dei 10 circuiti della scheda in cui il Led è cerchiato di rosso mentre cerchiato di blu troviamo il fusibile.11 Figura 3.2 - Circuito della Board di controllo11 32
3.2 Errori di progettazione della Board Come è evidente dai risultati dei test, la Board presenta diversi errori di progettazione e per questo motivo non è capace di controllare i chip durante i test di vita accelerata effettuati. 11 Il problema principale della scheda è che al Gate dovrebbe essere fornita una tensione di -8V per garantire che il canale sia completamente chiuso. La scheda effettua un controllo di stabilità della tensione di Gate che risulta inutile per la tipologia di guasti che si verificano all’interno del dispositivo.11 Un amplificatore operazionale fornisce una tensione di -8V nel punto rosso della Figura 3.3.11 Questa situazione è adeguata se la corrente che fluisce tra Gate e la massa (ovvero il Source) è trascurabile e quindi il canale risulterebbe completamente chiuso. Ma, come è già stato dimostrato dai test effettuati, nel circuito si forma un leakage tra Gate e Source. Come è evidenziato dalla Figura 3.3, questa perdita è modellabile come una resistenza parassita all’interno del circuito, che avendo una caduta di potenziale sposta la tensione di Gate da -8V a circa -6V o perfino più bassa se è presente un corto circuito. Per questo motivo non è più garantito che il canale sia completamente chiuso, la corrente che fluisce aumenta e inoltre il circuito si scalda per effetto Joule a causa delle perdite all’aumentare della corrente.11 Quindi, se è presente una perdita tra Gate e Source, la Board non è capace di controllare la tensione di Gate e tantomeno la corrente di Drain. 11 Per la risoluzione di questo problema è necessario che l’alimentatore sia programmato per erogare non più della corrente minima permessa al Gate (tipicamente di massimo 1mA). In realtà questa corrente dovrebbe essere idealmente nulla, per cui una corrente superiore a qualche µA dovrebbe essere considerata una corrente anomala.11 33
Figura 3.3 - Parte del circuito della Board di controllo in cui è stato aggiunto un percorso di perdita11 Oltretutto la corrente di Drain viene limitata a 500mA dalla protezione, ma questa limitazione non è abbastanza bassa, poiché un tale passaggio di corrente è abbastanza alto per creare dei danni consistenti all’interno del chip.11 34
Capitolo 4 Interpretazione fisica dei fenomeni 4.1 Fenomeni termo-meccanici Per migliorare l’affidabilità di questi dispositivi bisognerebbe inoltre capire la motivazione della formazione del percorso di perdita tra Gate e Source. Esso, come già accennato nel Capitolo 2, è dovuto alla corrosione dell’anodo che nel nostro caso corrisponde al Field Plate. Ma la corrosione avviene solo dopo una precedente perdita di isolamento sopra questo elettrodo.11 SI ipotizza che la radice del problema, ancora in fase di valutazione, riguardi la rottura dello strato vetroso di dielettrico probabilmente causata da degli effetti termo-meccanici di dilatazione e contrazione dell’Oro, costituente il Field Plate, e dei ponti che collegano quest’ultimo al Source. Infatti l’Oro è un metallo sensibile alla dilatazione termica e con l’aumento della temperatura il suo volume si dilata, mentre si contrae con la riduzione della temperatura.11 Nella Figura 4.1 possiamo vedere la vista prospettica del complesso tra Source, Gate e Field Plate del dispositivo, in cui naturalmente i ponti tra Source e FP sono disegnati sospesi in aria, anche se nella realtà sono immersi nel dielettrico. 35
Figura 4.1 - Vista prospettica ricostruita del dispositivo in cui si nota, in vicinanza del Gate, il FP e i ponti che lo collegano al Source 11 Il coefficiente di dilatazione volumetrica dell’Oro vale β=42,96*10-6 °C-1 a 20°C e risulta abbastanza elevato rispetto ad altri metalli e soprattutto rispetto al vetro. Naturalmente questo coefficiente varia in base alla pressione e in base alla temperatura anche se solitamente la variazione di pressione è ritenuta trascurabile.18 Questo coefficiente è definito come il rapporto tra la variazione frazionaria del volume e la variazione della temperatura (a pressione / 1 18 costante): = lim = . →0 Quindi, a causa della differente dilatazione termica dei due materiali e della fragilità del vetro agli stress meccanici, si formano delle fratture nella passivazione superiore al Field Plate. Questo è il meccanismo iniziale che permette all’umidità di oltrepassare il dielettrico e raggiungere l’anodo. Per questo motivo la corrosione, per via del forte campo elettrico e dell’umidità presenti, inizia a danneggiare l’anodo. La corrosione stessa determina il cambiamento di forma del metallo, trasformandolo in una struttura spugnosa; dopo la rottura del dielettrico, che separa il Field Plate dal Gate, si forma infine un contatto elettrico tra i due.11 Per trovare una soluzione dei problemi i costruttori hanno ideato un dispositivo simile che presentava un numero di ponti che collegano il FP 36
al Source aumentato, ma ciò ha solo peggiorato la forza con cui gli stress termo-meccanici di dilatazione dell’oro si presentavano. Ciò causa, come visibile nella Figura 4.2, un parziale sollevamento del Gate oltre a un percorso per il passaggio dell’umidità nel dielettrico. La Figura 4.3 mostra le differenze tra questo dispositivo e quelli testati a Cagliari. 11 Figura 4.2 - SEM che mostra il Gate rialzato e un percorso in cui l’umidità riesce a penetrare nel dielettrico superiore al FP11 Figura 4.3 - Immagine che mostra le differenze tra due tipologie di dispositivi che differiscono principalmente per il numero di ponti tra Source e FP 11 37
Nella Figura 4.4 possiamo vedere una SEM di uno dei ponti che collegano il Source al Field Plate danneggiato: se aumentiamo l’ingrandimento, come visibile dalla Figura 4.5, possiamo notare la forma assunta dal Field Plate corroso.11 Figura 4.4 - SEM di un ponte danneggiato che collega il Source al Field Plate 11 Figura 4.5 – Immagine SEM di una sezione preparata con una FIB (Focused ion beam) longitudinale della zona danneggiata della Figura 3.711 38
Conclusione La tesi ha affrontato un tema strettamente legato a problematiche di Affidabilità e di Diagnostica di componenti elettronici a Stato Solido di ultima generazione, problematiche specifiche di corsi della Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica. La tesi, senza voler anticipare gli approfondimenti affidabilistici e diagnostici, ha inteso mettere in luce un aspetto della progettazione elettronica della scheda di test, peraltro disegnata e realizzata dal costruttore dei dispositivi, che, pur nella sua semplicità, inavvertitamente introduce due problemi: da un lato non garantisce la costante chiusura del canale ad opera del Gate di un FET, nel caso particolare di formazione di un leakage verso massa dello stesso elettrodo di Gate, e dall'altro pone un limite troppo elevato alla massima corrente ammissibile per il canale, così da permettere la distruzione per sovraccarico termico del dispositivo. Entrambi i punti sono stati messi in evidenza, assieme all’indicazione di una semplice soluzione idonea a preservare l’informazione fornita dalle prove di vita. Gli strumenti sviluppati per il test, sono stati pensati prima che la evidenza dei fatti indicasse che il problema aveva una causa non considerata all'inizio, e che quindi sia le schede di test, sia soprattutto le soluzioni correttive tecnologiche sui chip, vanno riconsiderate dalla radice. I capitoli sulla tecnologia e la diagnostica sono stati l'occasione per correlare un problema di progettazione elettronica ad una visione più vasta e completa del problema, che spazia dalla fisica dello Stato Solido alla tecnologia degli HEMT. 39
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Appendice A – Datasheet GaN Power Transistors H002C11A 43
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