Sintesi della Guida FDA sulle interazioni Farmaci-Alimenti
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Sintesi della Guida FDA sulle interazioni Farmaci-Alimenti Cibi e bevande possono influire sull’assorbimento, il metabolismo, la biodisponibilità e l’escrezione del farmaco, renderlo inefficace, potenziarne la tossicità o un particolare effetto… Sintesi della Guida FDA sulle interazioni Farmaci-Alimenti Istruzioni per la corretta misurazione della pressione arteriosa a casa Consigli per una corretta misurazione della Pressione Arteriosa a casa (HBPM, Home blood pression monitoring): 1. Misura la Pressione Arteriosa in un ambiente tranquillo. 2. Rimani a riposo per almeno 5 minuto prima della misurazione. 3. Evita di parlare prima e durante la misurazione. 4. Non accavallare le gambe. 5. Non fumare, bere caffè prima della misurazione. 6. Utilizza un supporto per il braccio e posizionalo
all’altezza del cuore. 7. Esegui due misurazioni al mattino prima di colazione e prima dell’assunzione dei farmaci antipertensivi (indicativamente tra le 7 e le 10 del mattino) e due misurazioni alla sera prima di cena (indicativamente tra le 18 e le 21). 8. Ripeti la misurazione a distanza di 1-2 minuti di tempo. 9. Annota i valori ottenuti subito sul tuo diario pressorio.(Diari pressori) La colazione può aiutare a prevenire l’ictus emorragico Mangiare la prima colazione ogni giorno può aiutare a prevenire ictus, in particolare quello che causa emorragia cerebrale. Lo suggerisce uno studio giapponese realizzato su 82,772 uomini e donne di età compresa tra 45 e 74 anni senza una storia di malattie cardiache o cancro che sono stati seguiti dal 1995 al 2010. I partecipanti sono stati divisi in base all’abitudine di fare la prima colazione da 6 a 7 volte alla settimana, da 3 a 5 e da 0 a 2. Nel corso del 15 anni di follow-up, ci sono stati un totale di 3.772 ictus (stroke), di cui 1.051 di tipo emorragico e oltre 870 casi di malattia coronarica. L’analisi ha mostrato che coloro che non facevano colazione avevano un rischio maggiore di malattie cardiache e ictus, e un rischio particolarmente elevato di ictus emorragico, rispetto a quelli che facevano colazione ogni giorno. Non è stato trovato un legame tra la frequenza di colazione e il
rischio di malattie cardiache. I ricercatori hanno osservato che un importante fattore di rischio per emorragia cerebrale è la pressione alta, che si registra soprattutto al mattino e che tendenzialmente era più bassa in coloro che facevano colazione con regolarità. La ricerca, pubblicata sulla rivista Stroke, era osservazionale, quindi potrebbe non aver considerato altri fattori, oltre alla colazione, che potrebbero essere importanti. Si ricorda che molti studi, sia in Paesi occidentali che asiatici hanno mostrato che il non fare colazione è stato legato a una maggiore prevalenza di obesità, ipertensione, colesterolo alto, e alti livelli di zucchero nel sangue (diabete): tutti noti fattori di rischio per le malattie cardiache. Linee guida internazionali raccomandano di fare colazione ogni giorno per prevenire le malattie cardiache, perché ci sono prove sufficienti a sostegno di tale raccomandazione. Fonte Association of Breakfast Intake With Incident Stroke and Coronary Heart Disease.The Japan Public Health Center–Based Study.STROKEAHA.115.011350 Published online before print January 5, 2016,doi: 10.1161/STROKEAHA.115.01135 Immagine.BREAKFAST IN BED in Painting by Bobby Wylde
Per le donne più alto il rischio di fibrillazione atriale La fibrillazione atriale, il tipo più comune di aritmia nel mondo, è legata a un maggiore rischio di ictus e di morte in entrambi i sessi, con circa 33,5 milioni di persone colpite nel solo 2010. Tuttavia, sembrava essere una minaccia più grande tra le donne. Lo rivela una metanalisi pubblicata il 19 gennaio nel BMJ che ha analizzato le differenze di genere nelle malattie cardiovascolari. Come rivelano ormai molti studi, stessi fattori di rischio cardiovascolare – come il fumo e il diabete – colpiscono in modo diverso i due sessi. I ricercatori dello studio del BMJ hanno analizzato i dati di 30 trial , per un totale di oltre 4 milioni di partecipanti, registrando, nei due sessi, la relazione tra fibrillazione atriale e morte per tutte le cause, morte cardiovascolare, ictus, morte cardiaca, attacchi e scompenso. I dati rivelano che le donne, rispetto agli uomini, avevano una probabilità più alta del 93 per cento di morire per una malattia cardiaca, del 55 per cento di avere un attacco di cuore, e del 16 per cento di soffrire di insufficienza cardiaca. Il sesso femminile aveva inoltre una probabilità del 12 per cento maggiore di morire per qualsiasi causa e un rischio doppio, rispetto agli uomini di avere un ictus. Non sono però chiare le cause del perchè di queste differenze tra uomini e donne. I risultati, secondo i ricercatori, segnalano l’esigenza di creare uno score (calcolatore) di rischio specifico per la
fibrillazione atriale nelle donne e prevedere politiche sanitarie ad hoc per trattamenti più adeguati in base al genere. Lo studio mette in luce inoltre il fatto che, la non adeguata terapia anticoagulante, indicata per la maggior parte dei pazienti con fibrillazione atriale per prevenire l’ictus, avrebbe conseguenze più gravi e letali per le donne. Fonte Atrial fibrillation as risk factor for cardiovascular disease and death in women compared with men: systematic review and meta-analysis of cohort studies.BMJ 2016; 352 doi: http://dx.doi.org/10.1136/bmj.h7013 (Published 19 January 2016).Cite this as: BMJ 2016;352:h7013 ApoB marker più affidabile del colesterolo LDLc e nonHDLc nel controllo del fattore di rischio coronarico La concentrazione plasmatica della apolipoproteina B (apoB) si conferma un fattore di rischio coronarico più affidabile del colesterolo LDL (LDLc) e del colesterolo non HDL (nonHDLc). I pazienti in cui si riscontra una discrepanza tra apoB elevate e LDLc o nonHDLc basse sono da considerarsi, infatti, ad alto rischio cardiovascolare. A queste conclusioni sono giunti i ricercatori del CARDIA Study che hanno confrontato i livelli delle lipoproteine plasmatiche in 2.794 soggetti di età compresa tra 18 e 30 anni
con la valutazione mediante tomografia computerizzata delle calcificazioni coronariche eseguita 25 anni più tardi, a un’età compresa tra 43 e 55 anni. I pazienti con valori basali di apoB con valori intermedi (secondo terzile) o elevati (terzo terzile) hanno dimostrato un rischio di sviluppare calcificazioni coronariche significativamente più elevato (odds ratio 1.53 e 3.38 rispettivamente) rispetto ai pazienti con valori più bassi (primo terzile), anche dopo aver apportato le correzioni statistiche necessarie per tener conto delle eventuali differenze nei fattori di rischio cardiovascolare tradizionali. Inoltre, anche i pazienti con apoB elevate (al di sopra del valore mediano) ma LDLc o non HDLc basso (al di sotto del valore mediano) presentavano un rischio aumentato (odds ratio 1.55 e 1.45 rispettivamente) di sviluppare calcificazioni coronariche. Lo studio, quindi, conferma il valore della concentrazione delle apoB come fattore di rischio indipendente. Questi risultati si possono spiegare considerando che ciascuna particella di lipoproteina aterogena contiene una sola molecola di apoB ma può contenere una quota variabile di colesterolo. L’ipotesi é che l’aterogenicità sia legata al numero di particelle aterogene e non al loro contenuto in colesterolo. Pertanto, per esempio, in presenza di LDL piccole e dense, come accade nel paziente diabetico, il numero di particelle aterogene può essere elevato ma la concentrazione del colesterolo legato alle LDL relativamente bassa. Questo concetto é bene rappresentato dalla figura principale dello studio che dimostra come interpretare valori discordanti di apoB e LDLc o non HDLc.
Fonte Discordance Between Apolipoprotein B and LDL-Cholesterol in Young Adults Predicts Coronary Artery Calcification.The CARDIA Study.J Am Coll Cardiol. 2016;67(2):193-201. doi:10.1016/j.jacc.2015.10.055 In 3 casi su 4 si può prevenire l’ictus (stroke) La prevenzione cardiovascolare é potenzialmente in grado di evitare un numero elevato di eventi fatali o disabilitanti come l’ictus, ma é ancora oggi, in larga misura, non attuata. Si calcola, infatti, che circa la metà delle morti cardiovascolari sarebbe evitabile se fossero trattati in modo efficace i cinque principali fattori di rischio modificabili. Gli autori dello studio Definition and Implications of the Preventable Stroke hanno voluto verificare in quale misura tale fenomeno riguarda la prevenzione dell’ictus cerebrale ischemico. A tale scopo hanno rivalutato 274 pazienti consecutivi dimessi con diagnosi di ictus ischemico da un ospedale universitario californiano tra dicembre 2010 e giugno 2012. Per valutare il valore di prevenibilità dello stroke è stato elaborato un sistema di punteggio con una scala da 0 a 10 che prende in considerazione l’efficacia del trattamento dell’ipertensione (0-2 punti), l’iperlipemia( 0-2 punti), la fibrillazione atriale (0-4 punti) e l’utilizzo di una terapia antitrombotica per una eventuale preesistente malattia cardio o cerebro-vascolare (0-2 punti). Sono stati considerati non
prevenibili i casi con punteggio zero; altamente prevedibili quelli con punteggio pari o superiore a 4. Applicando questa scala si é potuto constatare che 207/274 casi (il 75.5%) potevano essere considerati in varia misura prevenibili mentre 61/274 casi (25.9%) altamente prevenibili. Il grado di prevenibilità é risultato non correlato con la gravità dell’ictus, valutata con la National Institutes of Health Stroke Scale. Al contrario, paradossalmente, é stata notata una associazione inversa tra prevenibilità e intensità del trattamento. L’ictus cerebrale é un evento fortemente disabilitante con conseguenze molto rilevanti sulla qualità della vita del paziente e sul carico assistenziale per i sistemi sanitari. La constatazione di un così elevato grado di insufficienza delle procedure preventive impegna fortemente, anche sul piano etico, la Medicina Generale a un più efficace intervento di ricognizione e trattamento di fattori (ipertensione, ipercolesterolemia, fibrillazione atriale) che ne costituiscono i principali elementi di rischio. Fonte Definition and Implications of the Preventable Stroke.JAMA Neurol. 2015 Dec 7:1-4. doi: 10.1001/jamaneurol.2015.3587. [Epub ahead of print] L’aspirina può aiutare a prevenire l’insorgenza del cancro alla prostata L’aspirina, nota per il suo impiego nella prevenzione cardiovascolare, assunta regolarmente, può aiutare a
prevenire l’insorgenza del cancro alla prostata e la mortalità a esso associata. Sono i risultati di uno studio osservazionale presentato in occasione del 2016 Genitourinary Cancers Symposium recentemente tenutosi a San Francisco. Gli autori hanno analizzato i dati di 22.071 uomini che erano stati arruolati nel Physicians’ Health Study tra il 2982 e il 2009. Nel corso del follow-up di 27 anni 3.193 soggetti hanno sviluppato un carcinoma prostatico, 403 con evoluzione letale. In una analisi multivariata che ha tenuto conto di età, razza, indice di massa corporea e abitudine al fumo, si é potuto dimostrare che i soggetti esenti da neoplasia prostatica che facevano uso regolare (più di 3 compresse alla settimana) di aspirina (ASA, Acido acetilsalicilico) avevano una probabilità più bassa di sviluppare un cancro prostatico letale (HR, 0,76; IC 95%, 0,62-0,93). Nei pazienti già affetti da cancro prostatico l’assunzione regolare di aspirina ha determinato una riduzione della mortalità per la malattia del 21% (HR: 0.67, IC 95%: 0.55-0.82). Gli stessi autori evidenziano che i risultati di questo studio, osservazionale e retrospettivo, non sono sufficienti per consigliare l’assunzione di ASA nella prevenzione e nella terapia del CR prostatico essendo necessari studi di intervento ad hoc randomizzati e controllati. Tuttavia questi dati si aggiungono a quanto già osservato sugli effetti preventivi in campo oncologico dell’aspirina (ASA), finora osservati soprattutto a carico delle neoplasie dell’apparato gastrointestinale. Fonte Regular aspirin use and the risk of lethal prostate cancer in the Physicians’ Health Study.J Clin Oncol 34, 2016 (suppl 2S; abstr 306)
Il fumo di sigaretta aumenta ricoveri per aterosclerosi e spesa sanitaria Il fumo di sigaretta rappresenta la più rilevante causa evitabile di aterosclerosi periferica (PAD, Peripheral Artery Disease) e di mortalità in Italia come in tutto il mondo occidentale. Gli autori dello studio The Contribution of Tobacco Use to High Health Care Utilization and Medical Costs in Peripheral Artery Disease: A State-Based Cohort Analysis hanno ipotizzato che l’utilizzo di tabacco da parte dei pazienti affetti da PAD sia associato a un maggior ricorso al Servizio Sanitario (SS) e d un relativo incremento della spesa sanitaria. E’ stato quindi condotto uno studio di coorte retrospettivo trasversale sui dati assicurativi del più grande registro delle assicurazioni del Minnesota e sono stati calcolati i costi totali/annui legati alle ospedalizzazioni e sono state valutate le diagnosi di dimissione. Sono stati identificati 22.220 soggetti affetti da aterosclerosi (PAD), di cui 1.995 (9,0%) erano fumatori. Entro un anno, quasi la metà dei fumatori di tabacco PAD sono stati ricoverati, la percentuale di ricoveri ospedalieri è stata maggiore del 35% rispetto al gruppo di soggetti non fumatori (p
stati di 64.041 dollari contro i 45.918 dollari spesi per la cura dei soggetti non fumatori. Il fumo di tabacco è associato a un sostanziale aumento dei ricoveri per aterosclerosi (PAD), malattie coronariche e per procedure chirurgiche. Di conseguenza sono fonte di un incremento della spesa sanitaria in generale. I risultati suggeriscono che l’istituzione immediata di programmi volti alla cessazione dell’abitudine al fumo può contribuire a far risparmiare Sistema Sanitario importanti risorse. Fonte: The Contribution of Tobacco Use to High Health Care Utilization and Medical Costs in Peripheral Artery Disease: A State-Based Cohort Analysis. J Am Coll Cardiol. 2015 Oct 6;66(14):1566-74. dos: 10.1016/j.jacc.2015.06.1349. Ipertensione nella fibrillazione: più alto rischio di ictus. Studio ARISTOTLE La fibrillazione atriale e l’’ipertensione arteriosa sono notoriamente tra i più rilevanti fattori di rischio per l’ictus ischemico e sono spesso presenti contemporaneamente. Mentre vi sono molte evidenze sull’efficacia della terapia antitrombotica per la prevenzione dell’ictus nei pazienti fibrillanti, non disponiamo di molte informazioni sul ruolo del controllo dei valori della pressione in questi pazienti. E’ stata, pertanto, effettuata una analisi post hoc dello
studio ARISTOTLE (pubblicato nel 2011 per documentare l’efficacia di apixaban) riguardante oltre 18.000 pazienti, età media 70 anni, con fibrillazione atriale non valvolare. Mediante una analisi multivariata gli autori hanno potuto dimostrare che i pazienti con valori pressori elevati (≥ 140 mmHg di sistolica e ≥ 90 mmHg di diastolica), riscontrati in qualsiasi fase dello studio, hanno un rischio significativamente superiore di ictus (HR 1.53, IC95% 1.25-1.86) sia di ictus emorragico (HR 1.85, IC95% 1.26-2.72) sia di ictus ischemico (HR 1.50, IC95% 1.18-1.90) mentre l’efficacia dell’apixaban si é confermata superiore a quella del warfarin sia nei pazienti ipertesi che nei normotesi. Gli autori concludono affermando che il controllo dei valori pressori nei pazienti con fibrillazione atriale dà un importante contributo alla riduzione del rischio tromboembolico. Non é una affermazione scontata considerando che i pazienti con fibrillazione atriale sono generalmente anziani nei quali spesso ci si accontenta di un controllo meno stringente dei valori pressori. I risultati di questo studio, inoltre, sono coerenti con quelli del recente studio SPRINT che hanno dimostrato il benefici di abbassare la pressione arteriosa fino a 120 mmHg, piuttosto che 140 mmHg, anche nei pazienti di età più avanzata. Fonte Patients With Atrial Fibrillation: Results From the Apixaban for Reduction in Stroke and Other Thromboembolic Events in Atrial Fibrillation (ARISTOTLE) Trial.J Am Heart Assoc. 2015 Dec 1;4(12). pii: e002015. doi: 10.1161/JAHA.115.002015.
Maggio 2016 dal 04/05/2016 al 07/05/2016 Heart Rhythm 2016 – 37th Annual Scientific Sessions SAN FRANCISCO (), CALIFORNIA USA – Moscone Center – website dal 04/05/2016 al 07/05/2016 ICT 2016 – 24th International Congress on Thrombosis ISTANBUL (), TURCHIA – Haliç Congress Center İstanbul – website dal 05/05/2016 al 07/05/2016 ATVB- PVD: ARTERIOSCLEROSIS, THROMBOSIS AND VASCULAR BIOLOGY | PERIPHERAL VASCULAR DISEASE NASHVILLE (), TENNESSEE USA – Omni Nashville – website dal 06/05/2016 al 06/05/2016 IL CUORE IN FORTEZZA Savona (SV), – – Fortezza del Priamar – website dal 12/05/2016 al 14/05/2016 EuroCMR 2016 – European Association of Cardiovascular Imaging (EACVI) FIRENZE (FI), – Palazzo dei Congressi – website dal 13/05/2016 al 14/05/2016 X “LE BATTAGLIE CARDIOLOGICHE DI TAGLIACOZZO” Tagliacozzo (AQ), – – Teatro Talia – website dal 13/05/2016 al 18/05/2016
ATS 2016 – Annual Meeting of American Thoracic Society SAN FRANCISCO, CALIFORNIA USA – Moscone Center – website dal 14/05/2016 al 17/05/2016 XXI Congresso Nazionale FADOI – Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti ROMA (RM), – Marriott Rome Park Hotel – website dal 14/05/2016 al 18/05/2016 AATS 2016 – 96th American Association for Thoracic Surgery Baltimore (), MARYLAND – USA – Baltimore Convention Center – website dal 17/05/2016 al 20/05/2016 EuroPCR 2016 PARIGI, FRANCIA – Palais des Congrés – website dal 18/05/2016 al 21/05/2016 56° SNO – Scienze Neurologiche Ospedaliere CATANIA (CT), – CENTRO CONGRESSI LE CIMINIERE – website dal 20/05/2016 al 22/05/2016 SEMINARIO NAZIONALE ANCE: Prevenzione del rischio cardiovascolare sul territorio TRIESTE, – SAVOIA EXCELSIOR PALACE – website dal 21/05/2016 al 24/05/2016 HEART FAILURE 2016 & 3RD WORLD CONGRESS ON ACUTE HEART FAILURE Firenze (FI), – Fortezza da Basso – website dal 25/05/2016 al 27/05/2016 International Clinical Cardiovascular Genetics Conference 2016 Brisbane (), Australia – Brisbane Convention and Exhibition Centre (BCEC) – website
dal 25/05/2016 al 28/05/2016 ISTH 2016 – Intl Society on Thrombosis and Hemostasis Montpellier (), FRANCE – Le Corum Conference Centre – website dal 26/05/2016 al 27/05/2016 Corso Base di Ecografia Cardiovascolare in Medicina Interna TORINO (TO), – UNIVERSITA’ DI TORINO – website dal 26/05/2016 al 29/05/2016 XIV SICOA – Società Italiana Cardiologia Ospedalità Accreditata GIARDINI NAXOS (ME), – CENTRO CONGRESSI Hilton – website dal 27/05/2016 al 29/05/2016 Cardiology Update for Primary Care Los Cabos (), MEXICO – Sheraton Hacienda del Mar Golf & Spa Resort – website dal 28/05/2016 al 31/05/2016 2nd European Academy of Neurology Copenhagen (), DANIMARCA – Bella Center – website dal 29/05/2016 al 01/06/2016 84th EAS Congress – European Atherosclerosis Society Innsbruck (), Austria – Congress und Messe Innsbruck GmbH – website dal 29/05/2016 al 30/05/2016 EuroCVP Congress: Cardiovascular Pharmacotherapy TEL AVIV (), ISRAEL – website dal 31/05/2016 al 03/06/2016 CardioAlex Alexandria, EGITTO – BIBLIOTHECA ALEXANDRINA – website
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