Tutela delle foreste europee, le politiche UE non bastano

Pagina creata da Mattia Renzi
 
CONTINUA A LEGGERE
Tutela delle foreste europee, le politiche UE non bastano
05/10/21, 13:00                                           Foreste europee, aumenta la superficie ma peggiora la salute

 Tutela delle foreste europee, le politiche UE non bastano
  4 Ottobre 2021

 In una relazione speciale la Corte dei conti europea traccia un bilancio della strategia forestale dell’UE per il periodo 2014‑2020 e delle
 principali politiche UE in questo ambito

   Lo stato di salute più comune per le foreste europee è “mediocre” (54 %) o “cattivo” (31
                                              %)
 (Rinnovabili.it) – Le foreste europee stanno vivendo un periodo delicato e paradossale. Negli ultimi trent’anni, grazie anche all’impegno
 degli Stati membri, la superficie boschiva UE è aumentata. E oggi conta quasi 180 milioni di ettari a copertura del 45% della superficie
 comunitaria. Un risultato ottimale che si scontra però con un dato tutt’altro che positivo: il loro stato di salute sta peggiorando. Non
 solo sono sempre più esposte al rischio per gli effetti dei cambiamenti climatici, quali incendi, siccità, tempeste o comparsa e diffusione di
 parassiti e malattie, ma anche le politiche di protezione UE non risultano sufficienti.

 A riferirlo è la Corte dei conti europea. In una relazione speciale la Corte traccia un bilancio della strategia forestale dell’UE per il
 periodo 2014‑2020 evidenziando progressi e passi falsi. Il verdetto è chiaro. La Commissione europea avrebbe potuto svolgere un’azione
 più incisiva a tutela delle foreste europee. Questi ecosistemi, spiega Samo Jereb, il Membro della Corte dei conti europea responsabile
 della relazione, “assolvono una pluralità di funzioni utili a fini ambientali, economici e sociali […] ma questo solo se sono in buone
 condizioni”.

 Una non troppo lontana relazione dell’Agenzia europea dell’ambiente aveva valutato lo stato della natura nel Vecchio Continente, bocciando
 come “mediocre” il 54% delle foreste e con un “cattivo” il 31%.

 Dov’è il problema? In parte nella spesa riservata ai polmoni verdi d’Europa che oggi ottengono finanziamenti di gran lunga inferiori a quelli
 assegnati aò settore agricolo, nonostante le due tipologie di superfici siano equiparabili per estensione. Ma a mancare è anche l’efficacia
 delle misure messe in campo quando si tratta di proteggere la biodiversità forestale e aumentare la resilienza boschiva ai cambiamenti
 climatici. Un esempio su tutti: sebbene il regolamento UE sul legno vieti la commercializzazione di prodotti di provenienza illegale, il
 disboscamento illegale continua a essere praticato. “Vi sono debolezze nell’applicazione del regolamento da parte degli Stati membri e
 spesso mancano controlli efficaci, anche da parte della Commissione. Il telerilevamento (dati di osservazione della Terra, mappe e
 fotografie georeferenziate) offre un grande potenziale per il monitoraggio efficace di grandi superfici con un buon rapporto tra costi ed
 efficacia, ma la Commissione non ne fa un uso sistematico”.

https://www.rinnovabili.it/ambiente/biodiversita/foreste-europee-peggiora-salute/                                                                 1/2
Tutela delle foreste europee, le politiche UE non bastano
05/10/21, 13:00                                           Foreste europee, aumenta la superficie ma peggiora la salute

 Anche la qualità delle misure di conservazione destinate agli habitat forestali rimane problematica, essendo per la maggior parte finalizzata
 a mantenere lo stato attuale anziché a ripristinarne uno migliore. “In alcuni progetti di imboschimento, gli auditor della Corte hanno
 riscontrato raggruppamenti di monocolture, mentre la combinazione di specie diverse avrebbe accresciuto la biodiversità e la resilienza a
 nubifragi, siccità e infestazioni”.

https://www.rinnovabili.it/ambiente/biodiversita/foreste-europee-peggiora-salute/                                                            2/2
Tutela delle foreste europee, le politiche UE non bastano
07/10/21, 12:41                    Inondazioni e siccità, allarme dell'Omm: "Nel 2050 non avranno accesso all'acqua 5 miliardi di persone"

  Inondazioni e siccità, allarme dell’Omm: “Nel 2050 non avranno
  accesso all’acqua 5 miliardi di persone”

  Scritto da La Redazione      5 ottobre 2021

  Nel 2018 quasi metà della popolazione mondiale ha avuto problemi di accesso all’acqua per almeno
  un mese; parliamo di ben 3,6 miliardi di persone. A dirlo è l’Organizzazione Mondiale della
  Meteorologia, nel rapporto sullo stato della crisi idrica nel mondo. La tragica previsione dell’Omm è
  quella secondo cui entro il 2050 possa non esserci più un libero accesso all’acqua per 5 miliardi di
  persone. Secondo gli studi e le ricerche effettuate, negli ultimi due decenni si è verificata una rapida
  diminuzione dell’accumulo di acqua terrestre pari ad un centimetro l’anno.

  La situazione non fa che peggiorare, visto che l’acqua dolce utilizzabile attualmente disponibile sul
  pianeta è pari solo allo 0,5%. “Nonostante alcuni progressi, 107 Paesi rimangono fuori strada per
  raggiungere l’obiettivo di gestire in modo sostenibile le proprie risorse idriche entro il 2030”, afferma
  tristemente l’Omm. Dal 2000 ad oggi, i disagi dovuti alle inondazioni sono aumentati del 134% rispetto
  al periodo che va dal 1980 all’inizio del nuovo millennio e hanno colpito in particolar modo i Paesi
  asiatici. I periodi di siccità sono aumentati invece del 29% causando il maggior numero di decessi in
  Africa.

https://www.ilquotidianoitaliano.com/2021/10/05/inondazioni-e-siccita-allarme-dellomm-nel-2050-non-avranno-accesso-allacqua-5-miliardi-di-pers…   1/1
Tutela delle foreste europee, le politiche UE non bastano
08/10/21, 11:38                                Lamezia, riaperto sottopasso di via De Sensi dopo allagamento - il Lametino.it

  Lamezia, riaperto sottopasso di via
  De Sensi dopo allagamento
 Giovedì, 07 Ottobre 2021 10:36

  Lamezia Terme – Maltempo e disagi anche in città. Forti piogge hanno
  interessato questa notte gran parte dei territori che erano stati raggiunti
  dall’allerta arancione diramata nella giornata di ieri dalla Protezione Civile. In
  particolare, è stato chiuso per diverse ore il sottopasso di via De Sensi, vicino
  la piscina comunale. Sulla questione, in una nota diramata nel primo
  pomeriggio, il Comune ha reso noto che "il sottopasso ferroviario di via G. De
  Sensi, per il quale si è resa necessaria la chiusura a seguito del maltempo che
  ha interessato il territorio lametino durante la notte, è stato riaperto".

  Problema, quello dell’allagamento, che si ripete ogni qualvolta ci
  sono abbondanti precipitazioni. Tecnici e operatori hanno lavorato per diverse
  ore per riportare la situazione alla normalità e riaprire nel più breve tempo
  possibile il sottopasso che porta al Comune e all’ospedale cittadino.

  Inoltre, dal Comune informano che il Commissario Prefettizio Priolo, ha ritenuto
  opportuno prorogare fino alle ore 15 di venerdì 8 ottobre, il dispositivo di
  reperibilità rafforzato h 24 da parte della Polizia Locale, del Settore Tecnico e
www.lametino.it/Cronaca/lamezia-chiuso-sottopasso-di-via-de-sensi-dopo-allagamento.html                                         1/2
Tutela delle foreste europee, le politiche UE non bastano
08/10/21, 11:38                                Lamezia, riaperto sottopasso di via De Sensi dopo allagamento - il Lametino.it

  della Lamezia Multiservizi, secondo le seguenti modalità: "per eventuali
  esigenze e criticità, si segnalano i seguenti riferimenti telefonici, reperibili H/24,
  dalle 15:30 del 07 ottobre 2021 alle 15 dell'8 ottobre, Dirigente Protezione
  Civile: 334/6832749 - Polizia Locale: 0968/22130/3387226509 - Settore
  Tecnico - Sezione Lavori : 3356521930".

www.lametino.it/Cronaca/lamezia-chiuso-sottopasso-di-via-de-sensi-dopo-allagamento.html                                         2/2
07/10/21, 12:43                                          Le inondazioni e la siccità globali stanno diventando più comuni.

                  Le inondazioni e
                  la siccità globali
                  stanno
                  diventando più
                  comuni.
                  Cirillo Lombardi Ottobre 6, 2021 2 min read

              Martedì, l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha pubblicato il rapporto “State of Climate
              Services 2021: Water”. Secondo il cambiamento climatico globale, si prevede che i rischi legati all’acqua
              come inondazioni e siccità aumenteranno il rapporto.

              Per essere in grado di far fronte a diversi tipi di calamità naturali, è necessario un sistema di allerta
              migliore che possa, ad esempio, rispondere prima che si prevedano i livelli dell’acqua nei fiumi o simili.
              Quasi il 60 percento dei 101 paesi intervistati nel rapporto ha bisogno di aggiornare i propri sistemi,
              qualcosa del genere APscritto in precedenza.

              Per saperne di più: Scarsa preparazione dei comuni per le forti piogge

              Secondo il rapporto, è necessario un coordinamento tra i diversi paesi e un miglioramento dei
              finanziamenti.

              “Dobbiamo prendere coscienza dell’incombente crisi idrica”, ha affermato Petteri Taalas, segretario
              generale dell’Organizzazione meteorologica mondiale.

              Il numero di disastri è aumentato
              I disastri legati alle alluvioni sono aumentati negli ultimi anni in tutto il mondo, più precisamente del
              134% dal 2000. I paesi più colpiti in termini di morti e perdite economiche sono Cina, India, Indonesia,
              Giappone, Nepal e Pakistan.

              Ma non passò molto tempo dopo La Svezia ha subito forti piogge a Gavle Causando una massiccia
              inondazione in città. Secondo i meteorologi, questa è stata la peggiore pioggia degli ultimi 20 anni.

              Colpito anche quest’estate Germania, Belgio, Paesi Bassi, Svizzera e Austria da gravi inondazioni Più di
              200 persone hanno perso la vita.

              Un quarto soffre di mancanza d’acqua
              Negli ultimi due decenni, molti paesi africani hanno sperimentato siccità che hanno visto un aumento del
              29%. Il rapporto mostra anche che l’acqua naturalmente presente nel suolo, nella neve e nel ghiaccio è
              stata ridotta di un centimetro all’anno in tutto il mondo.
https://tecnosuper.net/le-inondazioni-e-la-siccita-globali-stanno-diventando-piu-comuni/                                     1/2
07/10/21, 12:43                                          Le inondazioni e la siccità globali stanno diventando più comuni.

                  READ Tassi di orrore: il 75% dei pazienti affetti da IVA muore

              Per saperne di più: A Gävle . sono caduti 100 mm di pioggia in due ore

              Un quarto di tutte le città partecipanti allo studio soffre di carenze idriche regolari e si prevede che entro il
              2050 più di cinque miliardi di persone avranno un accesso limitato all’acqua. Secondo il rapporto, nel
              2018 il numero era di 3,6 miliardi di persone.

https://tecnosuper.net/le-inondazioni-e-la-siccita-globali-stanno-diventando-piu-comuni/                                          2/2
07/10/21, 12:45                                                              Linee guida per il monitoraggio delle frane

   Cerca in tutto PuntoSicuro                                                                                                               Cerca in tutto PuntoSicuro

 Linee guida per il monitoraggio delle frane

      Autore: Redazione
      Categoria: Ambiente
      05/10/2021
     Uno strumento per la valutazione dei fenomeni franosi e il supporto della progettazione delle opere di stabilizzazione
     e pianificazione del territorio al fine della salvaguardia delle vite umane.

 Pubblicate le "Linee Guida per il monitoraggio delle frane" a cura del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, un utile strumento di lavoro per tutti coloro
 che operano sul territorio con finalità di previsione, prevenzione, monitoraggio, controllo dei fenomeni franosi e allertamento anche nell’ambito di Servizi Nazionali e
 Regionali di protezione civile
 Il monitoraggio in situ è fondamentale per approfondire la conoscenza dei fenomeni franosi e valutare i trend deformativi in atto, supportare la progettazione delle
 opere di stabilizzazione e verificarne l’efficacia nel tempo, pianificare correttamente il territorio e attivare procedure di allertamento della popolazione per la
 salvaguardia delle vite umane.

 Le Linee Guida affrontano le seguenti tematiche: valenza e limiti delle differenti tipologie di reti di monitoraggio, caratteristiche tecniche della strumentazione, modalità
 di installazione, acquisizione, trasmissione e archiviazione del dato, significatività e limiti delle soglie/scenari per la previsione dei fenomeni franosi.

 Le LLGG intendono rappresentare uno strumento di riferimento per i soggetti che operano sul territorio nel monitoraggio e controllo dei fenomeni franosi, quali
 Pubbliche Amministrazioni, gestori di reti infrastrutturali, liberi professionisti.

                                                                                   Pubblicità

 FINALITÀ DELLE LINEE GUIDA
 Le Linee Guida hanno l’obiettivo di armonizzare le procedure e fornire riferimenti e criteri per la progettazione, l’installazione, la gestione e la manutenzione delle reti
 di monitoraggio delle frane, nonché per la diffusione dei dati. Intendono quindi rappresentare uno strumento di lavoro per i soggetti che operano sul territorio con
 finalità di previsione, prevenzione, monitoraggio e controllo dei fenomeni franosi, quali Pubbliche Amministrazioni, gestori di reti infrastrutturali, liberi professionisti.

 Costituiscono inoltre un documento chiave in uno scenario di auspicabile potenziamento delle reti regionali esistenti di monitoraggio delle frane e di realizzazione
 delle stesse nelle regioni che ancora non ne dispongono. Specialmente in questi contesti e in assenza di reti di monitoraggio strumentale, il metodo osservazionale,
 eseguito da tecnici qualificati esperti, può costituire uno strumento transitorio per la valutazione di fenomeni e segni precursori delle frane.

 Le Linee Guida hanno un’impostazione pratica e operativa con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio di esperienze maturate e conoscenze acquisite, fornendo ai
 destinatari gli elementi per un corretto ed efficace approccio metodologico, per effettuare scelte mirate e consapevoli, per dare uniformità a livello nazionale ai nuovi
 progetti di reti di monitoraggio.
 Il monitoraggio dei fenomeni franosi, infatti, è un processo complesso e dinamico, che richiede continui adeguamenti tecnologici e gestionali al fine di ottenere
 informazioni sempre più dettagliate sui fenomeni e sulla loro evoluzione.

 La progettazione di una rete di monitoraggio efficace si basa su valutazioni tecniche, logistiche ed economiche. Si è ritenuto funzionale suddividere le Linee Guida in
 due parti.

 La parte generale illustra la valenza, le potenzialità e i limiti delle differenti tipologie di reti di monitoraggio, gli indirizzi e le raccomandazioni per una corretta
 progettazione, installazione, gestione, manutenzione della rete e diffusione dei dati. Fornisce alcune indicazioni sui contenuti delle monografie, sullo schema delle

https://www.puntosicuro.it/ambiente-C-81/ambiente-C-94/linee-guida-per-il-monitoraggio-delle-frane-AR-21643/                                                                 1/2
07/10/21, 12:45                                                                 Linee guida per il monitoraggio delle frane
 anagrafiche, sul formato del dato e sull’organizzazione dei metadati, al fine di standardizzare e rendere più agevole lo scambio di dati tra differenti reti. L’Appendice
 contiene le caratteristiche tecniche e le specifiche di installazione della strumentazione geotecnica superficiale e in foro, topografica e radar, termopluviometrica, della
 strumentazione di monitoraggio delle colate detritiche; i sistemi di acquisizione, trasmissione e archiviazione dei dati.

 L’Appendice propone inoltre dodici casi di studio di siti monitorati distribuiti sul territorio italiano, caratterizzati da differenti tipologie di movimento, velocità, volumi,
 litologie coinvolte, evidenziando i principali punti di forza, elementi innovativi o eventuali criticità della rete di monitoraggio e/o della strumentazione applicata. In
 Allegato sono riportati i costi di riferimento per le strumentazioni/lavorazioni, a supporto della redazione di capitolati.

 Riferimenti normativi
 [...]
 Per quanto riguarda l’installazione e la gestione della strumentazione di monitoraggio si dovrà tenere conto degli aspetti connessi alla sicurezza nelle aree di lavoro
 definiti nel Testo unico per la sicurezza sul lavoro D.Lgs. 81/2008 e s.m.i. con particolare riguardo agli artt. 88 e seguenti sulle misure per la salute e sicurezza nei
 cantieri temporanei o mobili. Il committente o il responsabile dei lavori, nelle fasi di progettazione dell’opera, deve attenersi ai principi e alle misure generali di tutela di
 cui all’art. 15 tra cui: la valutazione di tutti i rischi per la salute e sicurezza; l’eliminazione dei rischi e, ove ciò non sia possibile, la loro riduzione al minimo in relazione
 alle conoscenze acquisite in base al progresso tecnico; la limitazione al minimo del numero dei lavoratori che sono, o che possono essere, esposti al rischio;
 l’informazione e formazione adeguate per i lavoratori e per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza; le istruzioni adeguate ai lavoratori; le misure di emergenza
 da attuare in caso di primo soccorso, di lotta antincendio, di evacuazione dei lavoratori e di pericolo grave e immediato; la regolare manutenzione di ambienti,
 attrezzature, impianti, con particolare riguardo ai dispositivi di sicurezza in conformità all’indicazione dei fabbricanti.

 Con particolare riguardo ai lavori in quota, i riferimenti sono l’art. 116 del suddetto D.Lgs. che contiene gli “Obblighi dei datori di lavoro concernenti l'impiego di sistemi
 di accesso e di posizionamento mediante funi” e la Linea guida per l’esecuzione di lavori temporanei in quota con l’impiego di sistemi di accesso e posizionamento
 mediante funi, prodotta nel 2003 dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dal Ministero della salute - Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del
 Lavoro (ISPESL).

 Nel caso di realizzazione di perforazioni con profondità superiore a 30 m per l’installazione di strumenti di monitoraggio, dovrà essere compilata, a norma della L.
 464/1984, una dettagliata relazione, corredata dalla relativa documentazione, sui dati geologici e geofisici acquisiti.

https://www.puntosicuro.it/ambiente-C-81/ambiente-C-94/linee-guida-per-il-monitoraggio-delle-frane-AR-21643/                                                                        2/2
08/10/21, 12:28                    Maria Chiara Carrozza al summit dei presidenti dei Parlamenti del G20 | Consiglio Nazionale delle Ricerche

  INTERVENTO DEL PRESIDENTE
  Maria Chiara Carrozza al summit dei presidenti dei
  Parlamenti del G20

  07/10/2021
  Giovedì 7 ottobre la
  presidente del Cnr Maria
  Chiara Carrozza ha preso
  parte al summit dei
  presidenti dei Parlamenti
  del G20 in programma a
  Palazzo Madama, con il
  titolo "Parliaments for
  People, Planet and
  Prosperity", organizzato in
  collaborazione con la
  Camera dei deputati.
  L'evento, in programma
  fino all'8 ottobre, ha visto
  coinvolti, in apertura, la
  presidente del Senato
  Maria Elisabetta Casellati,
  il presidente della Camera                 "Parliaments for People, Planet and Prosperity" a Palazzo Madama
  Roberto Fico, il presidente
  del Consiglio dei Ministri Mario Draghi, la speaker della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti Nancy
  Pelosi, e il presidente dell'Unione Interparlamentare Duarte Pacheco.
  La presidente Carrozza è intervenuta, in particolare, nel Panel "Risposta alla crisi sociale e occupazionale
  causata dalla pandemia", moderato da Meritxell Batet (presidente del Congresso dei Deputati della Spagna), al
  quale sono intervenuti Mathias Cormann (Segretario generale dell'Ocse), Luca Visentini (Segretario generale
  dell'European Trade Union Confederation) e Valeria Ronzitti (Segretario generale di SGI Europe, European
  Centre of Employers and Enterprises).
  Al centro del suo intervento, l'idea che nella nostra società stia maturando una nuova consapevolezza collettiva
  che la ricerca scientifica, orientata al conseguimento della pace e di uno sviluppo integrale e armonico,
  costituisca un elemento fondamentale per il futuro del pianeta e di chi lo abita, e per rendere la nostra vita e le
  nostre società più giuste, pacifiche e sostenibili. Questa transizione, "accelerata" dalle due crisi in corso -
  pandemia e cambiamento climatico- ha contribuito a definire un “cambio d’epoca”: l'umanità si pone obiettivi di
  sopravvivenza, ma anche di transizione digitale e ‘verde’ che rappresentano traguardi importanti ma anche una
  grande ambizione, una rivoluzione industriale digitale, e sostenibile. Questo apre, così, prospettive e opportunità
  inedite alla scienza: entriamo in un terreno dove molto è ancora da scrivere e dove possiamo motivare giovani
  generazioni di ricercatori a cercare nella scienza la propria missione di contribuire a salvare il pianeta ed a farlo
  in maniera sostenibile, aperta, equa e accessibile.

https://www.cnr.it/it/intervento-presidente/10626/maria-chiara-carrozza-al-summit-dei-presidenti-dei-parlamenti-del-g20                         1/1
Puoi anche leggere