Sheryl Sandberg, Perché le donne leader sono troppo poche, Ted, dicembre 2010

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Sheryl Sandberg, Perché le donne leader sono troppo poche, Ted, dicembre 2010

A tutte le donne che sono in questa stanza oggi, iniziamo ammettendo che siamo
fortunate. Non viviamo nel mondo nel quale le nostri madre e nonne hanno vissuto, dove le
scelte carrieristiche per le donne erano estremamente limitate. E se vi trovate in questa stanza
oggi, è perché molte di noi sono cresciute in un mondo dove abbiamo avuto dei diritti civili di
base. Ed incredibilmente, viviamo ancora in un mondo dove alcune donne non li hanno. Ma a
parte tutto questo, abbiamo ancora un problema, e si tratta di un problema reale. Ed il
problema è questo: le donne non stanno raggiungendo i vertici di ogni professione in nessun
posto al mondo. I numeri raccontano la storia in maniera abbastanza chiara. Su 190 capi di
stato -- 9 sono donne. Di tutte le persone che siedono in un parlamento il 13% sono
donne. Nel settore degli affari, le donne al potere, in posizioni direttoriali o che siedono nei
consigli d'amministrazione, si stagliano intorno al 15, 16%, I numeri non sono cambiati dal
2002 e stanno andando nella direzione sbagliata. Ed anche nel mondo non-profit un mondo al
quale a volte pensiamo come ad uno diretto da piú donne, le donne al vertice sono il 20%.

Ed abbiamo anche un altro problema, ossia che le donne devono confrontarsi con scelte piú
difficili tra il successo professionale e l'appagamento personale. Uno studio recente negli Stati
Uniti mostra come, tra i senior manager, 2/3 degli uomini sposati hanno figli, mentre solo 1/3
terzo della donne sposate hanno figli. Qualche anno fa, mi trovavo a new York, e stavo
chiudendo un affare, e mi trovavo in uno di quegli uffici di New York, sofisticati e ricercati, che
potete immaginare. E mi trovo in un meeting -- di circa tre ore -- e dopo due ore, ho bisogno
di una pausa per bisogni fisiologici, e tutti si alzano, ed il partner che conduce il
meeting incomincia a sembrare veramente imbarazzato. E realizzo che non sa dove si trovino i
bagni delle signore nell'ufficio. Per cui inizio a guardarmi attorno alla ricerca di scatoloni da
traslococredendo si fossero appena trasferiti, ma non ne vedo alcuno. E chiedo: " Vi siete
appena trasferiti in quest'ufficio?" E lui risponde " No, siamo qua da circa un anno." E gli
rispondo, "Mi sta dicendo che sono l'unica donna che è venuta a chiudere un affare in
quest'ufficio in un anno?" E mi ha guardato, dicendo: "Si. O forse lei è l'unica che ha dovuto
usare i servizi."

2:25(Risate)

Per cui la domanda è, come risolveremo questo problema? Come cambiamo i numeri al
vertice? Come trasformiamo tutto questo? Vorrei iniziare dicendo, Io parlo di questo -- di
trattenere le donne nella forza lavoro -- perché credo davvero che questa sia la risposta. Nella
parte della nostra forza lavoro con salari elevati, tra le persone che finiscono ai vertici -- I
lavori da AD che finiscono tra i primi 500 di Fortune, o l'equivalente in altri settori, il problema,
ne sono convinta, è che le donne si ritirano. Ora, le persone parlano un sacco di tutto questo, e
parlano di cose come il lavoro flessibile ed il mentoring e di programmi che le compagnie
dovrebbero avere per formare le donne. Ma non voglio parlare di questo oggi, anche se si
tratta di un argomento molto importante. Oggi mi voglio focalizzare su quello che possiamo
fare come individui. Quali sono i messaggi che dobbiamo mandare a noi stesse? Quali sono i
messaggi che dobbiamo mandare alle donne che lavorano con noi e per noi? Quali sono i
messaggi che dobbiamo dare alle nostre figlie?
Voglio essere chiara sin dal principio sul fatto che questo discorso non esprime giudizi. Non ho
le risposte giuste; non le ho nemmeno per me stessa. Ho lasciato San Francisco, dove vivo,
lunedí, e stavo andando a prendere l'aereo per venire a questa conferenza. E mia figlia, che ha
tre anni, quando l'ho lasciata all'asilo, ha fatto la classica scena, attaccandosi alla mia
gamba, piangendo, " Mamma, non salire sull'aereo ". É duro. Mi sento in colpa a volte. Non
conosco nessuna donna, che stia a casa o che lavori, che non si senta cosí a volte. E non sto
dicendo che lavorare sia la cosa giusta per tutti.

Il mio discorso oggi è incentrato sui messaggi da dare se vuoi lavorare. E credo che ce ne
siano tre. Uno, siediti al tavolo. Due, scegli un partner che sia un vero compagno, E tre --
guarda guarda -- non mollare prima di aver lasciato il tuo lavoro. Numero uno: Siediti al
tavolo. Giusto un paio di settimane fa, in Facebook, abbiamo ricevuto la visita di un eminente
membro del governo, che era venuto per incontrarsi con alcuni dei direttori ai vertici, di Silicon
Valley. E tutti si sono più o meno seduti al tavolo. E c'erano queste due donne che viaggiavano
con lui che avevano posizione di rilievo nel suo dipartimento. E gli ho detto qualcosa come
"Prendete posto al tavolo, su, sedete qui." E si sono sedute in un angolo della stanza. Quando
mi trovavo all'ultimo anno di università, andai a lezione di "Storia intellettuale europea". Non
amate queste cose dell'università? Mi piacerebbe poterli fare adesso. Ed andai a quel corso con
la mia compagna di stanza, Carrie, che era a quei tempi una bravissima studentessa di lettere
-- ed è poi diventata una ricercatrice in letteratura, e mio fratello -- ragazzo intelligente,
giocatore di pallanuoto, che era una matricola.

Tutti e tre andiamo a questo corso. Carrie legge tutti libri nelle versioni originali in greco e
latino, va a tutte le lezioni, Io leggo tutti i libri in versione Inglese e vado alla maggior parte
delle lezioni. Mio fratello diciamo che è occupato; legge un solo libro su 12 e va ad un paio di
lezioni, viene in camera nostra un paio di giorni prima dell'esame per farsi preparare, e tutti e
tre insieme andiamo a fare l'esame. E l'esame dura tre ore con i nostri libretti blu -- (si! sono
cosí vecchia!) E usciamo dall'aula, e guardandoci l'un l'altro, diciamo, "Come è andata?" E
Carrie dice: "Cielo, mi sembra di non essere andata dritta al punto sulla dialettica
Hegeliana. Ed io dico " Dio, avrei davvero voluto connettere la teoria della proprietà di John
Locke con i filosofi successivi" E mio fratello fa: "Io ho preso il massimo dei voti." "Tu hai preso
il massimo dei voti? Ma se non sai niente!"

Il problema con queste storie è che mostrano quello che mostrano anche i dati: le donne
sistematicamente sottostimano le loro capacità. Se mettete alla prova uomini e donne, e
chiedete loro domande su criteri totalmente oggettivi come la media dei voti, gli uomini fanno
errori, sovrastimando, e le donne sbagliano sottostimandola. Le donne non negoziano per se
stesse sul lavoro. Uno studio condotto negli ultimi due anni sulle persone che stavano entrando
nella forza lavoro appena uscite dall'università mostra che il 57% dei ragazzi che stanno
entrando -- ragazzi o uomini, in generale --negoziano il loro primo salario, contro solo il 7%
delle donne. Ed ancora più importante, gli uomini attribuiscono il loro successo a se
stessi, mentre le donne lo attribuiscono a fattori esterni. Se chiedi a un uomo come mai hanno
fatto un buon lavoro ti risponderanno: "Perché sono un grande". Ovviamente. Perché
chiedere? Se chiedi ad una donna come mai ha fatto un buon lavoro ti risponderanno che sono
state aiutate, che hanno avuto fortuna, che hanno lavorato duro. E perché tutto questo è
rilevante? Ragazzi, conta e come perché nessuno siede agli uffici dell'angolo sedendosi da una
parte anziché al tavolo. Ed a nessuno arriva una promozione se non credono di meritare il
proprio successo, o se nemmeno lo capiscono il loro successo.

Mi piacerebbe che ci fossero delle risposte semplici. Mi piacerebbe poter andare dalle giovani
donne con cui lavoro, tutte queste ragazze favolose, e dire: "Credete in voi stesse e negoziate
per voi stesse. Siate padrone del vostro successo" Mi piacerebbe poter dire questo a mia
figlia. Ma non è cosí facile. Perché quello che i dati mostrano, soprattutto, è una cosa, ossia
che il successo e la simpatia sono positivamente correlati per gli uomini e negativamente
correlati per le donne. E state tutte annuendo, perché noi tutte sappiamo che è vero.

C'è uno studio che mostra questo fatto veramente bene. Si tratta di una famosa ricerca
condotta dalla Harvard Business School su una donna di nome Heidi Roizen. É una
imprenditrice di un'azienda a Silicon Valley, che usa i suoi contatti per diventare una manager
d'azienda di successo. Nel 2001, non tanto tempo fa, un professore che si trovava alla
Columbia University a quei tempi, prese quel caso e lo fece diventare Heidi Rozen. E distribuì il
caso, a due gruppi di studenti. cambiando esattamente una parola: Heidi divenne Howard. Ma
quella parola fece una grande differenza. Dopodiché condusse un'inchiesta tra gli studenti. E la
buona notizia fu che gli studenti, sia uomini che donne, pensarono che sia Heidi che Howard
fossero egualmente competenti, che è una buona cosa. La brutta notizia era che a tutti piaceva
Howard. É una persona in gamba, vuoi lavorare per lui, vuoi andare a pesca con lui. E Heidi?
Non sei troppo sicuro/a. É egocentrica ed ha un orientamento politico. Non sei sicuro/a di voler
lavorare per lei. Questa è la complicazione. Dobbiamo dire alle nostre figlie e alle nostre
colleghe, dobbiamo dire a noi stesse di credere di aver preso il massimo dei voti, di cercare
quella promozione, di sederci al tavolo. E dobbiamo farlo in un mondo, dove, per le donne, ci
saranno sacrifici da compiere, anche se i loro fratelli non dovranno fare gli stessi sacrifici.

La cosa più triste in tutto questo è che è molto difficile ricordarsene. E sto per raccontare una
storia, che è davvero imbarazzante per me, ma che credo sia importante. Feci un discorso in
Facebook, non molto tempo fa, a circa un centinaio di dipendenti. E circa un paio d'ore piú
tardi, una ragazza che lavora lí seduta dall'altra parte della mia piccola scrivania, voleva
parlarmi. Dissi, OK, e si sedette e parlammo. E mi disse, "Ho imparato qualcosa oggi. Ho
imparato che devo tenere la mia mano alzata." E io risposi, "Cosa intendi?" E lei: "Bé, stava
facendo questo discorso, e alla fine ha detto che avrebbe ascoltato altre due domande. Ed io
avevo la mia mano alzata insieme a tanta altra gente, e lei ascoltò queste due domande. E ho
abbassato la mano, e ho notato che tutte le altre donne hanno abbassato la mano, ma lei poi
ha risposto ad altre domande, solo dagli uomini." E pensai tra me e me, wow, se io, che mi
preoccupo di queste cose, ovviamente, mentre facevo questo discorso, non ho nemmeno
notato che le mani degli uomini erano ancora alzate, e che le mani delle donne erano ancora
alzate, (?) quanto siamo bravi come manager delle nostre aziende ed organizzazioni a notare
come gli uomini si buttano nelle opportunità più delle donne? Dobbiamo far sí che le donne si
siedano al tavolo.
10:03(Applausi)

Messaggio numero due: fai del tuo partner un vero compagno. Mi sono convinta del fatto che
abbiamo fatto più passi avanti nella vita lavorativa che in quella domestica. I dati mostrano
questo chiaramente. Se una donna e un uomo lavorano a tempo pieno e hanno un bambino, la
donna fa il doppio dei lavori domestici dell'uomo, e la donna si prende cura del bambino tre
volte tanto, rispetto ad un uomo. Per cui lei ha tre lavori, o due, e lui ne ha uno. Chi credete si
licenzi quando qualcuno deve passare più tempo a casa? Le ragioni di tutto questo sono
complicate, e non ho tempo per discuterle. E non credo che guardare il calcio la Domenica e la
pigrizia in generale ne siano la causa.

10:45Credo che la causa sia più complicata. Credo che, come società, facciamo più pressione
sui ragazzi, affinché abbiano successo, che sulle nostre ragazze. Conosco degli uomini che
stanno a casa e lavorano a casa per dare supporto alle loro donne con una carriera. Ed è
dura. Quando vado alle riunioni mamma e figlio e vedo l'unico padre lí, noto che le altre
mamme non giocano con lui. E questo è un problema, perché dobbiamo fare si che sia un
lavoro tanto importante perché è il lavoro più duro del mondo, i lavori domestici, per le
persone di entrambi i sessi, se vogliamo che le cose pareggino e le donne possano restare
nella   forza   lavoro. (Applauso) Studi   dimostrano   come   le   famiglie   con   salari   simili e
responsabilità simili hanno anche la metà dei divorzi E se quella non fosse una motivazione
sufficiente per voi, queste coppie hanno anche --- come posso dire questo su un palco? -- si
conoscono anche più spesso in senso biblico.

11:38(Risate)

Messaggio numero tre: non mollate prima di aver lasciato il lavoro. Credo ci sia una ironia
veramente profonda nelle azioni intraprese dalle donne, e lo vedo tutti i giorni -- con l'obiettivo
di restare nella forza lavoro, alla fine portano le donne a lasciare il lavoro. Ecco cosa
succede: siamo tutte impegnate; tutti sono impegnati; una donna è impegnata. E lei inizia a
pensare di avere un bambino. E dal momento in cui inizia a pensare di avere un figlio, inizia a
pensare a come fare spazio per quel bambino. "Come farò a fare tutte le altre cose che sto
facendo?" E letteralmente da quel momento, non alza più la mano, non cerca una promozione,
non accetta il nuovo progetto, non dice: "Io, lo voglio fare io!" Inizia a tirarsi indietro. Il
problema è che -- diciamo che è rimasta incinta quel giorno, -- nove mesi di gravidanza, 3
mesi di congedo di maternità, sei mesi per riprendere fiato -- manda avanti di due anni, molto
spesso -- per come l'ho vista io -- le donne iniziano a pensare a queste cose molto tempo
prima, quando si fidanzano, quando si sposano, quando iniziano a pensare di provare ad avere
un bambino, che puó essere per un lungo periodo. Una donna venne a parlarmi di questo una
volta, e la guardai pensando che sembrasse un po' giovane. E dissi, "Allora tu e tuo marito
state pensando di avere un bambino?" E lei rispose "oh no, non sono sposata." Non aveva
nemmeno un ragazzo. Le risposi " Stai pensando a tutto questo un po' troppo presto."

13:00ma il punto é: cosa succede quando inizia a ritirarti silenziosamente? Chiunque ci sia
passato e sono qui per dirvelo anche io, quando c'è un bambino a casa, è meglio che tu abbia
un lavoro davvero molto buono a cui tornare perché è difficile lasciare un bambino a casa -- il
tuo lavoro deve essere stimolante, deve dare soddisfazione. Ti devi sentire come se tu facessi
la differenza. E se due anni fa non hai accettato una promozione ed il ragazzo della scrivania
accanto l'ha avuta, se tre anni fa hai smesso di cercare nuove opportunità, ti annoierai, perché
avresti dovuto tenere il tuo piede sull'acceleratore. Non mollare prima di aver lasciato il tuo
lavoro. Resta. Mantieni il piede sull'acceleratore, fino al giorno che dovrai mollare per prenderti
una pausa per un bambino -- e solo allora prendi le tue decisioni. Non prendere decisioni
troppo presto, in particolare quelle che non sei nemmeno cosciente di aver preso.

La mia generazione, tristemente, non cambierà i numeri ai vertici. Non si smuoveranno. Non
arriveremo al punto dove il 50% della popolazione -- nella mia generazione, non ci sarà il 50%
della popolazione al top di nessun settore. Ma sono speranzosa, e credo che le le nuove
generazioni ce la faranno. Credo che un mondo governato da donne, dove metà della nazioni e
metà della aziende sono condotte da donne, sarebbe un mondo migliore. E non solo perché le
persone saprebbero dove si trovano i servizi per le signore, anche se sarebbe veramente
d'aiuto. Penso che sarebbe un mondo migliore. Ho due bambini. Un figlio di cinque anni e una
figlia di due. Voglio che mio figlio abbia la possibilità di contribuire pienamente al mondo
lavorativo o ai lavori domestici, e voglio che mia figlia abbia la possibilità di scegliere non solo
di eccellere ma di essere apprezzata per i suoi successi.

Grazie.

perlaretorica.it

Il testo è stato tratto da ted.com
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