STRATEGIA COMMERCIALE DELL'UNIONE EUROPEA FINO AL 2020
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
BILAT(15)4347:4 – AP/ey OSSERVAZIONI PRELIMINARI SULLA STRATEGIA COMMERCIALE DELL'UNIONE EUROPEA FINO AL 2020 RUOLO DEL SETTORE AGRICOLO E AGROALIMENTARE NELL'ECONOMIA EUROPEA Il settore agricolo e agroalimentare europeo rappresenta 40 milioni di posti di lavoro, il 3,5% del PIL europeo e quasi il 30% della bilancia commerciale positiva dell'Unione europea, vale a dire 18 miliardi di euro. La produzione agricola europea si basa su un'attività economica radicata, e non delocalizzabile, nei territori dell'Unione europea. Per questo motivo il settore agricolo e agroalimentare è uno dei motori principali dell'economia europea e deve essere pienamente preso in considerazione nella strategia commerciale dell'Unione europea. Nel settore del commercio internazionale di prodotti agricoli e agroalimentari, l'Unione europea è diventata il primo esportatore mondiale con un fatturato all'esportazione di più di 120 miliardi di euro, vale a dire il 7,2% del totale delle esportazioni dell'UE. Quasi il 70% delle esportazioni sono prodotti trasformati per cui è importante prendere in considerazione il settore agricolo e agroalimentare nella creazione di una strategia commerciale per l'Unione europea. D'altronde, più del 60% delle materie prime trasformate dal settore agroalimentare è di origine europea e ciò dimostra l'interconnessione tra il mercato europeo e il mercato mondiale. Per questo motivo è essenziale una coerenza tra le politiche interne ed esterne se si desidera rispondere alla lotta per la competitività tra le varie agricolture del mondo. Allo stesso tempo, gli agricoltori europei e le loro cooperative riconoscono il diritto di ogni regione di definire i propri obbiettivi di sicurezza alimentare. La priorità deve essere dunque data ai negoziati commerciali in un ambito multilaterale. I negoziati avviati nel 2001 nell'ambito del programma di Doha per lo sviluppo restano l'unico ambito mondiale di negoziati commerciali che può garantire un risultato equilibrato tra i vari settori dell'economia e tra i paesi membri dell'OMC. L'approccio europeo "dai campi alla tavola" (produzione, trasformazione, distribuzione e consumo) dovrebbe essere il motore principale della politica agricola e del commercio agroalimentare in Europa. Le restrizioni e i vincoli imposti ai produttori europei dovrebbero essere applicati anche alle importazioni dell'Unione europea ed essere monitorati regolarmente. Questa dovrebbe essere una questione irrinunciabile nei negoziati di accordi di libero scambio. L'equivalenza dei requisiti sanitari e fitosanitari è una condizione sine qua non per qualsiasi accordo di libero scambio e dovrebbe, in principio, coprire la catena del valore nel suo insieme. Delle condizioni eque per la produzione basate su un approccio politico equivalente rafforzeranno la competitività europea e promuoveranno la creazione di posti di lavoro e la crescita nel settore agroalimentare. Infine, le prospettive di sviluppo nel settore agricolo e agroalimentare sono significative. Si prevede un aumento della produzione cerealicola in Europa di 15 milioni di tonnellate entro il 2024, della produzione lattiero-casearia di 10 milioni di tonnellate e della carne bianca di circa un milione di tonnellate. La ricerca di nuovi sbocchi al di fuori del mercato unico europeo è quindi primordiale, se si desidera concretizzare tale potenziale di produzione, e complementare allo sviluppo di nuovi sbocchi non alimentari. Copa - Cogeca | European Farmers European Agri-Cooperatives 61, Rue de Trèves | B - 1040 Bruxelles | www.copa-cogeca.eu EU Transparency Register Number | Copa 44856881231-49 | Cogeca 09586631237-74
LE SFIDE DEL SETTORE AGRICOLO E AGROALIMENTARE NEL COMMERCIO INTERNAZIONALE 1- Il settore agricolo e agroalimentare europeo esporta principalmente prodotti trasformati. In questo contesto la riduzione delle barriere non tariffarie è fondamentale per la ricerca di nuovi sbocchi. Questo capitolo deve essere prioritario nei negoziati commerciali europei. 2- Il settore agricolo europeo è confrontato a un handicap economico derivante dalla divergenza tra i mercati dell'energia e dei suoi prodotti derivati come i fertilizzanti. Il capitolo energia e prodotti derivati deve integrare questa problematica. 3- Una migliore conoscenza e anticipazione dei mercati mondiali possono aiutare gli agricoltori e le loro cooperative ad adattare i loro sistemi di produzione. La nuova rete diplomatica europea deve contribuire a questo obbiettivo. 4- Come la maggior parte degli altri grandi paesi agricoli, l'Unione europea deve sviluppare una vera e propria strategia di diplomazia economica a favore delle esportazioni dei suoi prodotti. 5- L'esportazione richiede inoltre una politica dinamica di promozione dei prodotti agricoli europei. La politica di promozione deve conservare una flessibilità nella messa in atto per accompagnare gli sforzi di apertura di nuovi mercati. È importante garantire la massima flessibilità tra le zone definite prioritarie onde rispondere alla domanda di finanziamento per la promozione e garantire una vasta portata per i prodotti ammissibili assicurando che i prodotti convenzionali possano essere oggetto di promozione nelle zone coperte dal regolamento (UE) n. 1144/2014. 6- I nuovi mercati da esplorare comportano spesso dei rischi tecnici, di volatilità dei mercati, di tasso di cambio monetario o politici. In queste circostanze, una politica di promozione non può essere l'unica risposta. Gli operatori necessitano strumenti di accompagnamento per coprire i rischi che non sono coperti dal sistema bancario. 7- La politica agricola comune genera sempre di più un aumento dei costi di produzione che non è preso in considerazione nei negoziati commerciali internazionali e ciò malgrado il fatto che l'UE sia leader in questo campo. 8- L'accesso ai mercati internazionali implica inoltre una logistica specifica, per disporre rapidamente di prodotti in grandi quantità e con la qualità richiesta, ma anche mezzi di trasporto particolari. È necessario approfondire la coerenza tra le politiche europee dei trasporti e del commercio. 9- Le norme di origine per i prodotti agricoli trasformati sono estremamente importanti poiché possono di fatto portare nuovi accessi ai mercati, come nel caso dei prodotti dell'industria saccarifera. La Commissione europea dovrebbe avere un approccio più coerente negli accordi bilaterali data l'evoluzione della politica interna dell'UE in merito all'informazione ai consumatori. 10- Il settore alimentare continua a soffrire fortemente per via delle frodi nei confronti dei consumatori. Un maggiore riconoscimento e una migliore protezione delle indicazioni geografiche sono necessari. Gli investimenti degli agricoltori e delle cooperative saranno protetti meglio e il consumatore beneficerà di una giusta informazione. 11- L'Unione europea negozia accordi veterinari caso per caso e ciò provoca un'asimmetria dei controlli dei regimi veterinari. Il mercato unico non è ancora abbastanza riconosciuto mentre l'Unione europea negozia con vari Stati federati riconoscendoli come un'entità unica (ad es. CETA - Canada). Questa situazione crea delle distorsioni della concorrenza sempre più insostenibili. 12- La domanda mondiale di derrate alimentari sta aumentando in modo più o meno importante in tutti continenti (Asia, Sudamerica e Africa). È quindi necessario focalizzarsi su una categoria di consumatori il cui potere di acquisto si concentrerà sempre di più sui prodotti agroalimentari trasformati, per preparare gli sbocchi di domani e garantire lo 2|6
sviluppo di un'agricoltura che potrebbe rispondere a questa domanda. Le varie analisi e previsioni demografiche indicano che la classe media in grado di spendere tra i 5 e i 10 dollari al giorno è una classe di consumatori che dovrebbe crescere sostanzialmente e concentrarsi nelle grandi città (megalopoli) in particolare nel continente africano. Di conseguenza lo sviluppo dell'assistenza tecnica nel commercio con il continente africano è strategico per l'agricoltura europea. 13- Oltre al commercio, la produzione di derrate alimentari è fondamentale per garantire la stabilità di varie regioni come la regione mediterranea. Questa dimensione dovrebbe essere presa in considerazione in caso di approfondimento dei rapporti commerciali con alcune regioni. L'AMBITO MULTILATERALE COME ELEMENTO DI COERENZA DELLA POLITICA COMMERCIALE PER IL SETTORE AGRICOLO I negoziati all'OMC devono rimanere la pietra angolare della strategia dei negoziati commerciali dell'UE per il settore agricolo. In effetti, i negoziati bilaterali non trattano più un capitolo importante del commercio internazionale: gli aiuti interni. L'Unione europea ha fatto evolvere la sua politica agricola con strumenti non distorsivi nei confronti dei mercati. Se il principio sussiste, l'utilizzo delle restituzioni all'esportazione è concepibile solo in caso di crisi gravi dei mercati e il loro finanziamento proviene dai pagamenti disaccoppiati destinati agli agricoltori (fondo di gestione di crisi). Nel frattempo, le grandi potenze agricole, come gli USA, hanno sviluppo degli aiuti ai loro agricoltori che hanno un impatto distorsivo sui mercati (principalmente scatola gialla). Il Canada mantiene il suo sistema di offerta per il latte e i prodotti delle carni bianche (scatola blu). Come se non bastasse, gli aiuti distorsivi si sono generalizzati e rafforzati, come lo dimostra il recente bilancio del ministero dell'agricoltura brasiliano. Senza un nuovo accordo all'OMC, gli accordi regionali in negoziazione rischiano di rafforzare delle norme sanitarie che non saranno compatibili e non potranno svolgere il loro ruolo di consolidamento del commercio internazionale. Le distorsioni di concorrenza tra i grandi blocchi rischiano di aumentare. Ad esempio, le norme relative all'origine devono basarsi su dei principi comuni. Dato che l'UE rappresenta un mercato di più di 530 milioni di consumatori, il Copa e la Cogeca ricordano che la Commissione europea deve mantenere un approccio armonizzato sull'accesso ai mercati. L'accumularsi di accordi regionali o bilaterali toglie la globalità della visione dell'Unione europea sui mercati agricoli e non garantisce la coerenza degli accordi conclusi. Inoltre, in caso di evoluzione del processo OMC, alcune concessioni dovrebbero poter essere estese a tutti i membri. Per questo motivo il principio della "tasca unica" dovrebbe essere applicato a tutti i prodotti agricoli e basarsi su una valutazione dell'impatto cumulativo che comprenda le concessioni nell'ambito di negoziati bilaterali. PROPOSTE DA SVILUPPARE 1- Capacità di analisi indipendente dell'evoluzione dei mercati agricoli L'anticipazione delle evoluzioni dei mercati agricoli è strategica, come lo ricordano le conclusioni del G20 del 2007. L'Unione europea non dispone di capacità proprie di analisi dei mercati esterni. Attualmente la relazione dell'USDA e le previsioni del FAPRI o dell'ABARES servono da norma internazionale. Il lavoro derivante dall'AMIS ha come scopo di raccogliere i dati esistenti due volte all'anno ma si tratta di un approccio poco reattivo sulla valutazione degli stock. Bisognerebbe stabilire una rete di responsabili del 3|6
commercio della diplomazia europea al fine di raccogliere i dati di raccolto e della situazione degli stock nei 5 principali paesi esportatori e consumatori. Il monitoraggio del mercato del frumento è importante poiché rappresenta il 40% dell'alimentazione mondiale, così come i mercati dei prodotti lattiero-caseari e della carne suina. Tale rete dovrebbe essere collegata ai servizi di analisi dei mercati e di previsione della DG AGRI. 2- Una politica dinamica di aiuto alle esportazioni europee La ricerca di nuovi sbocchi e la penetrazione di alcuni mercati richiedono tempo e generano molte incertezze e rischi che possono limitare la tesoreria di un'impresa. Il rafforzamento della politica di promozione dei prodotti agricoli in seno alla PAC offre una risposta parziale a questa problematica poiché non copre i rischi commerciali. Allo stesso tempo, il settore bancario privato non fornisce nessuna copertura per questo tipo di rischio. Alcuni Stati membri hanno stabilito l'assicurazione dei crediti all'esportazione per accompagnare le imprese agroalimentari. Quattro azioni potrebbero essere sviluppate: - stabilire delle linee direttrici europee sull'utilizzo dell'assicurazione dei crediti all'esportazione per incitare gli Stati membri a proporre questo tipo di strumenti; - esaminare assieme alla Banca europea per gli investimenti uno strumento finanziario che possa garantire il capitale di un'impresa che deve svilupparsi per rispondere a dei mercati all'esportazione (tale misura potrebbe essere finanziata nel 2° pilastro della PAC); - ampliare il campo di ammissibilità delle azioni di promozione alle missioni miste pubblico-privato per stabilire dei protocolli sanitari all'esportazione; - adottare una strategia di diplomazia economica europea. 3- Contribuire alla competitività delle imprese agricole. L'Unione europea è diventata importatore netto di concimi azotati per il 10%, 90% in fosfato e 99% in potassa. Tali fattori di produzione rappresentano fino al 40% dei costi variabili delle produzioni cerealicole. In queste condizioni, per continuare ad essere competitivi gli agricoltori europei devono avere accesso alla fonte meno cara di concimi. Lo sviluppo degli attori mondiali dei concimi però non è accompagnato da una maggiore trasparenza nella formazione dei prezzi. Ogni grande regione lotta contro le intese sui prezzi nel suo territorio ma non a livello internazionale. I negoziati commerciali bilaterali in corso devono quindi trattare questo argomento per favorire un mercato di libera concorrenza. Il ritiro del decreto di esenzione alla legge antitrust (Webb-Pomerene) per le imprese americane esportatrici di concimi dovrebbe far parte degli obbiettivi del TTIP. Una riflessione strategica sull'approvvigionamento europeo di concimi dovrebbe essere svolta anche per garantire una coerenza tra politica interna (economia circolare) ed esterna e per garantire l'accesso dei produttori europei ai fattori di produzione e materie prime di cui hanno bisogno. 4- Eliminare le barriere non tariffarie al commercio La DG TRADE ha creato un gruppo ad hoc per identificare e rispondere alle barriere commerciali non tariffarie cui sono confrontati gli operatori economici. Il Copa e la Cogeca appoggiano questo approccio. Tuttavia necessita molta energia e complica la coerenza dei negoziati commerciali. Si propone di: - stabilire ogni anno una lista prioritaria di ostacoli commerciali che l'UE 4|6
desidera eliminare; - rendere prioritario il capitolo relativo alle barriere sanitarie e fitosanitarie nei negoziati bilaterali in parallelo ai negoziati tariffari; - considerare l'eliminazione dei conflitti sanitari e fitosanitari come prerequisito di una nuova apertura di negoziati bilaterali; - stabilire un riconoscimento sistematico del mercato unico come entità nell'ambito della negoziazione di un accordo veterinario; - migliorare la coerenza tra la roadmap (tabella di marcia) dei controlli sanitari dei paesi terzi della DG SANTE e i negoziati commerciali; - eliminare i sovraccosti ingiustificati. 5- Sviluppare delle sinergie tra le politiche interne e esterne Le norme di produzione nel settore agricolo rispondo nella maggior parte dei casi a una domanda dei consumatori europei ma non sono parte integrante dei negoziati commerciali. È necessario dunque riesaminare la strategia commerciale europea sulle norme di produzione, come il benessere animale, le norme di produzione per l'agricoltura biologica o il contributo alla protezione dell'ambiente, rispetto allo sviluppo delle norme private e allo scarso progresso realizzato nel corso dei negoziati multilaterali. Un'altra politica interna con forti sinergie con la politica commerciale è la politica dei trasporti e di investimento in capacità di stoccaggio (politica regionale e di sviluppo rurale). I trasporti internazionali richiedono delle strutture specifiche. È necessario anche garantire una rete di trasporti che possa alimentare i porti internazionali. Serve dunque un documento di orientamento politico sullo sviluppo dei trasporti e la politica commerciale. 6- L'assistenza tecnica come futuro sbocco L'Africa è la regione in cui lo sviluppo della classe media sarà maggiore nei prossimi 30 anni. Inoltre, le previsioni demografiche indicano che lo sviluppo delle megalopoli in Africa sarà principalmente alimentato da importazioni di prodotti agroalimentari trasformati. L'investimento e l'assistenza tecnica per lo sviluppo di norme tecniche adattate ai prodotti europei in questa zona è quindi cruciale se il settore agricolo e agroalimentare europeo desidera trarre vantaggio da questo sviluppo. Gli APE (accordi di partenariato europeo) non sono sufficienti. Azioni possibili: - sviluppare un sostegno finanziario alle amministrazioni per lo sviluppo di norme tecniche; - sviluppare una politica di promozione delle norme tecniche europee. Lo sviluppo di norme tecniche è anche utile per garantire un approccio inclusivo del commercio. Ad esempio, lo sviluppo del commercio in seno alla regione mediterranea dovrebbe essere rafforzato anche tra i paesi di questa regione. 7- Strumenti di difesa commerciale dinamici Gli strumenti di difesa commerciale saranno sempre più importanti in caso di fallimento dell'OMC. Lo strumento di risoluzione delle controversie permetterà di gestire i dossier legati ai principi generali del commercio. Gli strumenti di difesa commerciale compresi negli accordi bilaterali, invece, saranno gli unici strumenti che permetteranno di gestire delle situazioni impreviste. Dato che il commercio di prodotti agroalimentari si concentra sempre di più sui prodotti trasformati, l'attivazione di strumenti di difesa commerciale è sempre più complessa come lo dimostra l'esempio dell'evoluzione dell'importazione di 5|6
riso semitrasformato dalla Cambogia. È evidente che gli strumenti di difesa commerciale non dovranno essere utilizzati come strumenti protezionisti ma solo in circostanze in cui è stato chiaramente dimostrato che i prodotti importati sono venduti a prezzi estremamente concorrenziali, che il settore dell'Unione europea subisce un pregiudizio e che è nell'interesse dell'UE imporre delle misure. È stato proposto che la Commissione prenda in considerazione, ogni due anni, l'applicazione degli strumenti di difesa commerciale e la continua necessità di modernizzare le norme e renderle più flessibili. Lo statuto di economia di mercato di cui beneficerà la Cina a partire dal 2017 non dovrebbe portare a un acceleramento di nuovi casi di strumenti di difesa commerciale nei confronti della Cina. Come ultima opzione, la Commissione dovrebbe valutare la possibilità di stabilire delle misure di salvaguardia per un periodo più breve per permettere anche all'industria europea di riprendersi. ______________________ 6|6
Puoi anche leggere