Tecnologie per la modifica chimico-strutturale di superfici solide - Democenter
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Tecnologie per la modifica chimico- strutturale di superfici solide Case Study – I trattamenti superficiali e il cromo esavalente Luca Lusvarghi luca.lusvarghi@unimore.it SHORT MASTER - Tecnologie avanzate per la surface engineering di materiali di interesse industriale – 19 e 26 maggio 2016
1 Cr(VI): UTILIZZI PER INGENGERIA DELLE SUPERFICI In Europa, nel 2013, sono state utilizzate quasi 10 kT CrO3: 60% cromatura a spessore, 30% cromatura decorativa, 10% altri utilizzi EFFETTO BARRIERA CROMATURA DURA ANTI-USURA & -CORROSIONE 10 – 500 µm A SPESSORE Presenza di Cr6+ nel Il mercato annuale della cromatura a spessore, sebbene le fonti non bagno di processo ma siano del tutto univoche, è di circa non nel prodotto finito 3 miliardi di €. EFFETTO CROMATURA Bright Ni ESTETICO DECORATIVA Opaque Ni Presenza di Cr6+ nel bagno di processo ma non nel prodotto finito Organic layer PASSIVAZIONE DELLE (paint) CONVERSION SUPERFICI COATING (CROMATAZIONE) Al alloy EFFETTO BARRIERA + CAPACITÀ DI AUTO-RIPARAZIONE (IONI CrO42-)
1 PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA L’anidride cromica (CrO3) e gli acidi da questa formati in soluzione acquosa sono notoriamente pericolosi per la salute e per l’ambiente. Ciò sta portando a crescenti restrizioni normative su tutti i suoi usi industriali CLASSIFICAZIONE DI PERICOLOSITÀ DEL CrO3 Secondo il «Regolamento (CE) n. 1272/2008, relativo alla classificazione, all'etichettatura e all'imballaggio delle sostanze e delle miscele» (direttiva CLP) Solidi comburenti (Categoria 1), H271 Tossicità acuta, Orale (Categoria 3), H301 Tossicità acuta, Inalazione (Categoria 2), H330 Tossicità acuta, Dermico (Categoria 3), H311 Corrosione cutanea (Categoria 1A), H314 Sensibilizzazione delle vie respiratorie (Categoria 1), H334 Sensibilizzazione cutanea (Categoria 1), H317 Mutagenicità delle cellule germinali (Categoria 1B), H340 Cancerogenicità (Categoria 1A), H350 Tossicità per la riproduzione (Categoria 2), H361f Tossicità specifica per organi bersaglio - esposizione ripetuta (Categoria 1), H372 Tossicità acuto per l'ambiente acquatico (Categoria 1), H400 Tossicità cronica per l'ambiente acquatico (Categoria 1), H410
1 PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei prodotti finiti 1) DIRETTIVA 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso «è opportuno proibire, in particolare, l'impiego di piombo, mercurio, cadmio e cromo esavalente. Tali metalli pesanti dovrebbero essere impiegati soltanto in determinate applicazioni, indicate in un elenco da riesaminare periodicamente» 2) DIRETTIVA 2002/95/CE sulla restrizione dell'uso di determinate sostanze pericolose nelle apparecchiature elettriche ed elettroniche 3) REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le sostanze chimiche ALLEGATO XVII - RESTRIZIONI IN MATERIA DI FABBRICAZIONE, IMMISSIONE SUL MERCATO E USO DI TALUNE SOSTANZE, MISCELE E ARTICOLI PERICOLOSI «Sostanze […] classificate come cancerogene di categoria 1A o 1B o cancerogene di categoria 1 o 2»: «Non sono ammessi l’immissione sul mercato o l’uso: come sostanze, come componenti di altre sostanze, o nelle miscele, per la vendita al pubblico quando la concentrazione singola nella sostanza o nella miscela è pari o superiore al pertinente limite di concentrazione specifico indicato nell’allegato VI, parte 3, del regolamento (CE) n. 1272/2008, o alla pertinente concentrazione specificata nella direttiva 1999/45/CE [0.1% NDR], qualora nella parte 3 dell’allegato VI del regolamento (CE) n. 1272/2008 non sia indicato nessun limite di concentrazione specifico.
1 PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei processi produttivi Direttiva 96/61/CE sulla prevenzione e la riduzione integrate dell'inquinamento (nota come direttiva IPPC) Principi fondanti: (1) Approccio integrato (2) “Migliore tecnica disponibile (best available technique)” (3) Flessibilità (4) Partecipazione pubblica La direttiva ha un effetto diretto sulla cromatura decorativa, perché una “migliore tecnologia disponibile”, la cromatura decorativa a bagni di Cr(III), è già industrialmente disponibile. La direttiva consente di mantenere una tecnologia esistente, anche in presenza di una «migliore tecnologia disponibile», se questa non soddisfa tutti i requisiti tecnici. La cromatura da Cr(VI) e quella da Cr(III) producono effetti estetici non equivalenti: quest'argomento viene utilizzato per giustificare la prosecuzione nell’utilizzo di impianti decorativi a base di bagni di Cr(VI)
1 1 PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei processi produttivi REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le sostanze chimiche + REGOLAMENTO (UE) N. 348/2013 (17 Aprile 2013) recante modifica dell’allegato XIV del regolamento (CE) n. 1907/2006 Relativamente alle sostanze chimiche usate in quantità >1 Tonn/anno, per le quali si applicano le disposizioni della normativa REACH, «un fabbricante, importatore o utilizzatore a valle si astiene dall'immettere sul mercato una sostanza destinata ad un determinato uso e dall'utilizzarla egli stesso se tale sostanza è inclusa nell'allegato XIV» entro una «data di scadenza» (sunset date) specificata nell’allegato stesso, a meno che non sia stata ottenuta un’autorizzazione alla continuazione d’uso dietro presentazione di una domanda, entro una specificata data limite. L’autorizzazione può essere richiesta dal fabbricante, importatore o utilizzatore stesso, da un utilizzatore situato immediatamente a valle nella catena di approvvigionamento, oppure «gli utilizzatori a valle possono utilizzare una sostanza […] purché l'uso sia conforme alle condizioni previste da un'autorizzazione rilasciata per tale uso ad un attore situato a monte della catena d'approvvigionamento». L’autorizzazione deve includere un’analisi della pericolosità e dei rischi, un’analisi comparativa delle conseguenze socio-economiche, e un’analisi delle alternative.
1 1 PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei processi produttivi REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le sostanze chimiche + REGOLAMENTO (UE) N. 348/2013 (17 Aprile 2013) recante modifica dell’allegato XIV del regolamento (CE) n. 1907/2006 Esiste inoltre un’esenzione «dall'obbligo di autorizzazione, a condizione che il rischio [per specifici usi di una sostanza] sia adeguatamente controllato, in base alla vigente normativa comunitaria specifica che impone prescrizioni minime per l'uso della sostanza connesse alla protezione della salute umana o alla tutela dell'ambiente». Mentre la normativa USA impone limiti specifici all’esposizione da Cr(VI) nel luogo di lavoro, non esiste una normativa europea armonizzata in tale ambito, quindi quest’esenzione non è applicabile al CrO3. Esistono limiti specifici solo secondo alcune normative nazionali, la più restrittiva delle quali è quella francese, che prevede un limite di esposizione da Cr(VI) di 1 μg/m3 (TWA). https://echa.europa.eu/documents/10162/13632/intermediates_en.pdf
1 1 PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei processi produttivi REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le sostanze chimiche + REGOLAMENTO (UE) N. 348/2013 (17 Aprile 2013) recante modifica dell’allegato XIV del regolamento (CE) n. 1907/2006 Il CrO3 e gli acidi e oligomeri da questo generati sono stati inclusi nell’allegato XIV, con sunset date prevista per il 21/09/2017. Entro il termine ultimo del 21/03/2016 sono state presentate varie richieste di autorizzazione. Oltre a richieste di singoli utilizzatori (spesso ditte di grandi dimensioni: Bosch, Federal Mogul, Praxair, Nexter), i principali importatori e utilizzatori EU di CrO3, riuniti nel consorzio «CTAC» (Chromium trioxide authorisation consortium), hanno preparato 5 richieste di autorizzazione che coprono tutti gli usi principali, fra cui la cromatura decorativa e a spessore, la cromatazione e l’uso per anodizzazione in ambito aeronautico, ecc. http://echa.europa.eu/addressing-chemicals-of-concern/authorisation/applications-for-authorisation echa.europa.eu/addressing-chemicals-of-concern/authorisation/applications-for-authorisation-previous-consultations La valutazione di queste richieste è tuttora in corso e l’EChA non ha ancora comunicato decisioni.
1 1 PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA Negli USA, l’agenzia per la sicurezza e la salute sul lavoro (occupational safety and health administration - OSHA) ha imposto un limite di esposizione dal Cr(VI) in ambiente industriale pari a 5.0 μg/m3, con una soglia d’intervento (action level) di 2.5 μg/m3. La normativa non si applica alla sola cromatura, ma a qualsiasi processo industriale. L’agenzia per la protezione dell’ambiente (Environmental Protection Agency - EPA) ha inoltre fissato limiti specifici di emissione di Cr(VI) da bagni di cromatura: - 0.015 mg/m3 per bagni già esistenti, di piccole dimensioni (< 60 M Amp-hr/year) - 0.011 mg/m3 per bagni già esistenti, di grandi dimensioni (≥ 60 M Amp-hr/year) - 0.006 mg/m3 per qualsiasi bagno di nuova costruzione National Center For Environmental Research – U.S. ENVIRONMENTAL PROTECTION AGENCY EPA Contract Number: EPD06053 Previous market studies and completed hard chrome alternatives work had projected that carbide thermal spray technology would replace 70 percent of chrome plating in aerospace and 25 percent of all other chrome plating operations by 2011, based on an $8 per pound cost for tungsten carbide (WC) from China and on OSHA adopting a low permissible exposure limit (PEL) of 1 μg/m3 . Unfortunately, WC prices have increased—not decreased—in the face of increasing demand, and the final OSHA ruling was 5 μg/m3. This level can be met with much lower investment than the feared 1 μg/m3 limit. These two facts reduce the economic viability and hence market penetration of hard chrome alternatives.
2 2 PROPRIETÀ DELLA CROMATURA A SPESSORE OVERVIEW scheme of EHC process - silver glance cathode (-) exhaust - temperature resistance up to 400 °C anode (+) fixture - hardness: 900 - 1’100 HV (macrohardness 65 - 70 HRC / 55 - 60 HRC) - good abrasion resistance H2 bubbles workpiece - coating thickness: 50 - 1000 µm electrolyte - easy to grind and polish/finish - high surface quality (smooth, low Rz, Ra) Me2+ + 2e- --> Me - low friction coefficient (2H+ + 2e- --> 2H) - low wettability(however microcracks can serve as lubricant reservoir) - low adhesion to other materials
LA CROMATURA DECORATIVA DA Cr(VI) e- Reazione di deposizione Cr2O7= Cr2O7-2 + 14H+ + 12e- 2Cro + 7H2O H+ Reazioni “parassita” H2 2H+ + 2e- H2 SO4= Cr2O7-2 + 14H+ + 6e- 2Cr+3 + 7H2O OSSERVAZIONE: la reazione parassita componente da rivestire dell’idrogeno arriva a consumare fino al 80-90% della corrente elettrica fornita per il processo di cromatura. Notevoli Da una soluzione contenente solo acido cromico quantità di gas si formano presso il (indipendentemente dalla sua concentrazione, catodo dalla temperatura e dalla densità di corrente) OSSERVAZIONE: la formazione di Cr3+ NON è possibile ottenere depositi di cromo. viene invece controllata dalle reazioni all’anodo
LA CROMATURA DECORATIVA DA Cr(VI): “I CATALIZZATORI” Introducendo in una soluzione acquosa di acido cromico quantità via via crescenti di acido solforico, si ottiene una cromatura sempre più accettabile per aspetto estetico, penetrazione, assenza di bruciature, velocità di deposizione, etc. Si ha, quindi, un miglioramento globale delle prestazioni del bagno di cromo, che raggiunge il suo punto di massimo quando la concentrazione di acido solforico è pari all'1% della concentrazione dell'acido cromico. Se si continua ad aumentare la concentrazione dell’acido solforico, le prestazioni del bagno tendono progressivamente a peggiorare fino ad arrivare ad una totale assenza di deposizione di cromo. L’H2SO4 quindi promuove la riduzione del cromo senza partecipare alla reazione, agendo come catalizzatore di elettrodeposizione. Ci sono altri “catalizzatori”, come gli ioni cloruro (Cl-), fluoruro (F-) e fluosilicato (SiF62-), ma risultano molto più aggressivi per i componenti da cromare. Sono stati raggiunti risultati eccellenti con i bagni “a catalizzatori misti” a base di solfati e fluoruri. rapporto di concentrazione Una spiegazione proposta è la acido cromico/acido solforico formazione di un complesso con gli ioni solfato tale che: 1) lo ione dicromato forma il complesso con il solfato 2) Cr6+ Cr3+ 3) idrolisi acida 4) Cr2+ Cr0 OSSERVAZIONE: sono gli ioni solfato ad agire posso aggiungere anche solfato di sodio
EFFICIENZA – 20% EFFICIENZA – 30% LA CROMATURA A SPESSORE: TIPI DI BAGNO Relatively recently an organic acid radical in the form of alkene-sulfonic acid [e.g., methane disulfonic acid, CH2(SO3H)2, or one of its alkali metal salts] has been successfully included in the high- efficiency etch-free, (HEEF) formulation introduced by Atotech, Inc. (USA)
2 2 PROPRIETÀ DELLA CROMATURA A SPESSORE SUPERFICIE E SEZIONE SUPERFICI DI FRATTURA 5 µm 50 µm I riporti in Cr duro a spessore sono densi, con una struttura cristallina molto fine costituita da grani colonnari di α-Cr (c.c.c.) di dimensione 10 – 100 nm, con una tipica orientazione preferenziale secondo la direzione {111}. I riporti hanno una struttura lamellare a causa del periodico interrompersi e riavviarsi del processo di nucleazione e crescita. 50 µm Essi sono microcriccati a causa delle tensioni residue trattive sviluppate in accrescimento (fino a 1 GPa), ma le microcricche hanno estensione limitata e non 50 µm attraversano lo spessore di riporti di almeno 100 μm
2 2 PROPRIETÀ DELLA CROMATURA A SPESSORE PROFILI DI TENSIOI RESIDUE EFFICIENZA CATODICA J. Pina, A. Dias, M. François, J.L. Lebrun, Surf. Coat. Technol. 96 (1997) 148 Le tensioni residue sono dovute principalmente alla incorporazione di H nel rivestimento, dovuta alla reazione “parassita” H+ → H0. Solo
2 2 PROPRIETÀ DELLA CROMATURA A SPESSORE RESISTENZA A FATICA DI COMPONENTI CROMATI H.J.C. Voorwald, R. Padilha, M.Y.P. Costa, W.L. Pigatin, M.O.H. Cioffi, Int. J. Fatigue 29(4) (2007) 695 A causa della microcriccatura e delle tensioni residue trattive, i riporti in cromo a spessore causano un decremento della resistenza a fatica di componenti (in acciaio) rivestiti. Test di flessione rotante mostrano la formazione di cricche di fatica all’interno dello strato di cromatura e la loro successiva propagazione all’interno del substrato. Il problema può essere mitigato da uno strato intermedio di Ni chimico, grazie alla sua maggiore duttilità e alle sue tensioni residue compressive. W.A. González-Hermosilla, D. Chicot, J. Lesage, J.G. La Barbera-Sosa, I.C. Gruescu, M.H. Staia, E.S. Puchi-Cabrera, Mater. Sci. Eng. A 527(24-25) (2010) 6551
2 2 PROPRIETÀ DELLA CROMATURA A SPESSORE CAMPI DI APPLICAZIONE • Steli pneumatici e oleodinamici • Carrelli d’atterraggio • Valvole, tenute e altri elementi per pompe e impianti idraulici • Componenti automotive • Rulli (stampa, cartiera, acciaieria, …) • Industria della plastica (stampi, viti di estrusione, …) • Industria mineraria • Oil & gas (valvole, …) • Componentistica varia per machine automatiche (packaging, food & beverage, tessile, …)
3 3 TECNOLOGIE ALTERNATIVE - Elettrodeposizione da bagni di Cr(III) - Deposizione chimica («electroless») di Ni(P) / Ni(B) - Elettrodeposizione di Co(P) nanocristallino - Termospruzzatura (HVOF / HVAF) - Altri processi di termospruzzatura (e.g. plasma spray) - Deposizione sotto vuoto da fase vapore (PVD / CVD) - Trattamenti termochimici degli acciai (nitrurazione, nitrocarburazione/carbonitrurazione, post-ossidazione, ecc…)
OSSERVAZIONE: benché più complessa da gestire, la deposizione da corrente pulsata può portare ai seguenti vantaggi: 1) maggiore concentrazione di specie metallica da ridurre presso il catodo 2) maggiore purezza del rivestimento perché le specie “estranee” hanno > tempo di migrare in soluzione ELETTRODEPOSIZIONE 3) maggior energia libera per gli ioni da CON CORRENTE PULSATA ridurre maggiore nucleazione e densità del film
ELETTRODEPOSIZIONE PULSATA – RIVESTIMENTI NANOSTRUTTURATI nano Co poli Ni NANO MICRO Il prodotto nano Ni commerciale BREVETTATO della Integran Technologies (USA) è a base Co-P: •raffinamento estremo del grano • presenza di P + trattamento termico
3 3 ALTERNATIVE – n-Co(P) Processo brevettato dalla Integran Technologies (Canada) col nome commerciale di Nanovate™. U. Erb, M.A. El-Sherik, US Patent 5,352,266 Disponibile solo su licenza dalla ditta sviluppatrice Durezza limitata (
3 3 ALTERNATIVE – n-Co(P) Processo brevettato dalla Integran Technologies (Canada) col nome commerciale di Nanovate™. U. Erb, M.A. El-Sherik, US Patent 5,352,266 Disponibile solo su licenza dalla ditta sviluppatrice Durezza limitata (
4 4 ALTERNATIVE – TERMOSPRUZZATURA PROCESSI DI PRINCIPALE INTERESSE PER LA SOSTITUZIONE DELLA CROMATURA GALVANICA High Velocity Air-Fuel (HVAF) High Velocity Oxygen-Fuel (HVOF) Tecnologia di recente sviluppo Tecnologia consolidata Basse temperature di fiamma T (≤1500-1600°C) Maggiori temperature di fiamma (≤3100 °C) Prevenzione dell’alterazione termica del materiale spruzzato Alterazioni termiche modeste ma presenti Deposizione principalmente tramite flusso Deposizione di materiale fuso o semi-fuso plastico (allo stato solido) (flusso plastico e flusso viscoso compresenti)
4 4 ALTERNATIVE – TERMOSPRUZZATURA LIMITI - Tecnologia non adatta a depositare bassi spessori (
4 4 ALTERNATIVE – TERMOSPRUZZATURA LIMITI - Tecnologia non adatta a depositare bassi spessori ( Maggiori costi di lavorazione - Le condizioni di lavorazione devono essere mantenute sotto controllo per evitare di indurre difetti (cricche, …) in rivestimenti particolarmente duri N.Ben Salah, Producibility testing on WC-CoCr HVOF coating for landing gears application: surface finishing, Héroux Devtek Material Report HM-010, 2003
4 4 TERMOSPRUZZATURA - MATERIALI - WC-Co - WC-Co-Cr - Cr3C2-NiCr - WC-NiCrBSi - WC-(W,Cr)2C-Ni - WC-FeCrAl - Leghe a base Ni (NiCrBSi, Inconel, …) - Leghe a base Co (Tribaloy, Stellite) - Leghe a base Fe
4 4 TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A USURA TEST DI USURA PER STRISCIAMENTO (BALL-ON-DISK, ASTM G99) Controparte: Al2O3, Ø=6 mm Carico = 10 N Distanza = 5000 m, Velocità = 0.10 m/s Cromatura HVOF WC-Co 2.5 mm 350 μm La maggior resistenza a usura, sia per abrasione, sia per strisciamento, è forse il vantaggio più significativo dei rivestimenti termospruzzati (in materiale cermet), e può consentire un significativo prolungamento della vita di esercizio del componente rivestito, compensando così il maggior costo del processo di profondità: 110 μm ricoprimento, causato dall’elevato costo delle materie prime e dal profondità: 0.4 μm consumo di gas.
4 4 TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A USURA HYDRAULIC SEAL TESTING Banco prova Schema del banco prova Simulazioni a banco prova delle prestazioni di tenute striscianti, riportate nella letteratura scientifica, indicano minor danneggiamento del riporto e minori perdite idrauliche con pistoni rivestiti in WC- CoCr rispetto a pistoni cromati B.D. Sartwell et al., Validation of HVOF Thermal Spray Coatings as a Replacement for Hard Chrome Plating on Hydraulic/Pneumatic Actuators, NRL Report WP-0038-FR, 2006 Advances in Surface Engineering – Hard Chromium Replacement by Thermal Spray Coatings
4 4 TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A FATICA HVOF Cromatura A. Agüero, F. Camón, J. García de Blas, J.C. del Hoyo, R. Muelas, A. Santaballa, S. Ulargui, M.P. Nascimento, R.C. Souza, I.M. Miguel, W.L. Pigatin, H.J.C Voorwald, Surf. P. Vallés, J. Therm. Spray Technol. 20(6) (2011) 1292 Coat. Technol. 138(2-3) (2001) 113 M.P. Nascimento, R.C. Souza, I.M. Miguel, W.L. Pigatin, H.J.C Voorwald, Surf. Coat. Technol. 138 (2001) 113 W.A. González-Hermosilla, et al.,Mater. Sci. Eng. A 527 (2010) 6551
4 4 TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A CORROSIONE TEST DI POLARIZZAZIONE ELETTROCHIMICA IN HCl 0.1M Thin EHC Thick EHC Cromature troppo sottili non sono protettive (cricche passanti) e causano forte corrosione galvanica di substrati in acciaio. Cromature sufficientemente spesse (≥100 μm) sono invece molto protettive. I riporti termospruzzati presentano spesso delle porosità interconnesse, costitute da percorsi interlamellari 5 µm 50 µm spesso non identificabili con G. Bolelli, R. Giovanardi, L. Lusvarghi, T. Manfredini, Corr. Sci. 489(11) (2006) 3375 un’analisi metallografica Cr3C2-NiCr HVOF – non corroso Cr3C2-NiCr HVOF - corroso Image courtesy of Dr. H. Koivuluoto, TUT
4 4 TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A CORROSIONE TEST CORRODKOTE (ASTM B380) – 100 ore Possibili soluzioni al problema della porosità interconnessa: WC-CoCr HVOF non sigillato WC-CoCr HVOF sigillato 1) Sigillatura = impregnazione delle porosità aperte, ad es. con resine, cere o soluzioni di precursori inorganici (es.: fosfati di Al). La qualità della sigillatura può variare fortemente da fornitore a fornitore. WC-CoCr HVOF non sigillato WC-CoCr HVOF sigillato La porosità aperta non è interamente eliminata ma ridotta a livelli sufficientemente bassi da ridurre la penetrazione degli agenti corrosivi entro livelli accettabili La ricerca scientifica su questo specifico argomento è scarsa, l’operazione assomiglia a un’«arte».
4 4 TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A CORROSIONE TEST DI POLARIZZAZIONE ELETTROCHIMICA IN HCl 0.1M Possibili soluzioni al problema della Thin EHC Thick EHC porosità interconnessa: 2) Processo HVAF Grazie all’elevatissima velocità d’impatto delle particelle, i rivestimenti HVAF, specie in materiale cermet, se depositati in condizioni ottimali, risultano densi e privi di 5 µm 50 µm porosità interconnesse G. Bolelli, R. Giovanardi, L. Lusvarghi, T. Manfredini, Corr. Sci. 489(11) (2006) 3375 Cr3C2-NiCr HVAF non corroso Cr3C2-NiCr HVAF - corroso
4 4 TERMOSPRUZZATURA: RESISTENZA A CORROSIONE TEST DI POLARIZZAZIONE ELETTROCHIMICA IN HCl 0.1M Possibili soluzioni al problema della Thin EHC Thick EHC porosità interconnessa: 2) Processo HVAF Grazie all’elevatissima velocità d’impatto delle particelle, i rivestimenti HVAF, specie in materiale cermet, se depositati in condizioni ottimali, risultano densi e privi di 5 µm 50 µm porosità interconnesse G. Bolelli, R. Giovanardi, L. Lusvarghi, T. Manfredini, Corr. Sci. 489(11) (2006) 3375 Cr3C2-NiCrHVAF WC-CoCr HVAFnon corroso Cr WC-CoCr 3C2-NiCrHVAF HVAF- -corroso detail
Cromatura decorativa
2 1 CROMATURA DECORATIVA DA Cr(VI): processo Cr(VI) Etching dei substrati plastici Attivazione (PdCl2 e SnCl2) Pretrattamenti (specifici per substrati in plastica, ABS) Electroless Ni Ramatura Nichelatura (bright, semibright, satin) Processo principale (sequenza di diversi coating galvanici, selezionati in Nichelatura (microcracks/microporous) base alla finitura desiderata) Cr(VI) Cromatura (spessori inferiori a 0.5 μm) Risciacqui e asciugatura Post-trattamenti Bright e semi-bright Ni differiscono per potenziale e contenuto di S (diverso rapporto solfati/cloruri nel bagno) quindi hanno diversa resistenza a corrosione (semi-bright non ha S e resiste meglio)
2 1 CROMATURA DECORATIVA DA Cr(VI): proprietà - Resistenza a corrosione - Resistenza ad agenti chimici (detergenti, H2O2, HClO, ecc..) - Resistenza ad usura e abrasione (elevata durezza e basso coeff. attrito) Struttura microcriccata (incrementa resistenza a corrosione); spesso viene indotta anche struttura - Basso rilascio di Ni microporosa. (< 0,5 μg/cm2 a settimana per contatto pelle) - Resistenza a luce solare e UV - Resistenza a cicli termici e calore - Elevata adesione - Proprietà estetiche (brillante, tonalità azzurra) Coefficienti di attrito di diverse coppie metallo/metallo, N. V. Mandich and D.L. Snyder, Modern Electroplating 5th ed., Wiley, New Jersey (2010)
3 2 TECNOLOGIE ALTERNATIVE - Elettrodeposizione da bagni di Cr(III) Alternative più - Elettrodeposizione di leghe alternative promettenti - Rivestimenti PVD - Rivestimenti CVD - Nichelatura (chimica o galvanica, anche multistrato) Alternative - Rivestimenti DLC valide per - Anodizzazione decorativa (variazione substrato) applicazioni - Acciai inossidabili (variazione substrato) specifiche - Vernici
LE TECNICHE PVD (Physical Vapour Deposition) & CVD (Chemical Vapour Deposition) La Deposizione Chimica in Fase di Vapore La Deposizione Fisica in Fase di Vapore (PVD) (CVD) è un processo in cui un composto raggruppa un famiglia di processi in fase vapore ed è volatile del materiale da depositare viene utilizzato per descrivere varie tecniche per fatto reagire con altri gas per produrre un depositare film sottili attraverso la condensazione su varie superfici del materiale vaporizzato da solido non volatile che si deposita materiali solidi (“target”, “catodi”) implica atomisticamente su un substrato, che in l’estrazione del materiale da un solido in forma di pratica catalizza la reazione ed è riscaldato atomi o molecole e la loro condensazione e alla temperatura ottimale affinchè la reazione nucleazione su un substrato. avvenga in modo ottimale. • Il materiale vaporizzato può consistere anche di ioni • Spesso vengono fatti reagire chimicamente con un REAGENTI (gas) reazione chimica e gas o più gas introdotti in camera di deposizione condensazione del RIVESTIMENTO (solido) (“PVD reattivo”). Evaporazione da un TARGET (solido) condensazione del RIVESTIMENTO (solido) 50μm
LE TECNICHE PVD (Physical Vapour Deposition) & CVD (Chemical Vapour Deposition) Nelle tecniche CVD, la difficoltà consiste nel far giungere i gas precursori in modo uniforme sulla superficie del campione se il componente è alla giusta temperatura di reazione e il flusso è uniforme, ogni parte della sua superficie raggiunta dai gas verrà rivestita in modo uniforme. NON è una tecnica a linea di vista. Nelle tecniche PVD, il materiale in forma di vapore estratto dal target solido viaggia idealmente in linea retta o, al più può subire, deviazioni dovuti a scattering (diffusione) con altre specie atomiche allo stato di vapore. SI TRATTA di una tecnica a linea di vista. CVD PVD TARGET GAS PRECURSORI substrato vL g L3T Re ; Grt 2 • ρ = densità del gas; v = velocità; L = dimensione del reattore; η = viscosità • g = accelerazione di gravità; β = CTE volumetrico; T = differenza tra la Tsuperficiale (=> substrato) – Tcamera streamlines & isoterme
EVAPORAZIONE TECNICHE PVD SPUTTERING I processi di deposizione PVD per I processi di deposizione PVD per sputtering evaporazione sono quelli nei quali il consistono in un processo non-termico, dove materiale del target subisce un passaggio in gli atomi in superficie del “target” (la fonte fase di vapore per via termica. In molte del materiale) sono fisicamente espulsi dalla applicazioni industriali, il riscaldamento è superficie solida attraverso il trasferimento generalmente ottenuto via resistenze di quantità di moto causato dall’urto con elettriche (“vacuum evaporation”), arco particelle, che generalmente consistono in catodico (“cathodic arc evaporation”) o ioni accelerati di un gas allo stato di plasma. fascio elettronico (“electron beam- PVD). La Si distinguono nei casi di “sputtering” (es.: il “fonte” del materiale che passa in stato di metalizzatore dei campioni da analizzare al vapore è anche detta “thermal vaporization SEM) e “magnetron sputtering”, i più usati source” o “catodo” nel caso della in applicazioni industriali. evaporazione ad arco. Es.: evaporazione reattiva (magnetron) sputtering Es.: evaporazione reattiva – velocità di deposizione ~ 0.3 μm/h ad arco catodico – velocità di deposizione ~ 0.6μm/h Ar+
TECNICHE PVD La deposizione per evaporazione ad arco catodico è una tecnica che sfrutta la vaporizzazione della superficie di un elettrodo (usualmente il catodo) in condizioni di scarica ad arco. Esse consistono in una corrente elettrica provocata in una situazione di alta corrente-basso voltaggio attraverso un gas o i vapori dell’elettrodo stesso. La tipica corrente d’arco è tra i 40 e i 100A. La maggior parte del materiale è evaporato termicamente dal catodo, ma in parte è espulso in condizioni di gocce (“droplets”) fuse o particelle solide. Un’alta percentuale degli atomi vaporizzati sono allo stato di ioni. droplet Droplet Vuoto film
TECNICHE PVD POLARIZZAZIONE DEL SUBSTRATO (magnetron sputtering): ~ qualche centinaio di V POTENZA INSTALLATA: 10 – 100 kW
3 4 ALTERNATIVE – PVD Applicazione di SINGOLI STRATI PVD Per questa categoria di rivestimenti possono essere considerati riporti PVD di Cr, CrN, CrC, TiAlN, tutti dotati di tonalità di colore vicine al grigio (variabili dal grigio-argento del Cr e del CrN fino al grigio-antracite del TiAlN) oppure, sacrificando l’aspetto estetico, riporti PVD di TiN, ZrN e ZrCN, che hanno tonalità vicine al giallo (dal giallo dorato di TiN e ZrCN fino al giallo ottone del ZrN). Escludendo il Cr, tutti gli altri rivestimenti PVD elencati presentano proprietà meccaniche (resistenza ad usura e durezza) superiori a quelle del cromo galvanico decorativo. SUBSTRATO (metallo o plastica) confronto fra le proprietà meccaniche di alcuni rivestimenti PVD e quelle di un tradizionale cromo galvanico esavalente (depositi con spessori di 0.5 μm applicati su un substrato di alluminio nichelato) Vasta gamma colori, anche se diversi da quello del cromo galvanico decorativo
3 4 ALTERNATIVE – PVD Applicazione di MULTI-STRATI organici/PVD La seconda categoria di rivestimenti applica il PVD all’interno di un multistrato che generalmente è strutturato secondo la seguente sequenza (a partire dal substrato): - Primer (organico) - PVD - Top-coat (organico o «ibrido») Questo tipo di rivestimento multistrato è particolarmente utilizzato per substrati plastici, dove è fondamentale il primer organico per compensare le irregolarità della plastica (ottenuta per stampaggio ad iniezione) e fornire un fondo estremamente liscio e adatto alla successiva deposizione PVD, per massimizzarne la resa estetica; il top-coat va a bloccare il sottile strato PVD che, a trattamento finito, si ritroverà protetto all’interno di un sandwich trasparente. Entrambi i rivestimenti organici (primer e top-coat) sono in genere sistemi che reticolano per irraggiamento UV. Questo sistema appare già piuttosto diffuso a livello commerciale, ePVTM proposto da Oerlikon come testimoniano le numerose aziende che propongono trattamenti di questo tipo (soprattutto per applicazioni automotive e per sanitari) sia per substrati plastici che per substrati metallici (es. cerchi in lega delle automobili).
3 4 ALTERNATIVE – PVD Applicazione di MULTI-STRATI organici/PVD Punti di forza - resa estetica (aspetto brillante) - resistenza a corrosione e rilascio - rivestimenti flessibili - intera paletta di colori PVD disponibile Problemi - limitata resistenza ad alte T - limitata resistenza ad usura (comunque antigraffio) - diversa percezione al tatto
3 4 ALTERNATIVE – PVD Solitamente la resistenza a corrosione di tali rivestimenti è ulteriormente garantita dal supporto di nichel galvanico applicato come base, anche se questa prassi (tipica in applicazioni decorative) può portare a problemi di rilascio di nichel qualora il rivestimento PVD non sia in grado di garantire un perfetto isolamento fra nichel e ambiente. Oppure, nel caso dei layer organici, dalla capacità protettiva degli strati protettivi. I rivestimenti PVD sono resistenti alla I rivestimenti PVD proteggono corrosione ? corrosione ? SI - Solitamente, i rivestimenti PVD «decorativi» a base nitruri, carburi o carbonitruri, sono resistenti anche ai cloruri. Sono attaccati in pratica dai fluoruri o HF. DIFETTO LOCALE => CORROSIONE «SOTTO SCHERMO» SPESSO NO – La soluzione aggressiva spesso percola sotto il rivestimento, in particolare se sottile, e il substrato corrodendosi scalza il rivestimento.
3 4 ALTERNATIVE – PVD multistrato a base TiN o CrN film non danneggiato su ottone zona di delaminazione zona di percolazione del rivestimento causa locale della soluzione pressione dei prodotti di corrosione
GRAZIE PER L’ATTENZIONE Luca Lusvarghi luca.lusvarghi@unimore.it SHORT MASTER - Tecnologie avanzate per la surface engineering di materiali di interesse industriale – 19 e 26 maggio 2016
1 1 PERICOLOSITÀ DEL Cr(VI) E NORMATIVA Direttive europee relative all’utilizzo del Cr(VI) nei processi produttivi REGOLAMENTO (CE) N. 1907/2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le sostanze chimiche + REGOLAMENTO (UE) N. 348/2013 (17 Aprile 2013) recante modifica dell’allegato XIV del regolamento (CE) n. 1907/2006 Da notare che il regolamento REACH definisce «sostanza intermedia: una sostanza fabbricata, consumata o utilizzata per essere trasformata, mediante un processo chimico, in un'altra sostanza», e a queste si applica una serie di semplificazioni ed esenzioni, fra cui l’esenzione dall’autorizzazione (e, analogamente, la quantità di una sostanza utilizzata come intermedio non dovrebbe essere considerata nel calcolo della diffusione della sostanza ai fini della classificazione come SVHC per eventuale inclusione nell’allegato XIV). Tuttavia, secondo le linee-guida della EChA, non possono essere considerate sostanze intermedie quelle il cui scopo principale non sia la sintesi di una diversa sostanza, ma l’ottenimento di un prodotto finito e/o il conferimento di specifiche caratteristiche. Si indica esplicitamente il trattamento di superficie come un caso di non-applicabilità della definizione di «intermedio», e si esemplifica l’elettrodeposizione dei metalli come un caso in cui il reagente non può essere considerato «intermedio» perché la sua finalità non è la sintesi di una sostanza, ma è parte integrante del processo produttivo di un articolo finito. https://echa.europa.eu/documents/10162/13632/intermediates_en.pdf
3 3 ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III) I composti di Cr(III) non presentano la stessa pericolosità di quelli a base di Cr(VI), a in particolare non risultano avere effetti cancerogeni CrCl3·6H2O è la materia prima più frequentemente utilizzata per questi bagni. Frasi di rischio secondo le schede di sicurezza dei fornitori: H302 Nocivo se ingerito. PROBLEMA: formazione di complessi anionici stabili per interazione con l’acqua (olazione) La stabilità di questi complessi impedisce di fatto la scarica degli ioni Cr3+ al catodo, bloccando il processo e/o compromettendo la qualità del riporto finale Ricerca sull’utilizzo di additivi (acido formico, urea, ecc…) che impediscano l’olazione, formando composti differenti, da cui la riduzione del Cr3+ sia possibile con buona efficienza Necessità di controllare strettamente il pH del bagno con tamponi per evitare l’olazione Necessità di utilizzare anodi in materiale opportuno per prevenire la formazione di Cr6+ nel bagno Necessità di operare in regime di corrente pulsata
3 3 ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III) I composti di Cr(III) non presentano la stessa pericolosità di quelli a base di Cr(VI), a in particolare non risultano avere effetti cancerogeni Composizioni già adatte all’impiego industriale per cromatura decorativa (spessori
3 3 ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III) Produttori industriali stanno sviluppando e qualificando la tecnologia. Un progetto di ricerca USA finanziato dall’EPA è allo stadio di prove sul campo in componenti idraulici MICROGRAFIE CICLO IN CORRENTE PULSATA T. Hall, M. Inman, E.J. Taylor, Functional Trivalent Chromium: Hexavalent Chromium Replacement Validation Program, 2013 CTMA Annual Partners Meeting http://www.ncms.org/wp-content/NCMS_files/CTMA/2013CTMAPartnersMeeting/Faraday.pdf “Trivalent chrome … in recent years has been shown to produce a satisfactory chromium wear coating. While M. Inman, Validation of Functional Trivalent Chromium Plating Process – Phase much work has been undertaken to develop a viable hard II, NCMS-CTMA Symposium 2012, http://www.ncms.org/wp- trivalent chrome coating … such efforts were stymied by content/NCMS_files/CTMA/Symposium2012/Track2/1600Inman.pdf difficulties in making the coatings thick enough for practical wear applications. Most of the problems appear to have been worked out, and … a fully commercially viable hard trivalent chrome wear coating will provide serious competition to conventional hexavalent hard chrome, thermal spray, and other chrome alternatives” Thermal Spray Wear Coatings Find Growing Markets and Greater Competition, Spraytime 20(1) (2013) 1-7
3 3 ALTERNATIVE – Ni CHIMICO Ni-P / Ni-B Proprietà Ni-P / Ni-B Cromatura T.T. @400 °C ≈550–600 (medio-alto P) 900–1100 (medio-alto P) Durezza (HV0.3) 850 – 1100 ≈700 (basso P, B) ≈900 (basso P, B) Spessori (μm) 1000 Tensioni residue (MPa) -20 ÷ +20 N/A +200 ÷ +800 Tasso di usura [mm3/(Nm)]: 10-3 ÷ 10-4 10-5 ÷ 10-6 10-4 ÷ 10-5 ball-on-disk contro Al2O3 Tasso di usura [mm3/(Nm)]: 10-3 ÷ 10-4
NICHEL CHIMICO La resistenza alla corrosione dei rivestimenti Ni-P dipende dalla loro composizione. la maggior parte dei rivestimenti si pasivano naturalmente e sono molto resistenti agli attacchi nella maggior parte degli ambienti. però il loro grado di passivazione e di resistenza alla corrosione sono fortemente dipendenti dal contenuto in P: • i rivestimenti che contengono più del 10% di P sono più resistenti all’attacco che quelli con basso contenuto di P in ambienti neutri o acidi. • I rivestimenti con basso contenuto di P (3-4%) sono più resistenti ad precipitati Ni P 3 ambiente fortemente alcalini che quelli con maggior contenuto i rivestimenti possono arrivare a contenere anche una bassa percentuale di altre sostanze contenute nel bagno, come gli stabilizzanti matrice di nichel (Pb, Sn, Cd, etc..), e vedere decrescere notevolmente la loro resistenza a corrosione a causa della loro presenza. La resistenza alla corrosione dei rivestimenti Ni-P dipende dal trattamento termico Una delle principali variabili che influiscono sulla resistenza alla corrosione dei rivestimenti Ni-P è il trattamento termico post-processo. • una volta trattati termicamente a T > 220°C, le particelle di Ni3P iniziano a formarsi, riducendo la quantità di fosforo nel materiale e questo riduce la resistenza a corrosione del coating. • le particelle creano delle celle galvaniche di corrosione, contribuendo ulteriormente alla corrosione del rivestimento. • indurendosi, il deposito subisce un fenomeno di ritiro, che può indurre cricche nel rivestimento ed esporre il substrato all’attacco corrosivo
CONCLUSIONI - La necessità di sostituire la cromatura a spessore può essere determinata da due fattori RAGIONI TECNICHE ESIGENZE E IMPOSIZIONI NORMATIVE I limiti della cromatura includono una durezza Restrizioni sul processo, sull’uso della materia e una resistenza all’usura buone ma non prima, e necessità di trattamento dei reflui, elevatissime, tensioni residue trattive, difficoltà dovute alla pericolosità del CrO3 nel raggiungere spessori ≥1mm per ripristino Possibile aumento dei costi di processo dimensionale, … Restrizioni normative presenti e future - La cromatura, nonostante i limiti sopra citati, offre una combinazione quasi unica di caratteristiche tecniche ed economiche Protezione antiusura, ottima barriera anticorrosione, lavorabilità, basso costo di produzione Trova numerosissime e diversificate applicazioni a un ampio ambito di settori industriali È pressoché impossibile poter sostituire tutte le applicazioni della cromatura a spessore con un unico materiale e/o processo Almeno in alcune applicazioni, la cromatura a spessore continuerà ad essere utilizzata, a meno che non si arrivi a un completo bando a livello normativo
CONCLUSIONI - Tecnicamente, i processi di termospruzzatura, soprattutto quelli caratterizzati da alta energia cinetica delle particelle (HVOF / HVAF), sono buoni candidati per la sostituzione della cromatura in un buon numero di applicazioni, soprattutto a superfici esterne Possibilità di trovare un’ottimale combinazione materiale/processo per diverse applicazioni Versatilità della T.S. Necessità di uno studio dedicato per individuare la soluzione ottimale in ciascuna applicazione - L’impatto ambientale e la pericolosità della T.S. sono inferiori a quelli della cromatura a spessore (ma non assenti) - Un’analisi dei costi dev’essere fatta caso per caso La termospruzzatura può avere il vantaggio di una maggior produttività, ma il processo è in genere (molto) più costoso per il costo dell’attrezzatura, dei materiali, dei gas di processo La termospruzzatura è economicamente poco competitiva (ma tecnicamente possibile) soprattutto su componenti piccoli e/o geometricamente complessi Il beneficio derivante dall’estensione della vita utile di un componente grazie alla maggior resistenza all’usura (per strisciamento e per abrasione) dei rivestimenti termospruzzati è un fattore importante nell’analisi complessiva dei costi
CONCLUSIONI - La protezione anticorrosione (effetto barriera) può essere un limite per i rivestimenti T.S. Anche rivestimenti apparentemente densi a un’analisi metallografica possono contenere porosità interconnessa La qualità di riporti con identica composizione chimica dipende da un’ampia serie di fattori Risultati anche molto differenti possono essere ottenuti con riporti da fornitori diversi Eseguire prove accelerate di corrosione è il modo più sicuro per verificarne la presenza - Lo sviluppo di nuovi processi di T.S. (es.: HVAF) sta portando a maggiori garanzie di ottenere riporti densi in maniera più ripetibile e affidabile Processi elettrochimici ed electroless sono altre valide alternative alla cromatura, almeno per determinate applicazioni, ma in diversi casi è possibile che siano affetti da simili problematiche di sicurezza e di restrizioni normative (presenti o future) La sviluppo della cromatura da Cr(III) può costituire un importante progresso verso nuove alternative alla cromatura a spessore da Cr(VI)
3 2 ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III) PROBLEMI LEGATI ALL’IMPIEGO DI SOLUZIONI DI Cr(III) 3+ Formazione del complesso di coordinazione [Cr(H2O)6]3+ pur avendo bassa stabilità termodinamica, limita dal punto di Cr vista cinetico il processo di elettrodeposizione del cromo; Il processo di riduzione del Cr3+ a Cr0 ha un potenziale di riduzione standard E0 = – 0.74V, molto più negativo rispetto al potenziale di riduzione dell’idrogeno dell’acqua: 2H2O + 2e- → H2(g) + 2OH- E0 = – 0.12V (pH = 2) reazione parassita: basso rendimento faradico La reazione parassita determina un notevole aumento del pH in prossimità del catodo: a pH > 4.5 il complesso [Cr(H2O)6]3+ da luogo ad una serie di reazioni che portano alla formazione di polimeri ad alto PM: olazione = precipitazione di polimeri ad alto PM
3 2 ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III) POSSIBILI SOLUZIONI PER DEPOSITARE CROMO DA Cr(III) - Impiego di complessanti specifici (molecole organiche) con questa strategia si evita la formazione dell’esa-acquoione formando complessi più stabili con leganti organici specifici (acido ossalico - ossalati, acido malonico - malonati, acido formico - formiati, urea, glicina) - Impiego di soluzioni non acquose (liquidi ionici) con questa strategia si evita l’impiego di acqua eliminando sia i problemi di formazione di esa-acquoioni sia le reazioni parassite che basificano localmente il catodo; i liquidi ionici sono gli unico solventi alternativi all’acqua che non presentano problemi di infiammabilità ed elevata volatilità.
3 2 ALTERNATIVE – ELETTRODEPOSIZIONE DA Cr(III) IMPIEGO di COMPLESSANTI SPECIFICI La cromatura decorativa galvanica basata sull’impiego di cromo III è stata commercializzata già a partire dalla metà degli anni ‘70 come alternativa ai processi basati sul cromo VI [D.L. Snyder, Metal Finishing 110 (2012), 14]. Nonostante da allora ci sia stato un continuo sviluppo nella sperimentazione di diversi complessanti specifici per il Cr III, che ha portato a numerose modifiche nella composizione dei bagni, è possibile identificare le seguenti peculiarità del processo (rimaste immutate): 1) Maggior efficienza del processo (il Cr3+ necessita di soli 3e- per ridursi a Cr0) 2) All’anodo può formarsi Cr(VI) (necessari accorgimenti per evitare questo) 3) Formulazioni bagni a base di: - fonte di Cr(III) (solfato o cloruro) - agente complessante (spesso chiamato catalizzatore) - sostanze per controllo pH ed evitare olazione (acido borico) - sali per incremento conducibilità (elettroliti di supporto) - agenti bagnanti (tensioattivi) 4) Bagni meno tolleranti alle impurità metalliche che si accumulano (in quanto possono legarsi con i complessanti e possono ridursi al catodo variando il colore del cromo)
PLASMA
PLASMA Nel momento in cui le collisioni elettroni-particelle pesanti diventano più frequenti, allora gli elettroni trasferiscono energia più rapidamente e tutte le specie raggiungono la stessa temperatura, tanto che I plasma con alte densità di particelle cariche e gas sono spesso descritti come “termici”.
PLASMA
PECVD
PECVD eV • In un campo elettrico ad alta frequenza, i gas sono ionizzati in elettroni e ioni. Gli elettroni, con la loro massa estremamente piccola, sono velocemente accelerati ad energie equivalenti a 5000K o più alte. • Gli ioni più pesanti, con la loro inerzia molto maggiore, non possono reagire ai rapidi cambi della direzione del campo. Come conseguenza, la loro temperatura e quella del plasma rimane bassa, al contrario di quella degli elettroni. • Gli elettroni ad alta energia collidono con le molecole del gas con la conseguente dissociazione e generazione di specie chimiche molto reattive e l’attivazione delle reazioni chimiche. • i gas che costituiscono il plasma sono I gas precursori (nessun gas inerte come nello sputtering)
DLC (DIAMOND-LIKE CARBON) FILMS DLC è il nome comunemente usato per rivestimenti duri a base carbonio, che hanno proprietà meccaniche, ottiche, elettriche e chimiche simili a quelle del diamante naturale, ma che non possiedono una struttura cristallina dominante sono di natura amorfa e consistono in una miscela di strutture a base di legami carbonio sp2 e sp3 (clusters tipo grafite legati sp2 in una matrice amorfa tipo diamante legata sp3) • sputtered a-C (:H) = hydrogen-free amorphous carbon coating (prodotto via sputtering) • ta-C = tetrahedral hydrogen-free amorphous carbon coating (prodotto via sputtering) • ta-C:H = hydrogenated tetrahedral amorphous carbon coating (prodotto via Plasma Enhanced Chemical Vapor Deposition, PECVD – alta densità di plasma) • a-C:H = hydrogenated amorphous carbon coating (prodotto via Plasma Enhanced Chemical Vapor Deposition, PECVD) Nota: hydrogen-free • a-C:Me = metal hydrogen-free amorphous carbon coating Un rivestimento DLC è solitamente prodotto • precursori gassosi, idrocarburi e idrogeno, con tecnica PECVD, con substrato caricato negativamente (bias); temperature molto basse, fino a 100°C • sia da target solidi, solitamente via (magnetron) sputtering da target di grafite; temperature sempre limitate (es.: DLC dopato W, ca. 200°C)
controparte in allumina OSSERVAZIONE 1: il meccanismo proposto per spiegare il basso COF riguarda la capacità del rivestimento di trasferire detrito d’usura composto da fini particelle («grafitizzazione»), che agiscono da lubrificante solido OSSERVAZIONE 2: l’energia degli ioni che bombardano la superficie del rivestimento (le specie cariche positivamente all’interno del plasma) contribuisce alla formazione di legami sp3 e all’aumento degli stress compressivi OSSERVAZIONE 3: l’adesione di un rivestimento DLC è quasi sempre aumentata tramite la deposizione di uno o più interlayer (es.: Cr-CrN- CrCN-CrC (via PVD)) il Cr è affine al metallo, poi si fanno crescere strati che sono via, via affini al DLC) DLC OSSERVAZIONE 4: gli stress compressivi sono solitamente benefici, ma nei film «metal» DLC sottili spesso possono risultare troppo alti portando a fragilità. E’ stato dimostrato acciaio C40 che «il drogaggio» di DLC con metalli (es.: Cr via PVD mentre cresce il DLC) limita questi stress, a scapito della durezza.
APPLICAZIONI DELLE TECNICHE CVD E’ possibile depositare quarzo sintetico trasparente sulla superficie di manufatti metallici o polimerici, con proprietà simili a quelli del quarzo naturale, via PECVD. La formazione del film avviene ad una temperatura prossima a quella ambiente e impiega come reagenti di processo ossigeno e un gas (organico) precursore del silicio (solitamente, esametildisilossano). l’ancoraggio tra film e superficie da trattare è assicurata dall’eccitazione che il manufatto subisce durante il processo di deposizione (bombardamento ioni Ar+) e dagli spessori relativamente bassi che si vanno a depositare: da qualche decina di nanometri fino a qualche micrometro. è possibile depositare un rivestimento con caratteristiche più simili ad un quarzo o ad un silicone, variando i parametri di processo; in particolare, la pressione parziale dell’ossigeno ha l’effetto più evidente maggiore è la pressione parziale dell’ossigeno rispetto al gas precursore del silicio più sarà simile al quarzo
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