SPECIALE PESCA L'Economia e la politica della pesca nel mondo - Agrapress
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ANNO L - N. 307 mercoledi' 31 ottobre 2012 SPECIALE PESCA L'Economia e la politica della pesca nel mondo MALTA: MAGGIORE SOSTENIBILITA' NEL SETTORE EUROPEO - "MALTA INDEPENDENT ONLINE" 25 ottobre 2012 - Negli ultimi mesi Malta ha partecipato attivamente a livello europeo ai negoziati sulla proposta della Commissione per le politiche europee marittime e ittiche per il periodo 2014-2020 (Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca - FEAMP). Il fondo e' inteso come lo strumento principale per guidare l'attuazione della riforma della Politica Comune della Pesca (PCP) per favorire una transizione della pesca europea verso la sostenibilita'. Il fondo deve riflettere le ambizioni sociali, economiche e ambientali dell'Unione per il settore della pesca. Oltre alla promozione di pratiche sostenibili e al sostegno all'attuazione della riforma della Politica Comune della Pesca, il fondo deve sostenere la crescita, l'approvvigionamento alimentare e l'occupazione. Malta insiste sul fatto che le risorse siano destinate li' dove sono piu' necessarie e soprattutto dove si puo' essere piu' efficaci nel raggiungere i necessari alti livelli di sostenibilita'. Malta non ha sostenuto l'approccio generale adottato al Consiglio Agricoltura e Pesca di questa settimana (22-23 ottobre 2012) perche' questo approccio non include i criteri di assegnazione, che verranno discussi in una fase successiva. A questo proposito, la posizione di Malta e' chiara e coerente. Malta ritiene che i criteri dovrebbero sostenere l'ambizione della posizione comune della pesca per una maggiore sostenibilita' e nel corso della riunione del Consiglio ha insistito su 3 punti importanti. 1 - I piccoli pescatori come obiettivo principale dell'Unione europea. L'ambizione dell'Unione di mirare a piu' elevati livelli di sostenibilita' implica che il settore artigianale della pesca debba essere una priorita' dell'Unione. A questo proposito, Malta accoglie l'approccio della Commissione, che insiste sul fatto che le flotte costiere artigianali sono tuttora la linfa vitale dell'economia di molte comunita' costiere e che l'aiuto nei loro confronti sara' intensificato. La pesca artigianale e' impegnata in pratiche di pesca piu' sostenibili, e mettere l'accento su questo tipo di attivita' ittica consentira' alla riforma della PCP di assumere una posizione privilegiata per raggiungere i suoi obiettivi. Infatti, la FAO riconosce diversi vantaggi alla pesca artigianale, tra cui: a) Ridurre i costi di gestione e consumo di carburante b) Diminuire l'impatto ecologico c) Maggiori opportunita' occupazionali d) Capacita' di adattamento e) Costi di costruzione piu' bassi f) Tecnologia meno costosa. 2 - L'acquacoltura come altro criterio fondamentale. L'acquacoltura e' uno strumento fondamentale per soddisfare la crescente domanda di prodotti ittici e per ridurre la pressione sugli stock selvatici. L'Unione europea e' sempre piu' dipendente dalle importazioni, e nel 2009 ha importato pesce e prodotti ittici per un valore di 15,5 miliardi di euro (che rappresentano oltre il 60% del suo consumo di pesce). L'acquacoltura ha il potenziale per invertire questa tendenza. 3 - Concentrarsi sulle attivita' fondamentali della PCP.
(ap) - n. 307 2./.. Il fondo proposto, pur avendo un notevole potenziale, ha dei limiti finanziari. Le attivita' che non incidono sullo stato degli stock ittici non dovrebbero essere inclusi fra i criteri per la ripartizione dei fondi. Includere il settore della trasformazione vorrebbe dire sottrarre risorse alla strategia di sostenibilita' dell'Unione. Tale inclusione potrebbe anche implicare che i fondi FEAMP finanzino indirettamente pratiche di pesca non sostenibili al di fuori dei confini dell'Unione. L'industria della trasformazione, come le industrie del turismo e della ristorazione, genera sostanziali livelli di occupazione e facilita il consumo di pesce. Tuttavia, non implica la sostenibilita' della pesca, e peggio ancora, puo' aumentare la dipendenza dell'Unione dal pesce importato. [portale - a cura di agra press] IRLANDA: UN CASO DI AVVELENAMENTO ALIMENTARE FATTO RISALIRE A UN'AZIENDA ITTICA - "IRISHTIMES.COM" 25 ottobre 2012 – Tre anziani olandesi sono morti e piu' di 1.000 si sono ammalati, nei Paesi Bassi e negli Stati Uniti, alcuni dei quali in modo molto serio, in conseguenza di un caso di salmonella, che e' stato ricondotto a del salmone affumicato prodotto da un'azienda con sede nella zona orientale dell'Olanda. Le morti sono state confermate dal National Institute of Public Health, che ha identificato il ceppo del batterio come "salmonella Thompson". L'istituto sta cooperando con il Centre for Disease Control and the Food and Drug Administration degli Stati Uniti, nel tentativo di individuare il pesce infetto, e monitorare la situazione. Nei Paesi Bassi, almeno 950 persone sono state colpite, a vari livelli, e 18 delle persone che sono state ospedalizzate, a causa dell'epidemia di salmonella, si sono unite per intraprendere un'azione legale contro la Foppen, l'azienda ittica coinvolta, con sede nel porto di Harderwijk. Negli Stati Uniti, piu' di 1.00 persone si sono, fino a questo momento, ammalate e 10 sono state ospedalizzate. Tuttavia, non si sono registrate morti, ha confermato un portavoce del centro di controllo delle patologie. Il salmone affumicato contaminato, che e' stato utilizzato anche nella produzione di insalate e di creme al salmone, e' stato venduto in tre delle principali catene di supermercati dei Paesi Bassi, vale a dire, Albert Heijn, Plus e Aldi. Nelle ultime due settimane, tutti i prodotti sono stati ritirati dagli scaffali. La Foppen ha bloccato la produzione di salmone affumicato in tutti i suoi stabilimenti, nei Paesi Bassi e all'estero. [Peter Cluskey, portale – a cura di agra press] FRANCIA: POLEMICA PER UNA "CONCIMAZIONE" ILLEGALE DEL NORD PACIFICO - "LE MONDE" 25 ottobre 2012 – Un'azienda ha disperso 100 tonnellate di solfato di ferro al largo del Canada per "far ritornare il salmone"e intrappolare Co2. Lo stoccaggio effettivo di Co2 e' stato mostrato una sola volta, in condizioni molto particolari dell'oceano Australe. L'obiettivo era ambizioso: far ritornare i salmoni nel Nord Pacifico e recuperare importanti somme di denaro dalla vendita di crediti-carbonio. Russ Geroge, un imprenditore americano che dice di avere conoscenze oceanografiche, lo ha promesso alle autorita' di Old Massett, una cittadina dell'arcipelago canadese Haida Gwaii, situato al largo della Colombia Britannica. Come? "Concimando" l'oceano con un centinaio di tonnellate di particelle di ferro. Portate in alto mare a luglio, in una zona di circa 10.000 kmq, l'esperimento e' costato un milione di dollari alla comunita' autoctona, senza contare un prestito bancario di 1,5 milioni di dollari supplementari. Dopo essere stato rivelato recentemente dal quotidiano The Guardian, l'esperimento e' al centro di una forte polemica – in Canada e all'estero, perche' e' stato denunciato durante la conferenza d'Hyderabad (India) sulla biodiversita', che si e' conclusa il 20 ottobre. Per le associazioni come Greenpeace o l'Etc Group, l'operazione, realizzata senza le autorizzazioni richieste, contravviene alla Convenzione sulla diversita' biologica, e alla Convenzione di Londra sulla prevenzione dell'inquinamento marino. I promotori dell'esperimento, finanziati dalla compagnia Haida Salmon Restoration Corporation (Hsrc) – il cui direttore scientifico e' il famoso Russ George –, hanno assicurato, nel corso di una
(ap) - n. 307 3./.. conferenza stampa il 19 ottobre a Vancouver, che "almeno sette ministeri ne erano al corrente". Celine Tremblay, portavoce del ministero dell'Ambiente canadese, conferma che "alcuni funzionari hanno incontrato i rappresentanti della compagnia il 7 maggio". Sono stati informati delle leggi canadesi che vietano la concimazione degli oceani. La sola eccezione, ricorda, riguarda i "progetti di ricerca scientifica accreditati", ma il ministero non ha ricevuto "alcuna domanda di autorizzazione". Anche la comunita' scientifica contesta fortemente la legittimita' e la fondatezza di questo esperimento. (…) Numerosi esperimenti scientifici simili sono stati condotti nel corso dell'ultimo decennio. Hanno dimostrato che cospargere solfato di ferro in alcune zone dell'oceano poteva talvolta aumentare la produttivita' – quindi l'abbondanza – del phytoplanctona nelle acque di superficie. Ma lo stoccaggio effettivo di diossido di carbonio (Co2) e' stato mostrato una sola volta, in condizioni molto particolari dell'oceano Australe. (…) Nelle lettere rese pubbliche dal gruppo Living Oceans Society – che sin da agosto aveva avvisato il governo dello spargimento – figura anche un'azienda europea come potenziale acquirente di crediti- carbone. Quanto a far tornare il salmone nel Nord Pacifico (…) "i rischi questo genere di operazione comportano non sono nulli. E' possibile veder proliferare certi diatomee (un phytoplancton) che produce una tossina i cui effetti possono essere gravi. Per esempio la morte di pellicani sulla costa ovest degli Stati Uniti, che nell'estate scorsa sono stati raggiunti da queste sostanze". [Stefane Foucart e Anne Pelouas, quotidiano – a cura di agra press] GERMANIA: AIGNER CRITICA L'ACCORDO DEI MINISTRI DELL'UE SUL FINANZIAMENTO DELLA PESCA EUROPEA - "DONAU KURIER" 24 ottobre 2012 - Il ministro dell'Agricoltura Ilse Aigner (Csu) ha aspramente criticato l'accordo sul finanziamento della pesca europea, che e' stato concluso, dopo lunghe trattative, dai ministri della pesca dell'Ue. Il ministro si e' detta "rammaricata" del fatto che il Consiglio dei ministri abbia approvato a maggioranza di continuare a garantire misure di sostegno a favore delle flotte (…). Nel corso della riunione, come ha riportato il suo stesso ministero, sono state adottate delle norme per l'ammodernamento della flotta dell'Unione "che favoriscono il potenziamento delle capacita' di pesca; e la Germania non puo' appoggiare questa scelta". La questione degli aiuti per la rottamazione e la modernizzazione [delle imbarcazioni] nel contesto della riforma della Politica comune della pesca e degli affari marittimi dell'Ue e' fortemente dibattuta (...). La sovra capacita' delle flotte ittiche rappresenta per la Aigner un "problema cruciale", che sbarra la strada a uno sviluppo sostenibile della pesca. Il governo tedesco intende pertanto concedere finanziamenti pubblici solo a condizione che tali investimenti non determinino un aumento del potenziale di pesca. Con la propria posizione, la Germania e' risultata pero' essere in minoranza nella riunione del Consiglio che si e' tenuta a Lussemburgo. Solo Belgio e Malta hanno infatti votato contro la decisione sulla futura strutturazione del cosiddetto Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp), mentre tutti gli altri Stati membri - tra cui nazioni dedite alla pesca come Francia e Spagna - hanno votato a favore del testo di compromesso presentato dalla Presidenza cipriota. L'intesa che, come riportato dal Ministero dell'Agricoltura, e' stata raggiunta dopo oltre trenta ore di "intense e controverse" discussioni, costituisce ora la base per i negoziati sul Feamp con il Parlamento europeo. Una decisione in materia dovra' essere presa entro il 2013. [Afp, quotidiano – a cura di agra press] GRAN BRETAGNA: ACCORDO SULLA PESCA, I MINISTRI EUROPEI CRITICATI - "BBC NEWS" 24 ottobre 2012 - I ministri europei hanno raggiunto un accordo provvisorio per ridisegnare la Politica Comune della Pesca, da tempo rimproverata di non occuparsi del sovrasfruttamento ittico. L'accordo e' stato accolto con favore dal ministero dell'Ambiente britannico, ma criticato dal commissario europeo per la Pesca e dagli ambientalisti.
(ap) - n. 307 4./.. Una fonte interna alla Commissione ha riferito a BBC News che i nuovi accordi di finanziamento continueranno a promuovere il sovrasfruttamento ittico. Ha affermato che le misure destinate a sostenere le reti selettive che eviterebbero gli scarti avrebbero meno peso dei finanziamenti per pescherecci piu' grandi. L'accordo ha tolto con una mano e restituito con l'altra, ha riferito la fonte. Con gli attuali accordi, i finanziamenti europei hanno aumentato la capacita' delle flotte portando a un diffuso ed eccessivo sfruttamento degli stock ittici. Il nuovo piano e' quello di aiutare le flotte a passare a metodi di pesca piu' sostenibili. Fa parte della riforma decennale della Politica Comune della Pesca (PCP). La riforma mira a eliminare gli scarti, la pratica di rigettare in mare tonnellate di pesce perfettamente commestibile - ormai morto - per raggiungere gli obiettivi fissati dalle quote. Ma il commissario europeo della Pesca, Maria Damanaki, ha detto che l'accordo raggiunto dai ministri e' piu' debole di quanto avrebbe voluto la Commissione. Gli attivisti di Greenpeace dicono che i ministri si sono venduti agli interessi economici del settore della pesca industriale anche accettando di continuare a sovvenzionare l'ammodernamento delle imbarcazioni e dei loro motori, che non fara' altro che permettere di aumentare le catture invece di ridurle. Greenpeace ritiene che la maggior parte dei fondi andra' a vantaggio delle grandi aziende ittiche, che li useranno per migliorare le proprie imbarcazioni. La direttrice del gruppo sulle politiche della pesca dell'UE di Greenpeace, Saskia Richartz, ha dichiarato: "Non c'e' gia' abbastanza pesce per tutte le imbarcazioni, quindi non ha senso che i governi continuino a sovvenzionare una flotta che e' gia' sovradimensionata. Buttare i soldi dei contribuenti per destinarli a chi causa il problema e' ridicolo, e' come pagare qualcuno per rubarti il portafoglio". La dimensione del Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca (FEAMP) deve ancora essere stabilita nei negoziati per il budget del prossimo periodo finanziario, 2014-2020. Il ministro della Pesca del Regno Unito, Richard Benyon, ha dichiarato: "Sono lieto che il Consiglio abbia deciso di destinare la maggior parte dei nuovi finanziamenti comunitari all'implementazione della riforma della PCP. La priorita' per me e' sempre stata quella di rendere le modifiche - vitali per la nuova PCP - realta', e questo risultato e' un importante passo verso quella visione Ci stiamo avvicinando alla meta del Regno Unito di essere in grado di creare stock ittici sani, una industria della pesca in salute in un ambiente marino sano". La proposta originaria della Commissione sara' esaminata prossimamente dal Parlamento europeo e puo' essere ulteriormente modificata prima di diventare legge. La fonte interna alla Commissione ha detto alla BBC che la ripartizione dei fondi avverra' a discrezione degli Stati membri. Sembra che la Gran Bretagna usera' il denaro per rendere la pesca piu' sostenibile, ma la Francia probabilmente riservera' il grosso alle grandi aziende ittiche per aumentare la potenza delle loro flotte, ha detto la fonte. Roberto Ferrigno del WWF ha dichiarato che i governi dell'Unione europea "stanno facendo come sempre, usano il denaro dei contribuenti per finanziare un'ondata di attivita' di pesca e di acquacoltura distruttive, irrealistiche e ingiustificate. I fondi FEAMP dovrebbero invece sostenere misure volte a migliorare la raccolta dei dati e la conoscenza scientifica sugli stock ittici, promuovere la diffusione e l'adozione di strumenti di pesca selettivi, e in ultima analisi, migliorare lo stato degli stock ittici, il benessere delle comunita' costiere e l'industria della pesca". [Roger Harrabin, portale - a cura di agra press] AUSTRIA: BERLAKOVICH, AUTOSUFFICIENZA NELLA PRODUZIONE DI PESCI D'ACQUA DOLCE GRAZIE AL SOSTEGNO EUROPEO - "BAUERN ZEITUNG" 24 ottobre 2012 - L'Austria potra' contare sul sostegno dell'Unione europea per raggiungere l'obiettivo di diventare ulteriormente autosufficiente nella produzione di pesci d'acqua dolce. Nella sua riunione a Lussemburgo, il Consiglio Agricoltura e Pesca dell'Ue ha raggiunto un accordo sui principi del futuro Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (Feamp). "L'Austria vuole aumentare il proprio grado di autosufficienza nella produzione di pesci d'acqua dolce dal 34 al 60 per cento, e incrementare la produzione annua da 2.400 a 5.500
(ap) - n. 307 5./.. tonnellate. Con l'aiuto dell'Ue potremo raggiungere questo obiettivo entro il 2020", ha dichiarato oggi, subito dopo il termine della riunione, il Ministro dell'Agricoltura Nikolaus Berlakovich (...). E' stato possibile giungere a un accordo solo dopo difficili trattative (…). "Per l'Austria era essenziale che nel Feamp si tenesse sufficientemente conto del potenziamento e della costruzione degli impianti e dei laghetti per l'acquacoltura. Nella proposta di riforma originaria questo tipo di aiuti, a eccezione degli incentivi per l'innovazione, non erano piu' previsti", ha rivelato Berlakovich. (…) "Nei precedenti negoziati l'Austria si e' tenacemente battuta per assicurare al settore della pesca nell'Unione europea un orientamento piu' sostenibile. E questo include anche il sostegno finanziario all'acquacoltura. L'Ue e' il principale importatore mondiale di prodotti della pesca e dell'acquacoltura. Una maggiore autosufficienza all'interno dell'Unione contribuirebbe dunque a contenere anche il sovrasfruttamento dei mari e a garantire la sopravvivenza di specie in via di estinzione", ha sottolineato Berlakovich. In primavera il ministero austriaco, insieme alle associazioni dei pescatori austriaci, ha messo a punto una strategia con cui poter aumentare il proprio grado di autosufficienza in questo settore (…). Nel corso della conferenza sull'acquacoltura nell'Ue che si e' tenuta a maggio presso Mondsee [Alta Austria] 21 Stati membri avevano adottato una dichiarazione, poi presentata al Commissario per la Pesca Maria Damanaki, che ha gettato le basi per l'attuale accordo sul potenziamento dell'acquacoltura interna. A Lussemburgo, dopo faticose trattative, e' stato raggiunto un compromesso anche sul sostegno per la pesca in mare: gli aiuti per la demolizione delle imbarcazioni, per il fermo temporaneo dell'attivita' di pesca e per la modernizzazione dei motori - che hanno finora comportato un elevato dispendio di risorse - saranno concessi fino al 2017. Berlakovich deplora che "a causa del rifiuto categorico di diversi Stati membri dell'Ue la proposta iniziale, di eliminare rapidamente questi controproducenti sussidi, non sia passata". [settimanale – a cura di agra press] SPAGNA: LA UE RAGGIUNGE UN ACCORDO SUL FUTURO FONDO DEGLI AIUTI ALLA PESCA – "EL PAIS" 24 ottobre 2012 – L'Unione Europea ha raggiunto all'alba di mercoledi', dopo piu' di 40 ore di intensi negoziati, un accordo sul Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, che manterra' gli aiuti per il disarmo e per il blocco temporaneo della flotta, come chiesto dalla Spagna. La maggior parte degli Stati membri ha approvato un testo di compromesso che trova il giusto equilibrio tra le posizioni dei sostenitori del mantenimento di sussidi tradizionali, come le sovvenzioni per il disarmo, e di quelli che si opponevano alla loro continuazione nelle condizioni attuali. "La Spagna ha raggiunto tutti gli obiettivi che aveva portato al negoziato", ha riassunto all'agenzia Efe alla fine del Consiglio della pesca il ministro delle politiche agricole, alimentari e ambientali, Miguel Arias Canete, che si e' mostrato molto soddisfatto per l'accordo raggiunto. L'UE ha dato la sua approvazione per la continuazione del sostegno al blocco temporaneo e permanente della flotta, nonche' degli aiuti per l'ammodernamento, che d'ora in poi saranno soggetti a condizioni piu' restrittive rispetto a quelle attuali. Nel caso di ritiro definitivo, l'accordo prevede che le sovvenzioni possano essere estese fino al 2017, da pagare nei due anni posteriori. Il Fondo prevedera' anche aiuti destinati a promuovere l'acquacoltura, il supporto per i giovani e investimenti per diversificare il reddito dei pescatori attraverso lo sviluppo di attivita' complementari. Gli aiuti allo stoccaggio, che la Spagna e altri tre paesi volevano mantenere per finanziare i costi del ritiro dal mercato dei prodotti ittici per una situazione di crisi, andranno avanti, ma la loro percentuale scendera' gradualmente a partire dal 2014 fino alla loro totale eliminazione nel 2019.
(ap) - n. 307 6./.. La Spagna si e' unita durante il Consiglio a Francia, Portogallo e Polonia, tutti paesi a favore del mantenimento degli aiuti agli armatori e ai pescatori, per raggiungere gli obiettivi dell'ambiziosa riforma della Politica Comune della Pesca. All'estremo opposto, la Germania, la Svezia e il Regno Unito, hanno insistito sulla necessita' di non intervenire nel settore e di mettere fine a tutte le sovvenzioni che non si erano dimostrate efficaci nel ridurre la capacita' della flotta. Il Commissario europeo per la pesca, Maria Damanaki, (...) ha detto al termine della riunione che la sua proposta "rimane sul tavolo" e ha auspicato che il Parlamento europeo, legislatore in materia, la prenda in esame. La Commissione europea ha proposto alla fine dello scorso anno un nuovo Fondo per gli Affari marittimi e la pesca per il periodo 2014-2020, del valore di circa 6,5 miliardi di euro. Lo strumento consentira' a Bruxelles di cofinanziare, insieme agli Stati membri, progetti di politica marittima e della pesca. Il bilancio totale sara' assegnato a ciascun paese a seconda dell'importanza delle sue attivita' di pesca. Il nuovo fondo raggruppera' le diverse linee di finanziamento attualmente disponibili, contribuira' a promuovere la coesione sociale e la creazione di posti di lavoro, in particolare attraverso la diversificazione in altri settori attinenti alla pesca (attivita' di trasformazione, di commercializzazione o di turismo). [quotidiano - a cura di agra press] SPAGNA: GLI ARMATORI, SODDISFATTI PER L'ACCORDO EUROPEO SUGLI AIUTI ALLA PESCA – "EL PAIS" 24 ottobre 2012 - Javier Garat, segretario generale del Cepesca, associazione che rappresenta gli armatori, ha elogiato l'accordo raggiunto questa mattina a Lussemburgo dai ministri della UE per il mantenimento degli aiuti come quelli previsti per il disarmo delle navi o per il blocco temporaneo, che Bruxelles inizialmente voleva abolire. Le condizioni del futuro Fondo europeo per la pesca, secondo il parere di Garat, consentiranno al settore di "raggiungere gli obiettivi" della riforma della Politica comune della pesca (PCP) che e' in arrivo, e potrebbe causare una riduzione della navi della flotta, oltre a fornire gli incentivi necessari per questa attivita'. Garat si e' congratulato con il ministro dell'agricoltura, Miguel Arias Canete, e con il suo gruppo di collaboratori per l'esito dei negoziati. Tuttavia, ha ricordato che l'accordo non e' definitivo, perche' deve ancora essere esaminato dal Parlamento europeo. Parlando dei termini dell'accordo, Garat ha spiegato che fornisce aiuti alla demolizione delle navi fino al 2017, ma che potranno essere pagati fino al 2019. Ha inoltre sottolineato l'inclusione di sostegni per l'ammodernamento dei pescherecci, l'innovazione e l'efficienza energetica, in particolare per il cambio di motori nelle imbarcazioni fino a 24 metri. Garat ha insistito sul fatto che il nuovo fondo consente di affrontare la riforma della pesca dell'Unione europea che si sta negoziando in parallelo, che pone nuove sfide e misure per ripristinare gli stock ittici e che potrebbe comportare una riduzione delle unita' che compongono la flotta ittica. (...) [quotidiano - a cura di agra press] STATI UNITI: COME CATTURARE I PESCI E SALVARE LA PESCA - "THE NEW YORK TIMES" 19 ottobre 2012 - I ministri dell'ambiente di decine di paesi di tutto il mondo si incontreranno questa settimana a Hyderabad, in India. Il loro obiettivo: raggiungere un accordo su come proteggere il 10% degli oceani mondiali. A dire il vero, si erano prefissati questo obiettivo due anni fa, nell'ambito della Convenzione sulla diversita' biologica. Si potrebbe pensare: ci risiamo, e' facile essere d'accordo sugli obiettivi, altra cosa e' intendersi sul modo in cui raggiungerli. Ma e' una cosa importante. Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha appena affermato che le principali aziende ittiche di New England, Alaska e Mississippi sono un "disastro". Un altro studio ha rilevato che la Grande Barriera Corallina australiana ha perso la meta' del suo corallo dal 1985. Pescatori britannici e francesi si sono scontrati quando imbarcazioni della Gran Bretagna hanno navigato in acque francesi a caccia di capesante.
(ap) - n. 307 7./.. Ma la campana suona non soltanto per i pescatori, suona anche per noi. I pesci sono la fonte primaria di proteine per circa un miliardo di persone in tutto il mondo. La rivista Science ha recentemente pubblicato la prima analisi organica di oltre 10.000 industrie ittiche - che rappresentano circa l'80% delle catture mondiali. Conclusione: gli stock ittici di tutto il mondo sono in rapido declino. Questa analisi globale rende l'idea di un oceano mondiale sottoposto a una pesca intensiva in un mondo sempre piu' affamato. Allora perche' siamo fiduciosi? Perche' l'analisi delle attivita' di pesca globali ha un lato positivo. Ancora non siamo arrivati a un punto di non ritorno. Abbiamo tempo. Esistono delle soluzioni. La buona notizia e' che molte grandi aziende ittiche stanno gia' beneficiando dei miglioramenti apportati alla gestione delle risorse nell'ultimo decennio. Il problema piu' grande riguarda le piccole aziende, su cui si basano alcune comunita' per nutrirsi e per avere una fonte di reddito. Il fatto e' che i pescatori su piccola scala - quelli che pescano a meno di 10 miglia dalla costa - rappresentano quasi la meta' delle catture mondiali, danno lavoro a 33 dei 36 milioni di pescatori, e creano posti di lavoro per 107 milioni di persone nella trasformazione del pesce e nella vendita. Per lo piu' poveri, vivono principalmente in aree dove non esiste un piano di gestione della pesca, un monitoraggio e un'applicazione delle disposizioni. Non esiste, in poche parole, chi possa dichiarare formalmente che le loro attivita' di pesca siano "disastrose". Devono solo sopportare la loro situazione. Oppure assumerne il controllo. Un numero di comunita' locali in costante aumento sta facendo proprio questo. Ecco la ricetta proposta dalla stessa indagine pubblicata su Science: riservare ai soli pescatori locali l'accesso alle loro zone di pesca sotto forma di diritti di utilizzo territoriali, o TURF. In cambio del privilegio di esclusivita', i pescatori locali accettano di stabilire e proteggere zone in cui non si puo' pescare. I risultati mostrano stock ittici in aumento, habitat marini piu' ricchi, e coste meno vulnerabili ai cambiamenti climatici, oltre a una maggiore quantita' di cibo per le persone. Dare libero sfogo all'interesse dei pescatori locali per promuovere al tempo stesso la conservazione e lo sviluppo economico puo' creare uno dei rari scenari in cui tutti sono vincitori. Un numero crescente di ricerche dimostra che gli stock ittici all'interno di un'area sottoposta al divieto di pesca possono addirittura quadruplicarsi. Al di fuori della riserva possono raddoppiare. E l'accesso esclusivo rende possibili investimenti e un miglioramento della gestione, che portano a un aumento del valore delle catture. Funziona. Quest'anno abbiamo visitato diverse aziende ittiche locali in Messico e nelle Filippine, insieme ai direttori di importanti istituti di ricerca, ONG e agenzie governative, e ogni volta abbiamo potuto constatare che gli stock ittici sono in aumento, le catture valgono di piu' e le scogliere sono meglio protette. Le riserve TURF non sono la soluzione ottimale. Pero', con quasi un miliardo di persone che dall'accesso al mare traggono la loro fonte primaria di proteine, la posta in gioco e' alta. Se le nazioni che piu' dipendono dal pesce adottassero una rete diffusa di TURF, potrebbero contribuire a un recupero degli stock che servirebbe a sfamare centinaia di milioni di persone. Il condizionale e' d'obbligo, pero'. Ci vogliono migliaia di riserve TURF in decine di paesi. In definitiva, abbiamo bisogno dell'impegno da parte di governi, fondazioni, organizzazioni non governative e del settore privato per creare un importante investimento nel settore della pesca di prossimita' nei paesi in via di sviluppo. Le comunita' costiere stesse devono aderire a questa buona possibilita' per gli oceani. Proteggere il 10% degli oceani del mondo non e' cosa da poco. Le riserve TURF offrono una soluzione per fare un passo giusto in quella direzione. Ma non sono ne' complicate ne' costose. Chiaramente questo problema - e l'occasione - e' piu' grande di tutti noi. E ci sono un miliardo di motivi per decidere di non agire. [Carl Safina, quotidiano - a cura di agra press] SVIZZERA: IN 50 ANNI IL CONTENUTO DELLE RETI DEI PESCATORI EUROPEI E' MOLTO CAMBIATO – "ROMANDIE.COM"
(ap) - n. 307 8./.. 19 ottobre 2012 – Secondo uno studio, lo stock di pesci e crostacei disponibili in una delle zone principali di pesca dell'Europa e' diminuita di sei volte in 50 anni, ma con un livello di catture rimasto stabile, mentre i pesci pescati sono molto piu' piccoli e i pescatori cercano nuove specie. Siamo abituati a gestire la carenza, dicono Sylvie Guenette, biologa e Didier Gascuel, professore di ecologia marina all'Universita' europea della Bretagna, autori di uno studio sugli stock ittici e la salute degli ecosistemi tra il Mare Celtico e il Golfo di Gascogne. Pubblicato questa settimana sulla rivista scientifica Ocean and Coastal Management, lo studio indaga l'evoluzione tra il 1950 e il 2008 della zona situata tra il sud dell'Irlanda e la costa spagnola. La forte diminuzione degli stock ittici si e' verificata prima del 1970, dice lo studio, che dimostra quanto, nello stesso periodo, la quantita' di pesce sbarcato e' rimasto pressoche' stabile. Questa apparente stabilita' maschera un aumento estremamente importante della pressione della pesca (numero dei pescherecci, dimensione, equipaggiamento sempre piu' sofisticato), che si e' quasi decuplicato, un cambiamento nella composizione delle specie catturate e dei luoghi di pesca, sottolinea lo studio. (…) Si spende molto per cercare una risorsa scarsa, ha aggiunto Gascuel, proponendo che per ricostruire gli stock e ristabilire la produttivita' degli ecosistemi, occorrerebbe una diminuzione di 2 o 3 volte della pesca. [portale – a cura di agra press] SPAGNA: AUMENTARE LA QUOTA DI PESCA DEL TONNO ROSSO PER IL MIGLIORAMENTO DELLE 'RISERVE' – "EL PAIS" 18 ottobre 2012 – Il governo spagnolo chiedera' di aumentare la quota di cattura del tonno rosso visto il miglioramento dello stock. Lo ha annunciato giovedi' in una conferenza a Ametlla de Mar (Tarragona), il segretario generale per la pesca del ministero dell'agricoltura e dell'ambiente, Carlos Dominguez, che ha sostenuto che conta su un "ragionevole aumento" delle quote per i prossimi anni. Il comitato scientifico della Commissione per la conservazione del tonno dell'Atlantico (ICCAT) ha preparato un rapporto che conferma il recupero delle specie nell'Atlantico orientale ma chiede per prudenza di mantenere le quote (attuali) di pesca. La relazione rileva che tutti gli indicatori segnalano un miglioramento della specie, anche se con notevoli incertezze per la disparita' dei dati. Il documento rileva che la biomassa riproduttiva del tonno rosso (gli animali che hanno piu' di quattro anni) era di 300mila tonnellate nei primi anni settanta ed e' scesa a 150mila a meta' degli anni 2000. Ora la biomassa e' stata stimata tra 295 e 380mila tonnellate La Spagna e' stato il primo paese a rivelare che chiedera' alla Commissione Europea di negoziare un aumento delle quote di pesca. "Se non ci mobilitiamo per un aumento della quota nelle attuali circostanze, per ragioni indipendenti dalla biologia, avremo perso la nostra credibilita' e la legittimita' sul piano gestionale e scientifico" dice il ministero delle politiche agricole, alimentari e ambientali in un comunicato. Dominguez ha chiesto un aumento "per garantire la sostenibilita' degli obiettivi di recupero, che non alteri in modo significativo i prezzi di mercato e che possa premiare i sacrifici fatti dalla nostra flotta negli ultimi anni, in particolare la flotta artigianale". Il tonno rosso e' stato a lungo un campo di battaglia tra ambientalisti e pescatori. I primi sono arrivati al tentativo di vietare il commercio internazionale attraverso il Cites, l'organismo che controlla il commercio delle specie minacciate di estinzione. Nel 2007, dopo anni di pesca eccessiva, l'ICCAT ha stabilito un piano di recupero con un maggiore controllo che comincia a dare i suoi frutti, secondo quanto ammette l'intero settore. Gli ambientalisti, pero', chiedono di mantenere le quote attuali – 12.900 tonnellate nel 2012 rispetto a 32mila nel 2007 - per garantire il miglioramento delle attivita' di pesca. La riunione dell'ICCAT si terra' ad Agadir (Marocco) nel mese di novembre. Saranno fissati i contingenti di pesca di questa specie per i prossimi tre anni, nonche' misure volte a migliorare i sistemi di controllo. [quotidiano - a cura di agra press] SPAGNA: L'EUROPA BUTTA UN MILIONE DI TONNELLATE DI PESCE ALL'ANNO – "EL PAIS" 18 ottobre 2012 – Gli occhi si spalancano quando si vede servire un caffe' fumante in un bicchiere con ghiaccio. Il suo lavoro lo ha portato in mezzo mondo, ma sempre mantenendo
(ap) - n. 307 9./.. questa eccitazione infantile, luminosa, per scoprire cose sconosciute, per banali che siano. E quello che ti tiene in vita, dice. "Ma allora e' freddo e al tempo stesso caldo?". Will Anderson, regista e produttore della serie Fish Fight, arriva a Madrid per un viaggio lampo, appena 24 ore. Abbastanza a lungo per presentare il documentario di 50 minuti che riassume il messaggio della produzione (che sara' mostrato anche a Barcellona il 6 novembre), e fa parte della campagna "Neanche un pesce in mare", che denuncia la pratica degli scarti (della pesca), imposta dalla legge europea. I pescatori lavorano con il sistema delle quote: quando hanno raggiunto la quota permessa di alcune specie, devono ributtare le eccedenze in mare, morti o feriti. "Nelle acque europee si butta piu' di un milione di tonnellate (di pesce) all'anno. E' ridicolo, non ha alcun senso". Con una vitalita' cosi' giovanile come il suo ingenuo sorriso di fronte ai piccoli dettagli, inizia a guardare la lettera. Tiene la testa giu', la rialza, e fa un gesto di divertita e totale incomprensione. "Anche se ho trascorso un anno di Erasmus a Barcellona nei miei giorni da studente e ho appreso un po' di spagnolo" spiega. Cerca la traduzione dei nomi dei pesci. Dopo alcune spiegazioni, consiglia i calamari: le altre varieta' non si sa da dove vengono, e neanche il cameriere lo sa. "Mangiare una specie di pesce puo' essere sostenibile o meno a seconda dalla zona in cui sono pescati". (…) Anderson (Londra, 1974) si considera un regista "fortunato". Non smette di ripeterlo. "Non ero uno di quei ragazzi che passano la giornata a guardare film. Avevo i sogni di un ragazzo normale: volevo fare il pompiere o il macchinista dei treni, ma mio padre era un giornalista, quindi sono cresciuto circondato dai media". Racconta (…) che e' stato catturato dalle reti televisive, mentre era al college, dove ha studiato letteratura inglese. "Quello che mi sono sempre piaciute sono le storie". Il suo obiettivo e' stato concentrato sull'antropologia, con l'eccezione di quest'ultima impresa. Il mondo sottomarino e' ora quello che lo tiene occupato. Insieme con la societa' di produzione con cui lavora, Keo, e di nuovo con Hugh Fearnley-Whittingstall, la stella di Fish Fight, si va letteralmente ad imbarcare in una nuova stagione della serie, concentrata sulla richiesta della creazione di un maggior numero di riserve marine. Il suo sforzo di sensibilizzazione in materia di scarti della pesca e' riuscito a portare il dibattito nel suo parlamento nazionale e in quello europeo, a cui si chiede di modificare la legge, e ha contribuito a cambiare le abitudini alimentari di molti compatrioti, visto che supermercati e industrie alimentari hanno provveduto a prendere misure ispirate dall'impatto di Fish Fight. "Il termine di un programma, di solito e' la fine di tutto, ma per questa serie e' stato solo l'inizio. E' molto emozionante vedere come si puo' fare per cambiare le cose nel mondo reale". [Silvia Hernando , quotidiano - a cura di agra press] INDIA: INQUINAMENTO E PESCA A STRASCICO SULLE COSTE DELL'ANDHRA PRADESH - "TIMESOFINDIA.INDIATIMES.COM" 15 ottobre 2012 – Le catture di pesce lungo la costa indiana dell'Andhra Pradesh hanno segnato un crollo di quasi il 40%, oltre ad aver comportato un netto calo della biodiversita' marina, e uno sconvolgimento dell'ecosistema, con diverse specie endemiche che, nell'ultimo decennio si sono ormai estinte. Tutto cio' altro non e' che una diretta conseguenza dello sfruttamento ittico indiscriminato, operato dalle reti a strascico, di un inquinamento fuori controllo, e della mancata implementazione delle disposizioni normative approntate dal governo. Ricercatori ed esperti si dicono estremamente preoccupati, e sottolineano come metodi di pesca alternativi e mezzi di sussistenza per le comunita' ittiche costituiscano la conditio sine qua non per salvare la biodiversita' marina. Baratha Lakshmi, direttrice dell'Academic Staff College dell'Andhra University, che e' impegnato sul fronte della conservazione della biodiversita', chiarisce che il rilascio di materiali di scarico non trattati – come metalli pesanti, composti chimici e acque di scolo – i pesticidi, le aziende farmaceutiche e la fuoriuscita di carburante dalle imbarcazioni, hanno rovinato pesantemente la vita marina della costa dell'Andhra Pradesh. Anche lo sfruttamento indiscriminato delle risorse ittiche, operato dalle imbarcazioni per la pesca a strascico, e il cambiamento climatico hanno determinato un crollo delle catture di pesce. "Negli ultimi quindici anni, si e' registrato un calo delle catture ittiche di oltre il 40%.
(ap) - n. 307 10./.. La baia dispone di circa 600 varieta' commerciali di pesce, ma piu' di 55 varieta' di pesce sono gia' state inserite nella lista dei pesci in pericolo di estinzione", ha detto. A causa dell'aumento delle radiazioni ultraviolette, dovute all'impoverimento dello strato di ozono, anche il 'fitoplancton' (la sostanza consumata dai pesci) e' diminuito, creando enorme scompiglio all'interno della catena alimentare acquatica, afferma Lakshmi. "Inoltre, quando il valore del Ph, che misura l'acidita' o l'alcalinita' dell'acqua marina, e' superiore o inferiore a 5, anche la produzione ittica e' destinata a ridursi", spiega. Dando conto dei danni causati dalle reti a strascico, K. Sujatha, del dipartimento delle risorse marine, dell'Andhra University, sostiene che quando si cattura del pesce (per lo piu' gamberi), molte altre specie restano intrappolate nelle reti o nelle eliche, come crostacei, pesci predatori importanti dal punto di vista ecologico, delfini, tartarughe e cosi' via, che vengono rigettati in mare, o utilizzati come foraggio per il bestiame. "Questo succede perche' le reti hanno spesso una dimensione superiore di circa 1,3-2,5 cm, rispetto ai 4 cm decisi dal governo. I turtle excluding devices (TEDs) non sono sempre utilizzati, ne' vengono imposte pene severe", rivela. Sujatha sostiene che nella zona di Vizag rimangono pochissimi banchi di corallo, proprio a causa di un'attivita' ittica priva di regole. Stranamente, nelle acque dello stato indiano dell'Andhra Pradesh, che ha 974 km di costa, le catture ittiche sono rimaste ferme a circa 200.000 tonnellate, nonostante un aumento della domanda. Maheswarudu, scienziato del Central Marine Fisheries Research Institute (CMFRI), avverte che se lo sfruttamento indiscriminato e l'inquinamento non verranno tenuti sotto controllo, si registrera' una forte carenza di pesce. (…) Esperti sostengono che sia estremamente importante costruire barriere artificiali in zone costiere atte ad accogliere diverse specie ittiche, preservare la biodiversita', e bloccare ogni attivita' di pesca potenzialmente dannosa. Attualmente nella zona di Vizag, sono attivi circa 350 pescherecci per la pesca a strascico. In tutto lo stato vi sono 1.341 navi di questo tipo, oltre alle 17.837 imbarcazioni tradizionali. "Il governo deve necessariamente portare avanti progetti promozionali, porre fine all'inquinamento, in particolare, alle fuoriuscite di carburante e agli scarichi industriali, e fornire mezzi di sussistenza alternativi ai pescatori", sostiene Maheswarudu. [Sulogna Mehta, portale – a cura di agra press] NOTIZIARIO TRASMESSO ALLE 11:25 E' vietata la riproduzione totale o parziale e la distribuzione con qualsiasi mezzo delle notizie di AGRA PRESS, salvo espliciti e specifici accordi in materia con citazione della fonte. I TESTI CITATI SONO DISPONIBILI CON RIFERIMENTO AL NUMERO DI NOTIZIA Tel 0668806721 - fax 0668807954 - email agrapress@mclink.it
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