Tecnologie per la modifica chimico-strutturale di superfici solide - Democenter

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Tecnologie per la modifica chimico-strutturale di superfici solide - Democenter
Tecnologie per la modifica chimico-
                 strutturale di superfici solide
                 Case Study – I trattamenti superficiali e il cromo esavalente

                                            Luca Lusvarghi
                                       luca.lusvarghi@unimore.it

SHORT MASTER - Tecnologie avanzate per la surface engineering di materiali di interesse industriale – 19 e 26 maggio 2016
Tecnologie per la modifica chimico-strutturale di superfici solide - Democenter
1          Cr(VI): UTILIZZI PER INGENGERIA DELLE SUPERFICI
In Europa, nel 2013, sono state utilizzate quasi 10 kT CrO3: 60% cromatura a spessore, 30% cromatura decorativa, 10% altri utilizzi

                                                                                    EFFETTO BARRIERA
     CROMATURA DURA                                                             ANTI-USURA & -CORROSIONE
                                                      10 – 500 µm
       A SPESSORE
                                                                                           Presenza di Cr6+ nel
    Il mercato annuale della cromatura
      a spessore, sebbene le fonti non                                                    bagno di processo ma
     siano del tutto univoche, è di circa                                                 non nel prodotto finito
                3 miliardi di €.

                                                                                                      EFFETTO
    CROMATURA                                                         Bright Ni                       ESTETICO
    DECORATIVA
                                                                      Opaque Ni              Presenza di Cr6+ nel
                                                                                            bagno di processo ma
                                                                                            non nel prodotto finito

                                                                                                                   Organic layer
          PASSIVAZIONE DELLE                                                                                          (paint)
                                                                                  CONVERSION
               SUPERFICI                                                          COATING
            (CROMATAZIONE)                                                                                            Al alloy

                                                            EFFETTO BARRIERA +
                                                  CAPACITÀ DI AUTO-RIPARAZIONE (IONI CrO42-)
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1                    PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA

    L’anidride cromica (CrO3) e gli acidi da questa formati in soluzione acquosa sono notoriamente
                                pericolosi per la salute e per l’ambiente.
             Ciò sta portando a crescenti restrizioni normative su tutti i suoi usi industriali
                            CLASSIFICAZIONE DI PERICOLOSITÀ DEL CrO3
     Secondo il «Regolamento (CE) n. 1272/2008, relativo alla classificazione, all'etichettatura e
                   all'imballaggio delle sostanze e delle miscele» (direttiva CLP)

          Solidi comburenti (Categoria 1), H271
          Tossicità acuta, Orale (Categoria 3), H301
          Tossicità acuta, Inalazione (Categoria 2), H330
          Tossicità acuta, Dermico (Categoria 3), H311
          Corrosione cutanea (Categoria 1A), H314
          Sensibilizzazione delle vie respiratorie (Categoria 1), H334
          Sensibilizzazione cutanea (Categoria 1), H317
          Mutagenicità delle cellule germinali (Categoria 1B), H340
          Cancerogenicità (Categoria 1A), H350
          Tossicità per la riproduzione (Categoria 2), H361f
          Tossicità specifica per organi bersaglio - esposizione ripetuta (Categoria 1), H372
          Tossicità acuto per l'ambiente acquatico (Categoria 1), H400
          Tossicità cronica per l'ambiente acquatico (Categoria 1), H410
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1                     PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA
Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei prodotti finiti

1) DIRETTIVA 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso
«è opportuno proibire, in particolare, l'impiego di piombo, mercurio, cadmio e cromo esavalente. Tali metalli pesanti
dovrebbero essere impiegati soltanto in determinate applicazioni, indicate in un elenco da riesaminare periodicamente»

2) DIRETTIVA 2002/95/CE sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle
apparecchiature elettriche ed elettroniche
3) REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione,
l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia
europea per le sostanze chimiche
ALLEGATO XVII - RESTRIZIONI IN MATERIA DI FABBRICAZIONE, IMMISSIONE SUL MERCATO E USO DI TALUNE SOSTANZE,
MISCELE E ARTICOLI PERICOLOSI

«Sostanze […] classificate come cancerogene di categoria 1A o 1B o cancerogene di categoria 1 o 2»: «Non sono ammessi
l’immissione sul mercato o l’uso: come sostanze, come componenti di altre sostanze, o nelle miscele, per la vendita al
pubblico quando la concentrazione singola nella sostanza o nella miscela è pari o superiore al pertinente limite di
concentrazione specifico indicato nell’allegato VI, parte 3, del regolamento (CE) n. 1272/2008, o alla pertinente
concentrazione specificata nella direttiva 1999/45/CE [0.1% NDR], qualora nella parte 3 dell’allegato VI del regolamento
(CE) n. 1272/2008 non sia indicato nessun limite di concentrazione specifico.
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1                 PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA
Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei processi produttivi

Direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (nota come
direttiva IPPC)

Principi fondanti:
(1) Approccio integrato
(2) “Migliore tecnica disponibile (best available technique)”
(3) Flessibilità
(4) Partecipazione pubblica

La direttiva ha un effetto diretto sulla cromatura decorativa, perché una “migliore tecnologia
disponibile”, la cromatura decorativa a bagni di Cr(III), è già industrialmente disponibile.
La direttiva consente di mantenere una tecnologia esistente, anche in presenza di una «migliore
tecnologia disponibile», se questa non soddisfa tutti i requisiti tecnici.
La cromatura da Cr(VI) e quella da Cr(III) producono effetti estetici non equivalenti:
quest'argomento viene utilizzato per giustificare la prosecuzione nell’utilizzo di impianti
decorativi a base di bagni di Cr(VI)
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1                 PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA
Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei processi produttivi

REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione
e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le
sostanze chimiche
+ REGOLAMENTO (UE) N. 348/2013 (17 Aprile 2013) recante modifica dell’allegato XIV del
regolamento (CE) n. 1907/2006
Relativamente alle sostanze chimiche usate in quantità >1 Tonn/anno, per le quali si applicano le
disposizioni della normativa REACH, «un fabbricante, importatore o utilizzatore a valle si astiene
dall'immettere sul mercato una sostanza destinata ad un determinato uso e dall'utilizzarla egli
stesso se tale sostanza è inclusa nell'allegato XIV» entro una «data di scadenza» (sunset date)
specificata nell’allegato stesso, a meno che non sia stata ottenuta un’autorizzazione alla
continuazione d’uso dietro presentazione di una domanda, entro una specificata data limite.
L’autorizzazione può essere richiesta dal fabbricante, importatore o utilizzatore stesso, da un
utilizzatore situato immediatamente a valle nella catena di approvvigionamento, oppure «gli
utilizzatori a valle possono utilizzare una sostanza […] purché l'uso sia conforme alle condizioni
previste da un'autorizzazione rilasciata per tale uso ad un attore situato a monte della catena
d'approvvigionamento».
L’autorizzazione deve includere un’analisi della pericolosità e dei rischi, un’analisi comparativa
delle conseguenze socio-economiche, e un’analisi delle alternative.
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Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei processi produttivi

REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione
e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le
sostanze chimiche
+ REGOLAMENTO (UE) N. 348/2013 (17 Aprile 2013) recante modifica dell’allegato XIV del
regolamento (CE) n. 1907/2006
Esiste inoltre un’esenzione «dall'obbligo di autorizzazione, a condizione che il rischio [per
specifici usi di una sostanza] sia adeguatamente controllato, in base alla vigente normativa
comunitaria specifica che impone prescrizioni minime per l'uso della sostanza connesse alla
protezione della salute umana o alla tutela dell'ambiente».

Mentre la normativa USA impone limiti specifici all’esposizione da Cr(VI) nel luogo di lavoro, non
esiste una normativa europea armonizzata in tale ambito, quindi quest’esenzione non è
applicabile al CrO3.
Esistono limiti specifici solo secondo alcune normative nazionali, la più restrittiva delle quali è
quella francese, che prevede un limite di esposizione da Cr(VI) di 1 μg/m3 (TWA).

https://echa.europa.eu/documents/10162/13632/intermediates_en.pdf
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Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei processi produttivi

REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione
e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le
sostanze chimiche
+ REGOLAMENTO (UE) N. 348/2013 (17 Aprile 2013) recante modifica dell’allegato XIV del
regolamento (CE) n. 1907/2006
Il CrO3 e gli acidi e oligomeri da questo generati sono stati inclusi nell’allegato XIV, con sunset
date prevista per il 21/09/2017.

Entro il termine ultimo del 21/03/2016 sono state presentate varie richieste di autorizzazione.
Oltre a richieste di singoli utilizzatori (spesso ditte di grandi dimensioni: Bosch, Federal Mogul,
Praxair, Nexter), i principali importatori e utilizzatori EU di CrO3, riuniti nel consorzio «CTAC»
(Chromium trioxide authorisation consortium), hanno preparato 5 richieste di autorizzazione
che coprono tutti gli usi principali, fra cui la cromatura decorativa e a spessore, la cromatazione
e l’uso per anodizzazione in ambito aeronautico, ecc.
http://echa.europa.eu/addressing-chemicals-of-concern/authorisation/applications-for-authorisation
echa.europa.eu/addressing-chemicals-of-concern/authorisation/applications-for-authorisation-previous-consultations

La valutazione di queste richieste è tuttora in corso e l’EChA non ha ancora comunicato
decisioni.
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1                PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA
Negli USA, l’agenzia per la sicurezza e la salute sul lavoro (occupational safety and health
administration - OSHA) ha imposto un limite di esposizione dal Cr(VI) in ambiente industriale
pari a 5.0 μg/m3, con una soglia d’intervento (action level) di 2.5 μg/m3.
La normativa non si applica alla sola cromatura, ma a qualsiasi processo industriale.

L’agenzia per la protezione dell’ambiente (Environmental Protection Agency - EPA) ha inoltre
fissato limiti specifici di emissione di Cr(VI) da bagni di cromatura:
- 0.015 mg/m3 per bagni già esistenti, di piccole dimensioni (< 60 M Amp-hr/year)
- 0.011 mg/m3 per bagni già esistenti, di grandi dimensioni (≥ 60 M Amp-hr/year)
- 0.006 mg/m3 per qualsiasi bagno di nuova costruzione
    National Center For Environmental Research – U.S. ENVIRONMENTAL PROTECTION AGENCY
                                EPA Contract Number: EPD06053

Previous market studies and completed hard chrome alternatives work had projected that
carbide thermal spray technology would replace 70 percent of chrome plating in aerospace and
25 percent of all other chrome plating operations by 2011, based on an $8 per pound cost for
tungsten carbide (WC) from China and on OSHA adopting a low permissible exposure limit
(PEL) of 1 μg/m3 . Unfortunately, WC prices have increased—not decreased—in the face of
increasing demand, and the final OSHA ruling was 5 μg/m3. This level can be met with much
lower investment than the feared 1 μg/m3 limit. These two facts reduce the economic viability
and hence market penetration of hard chrome alternatives.
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Cromatura a spessore
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2            PROPRIETÀ DELLA CROMATURA A SPESSORE
                     OVERVIEW                      scheme of EHC process
- silver glance                                                 cathode (-)
                                                   exhaust
- temperature resistance up to 400 °C
                                                      anode (+)       fixture
- hardness: 900 - 1’100 HV
  (macrohardness 65 - 70 HRC / 55 - 60 HRC)

- good abrasion resistance                             H2 bubbles
                                                                        workpiece
- coating thickness: 50 - 1000 µm
                                                       electrolyte
- easy to grind and polish/finish
- high surface quality (smooth, low Rz, Ra)
                                                             Me2+ + 2e- --> Me
- low friction coefficient                                   (2H+ + 2e- --> 2H)
- low wettability(however
   microcracks can serve as lubricant reservoir)
- low adhesion to other materials
LA CROMATURA DECORATIVA DA Cr(VI)
              e-

                                           Reazione di deposizione
                        Cr2O7=
                                        Cr2O7-2 + 14H+ + 12e-  2Cro + 7H2O

                        H+                   Reazioni “parassita”

                   H2                               2H+ + 2e-  H2

                         SO4=
                                           Cr2O7-2 + 14H+ + 6e-  2Cr+3 + 7H2O

                                                   OSSERVAZIONE: la reazione parassita
               componente da rivestire             dell’idrogeno arriva a consumare fino al
                                                   80-90% della corrente elettrica fornita
                                                   per il processo di cromatura. Notevoli
Da una soluzione contenente solo acido cromico
                                                   quantità di gas si formano presso il
 (indipendentemente dalla sua concentrazione,      catodo
  dalla temperatura e dalla densità di corrente)    OSSERVAZIONE: la formazione di Cr3+
   NON è possibile ottenere depositi di cromo.     viene invece controllata dalle reazioni
                                                   all’anodo
LA CROMATURA DECORATIVA DA Cr(VI): “I CATALIZZATORI”
Introducendo in una soluzione acquosa di acido cromico quantità via via crescenti di acido solforico, si ottiene una
cromatura sempre più accettabile per aspetto estetico, penetrazione, assenza di bruciature, velocità di deposizione,
etc. Si ha, quindi, un miglioramento globale delle prestazioni del bagno di cromo, che raggiunge il suo punto di massimo
quando la concentrazione di acido solforico è pari all'1% della concentrazione dell'acido cromico. Se si continua ad
aumentare la concentrazione dell’acido solforico, le prestazioni del bagno tendono progressivamente a peggiorare
fino ad arrivare ad una totale assenza di deposizione di cromo. L’H2SO4 quindi promuove la riduzione del cromo senza
partecipare alla reazione, agendo come catalizzatore di elettrodeposizione. Ci sono altri “catalizzatori”, come gli ioni
cloruro (Cl-), fluoruro (F-) e fluosilicato (SiF62-), ma risultano molto più aggressivi per i componenti da cromare. Sono
stati raggiunti risultati eccellenti con i bagni “a catalizzatori misti” a base di solfati e fluoruri.

                                                                                   rapporto di concentrazione
Una spiegazione
proposta è la                                                                     acido cromico/acido solforico
formazione di un
complesso con gli
ioni solfato tale che:
1) lo ione dicromato
forma il complesso
con il solfato
2) Cr6+  Cr3+
3) idrolisi acida
4) Cr2+  Cr0
OSSERVAZIONE:
sono gli ioni solfato
ad agire  posso
aggiungere anche
solfato di sodio
EFFICIENZA – 20%
                   EFFICIENZA – 30%

                                        LA CROMATURA
                                          A SPESSORE:
                                         TIPI DI BAGNO

                         Relatively recently an organic
                         acid radical in the form
                         of alkene-sulfonic acid [e.g.,
                         methane disulfonic acid,
                         CH2(SO3H)2, or one of its alkali
                         metal salts] has been
                         successfully included in the high-
                         efficiency etch-free,
                         (HEEF) formulation introduced
                         by Atotech, Inc. (USA)
2
2           PROPRIETÀ DELLA CROMATURA A SPESSORE
    SUPERFICIE E SEZIONE                            SUPERFICI DI FRATTURA

     5 µm
               50 µm           I riporti in Cr duro a spessore sono densi, con una
                               struttura cristallina molto fine costituita da grani colonnari
                               di α-Cr (c.c.c.) di dimensione 10 – 100 nm, con una tipica
                               orientazione preferenziale secondo la direzione {111}.
                               I riporti hanno una struttura lamellare a causa del
                               periodico interrompersi e riavviarsi del processo di
                               nucleazione e crescita.
       50 µm
                               Essi sono microcriccati a causa delle tensioni residue
                               trattive sviluppate in accrescimento (fino a 1 GPa), ma le
                               microcricche hanno estensione limitata e non
                       50 µm
                               attraversano lo spessore di riporti di almeno 100 μm
2
2                   PROPRIETÀ DELLA CROMATURA A SPESSORE
                         PROFILI DI TENSIOI RESIDUE                                          EFFICIENZA CATODICA

            J. Pina, A. Dias, M. François, J.L. Lebrun, Surf. Coat. Technol. 96 (1997) 148

Le tensioni residue sono dovute principalmente alla
incorporazione di H nel rivestimento, dovuta alla reazione
“parassita” H+ → H0. Solo
2
2                         PROPRIETÀ DELLA CROMATURA A SPESSORE
                                             RESISTENZA A FATICA DI COMPONENTI CROMATI

H.J.C. Voorwald, R. Padilha, M.Y.P. Costa, W.L. Pigatin, M.O.H. Cioffi, Int. J. Fatigue 29(4) (2007) 695

A causa della microcriccatura e delle tensioni residue
trattive, i riporti in cromo a spessore causano un
decremento della resistenza a fatica di componenti (in
acciaio) rivestiti.
Test di flessione rotante mostrano la formazione di
cricche di fatica all’interno dello strato di cromatura e la
loro successiva propagazione all’interno del substrato.
Il problema può essere mitigato da uno strato
intermedio di Ni chimico, grazie alla sua maggiore
duttilità e alle sue tensioni residue compressive. W.A. González-Hermosilla, D. Chicot, J. Lesage, J.G. La Barbera-Sosa, I.C. Gruescu,
                                                                                                           M.H. Staia, E.S. Puchi-Cabrera, Mater. Sci. Eng. A 527(24-25) (2010) 6551
2
2               PROPRIETÀ DELLA CROMATURA A SPESSORE
                  CAMPI DI APPLICAZIONE

    •   Steli pneumatici e oleodinamici
    •   Carrelli d’atterraggio
    •   Valvole, tenute e altri elementi per pompe
        e impianti idraulici
    •   Componenti automotive
    •   Rulli (stampa, cartiera, acciaieria, …)
    •   Industria della plastica (stampi, viti di
        estrusione, …)
    •   Industria mineraria
    •   Oil & gas (valvole, …)
    •   Componentistica varia per machine
        automatiche (packaging, food & beverage,
        tessile, …)
3
3                       TECNOLOGIE ALTERNATIVE

- Elettrodeposizione da bagni di Cr(III)
- Deposizione chimica («electroless») di Ni(P) / Ni(B)
- Elettrodeposizione di Co(P) nanocristallino
- Termospruzzatura (HVOF / HVAF)

- Altri processi di termospruzzatura (e.g. plasma spray)
- Deposizione sotto vuoto da fase vapore (PVD / CVD)
- Trattamenti termochimici degli acciai
  (nitrurazione, nitrocarburazione/carbonitrurazione, post-ossidazione, ecc…)
OSSERVAZIONE: benché più complessa da
                       gestire, la deposizione da corrente pulsata
                       può portare ai seguenti vantaggi:
                       1) maggiore concentrazione di specie
                           metallica da ridurre presso il catodo
                       2) maggiore purezza del rivestimento
                           perché le specie “estranee” hanno >
                           tempo di migrare in soluzione
 ELETTRODEPOSIZIONE    3) maggior energia libera per gli ioni da
CON CORRENTE PULSATA       ridurre  maggiore nucleazione e
                           densità del film
ELETTRODEPOSIZIONE PULSATA – RIVESTIMENTI NANOSTRUTTURATI

                            nano Co

                  poli Ni

                                              NANO

                                              MICRO

                            Il prodotto
      nano Ni               commerciale
                            BREVETTATO
                            della Integran
                            Technologies
                            (USA)
                            è a base Co-P:
                            •raffinamento
                            estremo del
                            grano
                            • presenza di P
                            + trattamento
                            termico
3
3                                                        ALTERNATIVE – n-Co(P)
Processo brevettato dalla Integran Technologies (Canada) col nome commerciale di Nanovate™.
U. Erb, M.A. El-Sherik, US Patent 5,352,266
 Disponibile solo su licenza dalla ditta sviluppatrice

Durezza limitata (
3
3                                             ALTERNATIVE – n-Co(P)
Processo brevettato dalla Integran Technologies (Canada) col nome commerciale di Nanovate™.
U. Erb, M.A. El-Sherik, US Patent 5,352,266
 Disponibile solo su licenza dalla ditta sviluppatrice

Durezza limitata (
4
4                  ALTERNATIVE – TERMOSPRUZZATURA
      PROCESSI DI PRINCIPALE INTERESSE PER LA SOSTITUZIONE DELLA CROMATURA GALVANICA
    High Velocity Air-Fuel (HVAF)              High Velocity Oxygen-Fuel (HVOF)

Tecnologia di recente sviluppo
                                                                      Tecnologia consolidata
Basse temperature di fiamma T (≤1500-1600°C)
                                                 Maggiori temperature di fiamma (≤3100 °C)
 Prevenzione dell’alterazione termica del
materiale spruzzato                              Alterazioni termiche modeste ma presenti

 Deposizione principalmente tramite flusso      Deposizione di materiale fuso o semi-fuso
plastico (allo stato solido)                    (flusso plastico e flusso viscoso compresenti)
4
4                                 ALTERNATIVE – TERMOSPRUZZATURA
    LIMITI
 - Tecnologia non adatta a depositare bassi spessori (
4
4                   ALTERNATIVE – TERMOSPRUZZATURA
    LIMITI
- Tecnologia non adatta a depositare bassi spessori ( Maggiori costi di lavorazione

- Le condizioni di lavorazione devono essere
  mantenute sotto controllo per evitare di indurre
  difetti (cricche, …) in rivestimenti particolarmente
  duri
                                               N.Ben Salah, Producibility testing on WC-CoCr HVOF coating for landing gears application:
                                               surface finishing, Héroux Devtek Material Report HM-010, 2003
4
4                        TERMOSPRUZZATURA - MATERIALI
- WC-Co
- WC-Co-Cr
- Cr3C2-NiCr
- WC-NiCrBSi
- WC-(W,Cr)2C-Ni
- WC-FeCrAl
- Leghe a base Ni
  (NiCrBSi, Inconel, …)
- Leghe a base Co
  (Tribaloy, Stellite)
- Leghe a base Fe
4
4              TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A USURA
      TEST DI USURA PER STRISCIAMENTO (BALL-ON-DISK, ASTM G99)
                       Controparte: Al2O3, Ø=6 mm
                               Carico = 10 N
                  Distanza = 5000 m, Velocità = 0.10 m/s
Cromatura                    HVOF WC-Co

       2.5 mm                                    350 μm

                                                                 La maggior resistenza a usura, sia
                                                                 per abrasione, sia per strisciamento,
                                                                 è forse il vantaggio più significativo
                                                                 dei rivestimenti termospruzzati (in
                                                                 materiale cermet), e può consentire
                                                                 un significativo prolungamento della
                                                                 vita di esercizio del componente
                                                                 rivestito, compensando così il
                                                                 maggior costo del processo di
profondità: 110 μm                                               ricoprimento, causato dall’elevato
                                                                 costo delle materie prime e dal
                              profondità: 0.4 μm                 consumo di gas.
4
4            TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A USURA
                                      HYDRAULIC SEAL TESTING
    Banco prova

    Schema del banco prova
                                                   Simulazioni a banco prova delle prestazioni di tenute
                                                   striscianti, riportate nella letteratura scientifica,
                                                   indicano minor danneggiamento del riporto e
                                                   minori perdite idrauliche con pistoni rivestiti in WC-
                                                   CoCr rispetto a pistoni cromati
                                                 B.D. Sartwell et al., Validation of HVOF Thermal Spray Coatings as a Replacement for
                                                 Hard Chrome Plating on Hydraulic/Pneumatic Actuators, NRL Report WP-0038-FR, 2006

         Advances in Surface Engineering – Hard Chromium Replacement by Thermal Spray Coatings
4
4                        TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A FATICA

                                                                                               HVOF

                                                                                       Cromatura

A. Agüero, F. Camón, J. García de Blas, J.C. del Hoyo, R. Muelas, A. Santaballa, S. Ulargui,      M.P. Nascimento, R.C. Souza, I.M. Miguel, W.L. Pigatin, H.J.C Voorwald, Surf.
P. Vallés, J. Therm. Spray Technol. 20(6) (2011) 1292                                             Coat. Technol. 138(2-3) (2001) 113

M.P. Nascimento, R.C. Souza, I.M. Miguel, W.L. Pigatin, H.J.C Voorwald, Surf. Coat. Technol. 138 (2001) 113        W.A. González-Hermosilla, et al.,Mater. Sci. Eng. A 527
                                                                                                                   (2010) 6551
4
 4                    TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A CORROSIONE
                      TEST DI POLARIZZAZIONE ELETTROCHIMICA                     IN HCl 0.1M
 Thin EHC                                     Thick EHC                                               Cromature troppo sottili non sono
                                                                                                      protettive (cricche passanti) e causano
                                                                                                      forte corrosione galvanica di substrati
                                                                                                      in acciaio. Cromature
                                                                                                      sufficientemente spesse (≥100 μm)
                                                                                                      sono invece molto protettive.
                                                                                                      I riporti termospruzzati presentano
                                                                                                      spesso delle porosità interconnesse,
                                                                                                      costitute da percorsi interlamellari
                             5 µm                                                       50 µm         spesso non identificabili con
 G. Bolelli, R. Giovanardi, L. Lusvarghi, T. Manfredini, Corr. Sci. 489(11) (2006) 3375               un’analisi metallografica

 Cr3C2-NiCr HVOF – non corroso                                                        Cr3C2-NiCr HVOF - corroso

Image courtesy of Dr. H. Koivuluoto, TUT
4
4          TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A CORROSIONE
              TEST CORRODKOTE (ASTM B380) – 100 ore
                                                               Possibili soluzioni al problema
                                                               della porosità interconnessa:
    WC-CoCr HVOF non sigillato
                                      WC-CoCr HVOF sigillato
                                                               1) Sigillatura
                                                               = impregnazione delle porosità
                                                               aperte, ad es. con resine, cere o
                                                               soluzioni di precursori inorganici
                                                               (es.: fosfati di Al).

                                                               La qualità della sigillatura può
                                                               variare fortemente da fornitore a
                                                               fornitore.
    WC-CoCr HVOF non sigillato        WC-CoCr HVOF sigillato
                                                               La porosità aperta non è
                                                               interamente eliminata ma ridotta
                                                               a livelli sufficientemente bassi da
                                                               ridurre la penetrazione degli
                                                               agenti corrosivi entro livelli
                                                               accettabili

                                                               La ricerca scientifica su questo
                                                               specifico argomento è scarsa,
                                                               l’operazione assomiglia a
                                                               un’«arte».
4
4                    TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A CORROSIONE
                     TEST DI POLARIZZAZIONE ELETTROCHIMICA                     IN HCl 0.1M
                                                                                                     Possibili soluzioni al problema della
Thin EHC                                     Thick EHC                                               porosità interconnessa:

                                                                                                     2) Processo HVAF
                                                                                                     Grazie all’elevatissima velocità
                                                                                                     d’impatto delle particelle, i
                                                                                                     rivestimenti HVAF, specie in materiale
                                                                                                     cermet, se depositati in condizioni
                                                                                                     ottimali, risultano densi e privi di
                            5 µm                                                       50 µm
                                                                                                     porosità interconnesse
G. Bolelli, R. Giovanardi, L. Lusvarghi, T. Manfredini, Corr. Sci. 489(11) (2006) 3375

Cr3C2-NiCr HVAF non corroso                                                         Cr3C2-NiCr HVAF - corroso
4
4                    TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A CORROSIONE
                     TEST DI POLARIZZAZIONE ELETTROCHIMICA                     IN HCl 0.1M
                                                                                                      Possibili soluzioni al problema della
Thin EHC                                     Thick EHC                                                porosità interconnessa:

                                                                                                      2) Processo HVAF
                                                                                                      Grazie all’elevatissima velocità
                                                                                                      d’impatto delle particelle, i
                                                                                                      rivestimenti HVAF, specie in materiale
                                                                                                      cermet, se depositati in condizioni
                                                                                                      ottimali, risultano densi e privi di
                            5 µm                                                       50 µm
                                                                                                      porosità interconnesse
G. Bolelli, R. Giovanardi, L. Lusvarghi, T. Manfredini, Corr. Sci. 489(11) (2006) 3375

Cr3C2-NiCrHVAF
WC-CoCr    HVAFnon corroso                                                          Cr
                                                                                    WC-CoCr
                                                                                      3C2-NiCrHVAF
                                                                                               HVAF- -corroso
                                                                                                       detail
Cromatura decorativa
2
1        CROMATURA DECORATIVA DA Cr(VI): processo

Cr(VI)   Etching dei substrati plastici

         Attivazione (PdCl2 e SnCl2)
                                                   Pretrattamenti
                                                   (specifici per substrati in plastica, ABS)
         Electroless Ni

         Ramatura

         Nichelatura (bright, semibright, satin)   Processo principale
                                                   (sequenza di diversi coating galvanici, selezionati in
         Nichelatura (microcracks/microporous)
                                                   base alla finitura desiderata)
Cr(VI)   Cromatura (spessori inferiori a 0.5 μm)

         Risciacqui e asciugatura                   Post-trattamenti

                                                                                         Bright e semi-bright Ni differiscono per potenziale
                                                                                         e contenuto di S (diverso rapporto solfati/cloruri
                                                                                         nel bagno) quindi hanno diversa resistenza a
                                                                                         corrosione (semi-bright non ha S e resiste meglio)
2
1      CROMATURA DECORATIVA DA Cr(VI): proprietà
    - Resistenza a corrosione
    - Resistenza ad agenti chimici
    (detergenti, H2O2, HClO, ecc..)

    - Resistenza ad usura e abrasione
     (elevata durezza e basso coeff. attrito)             Struttura microcriccata (incrementa resistenza a
                                                          corrosione); spesso viene indotta anche struttura
    - Basso rilascio di Ni                                microporosa.
     (< 0,5 μg/cm2 a settimana per contatto pelle)

    - Resistenza a luce solare e UV
    - Resistenza a cicli termici e calore
    - Elevata adesione
    - Proprietà estetiche (brillante, tonalità azzurra)

                                                            Coefficienti di attrito di diverse coppie metallo/metallo,
                                                            N. V. Mandich and D.L. Snyder,                    Modern
                                                            Electroplating 5th ed., Wiley, New Jersey (2010)
3
2                      TECNOLOGIE ALTERNATIVE

    - Elettrodeposizione da bagni di Cr(III)
                                                               Alternative più
    - Elettrodeposizione di leghe alternative                   promettenti
    - Rivestimenti PVD

    -   Rivestimenti CVD
    -   Nichelatura (chimica o galvanica, anche multistrato)     Alternative
    -   Rivestimenti DLC                                          valide per
    -   Anodizzazione decorativa (variazione substrato)          applicazioni
    -   Acciai inossidabili (variazione substrato)                specifiche
    -   Vernici
LE TECNICHE PVD (Physical Vapour Deposition) & CVD (Chemical Vapour Deposition)
La Deposizione Chimica in Fase di Vapore       La Deposizione Fisica in Fase di Vapore (PVD)
(CVD) è un processo in cui un composto         raggruppa un famiglia di processi in fase vapore ed è
volatile del materiale da depositare viene     utilizzato per descrivere varie tecniche per
fatto reagire con altri gas per produrre un    depositare film sottili attraverso la condensazione
                                               su varie superfici del materiale vaporizzato da
solido non volatile che si deposita
                                               materiali solidi (“target”, “catodi”)  implica
atomisticamente su un substrato, che in        l’estrazione del materiale da un solido in forma di
pratica catalizza la reazione ed è riscaldato  atomi o molecole e la loro condensazione e
alla temperatura ottimale affinchè la reazione nucleazione su un substrato.
avvenga in modo ottimale.                      • Il materiale vaporizzato può consistere anche di ioni
                                                    •   Spesso vengono fatti reagire chimicamente con un
   REAGENTI (gas)  reazione chimica e                  gas o più gas introdotti in camera di deposizione
 condensazione del RIVESTIMENTO (solido)                (“PVD reattivo”).

                                                        Evaporazione da un TARGET (solido)
                                                     condensazione del RIVESTIMENTO (solido)

                                                                                                    50μm
LE TECNICHE PVD (Physical Vapour Deposition) & CVD (Chemical Vapour Deposition)
 Nelle tecniche CVD, la difficoltà consiste nel far giungere i gas precursori in modo uniforme sulla superficie
del campione  se il componente è alla giusta temperatura di reazione e il flusso è uniforme, ogni parte
della sua superficie raggiunta dai gas verrà rivestita in modo uniforme. NON è una tecnica a linea di vista.
 Nelle tecniche PVD, il materiale in forma di vapore estratto dal target solido viaggia idealmente in linea
retta o, al più può subire, deviazioni dovuti a scattering (diffusione) con altre specie atomiche allo stato di
vapore. SI TRATTA di una tecnica a linea di vista.

                                            CVD                                                  PVD
                                                                    TARGET
   GAS PRECURSORI

                                            substrato

       vL         g  L3T
 Re       ; Grt 
                     2
 • ρ = densità del gas; v = velocità; L =
 dimensione del reattore; η = viscosità
 • g = accelerazione di gravità; β = CTE
 volumetrico; T = differenza tra la
 Tsuperficiale (=> substrato) – Tcamera

        streamlines & isoterme
EVAPORAZIONE            TECNICHE PVD              SPUTTERING
I processi di deposizione PVD per              I processi di deposizione PVD per sputtering
evaporazione sono quelli nei quali il          consistono in un processo non-termico, dove
materiale del target subisce un passaggio in   gli atomi in superficie del “target” (la fonte
fase di vapore per via termica. In molte       del materiale) sono fisicamente espulsi dalla
applicazioni industriali, il riscaldamento è   superficie solida attraverso il trasferimento
generalmente ottenuto via resistenze           di quantità di moto causato dall’urto con
elettriche (“vacuum evaporation”), arco        particelle, che generalmente consistono in
catodico (“cathodic arc evaporation”) o        ioni accelerati di un gas allo stato di plasma.
fascio elettronico (“electron beam- PVD). La   Si distinguono nei casi di “sputtering” (es.: il
“fonte” del materiale che passa in stato di    metalizzatore dei campioni da analizzare al
vapore è anche detta “thermal vaporization     SEM) e “magnetron sputtering”, i più usati
source” o “catodo” nel caso della              in applicazioni industriali.
evaporazione ad arco.                          Es.: evaporazione reattiva (magnetron) sputtering
Es.: evaporazione reattiva                     – velocità di deposizione ~ 0.3 μm/h
ad arco catodico – velocità
di deposizione ~ 0.6μm/h
                                                        Ar+
TECNICHE PVD
La deposizione per evaporazione ad arco catodico è una tecnica che sfrutta la vaporizzazione della superficie
di un elettrodo (usualmente il catodo) in condizioni di scarica ad arco. Esse consistono in una corrente
elettrica provocata in una situazione di alta corrente-basso voltaggio attraverso un gas o i vapori
dell’elettrodo stesso. La tipica corrente d’arco è tra i 40 e i 100A.
 La maggior parte del materiale è evaporato termicamente dal catodo, ma in parte è espulso in condizioni
di gocce (“droplets”) fuse o particelle solide.
 Un’alta percentuale degli atomi vaporizzati sono allo stato di ioni.

                                                                                           droplet

                                                                             Droplet
                                                                     Vuoto

                                                                                                film
TECNICHE PVD

POLARIZZAZIONE DEL SUBSTRATO
(magnetron sputtering): ~ qualche centinaio di V
POTENZA INSTALLATA: 10 – 100 kW
3
4                                                    ALTERNATIVE – PVD
    Applicazione di SINGOLI STRATI PVD
    Per questa categoria di rivestimenti possono essere considerati
    riporti PVD di Cr, CrN, CrC, TiAlN, tutti dotati di tonalità di
    colore vicine al grigio (variabili dal grigio-argento del Cr e del
    CrN fino al grigio-antracite del TiAlN) oppure, sacrificando
    l’aspetto estetico, riporti PVD di TiN, ZrN e ZrCN, che hanno
    tonalità vicine al giallo (dal giallo dorato di TiN e ZrCN fino al
    giallo ottone del ZrN). Escludendo il Cr, tutti gli altri
    rivestimenti PVD elencati presentano proprietà meccaniche
    (resistenza ad usura e durezza) superiori a quelle del cromo
    galvanico decorativo.
                                                                                             SUBSTRATO (metallo o plastica)

     confronto fra le proprietà meccaniche di alcuni rivestimenti PVD e quelle di un
     tradizionale cromo galvanico esavalente (depositi con spessori di 0.5 μm applicati su
     un substrato di alluminio nichelato)

      Vasta gamma colori, anche se diversi da quello
      del cromo galvanico decorativo
3
4                                         ALTERNATIVE – PVD
    Applicazione di MULTI-STRATI organici/PVD
    La seconda categoria di rivestimenti applica il PVD all’interno di
    un multistrato che generalmente è strutturato secondo la
    seguente sequenza (a partire dal substrato):
    - Primer (organico)
    - PVD
    - Top-coat (organico o «ibrido»)

    Questo tipo di rivestimento multistrato è particolarmente
    utilizzato per substrati plastici, dove è fondamentale il primer
    organico per compensare le irregolarità della plastica (ottenuta
    per stampaggio ad iniezione) e fornire un fondo estremamente
    liscio e adatto alla successiva deposizione PVD, per massimizzarne
    la resa estetica; il top-coat va a bloccare il sottile strato PVD che, a
    trattamento finito, si ritroverà protetto all’interno di un sandwich
    trasparente. Entrambi i rivestimenti organici (primer e top-coat)
    sono in genere sistemi che reticolano per irraggiamento UV.
    Questo sistema appare già piuttosto diffuso a livello commerciale,         ePVTM proposto da Oerlikon
    come testimoniano le numerose aziende che propongono
    trattamenti di questo tipo (soprattutto per applicazioni
    automotive e per sanitari) sia per substrati plastici che per
    substrati metallici (es. cerchi in lega delle automobili).
3
4                                     ALTERNATIVE – PVD
    Applicazione di MULTI-STRATI organici/PVD

    Punti di forza
    - resa estetica (aspetto brillante)
    - resistenza a corrosione e rilascio
    - rivestimenti flessibili
    - intera paletta di colori PVD disponibile

    Problemi
    - limitata resistenza ad alte T
    - limitata resistenza ad usura (comunque antigraffio)
    - diversa percezione al tatto
3
4                                ALTERNATIVE – PVD
Solitamente la resistenza a corrosione di tali rivestimenti è ulteriormente garantita dal supporto di nichel
galvanico applicato come base, anche se questa prassi (tipica in applicazioni decorative) può portare a
problemi di rilascio di nichel qualora il rivestimento PVD non sia in grado di garantire un perfetto isolamento
fra nichel e ambiente. Oppure, nel caso dei layer organici, dalla capacità protettiva degli strati protettivi.

 I rivestimenti PVD sono resistenti alla                 I rivestimenti PVD proteggono corrosione ?
 corrosione ?

SI - Solitamente, i rivestimenti PVD
«decorativi» a base nitruri, carburi o
carbonitruri, sono resistenti anche ai cloruri.
Sono attaccati in pratica dai fluoruri o HF.
             DIFETTO LOCALE =>
        CORROSIONE «SOTTO SCHERMO»

                                                         SPESSO NO – La soluzione aggressiva spesso
                                                         percola sotto il rivestimento, in particolare
                                                         se sottile, e il substrato corrodendosi scalza
                                                         il rivestimento.
3
4                              ALTERNATIVE – PVD
multistrato a base TiN o CrN      film non danneggiato
          su ottone

                                                         zona di delaminazione
    zona di percolazione                                 del rivestimento causa
    locale della soluzione                               pressione dei prodotti
                                                              di corrosione
GRAZIE PER L’ATTENZIONE

                                            Luca Lusvarghi
                                       luca.lusvarghi@unimore.it

SHORT MASTER - Tecnologie avanzate per la surface engineering di materiali di interesse industriale – 19 e 26 maggio 2016
1
1                      PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA
Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei processi produttivi

REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione
e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le
sostanze chimiche
+ REGOLAMENTO (UE) N. 348/2013 (17 Aprile 2013) recante modifica dell’allegato XIV del
regolamento (CE) n. 1907/2006
Da notare che il regolamento REACH definisce «sostanza intermedia: una sostanza fabbricata,
consumata o utilizzata per essere trasformata, mediante un processo chimico, in un'altra
sostanza», e a queste si applica una serie di semplificazioni ed esenzioni, fra cui l’esenzione
dall’autorizzazione (e, analogamente, la quantità di una sostanza utilizzata come intermedio non
dovrebbe essere considerata nel calcolo della diffusione della sostanza ai fini della
classificazione come SVHC per eventuale inclusione nell’allegato XIV).
Tuttavia, secondo le linee-guida della EChA, non possono essere considerate sostanze
intermedie quelle il cui scopo principale non sia la sintesi di una diversa sostanza, ma
l’ottenimento di un prodotto finito e/o il conferimento di specifiche caratteristiche.
Si indica esplicitamente il trattamento di superficie come un caso di non-applicabilità della
definizione di «intermedio», e si esemplifica l’elettrodeposizione dei metalli come un caso in cui
il reagente non può essere considerato «intermedio» perché la sua finalità non è la sintesi di una
sostanza, ma è parte integrante del processo produttivo di un articolo finito.
https://echa.europa.eu/documents/10162/13632/intermediates_en.pdf
3
3          ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III)
I composti di Cr(III) non presentano la stessa pericolosità di quelli a base di Cr(VI), a in
particolare non risultano avere effetti cancerogeni
CrCl3·6H2O è la materia prima più frequentemente utilizzata per questi bagni.
Frasi di rischio secondo le schede di sicurezza dei fornitori:
H302        Nocivo se ingerito.

PROBLEMA: formazione di complessi anionici stabili per interazione con l’acqua (olazione)

La stabilità di questi complessi impedisce di fatto la scarica degli ioni Cr3+ al catodo, bloccando il
processo e/o compromettendo la qualità del riporto finale
 Ricerca sull’utilizzo di additivi (acido formico, urea, ecc…) che impediscano l’olazione,
  formando composti differenti, da cui la riduzione del Cr3+ sia possibile con buona efficienza
 Necessità di controllare strettamente il pH del bagno con tamponi per evitare l’olazione
 Necessità di utilizzare anodi in materiale opportuno per prevenire la formazione di Cr6+ nel
  bagno
 Necessità di operare in regime di corrente pulsata
3
3                  ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III)
I composti di Cr(III) non presentano la stessa pericolosità di quelli a base di Cr(VI), a in
particolare non risultano avere effetti cancerogeni
 Composizioni già adatte all’impiego industriale per cromatura decorativa (spessori
3
3                  ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III)
Produttori industriali stanno sviluppando e qualificando la tecnologia.
Un progetto di ricerca USA finanziato dall’EPA è allo stadio di prove sul campo in componenti
idraulici
                  MICROGRAFIE                                CICLO IN CORRENTE PULSATA

T. Hall, M. Inman, E.J. Taylor, Functional Trivalent Chromium: Hexavalent Chromium
Replacement Validation Program, 2013 CTMA Annual Partners Meeting
http://www.ncms.org/wp-content/NCMS_files/CTMA/2013CTMAPartnersMeeting/Faraday.pdf

“Trivalent chrome … in recent years has been shown to
produce a satisfactory chromium wear coating. While
                                                                                         M. Inman, Validation of Functional Trivalent Chromium Plating Process – Phase
much work has been undertaken to develop a viable hard                                                    II, NCMS-CTMA Symposium 2012, http://www.ncms.org/wp-
trivalent chrome coating … such efforts were stymied by                                          content/NCMS_files/CTMA/Symposium2012/Track2/1600Inman.pdf
difficulties in making the coatings thick enough for practical
wear applications. Most of the problems appear to have
been worked out, and … a fully commercially viable hard
trivalent chrome wear coating will provide serious
competition to conventional hexavalent hard chrome,
thermal spray, and other chrome alternatives”
Thermal Spray Wear Coatings Find Growing Markets and Greater Competition, Spraytime 20(1) (2013) 1-7
3
3                            ALTERNATIVE – Ni CHIMICO
                                                                         Ni-P / Ni-B
             Proprietà                    Ni-P / Ni-B                                             Cromatura
                                                                        T.T. @400 °C
                                       ≈550–600 (medio-alto P)        900–1100 (medio-alto P)
Durezza (HV0.3)                                                                                     850 – 1100
                                              ≈700 (basso P, B)               ≈900 (basso P, B)
Spessori (μm)                                                 1000
Tensioni residue (MPa)                               -20 ÷ +20                             N/A     +200 ÷ +800
Tasso di usura [mm3/(Nm)]:
                                                        10-3 ÷ 10-4                 10-5 ÷ 10-6      10-4 ÷ 10-5
ball-on-disk contro Al2O3
Tasso di usura [mm3/(Nm)]:
                                                        10-3 ÷ 10-4
NICHEL CHIMICO
   La resistenza alla corrosione dei rivestimenti Ni-P dipende dalla loro
                               composizione.
 la maggior parte dei rivestimenti si pasivano naturalmente e sono
molto resistenti agli attacchi nella maggior parte degli ambienti.
 però il loro grado di passivazione e di resistenza alla corrosione sono
fortemente dipendenti dal contenuto in P:
• i rivestimenti che contengono più del 10% di P sono più resistenti
all’attacco che quelli con basso contenuto di P in ambienti neutri o
acidi.
• I rivestimenti con basso contenuto di P (3-4%) sono più resistenti ad precipitati Ni P
                                                                                      3
ambiente fortemente alcalini che quelli con maggior contenuto
 i rivestimenti possono arrivare a contenere anche una bassa
percentuale di altre sostanze contenute nel bagno, come gli stabilizzanti     matrice di nichel
(Pb, Sn, Cd, etc..), e vedere decrescere notevolmente la loro resistenza a
corrosione a causa della loro presenza.
             La resistenza alla corrosione dei rivestimenti Ni-P
                      dipende dal trattamento termico
Una delle principali variabili che influiscono sulla resistenza alla
corrosione dei rivestimenti Ni-P è il trattamento termico post-processo.
• una volta trattati termicamente a T > 220°C, le particelle di Ni3P
iniziano a formarsi, riducendo la quantità di fosforo nel materiale e
questo riduce la resistenza a corrosione del coating.
• le particelle creano delle celle galvaniche di corrosione, contribuendo
ulteriormente alla corrosione del rivestimento.
• indurendosi, il deposito subisce un fenomeno di ritiro, che può
indurre cricche nel rivestimento ed esporre il substrato all’attacco
corrosivo
CONCLUSIONI
- La necessità di sostituire la cromatura a spessore può essere determinata da due fattori
               RAGIONI TECNICHE                             ESIGENZE E IMPOSIZIONI NORMATIVE
I limiti della cromatura includono una durezza        Restrizioni sul processo, sull’uso della materia
e una resistenza all’usura buone ma non               prima, e necessità di trattamento dei reflui,
elevatissime, tensioni residue trattive, difficoltà   dovute alla pericolosità del CrO3
nel raggiungere spessori ≥1mm per ripristino           Possibile aumento dei costi di processo
dimensionale, …                                        Restrizioni normative presenti e future

- La cromatura, nonostante i limiti sopra citati, offre una combinazione quasi unica di
caratteristiche tecniche ed economiche
Protezione antiusura, ottima barriera anticorrosione, lavorabilità, basso costo di produzione

 Trova numerosissime e diversificate applicazioni a un ampio ambito di settori industriali

 È pressoché impossibile poter sostituire tutte le applicazioni della cromatura a spessore con
un unico materiale e/o processo
 Almeno in alcune applicazioni, la cromatura a spessore continuerà ad essere utilizzata, a
meno che non si arrivi a un completo bando a livello normativo
CONCLUSIONI
- Tecnicamente, i processi di termospruzzatura, soprattutto quelli caratterizzati da alta energia
cinetica delle particelle (HVOF / HVAF), sono buoni candidati per la sostituzione della
cromatura in un buon numero di applicazioni, soprattutto a superfici esterne
                                   Possibilità di trovare un’ottimale combinazione
                                   materiale/processo per diverse applicazioni
  Versatilità della T.S.
                                   Necessità di uno studio dedicato per individuare la soluzione
                                   ottimale in ciascuna applicazione

- L’impatto ambientale e la pericolosità della T.S. sono inferiori a quelli della cromatura a
spessore (ma non assenti)
- Un’analisi dei costi dev’essere fatta caso per caso
La termospruzzatura può avere il vantaggio di una maggior produttività, ma il processo è in
genere (molto) più costoso per il costo dell’attrezzatura, dei materiali, dei gas di processo

La termospruzzatura è economicamente poco competitiva (ma tecnicamente possibile)
soprattutto su componenti piccoli e/o geometricamente complessi

Il beneficio derivante dall’estensione della vita utile di un componente grazie alla maggior
resistenza all’usura (per strisciamento e per abrasione) dei rivestimenti termospruzzati è un
fattore importante nell’analisi complessiva dei costi
CONCLUSIONI
- La protezione anticorrosione (effetto barriera) può essere un limite per i rivestimenti T.S.
 Anche rivestimenti apparentemente densi a un’analisi metallografica possono contenere
porosità interconnessa

La qualità di riporti con identica composizione chimica dipende da un’ampia serie di fattori
 Risultati anche molto differenti possono essere ottenuti con riporti da fornitori diversi

Eseguire prove accelerate di corrosione è il modo più sicuro per verificarne la presenza

- Lo sviluppo di nuovi processi di T.S. (es.: HVAF) sta portando a maggiori garanzie di ottenere
riporti densi in maniera più ripetibile e affidabile

Processi elettrochimici ed electroless sono altre valide alternative alla cromatura, almeno per
determinate applicazioni, ma in diversi casi è possibile che siano affetti da simili problematiche
di sicurezza e di restrizioni normative (presenti o future)
La sviluppo della cromatura da Cr(III) può costituire un importante progresso verso nuove
alternative alla cromatura a spessore da Cr(VI)
3
2   ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III)
    PROBLEMI LEGATI ALL’IMPIEGO DI SOLUZIONI DI Cr(III)
                                                                                     3+

    Formazione del complesso di coordinazione   [Cr(H2O)6]3+
            pur avendo bassa stabilità termodinamica, limita dal punto di       Cr

            vista cinetico il processo di elettrodeposizione del cromo;

    Il processo di riduzione del Cr3+ a Cr0 ha un potenziale di riduzione
    standard E0 = – 0.74V, molto più negativo rispetto al potenziale di
    riduzione dell’idrogeno dell’acqua:
            2H2O + 2e- → H2(g) + 2OH-           E0 = – 0.12V (pH = 2)
            reazione parassita: basso rendimento faradico

    La reazione parassita determina un notevole aumento del pH in
    prossimità del catodo: a pH > 4.5 il complesso [Cr(H2O)6]3+ da luogo ad
    una serie di reazioni che portano alla formazione di polimeri ad alto PM:
            olazione = precipitazione di polimeri ad alto PM
3
2   ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III)

    POSSIBILI SOLUZIONI PER DEPOSITARE CROMO DA Cr(III)

- Impiego di complessanti specifici (molecole organiche)
     con questa strategia si evita la formazione dell’esa-acquoione formando complessi più
     stabili con leganti organici specifici (acido ossalico - ossalati, acido malonico -
     malonati, acido formico - formiati, urea, glicina)

- Impiego di soluzioni non acquose (liquidi ionici)
     con questa strategia si evita l’impiego di acqua eliminando sia i problemi di
     formazione di esa-acquoioni sia le reazioni parassite che basificano localmente il
     catodo; i liquidi ionici sono gli unico solventi alternativi all’acqua che non presentano
     problemi di infiammabilità ed elevata volatilità.
3
2    ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III)
    IMPIEGO di COMPLESSANTI SPECIFICI
    La cromatura decorativa galvanica basata sull’impiego di cromo III è stata commercializzata già a
    partire dalla metà degli anni ‘70 come alternativa ai processi basati sul cromo VI [D.L. Snyder, Metal Finishing 110
    (2012), 14].
    Nonostante da allora ci sia stato un continuo sviluppo nella sperimentazione di diversi complessanti
    specifici per il Cr III, che ha portato a numerose modifiche nella composizione dei bagni, è possibile
    identificare le seguenti peculiarità del processo (rimaste immutate):

    1) Maggior efficienza del processo                     (il Cr3+ necessita di soli 3e- per ridursi a Cr0)

    2) All’anodo può formarsi Cr(VI)                   (necessari accorgimenti per evitare questo)

    3) Formulazioni bagni a base di:
        - fonte di Cr(III) (solfato o cloruro)
        - agente complessante (spesso chiamato catalizzatore)
        - sostanze per controllo pH ed evitare olazione (acido borico)
        - sali per incremento conducibilità (elettroliti di supporto)
        - agenti bagnanti (tensioattivi)

    4) Bagni meno tolleranti alle impurità metalliche che si accumulano
        (in quanto possono legarsi con i complessanti e possono ridursi al catodo variando il colore del cromo)
PLASMA
PLASMA
Nel momento in cui le collisioni elettroni-particelle pesanti diventano più frequenti, allora gli elettroni
trasferiscono energia più rapidamente e tutte le specie raggiungono la stessa temperatura, tanto che I
plasma con alte densità di particelle cariche e gas sono spesso descritti come “termici”.
PLASMA
PECVD
PECVD

                                              eV

• In un campo elettrico ad alta frequenza, i gas sono
ionizzati in elettroni e ioni. Gli elettroni, con la loro
massa estremamente piccola, sono velocemente
accelerati ad energie equivalenti a 5000K o più alte.
• Gli ioni più pesanti, con la loro inerzia molto
maggiore, non possono reagire ai rapidi cambi
della direzione del campo. Come conseguenza, la
loro temperatura e quella del plasma rimane bassa,
al contrario di quella degli elettroni.
• Gli elettroni ad alta energia collidono con le
molecole del gas con la conseguente dissociazione e
generazione di specie chimiche molto reattive e
l’attivazione delle reazioni chimiche.
• i gas che costituiscono il plasma sono I gas
precursori (nessun gas inerte come nello sputtering)
DLC (DIAMOND-LIKE CARBON) FILMS
DLC è il nome comunemente usato per rivestimenti duri a base carbonio, che hanno proprietà meccaniche,
ottiche, elettriche e chimiche simili a quelle del diamante naturale, ma che non possiedono una struttura
cristallina dominante  sono di natura amorfa e consistono in una miscela di strutture a base di legami
carbonio sp2 e sp3 (clusters tipo grafite legati sp2 in una matrice amorfa tipo diamante legata sp3)

 • sputtered a-C (:H) = hydrogen-free amorphous
 carbon coating (prodotto via sputtering)
 • ta-C = tetrahedral hydrogen-free amorphous
 carbon coating (prodotto via sputtering)
 • ta-C:H = hydrogenated tetrahedral amorphous
 carbon coating (prodotto via Plasma Enhanced
 Chemical Vapor Deposition, PECVD – alta densità di
 plasma)
 • a-C:H = hydrogenated amorphous carbon coating
 (prodotto via Plasma Enhanced Chemical Vapor
 Deposition, PECVD)
    Nota:  hydrogen-free

 • a-C:Me = metal hydrogen-free amorphous carbon
 coating

                              Un rivestimento DLC è solitamente prodotto
• precursori gassosi, idrocarburi e idrogeno, con tecnica PECVD, con substrato caricato
negativamente (bias); temperature molto basse, fino a 100°C
• sia da target solidi, solitamente via (magnetron) sputtering da target di grafite; temperature
sempre limitate (es.: DLC dopato W, ca. 200°C)
controparte in allumina

OSSERVAZIONE 1: il meccanismo proposto per spiegare il basso COF
riguarda la capacità del rivestimento di trasferire detrito d’usura
composto da fini particelle («grafitizzazione»), che agiscono da
lubrificante solido

OSSERVAZIONE 2: l’energia degli ioni che bombardano la superficie del
rivestimento (le specie cariche positivamente all’interno del plasma)
contribuisce alla formazione di legami sp3 e all’aumento degli stress
compressivi

OSSERVAZIONE 3: l’adesione di un rivestimento DLC è quasi sempre
aumentata tramite la deposizione di uno o più interlayer (es.: Cr-CrN-
CrCN-CrC (via PVD))  il Cr è affine al metallo, poi si fanno crescere
strati che sono via, via affini al DLC)
                                                         DLC
OSSERVAZIONE 4: gli stress compressivi
sono solitamente benefici, ma nei film              «metal» DLC
sottili spesso possono risultare troppo alti
portando a fragilità. E’ stato dimostrato            acciaio C40
che «il drogaggio» di DLC con metalli (es.:
Cr via PVD mentre cresce il DLC) limita
questi stress, a scapito della durezza.
APPLICAZIONI DELLE TECNICHE CVD
E’ possibile depositare quarzo sintetico trasparente sulla superficie di manufatti metallici o polimerici, con
proprietà simili a quelli del quarzo naturale, via PECVD.
La formazione del film avviene ad una temperatura prossima a quella ambiente e impiega come reagenti di
processo ossigeno e un gas (organico) precursore del silicio (solitamente, esametildisilossano).

 l’ancoraggio tra film e superficie da trattare è assicurata dall’eccitazione che il manufatto subisce durante
il processo di deposizione (bombardamento ioni Ar+) e dagli spessori relativamente bassi che si vanno a
depositare: da qualche decina di nanometri fino a qualche micrometro.
 è possibile depositare un rivestimento con caratteristiche più simili ad un quarzo o ad un silicone, variando
i parametri di processo; in particolare, la pressione parziale dell’ossigeno ha l’effetto più evidente 
maggiore è la pressione parziale dell’ossigeno rispetto al gas precursore del silicio più sarà simile al quarzo
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