Reti derivanti illegali italiane: la pesca illegale non si ferma - Risultati della campagna 2007 di Oceana
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Reti derivanti illegali italiane: la pesca illegale non si ferma Risultati della campagna 2007 di Oceana
Indice Il peschereccio da traino Federica II con chilometri di reti derivanti a bordo. Porticello-Porto Bagnera. 29 maggio 2007. © OCEANA. >RIASSUNTO ESECUTIVO..................................................................................................................................... 04 >INTRODUZIONE. .................................................................................................................................................... 05 >IL DIVIETO DELL’USO DI RETI DA POSTA DERIVANTI NELL’UNIONE EUROPEA....................... 08 >L’USO DI RETI DERIVANTI IN ITALIA.......................................................................................................... 10 * Caratteristiche della pesca Catture * Quadro legale * Legame tra Italia e Marocco nell’uso di reti derivanti * Campagna di Oceana nel 2007 Risultati ottenuti Analisi dei risultati a) Caratteristiche delle imbarcazioni b) Licenze di pesca c) Imbarcazioni sovvenzionate: la truffa dei fondi comunitari d) Carenze nelle misure di controllo * Casi concreti L’uso della ferrettara: la legalità di una rete derivante illegale La flotta di pescherecci da traino di Porticello-Porto Bagnera >CONCLUSIONE........................................................................................................................................................ 29 >RACCOMANDAZIONI............................................................................................................................................ 30 * Raccomandazioni specifiche >ALLEGATO I: Imbarcazioni con reti derivanti a bordo incontrate da Oceana nei porti italiani durante la campagna del 2007. ... 31 >ALLEGATO II: Imbarcazioni con reti derivanti a bordo osservate durante la spedizione 2007 dell’Oceana Ranger.......40 >NOTE........................................................................................................................................................................... 43
Riassunto esecutivo Reti derivanti di tipo spadara. © OCEANA/ Juan Cuetos. L’uso di reti da posta derivanti per la cattura di gran- più noti, perché trattato mediante diversi piani di ri- di pelagici è illegale, perché rappresenta una minac- conversione finanziati con fondi pubblici e intrapresi cia per la conservazione di varie specie di cetacei, da oltre 10 anni. Dai risultati ottenuti e presentati tartarughe marine e squali. Le prime misure contro in questo documento, risulta che oltre 137 imbarca- l’uso di questo attrezzo da pesca sono state adottate zioni italiane - molte delle quali, dopo aver ricevuto dalle Nazioni Unite più di 15 anni fa; ciononostante considerevoli sovvenzioni - continuano ad utilizzare queste reti, denominate comunemente “muri della questo attrezzo da pesca illegale. L’importo totale morte”, continuano ad essere utilizzate in diverse percepito dalle imbarcazioni identificate da Oceana parti del mondo. come contributo alla loro riconversione ammonta ad oltre 900.000 euro. Oceana sta conducendo una campagna contro l’uso di questo attrezzo da pesca nel Mediterraneo. Per il Il presente documento vuole fornire una visione com- terzo anno consecutivo, sono state compiute osser- pleta dell’uso di reti derivanti in Italia, indagare le vazioni a terra e in alto mare allo scopo di identifica- cause della persistenza di questo attrezzo illegale, re e denunciare l’uso di reti derivanti, un’attività di analizzare possibili errori di gestione e offrire rac- pesca Illegale, Non Dichiarata e Non Regolamentata comandazioni non solo per la totale eliminazione (IUU, secondo l’acronimo inglese) nei termini defi- dell’uso di questo attrezzo da pesca, ma anche per niti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Ali- contribuire all’elaborazione, su tale base, di misure mentazione e l’Agricoltura (FAO). In questo contesto, da adottare nell’ambito della gestione comunitaria il caso della flotta peschereccia italiana è uno dei della pesca.
Introduzione Tipiche boe usate per segnalare reti derivanti. © OCEANA/ Jesús Renedo. Le reti derivanti sono reti da pesca passive utilizzate Le percentuali di catture accidentali, o by-catch, per la cattura di un gran numero di specie pelagiche. inaccettabili per la conservazione di queste specie, Le specie obiettivo variano in base al tipo di rete e portarono all’adozione a livello internazionale di mi- apertura di maglia. sure contro queste reti, che cominciarono ad essere note come i “muri della morte”. Durante gli anni ottanta e all’inizio degli anni novan- ta, l’uso di questo attrezzo da pesca per la cattura di Dall’entrata in vigore della moratoria internazionale tunnidi e pesce spada (Xiphias gladius) conobbe un contro l’uso di reti derivanti, approvata dall’Assem- ampio e rapido sviluppo, poiché ottimizzava il lavoro blea Generale delle Nazioni Unite (AGNU), sono pas- e le catture rispetto ad altri attrezzi come il palanga- sati oltre 15 anni. Durante questo periodo, sono stati ro, e la manodopera non aveva bisogno dello stesso approvati regolamenti, risoluzioni e raccomandazioni livello di specializzazione. Nel Mediterraneo, l’Italia contro l’uso di questo attrezzo da pesca nel Mediter- arrivò a disporre di oltre 700 unità1. raneo (Tabella 1). Tuttavia, le grandi misure di maglia impiegate per la cattura di queste specie, la lunghezza delle reti, che possono raggiungere varie decine di chilometri, o la scarsa profondità a cui sono calate, causano la cattu- ra accidentale e la morte di specie minacciate come i cetacei, gli squali e le tartarughe marine.
Tabella 1. Misure internazionali contro l’uso di Quantificare il numero di reti derivanti che continua- reti derivanti applicabili al bacino mediterraneo. no ad essere usate nel Mediterraneo risulta pratica- Anno Ente Contenuto mente impossibile, dato che si tratta di flotte che 1989-1991 AGNU5 Adozione di una moratoria operano illegalmente. Ad ogni modo, è possibile mondiale sull’uso di reti pela- effettuare un’approssimazione per difetto utilizzan- giche derivanti su larga scala per la pesca in alto mare. do la bibliografia disponibile e i risultati ottenuti da Oceana sul campo. Secondo i rapporti delle Parti 1990 Stati Uniti6 Adozione di un pacchetto di misure restrittive delle rela- Contraenti dell’Accordo per la Conservazione dei Ce- zioni economiche con paesi tacei nel mar Nero, nel mar Mediterraneo e nell’area che utilizzano reti derivanti di lunghezza superiore ai 2,5 km Atlantica contigua (ACCOBAMS), paesi come l’Albania in acque internazionali. e il Marocco hanno dichiarato di ospitare due centi- naia di imbarcazioni che fanno uso di reti derivanti2. 1990 CBI7 Risoluzione contro l’uso di reti derivanti su larga scala In Turchia, almeno 45 imbarcazioni usano reti deri- per la pesca in alto mare, vanti per la cattura del pesce spada3, di conseguenza come misura di accompagna- mento della risoluzione adot- è frequente la cattura accidentale di varie specie di tata dall’Assemblea Generale cetacei4. A queste cifre bisogna aggiungere un totale delle Nazioni Unite. di 92 imbarcazioni francesi che utilizzano la thonaille 1992 CEE8 Divieto dell’uso di reti pela- per la cattura del tonno rosso e circa 150 imbarca- giche derivanti di lunghezza zioni italiane identificate da osservatori di Oceana superiore ai 2,5 km, per gli Stati membri della CEE. durante questi 3 anni di campagna nei porti e in alto mare. 1997 CGPM9 Risoluzione contro l’uso di reti pelagiche derivanti di lun- ghezza superiore ai 2,5 km. Come prima approssimazione e da un punto di vista 1997 Unione Divieto dell’uso di reti pelagiche conservatore, oltre 500 imbarcazioni continuano an- Europea10 derivanti di lunghezza superio- cora a pescare con reti derivanti nel Mediterraneo. re ai 2,5 km o per la cattura di determinate specie. Entrata Tuttavia, questo numero può aumentare considere- in vigore nell’Unione Europea volmente, se si tiene in conto l’esistenza di reti deri- il 1º gennaio 2002 per tutte le vanti in altri paesi come la Grecia e l’Algeria. imbarcazioni comunitarie. 2003 ICAAT11 Raccomandazione relativa al Il numero approssimativo delle imbarcazioni può divieto di utilizzare reti deri- vanti di qualsiasi lunghezza per essere ritenuto irrilevante rispetto alle dimensioni la cattura di grandi pelagici. totali della flotta del Mediterraneo, tuttavia l’im- patto di queste flotte sulla conservazione di specie 2005 CGPM12 Trasposizione della Racco- mandazione ICCAT in Rac- minacciate è completamente insostenibile. D’altra comandazione CGPM, con la parte, questa cifra solleva molte questioni riguardo quale si vieta l’uso di reti de- rivanti di qualsiasi lunghezza l’applicabilità e l’adempimento delle misure adottate per la cattura di grandi pe- in seno a istituzioni come le Nazioni Unite, le Or- lagici. ganizzazioni Regionali per la Pesca, gli Accordi per 2007 ACCOBAMS13 Risoluzione che proibisce la conservazione della biodiversità o, addirittura, l’uso di reti derivanti di l’Unione Europea. qualsiasi lunghezza nell’area dell’Accordo. Attualmente, nella maggioranza dei casi, l’uso di reti derivanti nel Mediterraneo può essere incluso all’in- terno della cosiddetta pesca Illegale, Non Dichiarata Ciononostante, molti stati costieri del Mediterraneo e Non Regolamentata (IUU). Per questo motivo, è continuano attualmente ad ospitare flotte dedite necessario determinare i fattori che non hanno fun- all’uso indiscriminato di questo attrezzo da pesca. zionato durante tutto il processo di eliminazione Nella maggior parte dei casi, il problema non si li- delle reti derivanti e le soluzioni da apportare, allo mita unicamente alla cattura di specie minacciate: scopo di portare a termine un processo iniziato da l’illegalità di questa attività peschereccia porta an- oltre 15 anni, e bisogna adottare nuove misure che che a una mancanza di controllo nelle catture e nello vengano realmente applicate e che garantiscano la sbarco delle specie obiettivo, i cui stock attraversano protezione di un mar Mediterraneo sempre più de- già di per sé una situazione critica. teriorato.
Il caso italiano dimostra come un piano di tale por- Questo rapporto vuole mostrare i dati aggiornati del tata, senza una pianificazione adeguata, non solo è numero di imbarcazioni che continuano a praticare insoddisfacente per il settore, le autorità o le orga- questa pesca illegale nel mar Tirreno, nonché ese- nizzazioni non governative, ma implica per forza la guire un’analisi generale delle cause a cui può essere continuità di un’attività che invece voleva proibire, attribuita l’esistenza di questa flotta illegale e for- la truffa dei fondi pubblici utilizzati e lo sviluppo di nire una serie di raccomandazioni volte ad eliminare un’attività di pesca illegale che contribuisce all’iper- definitivamente questo attrezzo da pesca. sfruttamento delle risorse ittiche e compromette la conservazione della biodiversità marina. Quadro 1: Reti derivanti, una minaccia per la conservazione di specie marine minacciate. Fatti e cifre. La cattura accidentale con attrezzi da pesca passivi è una delle principali cause di mortalità dei cetacei80 Si è calcolato che nel mondo possono morire ogni anno più di 300.000 cetacei catturati in reti da posta81 Nelle reti derivanti del Mediterraneo trovano la morte migliaia di cetacei, tartarughe marine82 e squali83 Si è stimato che solo nel mar Mediterraneo le reti derivanti causano ogni anno la morte di 10.000 cetacei84 Tra le specie colpite nel bacino del Mediterraneo si trovano i delfini comuni (Delphinus delphis) e le stenelle striate (Stenella coeruleoalba)85, i capodogli (Physeter macrocephalus), le balenottere minori (Balaenoptera acutorostrata)86, o i globicefali (Globicephala melas)87 Stenella striata (Stenella coeruleoalba). © OCEANA/ Jesús Renedo.
Il divieto dell’uso di reti da posta derivanti nell’Unione Europea Reti derivanti sul molo. Foro d’Ischia. 23 Maggio 2007. © OCEANA. Nel 1992, come conseguenza dell’imposizione della in base al quale, a partire dal 1º gennaio 2002, ve- moratoria internazionale contro l’uso di reti derivanti niva assolutamente vietato l’uso di reti derivanti per in alto mare da parte dell’Assemblea Generale delle la cattura di determinate specie, tra le quali, il ton- Nazioni Unite (AGNU)14, l’allora Comunità Economica no rosso (Thunnus thynnus), il pesce spada (Xiphias Europea (CEE) approvò un Regolamento che limitava gladius) e il tonno alalunga (Thunnus alalunga)16. la lunghezza delle reti derivanti a 2,5 km15. Questa li- mitazione entrò in vigore in un momento in cui l’uso Negli anni successivi, nuovi Regolamenti completa- di questo attrezzo conosceva il suo massimo sviluppo vano il divieto, estendendo la sua applicazione alle quanto a numero di imbarcazioni e attività di pesca. reti derivanti utilizzate per la cattura del salmone Le reti derivanti impiegate presentavano spesso una atlantico (Salmo salar) nelle acque del mar Baltico17, lunghezza di 20 km, di conseguenza costituivano un o introducendo una definizione completa e coerente muro invalicabile non solo per le specie obiettivo di rete derivante che mancava nei primi testi18. della pesca, ma anche per le specie protette come i cetacei, le tartarughe marine e gli squali. Attualmente, l’uso di reti da posta, siano esse de- rivanti o da posta fissa19, per la cattura di grandi La restrizione della lunghezza delle reti danneggiava pelagici o di lunghezza superiore ai 2,5 km, in ac- soprattutto la flotta italiana, la cui attività smetteva que comunitarie o da parte di qualsiasi imbarcazione di essere redditizia, dato che era permesso calare in battente bandiera di uno Stato membro dell’Unione mare solo 2,5 km di rete. Inesorabilmente, e con il Europea, è totalmente illegale, in virtù della regola- principale obiettivo di preservare i cetacei del Medi- mentazione comunitaria. terraneo, l’Unione Europea approvò un Regolamento
Come dimostrato da Oceana in questi ultimi anni, dando luogo a una flottiglia di oltre un centinaio di malgrado il lungo percorso legale volto all’elimina- unità che svolge un’attività di pesca Illegale, Non zione delle reti derivanti, la flotta comunitaria con- Dichiarata e Non Regolamentata, secondo i termini tinua ad utilizzarle illegalmente. Il divieto non è mai definiti dalla FAO20. stato rispettato integralmente e, attualmente, siamo a conoscenza dell’attività di almeno 242 imbarcazio- Nel contesto europeo, la persistenza nell’uso di un ni battenti bandiere italiane e francesi, che fanno attrezzo da pesca vietato da oltre 5 anni mette in uso di tali reti e che Oceana ha identificato nel corso discussione la fattibilità dell’adozione di misure re- delle campagne 2005, 2006 e 2007. strittive all’interno della Politica Comune della Pesca (PCP). La situazione risulta ancora più preoccupante Le flotte comunitarie hanno elaborato diverse strate- se si considera l’allarmante stato di conservazione del gie per continuare a svolgere questa attività illega- mar Mediterraneo e la mancanza di una gestione del- le. Alcune hanno optato per sfruttare quelle lacune la pesca che si adatti alla reale situazione degli stock legali in grado di istituzionalizzare l’uso delle reti ittici. L’assenza di cuote o taglie minime di sbarco derivanti, ma nel caso italiano l’evoluzione è stata per specie come il pesce spada ne è un esempio. molto diversa. È per questo che l’eliminazione delle reti derivanti La flotta italiana ha aderito ai piani di riconversio- italiane non è solo una questione di conservazione di ne e smantellamento per i quali sono stati destinati specie minacciate, dato che la persistenza nell’uso di milioni di euro provenienti dalle casseforti europee e questo attrezzo da pesca nuoce alla credibilità delle italiane. Ciononostante, un considerevole numero di misure passate, presenti o future, adottate in materia imbarcazioni ha continuato a pescare illegalmente, di gestione della pesca. Tipiche boe usate per segnalare reti derivanti. © OCEANA/ Juan Cuetos.
L’uso di reti derivanti in Italia Le imbarcazioni Francesco e San Giacomo con reti derivanti a bordo. Sant’Agata di Militello. 28 maggio 2007. © OCEANA. * CARATTERISTICHE DELLA PESCA L’uso di entrambe le reti per la cattura delle specie menzionate è illegale, ma l’Italia consente ancora Descrizione l’uso di ferrettare con 18 cm di apertura massima di Le reti derivanti sono reti da posta di superficie. Rea- maglia. lizzate in nylon multifilamento, il loro colore varia secondo la specie obiettivo. Sono dotate di una linea Le caratteristiche delle imbarcazioni che utilizzano di galleggianti sulla ralinga superiore, che le mantie- questo attrezzo da pesca sono molto eterogenee, ne in superficie, e di una ralinga inferiore zavorrata, ma si è trovato un denominatore comune nella loro in modo che la rete rimanga verticale senza perdere estrema polivalenza nell’uso di altri attrezzi da pesca la sua capacità di cattura21. La rete può raggiungere che conciliano con le reti derivanti nei mesi in cui i 35 m di altezza e i 20 km di lunghezza. questa pesca si ferma. I verricelli a due o tre ruote situati a poppa rendono queste imbarcazioni facil- L’apertura di maglia delle reti derivanti varia in fun- mente identificabili. zione della specie obiettivo. Tra le reti derivanti uti- lizzate in Italia e colpite dal divieto comunitario si In linea generale, si può distinguere due gruppi di possono distinguere due tipi: imbarcazioni: le imbarcazioni di tonnellaggio infe- • Tipo spadara (con un’apertura di maglia che oscilla riore a 10 GT (stazza lorda), funzionali per l’uso di al- tra i 340 e i 460 mm) la cui principale specie obiet- tre reti da posta e lenze a mano, e le imbarcazioni di tivo è il pesce spada (Xiphias gladius)22. tonnellaggio molto più grande, con la caratteristica struttura dei pescherecci dediti alla pesca a strascico • Tipo ferrettara (con un’apertura di maglia che e con palangaro. Quest’ultimo gruppo usa simulta- oscilla tra gli 80 e i 160 mm) le cui specie obiet- neamente vari attrezzi da pesca. Infatti, si è potuta tivo, tra le altre specie appartenenti alla famiglia osservare la presenza di palangari, reti da traino e Scombridae23, sono i bisi o tombarelli (Auxis spp.) reti derivanti in una stessa imbarcazione. Nella mag- e la palamita (Sarda sarda). 10
gior parte delle imbarcazioni di grandi dimensioni, i li, siciliane e calabresi26. Nella maggioranza dei casi, verricelli si possono rimuovere facilmente, e ciò faci- le maree sono quotidiane, pertanto di solito le zone lita la loro alternanza con altri attrezzi da pesca. di pesca si trovano vicino ai porti dove approdano queste imbarcazioni. La pesca si svolge a partire dal mese di aprile, con il mare calmo. Le reti vengono calate in mare verso Per quanto riguarda invece le imbarcazioni che pe- sera e issate per mezzo del verricello prima dell’alba. scano nel corso di maree che durano vari giorni, le La rete viene calata a zig-zag e, all’incirca ogni mez- zone di pesca identificate sono comprese tra il sud zo miglio, vengono collocate alcune caratteristiche della Sardegna, le Isole Baleari, come dimostra l’ap- boe di forma conica oppure dei gavitelli dotati di una parizione di reti derivanti perse in questo arcipelago, luce intermittente allo scopo di segnalare la presen- e la zona sud della Sicilia fino alle acque maltesi. za dell’attrezzo. Catture La pesca è fortemente condizionata dalle fasi lunari. In Italia la pesca del pesce spada con reti derivanti è Perciò, i periodi di luna piena sono più propizi per la giunta ad essere considerata una delle più importanti localizzazione di queste imbarcazioni in porto, dal del Mediterraneo, sia per il numero di imbarcazioni momento che non escono a pescare. Diversi studi implicate che per il volume delle catture27, se si tiene hanno spiegato come la pesca del pesce spada nel presente che la zona sud del mar Tirreno, insieme Mediterraneo vari secondo le fasi del ciclo lunare24, con il mare di Alborán, è una delle zone di pesca del e in particolare, come nei periodi di luna piena25 si pesce spada più rilevanti di tutto il bacino mediter- verifichi un evidente calo delle catture con reti de- raneo28. È proprio in questa zona del Tirreno, dove si rivanti. svolge il grosso dell’attività della flotta italiana, che si continua ad usare ancora reti derivanti. Durante le osservazioni condotte da Oceana, sono state identificate le zone di pesca di queste flotte Uno studio condotto tra il 1990 e il 1992 con os- illegali, le quali si trovano principalmente nelle parti servatori a bordo della flotta di pescherecci con reti centrali e meridionali del Tirreno, nelle Isole Eolie e derivanti29 ha stimato che le catture di pesce spada nella costa nord della Sicilia, benché la presenza di nelle acque del Tirreno sono pari al 29,8% delle cat- queste imbarcazioni sia stata osservata anche in por- ture totali in numero, seguite dai bisi o tombarelli to negli arcipelaghi Pontino e Campano. Altre fonti (Auxis rochei) con il 39, 09%. Altre specie commer- hanno riconosciuto nelle acque tra i due arcipelaghi ciali che vengono spesso catturate sono il tonno ros- una frequente zona di pesca per le imbarcazioni loca- Il peschereccio Squalo in atto di issare la rete derivante con un pesce spada intrappolato. Acque a sud di Cetraro Marina. 20 giugno 2006. © OCEANA/ Juan Cuetos. 11
so (Thunnus thynnus) e il tonno albacora (Thunnus albacares). Lo stesso studio riferisce che la percentuale di cat- ture accidentali di specie protette oscilla tra il 9 e il 10%, prendendo in considerazione soltanto i cetacei e le tartarughe comuni (Caretta caretta). Da queste reti vengono catturate anche varie specie di elasmo- branchi, tra le quali spiccano la verdesca (Prionace glauca), il pesce volpe (Alopias vulpinus), lo squalo mako (Isurus oxyrhinchus), lo squalo elefante (Ce- torhinus maximus), lo smeriglio (Lamna nasus), i tri- goni viola (Pteroplatytrygon violacea) e i diavoli di mare (Mobula mobular). Sebbene il principale argomento contro l’uso di reti derivanti s’incentri sulla cattura accidentale di ceta- cei e tartarughe marine, non è meno preoccupante la cattura di varie specie di elasmobranchi. Le prove Pastinaca violácea (Pteroplatytrygon violacea). © OCEANA/ Juan Cuetos. a nostra disposizione indicano che l’abbondanza e la diversità di queste specie nel Mediterraneo è in declino, oltre a trovarsi in uno scenario ben peggiore cesi e marocchine: il trigone viola (Pteroplatytrygon rispetto al resto delle popolazioni del mondo. Tutte violacea) e, solo in due occasioni, il diavolo di mare le specie menzionate precedentemente sono incluse (Mobula mobular). Quest’ultimo dato contrasta con nella Lista Rossa delle specie minacciate nel Mediter- i risultati ottenuti dallo studio menzionato prece- raneo dell’ IUCN, l’Unione Mondiale per la Conserva- dentemente, secondo il quale la frequenza di cattura zione della Natura30 (Tabella 2). era “comune” nel caso del diavolo di mare (Mobula Tabella 2. Catalogazione nella lista rossa dell’IUCN dello stato di conservazione di specie mobular) e “occasionale” nel caso del trigone viola di elasmobranchi catturate da reti derivanti nel (Pteroplatytrygon violacea). Mediterraneo. Nome Nome scientifico Stato di conservazione Attualmente, non esistono dati sul volume totale di Squalo Isurus oxyrhinchus In pericolo critico catture effettuate con reti derivanti in Italia, dato mako che si tratta di un’attività illegale e, presumibilmen- Smeriglio Lamna nasus In pericolo critico te, gli sbarchi non sono dichiarati, ad eccezione pro- babilmente di quelle imbarcazioni che dispongono Diavolo Mobula mobular In pericolo anche di una licenza da palangaro di superficie. di mare Pesce volpe Alopias vulpinus Vulnerabile A questo proposito, le catture della specie obiettivo possono essere le uniche a fornirci un’approssima- Squalo Cetorhinus Vulnerabile zione. Come si può vedere nel grafico, dall’entrata in elefante maximus vigore del divieto dell’uso di reti derivanti nell’UE, Verdesca Prionace glauca Vulnerabile l’Italia non ha dichiarato catture di pesce spada con reti da posta derivanti. Nel 2006 tuttavia, questo Trigone Pteroplatytrygon Quasi minacciata paese ha dichiarato alla Commissione Internazionale viola violacea per la Conservazione dei Tunnidi dell’Atlantico (IC- CAT) 2.342 t di pesce spada catturato con reti da posta derivanti (GND). Nel gruppo di lavoro dell’IC- CAT per la valutazione dello stock di pesce spada è Le osservazioni condotte da Oceana durante gli ulti- stato riportato questo fatto riferendosi a questo tipo mi 3 anni di campagna per l’eliminazione di questo di reti non classificate31. Questa cifra sarebbe pari attrezzo illegale rispecchiano il preoccupante stato al 30% circa della produzione nazionale. Inoltre, bi- di conservazione degli elasmobranchi nel Mediterra- sogna mettere in evidenza che nel 2005 erano state neo. Infatti, tra le specie catturate non figura nes- dichiarate 1.891 t senza specificare l’attrezzo da pe- suno squalo, dato che questa specie veniva spesso sca (UN). Nel 2006 invece, non è stata fatta nessuna catturata nei decenni precedenti. Si è potuta osser- dichiarazione per questa categoria. vare solo la cattura accidentale di due specie di ela- smobranchi da parte di reti derivanti italiane, fran- 12
I dati ricavati da Oceana sembrano indicare che que- imbarcazioni che facevano uso di questo attrezzo da ste catture sono state effettuate con le reti derivan- pesca per la cattura del pesce spada nelle acque del- ti denominate ferrettare, la cui apertura di maglia le Isole Eolie. La “legalità” di questo attrezzo nel massima consentita è di 18 cm e il cui impiego in quadro italiano può essere la causa principale della Italia è autorizzato dal maggio 200632. Nel corso del- dichiarazione di catture fatta all’ICCAT nel 2006. In la campagna del 2007, Oceana ha identificato varie seguito questo caso verrà analizzato in profondità. L’imbarcazione Peppuccio in atto di utilizzare una ferrattara per la cattura del pesce spada. Isole Eolie. 8 giugno 2007. © OCEANA/ Carlos Suárez. 13
Questo primo piano volontario di riconversione e * QUADRO LEGALE smantellamento, noto come Piano spadare, si arti- Nel 1992, l’entrata in vigore della prima restrizio- colò nella legislazione italiana nel 1997 attraverso ne comunitaria, che limitava la lunghezza delle reti un decreto che specificava le tariffe degli importi da derivanti a 2,5 km, ebbe un impatto economico percepire per imbarcazione e gli importi destinati agli considerevole sul settore italiano delle spadare. La equipaggi. Questi fondi erano cofinanziati al 50% pesca del pesce spada con reti derivanti perdeva la dall’UE e dal Governo italiano36. Malgrado il carat- sua redditività, dato che i costi diventavano teori- tere volontario di questo piano, la sua applicazione camente insostenibili. D’altra parte, siccome questa veniva imposta con la pubblicazione lo stesso anno regolamentazione era praticamente impossibile da del Regolamento 894/97, successivamente emendato controllare, questa flotta iniziò ad infrangerla siste- dal Regolamento 1239/98, che introduceva il divieto maticamente33. assoluto dell’uso di reti derivanti per la cattura di determinate specie pelagiche e sarebbe entrato in Di conseguenza, l’Unione Europea promosse, attra- vigore nell’UE, ad eccezione del mar Baltico, degli verso una decisione del Consiglio, il contributo di stretti di Belt e Oresund, il 1º gennaio 200237. fondi dello Strumento Finanziario di Orientamento della Pesca (SFOP) per lo smantellamento e la ricon- Contemporaneamente, il Ministero italiano delle Po- versione progressivi della flotta, destinando fondi litiche Agricole e Forestali regolava l’uso delle reti superiori alle tariffe abituali, affinché le dotazioni da posta derivanti denominate ferrettare e destinate economiche fossero abbastanza convincenti da far alla cattura di piccoli pelagici e sgombridi, autoriz- accettare il piano alla flotta34. Successivamente, que- zando un’apertura massima di maglia di 15 cm fino sta decisione veniva estesa anche al resto degli Stati al 1º gennaio 2002, momento a partire del quale si membri dell’UE coinvolti nell’uso di reti derivanti e stabilivano le condizioni per l’uso di questo attrezzo colpiti dal divieto35. da pesca: apertura di maglia di 10 cm, lunghezza Quadro 2: Catture accidentali di cetacei nelle reti derivanti italiane. Si è stimato che 8.000 cetacei vengono catturati ogni anno da reti derivanti nei mari italiani88 Durante la campagna di pesca del 1991, 1.692 cetacei sono stati catturati accidentalmente da reti derivanti nel mar Tirreno89 Tra le specie di cetacei catturate accidentalmente con reti derivanti si trovano la stenella striata (Stenella coeruleoalba), il tursiope (Tursiops truncatus), il globicefalo (Globicephala melas), lo zifio (Ziphius cavirostris), il capodoglio (Physeter macrocephalus) o la balenottera minore (Balaenoptera acutorostrata)90. È la principale causa di moria di capodogli nell’area (Physeter macrocephalus) Le catture accidentali rappresentano la principale causa di mortalità dei capodogli, soprattutto nella zona sud del Tirreno. Questa mortalità è direttamente relazionata all’uso di reti derivanti91 Il 25 maggio 2007, gli osservatori di Oceana stavano ispezionando i porti nei dintorni di Vibo Marina, quando venne pubblicata la notizia di un capodoglio trovato morto intrappolato in una spadara92 nella zona Capodoglio (Physeter macrocephalus) intrappolato in una rete derivante italiana. Isole Baleari. © OCEANA/ Toni Font. 14
massima della rete di 2 km e uso limitato a una di- questo stesso motivo46, gli Stati Uniti avvisarono stanza massima di 3 miglia dalla costa38. Questa li- l’Italia che avrebbero bloccato l’importazione di pro- mitazione venne adottata al fine di evitare le catture dotti pescherecci. di specie proibite dal Regolamento comunitario come tombarelli o palamite. Negli anni di campagna, Oceana ha attirato l’attenzio- ne sulla necessità di considerare i porti come i prin- Nel corso del primo Piano spadare, se si prende in cipali punti di controllo dell’attività di queste flotte considerazione solo il periodo SFOP 1997-1999, si illegali. Ciononostante, sembrava che la legislazione investirono 97,9 milioni di euro nella riconversione, italiana non considerasse un’infrazione la detenzione smantellamento e sospensione temporanea dell’atti- di reti derivanti a bordo, nonostante che il Regola- vità delle imbarcazioni dedite alla pesca con questo mento comunitario la contemplasse come tale47. In attrezzo39. questo modo, nei primi anni di divieto risultava im- possibile confiscare le reti derivanti detenute a bordo Il numero di imbarcazioni che aderirono al piano va- delle imbarcazioni ormeggiate in porto. ria secondo le fonti consultate, soprattutto a partire dal 1999. In questo anno, 229 imbarcazioni conti- Fu solo agli inizi del 2007, quando l’Avvocatura dello nuavano ancora a pescare con reti derivanti40. Nel Stato italiano si pronunciò sulla validità di un Decre- giugno del 2000 si stimava che, di una flotta di 668 to Reale del 1940, che il Ministero italiano pubblicò unità, 578 si fossero conformate al piano41. una circolare che dichiarava ufficialmente illegale48 la detenzione di reti derivanti a bordo dei pescherecci. Nel 2002, all’entrata in vigore del divieto dell’uso di reti derivanti, il Ministero italiano delle Politiche * LEGAME TRA ITALIA E MAROCCO NELL’USO Agricole e Forestali promulgò una legge che predi- DI RETI DERIVANTI sponeva un secondo piano di riconversione, questa volta obbligatorio, al fine di poter far usufruire delle Nei primi anni di entrata in vigore del divieto dell’uso indennità un centinaio di imbarcazioni che non ave- di reti derivanti nell’UE, si valutò l’ipotesi che le im- vano aderito al primo; a tale piano furono destinati barcazioni dedite a questa attività fossero trasferite 5 milioni di euro42. Grazie a un decreto pubblicato ad altri paesi o che le reti fossero vendute a pe- alcuni mesi più tardi, 90 imbarcazioni aderirono a scatori italiani per uso in paesi terzi. Questa ipotesi questo nuovo piano43 e, ancora una volta, venne data veniva sostenuta anche dal fatto che le reti illegali, la possibilità di riconvertirsi alle imbarcazioni con dopo essere sequestrate dalle autorità, non venivano reti derivanti di tipo ferrettara44. Nel 2003 l’Italia di- distrutte, anzi, spesso venivano affidate “in custo- chiarava alla Commissione che nel suo paese45 non dia” agli stessi proprietari. esisteva nessuna imbarcazione che continuasse ad utilizzare reti da posta derivanti. Oggigiorno, almeno 137 imbarcazioni battenti ban- diera italiana continuano a pescare con reti derivan- ti. La mancanza di una pianificazione nelle misure di controllo da applicare ai piani di riconversione, insieme all’assenza di interscambio di dati tra le diverse amministrazioni riguardo l’evoluzione della flotta, possono essere considerate tra le principali cause della continuità di questa pratica. Nel 2005 Oceana identificava 37 imbarcazioni con reti derivan- ti a bordo, 71 nel 2006 e 82 nel 2007. Molte delle imbarcazioni identificate erano state sovvenzionate con ingenti somme nell’ambito dei diversi piani di riconversione. La persistenza di questa flotta ha avuto varie con- seguenze per l’amministrazione italiana nel contesto internazionale. La Commissione Europea avviò un procedimento di contravvenzione contro l’Italia per inadempienza agli obblighi di controllo della pesca Peschereccio marocchino in atto di issare una rete derivante. Mare di Alborán. in ciò che concerne l’uso delle reti derivanti e per 15 agosto 2007. © OCEANA/ Jesús Renedo. 15
Uno dei paesi in cui, con maggior probabilità, è stato Attualmente, il Marocco sta realizzando un piano di trasferito questo attrezzo da pesca è il Marocco, il riconversione delle reti derivanti verso il palangaro quale in un decennio e in concomitanza con l’ap- di superficie, con il sostegno economico dell’Unio- plicazione di misure in Europa contro l’uso di reti ne Europea e nell’ambito dell’accordo bilaterale della derivanti, ha conosciuto un rapido incremento della pesca, che prossimamente condurrà al divieto asso- produzione di pesce spada (Xiphias gladius), fino a luto dell’uso di questo attrezzo51. I dati relativi alle diventare oggi il secondo maggior produttore di pe- catture di pesce spada con reti derivanti da parte di sce spada del bacino mediterraneo, con il 23% circa questa flotta sembrano indicare che si sta portando della produzione totale49. a termine il piano, sebbene sia necessario condur- Tartaruga liuto (Dermochelys coriacea) catturata da una rete derivante marocchina nelle acque del Mare di Alborán. 15 agosto 2007. © OCEANA/ Jesús Renedo. Il volume massimo di catture di pesce spada in Maroc- re un’investigazione più dettagliata al riguardo, allo co si è verificato tra il 1995 e il 2000, e coincide con scopo di assicurarsi che questa flotta non continue- l’aumento dell’uso di reti derivanti in questo paese. rà a svolgere un’attività di pesca illegale, emulando Questo periodo coincide a sua volta con l’adozione in così il caso italiano. Italia di misure contro l’uso di questo attrezzo. D’altra parte, risulta contraddittorio che nell’UE siano Tuttavia, le osservazioni condotte da Oceana nel state consentite, e addirittura fomentate, le impor- 2006 e nel 2007, nei porti marocchini e nel mare di tazioni di un prodotto catturato con un attrezzo da Alborán, danno dei risultati che contrastano in parte pesca vietato dalla Regolamentazione comunitaria. con le ipotesi di passaggio delle reti derivanti a terzi Le misure proposte da Oceana al riguardo si trovano paesi. Non esiste una somiglianza tra le reti derivanti raccolte nel paragrafo “Raccomandazioni”. marocchine e le spadare italiane, né quanto al colore, che potrebbe essere stato cambiato dagli stessi pe- In base all’analisi dell’impatto sulla biodiversità cau- scatori, né quanto all’apertura di maglia impiegata, sato dall’aumento dell’uso di reti derivanti da parte inferiore a quella italiana e simile alla thonaille fran- della flotta marocchina, si è stimato che 3.647 ste- cese, rete derivante la cui principale specie obiettivo nelle striate (Stenella coeruleoalba) e delfini comuni è il tonno rosso (Thunnus thynnus). (Delphinus delphis) vengono catturati annualmente nel mare di Alborán e 13.358 nello Stretto di Gi- Al di fuori di queste considerazioni, il legame più di- bilterra. Anche gli squali vengono catturati acciden- mostrabile è l’importazione di pesce spada dal Maroc- talmente da queste flotte. Si è stimato che vengo- co all’Italia. Si è stimato che il 95% della produzione no catturati tra 7.000 e 8.000 pesci volpe (Alopias marocchina di questa specie è esportata attraverso vulpinus), squali mako (Isurus oxyrhinchus) e trigoni imprese spagnole. Il 75% di questa quantità è de- viola (Prionace glauca) nel mare di Alborán, e tra stinata al mercato italiano50. L’incremento della do- 24.000 e 27.000 nello Stretto di Gibilterra.52 manda in Italia di pesce spada d’importazione, come conseguenza dell’entrata in vigore delle restrizioni contro l’uso di reti derivanti, può essere la principale causa dell’aumento dell’uso di questo attrezzo da pe- sca illegale in Marocco. 16
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* LA CAMPAGNA DI OCEANA NEL 2007 in seguito, è stato dimostrato che le aperture di ma- glia autorizzate sono rivolte alla cattura di sgombridi Nel mese di maggio del 2007, osservatori di Oceana (Scombridae) e pesci spada di piccola taglia, entram- hanno visitato tutti i porti della Campagna, Sicilia bi proibiti dalla Regolamentazione comunitaria. e della costa calabrese del Tirreno per identificare e documentare il numero di unità, le caratteristiche Risultati ottenuti e gli sbarchi della flotta che continua ad utilizzare Come prima approssimazione, Oceana può stabili- illegalmente reti derivanti per la cattura di grandi re una stima per difetto del numero totale di unità pelagici. Le informazioni ricavate sono state poi che continuano ad utilizzare reti derivanti nel mar completate dalla spedizione condotta in mare aperto Tirreno. Nel corso delle campagne del 2005, 2006 e dall’Oceana Ranger nei mesi di maggio e giugno del 2007, Oceana ha documentato l’attività di 137 diver- 2007, al fine di documentare e denunciare le attività se imbarcazioni italiane che usavano reti da posta di pesca illegale. derivanti. Nel corso della campagna del 2007, Oceana ha iden- tificato 82 imbarcazioni, la cui descrizione si trova negli Allegati I e II del presente documento. Le im- barcazioni sono state incluse nella lista in base a due criteri principali: • Imbarcazioni con reti derivanti a bordo • Imbarcazioni in porto con reti derivanti depositate nelle stive Inoltre, in questa cifra sono state incluse tanto le unità che utilizzano le reti derivanti note come spa- dare, la cui principale specie obiettivo è il pesce spada, quanto le ferrettare, che hanno come specie obiettivo soprattutto i piccoli pelagici. Come si vedrà Imbarcazioni che potrebbero far uso di reti derivanti. Riposto. 30 maggio 2007. © OCEANA. 18
A questa cifra probabilmente si possono aggiungere Questi dati si riferiscono ai porti base delle imbar- anche tutte quelle imbarcazioni incontrate dagli os- cazioni osservate, ma sono a loro volta indicativi servatori di Oceana ed escluse dall’Allegato I perché della concentrazione reale di imbarcazioni per dipar- non si poteva dimostrare l’uso di reti derivanti, seb- timento. Questo fatto mostra significative differenze bene le loro caratteristiche suggerissero il contrario. rispetto agli anni precedenti, quando imbarcazioni Si possono presentare vari esempi al riguardo: provenienti dai dipartimenti siciliani o calabresi non rimanevano nei porti base, ma si spostavano in zone • Imbarcazioni con i caratteristici verricelli per l’uso di pesca vicine alla Sardegna durante le maree di vari di reti derivanti, generalmente situati a poppa, giorni. così da rendere impossibile precisare l'attrezzo da pesca utilizzato. Si tratta di casi osservati nel por- Un comportamento simile è stato osservato nell’Isola to di Riposto. di Ischia, dove la proporzione di pescherecci con reti • Imbarcazioni con la tipica struttura per l’uso di derivanti provenienti dalla Calabria e dalla Sicilia è attrezzi da traino, ma con dei verricelli a poppa. diminuita ed è aumentata invece la presenza di im- Evidentemente, queste imbarcazioni non sono fun- barcazioni locali54. zionali per l’uso di attrezzi da traino, fatto che suggerisce che si dedicano all’uso di reti da posta, Da questi dati affiora l’ipotesi che le imbarcazioni più precisamente, di reti da posta derivanti, dato rimangano nei loro porti base a causa di un aumento che presumibilmente i costi operativi risultano più della vigilanza e del controllo delle attività illegali redditizi con l’uso di questo attrezzo. da parte della Guardia Costiera di altre regioni. D’altra parte, siamo a conoscenza dell'uso di reti de- Infine, la presenza di reti derivanti si concentra in rivanti nella costa adriatica italiana e nel mar Ionio, porti chiave, dove il numero di imbarcazioni è più probabilmente, soprattutto da parte di imbarcazioni elevato di quello rilevato negli altri anni. Tra questi che, con una licenza legale da ferrettara, catturano porti bisogna mettere in evidenza i porti di Sant’Aga- pesce spada illegalmente con questo attrezzo da pe- ta di Militello, Bagnara Calabra e Porticello-Porto sca. Bagnera. Tra i dipartimenti marittimi registrati, quelli con il Si è osservato che nei porti di Sant’Agata di Militello, maggior numero di pescherecci con reti derivanti Lipari, Sorrento e Ponza, predomina la presenza delle sono: Milazzo (36%), Palermo (21%) e Reggio Cala- reti derivanti denominate ferrettare, anche se questo bria (9%). Queste tre aree sono, insieme a Catania, dato è solo un’approssimazione, visto che non si è le stesse che storicamente costituivano il 70% della potuta misurare l’apertura di maglia delle reti. flotta di pescherecci con reti derivanti prima del di- vieto53. 19
Analisi dei risultati 109 kw di potenza media. Questi dati si basano su 76 a) Caratteristiche delle imbarcazioni delle 82 unità incontrate, dato che per alcune è stato Le caratteristiche delle imbarcazioni osservate sono impossibile determinare i numeri di registrazione. molto eterogenee, fatto che si riflette nelle caratte- ristiche di stazza e potenza definite nella “Tabella 3”. Questi dati sembrano corrispondere in certo modo Un peschereccio a reti derivanti medio è un’imbar- alle caratteristiche osservate nella flotta un anno cazione di 12,5 m di lunghezza, 11,8 GT di stazza e prima dell’entrata in vigore del divieto dell’uso di reti derivanti nell’UE55. Tuttavia, un confronto più detta- gliato indica che nel 2007 c’è una maggior presenza di imbarcazioni di dimensioni minori. Due possono Tabella 3. Capacità e caratteristiche dei pescherecci a reti derivanti italiani. essere le cause di questo cambiamento: Stazza totale • L’aumento del numero di imbarcazioni di piccole 898,32 Numero totale (GT) dimensioni (>10 GT) favorito dall’autorizzazione delle imbarcazioni: 76 Potenza totale dell’uso della ferrettara. 8.358,03 (kw) • Lo spostamento delle imbarcazioni di maggiori di- Lunghezza 12,52 Fascia 5,5-21,6 mensioni in zone di pesca situate a sud della Sicilia, media (m) di lunghezza dove pescano per vari giorni. Di conseguenza, dimi- Stazza media 11,82 Fascia di stazza 0,1-59 nuiscono le opportunità di incontrarle in porto. (GT) (GT) Stazza lorda 11,78 Fascia di stazza 1,22-46,56 Per quanto riguarda la struttura delle imbarcazioni (TRB) (TRB) che utilizzano reti derivanti in Italia, si sono potu- Potenza media 109 Fascia di potenza 12,8-432,5 ti distinguere tre tipi di imbarcazioni predominan- (kw) (kw) ti: pescherecci da traino, pescherecci a palangari e Anno medio 1987 Fascia anno 1977-2006 imbarcazioni polivalenti di dimensioni inferiori. Di di entrata di entrata quest’ultimo gruppo fanno parte le imbarcazioni di in servizio in servizio meno di 10 TSL (tonnellata di stazza lorda), il cui nu- Percentuale delle imbarcazioni costruite a partire dal 2002: mero è aumentato del 68% rispetto ai dati del 2001. 17% L’attrezzo utilizzato da questo gruppo è soprattutto la rete derivante di tipo ferrettara. 20
b) Licenze di pesca Questo fatto contrasta fortemente con il tipo di im- Nelle licenze di pesca che esibiscono queste imbar- barcazioni osservate, che nella maggior parte dei casi cazioni si è potuta osservare la stessa eterogeneità non presentano una struttura né dei dispositivi adat- che le caratterizza. Il 52,6% delle imbarcazioni pos- ti alle licenze di cui dispongono, come è evidente siede licenze da circuizione combinate nella maggior soprattutto nelle imbarcazioni con licenza da traino parte dei casi con licenze da palangaro di superfi- di fondo o circuizione. Questo caso verrà analizzato cie, il 22,3% è costituito da licenze da palangaro più in profondità nel paragrafo dedicato alla flotta di combinate soprattutto con licenze da reti da posta Porticello-Porto Bagnera. derivanti, e il 14,47% esibisce licenze da traino di fondo combinate con licenze da circuizione o palan- c) Imbarcazioni sovvenzionate: la truffa dei fondi garo. Soltanto il 10,5% è costituito da qualche tipo comunitari di licenza da posta. Delle imbarcazioni osservate da Oceana nei tre anni di campagna, 28 unità erano state sovvenzionate per Il Gabbiano, imbarcazione con reti derivanti a bordo e con licenza per strascico di fondo la loro riconversione durante il secondo piano intra- e circuizione. Sapri. 26 maggio 2007. © OCEANA. preso dal Governo italiano55. 919.000 euro sono stati investiti per la riconversione di una flotta che ha continuato a pescare con reti derivanti anche dopo l’entrata in vigore del divieto. Ciò significa che, per quanto riguarda il numero di imbarcazioni, quasi il 32% della riconversione condotta nel 2002 ha fallito e circa il 63% per quanto riguarda invece gli incenti- vi percepiti dai proprietari. Inoltre, alcune di queste unità erano già state sovvenzionate precedentemen- te, nel periodo SFOP (SFOP: Strumento finanziario di orientamento della pesca) 1997-1999, per esempio le imbarcazioni Felice o Ross Lucy. 21
studio, il proprietario e l’equipaggio di questa im- barcazione avrebbero percepito 150.800 euro come compensazione per la riconversione57. Se questa im- barcazione si fosse riconvertita nel 1997, il primo anno del piano, la compensazione per il proprietario della flotta sarebbe ammontata a 94.000 euro59. Non sappiamo se la riconversione sia stata portata a termine o meno, tuttavia consta che questa imbarca- zione continua a pescare con reti da posta derivanti di tipo ferrettara per la cattura del pesce spada, oltre 10 anni dopo l’applicazione del primo piano di ricon- versione. L’imbarcazione Roma II, sovvenzionata con 29.996 per la sua riconversione, con reti L’importo totale investito nella riconversione e razio- derivanti a bordo. Isola di Ischia. 23 maggio 2007. © OCEANA. nalizzazione della flotta italiana che utilizzava reti derivanti è stato di molto superiore agli importi con- Questi dati appaiono ancora più preoccupanti se si templati in principio dalle fonti ufficiali59. tiene presente che il grosso della flotta di pesche- recci a reti derivanti italiani aveva aderito ai piani Inoltre, questa flotta ha percepito incentivi addi- di riconversione e smantellamento nel periodo SFOP zionali nell’ambito dei diversi programmi SFOP e un 1997-1999; per questo motivo, è probabile che ci ampio ventaglio di misure strutturali, al di fuori dei sia ancora una percentuale maggiore di imbarcazioni piani di riconversione. che continua a pescare con reti derivanti, pur avendo percepito degli incentivi. D’altra parte, sono state identificate delle imbarca- zioni che continuano a pescare illegalmente con reti Tuttavia, la mancanza di trasparenza al riguardo ren- derivanti sebbene abbiano percepito fondi per la loro de difficile il compito di stimare quante imbarcazioni costruzione, per esempio la Stella del Mare, finanzia- di questa flotta illegale erano state sovvenzionate ta nel 2005 con 70.000 euro e sorpresa nel 2007 con nel periodo SFOP 1997-1999, nell’ambito del primo reti derivanti sul molo. Piano Spadare. Un altro caso da prendere in considerazione è quello Ad esempio, una delle imbarcazioni sorpresa pescan- del peschereccio da traino Stefanina madre, sorpreso do nelle acque di Lipari, il Salvatore, aveva parteci- nel 2007 con reti derivanti a bordo e sul punto di pato ad uno studio economico sull’accettazione del ricevere una sovvenzione di 93.850 euro per il suo primo piano di riconversione da parte della flotta di smantellamento. pescherecci a reti derivanti italiani. Secondo questo Il peschereccio con reti derivanti Salvatore vicino all’isola di Lipari. 7 giugno 2007. © OCEANA/ Carlos Suárez. 22
D’altra parte, molte delle imbarcazioni denuncia- te sono dotate di Sistemi di Localizzazione di Navi (VMS) o “scatole blu”, che possono essere un efficace strumento per l’ispezione, soprattutto in quelle im- barcazioni che non hanno la licenza da palangaro di superficie, come i pescherecci da traino che pescano con reti derivanti illegali. È evidente che il controllo effettuato nei porti è il principale strumento per ottenere l’eliminazione del- l’uso illegale di questo attrezzo da pesca, nonché L’imbarcazione Ross Lucy. Sant Carles de la Rápita. 26 settembre 2007. una corretta documentazione dei fatti e lo scambio © OCEANA/ Juan Cuetos. di informazioni tra le autorità importanti, al fine di rilevare e prevenire qualsiasi truffa in termini di sov- Il fatto che, anni dopo il finanziamento di una ri- venzioni, licenze di pesca o sbarchi. conversione, la flotta continui a pescare con un at- trezzo illegale può essere dovuto a diverse cause, ma il principale motivo cui attribuire l’inadempimento sistematico del divieto dell’uso di reti derivanti da parte della flotta italiana, è la perdita di entrate do- vuta al cambio di attrezzo da pesca. Il pesce spada è un prodotto molto consumato in Italia e si è stimato che i profitti per una sola imbarcazione dedita alla pesca con questo attrezzo sono in media del 25% superiori rispetto al valore aggiunto lordo ottenuto da un’imbarcazione media della flotta nazionale70. Malgrado gli ingenti incentivi percepiti per la ricon- versione e probabilmente dopo un periodo di interru- zione temporanea della pesca, alcuni armatori hanno Imbarcazioni con reti derivanti a bordo. Molte di queste imbracazioni erano state ripreso questa attività che, anche se illegale, apporta denunciate negli anni precedente. Porto di Sorrento. 24 maggio 2007. © OCEANA. maggiori entrate con un costo, in termini operativi, di molto inferiore rispetto al resto delle attività pe- scherecce. * CASI PRATICI L’uso della ferrettara: l’illegalità di una rete c) Carenze nelle misure di controllo derivante legale Alcune delle imbarcazioni incontrate durante la cam- Le reti derivanti di tipo ferrettara erano ampiamente pagna del 2007 erano già state denunciate prece- utilizzate prima del divieto dell’uso di reti derivanti. dentemente da Oceana e da altre organizzazioni non Queste reti vengono utilizzate per la cattura di un governative come Greenpeace71 o Humane Society72. ampio ventaglio di specie pelagiche; la specie obiet- Tuttavia, sembra che queste denunce non abbiano tivo varia in funzione dell’apertura di maglia impie- raggiunto l’effetto voluto, dato che le stesse imbar- gata. Tradizionalmente, queste reti non erano molto cazioni continuano costantemente la loro attività nei lunghe, ma si è approfittato della loro esistenza per porti dove erano già state denunciate diverse volte. proteggere l’uso di reti derivanti dopo il divieto. Ross Lucy, Felice, Biaggio Anna o Diomede II sono Infatti, l’impiego di queste reti venne proposto come solo alcuni dei nomi delle imbarcazioni legate all’uso alternativa all’uso delle reti derivanti durante i pia- illegale di reti derivanti, a partire dall’entrata in vi- ni di riconversione, permettendo così la cattura di gore del divieto europeo. Pare che l’attività di queste alcune specie proibite in un periodo di transizione imbarcazioni non risulti danneggiata dalla legislazio- fino all’entrata in vigore del Regolamento comunita- ne vigente poiché, nonostante le denunce contro di rio63, che vietava l’uso di reti derivanti. A partire dal esse si accumulino anno dopo anno, esse usufruisco- 1º gennaio 2002, si autorizzava l’uso della ferrettara no degli stessi vantaggi, in termini di sovvenzioni, di solo a queste condizioni: uso a una distanza dalla co- un peschereccio che rispetti la legge. sta inferiore alle 3 miglia, lunghezza massima di 2 km 23
e apertura massima di maglia di 10 cm64. A partire da Tabella 4. Specie pelagiche la cui cattura con reti questa data, veniva autorizzata solo la cattura di ric- derivanti di qualunque lunghezza è vietata dalla ciole (Seriola dumerilii), occhiate (Oblada melanura), legislazione comunitaria74. salpe (Salpa salpa), boghe (Boops boops), sgombri Nome comune Nome scientifico (Scomber spp.), sardine (Sardina pilchardus), alacce Alalunga Thunnus alalunga (Sardinella aurita) e alici (Engraulis encrasicholus). Tonno rosso Thunnus thynnus Tonno obeso Thunnus obesus Tonnetto striato Katsuwonus pelamis Palamita Sarda sarda Tonno albacora Thunnus albacares Tonno pinna nera Thunnus atlanticus Tonnetto Euthynnus spp. Tonno del Sud Thunnus macoyii L’imbarcazione Ulises in atto di catturare un pesce della famiglia degli sgombridi. Acque dell’isola di Lipari. 8 giugno 2007. Bisi o Tombarelli Auxis spp. © OCEANA/ Jesús Renedo. Pesce castagna Brama brama Marlin Makaira spp./ Tetrapturus spp. La Commissione Europea si pronunciò riguardo al- l’uso di questo attrezzo da pesca e lo definì come Pesce vela Istiophorus spp. un attrezzo litorale, destinato alla cattura di specie Pesce spada Xiphias gladius pelagiche ed epipelagiche, capace di catturare ac- cidentalmente specie proibite65. Successivamente, Costardella Scomberesox spp./ Cololabys spp. accettava l’autorizzazione di 10 cm di maglia mas- sima in consonanza con la normativa comunitaria66. Corifene Coryphaena spp. Ciononostante, l’uso della ferrettara ha costituito fin Squali Hexanchus griseus/ Cetorhinus dall’inizio una scappatoia affinché i pescherecci ap- maximus/ Alopiidae/ Carcharhinidae/ pena riconvertiti potessero continuare la cattura del Sphyrnidae/ Lamnidae pesce spada e di varie specie di sgombridi, vietati dal Cefalopodi Tutte le specie Regolamento comunitario (Tabella 4). L’imbarcazione San Bartolo. Acque di Lipari. 7 giugno 2007. © OCEANA/ Carlos Suárez. 24
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