Sicurezza alimentare - Ministero della Salute
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Sicurezza alimentare Sicurezza alimentare 5 5.1. Stato sanitario degli animali da reddito 5.1.1. Introduzione le. Le epidemie hanno evidenziato la scarsa cultura della prevenzione e la carenza delle L’attuale politica sanitaria nel campo della Autorità competenti a programmare, con gestione delle principali malattie infettive e rapidità, strategie volte a prevenire la diffu- diffusive degli animali domestici si è pro- sione delle malattie al momento della loro gressivamente focalizzata sull’attività di comparsa nei propri territori. Ci si è accor- prevenzione, anziché su quella di eradica- ti, inoltre, della scarsa conoscenza da parte zione. Il sistema di prevenzione, infatti, ri- delle stesse Autorità dei dati sulle rispettive sulta oggi essere una priorità per la stessa realtà produttive zootecniche e della diffi- Unione Europea (UE), tant’è vero che l’at- coltà decisionale. Sulla base di questi dati è tuale normativa comunitaria riferita alle chiaro che la politica di prevenzione rispet- principali malattie epidemiche degli ani- to a quella di eradicazione non può più es- mali domestici prevede, per ognuna di esse, sere messa in discussione, anche in forza la programmazione di specifici piani di degli innegabili vantaggi in termini econo- emergenza. La densità degli insediamenti mici, di benessere animale e sociale. Racco- zootecnici rappresenta un elemento di alto gliere tutte le informazioni del sistema pro- rischio epidemiologico cui va aggiunto il duttivo zootecnico, in fase non epidemica, mutato quadro relativo agli scambi di ani- è indispensabile per immaginare diversi mali e prodotti tra Paesi che, mediante la scenari epidemici nei confronti dei quali realizzazione di mercati comuni privi di adottare specifiche misure di intervento barriere commerciali o sanitarie, innalza corredate di diversi livelli organizzativi e ulteriormente il livello di rischio connesso decisionali. Questa attività è di fondamen- all’introduzione di malattie infettive cono- tale importanza poiché consente di stabili- sciute o emergenti. Le epidemie in Europa re, già in tempo di pace, la tipologia ed en- (periodo 1997-2005 peste suina classica, tità di decisioni che dovranno essere assun- afta epizootica, influenza aviaria, encefalo- te in funzione delle situazioni prefigurate, patia spongiforme bovina) hanno compor- consentendo una netta riduzione dei tempi tato una spesa complessiva europea pari a decisionali nella fase di emergenza vera e 1000 milioni di euro. Questi fatti hanno propria, a favore di un rapido intervento ri- messo in evidenza i notevoli costi, di natu- solutivo. Anche attraverso la costituzione di ra economica e sociale, correlati all’attua- un’Unità di Crisi Centrale, organo inserito zione della sola politica di eradicazione ba- negli specifici piani di emergenza per ogni sata sull’abbattimento e distruzione degli malattia infettiva animale, in un’ottica di animali infetti o sospetti di infezione. Inol- armonizzazione, si è inteso garantire l’as- tre, tramite un’analisi approfondita degli sunzione rapida di decisioni volte a evitare accadimenti, è emersa la consapevolezza la diffusione di malattie sul territorio, evi- che una rapida e tempestiva decisione tando la sovrapposizione di interventi as- avrebbe consentito, senza alcun dubbio, di sunti da diverse Autorità che, di fatto, po- arrestare le epidemie nella loro fase inizia- trebbero rendere infruttuosa l’attività svol- 187
La situazione sanitaria del Paese ta. Il principio di assicurare la tutela della Authority) dei dati facenti parte della re- salute degli animali, nonché il coordina- lazione sulle tendenze e le fonti delle zoo- mento e l’uniforme applicazione, sull’intero nosi, degli agenti zoonotici e della resi- territorio nazionale, degli interventi, delle stenza agli antimicrobici; attività e delle misure inerenti alla sanità ■■ notifica alla Commissione Europea dei animale, anche per le finalità di profilassi programmi di eradicazione e di controllo internazionale, nel rispetto degli obblighi delle malattie animali cofinanziati dalla posti dalla normativa comunitaria e del Comunità. Codice zoosanitario internazionale della L’approccio integrato utilizzato per alcune World Organisation for Animal Health patologie di carattere emergenziale, per (OIE), rappresenta il principale obiettivo esempio pandemia influenzale da virus del sistema veterinario pubblico. Altro H1N1, ha garantito, e garantisce, un co- obiettivo prioritario è il corretto e puntuale stante e puntuale monitoraggio del territo- rispetto degli obblighi informativi in meri- rio e fornisce, in tempo reale, una fotogra- to ai dati epidemiologici provenienti dal fia del territorio utile per intervenire in ma- territorio. La comparsa o la presenza di ta- niera precisa e veloce. L’emanazione di spe- lune malattie contagiose degli animali, in cifici provvedimenti legislativi (ordinanze grado di diffondersi sul territorio comuni- contingibili e urgenti, Linee guida, pro- tario, deve essere prontamente registrata e grammi straordinari di sorveglianza e pia- comunicata alle Autorità veterinarie com- ni di vaccinazione di emergenza), il coordi- petenti, al fine di garantire una tempestiva namento e interfaccia con l’UE, Regioni e applicazione delle misure di controllo pre- Province Autonome (PA), Istituti Zooprofi- viste dalla regolamentazione comunitaria. lattici Sperimentali (IZS) competenti per La notifica e la trasmissione immediata territorio, Centri di Referenza Nazionali, delle informazioni relative all’insorgenza di altre Amministrazioni, nonché “portatori malattie animali nell’UE sono essenziali di interessi” quali le Associazioni di catego- per porre in atto efficaci misure di control- ria, nonché l’adozione delle funzioni di indi- lo e di contrasto, che si basano, tra l’altro, rizzo e di verifica ispettiva rappresentano sulla regolamentazione delle movimenta- alcuni dei pilastri del Dipartimento SPV, at- zioni e degli scambi di animali vivi e di tività espletate anche attraverso il Centro di prodotti animali. Nell’ambito degli obbli- lotta alle malattie animali, istituito presso ghi internazionali sottoscritti dallo Stato la Direzione Generale della sanità animale e italiano, il Dipartimento per la sanità pub- del farmaco veterinario. In conformità a blica veterinaria, la nutrizione e la sicurez- quanto dettato dalla nuova politica comuni- za alimentare (in seguito indicato come taria in sanità animale, ossia l’efficace ana- “Dipartimento SPV”) del Ministero della lisi del rischio, l’equilibrio dei costi e delle Salute deve fornire regolarmente i dati con- responsabilità anche per evitare distorsioni cernenti la notifica dei focolai di malattie della concorrenza, la compatibilità con i re- animali e quelli delle attività poste in atto quisiti dell’UE e la flessibilità di applicazio- per la loro sorveglianza e controllo sia alla ne delle norme, alla luce dei traguardi rag- Commissione Europea, sia all’OIE. Tali giunti e di quelli da raggiungere, il sistema obblighi sono complessivamente definiti veterinario pubblico italiano può conside- come “debito formativo”, al quale lo Stato rarsi assolutamente adeguato e forte. italiano deve assolvere secondo tempi e mo- dalità definite dalla normativa vigente. Il suddetto “debito informativo” può essere 5.1.2. Blue tongue suddiviso in tre principali tipologie di flussi di informazioni relative alla: La Blue tongue è una malattia infettiva tra- ■■ notifica alla Commissione Europea e smessa da insetti vettori e che colpisce tutti all’OIE dei focolai di malattie animali; i ruminanti, particolarmente gli ovini, pro- ■■ notifica all’EFSA (European Food Safety vocata da un virus i cui sierotipi sono 24. 188
Sicurezza alimentare Per quanto concerne la situazione epide- to utile a limitare la diffusione del virus, miologica nei confronti dei sierotipi circo- soprattutto in caso di focolaio, così come lanti in Italia dal 2001 a oggi (sierotipi 1, 2, nei territori nei quali sussiste un oggettivo e 4, 8, 9, 16), nell’ultimo biennio è stato regi- concreto rischio di introduzione del virus, strato un numero limitato di casi (sierocon- o per elevata vocazione zootecnica e per in- versioni) negli animali sentinella. genti quantità di capi importati, o in ordine Viceversa, nel Nord Italia, a seguito dell’in- a motivazioni di carattere più strettamente troduzione di animali sensibili da Paesi epidemiologico, per collocazione geografi- membri interessati dalla malattia, sono sta- ca (bacino del Mediterraneo). te segnalate alcune positività per BTV8 e Unico aspetto limitante è l’utilizzo di vacci- BTV1 (Piemonte e Liguria) che hanno de- ni vivi attenuati, il cui uso comporta la terminato l’avvio di una massiccia campa- creazione di una zona di restrizione, alla gna di vaccinazione. stregua di quanto attuato in caso di focola- Appare utile segnalare che la situazione io, e limitatamente nel periodo nel quale epidemiologica nazionale è da anni costan- non circolano gli insetti vettori. temente monitorata attraverso il Sistema di È in atto una profonda revisione della stra- sorveglianza, che prevede il controllo pe- tegia di gestione di questa malattia, in ap- riodico delle aziende sentinella e delle trap- plicazione dal 2011. pole per i vettori. Attraverso tali attività è possibile verificare la presenza dei diversi sierotipi, nonché l’introduzione di sierotipi 5.1.3. Peste suina africana nuovi sul territorio non soltanto in occasio- ne delle movimentazioni animali, ma anche La peste suina africana è comparsa nume- in conseguenza dei cambiamenti climatici. rosi anni fa in Sardegna e, nonostante sia- La malattia, infatti, essendo trasmessa da no state adottate in questo trentennio tutte vettori, è condizionata da fattori ambienta- le misure di carattere sanitario tendenti al li e climatici atti a garantire il ciclo biologi- raggiungimento dell’eradicazione, rappre- co dei culicoidi. senta ancora oggi un problema sanitario ir- Le principali questioni evidenziate hanno risolto. riguardato la movimentazione degli anima- Sin dagli anni Ottanta la Regione Sarde- li sensibili dalle zone di restrizione verso le gna, di concerto con il Ministero della Sa- zone libere del territorio nazionale, con lute e la Commissione Europea, ha elabora- particolare riferimento ai vitelli, inviati per to il Piano annuale di Eradicazione, che di- l’ingrasso. spone il controllo sierologico periodico del- È in continua revisione la normativa comu- la popolazione suina allevata, presso gli nitaria affinché si possa ottenere un’armo- impianti di macellazione, nell’ambito delle nizzazione della movimentazione degli ani- numerose macellazioni familiari, oltre che mali sensibili, allo stato non uniforme sul nel corso della stagione venatoria. territorio comunitario. Tale evoluzione Negli anni Novanta, nonostante la persi- normativa sembrerebbe privilegiare, di fat- stenza di problematiche di carattere sociale to, gli aspetti commerciali rispetto all’au- ed economico, grazie a diverse campagne mento del rischio di diffusione della malat- di informazione e sensibilizzazione, al pro- tia, anche se la proposta di modifica della gressivo ripristino dello stato di legalità de- Direttiva 2000/75/CE dà la possibilità di gli allevamenti bradi e semibradi, alla regi- vaccinare anche nelle zone di sorveglianza, strazione degli allevamenti e identificazio- quindi indenni, di fatto vietata dalla Diret- ne dei suini, si è assistito a una notevole ri- tiva CE 2000/75. Il ricorso alla cosiddetta duzione del numero di focolai, fino ai due “vaccinazione preventiva”, vale a dire al di drammatici picchi di infezione nel 2004 e fuori delle zone sottoposte a restrizione per 2005, che hanno messo in discussione mol- Blue tongue, è un’alternativa da sempre ri- te delle strategie di controllo sino ad allora chiesta dall’Italia, poiché ritenuta strumen- applicate, oltre che molte delle convinzioni 189
La situazione sanitaria del Paese accumulate attraverso le esperienze degli eradicazione prevedono l’intensificazione anni passati. dei controlli relativi all’anagrafe del com- Il Ministero e la Commissione Europea parto suinicolo, il perfezionamento dei hanno supportato e finanziato Piani per la controlli in occasione delle macellazioni fa- lotta e l’eradicazione della peste, senza tut- miliari e nell’ambito della ristorazione pub- tavia riuscire a eliminare la presenza della blica, la conferma e il perfezionamento di malattia sul territorio per motivi non ascri- tutte le misure sanitarie a tutela dell’espor- vibili alle misure sanitarie intraprese. Pur- tazione di prodotti suini ai sensi della vi- troppo la costante presenza di focolai di pe- gente normativa comunitaria. ste suina africana in Sardegna rappresenta un indiscutibile fattore limitante nell’espor- tazione delle carni suine dall’Italia verso 5.1.4. Malattia vescicolare del suino Paesi che non riconoscono il principio di re- gionalizzazione, ritenendo l’Italia “Paese La malattia vescicolare del suino è una ma- infetto da peste suina africana” nella sua lattia infettiva contagiosa presente sul ter- totalità. ritorio italiano da molti anni. È stata eradi- La presenza di questa malattia comporta cata nella maggior parte delle Regioni ita- l’impossibilità di movimentazione dal terri- liane, persistendo solo in due Regioni dell’I- torio regionale di animali della specie suina talia Centro-Meridionale (Campania e Ca- e di alcuni prodotti da essa derivati, deter- labria), nelle quali non è stato raggiunto minando conseguenze economiche e com- l’obiettivo dell’eradicazione, e che pertanto merciali che si ripercuotono pesantemente vengono considerate non accreditate per sia sulla Regione stessa, sia sul restante ter- tale malattia, così come specificato nella ritorio nazionale. Decisione 2005/779/CE e successive modi- Considerato, comunque, che l’obiettivo re- fiche. sta l’eradicazione della malattia, è priorita- A tale proposito, l’Italia annualmente pre- ria la verifica della corretta e puntuale ap- senta alla Commissione Europea un pro- plicazione del programma di eradicazione e gramma di eradicazione e controllo della sorveglianza con la finalità di rimodulare malattia per l’approvazione tecnica e finan- le varie zone ad alto rischio all’interno del ziaria. Il programma relativo al 2010 è sta- territorio della sola Provincia di Nuoro e di to approvato dalla Commissione Europea e intervenire nei confronti dei diversi “usi e prevede, analogamente alle altre malattie, consuetudini” che ne impediscono la sua il cofinanziamento delle attività diagnosti- scomparsa. che relative ai controlli di laboratorio. Nel biennio 2009-2010 si è verificata una I programmi per lo scorso biennio 2009- brusca recrudescenza della malattia, con il 2010 hanno, inoltre, rispetto ai precedenti, riscontro di 11 focolai di malattia in un in- introdotto un’intensificazione delle attività tervallo temporale di circa tre mesi, la mag- di sorveglianza e di vigilanza presso le gior parte dei quali in Comuni esterni alla aziende suinicole a prescindere dall’indiriz- Zona ad Alto Rischio. La situazione dei fo- zo produttivo. In particolare, è stato previ- colai in Regione Sardegna sta facendo regi- sto un rafforzamento dei controlli negli al- strare un’evoluzione non positiva e si sta as- levamenti da ingrasso e delle stalle di sosta, sistendo a un incremento degli stessi con l’e- considerate punto critico ai fini della tra- stensione anche delle aree interessate. smissione dell’infezione. Tale circostanza ha riproposto in tutta la Le misure di contenimento adottate dall’I- sua evidenza i dubbi e le perplessità esistenti talia sono ritenute necessarie, oltre che dal- in merito alla gestione della malattia, rimar- la Commissione Europea, anche dai Paesi cando la necessità di revisione delle modali- terzi ai fini dell’esportazione di prodotti di tà di approccio alla stessa e delle soluzioni origine suina con brevi tempi di stagionatu- fino a oggi proposte. ra. L’ultima ispezione effettuata dalle Auto- Nel 2011 le attività previste dal piano di rità statunitensi nel dicembre 2010 ha avuto 190
Sicurezza alimentare un ottimo risultato, anche in forza delle mi- L’eradicazione della malattia dall’intero sure suppletive messe in atto dall’Italia. territorio nazionale e la revoca delle misure Per quanto concerne la situazione epide- sanitarie in atto per le Regioni ancora non miologica, l’intensificazione delle attività accreditate non possono prescindere, per- di sorveglianza e di vigilanza messe in atto tanto, dall’efficace risoluzione di queste durante l’ultimo biennio ha prodotto una criticità e da una puntuale e corretta appli- sostanziale diminuzione del numero di fo- cazione del programma di eradicazione e colai registrati sul territorio nazionale. Ri- sorveglianza previsto per questa malattia. spetto al 2008, anno in cui si sono verifica- ti ben 65 focolai, nel corso del 2009 sono stati 18 i focolai registrati, di cui 14 in Re- 5.1.5. Influenza aviaria gioni ancora non accreditate come la Cala- bria (12) e la Campania (2), mentre i re- Negli ultimi dieci anni il diffondersi delle stanti 4 focolai hanno coinvolto Regioni infezioni sostenute da virus influenzali “indenni” come la Sicilia (1), il Lazio (2) e aviari nelle popolazioni animali è un feno- l’Umbria (1). Il 2010 ha confermato questo meno che ha interessato diversi Paesi del trend “positivo”, registrando solo 4 foco- mondo. Tale incremento ha riguardato sia lai, di cui 2 in Campania e 1 nelle Regioni ceppi dotati di elevato potere patogeno, e accreditate Sicilia (provincia di Catania) e quindi responsabili di epidemie devastanti Lazio (provincia di Latina), riguardando per il comparto avicolo, sia ceppi a bassa solo allevamenti con una popolazione sui- patogenicità. nicola inferiore ai 30 capi, mentre continua Dalle attività di sorveglianza dell’ultimo la presenza di focolai nella Regione Cam- biennio (2009 e 2010) sono state riscontra- pania, soprattutto in allevamenti da auto- te singole positività per ceppi virali influen- consumo. zali appartenenti a vari sottotipi a bassa Sebbene i dati epidemiologici dell’ultimo patogenicità. biennio siano incoraggianti, permangono Nel corso del 2010 sono state testate 9.170 allo stato attuale aspetti e procedure po- aziende con indirizzo produttivo differen- tenzialmente a rischio quali: ziato tra pollame domestico, rurale e indu- ■■ esistenza di allevamenti ad alto turnover striale, i cui esiti hanno evidenziato 12 po- (stalle di sosta e ingrassi intermedi) che sitività: 9 per virus LPAI sottotipo H7 e 3 richiedono un incremento delle attività per virus LPAI sottotipo H5. di sorveglianza attiva, soprattutto in Per quanto riguarda la sorveglianza sui sel- considerazione del ruolo cruciale che vatici, nel 2010 sono stati sottoposti a cam- queste aziende svolgono nella diffusione pionamento 2.417 volatili selvatici, per un della malattia; totale di 3.837 esami diagnostici che hanno ■■ scarsa applicazione delle norme di biosi- contribuito all’analisi epidemiologica del curezza. territorio italiano. ■■ completamento dell’anagrafe suina e mi- In alcuni casi le analisi delle sequenze ge- gliore registrazione degli spostamenti nomiche dei virus isolati hanno permesso animali; di identificare una relazione diretta tra fo- ■■ eccessiva lunghezza del periodo di ri- colai che hanno interessato prevalentemen- schio inteso come il periodo intercorren- te il settore rurale. te tra il verificarsi dell’infezione e il suo In forza della propria tipologia, il settore rilevamento; rurale svolge un ruolo epidemiologico rile- ■■ differenze che ancora esistono tra le Re- vante nell’incursione di virus influenzale gioni, in particolare riguardo la velocità nel settore industriale sia in funzione del ri- con la quale vengono gestiti i casi sospet- schio derivante da eventuali correlazioni ti, con evidenti ritardi in quelle in cui epidemiologiche tra il serbatoio naturale l’allevamento suino riveste minore im- dei virus influenzali e gli allevamenti indu- portanza. striali, sia per la movimentazione nel cir- 191
La situazione sanitaria del Paese cuito rurale extraregionale di potenziali rezza nelle aziende avicole e suinicole, al volatili infetti, di materiali contaminati, di fine di limitare al minimo il rischio di tra- attrezzature, di veicoli e di personale. smissione del virus pandemico A/H1N1v Per tali motivi è stato costituito un gruppo dall’uomo alle specie animali sensibili. di lavoro con le Regioni (Lombardia, Emi- È inoltre importante sottolineare che l’in- lia Romagna e Veneto) e il Centro di Refe- fluenza aviaria non è una zoonosi a trasmis- renza Nazionale per l’influenza aviaria sione alimentare, così come il virus pande- presso l’IZS delle Venezie, che ha elaborato mico non può essere trasmesso all’uomo con un provvedimento comprendente nuove l’assunzione di carne o prodotti a base di misure di sorveglianza e prevenzione speci- carne. fiche per il settore rurale, poi emanate con Nel corso del 2010 si è concluso l’iter di rece- il DM 25 giugno 2010. pimento della direttiva 2005/94/CE attraver- Parallelamente a tali episodi, nel corso del so il D.Lgs. 9 del 25 gennaio 2010, recante 2009 in Messico e negli Stati Uniti sono sta- “Attuazione della Direttiva 2005/94/CE rela- ti segnalati i primi casi umani di influenza tiva a misure comunitarie di lotta contro l’in- causati dal nuovo virus di tipo A, sottotipo fluenza aviaria e che abroga la Direttiva H1N1v; molto rapidamente, casi umani di 92/40/CEE” pubblicato sulla GU n. 34 infezione da tale virus sono stati notificati in dell’11 febbraio 2010 - Suppl. Ordinario n. tutto il mondo. In seguito a tale comparsa, le 27. È stata altresì prorogata la deroga al di- organizzazioni internazionali (OMS, OIE, vieto dell’utilizzo degli ordini dei Caradrifor- FAO) hanno iniziato un processo di valuta- mi e Anseriformi nell’attività venatoria, mi- zione del rischio relativo alla possibile diffu- sura già adottata nel 2008, attraverso un’Or- sione del virus in un serbatoio animale. dinanza ministeriale del 5 agosto 2010. La Direzione Generale della sanità animale e farmaco veterinario ha tempestivamente rac- comandato ai servizi veterinari delle Regioni 5.1.6. Scrapie e PA di intensificare le attività di monitorag- gio sugli allevamenti suini e avicoli (paralle- La scrapie è una malattia neurodegenerati- lamente al piano per l’influenza aviaria) al va causata da agenti definiti “prioni”, che fine di individuare precocemente l’eventuale colpisce la specie ovicaprina. incursione virale in questi allevamenti. La presenza di questa malattia sul territo- I dati finora in possesso non identificano rio europeo è nota da tempo, ma solo gli animali come responsabili nel manteni- nell’ultimo decennio ha assunto maggiore mento e nella diffusione del virus H1N1v, importanza perché appartenente al gruppo ceppo pandemico che al momento rimane delle encefalopatie spongiformi trasmissi- principalmente un problema di sanità pub- bili, di cui fa parte anche la BSE (bovine blica nell’uomo. spongiform encephalopathy). A tale riguardo, nel corso del 2010 sono In particolare, era stato ipotizzato che la state comunque osservate positività causate BSE potesse essere passata alla specie ovi- da virus A(H1N1)v in allevamenti di suini caprina con conseguenti rischi per l’uomo. o tacchini in Canada, Argentina, Irlanda Proprio per affrontare questa problematica del Nord, Giappone, Norvegia, Singapore, l’UE ha lanciato, nel 2001, un pacchetto di Australia e la stessa Italia, tuttavia risulta misure che prevedevano, tra l’altro, un con- verosimile, data l’ampia diffusione nella trollo sui greggi per verificare anche il ri- popolazione umana, che tale virus sia stato schio BSE. trasmesso dal personale di allevamento agli Le misure di controllo per tale malattia si animali e non viceversa. possono sintetizzare nelle attività di sorve- Nel 2010, secondo quanto raccomandato glianza ed eradicazione che prevedono la dalle stesse organizzazioni internazionali e progressiva eliminazione, mediante abbat- dalla Commissione Europea, anche in Ita- timento e distruzione, dei capi sensibili nei lia sono stati innalzati i livelli di biosicu- greggi. 192
Sicurezza alimentare A oggi sono stati eseguiti circa 600.000 sono stati eliminati, gli animali restanti de- test i cui esiti permettono di considerare vono reagire negativamente a due test di questo rischio estremamente ridotto. Coggins effettuati a un intervallo di tre Ciononostante, la scrapie continua a rima- mesi uno dall’altro. nere un problema di sanità animale tenuto I novanta giorni ricominciano se un nuovo conto del calo delle produzioni e della mor- caso viene confermato all’interno della stes- talità dei capi colpiti. sa azienda. Attualmente l’incidenza della malattia nel Dal 2007, con Ordinanza Ministeriale Paese è dello 0,4%. (OM) 14 novembre 2006 “Disposizioni ur- Per quanto riguarda le misure di prevenzio- genti in materia di sorveglianza dell’ane- ne, l’Italia sta attuando dal 2004 piani di mia infettiva degli equidi”, è iniziato un ca- selezione genetica che vedono impegnate pillare lavoro di monitoraggio di questa molte Regioni nella costituzione di popola- malattia su tutto il territorio nazionale, a zioni di animali genotipicamente resistenti cui è conseguita, nel corso dello stesso nei confronti di tale malattia. 2007, la notifica di 361 focolai alla Com- missione Europea. Alla scadenza della sopramenzionata OM 5.1.7. Anemia infettiva degli equidi il Ministero della Salute ha emanato l’OM 18 dicembre 2007 “Piano di sorveglianza L’anemia infettiva degli equidi (AIE) è una nazionale per l’anemia infettiva degli equi- malattia contagiosa a eziologia virale, pro- di”, che ha reiterato e leggermente modifi- pria degli equidi, a decorso acuto o cronico cato la precedente con validità fino al 31 e inapparente, caratterizzata da viremia dicembre 2009. persistente, febbre ricorrente, debilitazione Nel 2008, a fronte di 334 focolai notificati progressiva e, nei casi più gravi e terminali, alla Commissione Europea, la maggior par- da intenso stato oligocitemico. te si è verificata nelle Regioni del Centro e Viene trasmessa principalmente attraverso in particolare in 2 Regioni: Abruzzo e La- insetti ematofagi (tabanidi, mosche di stalla, zio (circa il 75%) e, in misura minore, Um- zanzare) o iatrogenicamente (aghi infetti) bria, Campania, Toscana e Molise, mentre [trasmissione indiretta]. Tuttavia, è possibile trascurabili rispetto a questi sono i focolai che il contagio avvenga anche per via tran- verificatesi nel Nord e Sud Italia, venendosi splacentare e per contatto diretto (stretta a delineare una ben precisa situazione epi- coabitazione e durante il coito) tra animale demiologica, che consentirà di modulare le infetto e animale sano (trasmissione diret- future azioni da intraprendere per la lotta ta); è quanto ordinariamente avviene nei pu- all’eradicazione di questa malattia. ledri nati da madri infette, sia per lo stretto Nel 2009, il numero di nuovi focolai si è contatto, sia per l’assunzione di latte conte- sensibilmente ridotto (145) [Tabella 5.1] e il nente il virus dell’anemia infettiva. Centro Italia si è riconfermato la zona a È una malattia soggetta a denuncia sia sul maggiore diffusione della malattia, che ha territorio nazionale (art. 1 DPR 320/54), sia riguardato soprattutto particolari tipologie su quello comunitario (Decisione 2004/216/ di allevamenti (soprattutto negli animali da CE dell’1 marzo 2004 che modifica la di- lavoro e dove vi era una promiscuità con i rettiva 82/894/CEE del Consiglio). muli). Nel 2010 è stata emanata l’Ordinan- Nel 1976, con apposito Decreto viene ri- za 8 agosto 2010 “Piano di sorveglianza chiesto il test diagnostico di Coggins obbli- nazionale per l’anemia infettiva degli equi- gatorio per tutti gli animali clinicamente di” che scadrà nel settembre 2012. Nell’ar- sospetti. La Direttiva 90/426/CEE, art. 4, co dell’anno il numero di focolai (132) [Ta- recepita nella legislazione italiana con DPR bella 5.2] è rimasto costante rispetto al pre- 243/94, prevede che gli animali infetti siano cedente; anche i territori di maggiore diffu- isolati fino alla morte o alla macellazione. sione della malattia sono stati quelli sopra- A partire dalla data in cui gli equidi infetti menzionati, tuttavia si sono verificati nuovi 193
La situazione sanitaria del Paese Tabella 5.1. Focolai confermati dal CRAIE in Tabella 5.2. Focolai confermati dal CRAIE Italia nel periodo 01.01.2009-31.12.2009 (OM in Italia nel periodo 01.01.2010-31.12.2010 18 dicembre 2007) (nota prot 330-P- dell’11.01.2010 di proroga dei controlli sierologici e OM 6 agosto 2010 Regione N. focolai pubblicata nella GU n. 219 del 18-9-2010) Lazio 50 Abruzzo 38 Regione N. focolai Umbria 15 Abruzzo 29 Campania 7 Lazio 17 Puglia 7 Puglia 16 Campania 15 Veneto 7 Liguria 14 Molise 4 Umbria 10 Basilicata 3 Sicilia 6 Toscana 3 Molise 5 Calabria 2 Toscana 4 Marche 2 Basilicata 4 Trentino 2 Friuli Venezia Giulia 3 Emilia 1 Emilia Romagna 3 Friuli Venezia Giulia 1 Marche 2 Lombardia 1 Veneto 2 Piemonte 1 Calabria 1 Sicilia 1 Piemonte 1 Totale 145 Totale 132 CRAIE, Centro di Referenza Nazionale per l’Anemia In- CRAIE, Centro di Referenza Nazionale per l’Anemia In- fettiva degli Equini; OM, Ordinanza Ministeriale. fettiva degli Equini; OM, Ordinanza Ministeriale. Fonte: Elenco focolai notificati dal Ministero della Salute Fonte: Elenco focolai notificati dal Ministero della Salute nel Sistema ADNS come previsto dalla Direttiva 82/894/ nel Sistema ADNS come previsto dalla Direttiva 82/894/ CEE e successive modifiche. CEE e successive modifiche. casi di malattia in Puglia e in Liguria (in za di quest’ultima Ordinanza (2012), di indi- quest’ultimo caso sono stati interessati ani- rizzare l’attività del settore nel miglior modo mali da carne allevati allo stato semibrado possibile, auspicando un’uniformità di com- non controllati precedentemente) [vedi Ta- portamento di tutti gli Stati membri alle Di- belle 5.1. e 5.2]. rettive che l’UE intenderà fornire in futuro. Il nostro Paese ha investito molto nella salva- guardia del patrimonio equino e ciò ha reso Bibliografia essenziale possibile coniugare gli interessi sanitari con Gibbs PE, Anderson TC. One word – One health quelli commerciali, evitando possibili restri- and the global challenge of epidemic diseases of zioni alle movimentazioni che sono state at- viral aetiology. Veterinaria Italiana 2009; 45 tuate per altri Stati membri. La notevole espe- Risoluzione del Parlamento europeo del 22 maggio rienza acquisita e gli sforzi prodotti in questo 2008 su una nuova strategia per la salute degli campo dall’Italia consentiranno, alla scaden- animali nell’Unione europea (2007-2013) 5.2. Zoonosi 5.2.1. Introduzione no la caratteristica di essere trasmissibili dagli animali all’uomo e viceversa. Dal Con il termine zoonosi s’intende un impor- punto di vista eziologico le zoonosi posso- tante gruppo di malattie infettive che han- no essere causate da virus, batteri, miceti, 194
Sicurezza alimentare organismi monocellulari e pluricellulari o e per gli altri animali sieronegativi presenti parassiti, nonché forme subvirali quali, per all’interno dell’allevamento. esempio, le proteine prioniche nel caso del- Quando, in un allevamento, dopo una serie le encefalopatie spongiformi trasmissibili di prove successive non viene rinvenuto più (TSE). Si tratta di malattie che possono es- alcun animale infetto, l’allevamento viene sere trasmesse attraverso tutte le più comu- dichiarato ufficialmente indenne (o inden- ni vie di contagio (orale e quindi alimenta- ne se è stata eseguita la profilassi vaccina- re, aerogena, per contatto diretto o media- le). Quando in una data Provincia la per- to, mediate da insetti vettori ecc.). Tra le centuale di allevamenti ufficialmente in- zoonosi si ricordano le tipiche zoonosi ali- denni raggiunge la soglia minima fissata mentari quali le salmonellosi e la trichinel- dalla norma, quella Provincia può essere losi, ma anche la brucellosi e la tubercolosi dichiarata dalla Commissione Europea (che però riconoscono anche altre vie di completamente libera o ufficialmente in- contagio), malattie emergenti quali la feb- denne dall’infezione. bre West Nile oppure le malattie a eziologia Allo stato attuale, le Province riconosciute prionica come le encefalopatie trasmissibili ufficialmente indenni da brucellosi bovina quali la BSE. Infine, non vanno dimenticate ai sensi della normativa comunitaria (Di- quelle malattie che fanno parte della storia rettiva 64/432/CEE e successive modifiche) della medicina e della medicina veterinaria, sono riportate nelle Tabelle 5.3 e 5.4. ma che non per questo sono debellate. Si ci- I dati più aggiornati mostrano nel 2009, a tano, per esempio, il carbonchio ematico o livello nazionale, il controllo del 99,3% antrace oppure la rabbia, che periodica- delle aziende bovine e del 96,9% delle mente tornano a essere segnalati in partico- aziende ovicaprine. Sono risultate positive lari condizioni ambientali e climatiche. alla brucellosi (prevalenza aziendale) l’1,07% delle aziende bovine e l’1,55% del- le aziende ovicaprine. Le percentuali di 5.2.2. Brucellosi bovina e ovicaprina controllo delle aziende risultano sostanzial- La brucellosi è una malattia infettiva cau- Tabella 5.3. Brucellosi bovina – Province ufficial- sata da batteri appartenenti al genere Bru- mente indenni (Anno 2010) cella. È una grave zoonosi con un notevole impatto sociale ed economico. Regione Provincia Vi sono sei specie di brucella trasmissibili Emilia Romagna Tutta la Regione all’uomo e ognuna di queste colpisce prin- Lombardia Tutta la Regione cipalmente alcune specie di animali. Bru- Marche Tutta la Regione cella melitensis colpisce le pecore e le ca- Sardegna Tutta la Regione pre, anche se può infettare i bovini; è la Toscana Tutta la Regione specie con maggiore patogenicità nell’uo- Trentino Alto Adige Tutta la Regione mo. Brucella abortus colpisce i bovini e i Umbria Tutta la Regione bufali, Brucella suis i suini, Brucella canis Piemonte Tutta la Regione i cani, Brucella ceti e Brucella pinnipedia- Friuli Venezia Giulia Tutta la Regione lis gli animali marini. Liguria Imperia, Savona In Italia, come negli altri paesi dell’UE, è Veneto Tutta la Regione obbligatorio controllare periodicamente tutti gli allevamenti bovini, bufalini e ovi- Lazio Rieti caprini con un prelievo di sangue. Nel caso Abruzzo Pescara di riscontro di positività in un allevamento Molise Campobasso (focolaio), la brucellosi va eliminata al più Puglia Brindisi presto, tramite l’abbattimento obbligatorio Totale 66 degli animali positivi e della relativa proge- Fonte: Decisione della Commissione Europea 2010/391/ nie, considerata l’alta infettività per l’uomo UE. 195
La situazione sanitaria del Paese Tabella 5.4. Brucellosi ovicaprina – Province uffi- clude M. tubercolosis, M. bovis, M. africa- cialmente indenni (Anno 2010) num e M. microti. M. bovis è in grado di provocare nell’uomo Regione Provincia forme di malattia che risultano non distin- Lombardia Tutta la Regione guibili per gravità, lesioni e decorso rispet- Marche Tutta la Regione to alla forma causata da M. tubercolosis. Sardegna Tutta la Regione La fonte principale di contagio per l’uomo Toscana Tutta la Regione è rappresentata dal contatto con animali Trentino Alto Adige Tutta la Regione infetti e dall’ingestione di prodotti prove- Umbria Tutta la Regione nienti da animali infetti, in particolare pro- Piemonte Tutta la Regione dotti derivati da latte non pastorizzato. Friuli Venezia Giulia Tutta la Regione In Italia, come negli altri Paesi dell’UE, esi- Liguria Savona ste un piano di eradicazione che prevede un Veneto Tutta la Regione controllo annuale su tutti i bovini di età su- Lazio Latina, Rieti, Roma, Viterbo periore alle 6 settimane in allevamenti uffi- Abruzzo Pescara cialmente indenni. In caso di Province uffi- Molise Tutta la Regione cialmente indenni si può ricorrere a un di- Totale 60 radamento dei test di tubercolinizzazione a Fonte: Decisione della Commissione Europea 2010/391/ 2, 3 o 4 anni, rispettivamente, a seconda UE. della situazione epidemiologica della stessa Provincia. Nel caso di riscontro di positivi- mente uguali a quelle registrate nel 2008. tà, i capi positivi devono essere abbattuti La prevalenza aziendale risulta invece leg- entro 30 giorni, facendo seguire 2 prove germente diminuita rispetto agli anni pre- negative a distanza di 42 giorni per il ripo- cedenti, per quanto riguarda sia la brucel- polamento dell’allevamento e altre 2 prove losi bovina sia la brucellosi ovicaprina. La negative a distanza, rispettivamente, di 6 Regione con più alta prevalenza nel corso mesi l’una dall’altra, per il riottenimento del 2009 è la Sicilia, con il 6,72% di azien- della qualifica di allevamento ufficialmente de positive alla brucellosi bovina e il indenne da tubercolosi. 13,19% di aziende positive alla brucellosi Allo stato attuale, le Province riconosciute ovicaprina. ufficialmente indenni da tubercolosi bovi- I dati relativi al 2009 continuano a dimo- na ai sensi della normativa comunitaria strare, rispetto agli anni precedenti, una (Direttiva 64/432/CEE e successive modifi- conduzione del programma di eradicazione che) sono riportate nella Tabella 5.5. abbastanza soddisfacente nelle Regioni del I dati più aggiornati mostrano nel 2009, a Nord e Centro Italia. In alcune Regioni del livello nazionale, il controllo del 99,2% Sud, invece, e in particolare in Sicilia, la delle aziende bovine soggette al program- prevalenza della malattia continua a essere ma di eradicazione. Lo 0,61% delle azien- alta, soprattutto in alcuni territori ove fatti de controllate è risultato positivo (preva- culturali e ambientali rendono aleatorio il lenza aziende) alla tubercolosi bovina. La controllo degli animali. percentuale di controllo delle aziende ri- sulta leggermente maggiore rispetto a quella registrata nel 2008. La prevalenza 5.2.3. Tubercolosi bovina aziendale risulta, invece, leggermente di- minuita rispetto agli anni precedenti. La La tubercolosi bovina è una patologia con Regione con più alta prevalenza nel corso effetti socioeconomici e di salute pubblica del 2009 è la Sicilia, con il 3,71% di azien- di notevole rilevanza. de positive alla tubercolosi bovina, per- L’agente causale della malattia è Myco- centuale leggermente inferiore rispetto a bacterium bovis, appartenente al comples- quella registrata nel 2008. so del Mycobacterium tubercolosis, che in- I dati relativi al 2009 continuano a dimo- 196
Sicurezza alimentare Tabella 5.5. Tubercolosi bovina – Province uffi- Con l’approvazione della Direttiva zoonosi cialmente indenni all’1 luglio 2010 2003/99 e del relativo regolamento di ap- plicazione 2003/2160, si è reso necessario Regione Provincia un nuovo approccio alla materia. Infatti, le Emilia Romagna Tutta la Regione (9) disposizioni sono finalizzate alla protezio- Lombardia Tutta la Regione (11) ne del consumatore nei confronti di nume- Marche Ascoli Piceno rose zoonosi alimentari “dalla stalla alla Toscana Tutta la Regione (10) tavola” con controlli lungo l’intera filiera Trentino Alto Adige Tutta la Regione (2) produttiva. La stessa Commissione Euro- Piemonte Novara, Verbania, Vercelli pea, rendendosi conto della mancata armo- Friuli Venezia Giulia Tutta la Regione (4) nizzazione comunitaria del settore fin dalla Veneto Tutta la Regione (7) precedente Direttiva sull’argomento, ha im- Sardegna Cagliari, Medio-Campidano, postato la corretta applicazione della Di- Ogliastra, Olbia-Tempio, Oristano rettiva tramite documenti intermedi, in Abruzzo Pescara modo da garantire risultati uniformemente Totale 53 valutabili. Il regolamento applicativo della Fonte: Decisione della Commissione Europea 2010/391/ Direttiva articola in più anni, infatti, gli in- UE. terventi nelle varie specie animali interessa- te, fino a giungere a un risultato ottimale. strare, rispetto agli anni precedenti, una Il regolamento indica nell’allegato I tutti i conduzione del programma di eradicazione sierotipi di salmonella rilevanti per la salu- abbastanza soddisfacente nelle Regioni del te pubblica, per i quali devono essere fissati Nord e Centro Italia. In alcune Regioni del obiettivi comunitari di riduzione della pre- Sud, invece, e in particolare in Sicilia, la valenza. L’obiettivo comunitario è stato fis- prevalenza della malattia continua a essere sato sulla base dei dati prodotti da un base- alta e anche in questo caso le motivazioni line study. Tale obiettivo, dopo l’applica- sono le stesse riportate per la brucellosi. zione di un piano triennale specifico, viene valutato e rivisto. Il Ministero della Salute, tramite piani nazionali approvati dalla 5.2.4. Salmonellosi Commissione Europea, applica sul proprio territorio le misure sanitarie previste. Tali Con il termine salmonellosi s’intende un piani sono cofinanziati al 50% dalla Com- insieme di manifestazioni morbose causate missione Europea e ciascuno Stato membro da Salmonella spp., batteri normalmente ha a disposizione un tetto massimo di spesa. presenti nell’apparato gastrointestinale di Il Ministero della Salute: molti animali. Sono oltre duemila le specie ■■ prepara ogni anno i piani di sorveglian- di salmonella che possono ritrovarsi nel za e controllo con la collaborazione del tratto intestinale dell’uomo o degli animali Centro di referenza nazionale per le sal- (mammiferi, rettili, uccelli e insetti) sia monellosi; come commensali sia come patogeni. Alcu- ■■ coordina l’attività delle Regioni allo sco- ne salmonelle (es. S. typhi e S. paratyphi, po di un’efficace applicazione delle misu- responsabili della febbre tifoide e delle feb- re sanitarie previste; bri enteriche in genere) sono a circolazione ■■ emana atti di gestione e indirizzo sul ter- esclusivamente umana, mentre altre (es. S. ritorio, a seguito della valutazione del ri- typhimurium e S. enteritidis) responsabili schio; delle salmonellosi a prevalente manifesta- ■■ soddisfa i debiti informativi con la Com- zione gastroenteritica hanno uno spettro di missione Europea, a cui trasmette rela- ospiti più ampio, includente numerose spe- zioni intermedie e annuali. cie animali oltre all’uomo. L’attenzione Attualmente sono in vigore i piani di con- verso le salmonellosi e le altre zoonosi ali- trollo e sorveglianza per: mentari è diventata sempre più rilevante. ■■ riproduttori della specie Gallus gallus; 197
La situazione sanitaria del Paese ■■ galline ovaiole; tativo (verifica realizzata a livello centrale e ■■ polli da carne; regionale con l’ausilio del sistema stesso). ■■ tacchini da riproduzione e da ingrasso. È pertanto indispensabile che la registrazio- I piani prevedono le seguenti misure sanita- ne delle informazioni avvenga nel modo più rie da adottare sui gruppi risultati positivi a accurato e completo possibile, in modo tale salmonelle rilevanti per la salute pubblica a che le trasmissioni agli organismi comunita- seguito di accertamenti eseguiti in autocon- ri siano rispondenti alle attività di controllo trollo o a seguito di controlli ufficiali: realmente effettuate dalle Regioni e PA. Le ■■ macellazione o abbattimento; Regioni inadempienti sono state invitate ■■ trattamento termico o distruzione delle all’utilizzo del sistema informatizzato con carcasse; nota a firma del Capo Dipartimento. ■■ distruzione o trattamento termico delle Le nuove statistiche presenti da gennaio uova; 2011 nella Banca Dati Nazionale (BDN) ■■ disinfezione degli ambienti; avicola consentono estrazioni automatiche ■■ indagine epidemiologica; di dati utili per la pianificazione delle atti- ■■ revoca dell’accreditamento dell’alleva- vità. Purtroppo si è ancora lontani, nono- mento di appartenenza del gruppo che stante la tendenza positiva degli ultimi tem- verrà riacquistato solo a seguito di un pi, dall’avere una BDN avicola aggiornata e controllo ufficiale negativo effettuato su completa. tutti i gruppi dello stesso. Il coordinamento tra autorità competenti e I suddetti piani si basano anche sulla re- al loro interno è oggetto di attenzione ai fini sponsabilità degli allevatori nella condu- di un complessivo miglioramento dell’effica- zione aziendale; l’autocontrollo, infatti, è cia ed efficienza della comunicazione. basilare per un reale raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle prevalenze delle Percentuale delle positività a sierotipi ri- salmonelle zoonotiche nella produzione levanti rispetto ai gruppi controllati (solo primaria degli avicoli oggetto del program- campioni ufficiali) 2009 ma. Solo la trasparenza dei risultati e la vi- ■■ Riproduttori 1,4% su una percentuale di sibilità del controllo elevano il lavoro ri- copertura del 90%. chiesto agli allevatori del settore, garanten- ■■ Ovaiole 5,42% su una percentuale di co- do, insieme ai risultati dei controlli ufficia- pertura del 60,51%. li, l’intera filiera produttiva avicola. Per ■■ Polli da carne 0,86% su una percentuale questo motivo, la Direzione Generale della di copertura del 18,39%. sanità animale e del farmaco veterinario ha Si evidenzia, per inciso, che il controllo uf- privilegiato le occasioni di colloquio fra la ficiale nei polli da carne viene effettuato in parte pubblica e la parte produttiva. un gruppo una volta l’anno nel 10% degli I dati relativi alle attività dei piani salmonel- allevamenti con capacità registrata in BDN le sono registrati in un sistema informatiz- uguale o superiore a 5.000 capi. zato istituito presso il Centro di referenza per l’epidemiologia veterinaria (IZS dell’A- Dati validati dalle Regioni nel sistema bruzzo e del Molise). Le Aziende Sanitarie rendicontazione 2009 Locali provvedono ad alimentare il sistema ■■ Ai sensi del Piano di controllo nazionale registrando i dati relativi ai singoli controlli 2009 sono stati controllati 921 gruppi di e alla gestione di eventuali positività. Dal si- galline ovaiole (36.645.277 capi inclusi stema vengono rilevati i dati necessari per le nel programma): rendicontazioni periodiche alla Commissio- - sierotipi inclusi nel piano: Salmonella ne Europea. Il sistema permette la verifica, tiphymurium ed enteritidis. attraverso l’analisi dei dati registrati, del ■■ Ai sensi del Piano di controllo nazionale corretto svolgimento dell’attività, in senso 2009 sono stati controllati 551 gruppi di qualitativo, e della corrispondenza tra l’atti- riproduttori Gallus gallus (7.008.104 vità svolta e quella prevista, in senso quanti- capi inclusi nel programma): 198
Sicurezza alimentare - sierotipi inclusi nel piano: Salmonella una sua diffusione ad altri animali dome- tiphymurium ed enteritidis, infantis, stici che vivono a diretto contatto con l’uo- hadar, virchow. mo, quali cani e i gatti. I territori interessa- ■■ Ai sensi del Piano di controllo nazionale ti nel biennio 2009-2010 sono stati quelli 2009 sono stati controllati 2.072 gruppi della Regione Friuli, parte del Veneto con di polli da carne (229.794.796 capi in- qualche sconfinamento nelle PA di Trento e clusi nel programma): Bolzano in quei territori confinanti con la - sierotipi inclusi nel piano: Salmonella Provincia di Belluno. Considerati i rischi tiphymurium ed enteritidis. per gli animali domestici e per l’uomo, è stata emanata una specifica OM (26 no- vembre 2009) che ha previsto l’obbligo di 5.2.5 Rabbia vaccinazione per i cani, gatti e furetti resi- denti nei territori a rischio o diretti in que- In Italia la rabbia urbana è stata eradicata ste zone da rimanente territorio italiano. È nel 1973. In seguito ci sono stati 3 casi di stata anche disposta la vaccinazione degli animali infetti provenienti da Paesi in cui la animali (bovini, pecore e cavalli) condotti malattia è endemica, l’ultimo riportato nel al pascolo nelle zone a rischio. A integra- 1992. Nel 1977 la malattia è stata riscon- zione di tali misure, nel dicembre 2009 ha trata nella fauna selvatica (cosiddetta rab- avuto inizio una vasta campagna di vacci- bia silvestre) nel Nord del Paese e ha inte- nazione antirabbica nelle volpi basata ressato esclusivamente i territori dell’arco sull’utilizzo di specifiche esche vaccinali di- alpino, dalla Valle d’Aosta alla Provincia di stribuite attraverso l’utilizzo di mezzi aerei. Trieste. Dal 1977 a oggi si sono verificate Il piano vaccinale, finanziato e coordinato diverse epidemie di rabbia silvestre, tutte dal Ministero della Salute e messo a punto localizzate nelle Regioni dell’arco alpino. dal Centro di Referenza per la Rabbia pres- La prima epidemia ha avuto inizio nel feb- so l’IZS delle Venezie con sede a Padova, è braio 1977 ed è terminata nel 1986, la se- stato approvato e cofinanziato dalla Com- conda epidemia ha avuto luogo nel 1988 e missione Europea. Grazie a tale campagna 1989, mentre la terza epidemia della malat- la malattia ha subito un forte rallentamen- tia è iniziata nel 1991, nella zona di confine to nella sua diffusione, arrestandosi al con- tra Italia e Slovenia, ed è terminata nel fine delle PA di Trento e Bolzano. Nel pe- 1995, data dell’ultimo focolaio di rabbia riodo compreso tra dicembre 2009 e di- silvestre registrato in Italia prima dell’epi- cembre 2010 sono state distribuite, in un demia del 2008. Le suddette epidemie sono territorio comprendente l’intera PA di Tren- state controllate ricorrendo alla vaccina- to e Bolzano, il Friuli Venezia Giulia e gran zione sistematica degli animali sensibili nei parte del Veneto, circa due milioni e mezzo territori interessati e alla vaccinazione delle di esche contenenti vaccino antirabbico per volpi mediante vaccino orale addizionato a le volpi. La distribuzione delle esche si è specifiche esche. Nell’ottobre 2008 un nuo- servita dell’utilizzo di metodiche innovati- vo caso di rabbia silvestre è stato rilevato ve quali l’uso di sistemi GPS, in grado di lo- nella Regioni Friuli Venezia Giulia in Pro- calizzare l’esatta posizione delle esche nei vincia di Udine. La ricomparsa della malat- territori interessati. Il piano prevede, inol- tia è da ricollegarsi, con ogni probabilità, tre, che nella fase successiva alla distribu- alla presenza della rabbia silvestre nel con- zione delle esche venga effettuato un con- finante territorio sloveno e al passaggio di trollo a campione sulla popolazione di vol- volpi affette dalla malattia nei territori di pi per verificarne il livello di immunità ac- confine. La rabbia “silvestre”, a differenza quisito. In relazione alle due campagne vac- di quella “urbana”, interessa quasi esclusi- cinali effettuate a giugno e ottobre 2010 vamente gli animali selvatici, e in partico- sono state conferite circa 1.300 volpi. I dati lare le volpi, ma deve essere quanto prima immunologici rivelano che, rispettivamen- controllata ed eradicata, pena il rischio di te, circa il 72% e il 55% sono risultati pro- 199
La situazione sanitaria del Paese tetti dal vaccino. Sempre nel corso della mestico (che coinvolge soprattutto i suini campagna rimane costantemente attivo un allevati allo stato semibrado) e un ciclo sel- piano di sorveglianza diretto a verificare il vatico (che in Europa coinvolge soprattutto grado di diffusione della malattia attraver- i mammiferi carnivori e con comportamen- so controlli diagnostici per la rabbia sulle ti cannibalici o necrofagi, quali volpi e cin- volpi o altri animali selvatici ritrovati mor- ghiali). La trichinellosi è considerata un’in- ti o con sintomatologia sospetta. Tale con- festazione a rischio specifico per le carcasse trollo consente di monitorare la progressio- di suino ed è pertanto sottoposta a control- ne o meno della malattia sul territorio e di li obbligatori in tutta l’UE (Regolamento rimodulare di conseguenza l’estensione del CE 854/2004). A partire dal 1958, ai sensi piano di vaccinazione sui territori a rischio. dell’OM 30 ottobre 1958, le carni di tutti i Nell’ambito dell’attività di sorveglianza, suini macellati, compresi quelli per il con- nel 2010 sono stati testati 7.526 animali sumo familiare, sono sistematicamente sot- per la verifica dei livelli di incidenza, di cui toposte a test per trichinella. Il test è attua- 209 sono risultati positivi alla malattia e to anche su tutti gli equidi macellati a par- tutti appartenenti a specie selvatiche. La tire dal 1994 ai sensi del D.Lgs. 286/1994. campagna di vaccinazione orale nelle volpi Dall’1 gennaio 2006 le analisi per Trichi- proseguirà anche nel 2011 e 2012 con le nella nelle carni di animali di specie recet- stesse modalità di quella effettuata nel tive sono quelle indicate dal Regolamento 2010. Eventuali variazioni potranno ri- CE 2075/2005. La trichinellosi nell’uomo è guardare l’estensione territoriale e il nume- una malattia soggetta a notifica dal 1990. ro di campagne vaccinali, che verranno Le persone che si infestano corrono il ri- eseguite in funzione dei dati di incidenza e schio di sviluppare una malattia grave, an- distribuzione della malattia nei territori a che mortale. La malattia è ben conosciuta e rischio. diagnosticata sia dai medici ospedalieri sia dai medici di medicina generale (MMG). Dall’entrata in vigore del Regolamento CE 5.2.6. Trichinellosi 2075/2005, l’Italia ha presentato, ai sensi dell’art. 3 par. 3 del Regolamento, la rela- La trichinellosi è una grave zoonosi, sostenu- zione nazionale annuale per gli anni 2008- ta da un gruppo di nematodi con diffusione 2009 ed è stata inviata alle Regioni e PA la geografica cosmopolita. Infestano la mag- scheda per la raccolta dei dati ai fini della gior parte degli animali, compresi i rettili, gli compilazione della Relazione nazionale uccelli e l’uomo. La trasmissione si verifica 2010. Dal 2008 a oggi c’è stato un significa- in seguito all’ingestione di carne infestata da tivo incremento nella registrazione in BDN larve di Trichinella; si ricorda che il parassi- (Banca Dati Nazionale) di aziende suinicole ta non è trasmissibile tra animali vivi. a cui è stata conferita la qualifica di “azien- Attualmente vi è evidenza di circolazione da esente da trichinella”, come è possibile sul territorio europeo di quattro specie di verificare consultando il sito della BDN dei Trichinella (T. spiralis, T. pseudospiralis, suini. Per quanto riguarda l’allevamento su- T. nativa e T. britovi). inicolo industriale, non sono segnalati casi In Italia sono state rilevate in animali au- di carni di suini risultate positive al test di toctoni solo T. pseudospiralis e T. britovi; diagnosi di trichinellosi, mentre negli ultimi in particolare, T. britovi riconosce come anni si sono verificati casi di trichinellosi serbatoio la volpe e in Italia viene riscon- umana determinata in seguito all’ingestione trata di norma ad altitudini superiori ai di carni di suini selvatici (cacciati) o allevati 400 m slm. T. pseudospiralis, invece, rico- con sistema semibrado; per il prossimo nosce come serbatoio diverse specie di uc- biennio si prevede l’effettuazione di control- celli, può infettare il suino ed è stata segna- li (audit o ispezioni) in quelle aree del terri- lata solo sporadicamente in Italia. La ma- torio nazionale in cui si sono evidenziati i lattia è ubiquitaria e riconosce un ciclo do- casi di infestazione umana. 200
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