STORIA DEL PENSIERO LINGUISTICO (A.A. 2020-21) DISP. 3 - PROF. STEFANO GENSINI (DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA) EMAIL
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STORIA DEL PENSIERO LINGUISTICO (A.A. 2020-21) DISP. 3 PROF. STEFANO GENSINI (DIPARTIMENTO DI FILOSOFIA) EMAIL: STEFANO.GENSINI@UNIROMA1.IT
L’EREDITÀ DI GRAZIADIO ISAIA ASCOLI (M. 1907) • La rivista AGI ha di fatto fondato in Italia la dialettologia e diffuso un rigoroso metodo di indagine condiviso da un folto gruppo di collaboratori (Flechia, D’Ovidio, Salvioni ecc.) • Con le Lettere glottologiche (1881, 1886-1888) A. ha chiarito l’indipendenza della scuola italiana rispetto a quella neogrammaticale • Ha fissato un modello per lo studio dell’Italia dialettale (cfr. l’art. omonimo del 1880) • Ha definito il fondamentale concetto di sostrato, intrecciando un approccio «etnologico» allo studio dell’evoluzione fonetica.
• Criticando la IL ‘SOSTRATO’ sottovaluta- OVVERO «I MOTIVI zone di questo aspetto da ETNOLOGICI NELLE parte dei TRASFORMAZIONI neogrammatici, DEL LINGUAGGIO» Ascoli così (1881: 13) sintetizza la sua posizione:
LA CLASSIFICAZIONE DEI DIALETTI ITALIANI SECONDO ASCOLI (1880) Diall. francoprovenziali e ladini Diall. gallo-italici e sardi Diall. veneziano, corso, diall. siciliani e napoletani (compresi i diall. romanesco e umbro-march.
ESEMPI DIVENUTI CLASSICI DI POSSIBILI REAZIONI DI SOSTRATO • Ü da Ū latina sotto accento • Cosiddetta «gorgia» toscana • Ad es. [dür] < durus • In corrispondenza soprattutto di /k/ /p/ • E’ secondo Ascoli «l’acutissima delle /t/ fra vocali, il fiorentino e altri dialetti spie celtiche», cioè la traccia lasciata toscani leniscono (fricativizzano) dalle antiche popolazioni celtiche sul l’occlusiva sorda, talora fino al dileguo. latino e quindi sui dialetti italiani che nel • Sulla scia di Ascoli, Clemente Merlo e tempo ne hanno occupato lo spazio altri studiosi hanno ipotizzato che ciò geografico fosse dovuto al sostrato etrusco.
CONTRO I NEOGRAMMATICI, DUE ESPERIENZE DECISIVE • Il grande romanista austriaco Hugo • Il linguista svizzero Jules Gillieron (1854- Schuchardt (1842-1927), fortemente 1926) promuove l’Atlas linguistique de la sensibile ai fenomeni di interferenza France (1902-1910) dando il via alla cd. linguistica, rigetta il carattere ‘geografia linguistica’. «ineccepibile» delle leggi fonetiche, • L’approccio geografico, fondato sulla rifiutando di considerarle il fattore circolazione spaziale delle parole (non privilegiato della dinamica linguistica dei singoli suono) mostra a suo dire «la • Ueber die Lautgesetze. Gegen die fallacia dell’etimologia fonetica». Junggrammatiker (1885)
Da Schuchardt «Sulle leggi fonetiche» (1885) (tr. Francesco Campanile) I neogr. postulavano l’assoluta omogeneità del Accanto alle «leggi fonetiche» (naturali e inconsce) pesano dialetto, ma questa non sussiste nella realtà. fattori sociali, culturali, cui non è estranea la coscienza del L’individuo ha una parte nel «gioco» linguistico. parlante.
GILLIÉRON: «OGNI PAROLA HA LA SUA STORIA» • Nei suoi studi di geografia linguistica G. scopre che nelle dinamiche di circolazione delle parole giocano fattori che possono contrastare la meccanica evoluzione fonetica, ad es.: • Omonimia e omofonia possono determinare reazioni «terapeutiche» da parte dei parlanti; • Fenomeno della contaminazione • Etimologia popolare ecc.
Da Gilliéron & Mongin, Scier dans la Gaule romane du Sud et de l’Est, Paris, Honoré Champion 1905, p. 27.
Una carta linguistica presa da Gillieron & Mongin 1905. I numeri rappresentano le località dove è stata condotta l’indagine; i colori, l’estensione del singolo fenomeno linguistico.
L’AVVENTO DELLA «NEO-LINGUISTICA» • Matteo Giulio Bartoli (1873-1946), • Le neolinguistica cerca di armonizzare i istriano, glottologo all’Univ. di Torino, precetti ascoliani con le acquisizioni della sposa la teoria e la pratica della geografia linguistica geografica. Il «manifesto» della linguistica, accogliendo anche, sul piano dottrina è il Breviario di neolinguistica teorico, le indicazioni di Benedetto (1925) scritto assieme col filologo Croce e Karl Vossler. Lancia il progetto di romanzo Giulio Bertoni (1878-1942). un Atlante linguistico italiano, raccolto dai • Di rilievo sono i suoi tardi Saggi di suoi allievi e ancora in corso di linguistica spaziale (1945), che realizzazione. (cfr. sintetizzano le «norme areali» di Bartoli. http://www.atlantelinguistico.it/ )
L’inizio della seconda parte del Breviario, scritta da Bartoli. Vengono qui riassunti i punti principali di distacco rispetto al metodo neogrammaticale.
LE NORME • 1. Norma dell’area più isolata. Quest’ultima, meno esposta alle comunicazioni, tende a conservare la forma più antica (cfr. sardo «AREALI» EBBA < EQUA vs toscano CAVALLA zio)
LE CAUSE DELL’INNOVAZIONE: PERCHÉ L’ITALIA È «PIÙ LATINA» DI IBERIA, GALLIA E DACIA? LA NOZIONE DI “PRESTIGIO” (PP. 93-4)
A PROPOSITO DI •
Le carte fonetiche o fonologiche e quelle Le carte linguistiche propriamente dette lessicali, rispetto alla modalità di riportano le varianti fonetiche e morfologiche di presentazione dei materiali dialettali, ogni singolo tipo lessicale in una trascrizione possono essere analitiche (dette fonetica rigorosa e rappresentano uno strumento anche puntuali) o sintetiche. Nel primo d’indagine di qualità superiore per la ricchezza di caso riportano la risposta ottenuta in informazioni riferibili a più livelli di analisi corrispondenza di ognuno dei luoghi linguistica. Esse sono sempre e solo di tipo esplorati, detti punti; nel secondo, invece, analitico o puntuale e la loro diffusione si deve al si limitano a indicare i confini o le aree dei primo atlante linguistico concepito su basi singoli fenomeni, tracciati a grandi linee e rigorosamente scientifiche, vale a dire l’Atlas senza tener conto degli intervalli tra i linguistique de la France (ALF) (1902-1910) di Jules punti d’inchiesta. In entrambi i tipi di Gilliéron, fondatore della geografia linguistica. Gli carte, la rappresentazione cartografica dei atlanti linguistici, rispetto alla porzione di fenomeni analizzati si può ottenere con il territorio rappresentato, si dividono in atlanti ricorso a simboli, segni grafici, parole nazionali o sovraregionali, regionali, subregionali, etichette, colori, ecc. sovranazionali o plurilingui, con impianto e finalità diversi gli uni dagli altri>>.
Una carta dell’Atlante linguistico Italo-Svizzero (AIS), realizzato da Karl Jaberg e Jakob Jud (entrambi allievidi Gilliéron) e pubblicato in 8 volumi fra il 1928 e il 1940. Si indaga in che modo il «carro a quattro ruote» viene denominato nella zona geografica rappresentata. L’Atlante prende in considerazione 450 punti tra Svizzera meridionale e Italia.
L’Atlante Linguistico Italiano fu ideato da Bartoli e in seguito elaborato da studiosi della scuola torinese, quali G. Vidossi, B. A. Terracini, G. Bonfante e altri. La sua pubblicazione è iniziata soltanto nel 1995. Rispetto all’Atlante Italo- Svizzero realizzato da K. Jaberg e J. Jud, ALI sottopone a inchiesta molti più «punti» (1065), scelti (spiegano Cugno e Nassobrio, op. cit.) «rispettando una ripartizione proporzionale tra centri massimi, medi e minimi, definiti sulla base del numero di vie di comunicazione e di istituzioni amministrative, scolastiche ed ecclesiastiche presenti nelle singole località. Le carte dell’ALI (…) sono di tipo linguistico (semplici o doppie) e etnolinguistico, sono accompagnate da indicazioni sociolinguistiche su domini, ruoli, usi e varianti, e alcune contengono Una carta dell’Atlante Linguistico Italiano più voci correlate a livello onomasiologico».
L’ELABORAZIONE DEL CONCETTO DI ‘PRESTIGIO’ IN ANTOINE MEILLET Aucune (…) Réservés à l’usage locale, le parlers ….
Iniziatore della scuola linguistica Il est inévitable que, parmi les parlers en di Parigi, Antoine Meillet (1866- 1936) sviluppa in senso «sociale» i temi classici della linguistica storica. Fra le sue opere più importanti: Aperçu d'une histoire de la langue grecque, 1913 Linguistique historique et linguistique générale, 1921 Da «Différenciation et Esquisse d'une histoire de la langue unifications dans les langues» latine, 1928 Scientia, IX,V (1911) Dictionnaire étymologique de la langue latine, 1932 (in collaborazione con Alfred Ernout)
… E IN ANTONIO GRAMSCI, MEDIANTE LA NOZIONE TEORICO-POLITICA DI «EGEMONIA» varietà delle forme assunte nei diversi tempi? Siamo nel 1918: sul giornale socialista Il grido del popolo, G. critica l’illusione di coloro che credono che l’esperanto possa essere uno strumento di internazionalizzazione utile alla causa socialista.
Dai Quaderni del carcere, 29, 1935: come si genera un «conformismo linguistico» nelle società di massa:
La «quistione della lingua» come riorganizzazione dell’egemonia culturale. L’egemonia esprime il momento del «consenso» spontaneo e come tale si oppone al «dominio» che rappresenta il momento della forza (politica, militare ecc.).
ABAT-JOUR Una sdolcinata canzonetta di caffè concerto venuta di moda anni fa ha insegnato a tutti gli italiani che ancora non lo sapessero a chiamare così il paralume; e già parecchi giudicano abat -jour intraducibile. “Abat- jour, tu che spandi una luce blu”, diceva la canzonetta, modello di traduzione, come al solito, dal francese. Un'altra diceva: “Aveva gusti spensierati da viveur - amava il lusso e cercava i piacer”; pronunciare piaceur per la rima. Poche cose sono così umilianti e irritanti come le parole delle nostre canzoni di caffè concerto, siano originali o tradotte; ed è peccato che non si scomodino anche in Italia, come «… si richiede pertanto agli studiosi il loro contributo di dottrina e di fede in Francia e in Germania, i poeti veri a anche per un vigoroso rinnovamento dello studio della grammatica specie fare canzoni e canzonette per fornirne i come tutrice della purezza e correttezza del patrio idioma, in armonia col moto nostri musicisti, costretti a dare leggiadrissime arie a parole idiote o generale dello spirito, del pensiero e dell’arte, senza dire della necessità di melense…. (da Monelli, 1933) secondare la vivace ripresa dell’espansione della lingua e della coltura italiana nl mondo» (Trabalza-Allodoli, dalla «Prefazione»)
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