Teorie dello sviluppo - Molte teorie e non sono economiche - Università di Macerata

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Teorie dello sviluppo - Molte teorie e non sono economiche - Università di Macerata
24/03/20

       Prof. Elisabetta CROCI ANGELINI
       Università di Macerata
       croci@unimc.it
       A.A. 2019/20

       ECONOMIA dello SVILUPPO
       Modulo Sviluppo /2

                 Teorie dello sviluppo
• Molte teorie e non sono economiche
  – Harrod-Domar (1939-1946) è Crescita come
    sviluppo è caratterizzata dall’instabilità
  – Big push model (1943) è teoria dei giochi
  – Dependency (1949) è centro e periferia
  – Lewis (1954) èDualismo per eccesso di lavoro
  – Rostow (1960) è 5 stadi per la modernizzazione
  – Basic needs (1976) ILO
  – Human development (1990)
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  Il modello di Harrod e Domar
• Cassel 1924, Harrod 1939, Domar 1946
• spiega analiticamente come il tasso di
  crescita di un paese dipenda
  – dal tasso di risparmio è finanziamenti
  – dalla produttività del capitale è funzionamento
• Entrambi necessari far decollare l’economia
• La crescita dipende dal risparmio è i
  mancati consumi correnti
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  Il flusso circolare del reddito
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                               uscite                                  entrate
                                             imprese

                    Reddi%:
                   salari profi0                                           Consumi
                 interessi rendite

                                        famiglie                       uscite
                         entrate

                                                                          risparmi

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   Il flusso circolare del reddito si può articolare di più

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                                                          Il modello di
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1) La produzione è funzione dello stock di capitale Y=f(K)
2) Il prodotto marginale del capitale è costante c=Y/K
3) Gli investimenti eguagliano i risparmi che sono una
    frazione del reddito èY=C+I s=S/Y sY = S = I
4) La variazione nello stock di capitale eguaglia la
    differenza tra investimenti e ammortamenti Kt+1= Kt-
    δKt +It
La soluzione del modello è instabile è sc-δ=g è g+δ=s/θ
Il tasso di crescita (g) dipende dal
• tasso di risparmio (s=S/Y)
• prodotto marginale (e medio) del capitale (c=Y/K=1/θ)
• deprezzamento δ
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                 Tre tipi di crescita
          1. tasso di crescita garantito è l’economia
             non si espande indefinitamente né va in
             recessione
          2. tasso di crescita effettivo èl’aumento
             annuale osservato del PIL di un paese
          3. tasso di crescita naturale è il tasso di
             crescita richiesto perché si mantenga il
             pieno impiego

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  tassi di crescita della popolazione e
              pieno impiego
• Non si sono ragioni per cui una crescita bilanciata
  possa realizzarsi se non per caso
• Se la popolazione cresce a tasso n e poiché g+δ=s/c
  il rapporto s/c deve approssimare g*+n+δ
• il tasso di crescita pro capite (g*) più il tasso di
  crescita della popolazione, più l’ammortamento deve
  eguagliare il rapporto tra tasso di risparmio e
  produttività del capitale
• Il modello non dice perché dovrebbe succedere
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           Il modello Harrod Domar
• Implica che la crescita economica
  dipende dalle politiche economiche di
  incentivo agli investimenti, attraverso un
  sostegno al risparmio
• Gli investimenti possono essere resi più
  efficaci dall’innovazione tecnologica
• il modello conclude che un’economia non
  ottiene "naturalmente" il pieno impiego e
  una crescita stabile.
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                 Il modello duale
• Arthur Lewis (1954) sviluppò un modello
  a due settori
         – un settore agricolo tradizionale stagnante
           che veniva gradualmente rimpiazzato da un
           settore industriale moderno in espansione
           attraverso la manifattura e i servizi
         – l’eccesso di offerta di lavoro nel settore
           tradizionale attratta da salari maggiori nel
           settore moderno si trasferiva
         – Non c’erano limiti all’eccesso di offerta
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  • L’illimitata offerta di lavoro dal settore
    tradizionale consente di aumentare il
    numero di nuove industrie a salari
    constanti.
  • I lavoratori a produttività marginale
    nulla non contribuiscono alla produzione.
  • La terra coltivabile è limitata, per cui il
    prodotto marginale di un lavoratore
    aggiuntivo è nullo in base alla legge dei
    rendimenti decrescenti.
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 Il modello big push (grande spinta)
• Paul Rosenstein-Rodan, Ragnar Nurkse e Kurt
  Mandelbaum
• Sono necessari investimenti in infrastrutture
  e piani per stimolare l’industrializzazione
• Le decisioni di investimento dipendono dalle
  aspettative delle imprese sulle decisioni delle
  altre imprese
• Il settore privato non riesce a procacciarsi le
  risorse con le proprie forze
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 Con la tecnologia              Y
 tradizionale (linea verde)
 ogni settore produce la
 propria quota di output con
 ogni lavoratore che produce
 un’unità di prodotto.
 Con la tecnologia moderna
                               Y3
 (linea rossa) un settore
 produce produce di più a
 causa della sua maggiore
 produttività (più di un’unità Y
                                 2
 per lavoratore) ma
 occorrono alcuni lavoratori Y
 per i compiti amministrativi, 1
 ragione per cui la linea
 rossa non parte dall’origine     0
 (0).                                                  L1        L2   L3         L

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Lo sviluppo economico
nel dopoguerra
Negli anni 1950 lo sviluppo
economico era soprattutto inteso
come uscita dal settore agricolo
verso la produzione industriale che
necessitava di nuovi mercati da
rifornire con beni manufatti.
I paesi della Comunità Europea
erano ottimisti, ma anche molto
preoccupati sui cambiamenti nel
modello produttivo e nel declino
dell’agricoltura, che portò a
provvedimenti a sostegno
dell’agricoltura , la Politica Agricola
Comune.
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                    Il modello di Rostow
• Modernizzazione fu fra i primi studi:
      – in tutti i paesi si osserva una sequenza di stadi
        economico-sociali
                • società agricola tradizionale è economia di
                  sussistenza basata su autoconsumi
                • precondizioni per il decollo industriale è istruzione
                  e nuove tecnologie produttive
                • decollo industriale è investimenti in innovazione
                • maturità è sviluppo del settore terziario
                • società dei consumi di massa

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   Critiche al modello di Rostow
 • Oggi si ritiene che lo sviluppo non
   coincida con l’aumento del PIL pro capite
 • Il modello non identifica le determinanti
   dello sviluppo
 • Non si addentra nella struttura sociale e
   istituzionale
 • Descrive solo quanto è accaduto in alcuni
   paesi occidentali

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                 Dipendenza
• Le risorse fluiscono da una “periferia”
  composta di paesi poveri ed arretrati verso
  un “centro” composto di paesi ricchi
• L’accumulazione di ricchezza da parte dei
  paesi ricchi avviene a spese dei paesi poveri
• Non tutte le società percorrono lo stesso
  sentiero di sviluppo
• Prima c’erano le colonie …

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         Il modello dei basic needs
• Introdotto dall’ILO (International Labor
  Organization) nel 1976 a contrasto della
  povertà nei paesi in via di sviluppo
• gli approcci allo sviluppo erano stati formulati
  seguendo modernizzazione e strutturalismo
  ma non avevano prodotto risultati
  soddisfacenti in termini di riduzione della
  povertà e di contrasto alla diseguaglianza nei
  paesi in via di sviluppo.
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  basic needs, bisogni primari
• Definisce un livello minimo assoluto di
  risorse necessarie per un benessere
  fisico di lungo periodo
         – 1° acqua, cibo, abbigliamento, alloggio
         – 2° istruzione, sanità, igiene e internet
• Calcola la quantità di reddito necessaria
  a soddisfare questi bisogni
• definisce la linea di povertà sotto
  questo livello
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               Sviluppo umano dal 1990
• Amartya K. Sen & Mahbub ul Haq
• Multidimensionale
         – Salute
         – Istruzione
         – Risorse
• Ampliamento delle libertà individuali
         – Funzionamenti
         – Capacità

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