SISTEMI E APPLICAZIONI PER L'AMMINISTRAZIONE DIGITALE
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Università degli Studi di Macerata Dipartimento di Giurisprudenza Scienze dell’amministrazione pubblica e privata (Classe LM-63) SISTEMI E APPLICAZIONI PER L’AMMINISTRAZIONE DIGITALE “LA RAPPRESENTAZIONE DIGITALE DELLE INFORMAZIONI” Lezione n. 1 – parte seconda Mercoledì 30 settembre 2015 A.A. 2015-2016 - primo semestre biennio Luca Ricciotti PhD
Sistemi e applicazioni per Introduzione l’amministrazione digitale Il computer è in grado di elaborare e memorizzare solo informazioni di tipo binario ovvero costituite da sequenze di bit (“0” ed “1”) Qualsiasi contenuto (documenti, immagini, audio, video etc. etc.) deve quindi essere “convertito” in sequenze di bit per poter essere elaborato dal computer 1 bit informazione 1 → “0” informazione 2 → “1” 2 bit informazione 1 → “00” Esiste una relazione tra il numero di bit che si hanno a informazione 2 → “01” disopsizione e il numero di informazioni che si possono informazione 3 → “10” informazione 4 → “11” rappresentare con quei bit 3 bit con 1 bit è possibile rappresentare 21 = 2 informazioni informazione 1 → “000” con 2 bit è possibile rappresentare 22 = 4 informazioni informazione 2 → “001” con 3 bit è possibile rappresentare 23 = 8 informazioni informazione 3 → “010” con 4 bit è possibile rappresentare 24 = 16 informazioni informazione 4 → “011” informazione 5 → “100” con 5 bit è possibile rappresentare 25 = 32 informazioni informazione 6 → “101” con 6 bit è possibile rappresentare 26 = 64 informazioni informazione 7 → “110” con 7 bit è possibile rappresentare 27 = 128 informazioni informazione 8 → “111” con 8 bit è possibile rappresentare 28 = 256 informazioni
Sistemi e applicazioni per L’ordine di memorizzazione delle informazioni l’amministrazione digitale Le informazioni di dimensione superiore al byte (ad esempio, word, double word o quad word) possono essere memorizzate all’interno della memoria centrale secondo due modalità che differiscono per l’ordine dei byte (endianness) Modalità “big endian” Modalità “little endian” (usata dai processori Motorola, IBM, SUN e sui (usata dai processori Intel e sulle piattaforme protocolli internet) Digital) La memorizzazione inizia dal byte più La memorizzazione inizia dal byte meno significativo (MSB, most significant byte) significativo (LSB, less significant byte)) per per terminare con quello meno terminare con quello più significativo significativo (LSB, less significant byte). (MSB, most significant byte). Il più importante viene memorizzato nella Il più importante viene memorizzato nella cella di memoria con indirizzo più basso. cella di memoria con indirizzo più alto. Il meno importante viene memorizzanto Il meno importante viene memorizzanto nella cella di memoria con indirizzo più nella cella di memoria con indirizzo più alto basso Osservando il contenuto della memoria centrale Osservando il contenuto della memoria centrale con indirizzi crescenti da sinistra verso destra con indirizzi crescenti da sinistra verso destra i byte vengono memorizzati nello stesso ordine i byte vengono memorizzati nell’ordine inverso
Sistemi e applicazioni per Segnale “analogico” e “digitale” l’amministrazione digitale Oggi viviamo in una società in cui tutti contenuti sono diventati digitali …le foto che scattiamo, la musica che ascoltiamo, i film che guardiamo, le telefonate che facciamo, i documenti che creiamo… sono sempre di più solo in formato digitale (born digital) Segnale digitale Segnale analogico (es. un CD audio) (es. vecchia audiocassetta) Un segnale è digitale quando la variazione nel tempo avviene in modo Un segnale è analogico quando varia con continuità nel tempo e quindi discreto e quindi assume nel tempo solo due possibili valori: un valore assume nel tempo tutti gli infiniti valori compresi tra il suo valore “basso” che corrisponde a “0” ed un valore “alto” che corrisponde ad minimo ed il suo valore massimo “1”, discriminati da un valore di soglia Copia di un segnale analogico Copia di un segnale digitale Mai identica rispetto all’originale Quasi identica rispetto all’origina le (nonostante l’impianto sia professionle) (nonostante il degrado) ma sempre leggibile Degrado del contenuto audio vantaggi come “0” e “1” (ogni volta che si fa una copia) Replicabilità illimitata
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” dei documenti di testo (1-4) l’amministrazione digitale I documenti di testo sono principalmente costituiti da caratteri: la loro rappresentazione «digitale» all’interno del computer è strettamente legata ai caratteri di cui sono composti Ciascun carattere viene rappresentato come una sequenza di bit: l’associazione tra un carattere e la sequenza di bit che lo rappresenta viene stabilita da uno dei diversi sistemi di codifica dei carattere in uso Sistema di codifica dei caratteri (charset) (“character encoding” codifica di carattere) E’ un meccanismo che associa a ciascun carattere di un determinato repertorio (character repertoire) una determinata codifica (ad esempio, un numero naturale, una sequenza di bit, una combinazione di punti e linee, etc.) che ne costituisce la rappresentazione carattere punto di codice codifica (character) (code point) (encoding) codifica di carattere A (character code) U+0041 11001011 Associazione tra carattere e codifica Associazione tra carattere e codifica Fase 1 Fase 2 U+0065 Gli elementi del repertorio di caratteri B 11001011 attraverso la codifica di carattere (character vengono associati a dei numeri interi non encoding) a ciascun punto di codice è negativi detti punti di codice (code point) 11001011 associata una determinata codifica C U+0065 repertorio di caratteri insieme dei punti di codice insieme delle codifiche (character repertoire) (code point set) (encoding)
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” dei documenti di testo (2-4) l’amministrazione digitale La codifica di carattere ASCII standard (ISO 646) (American Standard Code for Information Interchange - codifica americana standard per l’interscambio delle informazioni) Utilizza 7 bit per rappresentare ciascun Nata nel 1963 è stata per tantissimi anni la carattere (128 informazioni diverse). Essendo stata concepita in America, la principale codifica utilizzata nei calcolatori. Scelta per rappresentare tutte le lettere tabella ASCII standard non comprende le Nel 1965 venne ufficializzata come dell’alfabeto anglosassone (minuscole/ lettere accentate (sconosciute nella lingua codifica US-ASCII o ASCII standard. maiuscole (52), numeri (da 0 fino a 9), segni inglese) di interpunzione e vari, altri caratteri speciali Nel 1972 divenne lo standard ISO 646 ($, &, %, @, #, etc.) e numerosi caratteri di controllo car. codep. codifica car. codep. codifica car. codep. codifica car. codep. codifica I code point da 0 a 31 (venivano utilizzati in passato NUL 0 0000000 SP 32 0100000 @ 64 1000000 ` 96 1100000 per le telescriventi e le stampanti ) e code point 127 SOH 1 ! 33 A 65 a 97 (comando di eliminazione) 0000001 0100001 1000001 1100001 STX 2 0000010 " 34 0100010 B 66 1000010 b 98 1100010 ETX EOT 3 4 0000011 0000100 # $ 35 36 0100011 0100100 C D 67 68 1000011 1000100 c d 99 100 1100011 1100100 sono caratteri non stampabili ENQ ACK 5 6 0000101 0000110 % & 37 38 0100101 0100110 E F 69 70 1000101 1000110 e f 101 102 1100101 1100110 e sono denominati codici di controllo BEL 7 0000111 ‘ 39 0100111 G 71 1000111 g 103 1100111 BS 8 0001000 ( 40 0101000 H 72 1001000 h 104 1101000 HT LF 9 10 0001001 0001010 ) * 41 42 0101001 0101010 I J 73 74 1001001 1001010 i j 105 106 1101001 1101010 I code point dal 32 al 126 sono caratteri stampabili VT FF 11 12 0001011 0001100 + , 43 44 0101011 0101100 K L 75 76 1001011 1001100 k l 107 108 1101011 1101100 In totale i caratteri ASCII stampabili sono 95 CR 13 0001101 - 45 0101101 M 77 1001101 m 109 1101101 SO 14 0001110 . 46 0101110 N 78 1001110 n 110 1101110 SI 15 0001111 / 47 0101111 O 79 1001111 o 111 1101111 i n f o r m a t i c a DLE 16 0010000 0 48 0110000 P 80 1010000 p 112 1110000 1101001 1101110 1100110 1101111 1110010 1101101 1100001 1110100 1101001 1100011 1100001 DC1 17 0010001 1 49 0110001 Q 81 1010001 q 113 1110001 DC2 18 0010010 2 50 0110010 R 82 1010010 r 114 1110010 DC3 19 0010011 3 51 0110011 S 83 1010011 s 115 1110011 DC4 NAK 20 21 0010100 0010101 4 5 52 53 0110100 0110101 T U 84 85 1010100 1010101 t u 116 117 1110100 1110101 Il sistema di posta elettronica e il sistema dei nomi SYN ETB 22 0010110 6 7 54 0110110 V W 86 1010110 v w 118 1110110 di dominio (Domain Name System, DNS), si basano 23 0010111 55 0110111 87 1010111 119 1110111 CAN 24 0011000 8 56 0111000 X 88 1011000 x 120 1111000 ancor oggi sulla codifica ASCII standard. EM 25 0011001 9 57 0111001 Y 89 1011001 y 121 1111001 SUB 26 0011010 : 58 0111010 Z 90 1011010 z 122 1111010 Per questo motivo non sono possibili indirizzi di ESC 27 0011011 ; 59 0111011 [ 91 1011011 { 123 1111011 FS 28 0011100 < 60 0111100 \ 92 1011100 | 124 1111100 posta elettronica né nomi di dominio contenenti GS = ] } 29 61 93 125 lettere accentate (es. www.università.it) 0011101 0111101 1011101 1111101 RS 30 0011110 > 62 0111110 ^ 94 1011110 ~ 126 1111110 US 31 0011111 ? 63 0111111 _ 95 1011111 DEL 127 1111111
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” dei documenti di testo (3-4) l’amministrazione digitale Famiglia delle codifiche di carattere ASCII estese (extended ASCII o high ASCII - nate per compensare i limiti della codifica ASCII standard -solo 95 caratteri stampabili- che non era sufficiente per rappresentare caratteri presenti in altre lingue che utilizzano l’alfabeto latino) Lo standard ISO 8859 prevede 15 diverse estensioni, comprese quelle per gli alfabeti Considerata l’estrema varietà e numerosità diversi dal latino, ma esistono anche ulteriori Utilizza 8 bit per rappresentare ciascun dei caratteri specifici di ogni linguaggio, i estensioni non riconosciute dall’ISO e create carattere (256 informazioni diverse) nuovi 128 code point disponibili furono per esempio dalla Microsoft per i computer permettendo di aggiungere ulteriori 128 utilizzati in maniera diversa da ogni Paese con sistemi operativi Windows o dalla Apple caratteri rispetto alla codifica ASCII standard dando origine a diverse codifiche ASCII per i propri computer Macintosh. estese Queste codifiche proprietarie prendono il nome di code page Estensioni proprietarie e “codepage” Codifiche ISO/IEC 8859 (Introdotti nei mini-computer e mainframe delle università) L’ISO ha sviluppato anch’essa una famiglia di codifiche (a 8 bit – 256 caratteri) di carattere ASCII estese denominata ISO 8859. IBM introdusse dei codici ASCII estesi (a 8 bit – 256 caratteri) chiamandoli set di caratteri code page (CP) I primi 128 caratteri corrispondono a quelli dell’ASCII standard (ISO e diversificandoli con numeri. 646); gli altri 128 variano in base alla sottocodifica dell’8859 utilizzata. Ricordiamo: Lo standard non è quindi unico ma è suddiviso in più parti separate (ISO/IEC 8859-1, ISO/IEC 8859-2, etc.), ognuna delle quali può il CP 437 utilizzato nei primi PC IBM e nel sistema op. MS-DOS informalmente essere pensata come uno standard autonomo. il CP 850 utilizzato per le lingue europee occidentali I code point da 128 a 159 sono caratteri di controllo il CP 1252 utilizzato di default dal sistema op. Windows I code point da 160 a 255 sono caratteri addizionali - ISO 8859-1 Latin-1 Western European - ISO 8859-9 Latin-5 Turkish - ISO 8859-2 Latin-2 Central European - ISO 8859-10 Latin-6 Nordic (riarrangiamento dell’8859-4) - ISO 8859-3 Latin-3 South European - ISO 8859-11 Latin/Thai - ISO 8859-4 Latin-4 North European - ISO 8859-12 Latin/Devanagari (abbandonato) - ISO 8859-5 Latin/Cyrillic - ISO 8859-13 Latin-7 Baltic Rim - ISO 8859-6 Latin/Arabic - ISO 8859-14 Latin-8 Celtic - ISO 8859-7 Latin/Greek - ISO 8859-15 Latin-9 (revisione dell’8859-1) - ISO 8859-8 Latin/Hebrew - ISO 8859-16 Latin-10 South-Eastern European
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” dei documenti di testo (4-4) l’amministrazione digitale La codifica Unicode (nata per compensare i limiti delle codifiche ISO 8859 (95 + 95 caratteri stampabili) che non sono sufficienti per rappresentare tutte le lingue del mondo ed uniformare lo scambio di e-mail e documenti tra paesi che utilizzano sistemi di codifica dei caratteri differenti) Nel 1986 standard ISO 2022 (poco utilizzato) Il sistema di codifica dei caratteri Nella codifica Unicode vi è una Nel 1993 ISO 10646 (UCS – Universal corrispondenza univoca tra il carattere e il introdotto con Unicode Character Set) risolve in maniera definitiva il problema code point, ma il code point può essere Nel 2002 (Unicode 3.2) codificava 95156 delle differenti codifiche di carattere. codificato in una varietà di schemi diversi, caratteri differenti); nel 2006 (Unicode 5.0) come l’UTF-7, l’UCS-2, l’UCS-4, l’UTF-8 e Unicode non assegna a ciascun carattere una l’UTF-16, chiamati formati di codificava oltre 100.000 caratteri differenti codifica unica ma prevede che vi sia la trasformazione od anche schemi di codifica Il 17 giugno 2015 si è giunti alla Unicode possibilità di scelta fra più codifiche (che utilizzano un numero di bit differenti) 8.0 con ulteriori caratteri supportati Unicode prevede un totale di 1.114.112 code point (17 “piani” composti ciascuno da 216 code point) dei quali fino ad oggi ne sono stati assegnati circa 100.000 I primi 256 code point di Unicode coincidono con quelli dell’ISO-8859-1 e, pertanto, è assicurata una piena compatibilità sia con tale sistema di codifica dei caratteri che con la codifica ASCII standard
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” delle immagini (1-3) l’amministrazione digitale I formati per le immagini possono essere classificati sulla base della tecnologia utilizzata per rappresentare l’immagine stessa. Tre sono le principali categorie di formati: bitmap, vettoriali e ibridi Formati di tipo vector Formati di tipo bitmap Gli elementi che costituiscono le immagini vengono descritti mediante figure geometriche quali punti, linee e curve;; tali figure geometriche sono Le immagini di tipo bitmap (o raster) organizzano le informazioni in una definite attraverso formule matematiche che contengono tutte le griglia rettangolare (raster) di pixel (contrazione dei termini picture ed istruzioni necessarie per tracciarle element), ciascuno dei quali è rappresentato con un certo numero di bit a seconda dello spazio dei colori che si intende utilizzare (es. per un segmento vengono memorizzate solo le coordinate del punto iniziale e di quello finale, per un cerchio solo le coordinate del centro e la (bianco e nero, scala di grigi, colori a 16 bit, colori a 24 bit, etc.) lunghezza del raggio). I pixel sono dei veri e propri elementi delle immagini e vengono disposti e La grafica vettoriale è orientata agli oggetti colorati in modo da creare un motivo (ogni oggetto è composto da singoli elementi con precise proprietà). Le immagini vettoriali sono scalabili (indipendenti dalla risoluzione) Formati di tipo ibrido Combinano i dati vettoriali e raster in un’unica immagine, consentendo di combinare i vantaggi sia dell’una che dell’altra tipologia di formato
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” delle immagini (2-3) l’amministrazione digitale Formati di tipo bitmap La qualità di una immagine bitmap aumenta all’aumentare della risoluzione e della profondità di colore. Un’immagine con una dimensione di 600 × 800 ed una profondità di 8 bit (e quindi 28 = 256 possibili colori per ogni pixel) sarà meno fotorealistica di un’immagine della stessa dimensione ma con una profondità di 16 bit Immagine bitmap in bianco e nero (1 bit) (e quindi con 216 = 65.536 possibili colori per ogni pixel) Le immagini bitmap si prestano meglio alla visualizzazione su video, in quanto gli stessi monitor e televisori sono formati da una griglia di pixel. Le immagini bitmap possono essere ingrandite (a video o in stampa) soltanto ingrandendo la dimensione del pixel, che può in alcuni casi diventare visibile fino a mostrare la tipica struttura a mosaico (pixelizzazione). Per questo motivo i formati di tipo bitmap si dicono dipendenti dalla risoluzione La dimensione delle immagini bitmap 000000 011110 010010 011110 000000 può essere misurata in termini di pixel orizzontali e verticali. Si definisce dimensione in pixel di un’immagine il prodotto tra il numero di pixel della base e il numero di pixel dell’altezza dell’immagine Profondità del colore - 1 bpp, corrispondente a 21 = 2 colori (bianco e nero); Si intende Il numero di bit che viene - 3 bpp, corrispondente a 23 = 8 colori (scala di grigi a 8 livelli); utilizzato per rappresentare il colore di - 4 bpp, corrispondente a 24 = 16 colori (scala di grigi a 16 livelli o 16 colori); ciascun pixel . - 8 bpp, corrispondente a 28 = 256 colori (scala di grigi a 256 livelli o 256 colori); - 16 bpp, corrispondente a 216 colori = 65.536 colori (highcolor); Si misura in bit per pixel (bpp). - 24 bpp, corrispondente a 224 = 16.777.216 colori (truecolor, circa 16 milioni di colori); - 32 bpp, corrispondente a 232 = 4.294.967.296 (circa 4 miliardi di sfumature diverse); Aumentando la profondità del colore - 48 bpp, corrispondente a 248 = 281.474.976.710.656 colori. aumenta la qualità dell’immagine
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” delle immagini (3-3) l’amministrazione digitale Dimensione del file di immagine bitmap dfile =dimensione in pixel × profondità di colore Esempio di fotografia digitale a 8 Mpixel con profondità di colore a 24 bit (16 milioni di colori) dfile = 3264 × 2448 × 24 bit = 3264 × 2448 × 3 byte = 23.970.816 byte = 22,86 MiB Formati compressi riducono le dimensioni dei file comprimendoli in modo opportuno lossless (senza perdita di qualità) – tiff, gif, png Salvano le immagini comprimendo la loro dimensione in maniera che nessun dato dell’immagine stessa venga trascurato. Le immagini possono essere rielaborate anche migliaia di volte senza che avvenga il minimo decadimento qualitativo. La qualità dell’immagine rimane la stessa di quella originale lossy (con perdita di qualità) - jpg Salvano le immagini comprimendo la loro dimensione trascurando alcuni dettagli in modo da ridurre ulteriormente le dimensioni. Non è possibile riottenere esattamente l’immagine originale dall’immagine compressa. Le immagini compresse hanno una dimensione notevolmente inferiore rispetto alle stesse immagini di tipo lossless
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” dei contenuti video l’amministrazione digitale Un contenuto video può essere considerato come una sequenza di immagini statiche, chiamate fotogrammi o frame, visualizzate in rapida successione. Il numero di frame al secondo viene detto frame rate ed è misurato in fps (frame per second); tale numero è variabile, ma si è visto che per ottenere la sensazione di un movimento fluido non si può scendere al di sotto dei 25 fps. Il sistema PAL (utilizzato in Italia) prevede un frame rate di 25 fps Il sistema NTSC (utilizzato in USA e Giappone) prevede un frame rate di 30 fps Dimensione minima di un file video dfile =dimensione del singolo fotogramma × profondità di colore × frame rate × durata del video Esempio di video a 352 x 240 con profondità di colore a 24 bit (16 milioni di colori) della durata di 1 ora con sistema PAL dfile = 352 × 240 × 24 bit = 352 × 240 × 3 byte = 247,5 KiB (1 frame) d = 247,5 KiB × 25 B = 6,04 MiB (1 secondo) d = 6,04 MiB × 3600 B = 21,24 GiB (1 ora) Sono indispensabili delle tecniche di compressione dati per poter elaborare le immagini prodotte intraframe Eliminano i dati duplicati all’interno di uno stesso fotogramma MPEG2, MPEG4, DIVX, XVID, MKV etc. interframe Eliminano i dati ripetuti presenti in fotogrammi successivi
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” dei contenuti audio (1-3) l’amministrazione digitale All’interno del computer i contenuti audio vengono rappresentati in formato digitale, ovvero come sequenze di bit. La trasformazione di un segnale audio analogico in digitale (digitalizzazione) viene effettuata attraverso le due operazioni di campionamento e quantizzazione (o discretizzazione). Queste due operazioni vengono realizzate da un dispositivo denominato convertitore analogico digitale (Analogue to Digital Converter, ADC) o campionatore Processo di conversione analogico digitale Il convertitore “scompone”” il segnale audio in molti pezzettini (campioni) e ad ognuno viene attribuito un valore formato da una sequenza di bit. Tutti i bit sono immagazzinati su un supporto (es. CD) dal quale può essere fatto poi il processo inverso denominato playback (il segnale digitale viene riconvertito in analogico mediante un convertitore digitale- analogico (Digital to Analogue Converter, DAC)
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” dei contenuti audio (2-3) l’amministrazione digitale Campionamento Quantizzazione Permette di trasformare un segnale audio analogico tempo-continuo La quantizzazione è il procedimento di conversione di un valore analogico nel corrispondente segnale tempo-discreto. (infinitamente preciso) in un valore digitale (finitamente preciso), Questa fase consiste nel misurare o “campionare” il segnale analogico ovvero in una sequenza di bit. (che è di tipo tempo-continuo) ad istanti di tempo prefissati Il numero di bit che viene utilizzato per rappresentare ciascun campione (generalmente equidistanziati) in modo da ottenere un segnale di tipo viene definito risoluzione o profondità di suono e si misura in bit per tempo-discreto che assume lo stesso valore di quello originale nei punti di campione (bpc); essa determina l’accuratezza con quale è effettuata campionamento ciascuna misurazione o campione Il numero di volte che il segnale analogico è misurato Se il convertitore (ADC) mette a disposizione una risoluzione di 3 bit o “campionato” in un secondo viene detto frequenza di campionamento avremo a disposizione 23 = 8 possibili configurazioni binarie (da 000 a (sample rate) e indica il numero di campioni per secondo. 111) per rappresentare tutti i possibili livelli del segnale da digitalizzare. La frequenza di campionamento viene misurata in Hertz In questo modo si ottengono pochissimi valori per un segnale che, (Hz, migliaia di cicli per secondo). invece, potrebbe possedere moltissime possibilità di variazione dinamica. All’aumentare della frequenza di campionamento Più aumentano i bit a disposizione e maggiore è la qualità audio. si ottiene una migliore approssimazione del segnale in ingresso Con 16 bit (molto in uso) si hanno 65.536 diversi livelli (216)
Sistemi e applicazioni per Rappresentazione “digitale” dei contenuti audio (3-3) l’amministrazione digitale Dimensione del file audio dfile = frequenza di campionamento × risoluzione × numero dei canali × durata Esempio di registrazione audio digitale (mono) di 1 minuto, con frequenza di 8 kHz e risoluzione pari a 8 bit/campione dfile = 8000 × 8 × 1 × 60 = 3.840.000 bit = 480.000 byte = 468,75 KiB Bitrate (velocità del flusso di bit) E’ il numero di bit utilizzati nella codifica di un secondo di audio. E’ un parametro che fornisce una stima della qualità audio digitale. È dato dal prodotto dei tre elementi frequenza di campionamento, risoluzione e numero di canali ed è espresso in bit per secondo (bps) Fattori che determinano la qualità audio frequenza di campionamento il numero di campioni per secondo (es: 44.100 Hz, ovvero 44.100 campioni al secondo) Frequenza di Risoluzione Numero di campionamento canali Qualità CD 44.100 Hz 16 bit stereo risoluzione o profondità Qualità radio 22.050 Hz 16 bit mono Qualità telefono 11.025 Hz 16 bit mono la dimensione dei campioni (es: 16 bit per campione) WAVE E’ il formato dei file audio prodotti mediante il numero di canali i processi di campionamento e discretizzazione 1 = mono, 2 = stereo … Dolby 5.1 ed altri
“LA RAPPRESENTAZIONE DIGITALE DELLE INFORMAZIONI” Lezione n. 1 – parte seconda Mercoledì 30 settembre 2015 luca.ricciotti@unimc.it A.A. 2015-2016 - primo semestre biennio Luca Ricciotti Phd
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