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SIGASCOT HIGHLIGHTS 3/2017 A cura del Gruppo Comunicazione di SIGASCOT AUGURI A TUTTI I SOCI DI BUONE FESTE E BUON 2018! Continuano gli approfondimenti sulla storia dell’ortopedia. In questo numero: Come eravamo... 1980-1982 ... e non potete perdervi: Idrokinesiterapia nella cura dell’osteoporosi - Instabilità rotulea mediale - Bonaventura in Learning from Gazza - Il Microbioma - Imaging delle Root lesions - TempoLibero a Palermo e in Piemonte & much more... 1 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 Natale 2017 Auguri del Presidente Care amiche e cari amici, soci Sigascot, il mio primo anno da Presidente è trascorso, un anno particolarmente difficile e che certamente non rimarrà impresso nei nostri ricordi per serenità, ma comunque di grande soddisfazione. È iniziato con un nuovo codice etico firmato da Assobiomedica e SIOT, alla vigilia di Natale dell’anno scorso, che ha totalmente ribaltato le regole di sponsorship, decretando che dal primo gennaio la metà dei nostri eventi, programmati nel 2017 con le vecchie regole del 2016, non fossero più sponsorizzabili come nel passato. Di conseguenza tante aziende, non potendo più partecipare con stand, workshop e articoli promozionali ai nostri eventi, si siano tirate indietro. Due erano le opzioni: rinunciare ai nostri eventi e venir meno alla nostra mission “educare e formare” oppure stringere i denti, reinventarci ed andare avanti. Sono felice di poter dire che insieme a tutti gli amici del board abbiamo optato per questa ultima soluzione. Con grande orgoglio posso affermare, che oltre a mandare avanti con successo tutti i nostri eventi, tanti nuovi giovani colleghi si sono uniti a noi durante questo 2017. La crescita di Sigascot è stata sempre costante ma mai come quest’anno il numero dei nuovi iscritti è stato così significativo, soprattutto considerando che il 2017 è l’anno in cui non si celebra il Congresso Nazionale. Naturalmente come ogni buon “giardiniere” deve fare, anche quest’anno qualche ramo secco è stato tagliato; ma gli espulsi per grave morosità sono in numero inferiore rispetto agli anni precedenti. Mi piace pensare di aver contribuito, insieme a tutto il board, a creare le giuste occasioni d'incontro che potessero rappresentare opportunità per la crescita personale e professionale di tutti i nostri associati. Anche se il 2018 sotto il profilo “aziende - società scientifiche” non si annuncia migliore di quello passato, sono molto fiducioso e confido in un dialogo aperto e franco con i nostri sponsor. Sicuramente insieme troveremo le giuste soluzioni. A questo punto dovrei fare il report del 2017 e permettetemi, soprattutto quest’anno, di elencare orgogliosamente tutte le attività che ci hanno viste attori o promotori: 2 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 Questi i nostri eventi ufficiali con una partecipazione altissima: - 3-4 Marzo – Milano: MASTERCLASS Bone Edema & Small Implants Today, Chairmen: Massimo Berruto-Bruno Violante, (più di 350 partecipanti) - 11-12 Maggio – Modena: CURRENT CONCEPT Revision Arthroplasty: Knee & Shoulder Chairman. Fabio Catani (200 iscritti) - 15 settembre 2017 - Campus Aquae, Pavia: SIGASC-OST 2° Corso Teorico-Pratico sulle Osteotomie di Ginocchio, Chairman Giacomo Zanon, Honorary Chairman Francesco Benazzo, (più di 250 iscritti) - 9-11 novembre – Roma: 2° Edizione WATCH & TRY: Arto Superiore Chairmen: Giuseppe Milano e Andrea Grasso, più di (350 partecipanti) La nostra partecipazione al Congresso SIOT con un: - SIMPOSIO SIOT-SIGASCOT - IL TRATTAMENTO PRE-PROTESICO DELL'ARTROSI DI GINOCCHIO, - CONSENSUS SUGLI ALLOGRAFT - COMPARTECIPAZIONE ALLA RIUNIONE DELLE SUPERSPECIALISTICHE - PROIEZIONI di 20 video nei tre box SIGASCOT Gli Orthospritz e Time -out, nostri eventi regionali ed altri corsi di formazione: - CAMPANIA - Save the meniscus- Napoli, 24 marzo - SARDEGNA–Ortopedia per la rigenerazione nella disabilità- Atleti in pista- Alghero, 20 maggio - LOMBARDIA- Il trattamento delle lesioni cartilaginee nell’atleta e nella femoro-rotulea, Bergamo 13 luglio - LIGURIA - Riabilitazione post artroscopica, Genova - 22 settembre 2017 - CAMPANIA - La pubalgia nel calcio - Salerno,29 settembre 2017 - LOMBARDIA - SIGASCOT-U: Corso Teorico-Pratico di Tecnica Infiltrativa- Milano,29 settembre 2017 - PIEMONTE - Le suture meniscali, Torino/Juventus Stadium - 7 ottobre 2017 - SARDEGNA - Attualità e prospettive nel trattamento della patologia della spalla- Cagliari 14 ottobre 2017 - LAZIO- Chirurgia Ricostruttiva del LCA: update su mezzi di fissazione e trapianto- Roma 25 novembre 2017 Le nostre Fellowship e borse di studio: - EAF 2017, 4 nazioni europee 1 fellow - JOSKAS 2017 in Giappone 2 fellow - EAF DJO 2017 in Danimarca 2 fellow - EAF REACTION 2017 in Francia 1 fellow - DJO AMERICA 2017 USA 1 fellow - Forte Summer School in Portogallo 6 fellow - AGLIETTI AWARD negli USA 1 fellow - 2° MASTERARTHROSCOPIST 18 fellow 3 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 Nelle sedi ICLO di Arezzo e Verona, i nostri Cadaver-Lab di Protesica di Ginocchio, di Protesica ed Artroscopia di Spalla ed un Hands on Lab per giovani specializzandi. Inoltre per la prima volta abbiamo anche sponsorizzato a Peschiera del Garda il 1° Corso Pratico Osteotomie di Ginocchio su Saw Bones. Abbiamo fedelmente pubblicato: - le nostre newsletter in versione cartacea e elettronica, i nostri Papers in Pills, le SIGASCOT-Highlights, i Summary of Current Concepts, le Orthogazza ecc. - i video dei comitati su e-sigascot - i nostri appuntamenti in sala operatoria attraverso la nostra SigAPPscot. Naturalmente last but not least, la nostra rivista JOINTS con una nuova veste grafica ed un nuovo editore, Thieme. Desidero quindi ringraziare chi ha creduto in noi, come chi, attraverso la propria iscrizione, ci ha dato la possibilità di rafforzarci e di meglio organizzarci. E ancora chi, con buoni consigli, ci ha permesso di migliorare e di essere sempre più utili. Un particolare grazie alle aziende, che malgrado gli impedimenti e le difficoltà, ci hanno sostenuto, partecipando ai nostri eventi e offrendoci il loro prezioso contributo. Un ringraziamento infine a tutti i membri del Consiglio Direttivo, che con il loro impegno, unito a una condivisa identità di fini e di vedute, hanno contribuito in maniera determinante al raggiungimento dei risultati che ho sopra illustrato, nonché a trasferire la bellissima sensazione di un lavoro di squadra. Il 2018 ci vedrà di nuovo in pista con nuove sfide, ma soprattutto ci vedrà protagonisti del nostro 7° Congresso Nazionale che si svolgerà a Bologna (3-5 ottobre 2018). Ringrazio fin da ora per il loro impegno il professor Maurilio Marcacci, Presidente onorario del Congresso, il professor Stefano Zaffagnini, Presidente del Congresso insieme al dottor Vincenzo Madonna e al professor Mario Ronga, anch’essi responsabili del programma scientifico. Per sapere di più su tutti gli eventi e le attività del 2018, vi prego di seguirci sul nostro sito www.sigascot.com. È quindi con immenso piacere che mi accingo, per la seconda volta, a porgere a tutti voi gli auguri di Buon Natale e di felice Anno Nuovo. Che sia un Anno ricco di nuove opportunità e di grandi soddisfazioni, a giusta ricompensa degli sforzi e dell’impegno profusi per realizzare la nostra missione. Con affetto, Pietro Randelli Presidente SIGASCOT 4 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 SPECIAL EVENTS Il prossimo evento clou SIGASCOT sarà sicuramente 3° Watch & Try Verona, 15-17 marzo 2018 Prosegue la grande formula promossa da SIGASCOT iscrizioni su www.sigascot.com 5 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS -3/2017 LA BACHECA DELLO SPECIALIZZANDO LA BACHECA DELLO SPECIALIZZANDO A cura di Francesco Uboldi, Giacomo Placella e Francesco Perdisa LA BACHECA DELLO SPECIALIZZANDO BANDI FELLOWSHIP 2018 IL PRIMO LUNEDì DEL MESE ARRIVA NELLA VOSTRA CASELLA MAIL La Gazze6a dello Specializzando! Tutto su No?zie ed informazioni per voi, ed una selezione di ar?coli, video e ?ps su un sigascot.com argomento del mese a scelta! NON PERDETELA! 2a edizione The winner is... ... dr. Francesco PERDISA ! CANDIDATURE SU SIGASCOT.COM entro 31/12/2017 Masterarthroscopist Advance Knee Masterarthroscopist Shoulder basic 6 WWW.SIGASCOT.COM
IMPACT SIGASCOT FACTOR SIGASCOT HIGHLIGHTS -3/2017 IMPACT FACTOR I più recenti articoli dei soci apparsi su riviste impattate A cura di Francesco Perdisa e Giacomo Placella 7 WWW.SIGASCOT.COM
IMPACT SIGASCOT FACTOR SIGASCOT HIGHLIGHTS -3/2017 IMPACT FACTOR I più recenti articoli dei soci apparsi su riviste impattate A cura di Francesco Perdisa e Giacomo Placella !"#$%&''(#)"*+$&,$"-.)+(+$/$0&+#$"%%"-#-/$#,$1&/2*"$-&'-#)"3$ 4+5&,#)"(+$"$!"#$"%"$&'(!&#'!)*%+)*,$)+,$#,6#)"7#+,/$89-&%%+$4+5&,#)"7#+,/$:$4++-6#,"5/,*+;$+$2)-#0#)#$2&$
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 PEARLS OF REHAB EFFICACIA DEL TRATTAMENTO IN ACQUA NELLA CURA DELL’OSTEOPOROSI A cura di Milco Zanazzo - Comitato Riabilitazione Si stima che in Italia l’osteoporosi colpisca circa 10,11 . La pressione idrostatica inoltre, essendo 5.000.000 di persone, di cui l’80% sono donne in post maggiore in profondità, produce un efficace menopausa; da dati del Ministero della Salute 1 il 23% drenaggio linfatico e favorisce il ritorno venoso in delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con tutte le esercitazioni effettuate in posizione verticale. più di 60 anni è affetto da osteoporosi e questi numeri E’ opinione comune che l’idrokinesiterapia, intesa sono in continua crescita, soprattutto in relazione come esercizio terapeutico effettuato in acqua, non all'aumento dell'aspettativa di vita. Nel corso della vita sia efficace, in termini di osteogenesi, quanto inoltre, circa il 40% della popolazione incorre come l’esercizio eseguito a secco; può tuttavia costituire conseguenza in una frattura di femore, vertebra o una valida alternativa nel combattere l’osteopenia, in polso, in maggioranza dopo i 65 anni. particolare in gruppi di soggetti selezionati, con Le fratture da fragilità per osteoporosi hanno rilevanti effetti comunque positivi sul metabolismo osseo e la ricadute, sia in termini di mortalità che di disabilità forza muscolare. motoria, con elevati costi sia sanitari sia sociali; la loro Una recente revisione della Bond University del incidenza aumenta all’aumentare dell’età, e ciò è Queensland (A) 12, ha comparato la densità minerale particolarmente evidente nelle donne2. ossea in gruppi di donne post-menopausa sottoposte Sebbene la maggior parte delle variazioni nelle a cicli di lavoro in acqua confrontandola con gruppi condizioni ossee vengano attribuite a fattori genetici di controllo sedentari. La densità si è dimostrata 3,4 , il tessuto osseo è considerato un tessuto dinamico superiore in tutti gli studi (11 studi, 629 partecipanti, in continuo rimodellamento e capace di rispondere a durata dei protocolli compresi nella metanalisi 3/24 vari stimoli. Lo stile di vita e i fattori ambientali, come mesi) in coloro che avevano affrontato un percorso di nutrizione, fumo, assunzione di alcool e attività fisica esercizi in acqua. possono contribuire fino al 20-40% della sua qualità 5; Non è ancora chiaro invece quale sia la migliore allo stesso modo, prolungati periodo di inattività e forma e dose di intervento ma sembra che quella più scarico gravitazionale (allettamento) hanno effetto intensa, con maggior durata e frequenza possa essere negativo sulla massa e sulla struttura ossea 6. E’ inoltre la più efficace. Avendo a disposizione una vasca ben documentato che la contrazione muscolare può idonea, possiamo così ragionevolmente introdurre incrementare positivamente la stimolazione sul tessuto un programma di esercizi specifici, modulandoli osseo, soprattutto quella generata dal carico dinamico. sulla nostra popolazione di pazienti. Se è chiaro che l’attività fisica possa venire considerata un efficace approccio non farmacologico per Bibliografia: 1-salute.gov migliorare la massa ossea, è altrettanto vero che non tutte le tipologie di esercizio sembrano avere la stessa 2-NIH Consensus Development Panel on Osteoporosis Prevention and Therapy. Osteoporosis prevention, diagnosis, and therapy. JAMA. efficacia 7; ad oggi, solo gli esercizi antigravitari o 2001;285(6):785–795. quelli ad alto impatto sembrano avere effetti 3- Mikkola TM, Sipila S, Rantanen T, et al. J Bone Miner Res. 2008;23(4): osteogenici postivi 8,9. 492–498. Tuttavia, l’invecchiamento è spesso associato al 4 - Mikkola TM, Sipila S, Rantanen T, et al. J Bone Miner Res. 2009;24 declino fisico e le condizioni fisiche potrebbero non (2):338–345. permettere attività ad alto impatto. Problemi 5- Prentice A. Proc Nutr Soc. 2001;60(1):45–52. articolari, patologie cardiovascolari o dismetaboliche, 6- Zerwekh JE, Ruml LA, Gottschalk F, Pak CY. J Bone Miner Res. disturbi del cammino e dell’equilibrio possono 1998;13(10):1594–1601. costituire un ostacolo insormontabile ad un lavoro di 7- Gomez-Cabello A, Ara I, Gonzalez-Aguero A, Casajus JA, Vicente- prevenzione o riabilitazione delle patologie dell’osso Rodriguez G. Sports Med. 2012;42(4):301–325. con esercizi ad alto impatto o comunque di una 8- Bemben DA, Bemben MG. Osteoporos Int.2011;22(1):179–186. elevata intensità. 9- Vainionpaa A, Korpelainen R, Leppaluoto J, Jamsa T. Osteoporos Int. In questo caso potrebbe esserci molto utile il ricorso 2005;16(2):191–197. all’idrokinesiterapia; gli esercizi eseguiti in acqua 10- Tsourlou T, Benik A, Dipla K, Zafeiridis A, Kellis S. J Strength Cond presentano un minor carico articolare dovuto alla Res.2006;20(4):811–818. spinta di galleggiamento ed un minor rischio di 11- Meredith-Jones K, Waters D, Legge M, Jones L. Complement Ther caduta rispetto all’attività a secco, facendone Med. 2011;19(2):93–103. un’attività altamente consigliata per la terza età con 12- Simas V, Hing W, Pope R, Climstein M. Open Access Journal of Sports Medicine 2017:8 39–60 grandi benefici neuromuscolari e cardiometabolici 9 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 PFJ CORNER PATELLO-FEMORAL-JOINT CORNER A cura di Paolo Ferrua - Comitato Formazione Instabilità rotulea mediale P. Ferrua, S. Pasqualotto, F.M. Uboldi SSD Chirurgia Articolare del Ginocchio ASST - Istituto Ortopedico Gaetano Pini - CTO, Milano L’ instabilità rotulea mediale è una patologia relativamente rara ma altamente disabilitante per il paziente, dovuta ad un alterazione dell’equilibrio tra le forze mediali e laterali che permettono un corretto tracking rotuleo (1). Tale instabilità può riconoscere sia un’origine traumatica sia un’origine spontanea, tuttavia nella maggior parte dei casi l’eziologia è iatrogena (2). Tra le cause post-chirurgiche in letteratura vengono riportate sia un’eccessiva medializzazione della tuberosità tibiale anteriore (3), sia un errato posizionamento od un eccessiva tensione del MPFL durante la sua ricostruzione (4) tuttavia la causa più diffusa è un eccessivo release delle strutture laterali, tecnica ampiamente utilizzata, soprattutto in passato nel trattamento dell’instabilità rotulea e della sindrome dolorosa anteriore (5). Da un punto di vista clinico il paziente descrive una sintomatologia mista con disagio dovuto sia all’instabilità vera e propria che al sovraccarico femoro-rotuleo mediale con dolore cronico incoercibile e limitazione netta delle attività quotidiane anche a minimo impatto. L’instabilità rotulea mediale rappresenta un’entità clinica spesso misconosciuta e non diagnosticata pertanto la presenza di alcuni segni e sintomi e la positività dei test specifici durante la valutazione clinica sono altamente suggestive per tale patologia (6). Tra questi: • Dolore riferito ed evocabile con la palpazione in corrispondenza del difetto retinacolare laterale • Aumento della mobilità mediale della rotula a ginocchio esteso • Dolore e apprensione alla mobilizzazione mediale (“Smillie inverso”) • Gravity subluxation test positivo (paziente in decubito laterale incapace di centrare la rotula nella troclea con la sola contrazione del quadricipite (7) • Fulkerson relocation test positivo (8) (Fig.1). Fig.1 Fulkerson relocation test La rotula viene forzata medialmente in estensione e successivamente rilasciata durante una improvvisa flessione del ginocchio 10 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 PFJ CORNER La diagnosi di instabilità rotulea mediale è prevalentemente clinica tuttavia tale sospetto clinico può essere confermato dall’imaging, che permette di oggettivare e quantificare la patologia ed un eventuale danno cartilagineo concomitante. A tal proposito alcuni Autori utilizzano routinariamente Rx o TC dinamiche della femoro-rotulea per la valutazione del tracking patologico, attraverso una comparazione con il ginocchio controlaterale (Fig.2). (9, 10) Fig.2 TC assiale sotto stress di confront tra le due ginocchia per la valutazione della sublussazione mediale della rotula Il trattamento dell’instabilità rotulea mediale è generalmente chirurgico in quanto l’approccio conservativo e fisiokinesiterapico spesso conduce a fallimento. Tra le tecniche chirurgiche descritte per far fronte a tale problematica vi sono la ricostruzione del retinacolo laterale (7, 11, 12), la riparazione del retinacolo laterale (13), la ricostruzione del legamento patellofemorale laterale (LPFL) (14, 15) la ricostruzione del legamento patellotibiale laterale (16) e il release artroscopico del retinacolo mediale (17). Tutte queste procedure hanno evidenziato risultati buoni o eccellenti sia nel miglioramento della sintomatologia dolorosa sia nel ripristino della stabilità rotulea e della funzionalità articolare (18). In conclusione, l’instabilità rotulea mediale rappresenta una condizione disabilitante la cui diagnosi si basa sulla valutazione clinica, su test specifici ed è confermata dall’imaging. Nonostante la terapia chirurgica dia dei risultati altamente soddisfacenti, il miglior trattamento di tale patologia è rappresentato dalla sua prevenzione attraverso un’appropriata selezione del paziente ed una corretta tecnica chirurgica nel trattamento dell’instabilità rotulea oggettiva. Bibliografia 1. Saper MG, Shneider DA. Medial patellar subluxation: diagnosis and treatment. Am J Orthop (Belle Mead NJ) 2015; 44(11):499-504. 2. Song GY, Hong L, Zhang H, Zhang J, Li Y, Feng H. Iatrogenic medial patellar instability following lateral retinacular release of the knee joint. Knee Surg Sports Traumatol Arthrosc. 2016; 24(9):2825-2830. 3. Sherman Sl, Erickson BJ, Cvetanovich GL Tibial tuberosity osteotomy: indications, techniques and outcomes Am J Sports Med 2014; 42(8): 2006-2017 4. Bollier M, Fulkerson J, Cosgarea A, Tanaka M. Technical failure of medial patellofemoral ligament reconstruction. Arthroscopy. 2011; 27(8): 1153-1159 5. Hughston JC, Deese M. Medial subluxation of the patella as a complication of lateral retinacular release. Am J Sports Med. 1988; 16(4): 383–388 6. Sanchis-Alfonso V, Merchant AC. Iatrogenic Medial Patellar Instability: An Avoidable Injury. Arthroscopy. 2015; 31(8):1628-32. 7. Nonweiler DE, DeLee JC. The diagnosis and treatment of medial subluxation of the patella after lateral retinacular release. Am J Sports Med. 1994; 22(5):680-686 8. Fulkerson JP. A clinical test for medial patella tracking. Tech Orthop 1997; 12:165-169. 9. Teitge RA, Faerber WW, Des Madryl P. Stress radiographs of the patellofemoral joint. J Bone Joint Surg Am 1996; 78:193-203. 10. Biedert RM. Computed tomography examination. In: Biedert RM, ed. Patellofemoral disorders. Diagnosis and treatment. West Sussex: Wiley, 2004;101-111 11. Sanchis-Alfonso V, Montesinos-Berry E, Monllau JC, Merchant AC. Results of isolated lateral retinacular reconstruction for iatrogenic medial patellar instability. Arthroscopy 2015; 31:422-427 12. Heyworth BE, Carroll KM, Dawson CK, Gill TJ. Open lateral retinacular closure surgery for treatment of anterolateral knee pain and disability after arthroscopic lateral retinacular release. Am J Sports Med 2012; 40:376-382. 13. Hughston JC, Flandry F, Brinker MR, Terry GC, Mills JC 3rd. Surgical correction of medial subluxation of the patella. Am J Sports Med 1996; 24:486-491. 14. Teitge RA, Torga Spak R. Lateral patellofemoral ligament reconstruction. Arthroscopy 2004; 20:998-1002 15. Beckert M, Crebs D, Nieto M, Gao Y, Albright J. Lateral patellofemoral ligament reconstruction to restore functional capacity in patients previously undergoing lateral retinacular release. World J Clin Cases 2016; 4:202-206. 16. Sawyer GA, Cram T, LaPrade RF. Lateral patellotibial ligament reconstruction for medial patellar instability. Arthrosc Tech 2014; 3:e547- e550. 17. Shannon BD, Keene JS. Results of arthroscopic medial retinacular release for treatment of medial subluxation of the patella. Am J Sports Med 2007; 35:1180-1187. 18. Moatshe G, Cinque ME, Kruckeberg BM, Chahla J, LaPrade RF. Medial Patellar Instability: A Systematic Review of the Literature of Outcomes After Surgical Treatment. Arthroscopy. 2017; 33(8):1587-1593. 11 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS -3/2017 IMAGIN...G LESIONI MENISCALI 3 LE ROOT LESIONS Autore: Marcello Zappia- La radiologia alla portata dell’ortopedico Resp. Imaging muscoloscheletrico Ist. Varelli - Napoli Scarica la SIGASCOT Current Concepts sulle ROOT LESIONS! La trovi gratis su sigascot.com! SCARICA IL PDF QUI! QUALI SEQUENZE ? Le radici meniscali appaiono ben valutabili in RM (Fig. 1) e la semiotica delle loro lesioni ha trovato negli ultimi anni largo spazio anche nella letteratura radiologica [1-4]. ! Fig. 1a-b Coronale PDw FATSAT (a), assiale T2w (b) e Sagitale PDw FATSAT (c) – M 34aa. Normale aspetto della radice posteriore (freccia) del menisco mediale La RM ha dimostrato un’elevata accuratezza diagnostica nel rilevare le lesioni della radice posteriore del menisco mediale [1]. Così come per le altre lesioni meniscali, le sequenze più accurate risultano le DPw FATSAT. Nei piani coronali la presenza di una rima verticale fluida con aspetto troncato della radice posteriore risulta un segno facilmente riconoscibile (Fig. 2). Fig. 2 Coronale PDw FATSAT – F 43aa con dolore mediale. Lesione (freccia) della radice posteriore del menisco mediale ! 12 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS -3/2017 IMAGIN...G L’ausilio degli altri piani di acquisizione può essere utile nella conferma della diagnosi come il cosiddetto “ghost sign” nelle sequenze sagittali (Fig.3a-b) Fig. 3a-b Sagittale PDw FATSAT (a) ed assiale T2w (b)– M 52aa con dolore mediale. Lesione (freccia) della radice posteriore del menisco mediale ! Da porre in diagnosi differenziale con la lesione di radice è la presenza dell’os meniscale, nel qual caso la sequenza T1w aiuta nel riconoscerne il contenuto spongioso del nucleo calcifico. Le meno frequenti lesioni della radice anteriore del menisco mediale, sono anche meno semplici da riconoscere, sia a causa di una minor confidenza diagnostica sia per la presenza del legamento trasverso che oltre a stabilizzare il menisco impedendone parzialmente il movimento, può essere esso stesso confuso con la radice. BIBLIOGRAFIA 1. Lee SY, Jee W-H, Kim J-M. Radial tear of the medial meniscal root: reliability and accuracy of MRI for diagnosis. American Journal of Roentgenology. 2008; 191(1):81-85. 2. Koenig JH, Ranawat AS, Umans HR, DiFelice GS. Meniscal root tears: diagnosis and treatment. Arthroscopy: The Journal of Arthroscopic & Related Surgery. 2009; 25(9):1025-1032. 3. Brody JM, Hulstyn MJ, Fleming BC, Tung GA. The meniscal roots: gross anatomic correlation with 3-T MRI findings. American Journal of Roentgenology. 2007; 188(5):W446-W450. 4. Choi S-H, Bae S, Ji SK, Chang MJ. The MRI findings of meniscal root tear of the medial meniscus: emphasis on coronal, sagittal and axial images. Knee Surgery, Sports Traumatology, Arthroscopy. 2012; 20(10):2098-2103. SIGASCOT consiglia 13 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 LE BOMBE DI MARMOTTI BEYOND - LE BOMBE DI MARMOTTI La rubrica dedicata ai lavori scientifici potenzialmente rivoluzionari, letti, interpretati e proposti da: AntonGiulio Marmotti & Comitato Ricerca Inner treasure: MICROBIOMA Ecco, quindi, che cosa c’era sotto quei proverbi apparentemente ingenui. Si apre un orizzonte di A. Marmotti, G.M. Peretti, F, Castoldi e il comitato ricerca e terapeutico grandissimo perché, Ricerca (presidente: L. De Girolamo; membri: M. seguendo le più recenti intuizioni scientifiche Saccomanno, M. Conca, A. Costa, D. Cucchi, S. De pubblicate, molte delle malattie e delle Giorgi, A. Russo, R. D’Apolito) condizioni parafisiologiche con cui abbiamo a che fare hanno profondi rapporti con il Nella nostra infanzia abbiamo spesso sentito microbioma: i metaboliti prodotti dal microbiota citare dai nostri parenti più anziani alcuni e lo stato di infiammazione cronica di basso proverbi famosi quali “ogni lustro si cambia grado determinata dalla azione del microbiota gusto” o “una mela al giorno leva il medico di stesso, nel tempo, determinano l’insorgenza e la tor no”. Questi detti popolari facevano progressione di diversi stati patologici, primo fra riferimento all’eventualità di percepire variazioni tutti i disturbi connessi con il comportamento (il comportamentali generali (“gusto”) al di fuori “gusto” che si modifica “nel tempo”) tanto che si della nostra precisa volontà a causa di può tranquillamente parlare di un “gut-brain cambiamenti legati al tempo (e ad una struttura axis” fortemente connesso con la salute mentale che evidentemente si evolveva in noi nel tempo) e [1]. E questi concetti sono già approdati nel come dall’esterno fosse possibile esercitare una mondo dell’ortopedia. azione positiva attraverso l’interazione con gli Collins et al [2], recentemente, hanno organi intestinali (“una mela al giorno”) con evidenziato come la cosiddetta “artrosi profondi riflessi sul nostro specifico stato di salute metabolica” associata con l’obesità, ha profonde (per cui si riusciva a “levare il medico di torno”). implicazioni con il microbiota. In topi sottoposti Sinceramente, come spesso succede con i a dieta ad alto contenuto di grassi (high fat/high proverbi, consideravo queste intuizioni sucrose HFS diet), aumenta la produzione nel puramente speculative e indegne di reale rilievo siero di leptina (un ormone della sazietà in perché di scarsa sostenibilità scientifica. Ma, grado di indurre danno cartilagineo) e nel ancora una volta, per citare uno dei più famosi liquido sinoviale di IL-1 alpha, anch’essa scrittori moderni “the world is changing” [10] e condrotossica; ma contemporaneamente la la scienza ci sta aprendo gli occhi recentemente composizione del microbioma cambia su quanto questi detti popolari possano essere radicalmente: è aumentata la traslocazione del riconnessi ad una entità che rappresenta in noi un lipopolisaccaride (LPS) della membrana organo a parte e, quasi, un secondo cervello batterica nella circolazione, elemento che inconscio: il microbiota. concorre anch’esso nella comparsa di obesità e Il microbiota rappresenta la comunità di diabete. microorganismi residenti nell’intestino animale e Se leggiamo al contrario queste correlazioni il loro patrimonio genetico è chiamato osservate nel modello dei topi, possiamo “microbioma”. Guardando attentamente, “we concordare come le variazioni indotte nella are dealing with” un patrimonio immenso di composizione del microbiota da parte di diete geni, circa 150 volte più vari rispetto a quelli del HFS (nel topi, ad esempio la diminuzione di patrimonio umano[7], per cui il microbiota può Lactobacillus spp, l’aumento di essere davvero considerato un organo addizionale Methanobrevibacter spp e l’aumento del del peso di 2 Kg (più del nostro cervello che ne rapporto Fir micutes:Bacteroidetes nella pesa solo 1,4) [11] in grado di condizionare il popolazione batterica) inducono la comparsa di nostro metabolismo e la nostra fisiologia i) uno stato di attivazione della risposta immune normale . E che a sua volta può essere condizionato dall’esterno. Continua ⇒ 14 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 LE BOMBE DI MARMOTTI mediante l’aumento del LPS (e il 70% dei nostri risiede nelle differenze nel singolo microbioma linfociti risiede nel tessuto linfatico associato dei diversi pazienti, che a seconda delle all’intestino!!), e ii) ad uno stato finale di particolari popolazioni batteriche possono essere infiammazione cronica sistemica, che può essere “responders” o “non responders”. l’elemento fondamentale nella comparsa della Anche altre condizioni patologiche artrosi metabolica e di danno cartilagineo squisitamente ortopediche stanno ricevendo luci progressivo (vedi l’aumento di IL-1 alpha nel eziologiche da parte del microbioma: la liquido sinoviale). Peraltro, anche un altro gruppo spondilite anchilosante (AS) [9] sembra correlata di studio guidato da Virginia Byers Kraus [5] ha con la presenza di particolari ceppi batterici nel osservato la stretta correlazione tra LPS sierico e microbiota e si sa che la maggior parte di sinoviale nell’uomo e la presenza e la pazienti affetti da AS soffre anche di una progressione dell’artrosi . Tale artrosi è correlata infiammazione cronica subclinica dell’intestino non tanto con l’aumento della massa corporea ed ha elevati valori di IgA. Peraltro, in uno ma, secondo questi ricercatori, con la massa studio preclinico, topi transgenici HLA-B27+ grassa (“body fat”) che sarebbe l’elemento che non sviluppano malattie infiammatorie determina la catena di modifiche del microbioma intestinali o articolari se cresciuti in ambienti che conducono allo stato di infiammazione privi di batteri mentre sviluppano tali malattie se cronica sistemica e di artrosi metabolica. Questo entrano in contatto con batteri comuni quali i concetto potrebbe ricollegarsi clinicamente con “bacteroides”. Il legame tra questi mondi quindi l’evidenza della prevalenza di artrosi di tipo esiste e il microbiota ha davvero il potere di “metabolico” non tanto in pazienti con alto peso influenzare lo sviluppo di malattie infiammatorie corporeo, ma in pazienti con alta percentuale di croniche articolari. grasso corporeo (“body fat, not body mass”) rispetto alla percentuale rappresentata dai L’influenza del microbiota si sta estendendo muscoli e dagli altri tessuti di origine anche verso un’altra condizione patologica mesenchimale. E questo paradigma potrebbe diffusa e di difficile comprensione: l’osteoporosi spiegare l’evidenza clinica che l’artrosi di tipo [7]. Sembra che la fragilità ossea e la perdita di metabolico non è tanto determinata dal fattori massa ossea siano correlate con cambiamenti del meccanici quali il “carico” a cui le articolazioni microbioma e, di conseguenza, dello stato sono sottoposte [6] (vedi la ridotta presenza di i n fi a m m a t o r i o c r o n i c o s u b c l i n i c o artrosi in molti pazienti praticanti la corsa dell’organismo. In uno studio preclinico, topi prolungata), ma più da fattori intrinseci e ovariectomizzati (simulati lo stato di deficit correlati con alterazioni metaboliche determinate estrogenico post-menopausale) e trattati con dalla dieta e dall’interazione con il microbiota “ p ro b i o t i c i ” ( m i c ro o rg a n i s m i q u a l i i l (vedi quadri di artrosi conclamata presente in Lactobacillus reuteri presenti nella dieta in pazienti relativamente sedentari ma ad alta grado di interagire con il microbioma residente) percentuale di massa grassa). hanno manifestato riduzione dell’espressione nell’osso dell’RNA del receptor activator of NF- Tutte queste evidenze suggeriscono possibili kB ligand (RANKL) (attivatore osteoclastico), strategie terapeutiche che sfruttino il microbioma riduzione di osteoclastogenesi, aumento del e le sue modifiche: è già stata osservata l’azione contenuto minerale nell’osso, riduzione positiva dell’associazione per os di collagene tipo dell’espressione di citochime infiammatorie II + glucosamina + Lactobacillus casei in un q u a l i T N Fa a n d I L - 1 b e a u m e n t o modello di artrosi del ratto (nel quale la sola dell’espressione di osteoprotegerina (OPG). somministrazione di collagene tipo II + Questo potrebbe essere davvero un futuro filone glucosamina faceva poco o niente) [7]. Questo di ricerca nella terapia dell’osteoporosi e potrebbe aprire alcune luci su i) la reale azione dell’osteopenia nell’uomo. terapeutica dei cosiddetti “nutraceuticals”, che così potrebbero interagire niente altro che con il microbioma (e non direttamente sui condrociti!!) Continua ⇒ e ii) sul motivo per cui la risposta dei pazienti ai nutraceuticals è totalmente imprevedibile, poiché verosimilmente la chiave dell’imprevedibilità 15 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 LE BOMBE DI MARMOTTI Ma possiamo ancora andare oltre. “Beyond the immunitario, permetteva al PRP di funzionare. previous evidences”, una delle sorprese più In altre parole, il PRP funzionava perché il loro grandi arriva dal Brasile: il microbioma sembra specifico microbiota lo permetteva, creando il condizionare anche strettamente il substrato parafisiologico di attivazione cronica funzionamento del PRP. Un fertilissimo gruppo leucocitaria che consentiva al PRP di agire di ricercatori guidato da Per Aspenberg per anni (aspecificatamente) aumentando localmente ha cercato di dimostrare l’azione trofica del PRP l’infiammazione nel sito di lesione mediante sulla guarigione tendinea in un modello interazione con quei particolari leucociti preclinico di sezione del tendine di Achille nel cresciuti a contatto con quel particolare ratto. E ci erano anche riusciti, dieci anni fa [8]. microbiota [3]. E questa è davvero una Tuttavia, non convinti dell’ effetto “miracoloso” “bomba”; se ripensiamo a tutti i risultati clinici del PRP e pensando che l’effetto trofico fosse in letteratura contrastanti sul PRP e i tendini, dovuto non ai singoli fattori di crescita veicolati, possiamo pensare che almeno parte (se non gran ma piuttosto ad un effetto infiammatorio locale parte) dei risultati negativi o inconclusivi creato aspecificatamente dal PRP stesso, potrebbero essere stati condizionati dalle provarono a non usare il PRP e a stimolare differenze nel microbioma dei pazienti, per cui il meccanicamente il tendine, e ottennero un “nostro” PRP potrebbe aver mostrato efficacia risultato positivo associato alla presenza di solo nei pazienti con un certo tipo di microbiota leucociti e alla attivazione di geni pro- e non in altri. infiammatori [4]. Allora pensarono che il PRP E’ indubbio che si apre un orizzonte grande. E, non fosse “per se” la sorgente di riparazione, ma ancora una volta, solo la joint venture del che il suo effetto fosse solo lo scatenare una mondo della ricerca con il mondo della clinica maggiore infiammazione controllata nel sito di può consentire di studiare e comprendere quale riparazione. E questo poteva essere una è il peso del microbioma nella genesi delle spiegazione reale dell’effetto aspecifico del PRP. malattie e nei risultati delle nostre terapie, D’altronde sappiamo che, come ricorda spesso imparando a modificare il microbiota per G i u s e p p e Pe re t t i , i p ro c e s s i r i p a r at i v i renderlo strumento efficace nel ridurre lo mesenchimali iniziano e sono costituiti da una sviluppo di malattie muscoloscheletriche infiammazione controllata. Solo che i ricercatori degenerative e promuovere i processi di del gruppo di Aspenberg ora dovevano riprovare guarigione mesenchimale. E questo è “shaping a fare gli esperimenti sui topi per provare the future of orthopaedics”. definitivamente questa teoria. E qui arriviamo al bello: ci provano, operano topi secondo il vecchio 1. Clapp M, Aurora N, Herrera L, Bhatia M, Wilen E, modello della sezione + PRP, e questa volta non Wakefield S (2017) Gut microbiota’s effect on mental health: ottengono nulla. Niente, nessun risultato dal PRP. The gut-brain axis. Clin Pract 7:987 E usavano ratti cresciuti in ambiente pulito, come 2. Collins KH, Paul HA, Reimer RA, Seerattan RA, Hart DA, modernamente si usa negli studi preclinici. Non Herzog W (2015). Osteoarthritis Cartilage 23:1989–1998 sapendo più cosa fare, hanno ordinato altri ratti e 3. Dietrich F, Hammerman M, Blomgran P, Tätting L, Bampi VF, Silva JB, Aspenberg P (2017). Acta Orthop 88:416–421 questa volta hanno osservato che la “nuova” 4. Eliasson P, Andersson T, Hammerman M, Aspenberg P partita di ratti arrivati in laboratorio presentava (2013). J Appl Physiol Bethesda Md 1985 114:1519–1526 positività per un batterio, nel caso specifico lo 5. Huang ZY, Stabler T, Pei FX, Kraus VB (2016). Osteoarthritis “Staphylococcus aureus”. Erano quindi ratti con Cartilage 24:1769–1775 carica batterica differente e, quindi, con un 6. Li Y, Luo W, Deng Z, Lei G (2016). Mediators Inflamm microbioma più ricco dei precedenti ratti più 2016:3495173 “puliti”. Fecero l’esperimento anche su questi 7. Steves CJ, Bird S, Williams FMK, Spector TD (2016). J Bone ratti che sembravano “di serie B” e qui arriva il Miner Res Off J Am Soc Bone Miner Res 31:261–269 bello. Il PRP in loro funzionava!. Funzionava 8. Virchenko O, Aspenberg P (2006). Acta Orthop 77:806–812 perché il loro tendine si riparava meglio il 9. Yang L, Wang L, Wang X, Xian CJ, Lu H (2016). Int J Mol Sci 17 presenza di PRP. E questo succedeva perché loro 10. A quote by J.R.R. Tolkien, https://www.goodreads.com/ avevano un microbiota diverso dai ratti “puliti” e quotes/3580779-the-world-is-changing-i-feel-it-in-the-water. quel microbiota, inducendo una condizione 11. Gut Microbiota Info, www.gutmicrobiotaforhealth.com/en/ particolare di attivazione sistemica del sistema about-gut-microbiota-info. Gut Microbiota Health 16 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 17 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 COME ERAVAMO COME ERAVAMO Immagini, momenti, ricordi ed episodi dei grandi chirurghi che hanno fatto la storia della chirurgia ortopedica moderna A cura dei GianLuigi Canata Il corso di An 198 ni artroscopia di Bormio 0-19 82 Ho incontrato il dott. Alberto Branca ad un convegno pochi giorni fa. Rivedere un grande esperto di chirurgia artroscopica di caviglia mi ha fatto piacere ma mi ha contemporaneamente fatto ricordare episodi ormai lontani nel tempo ma vivi ed importanti nella mia memoria. Nei primi anni ottanta erano pochi in Italia gli esperti di chirurgia artroscopica e molti i detrattori che giudicandola un semplice esercizio tecnico ne profetizzavano una breve fortuna. All’epoca ero giovane assistente ortopedico presso il Centro Traumatologico Ortopedico di Torino in un reparto particolarmente impegnato nella chirurgia del ginocchio. All’epoca la chirurgia del ginocchio era in grande espansione e anche nel nostro ospedale era in corso una virtuosa competizione volta alla ricerca di nuove tecniche meno invasive. Era un’epoca in cui un intervento di chirurgia meniscale richiedeva giorni di ricovero ed una immobilizzazione gessata postoperatoria Un intervento di chirurgia legamentosa prevedeva 40 giorni di immobilizzazione gessata e mesi di dolorosa riabilitazione. Anche a instabilità rotulea nei primi anni 80 era una entità biomeccanicamente poco nota tanto che non esistevano in Italia ginocchiere dedicate alle patologie di rotula e mi capitò di dover chiedere ad una ditta di Bologna di importarla dalla Germania. La chirurgia protesica di ginocchio era agli albori. Un giorno il mio primario Prof. Giorgio Fonda, che già mi aveva consentito di dedicarmi alla chirurgia del ginocchio, mi invitò ad interessarmi della artroscopia del ginocchio che sembrava già diffusa all’estero ma poco nota in Italia. Avevo letto di un corso di Artroscopia a Bormio e fui immediatamente autorizzato ad iscrivermi. Andai a Bormio sulla Golf GTI di un giovane collega universitario, Flavio Quaglia, anch’egli interessato alla artroscopia. Il badge del primo convegno del Gruppo Italiano di Artroscopia, poi rinominato Società Italiana di Artroscopia e il badge del secondo Corso di Artroscopia diagnostica e operativa organizzato a Bormio da Massimo Magi ed Ejnar Eriksson 18 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 COME ERAVAMO Il corso di Bormio era il secondo organizzato in Italia da un vero pioniere della chirurgia artroscopica in Italia, Massimo Magi. Il dott. Magi dopo avere acquisito una grande esperienza all’estero ed averla introdotta e sviluppata presso l’Ospedale Morelli di Sondalo facendolo diventare in breve tempo un centro di riferimento in Italia, seppe organizzare con l’aiuto di Ejnar Eriksson, fsmosdo trumatologo sportivo svadese, il primo corso di chirurgia artroscopica in Italia a Bormio nel 1980 coinvolgendo i migliori specialisti internazionali. Molti esperti italiani di chirurgia artroscopica hanno appreso i primi dettagli tecnici partecipando a questi corsi. Nel 1980 4 partecipanti al primo corso di Bormio Luigi Frizziero, Pier Paolo Mariani, Piero Montemagni e Fabrizio Pellacci fondarono il Gruppo Italiano di Artroscopia (GIA) che successivamente si trasformò in Società Italiana di Artroscopia(SIA). Troppo giovane nel 1980, partecipai al secondo Corso organizzato a Bormio dal 31 gennaio al 5 febbraio 1982. Fu un corso di altissimo livello scientifico con docenti i migliori esperti in chirurgia artroscopica dell’epoca da Ejnar Eriksson a Robert Jackson, tutti esperti entusiasti della nuova tecnica e disponibili a trasmettere la propria esperienza ai presenti. Alcuni mesi dopo fu organizzato a Cortina il primo convegno nazionale del GIA: era stato messo in moto un processo inarrestabile. nel giro di pochi anni la chirurgia artroscopica si affermò progressivamente in Italia. Le sessioni super specialistiche nel corso dei congressi SIOT di quegli anni erano affollatissime: la chirurgia artroscopica stava rivoluzionando la chirurgia ortopedica. Tornato a Torino iniziai a praticare artroscopie diagnostiche eravamo pionieri di nuove tecniche e con grande entusiasmo iniziammo con le strumentazioni disponibili all’epoca. Alcuni dettagli di tecnica mancavano e l’anno successivo decisi di passare una settimana all’Ospedale di Sondalo per migliorare la mia tecnica chirurgica. Fui accolto calorosamente dal dott. Magi e dai suoi collaboratori fra cui conobbi il dott. Alberto Branca. Fu una settimana indimenticabile che arricchì la mia esperienza: tutti i miei dubbi tecnici trovarono risposta. Il reparto era operativo con ritmi a cui non ero abituato: l’attività chirurgica iniziava al mattino e si protraeva sino a tarda sera con affluenza ininterrotta di pazienti con lesioni di ginocchio. Tutti erano animarti da grande entusiasmo sotto la guida del dott. Alberto Branca , primo a destra, qui con Matteo Denti, Giancarlo Puddu e Claudio Zorzi durante il Congresso ESKA a Stoccolma nel 1990. 19 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 COME ERAVAMO Magi che era estremamente attivo e felice di trasmettere le proprie tecniche chirurgiche. Fui sempre grato al dott. Magi ed ai suoi collaboratori per l’accoglienza data ad un giovane ortopedico e per quanto mi hanno trasmesso. E’ stata un’epoca in cui nuove tecniche chirurgiche stavano emergendo sotto la spinta di ortopedici illuminarti ed entusiasti che ho fortunatamente incontrato. Rivedere il dott. Branca mi ha ricordato momenti che possono sembrare lontani ma che rafforzando la passione per il nostro lavoro si sono trasformati in un presente continuo. Gian Luigi Canata Ejnar Eriksson, una vero pioniere della traumatologia sportiva e della chirurgia artroscopica Conferimento della cittadinanza onoraria di Sondalo al dott. Massimo Magi 20 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 SITI... LIGHTS A cura di Matteo Guelfi e Stefano Pasqualotto www.jointsjoirnal.com Libero accesso a tutti gli articoli di JOINTS! www.aofoundation.org www.shoulderdoc.co.u www.radiopaedia.com La Wikipedia della radiologia, ricca di immagini con relative descrizioni e casi clinici. 21 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 LEARN FROM GAZZA !"#$$%&'#(&)#&*#++,$$#&',--%&./%"$&',-&!"#$%&$'(#)*!"# Tratto da: La Gazzetta dello Sport del 2 febbraio 2017 Articolo a cura di Giacomo Zanon La notizia pubblicata dalla “Gazzetta”, come spunto di approfondimento per conoscere di più e meglio una patologia, una tecnica chirurgica, un percorso e Lorenzo Boldrini riabilitativo. Una nuova rubrica di HIGHLIGHTS in grado di regalare, partendo dal quotidiano, un aggiornamento scientificamente serio e approfondito sulla traumatologia dello sport. Ma quando è necessaria una reinserzione chirurgica dell’adduttore? ! Sappiamo che la regione inguinale è una delle più È stimato che a seguito di una tenotomia colpite da infortuni acuti e cronici nei calciatori percutanea degli adduttori solamente il 63% dei professionisti, si stima che il 12-‐16% di tutti i pazienti possa tornare allo stesso livello di problemi che portino ad uno stop più lungo di una attività sportiva pre intervento. settimana nel corso di una stagione sia a questo L’unico vantaggio chiaramente rilevabile livello. In particolare il 64% sono localizzabili a riguardo al trattamento incruento di tali tipi di livello dell’adduttore lungo. lesioni è, paradossalmente, un più rapido ritorno Se le lesioni muscolari, alla giunzione muscolo-‐ in campo che si attesta attorno alle 11 settimane tendinea ed i distacchi tendinei distali sono contro la media di 12 settimane in seguito ad un frequenti, le avulsioni complete prossimali sono approccio chirurgico. Non è però preso in assolutamente rare tanto da essere descritte in considerazione nella letteratura corrente la letteratura solamente come sporadici case report o quantità di forza persa con una guarigione non clinical series con un numero di pazienti che si anatomica dell’inserzione prossimale del tendine, possono contare sulle dita di una mano. né si è rapportata la forza residua con il deIicit di Parlando di sportivi professionisti i più colpiti performance atletica. Per tale motivo negli sono i portieri nell’Hockey dato che il loro gesto sportivi professionisti un’avulsione completa atletico impone uno stretching frequente a livello dell’adduttore lungo dal tubercolo pubico viene dell’inserzione adduttoria. considerata passibile di una reinserzione Le lesioni parziali sono unanimemente trattate in chirurgica in particolare quando gli esami maniera incruenta mentre, parlando di avulsioni strumentali dimostrino una retrazione maggiore complete, esse possono beneIiciare di una di 2 cm. reinserzione chirurgica soprattutto in sportivi Non dimentichiamo inoltre che, soprattutto professionisti. parlando di sportivi professionisti, solitamente L’evidenza scientiIica è però debole anche in caso l’avulsione avviene nel contesto di una tendinosi di una retrazione importante: è infatti dimostrato cronica e pertanto il tessuto tendineo coinvolto che la guarigione di muscoli biarticolari come il nella lesione, se non adeguatamente stimolato retto femorale o gli hamstring dia una maggiore chirurgicamente, ha ridotte capacità intrinseche sicurezza in caso di reinserzioni per avulsioni di guarigione. Per la riparazione chirurgica è tendinee complete mentre non vi è una chiara suggerito una bikini incision di 5-‐6 cm e l’utilizzo deIinizione sull’indicazione chirurgica di avulsioni di 2-‐3 ancorette di piccole dimensioni (3,5 mm) tendinee di muscoli monoarticolari come gli inserite a livello pubico con un angolo di adduttori. inclinazione favorevole al dissipamento della Nonostante questo è noto come una tenotomia forza in dipendenza dalla direzione delle Iibre iatrogenica degli adduttori con retrazione tendinee reinserite. secondaria del complesso muscolotendineo determini un deIicit di forza permanente in tutti i pazienti e che questo possa portare ad una riduzione dell’accelerazione, ad un’alterazione della meccanica del complesso addomino-‐ adduttorio ed in generale ad una perdita di performance con conseguente mancato ritorno al livello di attività sportiva precedente all’infortunio. 22 WWW.SIGASCOT.COM
SIGASCOT HIGHLIGHTS - 3/2017 LEARN FROM GAZZA !"#$$%&'#(&)#&*#++,$$#&',--%&./%"$&',-&!"#$%&$'(#)*!"# Tratto da: La Gazzetta dello Sport del 2 febbraio 2017 Svantaggi dell’approccio chirurgico sono lega4 per lo della cicatrice. Parallelamente si eseguono esercizi più al fa7o che il tessuto cicatriziale in associazione di reclutamento e riaCvazione muscolare, con le ancore7e inserite a livello pubico possono dapprima so7omassimale isometrica e concentrica, lasciare un fas4dio locale, in questa zona per arrivare progressivamente all’esercizio cara7erizzata da un alto livello di sensibilità, tale da eccentrico con resistenze crescen4 (4pica poter disturbare la performance di un atleta contrazione muscolare nei movimen4 di abduzione professionista. d’anca che avvengono nel calcio). Al contrario il follow up eseguito tramite RM, L’esercizio viene eseguito ad angoli e velocità dimostra a livello del tessuto reinserito un segnale differen4 per arrivare a mimare i movimen4 4pici oCmale per la ripresa del carico già alle 6 seCmane, del calciatore inizialmente in ambiente prote7o (per con un ritorno in campo in media ai 3 mesi esempio in acqua o in palestra con resistenze dall’intervento. elas4che) per arrivare infine alle esercitazioni specifiche riabilita4ve sul campo spor4vo. La riabilitazione post-‐intervento Fondamentale il recupero del corre7o equilibrio di Il caso di Bonaventura è quello di un’avulsione del forze che agiscono sul bacino ed in par4colare a tendine prossimale dell’addu7ore lungo con livello della sinfisi pubica a7raverso esercizi di associato distacco osseo a seguito di un movimento rinforzo concentrico ed eccentrico dei reC e obliqui brusco in eccessiva abduzione d’anca. Un trauma dell’addome ed esercitazioni di core stability a ne7o, immediato, ben avver4to dall’atleta associato complessità crescente. a impotenza funzionale e lesione parziale della Il rientro in squadra ed all’aCvità agonis4ca è muscolatura obliqua addominale. subordinato all’effeCvo recupero di capacità Se per la parte chirurgica la le7eratura è scarna e muscolare ed atle4ca oltre che di confidenza limitata come de7o a case report o al massimo case dell’atleta stesso con il gesto specifico, che possono series, in ambito riabilita4vo le evidenze sono ancora essere valuta4 con apposi4 test di valutazione più limitate. La conoscenza delle cara7eris4che dei funzionale (test di forza muscolare, test di tessu4, dei loro tempi di guarigione e del 4po di valutazione delle cara7eris4che aerobiche e gestualità specifica che l’atleta dovrà tornare ad anaerobiche del metabolismo, test da campo per la eseguire guideranno perciò il percorso riabilita4vo valutazione del movimento specifico, scale di che avviene so7o la supervisione del team sanitario valutazione dell’outcome clinico e dell’aCtudine con la collaborazione delle figure dell’ortopedico, del psicologica dell’atleta). medico dello sport, del fisioterapista e del Il rientro in squadra nel caso di Bonaventura è preparatore atle4co secondo un approccio avvenuto a circa a 3 mesi e mezzo dall’intervento, mul4modale. con completa ripresa successiva dell’aCvità Il calciatore, operato di reinserzione tendinea il agonis4ca. giorno successivo al trauma, ha rispe7ato un periodo di immobilizzazione e riposo necessario alla guarigione dei tessu4. In una prima fase ha eseguito graduali lavori vol4 alla riduzione del dolore e dell’edema locale, al recupero della mobilità ar4colare e della flessibilità muscolare. Terapie fisiche locali possono essere quindi associate a t e r a p i e m a n u a l i d i 4 p o d r e n a n t e e decontra7urante. Dopo circa 1 mese dal trauma ha iniziato un percorso riabilita4vo assis4to con sessioni di esercizio riabilita4vo in piscina e a secco. Mobilizzazioni passive ar4colari e gradualmente aCve a bassa resistenza perme7ono il recupero progressivo completo del movimento che deve avvenire possibilmente entro 6-‐8 seCmane dall’intervento in corrispondenza della stabilizzazione ! 23 WWW.SIGASCOT.COM
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