SPECIALE PESCA L'Economia e la politica della pesca nel mondo - Agrapress

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ANNO L - N. 307                                                    mercoledi' 31 ottobre 2012

                             SPECIALE PESCA

            L'Economia e la politica della pesca nel mondo

MALTA: MAGGIORE SOSTENIBILITA' NEL SETTORE
EUROPEO - "MALTA INDEPENDENT ONLINE"

25 ottobre 2012 - Negli ultimi mesi Malta ha partecipato attivamente a livello europeo ai
negoziati sulla proposta della Commissione per le politiche europee marittime e ittiche per
il periodo 2014-2020 (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca - FEAMP).
Il fondo e' inteso come lo strumento principale per guidare l'attuazione della riforma della
Politica Comune della Pesca (PCP) per favorire una transizione della pesca europea verso
la sostenibilita'. Il fondo deve riflettere le ambizioni sociali, economiche e ambientali
dell'Unione per il settore della pesca. Oltre alla promozione di pratiche sostenibili e al
sostegno all'attuazione della riforma della Politica Comune della Pesca, il fondo deve
sostenere la crescita, l'approvvigionamento alimentare e l'occupazione.
Malta insiste sul fatto che le risorse siano destinate li' dove sono piu' necessarie e
soprattutto dove si puo' essere piu' efficaci nel raggiungere i necessari alti livelli di
sostenibilita'.
Malta non ha sostenuto l'approccio generale adottato al Consiglio Agricoltura e Pesca di
questa settimana (22-23 ottobre 2012) perche' questo approccio non include i criteri di
assegnazione, che verranno discussi in una fase successiva. A questo proposito, la
posizione di Malta e' chiara e coerente. Malta ritiene che i criteri dovrebbero sostenere
l'ambizione della posizione comune della pesca per una maggiore sostenibilita' e nel corso
della riunione del Consiglio ha insistito su 3 punti importanti.
1 - I piccoli pescatori come obiettivo principale dell'Unione europea.
L'ambizione dell'Unione di mirare a piu' elevati livelli di sostenibilita' implica che il settore
artigianale della pesca debba essere una priorita' dell'Unione. A questo proposito, Malta
accoglie l'approccio della Commissione, che insiste sul fatto che le flotte costiere artigianali
sono tuttora la linfa vitale dell'economia di molte comunita' costiere e che l'aiuto nei loro
confronti sara' intensificato.
La pesca artigianale e' impegnata in pratiche di pesca piu' sostenibili, e mettere l'accento su
questo tipo di attivita' ittica consentira' alla riforma della PCP di assumere una posizione
privilegiata per raggiungere i suoi obiettivi. Infatti, la FAO riconosce diversi vantaggi alla
pesca artigianale, tra cui: a) Ridurre i costi di gestione e consumo di carburante b)
Diminuire l'impatto ecologico c) Maggiori opportunita' occupazionali d) Capacita' di
adattamento e) Costi di costruzione piu' bassi f) Tecnologia meno costosa.
2 - L'acquacoltura come altro criterio fondamentale.
L'acquacoltura e' uno strumento fondamentale per soddisfare la crescente domanda di
prodotti ittici e per ridurre la pressione sugli stock selvatici. L'Unione europea e' sempre
piu' dipendente dalle importazioni, e nel 2009 ha importato pesce e prodotti ittici per un
valore di 15,5 miliardi di euro (che rappresentano oltre il 60% del suo consumo di pesce).
L'acquacoltura ha il potenziale per invertire questa tendenza.
3 - Concentrarsi sulle attivita' fondamentali della PCP.
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Il fondo proposto, pur avendo un notevole potenziale, ha dei limiti finanziari. Le attivita' che
non incidono sullo stato degli stock ittici non dovrebbero essere inclusi fra i criteri per la
ripartizione dei fondi. Includere il settore della trasformazione vorrebbe dire sottrarre
risorse alla strategia di sostenibilita' dell'Unione. Tale inclusione potrebbe anche implicare
che i fondi FEAMP finanzino indirettamente pratiche di pesca non sostenibili al di fuori dei
confini dell'Unione. L'industria della trasformazione, come le industrie del turismo e della
ristorazione, genera sostanziali livelli di occupazione e facilita il consumo di pesce.
Tuttavia, non implica la sostenibilita' della pesca, e peggio ancora, puo' aumentare la
dipendenza dell'Unione dal pesce importato. [portale - a cura di agra press]

IRLANDA: UN CASO DI AVVELENAMENTO ALIMENTARE FATTO
RISALIRE A UN'AZIENDA ITTICA - "IRISHTIMES.COM"

25 ottobre 2012 – Tre anziani olandesi sono morti e piu' di 1.000 si sono ammalati, nei Paesi
Bassi e negli Stati Uniti, alcuni dei quali in modo molto serio, in conseguenza di un caso di
salmonella, che e' stato ricondotto a del salmone affumicato prodotto da un'azienda con
sede nella zona orientale dell'Olanda.
Le morti sono state confermate dal National Institute of Public Health, che ha identificato il
ceppo del batterio come "salmonella Thompson".
L'istituto sta cooperando con il Centre for Disease Control and the Food and Drug
Administration degli Stati Uniti, nel tentativo di individuare il pesce infetto, e monitorare la
situazione.
Nei Paesi Bassi, almeno 950 persone sono state colpite, a vari livelli, e 18 delle persone che
sono state ospedalizzate, a causa dell'epidemia di salmonella, si sono unite per
intraprendere un'azione legale contro la Foppen, l'azienda ittica coinvolta, con sede nel
porto di Harderwijk.
Negli Stati Uniti, piu' di 1.00 persone si sono, fino a questo momento, ammalate e 10 sono
state ospedalizzate. Tuttavia, non si sono registrate morti, ha confermato un portavoce del
centro di controllo delle patologie.
Il salmone affumicato contaminato, che e' stato utilizzato anche nella produzione di insalate
e di creme al salmone, e' stato venduto in tre delle principali catene di supermercati dei
Paesi Bassi, vale a dire, Albert Heijn, Plus e Aldi.
Nelle ultime due settimane, tutti i prodotti sono stati ritirati dagli scaffali. La Foppen ha
bloccato la produzione di salmone affumicato in tutti i suoi stabilimenti, nei Paesi Bassi e
all'estero. [Peter Cluskey, portale – a cura di agra press]

FRANCIA: POLEMICA PER UNA "CONCIMAZIONE"
ILLEGALE DEL NORD PACIFICO - "LE MONDE"

25 ottobre 2012 – Un'azienda ha disperso 100 tonnellate di solfato di ferro al largo del
Canada per "far ritornare il salmone"e intrappolare Co2. Lo stoccaggio effettivo di Co2 e'
stato mostrato una sola volta, in condizioni molto particolari dell'oceano Australe.
L'obiettivo era ambizioso: far ritornare i salmoni nel Nord Pacifico e recuperare importanti
somme di denaro dalla vendita di crediti-carbonio. Russ Geroge, un imprenditore
americano che dice di avere conoscenze oceanografiche, lo ha promesso alle autorita' di
Old Massett, una cittadina dell'arcipelago canadese Haida Gwaii, situato al largo della
Colombia Britannica.
Come? "Concimando" l'oceano con un centinaio di tonnellate di particelle di ferro. Portate
in alto mare a luglio, in una zona di circa 10.000 kmq, l'esperimento e' costato un milione di
dollari alla comunita' autoctona, senza contare un prestito bancario di 1,5 milioni di dollari
supplementari. Dopo essere stato rivelato recentemente dal quotidiano The Guardian,
l'esperimento e' al centro di una forte polemica – in Canada e all'estero, perche' e' stato
denunciato durante la conferenza d'Hyderabad (India) sulla biodiversita', che si e' conclusa
il 20 ottobre. Per le associazioni come Greenpeace o l'Etc Group, l'operazione, realizzata
senza le autorizzazioni richieste, contravviene alla Convenzione sulla diversita' biologica, e
alla Convenzione di Londra sulla prevenzione dell'inquinamento marino. I promotori
dell'esperimento, finanziati dalla compagnia Haida Salmon Restoration Corporation (Hsrc) –
il cui direttore scientifico e' il famoso Russ George –, hanno assicurato, nel corso di una
(ap) - n. 307                                                                                   3./..

conferenza stampa il 19 ottobre a Vancouver, che "almeno sette ministeri ne erano al
corrente". Celine Tremblay, portavoce del ministero dell'Ambiente canadese, conferma che
"alcuni funzionari hanno incontrato i rappresentanti della compagnia il 7 maggio". Sono
stati informati delle leggi canadesi che vietano la concimazione degli oceani. La sola
eccezione, ricorda, riguarda i "progetti di ricerca scientifica accreditati", ma il ministero non
ha ricevuto "alcuna domanda di autorizzazione". Anche la comunita' scientifica contesta
fortemente la legittimita' e la fondatezza di questo esperimento. (…) Numerosi esperimenti
scientifici simili sono stati condotti nel corso dell'ultimo decennio. Hanno dimostrato che
cospargere solfato di ferro in alcune zone dell'oceano poteva talvolta aumentare la
produttivita' – quindi l'abbondanza – del phytoplanctona nelle acque di superficie. Ma lo
stoccaggio effettivo di diossido di carbonio (Co2) e' stato mostrato una sola volta, in
condizioni molto particolari dell'oceano Australe. (…) Nelle lettere rese pubbliche dal
gruppo Living Oceans Society – che sin da agosto aveva avvisato il governo dello
spargimento – figura anche un'azienda europea come potenziale acquirente di crediti-
carbone. Quanto a far tornare il salmone nel Nord Pacifico (…) "i rischi questo genere di
operazione comportano non sono nulli. E' possibile veder proliferare certi diatomee (un
phytoplancton) che produce una tossina i cui effetti possono essere gravi. Per esempio la
morte di pellicani sulla costa ovest degli Stati Uniti, che nell'estate scorsa sono stati
raggiunti da queste sostanze". [Stefane Foucart e Anne Pelouas, quotidiano – a cura di agra
press]
GERMANIA: AIGNER CRITICA L'ACCORDO DEI MINISTRI DELL'UE
SUL FINANZIAMENTO DELLA PESCA EUROPEA - "DONAU KURIER"
24 ottobre 2012 - Il ministro dell'Agricoltura Ilse Aigner (Csu) ha aspramente criticato
l'accordo sul finanziamento della pesca europea, che e' stato concluso, dopo lunghe
trattative, dai ministri della pesca dell'Ue. Il ministro si e' detta "rammaricata" del fatto che il
Consiglio dei ministri abbia approvato a maggioranza di continuare a garantire misure di
sostegno a favore delle flotte (…).
Nel corso della riunione, come ha riportato il suo stesso ministero, sono state adottate delle
norme per l'ammodernamento della flotta dell'Unione "che favoriscono il potenziamento
delle capacita' di pesca; e la Germania non puo' appoggiare questa scelta".
La questione degli aiuti per la rottamazione e la modernizzazione [delle imbarcazioni] nel
contesto della riforma della Politica comune della pesca e degli affari marittimi dell'Ue e'
fortemente dibattuta (...). La sovra capacita' delle flotte ittiche rappresenta per la Aigner un
"problema cruciale", che sbarra la strada a uno sviluppo sostenibile della pesca. Il governo
tedesco intende pertanto concedere finanziamenti pubblici solo a condizione che tali
investimenti non determinino un aumento del potenziale di pesca.
Con la propria posizione, la Germania e' risultata pero' essere in minoranza nella riunione
del Consiglio che si e' tenuta a Lussemburgo. Solo Belgio e Malta hanno infatti votato
contro la decisione sulla futura strutturazione del cosiddetto Fondo europeo per gli affari
marittimi e la pesca (Feamp), mentre tutti gli altri Stati membri - tra cui nazioni dedite alla
pesca come Francia e Spagna - hanno votato a favore del testo di compromesso presentato
dalla Presidenza cipriota.
L'intesa che, come riportato dal Ministero dell'Agricoltura, e' stata raggiunta dopo oltre
trenta ore di "intense e controverse" discussioni, costituisce ora la base per i negoziati sul
Feamp con il Parlamento europeo. Una decisione in materia dovra' essere presa entro il
2013. [Afp, quotidiano – a cura di agra press]

GRAN BRETAGNA: ACCORDO SULLA PESCA, I
MINISTRI EUROPEI CRITICATI - "BBC NEWS"
24 ottobre 2012 - I ministri europei hanno raggiunto un accordo provvisorio per ridisegnare
la Politica Comune della Pesca, da tempo rimproverata di non occuparsi del
sovrasfruttamento ittico.
L'accordo e' stato accolto con favore dal ministero dell'Ambiente britannico, ma criticato
dal commissario europeo per la Pesca e dagli ambientalisti.
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Una fonte interna alla Commissione ha riferito a BBC News che i nuovi accordi di
finanziamento continueranno a promuovere il sovrasfruttamento ittico.
Ha affermato che le misure destinate a sostenere le reti selettive che eviterebbero gli scarti
avrebbero meno peso dei finanziamenti per pescherecci piu' grandi. L'accordo ha tolto con
una mano e restituito con l'altra, ha riferito la fonte.
Con gli attuali accordi, i finanziamenti europei hanno aumentato la capacita' delle flotte
portando a un diffuso ed eccessivo sfruttamento degli stock ittici.
Il nuovo piano e' quello di aiutare le flotte a passare a metodi di pesca piu' sostenibili. Fa
parte della riforma decennale della Politica Comune della Pesca (PCP).
La riforma mira a eliminare gli scarti, la pratica di rigettare in mare tonnellate di pesce
perfettamente commestibile - ormai morto - per raggiungere gli obiettivi fissati dalle quote.
Ma il commissario europeo della Pesca, Maria Damanaki, ha detto che l'accordo raggiunto
dai ministri e' piu' debole di quanto avrebbe voluto la Commissione.
Gli attivisti di Greenpeace dicono che i ministri si sono venduti agli interessi economici del
settore della pesca industriale anche accettando di continuare a sovvenzionare
l'ammodernamento delle imbarcazioni e dei loro motori, che non fara' altro che permettere
di aumentare le catture invece di ridurle.
Greenpeace ritiene che la maggior parte dei fondi andra' a vantaggio delle grandi aziende
ittiche, che li useranno per migliorare le proprie imbarcazioni.
La direttrice del gruppo sulle politiche della pesca dell'UE di Greenpeace, Saskia Richartz,
ha dichiarato: "Non c'e' gia' abbastanza pesce per tutte le imbarcazioni, quindi non ha
senso che i governi continuino a sovvenzionare una flotta che e' gia' sovradimensionata.
Buttare i soldi dei contribuenti per destinarli a chi causa il problema e' ridicolo, e' come
pagare qualcuno per rubarti il portafoglio".
La dimensione del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) deve ancora
essere stabilita nei negoziati per il budget del prossimo periodo finanziario, 2014-2020.
Il ministro della Pesca del Regno Unito, Richard Benyon, ha dichiarato: "Sono lieto che il
Consiglio abbia deciso di destinare la maggior parte dei nuovi finanziamenti comunitari
all'implementazione della riforma della PCP. La priorita' per me e' sempre stata quella di
rendere le modifiche - vitali per la nuova PCP - realta', e questo risultato e' un importante
passo verso quella visione Ci stiamo avvicinando alla meta del Regno Unito di essere in
grado di creare stock ittici sani, una industria della pesca in salute in un ambiente marino
sano".
La proposta originaria della Commissione sara' esaminata prossimamente dal Parlamento
europeo e puo' essere ulteriormente modificata prima di diventare legge.
La fonte interna alla Commissione ha detto alla BBC che la ripartizione dei fondi avverra' a
discrezione degli Stati membri.
Sembra che la Gran Bretagna usera' il denaro per rendere la pesca piu' sostenibile, ma la
Francia probabilmente riservera' il grosso alle grandi aziende ittiche per aumentare la
potenza delle loro flotte, ha detto la fonte.
Roberto Ferrigno del WWF ha dichiarato che i governi dell'Unione europea "stanno facendo
come sempre, usano il denaro dei contribuenti per finanziare un'ondata di attivita' di pesca
e di acquacoltura distruttive, irrealistiche e ingiustificate. I fondi FEAMP dovrebbero invece
sostenere misure volte a migliorare la raccolta dei dati e la conoscenza scientifica sugli
stock ittici, promuovere la diffusione e l'adozione di strumenti di pesca selettivi, e in ultima
analisi, migliorare lo stato degli stock ittici, il benessere delle comunita' costiere e
l'industria della pesca". [Roger Harrabin, portale - a cura di agra press]

AUSTRIA: BERLAKOVICH, AUTOSUFFICIENZA NELLA PRODUZIONE DI PESCI
D'ACQUA DOLCE GRAZIE AL SOSTEGNO EUROPEO - "BAUERN ZEITUNG"

24 ottobre 2012 - L'Austria potra' contare sul sostegno dell'Unione europea per raggiungere
l'obiettivo di diventare ulteriormente autosufficiente nella produzione di pesci d'acqua
dolce. Nella sua riunione a Lussemburgo, il Consiglio Agricoltura e Pesca dell'Ue ha
raggiunto un accordo sui principi del futuro Fondo europeo per gli affari marittimi e la
pesca (Feamp).
"L'Austria vuole aumentare il proprio grado di autosufficienza nella produzione di pesci
d'acqua dolce dal 34 al 60 per cento, e incrementare la produzione annua da 2.400 a 5.500
(ap) - n. 307                                                                                5./..

tonnellate. Con l'aiuto dell'Ue potremo raggiungere questo obiettivo entro il 2020", ha
dichiarato oggi, subito dopo il termine della riunione, il Ministro dell'Agricoltura Nikolaus
Berlakovich (...).
E' stato possibile giungere a un accordo solo dopo difficili trattative (…). "Per l'Austria era
essenziale che nel Feamp si tenesse sufficientemente conto del potenziamento e della
costruzione degli impianti e dei laghetti per l'acquacoltura. Nella proposta di riforma
originaria questo tipo di aiuti, a eccezione degli incentivi per l'innovazione, non erano piu'
previsti", ha rivelato Berlakovich. (…)
"Nei precedenti negoziati l'Austria si e' tenacemente battuta per assicurare al settore della
pesca nell'Unione europea un orientamento piu' sostenibile. E questo include anche il
sostegno finanziario all'acquacoltura. L'Ue e' il principale importatore mondiale di prodotti
della pesca e dell'acquacoltura. Una maggiore autosufficienza all'interno dell'Unione
contribuirebbe dunque a contenere anche il sovrasfruttamento dei mari e a garantire la
sopravvivenza di specie in via di estinzione", ha sottolineato Berlakovich.
In primavera il ministero austriaco, insieme alle associazioni dei pescatori austriaci, ha
messo a punto una strategia con cui poter aumentare il proprio grado di autosufficienza in
questo settore (…).
Nel corso della conferenza sull'acquacoltura nell'Ue che si e' tenuta a maggio presso
Mondsee [Alta Austria] 21 Stati membri avevano adottato una dichiarazione, poi presentata
al Commissario per la Pesca Maria Damanaki, che ha gettato le basi per l'attuale accordo
sul potenziamento dell'acquacoltura interna.
A Lussemburgo, dopo faticose trattative, e' stato raggiunto un compromesso anche sul
sostegno per la pesca in mare: gli aiuti per la demolizione delle imbarcazioni, per il fermo
temporaneo dell'attivita' di pesca e per la modernizzazione dei motori - che hanno finora
comportato un elevato dispendio di risorse - saranno concessi fino al 2017.
Berlakovich deplora che "a causa del rifiuto categorico di diversi Stati membri dell'Ue la
proposta iniziale, di eliminare rapidamente questi controproducenti sussidi, non sia
passata". [settimanale – a cura di agra press]

SPAGNA: LA UE RAGGIUNGE UN ACCORDO SUL FUTURO
FONDO DEGLI AIUTI ALLA PESCA – "EL PAIS"

24 ottobre 2012 – L'Unione Europea ha raggiunto all'alba di mercoledi', dopo piu' di 40 ore
di intensi negoziati, un accordo sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, che
manterra' gli aiuti per il disarmo e per il blocco temporaneo della flotta, come chiesto dalla
Spagna.
La maggior parte degli Stati membri ha approvato un testo di compromesso che trova il
giusto equilibrio tra le posizioni dei sostenitori del mantenimento di sussidi tradizionali,
come le sovvenzioni per il disarmo, e di quelli che si opponevano alla loro continuazione
nelle condizioni attuali.
"La Spagna ha raggiunto tutti gli obiettivi che aveva portato al negoziato", ha riassunto
all'agenzia Efe alla fine del Consiglio della pesca il ministro delle politiche agricole,
alimentari e ambientali, Miguel Arias Canete, che si e' mostrato molto soddisfatto per
l'accordo raggiunto.
L'UE ha dato la sua approvazione per la continuazione del sostegno al blocco temporaneo e
permanente della flotta, nonche' degli aiuti per l'ammodernamento, che d'ora in poi saranno
soggetti a condizioni piu' restrittive rispetto a quelle attuali.
Nel caso di ritiro definitivo, l'accordo prevede che le sovvenzioni possano essere estese
fino al 2017, da pagare nei due anni posteriori.
Il Fondo prevedera' anche aiuti destinati a promuovere l'acquacoltura, il supporto per i
giovani e investimenti per diversificare il reddito dei pescatori attraverso lo sviluppo di
attivita' complementari.
Gli aiuti allo stoccaggio, che la Spagna e altri tre paesi volevano mantenere per finanziare i
costi del ritiro dal mercato dei prodotti ittici per una situazione di crisi, andranno avanti, ma
la loro percentuale scendera' gradualmente a partire dal 2014 fino alla loro totale
eliminazione nel 2019.
(ap) - n. 307                                                                                    6./..

La Spagna si e' unita durante il Consiglio a Francia, Portogallo e Polonia, tutti paesi a favore
del mantenimento degli aiuti agli armatori e ai pescatori, per raggiungere gli obiettivi
dell'ambiziosa riforma della Politica Comune della Pesca.
All'estremo opposto, la Germania, la Svezia e il Regno Unito, hanno insistito sulla
necessita' di non intervenire nel settore e di mettere fine a tutte le sovvenzioni che non si
erano dimostrate efficaci nel ridurre la capacita' della flotta.
Il Commissario europeo per la pesca, Maria Damanaki, (...) ha detto al termine della riunione
che la sua proposta "rimane sul tavolo" e ha auspicato che il Parlamento europeo,
legislatore in materia, la prenda in esame.
La Commissione europea ha proposto alla fine dello scorso anno un nuovo Fondo per gli
Affari marittimi e la pesca per il periodo 2014-2020, del valore di circa 6,5 miliardi di euro.
Lo strumento consentira' a Bruxelles di cofinanziare, insieme agli Stati membri, progetti di
politica marittima e della pesca.
Il bilancio totale sara' assegnato a ciascun paese a seconda dell'importanza delle sue
attivita' di pesca.
Il nuovo fondo raggruppera' le diverse linee di finanziamento attualmente disponibili,
contribuira' a promuovere la coesione sociale e la creazione di posti di lavoro, in particolare
attraverso la diversificazione in altri settori attinenti alla pesca (attivita' di trasformazione, di
commercializzazione o di turismo). [quotidiano - a cura di agra press]

SPAGNA: GLI ARMATORI, SODDISFATTI PER L'ACCORDO
EUROPEO SUGLI AIUTI ALLA PESCA – "EL PAIS"

24 ottobre 2012 - Javier Garat, segretario generale del Cepesca, associazione che
rappresenta gli armatori, ha elogiato l'accordo raggiunto questa mattina a Lussemburgo dai
ministri della UE per il mantenimento degli aiuti come quelli previsti per il disarmo delle
navi o per il blocco temporaneo, che Bruxelles inizialmente voleva abolire.
Le condizioni del futuro Fondo europeo per la pesca, secondo il parere di Garat,
consentiranno al settore di "raggiungere gli obiettivi" della riforma della Politica comune
della pesca (PCP) che e' in arrivo, e potrebbe causare una riduzione della navi della flotta,
oltre a fornire gli incentivi necessari per questa attivita'.
Garat si e' congratulato con il ministro dell'agricoltura, Miguel Arias Canete, e con il suo
gruppo di collaboratori per l'esito dei negoziati.
Tuttavia, ha ricordato che l'accordo non e' definitivo, perche' deve ancora essere esaminato
dal Parlamento europeo.
Parlando dei termini dell'accordo, Garat ha spiegato che fornisce aiuti alla demolizione delle
navi fino al 2017, ma che potranno essere pagati fino al 2019.
Ha inoltre sottolineato l'inclusione di sostegni per l'ammodernamento dei pescherecci,
l'innovazione e l'efficienza energetica, in particolare per il cambio di motori nelle
imbarcazioni fino a 24 metri.
Garat ha insistito sul fatto che il nuovo fondo consente di affrontare la riforma della pesca
dell'Unione europea che si sta negoziando in parallelo, che pone nuove sfide e misure per
ripristinare gli stock ittici e che potrebbe comportare una riduzione delle unita' che
compongono la flotta ittica. (...) [quotidiano - a cura di agra press]
STATI UNITI: COME CATTURARE I PESCI E SALVARE
LA PESCA - "THE NEW YORK TIMES"

19 ottobre 2012 - I ministri dell'ambiente di decine di paesi di tutto il mondo si
incontreranno questa settimana a Hyderabad, in India. Il loro obiettivo: raggiungere un
accordo su come proteggere il 10% degli oceani mondiali.
A dire il vero, si erano prefissati questo obiettivo due anni fa, nell'ambito della Convenzione
sulla diversita' biologica. Si potrebbe pensare: ci risiamo, e' facile essere d'accordo sugli
obiettivi, altra cosa e' intendersi sul modo in cui raggiungerli.
Ma e' una cosa importante. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha appena
affermato che le principali aziende ittiche di New England, Alaska e Mississippi sono un
"disastro". Un altro studio ha rilevato che la Grande Barriera Corallina australiana ha perso
la meta' del suo corallo dal 1985. Pescatori britannici e francesi si sono scontrati quando
imbarcazioni della Gran Bretagna hanno navigato in acque francesi a caccia di capesante.
(ap) - n. 307                                                                                7./..

Ma la campana suona non soltanto per i pescatori, suona anche per noi. I pesci sono la
fonte primaria di proteine per circa un miliardo di persone in tutto il mondo.
La rivista Science ha recentemente pubblicato la prima analisi organica di oltre 10.000
industrie ittiche - che rappresentano circa l'80% delle catture mondiali. Conclusione: gli
stock ittici di tutto il mondo sono in rapido declino. Questa analisi globale rende l'idea di un
oceano mondiale sottoposto a una pesca intensiva in un mondo sempre piu' affamato.
Allora perche' siamo fiduciosi? Perche' l'analisi delle attivita' di pesca globali ha un lato
positivo. Ancora non siamo arrivati a un punto di non ritorno. Abbiamo tempo. Esistono
delle soluzioni.
La buona notizia e' che molte grandi aziende ittiche stanno gia' beneficiando dei
miglioramenti apportati alla gestione delle risorse nell'ultimo decennio. Il problema piu'
grande riguarda le piccole aziende, su cui si basano alcune comunita' per nutrirsi e per
avere una fonte di reddito. Il fatto e' che i pescatori su piccola scala - quelli che pescano a
meno di 10 miglia dalla costa - rappresentano quasi la meta' delle catture mondiali, danno
lavoro a 33 dei 36 milioni di pescatori, e creano posti di lavoro per 107 milioni di persone
nella trasformazione del pesce e nella vendita. Per lo piu' poveri, vivono principalmente in
aree dove non esiste un piano di gestione della pesca, un monitoraggio e un'applicazione
delle disposizioni. Non esiste, in poche parole, chi possa dichiarare formalmente che le loro
attivita' di pesca siano "disastrose". Devono solo sopportare la loro situazione. Oppure
assumerne il controllo.
Un numero di comunita' locali in costante aumento sta facendo proprio questo. Ecco la
ricetta proposta dalla stessa indagine pubblicata su Science: riservare ai soli pescatori
locali l'accesso alle loro zone di pesca sotto forma di diritti di utilizzo territoriali, o TURF.
In cambio del privilegio di esclusivita', i pescatori locali accettano di stabilire e proteggere
zone in cui non si puo' pescare. I risultati mostrano stock ittici in aumento, habitat marini
piu' ricchi, e coste meno vulnerabili ai cambiamenti climatici, oltre a una maggiore quantita'
di cibo per le persone.
Dare libero sfogo all'interesse dei pescatori locali per promuovere al tempo stesso la
conservazione e lo sviluppo economico puo' creare uno dei rari scenari in cui tutti sono
vincitori.
Un numero crescente di ricerche dimostra che gli stock ittici all'interno di un'area
sottoposta al divieto di pesca possono addirittura quadruplicarsi. Al di fuori della riserva
possono raddoppiare. E l'accesso esclusivo rende possibili investimenti e un
miglioramento della gestione, che portano a un aumento del valore delle catture.
Funziona. Quest'anno abbiamo visitato diverse aziende ittiche locali in Messico e nelle
Filippine, insieme ai direttori di importanti istituti di ricerca, ONG e agenzie governative, e
ogni volta abbiamo potuto constatare che gli stock ittici sono in aumento, le catture
valgono di piu' e le scogliere sono meglio protette.
Le riserve TURF non sono la soluzione ottimale. Pero', con quasi un miliardo di persone che
dall'accesso al mare traggono la loro fonte primaria di proteine, la posta in gioco e' alta. Se
le nazioni che piu' dipendono dal pesce adottassero una rete diffusa di TURF, potrebbero
contribuire a un recupero degli stock che servirebbe a sfamare centinaia di milioni di
persone.
Il condizionale e' d'obbligo, pero'. Ci vogliono migliaia di riserve TURF in decine di paesi. In
definitiva, abbiamo bisogno dell'impegno da parte di governi, fondazioni, organizzazioni
non governative e del settore privato per creare un importante investimento nel settore
della pesca di prossimita' nei paesi in via di sviluppo. Le comunita' costiere stesse devono
aderire a questa buona possibilita' per gli oceani.
Proteggere il 10% degli oceani del mondo non e' cosa da poco. Le riserve TURF offrono una
soluzione per fare un passo giusto in quella direzione. Ma non sono ne' complicate ne'
costose. Chiaramente questo problema - e l'occasione - e' piu' grande di tutti noi. E ci sono
un miliardo di motivi per decidere di non agire. [Carl Safina, quotidiano - a cura di agra
press]

SVIZZERA: IN 50 ANNI IL CONTENUTO DELLE RETI DEI PESCATORI
EUROPEI E' MOLTO CAMBIATO – "ROMANDIE.COM"
(ap) - n. 307                                                                                 8./..

19 ottobre 2012 – Secondo uno studio, lo stock di pesci e crostacei disponibili in una delle
zone principali di pesca dell'Europa e' diminuita di sei volte in 50 anni, ma con un livello di
catture rimasto stabile, mentre i pesci pescati sono molto piu' piccoli e i pescatori cercano
nuove specie. Siamo abituati a gestire la carenza, dicono Sylvie Guenette, biologa e Didier
Gascuel, professore di ecologia marina all'Universita' europea della Bretagna, autori di uno
studio sugli stock ittici e la salute degli ecosistemi tra il Mare Celtico e il Golfo di Gascogne.
Pubblicato questa settimana sulla rivista scientifica Ocean and Coastal Management, lo
studio indaga l'evoluzione tra il 1950 e il 2008 della zona situata tra il sud dell'Irlanda e la
costa spagnola. La forte diminuzione degli stock ittici si e' verificata prima del 1970, dice lo
studio, che dimostra quanto, nello stesso periodo, la quantita' di pesce sbarcato e' rimasto
pressoche' stabile. Questa apparente stabilita' maschera un aumento estremamente
importante della pressione della pesca (numero dei pescherecci, dimensione,
equipaggiamento sempre piu' sofisticato), che si e' quasi decuplicato, un cambiamento
nella composizione delle specie catturate e dei luoghi di pesca, sottolinea lo studio. (…) Si
spende molto per cercare una risorsa scarsa, ha aggiunto Gascuel, proponendo che per
ricostruire gli stock e ristabilire la produttivita' degli ecosistemi, occorrerebbe una
diminuzione di 2 o 3 volte della pesca. [portale – a cura di agra press]

SPAGNA: AUMENTARE LA QUOTA DI PESCA DEL TONNO ROSSO
PER IL MIGLIORAMENTO DELLE 'RISERVE' – "EL PAIS"

18 ottobre 2012 – Il governo spagnolo chiedera' di aumentare la quota di cattura del tonno
rosso visto il miglioramento dello stock. Lo ha annunciato giovedi' in una conferenza a
Ametlla de Mar (Tarragona), il segretario generale per la pesca del ministero dell'agricoltura
e dell'ambiente, Carlos Dominguez, che ha sostenuto che conta su un "ragionevole
aumento" delle quote per i prossimi anni.
Il comitato scientifico della Commissione per la conservazione del tonno dell'Atlantico
(ICCAT) ha preparato un rapporto che conferma il recupero delle specie nell'Atlantico
orientale ma chiede per prudenza di mantenere le quote (attuali) di pesca. La relazione
rileva che tutti gli indicatori segnalano un miglioramento della specie, anche se con
notevoli incertezze per la disparita' dei dati. Il documento rileva che la biomassa
riproduttiva del tonno rosso (gli animali che hanno piu' di quattro anni) era di 300mila
tonnellate nei primi anni settanta ed e' scesa a 150mila a meta' degli anni 2000. Ora la
biomassa e' stata stimata tra 295 e 380mila tonnellate
La Spagna e' stato il primo paese a rivelare che chiedera' alla Commissione Europea di
negoziare un aumento delle quote di pesca. "Se non ci mobilitiamo per un aumento della
quota nelle attuali circostanze, per ragioni indipendenti dalla biologia, avremo perso la
nostra credibilita' e la legittimita' sul piano gestionale e scientifico" dice il ministero delle
politiche agricole, alimentari e ambientali in un comunicato.
Dominguez ha chiesto un aumento "per garantire la sostenibilita' degli obiettivi di recupero,
che non alteri in modo significativo i prezzi di mercato e che possa premiare i sacrifici fatti
dalla nostra flotta negli ultimi anni, in particolare la flotta artigianale".
Il tonno rosso e' stato a lungo un campo di battaglia tra ambientalisti e pescatori. I primi
sono arrivati al tentativo di vietare il commercio internazionale attraverso il Cites,
l'organismo che controlla il commercio delle specie minacciate di estinzione.
Nel 2007, dopo anni di pesca eccessiva, l'ICCAT ha stabilito un piano di recupero con un
maggiore controllo che comincia a dare i suoi frutti, secondo quanto ammette l'intero
settore. Gli ambientalisti, pero', chiedono di mantenere le quote attuali – 12.900 tonnellate
nel 2012 rispetto a 32mila nel 2007 - per garantire il miglioramento delle attivita' di pesca.
La riunione dell'ICCAT si terra' ad Agadir (Marocco) nel mese di novembre. Saranno fissati i
contingenti di pesca di questa specie per i prossimi tre anni, nonche' misure volte a
migliorare i sistemi di controllo. [quotidiano - a cura di agra press]

SPAGNA: L'EUROPA BUTTA UN MILIONE DI TONNELLATE
DI PESCE ALL'ANNO – "EL PAIS"

18 ottobre 2012 – Gli occhi si spalancano quando si vede servire un caffe' fumante in un
bicchiere con ghiaccio. Il suo lavoro lo ha portato in mezzo mondo, ma sempre mantenendo
(ap) - n. 307                                                                                  9./..

questa eccitazione infantile, luminosa, per scoprire cose sconosciute, per banali che siano.
E quello che ti tiene in vita, dice. "Ma allora e' freddo e al tempo stesso caldo?". Will
Anderson, regista e produttore della serie Fish Fight, arriva a Madrid per un viaggio lampo,
appena 24 ore. Abbastanza a lungo per presentare il documentario di 50 minuti che
riassume il messaggio della produzione (che sara' mostrato anche a Barcellona il 6
novembre), e fa parte della campagna "Neanche un pesce in mare", che denuncia la pratica
degli scarti (della pesca), imposta dalla legge europea. I pescatori lavorano con il sistema
delle quote: quando hanno raggiunto la quota permessa di alcune specie, devono ributtare
le eccedenze in mare, morti o feriti. "Nelle acque europee si butta piu' di un milione di
tonnellate (di pesce) all'anno. E' ridicolo, non ha alcun senso".
Con una vitalita' cosi' giovanile come il suo ingenuo sorriso di fronte ai piccoli dettagli,
inizia a guardare la lettera. Tiene la testa giu', la rialza, e fa un gesto di divertita e totale
incomprensione. "Anche se ho trascorso un anno di Erasmus a Barcellona nei miei giorni
da studente e ho appreso un po' di spagnolo" spiega. Cerca la traduzione dei nomi dei
pesci. Dopo alcune spiegazioni, consiglia i calamari: le altre varieta' non si sa da dove
vengono, e neanche il cameriere lo sa. "Mangiare una specie di pesce puo' essere
sostenibile o meno a seconda dalla zona in cui sono pescati".
(…) Anderson (Londra, 1974) si considera un regista "fortunato". Non smette di ripeterlo.
"Non ero uno di quei ragazzi che passano la giornata a guardare film. Avevo i sogni di un
ragazzo normale: volevo fare il pompiere o il macchinista dei treni, ma mio padre era un
giornalista, quindi sono cresciuto circondato dai media". Racconta (…) che e' stato
catturato dalle reti televisive, mentre era al college, dove ha studiato letteratura inglese.
"Quello che mi sono sempre piaciute sono le storie".
Il suo obiettivo e' stato concentrato sull'antropologia, con l'eccezione di quest'ultima
impresa. Il mondo sottomarino e' ora quello che lo tiene occupato. Insieme con la societa'
di produzione con cui lavora, Keo, e di nuovo con Hugh Fearnley-Whittingstall, la stella di
Fish Fight, si va letteralmente ad imbarcare in una nuova stagione della serie, concentrata
sulla richiesta della creazione di un maggior numero di riserve marine. Il suo sforzo di
sensibilizzazione in materia di scarti della pesca e' riuscito a portare il dibattito nel suo
parlamento nazionale e in quello europeo, a cui si chiede di modificare la legge, e ha
contribuito a cambiare le abitudini alimentari di molti compatrioti, visto che supermercati e
industrie alimentari hanno provveduto a prendere misure ispirate dall'impatto di Fish Fight.
"Il termine di un programma, di solito e' la fine di tutto, ma per questa serie e' stato solo
l'inizio. E' molto emozionante vedere come si puo' fare per cambiare le cose nel mondo
reale". [Silvia Hernando , quotidiano - a cura di agra press]

INDIA: INQUINAMENTO E PESCA A STRASCICO SULLE COSTE
DELL'ANDHRA PRADESH - "TIMESOFINDIA.INDIATIMES.COM"

15 ottobre 2012 – Le catture di pesce lungo la costa indiana dell'Andhra Pradesh hanno
segnato un crollo di quasi il 40%, oltre ad aver comportato un netto calo della biodiversita'
marina, e uno sconvolgimento dell'ecosistema, con diverse specie endemiche che,
nell'ultimo decennio si sono ormai estinte. Tutto cio' altro non e' che una diretta
conseguenza dello sfruttamento ittico indiscriminato, operato dalle reti a strascico, di un
inquinamento fuori controllo, e della mancata implementazione delle disposizioni normative
approntate dal governo.
Ricercatori ed esperti si dicono estremamente preoccupati, e sottolineano come metodi di
pesca alternativi e mezzi di sussistenza per le comunita' ittiche costituiscano la conditio
sine qua non per salvare la biodiversita' marina. Baratha Lakshmi, direttrice dell'Academic
Staff College dell'Andhra University, che e' impegnato sul fronte della conservazione della
biodiversita', chiarisce che il rilascio di materiali di scarico non trattati – come metalli
pesanti, composti chimici e acque di scolo – i pesticidi, le aziende farmaceutiche e la
fuoriuscita di carburante dalle imbarcazioni, hanno rovinato pesantemente la vita marina
della costa dell'Andhra Pradesh.
Anche lo sfruttamento indiscriminato delle risorse ittiche, operato dalle imbarcazioni per la
pesca a strascico, e il cambiamento climatico hanno determinato un crollo delle catture di
pesce. "Negli ultimi quindici anni, si e' registrato un calo delle catture ittiche di oltre il 40%.
(ap) - n. 307                                                                                       10./..

La baia dispone di circa 600 varieta' commerciali di pesce, ma piu' di 55 varieta' di pesce
sono gia' state inserite nella lista dei pesci in pericolo di estinzione", ha detto.
A causa dell'aumento delle radiazioni ultraviolette, dovute all'impoverimento dello strato di
ozono, anche il 'fitoplancton' (la sostanza consumata dai pesci) e' diminuito, creando
enorme scompiglio all'interno della catena alimentare acquatica, afferma Lakshmi. "Inoltre,
quando il valore del Ph, che misura l'acidita' o l'alcalinita' dell'acqua marina, e' superiore o
inferiore a 5, anche la produzione ittica e' destinata a ridursi", spiega.
Dando conto dei danni causati dalle reti a strascico, K. Sujatha, del dipartimento delle
risorse marine, dell'Andhra University, sostiene che quando si cattura del pesce (per lo piu'
gamberi), molte altre specie restano intrappolate nelle reti o nelle eliche, come crostacei,
pesci predatori importanti dal punto di vista ecologico, delfini, tartarughe e cosi' via, che
vengono rigettati in mare, o utilizzati come foraggio per il bestiame. "Questo succede
perche' le reti hanno spesso una dimensione superiore di circa 1,3-2,5 cm, rispetto ai 4 cm
decisi dal governo. I turtle excluding devices (TEDs) non sono sempre utilizzati, ne'
vengono imposte pene severe", rivela. Sujatha sostiene che nella zona di Vizag rimangono
pochissimi banchi di corallo, proprio a causa di un'attivita' ittica priva di regole.
Stranamente, nelle acque dello stato indiano dell'Andhra Pradesh, che ha 974 km di costa,
le catture ittiche sono rimaste ferme a circa 200.000 tonnellate, nonostante un aumento
della domanda. Maheswarudu, scienziato del Central Marine Fisheries Research Institute
(CMFRI), avverte che se lo sfruttamento indiscriminato e l'inquinamento non verranno tenuti
sotto controllo, si registrera' una forte carenza di pesce. (…)
Esperti sostengono che sia estremamente importante costruire barriere artificiali in zone
costiere atte ad accogliere diverse specie ittiche, preservare la biodiversita', e bloccare ogni
attivita' di pesca potenzialmente dannosa. Attualmente nella zona di Vizag, sono attivi circa
350 pescherecci per la pesca a strascico. In tutto lo stato vi sono 1.341 navi di questo tipo,
oltre alle 17.837 imbarcazioni tradizionali. "Il governo deve necessariamente portare avanti
progetti promozionali, porre fine all'inquinamento, in particolare, alle fuoriuscite di
carburante e agli scarichi industriali, e fornire mezzi di sussistenza alternativi ai pescatori",
sostiene Maheswarudu. [Sulogna Mehta, portale – a cura di agra press]

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