Ue: Coldiretti, tagli soft pesca - Agricolae
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Ue: Coldiretti, tagli soft salvano 50% pil pesca italiana Il taglio alla riduzione delle giornate di pesca rispetto alla proposta iniziale è importante per salvare 2000 pescherecci italiani a strascico che producono circa il 50% del valore dell’ittico Made in Italy e va nella direzione delle richieste effettuate dalla Coldiretti con il supporto del Governo italiano anche se è chiaro che la diminuzione dell’attività avrà un impatto sulle marinerie. E’ quanto afferma Coldiretti Impresapesca nel commentare l’accordo raggiunto alla riunione del Consiglio dei ministri europei all’Agricoltura e pesca che fissa i limiti di cattura per oltre 200 stock ittici commerciali con l’obiettivo di tutelare le risorse ittiche nel Mediterraneo e negli altri mari dell’Unione Europea. A preoccupare era il rischio che – sottolinea Coldiretti Impresapesca – tagli drastici alle uscite in mare in areali strategici come l’Adriatico, il Tirreno ed il Canale di Sicilia, riducessero di fatto le giornate di pesca al disotto del “punto di pareggio economico”. Grazie al pressing della Coldiretti, che nei giorni scorsi aveva sollevato il problema in una lettera al sottosegretario alla pesca Francesco Battistoni, e il lavoro delle autorità italiane, la diminuzione dell’attività decisa dal Consiglio è stata nettamente inferiore rispetto alle proposte avanzate nei giorni scorsi. Una buona notizia per difendere un settore che nel suo complesso conta 28mila posti di lavoro, che si moltiplicano peraltro considerando l’indotto dei servizi portuali, della officine navali, del commercio, della
ristorazione e del turismo. Il prossimo passo deve essere quello di superare l’attuale sistema di attività di impresa rigido ed obsoleto – spiega Coldiretti Impresapesca -, imposto dai Piani Pluriennali e spesso legato a condizioni quasi impiegatizie della struttura di lavoro, andando verso una possibile gestione flessibile, efficiente nonché in piena sicurezza del lavoro delle giornate di pesca da parte dell’impresa. Il tutto tenendo conto – conclude la Coldiretti – della “sostenibilità economica” delle imprese e dei lavoratori, della “sostenibilità sociale” e della tutela dei territori dove le economie che si intrecciano con quelle della pesca impattano sullo sviluppo di vaste aree costiere. Alleanza Pesca/Consiglio ministri Ue: evitato il peggio per le nostre marinerie Dopo una maratona durata le intere giornate di domenica e lunedì, comprese le notti, si è finalmente concluso il consiglio dei ministri Ue. Sul tavolo dei 27 governi la proposta della Commissione europea sulle possibilità di
pesca per il 2022. In attesa di conoscere nel dettaglio le misure adottate, possiamo sin d’ora manifestare apprezzamento per l’intenso lavoro negoziale portato avanti dal Sottosegratario Battistoni e dall’intera squadra ministeriale che ha consentito di limitare i danni per le nostre imprese e cooperative. In breve possiamo dire che le restrizioni saranno inferiori rispetto a quelle già note e che si traducono nei cd “fermi aggiuntivi”. Ricordiamo che, secondo la proposta iniziale della Commissione Ue, il prossimo anno avremmo potuto dover fare i conti con stringenti misure di gestione sullo strascico, comprese l’apertura delle maglie e la creazione di nuove aree chiuse alla pesca, sui gamberi (con una riduzione di oltre il 20% del livello massimo di produzione sbarcabile) e su altri sistemi di pesca, quali i palangari. Fermo restando l’obiettivo della piena sostenibilità da raggiungere al massimo entro il 2025, grazie al lavoro del governo italiano le nostre imbarcazioni (che praticano la pesca a strascico) per il 2022 saranno chiamate a restare in porto solo fino a un massimo di 4 giorni in più rispetto al 2021. Un risultato tutt’altro che scontato fino a qualche settimana fa. Resta tuttavia necessario concorrere tutti quanti assieme a definire nuovi modelli di gestione rispetto a quelli oggi descritti nei regolamenti europei, se vogliamo uscire dal tunnel della mera riduzione dei giorni di lavoro a mare. La sostenibilità della pesca passa, secondo noi, anche attraverso altri paradigmi. Per completare l’ottimo lavoro sin qui svolto, chiediamo al Governo di attivare quel tavolo di crisi che proponemmo in occasione degli Stati generali di Catania per definire un ventaglio di ipotesi attraverso le quali traghettare la nostra pesca nel domani.
Associazioni datoriali e sindacali della pesca esprimono soddisfazione per la risoluzione approvata in Comagri Camera Il mondo datoriale (Alleanza delle cooperative Italiane Pesca, Coldiretti, Federpesca e Uecoop) e le Organizzazioni sindacali (FAI Cisl, Flai CGIL e UILA Pesca) esprimono grande soddisfazione per la risoluzione, votata ieri all’unanimità in Commissione agricoltura della Camera dei Deputati, che impegna il Governo a tutelare gli interessi della pesca nazionale nelle sedi più opportune “Apprezziamo lo sforzo congiunto di tutti i parlamentari della Commissione, che sono approdati ad un’unica risoluzione mettendo in evidenza lo stato di grande sofferenza del settore e fornendo una lucida fotografia dei problemi che attanagliano il comparto ittico” commentano “A ridosso del Consiglio dei Ministri UE, che affronterà il delicato tema delle possibilità di pesca in Mediterraneo il prossimo 12 dicembre, era quanto mai necessario un sostegno da parte del Parlamento. Quello delle possibilità di pesca è un tema tutto in capo ai Ministri UE che dovranno farsi carico di coniugare i temi della sostenibilità ambientale con quelli della tenuta sociale ed economica della filiera ittica. “ continuano le Associazioni ed i Sindacati “ Solo nel 2020 la pesca italiana ha ridotto le catture del 10%, negli ultimi tre anni lo sforzo è stato ridotto del 20%, sono state introdotte misure gestionali più stringenti e sono stati interdette all’attività di pesca vaste aree di spazio marino. Chiedere ulteriori sforzi ai pescatori non sarebbe corretto, non valorizzerebbe gli sforzi fino ad ora attuati e non garantirebbe dignità al lavoro, tanto meno in assenza di un
sistema di ammortizzatori sociali che supplisca alle giornate di inattività. Non dimentichiamoci che siamo ancora in una situazione di emergenza sanitaria dove tutti i processi produttivi e commerciali risultano più complicati” continuano “Sarebbe quanto meno auspicabile un “congelamento” per il 2022 delle possibilità di pesca, anche per dare tempo alla ricerca di valutare gli effetti delle riduzioni fino ad ora attuate. Più volte abbiamo chiesto di rafforzare le alleanze in sede comunitaria con gli altri Stati membri mediterranei per costruire un percorso di valorizzazione della pesca del Bacino e non di mortificazione. Domenica al Consiglio dei Ministri ci auguriamo di poter raccogliere i frutti dell’impegno del nostro Governo” concludono le Associazioni ed i Sindacati. Pesca: Viviani (Lega), approvata risoluzione contro riduzione giornate “Stop alla riduzione dello sforzo di pesca voluta dall’Ue. Grazie all’impegno della Lega e di tutta la Commissione Agricoltura della Camera, è stata approvata a tempo di record la risoluzione che impegna il Governo a portare presto la questione a Bruxelles. L’Italia deve riappropriarsi del proprio ruolo-chiave nella gestione della pesca nel Mediterraneo. A pochi giorni dall’apertura di Agrifish, in cui l’esecutivo stesso sarà presente, esprimiamo soddisfazione per questo primo risultato. Continueremo a vigilare. Ridurre ulteriormente le giornate di pesca, già sotto la soglia minima di sostenibilità economica, significherebbe dare il colpo di grazia a un intero settore della nostra economia, che invece va sostenuto e tutelato. In questo senso, la Lega ha
presentato anche una serie di emendamenti in Manovra”. Così il deputato Lorenzo Viviani, capogruppo Lega in Commissione Agricoltura e responsabile del dipartimento Pesca del partito. Pesca: Coldiretti, addio pesce italiano con uscite ridotte a 1/3 La drastica riduzione delle giornate di pesca ad appena 109 giorni all’anno imposta dall’Unione Europea per il 2022 mette a rischio il futuro della flotta a strascico italiana, il segmento più importante per occupazione e produzione ittica. A lanciare l’allarme è il presidente della Coldiretti Ettore Prandini che ha scritto una lettera al Sottosegretario alla Pesca Francesco Battistoni chiedendo un impegno del Governo per difendere un settore che conta 12mila pescherecci e 28mila posti di lavoro, che si moltiplicano peraltro considerando l’indotto della ristorazione e del turismo. Il problema è legato al fatto che – spiega Coldiretti – l’Ue stabilisce ogni anno limiti di catture e limiti di tempo per raggiungere l’obiettivo di arrivare a una riduzione del 40% dello sforzo di pesca nel Mediterraneo fissato per il 2026. Per fare ciò si è scelta però la strada di tagliare drasticamente l’effettiva operatività dei segmenti di punta della nostra flotta, in areali strategici come l’Adriatico, il Tirreno ed il Canale di Sicilia, ad un numero di giornate al disotto del “punto di pareggio economico”. La misura, decisa
in base alle valutazioni del Consiglio della Pesca nel Mediterraneo è stata peraltro assunta sulla base di dati risalenti a un anno fa, quindi senza sapere se l’effettiva consistenza degli stock ittici giustifica un così drastico taglio. L’obbligo inoltre va ad interessare solo i Paesi Ue che operano nel Mediterraneo – ricorda Coldiretti Impresapesca -, mentre quelli extraeuropei, dall’Egitto alla Libia, dalla Tunisia fino alla stessa Turchia, che insistono sullo stesso areale non devono rispettare le stesse norme. Una situazione paradossale dove il crack della Flotta Italia farebbe sparire il pesce italiano dalle tavole per fare posto a quello straniero. “I Piani Pluriennali che interessano tutta la penisola – scrive Prandini – e che prevedono drastiche riduzioni di giornate di pesca, impongono un sistema di attività di impresa rigido ed obsoleto, spesso legato a condizioni quasi impiegatizie della struttura di lavoro vanificando una possibile gestione flessibile, efficiente nonché in piena sicurezza del lavoro delle giornate di pesca da parte dell’impresa. Riteniamo dunque necessario un orientamento politico più ampio – continua il presidente della Coldiretti – che tenga conto della “sostenibilità economica” delle imprese e dei lavoratori, della “sostenibilità sociale” e della tutela dei territori dove le economie che si intrecciano con quelle della pesca impattano sullo sviluppo di vaste aree costiere”. Il consumo pro capite degli italiani è tra l’altro di circa 28 kg di pesce all’anno – conclude Coldiretti -, superiore alla media europea ma decisamente basso se confrontato con quello di altri Paesi che hanno un’estensione della costa simile, come ad esempio il Portogallo, dove se ne mangiano quasi 60 kg, praticamente il doppio.
Ostriche, Alleanza coop pesca Er: necessario ridurre l’iva “Ridurre l’IVA dal 22% al 10% sulle ostriche è un intervento necessario per allineare il prelievo fiscale a quello dei nostri principali concorrenti d’oltralpe. Si tratta di un segmento dell’acquacoltura italiana in forte crescita e che sta offrendo al mercato non solo nazionale prodotti di eccellente qualità capaci di valorizzare la gastronomia italiana rilanciando i territori dove vengono prodotte con una forte spinta all’innovazione”. Lo dichiara l’Alleanza Cooperative Pesca dell’Emilia- Romagna in riferimento al dibattito in corso a livello parlamentare sulla Legge di Stabilità. “I più recenti dati sulle produzioni dell’acquacoltura nazionale (EUROSTAT) evidenziano come il trend di allevamento dell’ostrica nei mari italiani sia in costante crescita, con un dato medio di produzione nel triennio antecedente alla crisi sanitaria da Covid-19 pari a circa 170 t/anno, grazie ai nuovi investimenti nel settore e alla diversificazione in atto presso gli impianti già esistenti. Ad oggi – continua l’Alleanza Cooperative Pesca dell’Emilia- Romagna – si segnalano nuove realtà produttive nelle regioni Lazio, Sardegna, Liguria e lungo tutto l’Adriatico”. “La crescente disponibilità di ostriche di allevamento, sia nazionali che di provenienza estera, principalmente Francia, ha come diretta conseguenza un significativo abbassamento dei costi di produzione e vendita dell’ostrica, come registrato
dai dati EUROSTAT, che per l’Italia ha fatto registrare un val max di 5-6 €/kg, e dall’Osservatorio Europeo del Mercato della Pesca e dell’acquacoltura (Eumofa 2017) che riporta i valori per Stato membro produttore, quali la Francia (5,07 €/kg), il Regno Unito (3,21€/kg), la Spagna (4,01 €/kg), ecc”. “È del tutto evidente – continua l’Alleanza Cooperative Pesca dell’Emilia-Romagna – che sulla base di quanto sopra riportato, dati ufficiali dell’UE, immaginare l’ostrica come prodotto elitario e quindi di lusso, rappresenta da un lato un vecchio retaggio culturale e dall’altro un’informazione falsata e poco aderente all’attuale stato dei fatti. Anche nel recente Piano Strategico Nazionale per l’acquacoltura, redatto dal MIPAAF, l’ostricoltura viene considerata come settore da incentivare, sia ai fini della diversificazione delle produzioni che per il potenziare mercato di interesse che vede protagonisti l’ampia platea dei consumatori”. “Per tali considerazioni – conclude la nota – si ritiene anacronistica ed elemento di contrasto alla crescita del settore il mantenimento dell’IVA al 22%; trattandosi di prodotto di sempre più ampio consumo, allevato in Italia e con prezzi commerciali al pari se non più bassi di altre produzioni del settore ittico, e pertanto si richiede di portare l’IVA delle ostriche al 10%. Si stima che il mancato introito derivante dalla riduzione dell’IVA per le ostriche (circa -200.000 €/anno) sarebbe compensato dall’aumento della produzione e del mercato nazionale, grazie proprio alla misura adottata”.
Pesca, Battistoni (Mipaaf) e Scilla (Regione Sicilia) incontrano delegazione marinerie: “Nel 2022 si prosegue con fermi aggiuntivi” Questa mattina, presso gli uffici del Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali di Roma, si è tenuto un incontro con i rappresentanti di alcune marinerie italiane alla presenza del sottosegretario con delega alla pesca Francesco Battistoni, del direttore generale del Mipaaf Riccardo Rigillo e dell’assessore regionale all’agricoltura della Sicilia Toni Scilla. Il senatore Battistoni ha rassicurato la delegazione di pescatori che “per il 2022 non sarà utilizzato il meccanismo ripartizione dei giorni di pesca calcolato sulle medie per imbarcazione, ma si adotterà ancora il sistema dei fermi aggiuntivi degli anni precedenti”. “Il mio impegno – ha ricordato il sottosegretario – è quello di portare a Bruxelles le istanze delle marinerie italiane, in modo che con il regolamento del 2022 esse possano essere soddisfatte nel migliore dei modi” L’assessore regionale Toni Scilla invece ha spiegato che “c’è una perfetta sinergia con il governo nazionale. Il dato, d’altronde, è oggettivo: la riduzione delle giornate di pesca avrebbe una ripercussione economica molto negativa su un settore strategico non solo per la Sicilia, ma per tutto Paese”. Scilla ha poi ribadito: “Siamo in attesa della discussione che avverrà in Europa su questo tema, nel frattempo avvieremo un dialogo sul meccanismo dei Tac, i totali ammissibili di cattura annuali, senza nessun
preconcetto”. Nicola Ascalone Pesca, Battistoni (Mipaaf): “Si prosegue con i fermi aggiuntivi” “Avendo ascoltato le istanze delle associazioni ittiche e dell’acquacoltura, che hanno sollevato perplessità reali in merito all’ipotesi di adottare la procedura di fermo pesca su media giornaliera, ho dato indicazione alla Direzione amministrativa del Mipaaf di proseguire con la stessa modalità operativa già consolidata e conosciuta dalle filiere, quella dei fermi aggiuntivi che, oltre allo stop di circa 30 giorni dell’attività di pesca durante il periodo estivo, prevede la modalità già nota ai pescatori delle giornate di fermo aggiuntivo”. Lo dichiara in una nota il sottosegretario al Mipaaf, Francesco Battistoni. “Questa scelta – conclude Battistoni – è stata presa per evitare che le marinerie si trovassero a dover rivedere le loro strategie industriali avendo poco tempo per assorbire le novità”. Pesca: Viviani (Lega),
riduzione giornate? Sarebbe colpo di grazia Per le marinerie italiane, la riduzione delle giornate di pesca sarebbe il colpo di grazia. Esprimiamo grave preoccupazione per la bozza uscita nelle scorse ore dal tavolo di consultazione con le associazioni sul plafond di giornate a disposizione delle imbarcazioni italiane a strascico per il 2022. Con le 31 giornate per la pesca del gambero di profondità si sfiora addirittura il ridicolo. Così non va. Questo modello ha già dimostrato di essere inattuabile e antiscientifico: non porta ad alcun miglioramento della gestione degli stock ittici, ma solo alla fine delle nostre marinerie e dei nostri pescatori. Occorre assolutamente invertire la rotta. Siamo a fianco del governo per trovare una soluzione in Ue che tenga in debito conto le istanze del comparto. Abbiamo presentato una risoluzione per impegnare l’esecutivo a perseguire una strada diversa sulla gestione dello sforzo di Pesca”. Lo dichiara il deputato Lorenzo Viviani, capogruppo Lega in Commissione Agricoltura e capo dipartimento Pesca del partito. Pesca, Alleanza Cooperative: Preoccupati da proposte Ue, tutelare settore ittico Il Coordinamento pesca dell’Alleanza delle Cooperative Italiane ha partecipato ieri ad una audizione in Commissione Agricoltura della Camera dei deputati nell’ambito della
discussione congiunta delle risoluzioni 7-00686 Viviani, 7-00726 Caretta e 7-00743 Incerti, concernenti iniziative in sede europea a tutela del comparto ittico nazionale. “Abbiamo espresso forte preoccupazione per le proposte che la Commissione Europea ha portato al tavolo del negoziato sulle possibilità di pesca 2022 – riferisce l’Alleanza – È quanto mai necessario un forte ed incisivo intervento del nostro Governo a tutela della filiera ittica nazionale che rischia una insostenibile diminuzione delle giornate di pesca. Per fare ciò occorre lavorare su più fronti sia a livello nazionale sia a livello comunitario, facendo fronte comune con gli altri Paesi mediterranei – prosegue l’Alleanza – Anche un intervento in sede di Legge di bilancio volto ad estendere l’intervento della CISOA alle interruzioni temporanee obbligatorie e non obbligatorie, potrebbe essere di supporto al settore. Nello scenario che si sta prospettando di sempre più frequenti sospensioni dell’attività a tutela delle risorse marine, un intervento sulla CISOA in questa direzione rappresenterebbe un segnale di grande attenzione quanto mai necessario a mitigare le inevitabili tensioni sociali che si potrebbero generare”. Le proposte della CE per il 2022 diffuse dal MIPAAF all’ultimo tavolo consultivo – che costituiscono la base della trattativa con la Commissione – stanno nel frattempo facendo aumentare la tensione nelle marinerie. Una serrata serie di incontri nei prossimi giorni è prevista sul territorio e al centro nell’Alleanza, tra questa e le altre Organizzazioni nazionali e con le Organizzazioni della pesca di Francia e Spagna per concordare le azioni da mettere in campo da qui al Consiglio dei Ministri UE di Dicembre.
Pesca: Lega, grave nessun aumento quote Tonno rosso ma Ue tace “Purtroppo, avevamo ragione noi. Il commissario europeo all’Ambiente e agli Oceani, Virginijus Sinkevicius, non ha chiesto un aumento delle quote sul Tonno rosso al tavolo Iccat. Ciò significa precludere qualsiasi iniziativa che possa valorizzare il comparto della pesca non assegnatario di quote e al tempo stesso complicare ulteriormente lo scenario italiano sulla ripartizione. Tutto questo contro l’evidenza dei fatti, che testimonia la grande presenza nei nostri mari di questa preziosa risorsa, come ci segnalano il mondo scientifico e gli stessi pescatori. La gestione delle quote Tonno rosso ha bisogno di una visione diversa. La Lega sostiene il Testo unico sul settore ittico, ora all’esame al Senato, e la partita europea sul piano pluriennale del tonno, che ha subito uno stop ingiustificato. Occorre dare la possibilità a tanti pescatori italiani di poter commercializzare questa preziosa risorsa, si deve creare una filiera con investimenti e forza-lavoro nelle fasi di valorizzazione e trasformazione e far arrivare così sulle tavole degli italiani un prodotto di assoluta eccellenza: tutto questo deve essere una nostra priorità”. Lo dichiarano in una nota il deputato Lorenzo Viviani, capogruppo Lega in Commissione Agricoltura e capo dipartimento Pesca del partito, e le europarlamentari della Lega Rosanna Conte (coordinatrice Id in commissione Pesca) e Annalisa Tardino (relatrice-ombra del Piano pluriennale sul Tonno rosso). Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Pesca. Presentata piattaforma rinnovo Ccnl addetti
imbarcati pesca marittima “Si è svolta lunedì 22 novembre 2021 la riunione plenaria per la presentazione, alle controparti Federpesca e Coldiretti, della piattaforma per il rinnovo contrattuale del CCNL per gli addetti imbarcati della pesca marittima 2022-2025, in scadenza il 31 dicembre, già approvata dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore pesca”. Ne danno notizia in una nota Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Pesca. “Si tratta di un importante tavolo contrattuale, che interessa una platea di circa 20 mila operatori del settore e che si svolge in un momento storico complicato per quanto riguarda le congiunture economiche legate agli aumenti dei costi di produzione ed alle norme comunitarie volte al contenimento dello sforzo di pesca che impattano sul comparto”. Le Organizzazioni Sindacali hanno sottolineato come “l’intero settore della pesca potrà continuare ad avere ossigeno soltanto se il contratto sarà affiancato da una riforma, ormai non più derogabile, degli ammortizzatori sociali come strumento essenziale a garantirne la sostenibilità sociale ed economica”. “Tra i punti qualificanti della Piattaforma si sottolinea il rafforzamento, in primo luogo, dei sistemi di relazione sindacali soprattutto in materia di valorizzazione della contrattazione di secondo livello. Sono ancora pochi, infatti, gli accordi che insistono sulle varie marinerie italiane o gli accordi su base regionale. Crediamo sia necessaria una contrattazione integrativa che possa dare slancio alle specificità di ogni territorio”. “Importante – proseguono i sindacati – il capitolo sulla retribuzione, rivedendone la struttura, attraverso una richiesta che mira a “mensilizzare” il minimo monetario garantito, (MMG) e ad elargire la “quota parte” su base
mensile, per favorire in primo luogo la trasparenza sul calcolo di quest’ultima”. “L’incontro – concludono Fai, Flai e Uila Pesca – si è svolto in un clima di reciproco affidamento tra le controparti, nella convinzione che la contrattazione collettiva può costituire anche un momento nel quale proporre una visione innovativa relativa alle prospettive di sviluppo e di rilancio del comparto”. Pesca: Cenni (Pd), urgente riconoscere ruolo donne, approvare pdl “Le donne nella pesca e in acquacoltura sono ben presenti, svolgono funzioni importanti, e investono molto su mercati, economia circolare e sostenibilità, su ricerca e innovazione. La nostra attuale normativa, però, per lo più non ne riconosce il ruolo, generando enormi problemi assicurativi, retributivi e previdenziali. E’ necessario intervenire, far emergere questa realtà e valorizzarla, perchè è giusto e perchè conviene al nostro Paese”. Lo ha detto Susanna Cenni vice presidente della commissione Agricoltura della Camera e responsabile nazionale per la segreteria del Pd per l’agricoltura, partecipando al convegno promosso dell’Osservatorio sulla pesca sulle donne nel settore, all’interno di Sealogy, fiera del settore. “Con la nostra proposta di legge, la 2930 dell’8 marzo 2021,
che interviene sulla tutela e sulla valorizzazione del lavoro e l’impresa femminile in agricoltura pesca e acquacoltura, proviamo a fare proprio questo: far emergere numeri e situazioni, per mettere a sistema interventi permanenti e non sporadici per lavoratrici ed imprese di donne, per favorire formazione e tutele. Nel testo inseriamo il riconoscimento del ruolo di coadiutore, ruolo già previsto in agricoltura ma non nel settore ittico, e il recepimento della direttiva 2010/41/UE, che dovrebbe tutelare le donne delle imprese, temi che sappiamo essere molto attese dalle operatrici di pesca e acquacoltura”. “Il testo è in fase di discussione in commissione Agricoltura e l’auspicio, vista anche la trasversalità del tema, e il buon lavoro che la relatrice on. Incerti sta svolgendo, è che si possa procedere velocemente in sede legislativa nella commissione stessa. Del resto le scelte che si sono compiute anche recentemente con la condizionalità di genere nel PNRR, e la recente approvazioni di norme importanti come la legge sulla parità salariale, l’assegno unico per i figli, ci fanno ben sperare”. “Noi – conclude Cenni – siamo impegnate per rispondere concretamente alle esigenze delle donne del comparto, anche perchè sostenere queste donne significa investire sulla qualità della pesca”. Ue: Lega, su quote Tonno rosso cambi posizione “L’Ue cambi posizione sulle quote Tonno rosso nel Mediterraneo per il 2022. L’intenzione del commissario europeo all’Ambiente e agli Oceani, Virginijus Sinkevičius, al tavolo Iccat sarà
quella di non chiedere un aumento. Questo significherebbe che le quote Tonno rosso assegnate all’Italia per il 2022 rimarrebbero invariate precludendo così qualsiasi iniziativa che possa valorizzare la parte del comparto di pesca non assegnataria di quote Tonno rosso. Come ci testimonia gran parte del mondo scientifico e la frequente cattura accidentale di questa specie da parte dei pescatori, il tonno è ben presente nei nostri mari e potrebbe dare una risposta economica ad un settore in difficoltà e portare questa prelibatezza tutta italiana sia sulle tavole dei nostri concittadini sia di quanti non conoscono questa eccellenza ittica italiana. Tutto ciò complica ulteriormente lo scenario, tutto italiano, sulla gestione delle quote Tonno rosso, che ha visto la maggior parte dei pescatori esclusa dalla possibilità di pesca di questa preziosa risorsa a cui il Testo unico sul settore ittico, ora in esame al Senato, vuole invece porre rimedio per il futuro”. Così il deputato Lorenzo Viviani, capogruppo Lega in Commissione Agricoltura e capo dipartimento Pesca del partito, e le europarlamentari della Lega Rosanna Conte (coordinatrice Id in commissione Pesca) e Annalisa Tardino (relatrice ombra del provvedimento). Pesca e acquacoltura sostenibili: premiate a Ferrara da Legacoop Agroalimentare e Randstad le migliori tesi di laurea d’Italia dedicate al settore
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