Trascrizione dell'intervista della dott.ssa Loretta Bolgan (da parte di Beatrice Silenzi) con commenti intercalati di Fabio Franchi

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Trascrizione dell'intervista della dott.ssa Loretta Bolgan (da parte di Beatrice Silenzi) con commenti intercalati di Fabio Franchi
Trascrizione dell’intervista della dott.ssa Loretta Bolgan (da parte di
     Beatrice Silenzi) con commenti intercalati di Fabio Franchi

Premessa: Alla fine dell’intervista, la dottoressa sostiene di non poter prendere in
considerazione quanto da me affermato perché non sarebbe sostenibile, anche se non
sa di cosa si tratti. Sono benvenuti coloro che vogliono contestarmi, però è consigliabile
che conoscano le mie tesi prima di criticarle.

Trascrizione intervista (https://www.fcom.it/conferenza-loretta-bolgan/) e commenti
LB: “Ci sono una ventina di studi diciamo che sono stati fatti … dei prelievi da persone
con diagnosi clinica di COVID campioni messi in cultura in cellule Vero e si è visto che il
virus intero, sequenziato per intero, si replica in maniera esponenziale. Se noi definiamo
virus del materiale genetico replicante in cultura, questo è un virus.… E se questo
materiale replicante al sequenziamento mi dà la sequenza del SARS-CoV-2, io identifico
quel virus.”
FF: Comincia male. Non possono essere permesse definizioni personalizzate. Un virus
non è solo materiale genetico replicante in cultura. Ha una struttura costituita da un
nucleo-capside, circondato da un peplos, a sua volta ricoperto da peplomeri (le spike).
Anche Wikipedia lo sa. D’altronde ne parla lei stessa, quando descrive con dovizia di
particolari la spike che certamente non si innesta direttamente sull’RNA replicante. I
criteri che indica potrebbero essere validi tutt’al più per il riconoscimento di qualcosa
già correttamente determinato prima. Obiezioni meglio strutturate sono state
avanzate dalla professoressa Maria Rosaria Capobianchi dello Spallanzani 1, le quali
tuttavia sono state smontate completamente nella mia replica articolata per
l’associazione UHRTA 2.

LB: “Il problema dell’isolamento, l’errore sostanziale è: “il virus non è stato isolato
quindi non esiste”.
FF: Giusto! Nella scienza rientra solo quanto sia dimostrabile. Il resto è discussione sul
sesso degli angeli.

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Trascrizione dell'intervista della dott.ssa Loretta Bolgan (da parte di Beatrice Silenzi) con commenti intercalati di Fabio Franchi
LB: “Non è necessario isolare un virus per dire che esista. Adesso con le nuove tecnologie
noi possiamo identificare un virus anche senza isolarlo. Questo con le tecnologie di
isolamento di ultima generazione. Ovviamente ci vogliono controlli. Sono molto
accurate queste analisi.
FF: Secondo la dottoressa “non è necessario isolare“, si può farne a meno. A suo parere
dunque “non era necessario” … quindi non è stato fatto. Le nuove tecnologie non ne
avrebbero bisogno. Pare che dica proprio così: le nuove tecnologie permettono di
isolarlo, senza ricorrere all’isolamento. Perfetto.

LB: “Un’altra premessa: prima che ci fosse sequenziamento del genoma umano di tanti
batteri e virus bisognava passare attraverso i postulati di Koch. Cosa ci dicono questi?
Che bisogna avere una cultura perfettamente pura, bisogna estrarre il virus e fare una
purificazione perfetta del virus e poi lo devo sequenziare.
FF: Dimenticarsi di un postulato di Koch può succedere, dimenticarsene due comincia
ad essere preoccupante, ma tre su quattro … pare francamente esagerato 3! È evidente
come non li conosca. È evidente che non abbia letto quanto ho scritto al riguardo
(anche nel mio libro). Tra l’altro ho fatto vedere come il controllo del primo postulato
abbia dato una risposta inequivocabile, e l’ho riportata 18 mesi fa: c’erano fin dall’inizio
prove di una ASSENZA di relazione causale tra positività del test e polmonite
interstiziale bilaterale, anche a Wuhan durante l’epidemia, anche in Italia. È evidente
che non abbia letto bene neanche i primi lavori pubblicati sull’isolamento virale e a cui
tutti fanno riferimento, in cui gli autori esplicitamente affermano di non aver
soddisfatto tali postulati 4, 5.

LB: “Questo sequenziamento viene messo in banca dati noi abbiamo creato una banca
dati che si basa sui postulati di Koch per la maggior parte dei virus che noi conosciamo.
Ad un certo punto la banca dati è diventata così ricca, che ora basta fare il
sequenziamento e confrontare con la banca dati.
FF: La soluzione di ogni problema è ricorrere alla banca dati. Han pensato loro a fare
tutto. Per la cronaca, nei caveaux di tale banca mondiale sono già presenti oltre 4
milioni di isolati! Tutti diversi eppure tutti la stessa cosa. Fantastico.

LB: “Per il SARS-CoV-2 è stato fatto così: il primo sequenziamento è stato confrontato
in banca dati per cui cinesi han detto questa è una SARS, cioè c’è una 86% di omologia
di sequenza con la SARS presente in banca dati. Sequenziamento fatto secondo i
postulati di Koch. Anche quella SARS lì era stata messa in banca dati sulla base di altri
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Trascrizione dell'intervista della dott.ssa Loretta Bolgan (da parte di Beatrice Silenzi) con commenti intercalati di Fabio Franchi
virus messa in banca dati secondo i postulati di Koch. Queste sequenze sono state
studiate in base genetica classica. Adesso invece il passaggio è fare il confronto con le
banche dati, perché sono molto ricche di sequenze e non abbiamo più bisogno di
passare attraverso i postulati di Koch.
FF: I cinesi hanno operato una miriade di sequenziamenti alla cieca finché non hanno
assemblato al computer qualcuna che sembrava andasse bene. Quella aveva l’86% di
omologia di sequenza con la SARS presente in banca. Già a sentire questo, uno
dovrebbe saltare sulla sedia. Tenete conto che gli oranghi hanno con noi umani il 98%
di omologia di sequenza del nostro codice genetico. Cosa dire dell’86%? E del fatto che
le varianti e le quasi specie se ne discostano ulteriormente? Una “somiglianza” simile
l’avranno il toporagno e il canguro! Suvvia.
E poi come si può equiparare l’isolamento a queste procedure del tutto
computerizzate? Chi ha provato e dove che corrispondono alla realtà e non sono il
frutto della programmazione del software?

LB: “Ma uno può dire: “io voglio lo stesso farlo”, beh allora bisogna fare tutti passaggi
dei postulati di Koch che ripeto i ricercatori per una questione di tempo non hanno
avuto la necessità di fare perché hanno tutta una serie di tecnologie…
FF: “Per una questione di tempo non hanno avuto la necessità”? Cosa vuol dire? era
necessario o no? Non hanno trovato il tempo? In 21 mesi? Legioni e legioni di
ricercatori in tutto il mondo? La frase sopra è solo un giro di parole per dire che NON
HANNO FATTO quello che sarebbe stato indispensabile fare all’inizio, né i cinesi né altri.
Aggiungo: nessun altro criterio per la determinazione della causalità è stato esplorato:
nessuno!

LB: “A chi dice che il virus non esiste dico allora bene fate le analisi secondo i postulati
di Koch e dimostratemi che non è vero.
FF: A parte che alcuni (tra cui io) l’hanno dimostrato ad abundantiam, la dottoressa qui
vuole ribaltare l’onere della prova. Solitamente tale onere è riservato ai proponenti di
una determinata teoria. Lei vorrebbe invece che coloro che non vogliono accettare
fideisticamente se ne facessero carico. Posso però darle una buona notizia: abbiamo
fatto le analisi menzionate ed abbiamo dimostrato che non è vero. Già 18 mesi fa,
ragionando sul lavoro altrui.

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Trascrizione dell'intervista della dott.ssa Loretta Bolgan (da parte di Beatrice Silenzi) con commenti intercalati di Fabio Franchi
LB: “Tutti i laboratori del mondo utilizzano le metodiche validate dalla CDC dimostrano
virus c’è e riescono a sequenziarlo in tutta la sua sequenza e riescono a farlo anche nelle
quasi specie and in tutte le sue varianti. Ed hanno creato una banca dati degli isolati
del virus e delle sue varianti. Per cui uno prende un campione è stato sequenziato lo
mette in cultura e cresce con la variante li. Sembra che più di così sia difficile mettere
in discussione l’esistenza.
FF: Anche su questo è già stato detto e ripetuto fino alla nausea: i test di riferimento
(PCR) non sono mai stati validati. Il bello è che lo ha confermato anche la dottoressa in
altra registrazione. Così ha confermato dall’OMS (per l’eccessivo numero di cicli di
replicazione utilizzati nei laboratori). Riguardo le altre affermazioni, rimando alla mia
replica alla professoressa Capobianchi 6.

LB: “Se noi vogliamo mettere in discussione l’esistenza del virus come entità biologica
secondo me si può mettere in discussione la funzione del virus ma non il virus in se
stesso come entità biologica esistente. Sono due discussioni completamente diverse. Mi
preme dire che le tecnologie che abbiamo adesso ci permettono di identificare il virus
attraverso un confronto in banca dati con sequenze ottenute secondo i postulati di
Koch, e l’isolamento non necessariamente deve essere ottenuto come andava fatto con
i postulati di Koch.
FF: Ancora: “confronto con sequenze ottenute secondo i postulati di Koch”. Tali
postulati prevedono l’isolamento. Ma la dottoressa aggiunge che “l’isolamento non
deve essere ottenuto… con i postulati di Koch”. Devo commentare? Qui il chiaro
obiettivo è confondere le menti semplici.

LB: “Chi mette in discussione l’esistenza mi facesse il percorso analitico dei postulati di
Koch e mi dicesse ci hanno presi in giro, allora mi fermo!
FF: Percorso analitico già fatto, ma non se n’è accorta per la curiosa ragione da lei
addotta che altri al di fuori di noi non l’hanno già detto. E soprattutto perché noi non
siamo da prendere in considerazione. Perché no? Perché non siamo stati santificati dai
revisori della rivista Lancet, i quali sono notoriamente così ben disposti verso i critici su
questi temi.

LB: “Ma qualcuno lo dovrebbe fare. Io non ho visto nessuno che abbia fatto le analisi
nuovamente e messo in discussione questa cosa perché le analisi fatte ad oggi mi
confermano l’esistenza del virus da tutti i punti di vista secondo tutte le tecnologie

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sequenziamento immuno-istochimica, microscopia elettronica e ci sono altre
tecnologie che permettono di incrociare questi dati e dire che il virus c’è.
FF: Non ha visto. Se uno non guarda non può vedere.

LB: “Differenza tra virus ed esosoma.
C’è una grandissima confusione anche qui. Definiamo cosa intendiamo per virus ed
esosoma. Poi c’è l’ampia gamma di grigi nel mezzo, non è bianco e nero. Noi passiamo
parlare di esosomi classici quando il contenuto messo in coltura non si replica.
FF: Le aveva già risposto abbondantemente il dottor Stefano Scoglio già l’anno scorso
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  . Ne avevo parlato anch’io ed ultimamente ho aggiunto altri importanti tasselli a
conferma. Come niente, come acqua che scorre sull’impermeabile.

LB: “Il virus è molto simile all’esosoma perché in microscopia elettronica non si
distingue l’esosoma dal virus, a meno che il microscopista non sia molto bravo, e nel
caso del SARS-CoV-2 tante pubblicazioni hanno confuso gli esosomi con il virus. Se io
metto in coltura il virus questo si replica.
Io definisco virus un’entità biologica di materiale genetico replicante.
FF: “Io definisco”: dispiace ma non si può dire. La definizione di virus è un’altra. La
personalizzazione del significato delle parole qui ha la funzionale di adattare la realtà
alle proprie teorie inconsistenti. Se i virus e gli esosomi non si possono distinguere in
microscopia elettronica, in molti casi si può affermare che quel che han fotografato i
ricercatori non possono essere coronavirus (ed io l’ho fatto 8).

LB: “Il materiale genetico replicante è di origine animale. Mi devono dire come fa una
cellula a produrre qualcosa di origine animale. Ma se questo è un virus animale, se
proviene dall’intestino di un animale cosa ci fa in una cellula umana?
FF: L’esistenza di un fenomeno implica la ricerca di una spiegazione corretta. Una
potrebbe essere che materiale genetico animale può essere ritrovato in colture Vero
del “virus umano”, poiché queste provengono dal rene di cercopiteco e vengono
nutrite con siero di vacca. La moltiplicazione degli esosomi per fenomeni di sofferenza
delle cellule in coltura è stato trattato dal dott Scoglio anche recentemente.

LB: “Ci deve entrare in qualche modo. Fare un paragone tra un virus come questo ed un
virus integrato nel DNA come un retrovirus endogeno, sono due virus completamente

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diversi non possono essere confrontati. D’altra parte io non ho avuto niente in mano di
scientifico che mi contestasse queste cose qui dove c’è un articolo che dica che il virus
non esiste? Neanche uno mentre per altri virus sì, non c’è una pubblicazione scientifica
per questo, io non ho mai visto niente. Quindi se io chiedo all’altra parte materiale
scientifico su cui discutere, non c’è.
FF Si ripete. Chiede, ma non ascolta le risposte. Volendo, avrebbe potuto acquistare il
mio libro. Poteva anche scaricarlo gratuitamente in pdf. Avrebbe anche potuto
sfogliare quello che le ho inviato tanto tempo fa.

LB: “E allora se non c’è, prendiamo quello che la scienza ci dice. Nel momento in cui la
letteratura dovesse dirmi qualcosa di contrario sulla base di una falsificazione.
Praticamente io dico che questi sono metodi falsi che mi portano un risultato falso che
è falso che il virus esiste. Bene! Allora io devo dimostrare! Devo ripetere tutte le analisi
e dire risultato è falso questo non è mai avvenuto ad oggi.
FF “Prendiamo quello che la scienza ci dice”. Proprio curioso che sia anche la frase
preferita dai vari Pregliasco, Galli, Bassetti, Crisanti, Ricciardi. Per quanto riguarda gli
argomenti contro di noi, come avete visto non ce n’è neanche uno, anzi, per essere più
precisi, zero. E neanche potrebbe, visto che non si è abbassata a leggerli. Eppure io ne
son stato capace: mi sono innalzato a esaminare ed ascoltare i suoi.

Appendice 2 (definizioni personalizzate)
In altra parte della registrazione, la dottoressa afferma che “i test (PCR) non sono mai
stati validati” (come segnalavano Franchi e Scoglio nove-dieci mesi prima degli altri), e
che “la presenza di SARS-CoV-2 non significa affatto che la persona ha la COVID, ci
vogliono i sintomi clinici, bisogna fare gli esami (radiografie, TAC, ecc)” (il che è un
errore poiché la definizione internazionale prescrive altrimenti). Aggiunge: “la diagnosi
clinica non c’entra niente con il tampone, sono cose completamente diverse”. È la
conferma che non sappia neppure di quale sia la definizione internazionale di caso o
voglia proporne una sua personale senza precisarlo. Il caso sospetto di COVID prevede
la presenza di tre sintomi banali scelti tra 14 (364 combinazioni) tra cui anche alcuni
che non hanno niente a che fare con la polmonite interstiziale, come diarrea, cefalea,
rinite, astenia, alterazione dello stato psichico, mialgia. Il caso confermato è: qualsiasi
condizione (anche perfetta salute) associata ad un test tampone-PCR positivo 9. La
definizione di caso sospetto utilizzata negli studi clinici per il vaccino è diversa, ed anche
lì il risultato del tampone è dirimente per la diagnosi.

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Dover tornare a precisare queste cose ancora, dopo oltre un anno e mezzo, è
veramente disperante.

Appendice (le ragioni di questo intervento)
Sono tornato su questo tema, già sviscerato, per le conseguenze che ci sono.
Credere alla teoria virale, anche quella offerta dalla dottoressa, significa essere
prigionieri di una narrazione da paura: le varianti pericolose, i contagi, la necessità di
proseguire con i distanziamenti, il Long COVID, i prioni, il virus batterico intestinale
(enterovirus). Tra l’altro un virus intestinale dovrebbe avere un altro tipo di diffusione.
Insomma propone una teoria che permette siano proposti vaccini migliori (come già
fatto puntualmente dal Dottor Malone e dal dottor Bossche, di cui mi sono già
occupato, segandolo 10).
Una teoria che andrebbe presa seriamente se fosse vera. Peccato che sia fallita sotto
tutti i punti di vista.
Un esempio: all’inizio della campagna vaccinale si è avuta notizia di centinaia e
centinaia di focolai in case di riposo, e venivano colpiti sia i ricoverati che il personale.
Tutti negativi al tampone pochi giorni prima, 80% positivi pochi giorni dopo. Da dove
potevano saltar fuori i “virus”, tutti contemporaneamente? La dottoressa ha così
ipotizzato, graffiando lo specchio con le unghie: o la vaccinazione ha risvegliato il virus
già presente nell’intestino oppure si sono scatenate le varianti. Se fosse stato già
presente nell’intestino da prima, allora i test naso-faringei sarebbero del tutto inutili,
e la popolazione sarebbe quasi tutta infetta in modo asintomatico (ma in gran parte
senza anticorpi!). L’unico modo per capire sarebbe allora il tampone anale 11. Attenti!
Forse si son scatenate le “varianti stimolate dal vaccino”? Le varianti di cosa, se il
“virus” prima non c’era (tutti negativi al tampone)?
Come potete osservare, entrambe le ipotesi non stanno in piedi, eppure così ha
sostenuto, regolarmente senza essere contraddetta dall’intervistatore affascinato.
Per chi volesse approfondire la questione delle “varianti”, rimando all’illuminante
intervento del dottor Scoglio al riguardo: https://www.databaseitalia.it/le-ridicole-
varianti-del-sars-cov2/

Dr. Fabio Franchi                                         Trieste, 1 ottobre 2021

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Bibliografia

1 Risposta professoressa Capobianchi al FOIA inviato dall’associazione UHRTA
https://drive.google.com/file/d/1DLwIc83ZfUt9gxWpDCmgTHBK6QPM7eWT/view?usp=sharing

2 Replica UHRTA- Franchi alla professoressa Capobianchi
https://drive.google.com/file/d/1oEoA_HkafkG16GvWkk2AnRu2G3hdmBXY/view?usp=sharing

3 Postulati di Koch

4 Zhu et al. A novel Coronavirus from patients with Pneumonia in China,
2019. N Engl J Med 2020;382:727-33.

5 Zhou P et al. A pneumonia outbreak associated with a new coronavirus of probable bat origin.
Nature 2020;579:270-3.

6 Replica alla prof Capobianchi (vedi ref 2)

7 https://www.databaseitalia.it/dott-stefano-scoglio-dove-sbaglia-la-bolgan/

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    Replica alla prof Capobianchi (vedi ref 2)

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10 https://www.facebook.com/fabio.franchi.2.0/posts/292708902318601
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