SICP SIAN DOCUMENTO DI CONSENSO - Position Paper finalizzato a - SIAN-Italia

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          DOCUMENTO
          DI CONSENSO
          SICP SIAN

                Position Paper finalizzato a
        migliorare l’accesso alle cure palliative
       ai malati affetti da malattie nefrologiche
2019       sviluppando il ruolo degli infermieri
DOCUMENTO DI CONSENSO SICP SIAN

Autori
         Per SIAN                                  Per SICP
         Pegoraro Marisa                           Penco Italo
         Milano                                    Roma

         Dente Cristiana                           Marson Rita
         Biella                                    Aviano (PN)

         Sgreccia Marina                           Prandi Cesarina
         Rimini                                    Manno (Svizzera)

Estensori del documento - il Consiglio Direttivo SICP
         Italo Penco                               Alessandro Guerroni
         Roma                                      Varese

         Luciano Orsi                              Gaspare Lipari
         Cremona                                   Trapani

         Grazia Di Silvestre                       Luca Manfredini
         Palermo                                   Genova

         Rita Marson                               Carlo Peruselli
         Aviano (PN)                               Biella

         Stefania Bastianello                      Cristina Pittureri
         Milano                                    Savignano sul Rubicone (FC)

         Francesca Bordin                          Cesarina Prandi
         Roma                                      Manno (Svizzera)

Approvato dalla SICP in Aprile 2019

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SOMMARIO

PREFAZIONE SIAN                                                                   3

PREFAZIONE SICP                                                                   4

PREMESSA                                                                          5

CONOSCENZE GENERALI                                                               6

INDICAZIONI DI COMPORTAMENTO                                                      6

PRINCIPI BASILARI DI RISPETTO DELLA PERSONA AFFETTA DA MALATTIA RENALE CRONICA    8

COME IDENTIFICARE IL MALATO IN CONDIZIONI IDONEE PER LE CURE PALLIATIVE           8

GLI INTERVENTI ASSISTENZIALI NEL MALATO CON MALATTIA RENALE CRONICA               9

COME COMUNICARE CON IL MALATO E LA FAMIGLIA                                      15

COME INTERAGIRE ALL’INTERNO DEL TEAM DI CURE E CON GLI ALTRI ATTORI
DEL SISTEMA E DELLA RETE                                                         15

COME PREPARARSI ALLA MIGLIORE ASSISTENZA INFERMIERISTICA AI MALATI
CON MALATTIA RENALE AVANZATA                                                     15

CONCLUSIONI                                                                      16

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO                                                      17

GLOSSARIO                                                                        21

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POSITION PAPER FINALIZZATO                                 dare “evidenza” di un percepito professionale for-
A migliorare l’accesso alle cure                           te e tangibile? Quali strumenti di sostegno e cura
                                                           utilizzare nella fragilità avanzata? Come dialogare
palliative ai malati affetti da                            con gli altri professionisti? Come relazionarsi con
malattie nefrologiche sviluppando                          i famigliari ed i caregivers? Questo documento
il ruolo degli infermieri                                  vuole cominciare a rispondere a queste domande
                                                           suggerendo approcci e strumenti di valutazione as-
PREFAZIONE SIAN                                            sistenziale, vuole contribuire al dibattito etico-com-
                                                           portamentale presente oggi nella sanità pubblica
                                                           italiana e vuole suggerire approcci di relazione e
                          Dott.ssa Marisa Pegoraro         supporto mediati dall’esperienza maturata nell’area
                                 Past President SIAN       oncologica delle cure palliative di fine vita. Ultimo
                                                           ma non meno importate, sostenere la dignità del
L’infermieristica nefrologica si è interrogata rispet-     morire in serenità, anche dopo una lunga cronicità,
to ai nuovi bisogni dei pazienti afferenti ai servizi      a tributo della resilienza e del coraggio con cui
ambulatoriali di dialisi. Bisogni che si correlano ne-     molti dei nostri anziani pazienti hanno vissuto.
cessariamente all’acquisizione di nuovi strumenti
e competenze assistenziali. L’area del trattamento         Siamo grati a SIN per avere strutturato un primo
conservativo/palliativo e sostitutivo/palliativo sono      ed importante capitolo della palliazione in nefro-
secondo noi le nuove sfide professionali di un’area        logia, enunciato nel loro documento del 2016, e
clinica nata come “salvavita” e che ora si interroga       siamo grati alla SICP per aver accompagnato il
sulla qualità di essa, più che sulla sua durata in sen-    classico pensiero “salvavita” su nuove strade, per-
so stretto. Forse è stato più epocale per il medico        seguendo l’idea di “salvare il meglio” della vita.
nefrologo approcciarsi a questo nuovo paradigma,
di quanto lo sia per l’infermiere perché il nostro         Il presente elaborato vuole essere un primo stru-
quotidiano è da anni costellato di pazienti critici,       mento per costruire consapevolezza e compe-
terminali che decedono dopo pochi mesi di dialisi,         tenza infermieristica rispetto l’inserimento delle
dopo un certo numero di degenze difficili, oppure          cure palliative nei contesti di dialisi; nonché un
che faticano ad avvicinarsi alla morte dopo una vita       ponte verso un più efficace e strutturato dialogo
sulle barricate della resilienza, al confine tra le due.   con le altre componenti professionali coinvol-
                                                           te nel processo di cura e di presa in carico del
La sfida per noi infermieri è piuttosto di tipo re-        percorso terapeutico-palliativo dei soggetti con
lazional/metodologico: quali strumenti usare per           MRC terminale.

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PREFAZIONE SICP                                       vanguardia, ma non sempre proporzionate alla
                                                      qualità di vita desiderata.
                                Dott. Italo Penco     Il progresso tecnologico, infatti, se da un lato of-
                                  Presidente SICP     fre prospettive di cura sempre più stupefacenti,
                                                      dall’altro rischia di far sconfinare il fine ultimo
Oggi più che mai stiamo intensificando una cam-       della medicina, ossia la salute dei cittadini, in un
pagna informativa sulla necessità di attivare pre-    perseguimento onnipotente e senza limiti della
cocemente le cure palliative e siamo impegnati        sopravvivenza della persona malata. È dunque fon-
affinché questo modello di cure sia rivolto anche     damentale riflettere sul limite delle cure e sull’ap-
e soprattutto alle persone affette da patologie in-   propriatezza degli interventi terapeutici finalizzati
guaribili con insufficienze d’organo.                 all’effettivo miglioramento della qualità di vita;
                                                      in questo contesto l’infermiere, che assiste e si
Fino ad oggi infatti sono state principalmente le     prende cura quotidianamente del malato cronico
persone affette da cancro ad usufruire dei servizi    complesso, ha la possibilità di contribuire in modo
di cure palliative, ma i dati epidemiologici ci im-   significativo nel progettare un’assistenza adeguata,
pongono di prestare la massima attenzione alla        attivando nei tempi e con le modalità più oppor-
cronicità e alla fragilità di coloro che presentano   tune un approccio e un percorso di cure palliative.
comorbilità, costruendo e pianificando anticipa-
tamente le cure più opportune per affrontare la       Questo documento condiviso tra SIAN e SICP
complessità di situazioni che si proiettano verso     in maniera sintetica, ma esaustiva, rappresenta
il fine vita.                                         una guida metodologica per l’infermiere che
                                                      lavora a contatto con le persone affette da
L’area nefrologica è sicuramente paradigmatica        malattia renale cronica, che mira a trasferire le
della complessità da affrontare con coloro che si     conoscenze fondamentali per consentirgli di agi-
trovano in una condizione di malattia avanzata e      re nella maniera più corretta e con strumenti
che devono essere supportati nella decisione di       appropriati, di fronte a situazioni che compor-
continuare o meno terapie sostitutive, messe a        tano attente scelte assistenziali, dai risvolti clinici,
disposizione da una tecnologia sempre più all’a-      psicologici ed etici importanti.

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PREMESSA                                                  organismo. Nella sua forma più grave divente-
                                                          rebbe incompatibile con la sopravvivenza di chi
Con l’invecchiamento della popolazione genera-            ne è affetto, se non si potesse far ricorso a una
le ed il prolungamento della sopravvivenza nelle          depurazione con il rene artificiale. Molti di questi
malattie croniche si sono delineate delle nuove           sintomi sono sovrapponibili a quelli percepiti dal
categorie di pazienti1, 2. Questi, in considerazione      paziente oncologico5, 6.
della ridotta aspettativa di vita, non necessitano di
interventi diagnostici ad alta tecnologia, ma richie-     Secondo il report preliminare RIDT 2016 in Ita-
dono un’assistenza infermieristica o interventi ria-      lia i soggetti in trattamento dialitico cronico sono
bilitativi volti al mantenimento di una qualità di vita   oltre 48.000; tra questi gli ultrasettantenni e gli
accettabile. Questo approccio nella sua accezione         ultraottantenni rappresentano rispettivamente il
di «assistenza globale per persone le cui condi-          55% e il 20%. Le caratteristiche comuni a questa
zioni non rispondono a interventi di cura» viene          fascia di età sono: la frequente condizione di non-
definito con il termine di cure palliative, e l’anziano   autosufficienza e un elevato numero di comorbi-
fragile ne rappresenta spesso il tipico paziente3.        lità associate7. L’incontro tra infermiere e paziente
La storia naturale delle grandi insufficienze d’orga-     nefropatico ha luogo in ambulatori generali e spe-
no non si è però modificata con il cambiamento            cifici per pazienti uremici, ma il setting di incontro
epidemiologico della popolazione, continuando a           più frequente risulta essere il Centro Dialisi.
essere caratterizzata da riacutizzazioni intercorren-
ti, ciascuna seguita inevitabilmente da un globale,       Il lavoro infermieristico nelle strutture di emodia-
progressivo scadimento della qualità di vita.             lisi ambulatoriale somiglia al lavoro su produzione
                                                          o catena di montaggio: la pressione esercitata dalla
Così, nella traiettoria di malattia di questi malati      ridotta risorsa tempo impedisce agli infermieri di
è possibile individuare un punto in cui il livello        investire in comunicazione col paziente, mentre
di gravità rende più rare le remissioni, ne abbre-        per implementare un processo di pianificazione
via la durata e provoca un aumento del numero             preventiva delle cure, i pazienti dovrebbero essere
dei ricoveri e della durata della degenza4. Con il        pienamente informati sulla natura cronica dell'in-
termine malattia renale cronica (MRC) si defini-          sufficienza renale e sui trattamenti disponibili per
sce un complesso quadro clinico caratterizzato            la gestione degli effetti della malattia. Tuttavia, il
da una progressiva e permanente riduzione delle           livello superficiale di comunicazione e interazio-
funzioni escretorie ed endocrine del rene. L'insuf-       ne infermiere-paziente rende difficile raggiungere
ficienza renale è suddivisa in cinque stadi e viene       l’obiettivo. Gli infermieri di dialisi inoltre evitano
misurata con la velocità di filtrazione glomerulare       di impegnarsi nelle conversazioni sulla fine del-
(VFG o GFR), in ml al minuto. Lo stadio 5 viene           la vita a causa di una mancanza di preparazione
definito dalla presenza di una VFG inferiore a 15         adeguata e di disagio ad affrontare queste pro-
ml/min e prende il nome di MRC terminale; ciò             blematiche; l’approccio tecnologico di cura tipico
significa che i reni hanno quasi totalmente perso         delle strutture ambulatoriali di dialisi occupa da
la loro funzione, pertanto è necessario un tratta-        sempre i programmi di formazione infermieristici.
mento che sostituisca la funzione renale: la dialisi      Oggi questo bagaglio di competenze “tecniche”
o il trapianto. Allo stadio 5 possono comparire i         ostacola in par te il riconoscimento dei bisogni
segni e i sintomi dello stato uremico: pallore cu-        “altri” del paziente8. La realtà italiana trova inoltre
taneo, dispnea, anoressia, progressiva sensazione         pochi esempi di collaborazione multidisciplinare
di nausea, anemia, prurito, astenia e dolore. Dato        effettivamente esercitata negli ambiti clinici. Que-
l’alto numero di funzioni svolte dai reni, non deve       sto rende più difficile l’implementazione di un ap-
stupire che l’uremia sia una malattia dell’intero         proccio clinico assistenziale olistico.

                                                                                                               5
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CONOSCENZE GENERALI                                         INDICAZIONI DI COMPORTAMENTO

Gli infermieri che lavorano nell’area nefrologica           L’OMS raccomanda una migliore integrazione dei
hanno la necessità di coniugare alle competenze             trattamenti palliativi con le cure tradizionali1: la defi-
tecniche, altre competenze riferite ai principi del         nizione di cure palliative si è evoluta ed oggi include
trattamento palliativo. Come indicato dall’OMS la           tutte le malattie o condizioni limitanti2. E’ stato dimo-
palliazione è “un approccio che migliora la qualità         strato che i trattamenti palliativi riducono i costi,11, 12
della vita dei pazienti e delle famiglie che hanno a        migliorano il benessere del paziente e supportano la
che fare con i problemi associati ad una malattia           scelta del malato riguardo al luogo del decesso13, 14.
potenzialmente mortale, attraverso la prevenzione           A tal fine è necessario rendere disponibili per tutti i
e il trattamento della sofferenza e tramite l’identifi-     malati con condizioni croniche progressive e a lungo
cazione tempestiva e il trattamento di altri problemi       termine i trattamenti di cure palliative14.
fisici, psicologici e spirituali” 9.                        Per trattamenti palliativi si intendono interventi
Nello specifico, nell’ambito dell’acquisizione delle        finalizzati al sollievo del dolore15, alla possibilità di
nuove competenze di approccio palliativo è auspica-         decidere il luogo del decesso16, ad avere accesso
bile una conoscenza dei seguenti contenuti basilari10:      a una comunicazione adeguata alla situazione17, ad
                                                            ottenere sostegno per i parenti18.
1.        cosa sono le cure palliative                      Le indicazioni di comportamento infermieristico si
                                                            articolano nei nodi focali dell’assistenza al malato
2.        il bisogno emergente di cure palliative           nefropatico e alla sua famiglia19, 20:

3. 	le ragioni per cui i cambiamenti delle po-             1.         principi basilari di rispetto della persona
     polazioni rendono le cure palliative una
     questione di salute pubblica                           2.	come identificare il malato in condizioni
                                                                idonee per le cure palliative;
4. 	l’importanza dei diritti, le preferenze e le
     possibilità di scelta dell’individuo                   3.	gli interventi assistenziali nel malato con
                                                                malattia renale cronica;
5. 	le prove di efficacia delle cure palliative
                                                            4.	
                                                               come comunicare con il malato e la fa-
6. 	la necessità di assicurare l’accesso alle cure            miglia
     palliative ai gruppi più fragili
                                                            5.	come interagire all’interno del team di
7. 	come sviluppare programmi per migliorare                   cure e con gli altri attori del sistema e
     la qualità delle cure palliative                           della rete assistenziale

8.        c ome migliorare la consapevolezza, l’educa-     Il quadro concettuale per le cure palliative per
           zione e la formazione degli operatori sanitari   persone affette da MRC riportato nella figura 1
                                                            rappresenta una guida per sostenere una pratica
9. 	la necessità di aumentare la consapevolez-             clinica adatta a pazienti e famiglie fin dal momento
     za della popolazione verso le tematiche                della diagnosi. Si evince la necessità di identificare i
     etiche e le scelte offerte dall’implementa-            pazienti che stanno soffrendo (fisicamente, emoti-
     zione delle cure palliative                            vamente o spiritualmente) in modo appropriato e
                                                            precoce. Sulla base delle componenti della soffe-
10. 	le tipologie di ricerca e sviluppo sulle cure         renza, derivata da assessment peculiari, si tratterà
      palliative che possono aiutare nella formu-           di permettere e facilitare l’accesso a servizi di cure
      lazione delle politiche sanitarie.                    palliative. Identificando i malati a maggior rischio

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di morte precoce, viene data loro l’opportunità                   soddisfare le preferenze personali, tra cui l’inizio
di impegnarsi con i famigliari nella pianificazione               della dialisi, il trattamento conservativo e la so-
anticipata delle cure, chiarendo gli obiettivi del-               spensione della dialisi, fino al trattamento del lutto
la cura, discutendo le opzioni di trattamento per                 con i famigliari.

 Identificazione dei                                    Sofferenza
 pazienti
 Assessment dei sintomi e                      Fronteggiare sintomi fisici,
                                   Approccio
 disturbi (utilizzo di strumenti               emotivi, psicosociali
 specifici es. ESAS-r: renal)
                                               Supporto spirituale

                                                                                  Decesso         Trattamento del lutto
                                                                                                  dei familiari
 Rischio di mortalità entro                    Pianificazione anticipata
 l'anno                            Approccio           delle cure
                                               Sostenere il processo
                                               decisionale del malato/
                                               della famiglia
                                               Obiettivi dei trattamenti
                                               Prendere decisioni:
                                               trattamento conservativo
                                               inizio del trattamento dialitico
                                               sospensione del trattamento
                                               dialitico

Figura 1. Schema di cure di supporto per pazienti con malattia renale cronica avanzata. Modificata da
Wasylynuk BA, Davison SN.19

                                                                                                                          7
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PRINCIPI BASILARI DI RISPETTO                             COME IDENTIFICARE IL MALATO IN
DELLA PERSONA AFFETTA DA                                  CONDIZIONI IDONEE PER LE CURE
MALATTIA RENALE CRONICA                                   PALLIATIVE

Centralità del malato: la persona malata va               La procedura assistenziale che può garantire un
considerata nella sua globalità, in modo partico-         miglioramento nell’assistenza ai malati con malattia
lare vanno riconosciuti gli aspetti che si genera-        renale cronica avanzata si avvale di alcuni momen-
no a dipendenza della patologia che affligge la           ti nodali quali27, 28:
persona, e contemporaneamente dal vissuto che
l’esperienza di malattia genera nella persona. Si         Valutare periodicamente. Durante le cure dia-
tratta quindi di riconoscere sia gli aspetti correlati    litiche o non, valutare gli indicatori relativi a: tipo
al disease (malattia percepita dalla persona) che         e severità delle comorbilità associate (Charlson),
all’illness (la malattia percepita dal contesto). Va      malnutrizione (MNA), compromissione cogniti-
ricordato che per una buona relazione di cura gli         va (MMSE), riduzione dell’autonomia funzionale
infermieri devono distinguere la pratica orienta-         (Karnofsky, ADL, IADL) e la comparsa di eventi
ta al paternalismo, rispetto a quella orientata alla      sentinella che richiedono ripetute ospedalizzazioni;
partnership con il malato e la sua famiglia21.            l’insorgenza di diabete mellito, aritmie, neoplasia,
                                                          malnutrizione (BMI
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GLI INTERVENTI ASSISTENZIALI                               si dichiara di mettere il paziente al centro delle
NEL MALATO CON MALATTIA                                    cure). Questa modalità migliora la possibilità di
RENALE CRONICA                                             condividere la presa di decisione riconoscendo le
                                                           preferenze espresse relative alle cure. Indipenden-
Accompagnamento: Le persone affette da ma-                 temente dall’organizzazione locale (case manager,
lattia renale cronica sono accompagnati nel pro-           primary nursing ecc.), gli infermieri devono esse-
cesso di cure fin dalla loro scelta consapevole del        re presenti nei colloqui con le famiglie, per poter
trattamento, sia esso dialitico che conservativo.          conoscere ed interagire con il progetto proposto
Risulta in tal modo una naturale continuità assi-          alla persona e alla sua famiglia37.
stenziale che si prolunga fino all’arrivo delle scelte
difficili quali quelle inerenti il peggioramento della     Concentrarsi sul comfort: Sono da privilegia-
situazione clinica32, 33.                                  re gli interventi orientati al comfort del malato
                                                           e della sua famiglia38. E’ rilevante comprendere le
Presa a carico: la condizione di accompagna-               preferenze prioritarie dei malati per agevolare il
mento facilita l’implementazione di una presa in           comfort39.
carico, cioè l’assunzione di responsabilità nella
gestione delle cure da parte del team multidisci-          Approccio proattivo del nursing: Si intente
plinare, in modo da agire proattivamente per ge-           un approccio assistenziale orientato a prevenire
stire il peggioramento e/o prevenire l’insorgenza          complicanze e sofferenze piuttosto che attendere
di eventi acuti improvvisi34.                              la loro insorgenza e doverle trattare in regime di
                                                           urgenza a fenomeno conclamato38.
Collegamento fra i servizi: E’ necessario favo-            Procedura decisionale: Definizione di una sequen-
rire il collegamento fra i servizi socio-sanitari e la     za di procedure che il team adotta per coinvolge-
comunità di cura, in modo che le transizioni siano         re nel processo decisionale la persona, i famigliari
meno traumatiche possibile, che evitino interpre-          e gli operatori qualora si decida di iniziare/sospen-
tazioni erronee della situazione e duplicazioni dei        dere/modificare i trattamenti dialitici e i controlli
dati e trattamenti. L’uso di strumenti simili e/o          diagnostici ad essi collegati40.
condivisi per la gestione dell’assistenza favorisce
il collegamento tra gruppi infermieristici di diversi      La procedura indipendentemente dalle caratteri-
ambiti (ad es Centro dialisi e/o Cure Territoriali)        stiche locali di assistenza deve prevedere:
limitando la frammentazione ed il senso di ab-
bandono, spesso temuto dai pazienti che per anni           A) la definizione di un glossario valido per tutti i
sono seguiti dal centro dialisi35.                             componenti del team che comprenda concetti
                                                               “consueti e inconsueti” per un setting altamen-
Cure simultanee: Le cure palliative possono es-                te tecnologico (vedi esempio in tabella 1);
sere inserite fin nelle fasi precoci di trattamento
renale sostitutivo oppure quando si è di fronte a          B) la considerazione in team multidisciplinare di
peggioramenti, complicanze e incidenti inattesi. E’            elementi relativi alla condizione clinica, i be-
possibile, ed auspicato, procedere con un tratta-              nefici attesi, i danni (anche in termini di sof-
mento simultaneo di cure mediche tradizionali e                ferenza), la qualità della vita, il benessere psi-
cure palliative graduate secondo situazione e ne-              cologico, relazionale, spirituale e sociale della
cessità (ad es Terapia dialitica e terapia antalgica)36.       persona utilizzando strumenti di valutazione
                                                               multidimensionale (vedi esempio in tabella 2);
Condurre conversazioni sulle decisioni da pren-
dere: Discutere con il malato e la sua famiglia            C) l’utilizzo frequente e rigoroso da parte dell’in-
gli aspetti della pianificazione condivisa delle               fermiere di strumenti di valutazione del do-
cure (questo è quello che viene inteso quando                  lore uni o multidimensionali e della qualità di

                                                                                                               9
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     vita attraverso strumenti agili ma il più possi-         f2) il tempo per l’applicazione di un’assi-
     bile specifici;                                               stenza di qualità è fattore imprescindibi-
                                                                   le della stessa. L’organizzazione infermie-
D) la verifica sistematica confrontandosi in team,                ristica intesa nella sua espressione più
    rispetto all’evoluzione clinica degli obiettivi dei            estesa (in senso verticale e orizzontale)
    trattamenti impostati e il loro aggiornamento;                 deve riconoscere che il tempo dedicato
                                                                   all’informazione, alla comunicazione ed
E) la “riconciliazione terapeutica”, così come in-                alla relazione è tempo di cura e deve
    dicato dal Ministero della Salute41, per indivi-               commisurare l’organico in termini di
   duare precocemente trattamenti inappropriati                    quantità e di qualità (competenze spe-
   o rischiosi;                                                    cifiche) in modo adeguato: possono es-
                                                                   sere presi in considerazione infermieri
F) la flessibilità organizzativa dell’equipe infermie-            con master in cure palliative da inserire
    ristica basata su due cardini:                                 nell’organico come referenti interni del
    f1) il rapporto infermiere/numero di pazienti                 team o si può ricorrere a consulenti
          in trattamento dialitico deve essere valu-               esterni. Deve essere valutata inoltre la
          tato con un approccio per intensità assi-                necessità di potenziare il personale au-
          stenziale (vedi esempio in tabella 3)                    siliario di supporto.

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PUNTO A                                                  di cosa ci si sta occupando. Sulla base di un’am-
                                                         pia letteratura si è andati a definire significati e
Viene proposto l’uso di un linguaggio comune             finalità delle diverse tipologie di aspetti collegati
fra gli infermieri per comprendere chiaramente           alle cure palliative42.

Tabella 1. Glossario essenziale per la corretta comunicazione/interazione dei componenti del team

                 SIGNIFICATO                                                FINALITÀ
 DAT - Disposizioni Anticipate di Trattamento            La persona può dichiarare se accettare o rifiu-
 vengono denominate anche testamento biologico           tare trattamenti sanitari, accertamenti diagnostici
 o di vita. È un documento strettamente personale        o scelte terapeutiche (dopo aver acquisito infor-
 con cui una persona maggiorenne (l’intestatario),       mazioni mediche sulle conseguenze delle proprie
 capace di intendere e di volere, esprime la pro-        scelte). Legge 219 del 22 dicembre 2017.
 pria volontà in merito ai trattamenti sanitari nel
 caso in cui, in futuro, si trovasse in condizione di
 non poter manifestare la propria volontà.

 CURE PROPORZIONATE. La cura è propor-                   Personalizzare l’assistenza; evitare la sproporzione
 zionata quando tiene conto insieme dei benefici         terapeutica.
 e della sofferenza della persona curata, con la
 conseguenza che nasce per il medico il dovere
 di interromperla e rimodularla, ove risulti non
 proporzionata sotto l’uno o sotto l’altro profilo.

 PIANIFICAZIONE CONDIVISA E ANTICIPATA                   Essa ha lo scopo di assicurare il rispetto della di-
 DELLE CURE. Processo chiaramente documen-               versità culturale, religiosa e individuale e assicura-
 tato, in cui le persone malate, con l'aiuto dei me-     re l'autonomia della relazione di cura, garantendo
 dici, e sulla base dell’esperienza di una malattia in   sia l’autodeterminazione della persona malata, sia
 avanzata fase evolutiva o al suo esordio, valutano      l’autonomia professionale del curante.
 le possibili prospettive future dichiarando quali
 trattamenti sarebbero propensi ad accettare e
 quali sarebbero invece portati a rifiutare.

 CURE DI FINE VITA Si riferiscono alle cure              Si caratterizzano per una rimodulazione dei trat-
 dell'ultima fase della vita, caratterizzata da segni    tamenti e degli interventi assistenziali in atto in
 e sintomi specifici, il cui pronto riconoscimento       rapporto ai nuovi obiettivi di cura (gestione dei
 permette di impostare quei cambiamenti che              sintomi e accompagnamento), al fine di garantire
 sono necessari per riuscire a garantire ai malati       la migliore qualità di vita.
 una buona qualità del morire e ai familiari che li
 assistono una buona qualità di vita, prima e dopo
 il decesso del loro caro.

                                                                                                             11
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 CURE PALLIATIVE Si riferiscono all’insieme degli       La prevenzione e il sollievo della sofferenza per
 interventi terapeutici, diagnostici e assistenziali,   mezzo di una identificazione precoce e di un ot-
 rivolti sia alla persona malata sia al suo nucleo      timale trattamento del dolore e delle altre pro-
 familiare finalizzati alla cura attiva e totale dei    blematiche di natura fisica, psicofisica e spirituale.
 pazienti la cui malattia di base, caratterizzata da
 un’inarrestabile evoluzione e da una prognosi in-
 fausta, non risponde più a trattamenti specifici”
 (rif. Legge 38/2010).

 CURE SIMULTANEE Rappresentano un model- Le finalità sono:
 lo organizzativo mirato a garantire la presa in •	ottimizzare la qualità della vita in ogni fase
 carico globale attraverso un'assistenza continua,    della malattia;
 integrata e progressiva fra terapie attive e Cure •	garantire la continuità di cura attraverso una
 Palliative quando l'outcome non sia principal-       gestione flessibile del malato e dei suoi bi-
 mente la sopravvivenza del malato.                   sogni, con appropriati obiettivi in ogni situa-
                                                      zione attraverso la valutazione, pianificazione,
                                                      coordinamento, monitoraggio e selezione
                                                      delle opzioni e dei servizi;
                                                   •	evitare il senso di abbandono nella fase avan-
                                                      zata e terminale

 TRATTAMENTO CONSERVATIVO DELLA MRC Associazione con finalità di mantenere più a lun-
 - Associazione di terapia farmacologica e dietetica. go possibile la funzione renale residua.

 TRATTAMENTI SOSTITUTIVI DELLA MRC
 Sono trattamenti sostitutivi:     Sono trattamenti che sostituiscono la funzione
 - l’emodialisi                    renale (stadio 4 - 5) parzialmente o totalmente.
 - la dialisi peritoneale
 - il trapianto

 MODALITÀ DI INGRESSO DEL PAZIENTE
 IN DIALISI
 1. Inizio programmato (early referral): pazienti già
     seguiti ambulatorialmente dal nefrologo con o
     senza percorso strutturato di “pre-dialisi”
 2.	Inizio acuto in pazienti noti (late referral): pa- 1.	Garantisce l’educazione terapeutica, la scelta
     zienti conosciuti dal nefrologo cui è accaduto         condivisa sulla modalità del trattamento e la
     un evento acuto che ha condizionato la ne-             preparazione dell’accesso (vascolare o peri-
     cessità di un trattamento sostitutivo renale (il       toneale)
     loro primo trattamento si svolge con accesso 2. Fornisce cure in condizioni di acuzie
     vascolare temporaneo)                              3. Fornisce cure in condizioni di acuzie (7b).
 3.	Inizio acuto in pazienti non noti (late refer-
     ral): questi pazienti non sono mai stati in
     contatto con l’unità nefrologica prima della
     scoperta della fase terminale della malattia.

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 TRATTAMENTO CONSERVATIVO DI SUP-                       Ridurre sintomatologia uremica e migliorare la
 PORTO Si intende il trattamento di tutti i sin-        qualità di vita residua.
 tomi legati alla malattia renale cronica in fase
 avanzata (stadio 5) con esclusione dell’avvio di
 una terapia dialitica sostitutiva.

 DIALISI INFREQUENTE È una scelta che pri-              Privilegiare il trattamento dei sintomi uremici
 vilegia e applica dei programmi di trattamento         piuttosto che l’efficienza dialitica (8b).
 meno frequenti; in un’ottica di palliazione può
 essere definita anche dialisi “decrementale”.

 DIALISI DI PROVA Trattamento dialitico da uti-         Verificare con delle prove in sala dialisi la pro-
 lizzare nelle situazioni di maggiore incer tezza       porzionalità del trattamento (9b).
 clinica nel paziente uremico terminale.

PUNTO B                                                 infermieri nel momento della valutazione, attra-
                                                        verso l’uso di strumenti consolidati e un approc-
Viene proposta una scheda per orientare gli             cio olistico43.

Tabella 2. Esempio di Scheda di valutazione del paziente5 in dialisi rispetto al bisogno di cure palliative e
della conseguente pianificazione

     DIMENSIONE                       STRUMENTO                                OPERATORE

Stato funzionale                Karnofsky, ADL, IADL               Medico e/ o Infermiere

Stato cognitivo                 MMSE, MMS                          Medico e /o Infermiere

                                                                   Autocompilazione del paziente
Sintomi                         ESAS-r
                                                                   o con aiuto

Valutazione nutrizionale        Mini Nutritional Assessment        Medico e/o Dietista e/o Infermiere

Dimensione Psicologica          Colloquio                          Psicologo
                                Intervista colloquio               Assistente sociale e/o Medico e/o
Dimensione sociale
                                Valutazione ambiente di vita       Infermiere
Riepilogo situazione
Proposta interventi
 Benefici attesi
 Verifica

                                                                                                         13
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PUNTO C, D, E                                           PUNTO F

Si raccomanda di utilizzare strumenti già in uso        Tabella 3. Esempio di scheda di valutazione della
presso le proprie aziende e di accordarsi con           complessità assistenziale del paziente dializzato,
uffici Qualità e Risk Mangement.                        estrapolata ed adattata dal Modello Assistenziale
                                                        Professionalizzante (MAP)44

 BISOGNI ASSISTENZIALI                                  VARIABILI                      PUNTEGGIO
                                          Senza aiuto                                  Valore MAP
 Funzione respiratoria                    Dispnea da sforzo                            Valore MAP
                                          Dispnea a riposo                             Valore MAP
                                          Senza aiuto                                  Valore MAP
 Eliminazione                             Incontinenza fecale                          Valore MAP
                                          Diarrea                                      Valore MAP
                                          Assenza di medicazioni                       Valore MAP
 Medicazioni                              Medicazione semplice o singola               Valore MAP
                                          Medicazione complessa o sedi multiple        Valore MAP
                                          CVC o FAV funzionanti                        Valore MAP
 Funzionalità accesso vascolare
                                          CVC o FAV deficitari                         Valore MAP
                                          Senza sorveglianza deficit cognitivo lieve   Valore MAP
 Sensorio e comunicazione                 Deficit cognitivo moderato grave             Valore MAP
                                          Stato di agitazione aggressività             Valore MAP
 Dolore                                   Assenza dolore                               Valore MAP
                                          Presenza dolore                              Valore scala NRS
 Per il calcolo dei punteggi consultare il testo di riferimento

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COME COMUNICARE CON                                     strumenti e metodi appropriati. Favorire l’attiva-
IL MALATO E LA FAMIGLIA 38, 45, 46                      zione di equipe di cure palliative in fase precoce,
                                                        individuando la presa in carico congiunta o l’uso
Sviluppare fiducia: Comunicare sviluppando un           di consulenza come prospettive reali47.
rapporto di fiducia, franco e autentico con il ma-
lato e la sua famiglia.                                 Discussione dei casi dei malati: Discutere pe-
                                                        riodicamente i casi critici (individuati sulla base dei
Attivare le risorse residue: Individuare e con-         parametri sopra riportati) con medici, psicologi e
siderare favorevolmente tutte le risorse che il         altri professionisti48.
malato e la sua famiglia possono mettere a di-
sposizione                                              Coinvolgere l’équipe di cure palliative: Con-
                                                        sigliare, se ritenuto necessario, una valutazione
Informare e coinvolgere: Spiegare in modo               dell’équipe di cure palliative (consulenza pallia-
semplice le azioni che si stanno svolgendo e le         tiva), con la finalità di dare accessibilità a tutti i
loro reali finalità, comprese le somministrazioni di    malati cronici in peggioramento di accedere a
terapie e la conduzione di trattamenti mediati da       cure appropriate. In relazione all’elevata com-
tecnologia.                                             ponente etica delle decisioni da prendere è in-
                                                        dispensabile condividere le posizioni e le scelte
Dare e ricevere feedback: Verificare sempre at-         fra i componenti di un team di lavoro a partire
traverso la tecnica del feedback la comprensione        dall’espressione delle volontà dei malati49.
relativamente alle informazioni date.
Favorire l’espressione dei sentimenti: Permettere       Connettere gli attori del sistema di cure at-
alla persona malata di esprimere liberamente le         traverso procedure e protocolli condivisi circa
proprie emozioni, favorire un ambiente intimo           il passaggio delle informazioni, l’attivazione dei
(non in sala dialisi) e facilitante la comunicazione    servizi, i trasferimenti dei malati (funzione di case
e la relazione.                                         manager)50.

Vicinanza e prossimità delle persone care:              Attivare altri professionisti quali: psicologo
Permettere a malati e loro famigliari di stare vi-      per l’accompagnamento alla pianificazione an-
cini e insieme, di avere momenti di privacy anche       ticipata delle cure e di conseguenza nei mo-
durante il trattamento dialitico, per esempio, ri-      menti di maggior criticità decisionale, nonché
cavando o utilizzando una postazione dedicata ai        per supporto ai parenti; l’assistente sociale per
momenti difficili, piuttosto che quella degli acuti .   i problemi di tipo sociosanitario che si interse-
                                                        cano in queste vicende in aggravamento; l’as-
Ascoltare le volontà del malato: Garantire la           sistente spirituale per volontà del malato per
presenza delle persone che il malato desidera ed        poter affrontare i temi esistenziali della propria
accondiscendere alle richieste di essere, eventual-     condizione di vita.
mente, lasciato solo.

                                                        COME PREPARARSI ALLA MIGLIORE
COME INTERAGIRE ALL’INTERNO                             ASSISTENZA INFERMIERISTICA AI
DEL TEAM DI CURE E CON GLI ALTRI                        MALATI CON MALATTIA RENALE
ATTORI DEL SISTEMA E DELLA RETE                         AVANZATA

La comunicazione in team di cura: Favorire              Sono ormai disponibili alcune rilevanti indica-
la comunicazione nel team di cure all’interno del       zioni a livello nazionale come il “Core Compe-
proprio settore di nefrologia e dialisi, utilizzando    tence Italiano dell’Infermiere in Cure Palliative

                                                                                                           15
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(CCIICP)” 38 pubblicato nella sua ultima edizione       zione di competenze trasversali        52, 53
                                                                                                        alle pro-
nel 2018. Ad esso è indicato riferirsi per crea-        fessioni.
re eventi formativi che possano rispondere alle
attuali necessità di acquisizione di competenze.
Sono disponibili due strumenti che concorro-            CONCLUSIONI
no a creare strumenti di misurazione e moni-
toraggio delle competenze inerenti l’assistenza         Il presente elaborato vuole essere un primo stru-
infermieristica nel settore delle cure palliative: la   mento per costruire consapevolezza e competenza
mappa delle competenze CCIICP e Questiona-              infermieristica rispetto l’inserimento delle cure pal-
rio Competenze Professionali Infermieri in cure         liative nei contesti di dialisi; nonché un ponte verso
palliative CCICP 51.                                    un più efficace e strutturato dialogo con le altre
La formazione in cure palliative è richiamata           componenti professionali coinvolte nel processo di
nella legge 38/2010 articolo 8 e a livello Euro-        cura e di presa in carico del percorso terapeutico-
peo sono disponibili indicazioni per la forma-          palliativo dei soggetti con MRC terminale.

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GLOSSARIO

     TERMINE                           SIGNIFICATO                                  FINALITÀ
                          La D.A.T. disposizione anticipata di tratta-      La persona può dichiarare se
                          mento viene anche chiamata testamento             accettare o rifiutare tratta-
                          biologico o di vita. È un documento stretta-      menti sanitari, accer tamenti
                          mente personale con cui una persona mag-          diagnostici o scelte terapeu-
                          giorenne (l’intestatario), capace di intendere    tiche (dopo aver acquisito
DAT                       e di volere, esprime la propria volontà in        informazioni mediche sulle
Advance Directives        merito ai trattamenti sanitari nel caso in cui,   conseguenze delle proprie
                          in futuro, si trovasse in condizione di non       scelte). Legge 219 del 22 di-
                          poter manifestare la propria volontà.             cembre 2017.

                          La cura è proporzionale quando tiene con- Personalizzare l’assistenza; evi-
                          to insieme dei benefici e della sofferenza tare accanimento terapeutico.
                          della persona curata, con la conseguenza
CURA                      che nasce per il medico il dovere di inter-
PROPORZIONALE             romperla e rimodularla, ove risulti non pro-
Proportional approaches   porzionata sotto l’uno o sotto l’altro profilo.

                          Processo chiaramente documentato, in cui          Essa ha lo scopo di assicurare
                          le persone malate, con l'aiuto dei medici,        il rispetto della diversità cul-
                          e sulla base dell’esperienza di una malattia      turale, religiosa e individuale
PIANIFICAZIONE            in avanzata fase evolutiva o al suo esordio,      e assicurare l'autonomia della
CONDIVISA E               valutano le possibili prospettive future di-      relazione di cura, garantendo
ANTICIPATA                chiarando quali trattamenti sarebbero pro-        sia l’autodeterminazione della
DELLE CURE                pensi ad accettare e quali sarebbero invece       persona malata, sia l’autono-
Advanced care             portati a rifiutare.                              mia professionale del curante.
planning

                          Si riferiscono alle cure dell'ultima fase della   Si caratterizzano per una ri-
                          vita, caratterizzata da segni e sintomi speci-    modulazione dei trattamenti
                          fici, il cui pronto riconoscimento permette       e degli interventi assistenziali
CURE DI FINE VITA
                          di impostare quei cambiamenti che sono            in atto in rappor to ai nuovi
(end-of-life
                          necessari per riuscire a garantire ai malati      obiettivi di cura (gestione dei
palliative care)
                          una buona qualità del morire e ai familiari       sintomi e accompagnamento),
                          che li assistono una buona qualità di vita,       al fine di garantire la migliore
                          prima e dopo il decesso del loro caro.            qualità di vita.

                                                                                                         21
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     TERMINE                           SIGNIFICATO                                     FINALITÀ
                         L’insieme degli interventi terapeutici, dia-         La prevenzione e il sollievo
                         gnostici e assistenziali, rivolti sia alla persona   della sofferenza per mezzo di
                         malata sia al suo nucleo familiare finalizzati       una identificazione precoce e
 CURE PALLIATIVE         alla cura attiva e totale dei pazienti la cui        di un ottimale trattamento del
 Palliative Care         malattia di base, caratterizzata da un’inarre-       dolore e delle altre problema-
                         stabile evoluzione e da una prognosi infau-          tiche di natura fisica, psicofisi-
                         sta, non risponde più a trattamenti specifici”       ca e spirituale.
                         (rif. Legge 38/2010).

                  Rappresentano un modello organizzativo Le finalità sono:
                  mirato a garantire la presa in carico globale • ottimizzare la qualità della
                  attraverso un'assistenza continua, integrata     vita in ogni fase della ma-
                  e progressiva fra terapie attive e Cure Pal-     lattia;
                  liative quando l'outcome non sia principal- • garantire la continuità di
                  mente la sopravvivenza del malato.               cura attraverso una gestio-
                                                                   ne flessibile del malato e dei
 CURE SIMULTANEE                                                   suoi bisogni, con appropriati
 o                                                                 obiettivi in ogni situazione
 Simultaneus care                                                  attraverso la valutazione,
                                                                   pianificazione, coordinamen-
                                                                   to, monitoraggio e selezione
                                                                   delle opzioni e dei servizi;
                                                                • e vitare il senso di abban-
                                                                   dono nella fase avanzata e
                                                                   terminale

                         Il modello propone una serie di cambia-              L’obiettivo è passare da un
                         menti a livello dei sistemi sanitari utili a         modello di “Medicina d’attesa”,
                         favorire il miglioramento della condizione           dove il bisogno si trasforma in
                         dei malati cronici e suggerisce un approccio         domanda, ad una “Sanità d’ini-
 Chronic Care Model
                         “proattivo” tra il personale sanitario e i pa-       ziativa”.
                         zienti stessi, con questi ultimi che diventano
                         parte integrante del processo assistenziale.

                         Un'organizzazione non più articolata, come           L’obiettivo è coniugare me-
                         da tradizione, in Reparti o Unità operative          glio sicurezza, efficacia, qualità
                         in base alla patologia e alla disciplina me-         dell'assistenza ed efficienza dei
 ASSISTENZA              dica, ma articolata in aree omogenee, che            processi,
 PER INTENSITÀ           ospitano i pazienti in base alla gravità del
 DI CURA                 caso clinico e del livello di complessità as-
                         sistenziale. Attorno al paziente si muovono
                         i professionisti e si aggregano le tecnologie.

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DOCUMENTO DI CONSENSO SICP SIAN

      TERMINE                        SIGNIFICATO                                     FINALITÀ
                        Condizione patologica che interessa il rene         La finalità della stadiazione
                        e che può provocare perdita progressiva e           consiste nell’individuare il trat-
                        completa della funzione renale o compli-            tamento più appropriato: stadi
                        canze derivanti dalla ridotta funzione renale.      da 1 a 4 trattamento conser-
                        La relativa stadiazione prende in conside-          vativo; stadi 4 e 5 trattamento
                        razione due fattori: il "danno renale" e la         sostitutivo.
                        riduzione della funzione renale, intesa come
                        velocità di filtrazione glomerulare (VFG o
                        GFR) ed è così suddivisa:

                        • stadio 1: Segni di danno renale con GFR
                           normale o aumentato (GFR > 90 ml/min)

MALATTIA                • s tadio 2: Segni di danno renale con lieve ri-
RENALE                    duzione del GFR (GFR tra 60 e 89 ml/min)
CRONICA (MRC):
                        • stadio 3: Riduzione moderata del GFR
CKD                        (GFR tra 59 e 30 ml/min)

                        • stadio 4: Grave riduzione del GFR (GFR
                           tra 29 e 15 ml/min)

                        • stadio 5: Insufficienza renale terminale o
                           uremia (GFR < 15 ml/min o paziente in
                           terapia sostitutiva)

                        • Lo stadio 5 è detto anche fase uremica
                           o terminale, perché i reni hanno perso
                           quasi del tutto la loro funzione. In questa
                           fase si intraprende la terapia sostitutiva
                           della funzione renale (dialisi, trapianto di
                           rene, trattamento conservativo).

                        Sono trattamenti sostitutivi:                       Sono trattamenti che sosti-
TRATTAMENTI             • l’emodialisi                                      tuiscono la funzione renale
SOSTITUTIVI             • la dialisi peritoneale                            (stadio 4 - 5) parzialmente o
Substitutional          • il trapianto                                      totalmente.
therapies

                        Complesso di dispositivi medici utilizzato Sostituzione della funzione
RENE ARTIFICIALE        nella terapia della insufficienza renale tra- renale.
Med artificial kidney   mite emodialisi.

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     TERMINE                     SIGNIFICATO                                   FINALITÀ
                    1)	Inizio programmato (early referral): pa- 1)	Garantisce l’educazione
                        zienti già seguiti ambulatorialmente dal     terapeutica, la scelta condi-
                        nefrologo con o senza percorso strut-        visa sulla modalità del trat-
                        turato di “pre-dialisi”                      tamento e la preparazione
                    2)	Inizio acuto in pazienti noti (late refer-   dell’accesso (vascolare o
                        ral): pazienti conosciuti dal nefrologo      peritoneale)
 MODALITÀ               cui è accaduto un evento acuto che ha 2)	Fornisce cure in condizioni
 DI INGRESSO            condizionato la necessità di un tratta-      di acuzie
 DEL PAZIENTE           mento sostitutivo renale (il loro primo 3)	Fornisce cure in condizioni
 IN DIALISI             trattamento si svolge con accesso va-        di acuzie
                        scolare temporaneo)
                    3)	Inizio acuto in pazienti non noti (late
                        referral): questi pazienti non sono mai
                        stati in contatto con l’unità nefrologica
                        prima della scoperta della fase termina-
                        le della malattia.
 TRATTAMENTO        Associazione di terapia farmacologica e Associazione con finalità di
 CONSERVATIVO       dietetica.                              mantenere più a lungo possi-
 Conservative                                               bile la funzione renale residua.
 therapies
                    Si intende il trattamento di tutti i sintomi le-   Ridurre sintomatologia ure-
 TRATTAMENTO
                    gati alla malattia renale cronica in fase avan-    mica e migliorare la qualità di
 CONSERVATIVO
                    zata (stadio 5) con esclusione dell’avvio di       vita residua.
 DI SUPPORTO
                    una terapia dialitica sostitutiva.
                    È una scelta che privilegia e applica dei pro-     Privilegiare il trattamento dei
 DIALISI            grammi di trattamento meno frequenti; in           sintomi uremici piuttosto che
 INFREQUENTE        un’ottica di palliazione può essere definita       l’efficienza dialitica.
                    anche dialisi “decrementale”.
                    Trattamento dialitico da utilizzare nelle si-      Verificare con delle prove in
 DIALISI DI PROVA   tuazioni di maggiore incertezza clinica nel        sala dialisi la proporzionalità
 Short trial
                    paziente uremico terminale.                        del trattamento.

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