SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

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SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

SEGNI E DISEGNI
DI BAMBINI E ADULTI.
IMPARARE AD IMPARARE,
OSSERVARE E COMUNICARE
INSIEME AGLI ALTRI
Marina Baretta e Serena Draghi Lorenz
a cura di
SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

SEGNI E DISEGNI
DI BAMBINI E ADULTI.
IMPARARE AD IMPARARE,
OSSERVARE E COMUNICARE
INSIEME AGLI ALTRI
Marina Baretta e Serena Draghi Lorenz
a cura di
SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
Hanno partecipato al percorso formativo

Servizi prima infanzia comunali (a gestione diretta e indiretta) e a convenzione
BAGHEERA, BALOO, BIGLIA, BIRILLO, BRUCALIFFO, CIELO STELLATO, GIARDINO INCANTATO, LEONE DI OZ, PALAZZUOLO,
POLLICINO, TROTTOLA, COMETA, DRAGONCELLO, ERBASTELLA, GIRASOLE, MELOGRANO, PINOLO, RAPAPATATA,
STRIGONELLA, VERDE RANOCCHIO, FASOLO, CATIA FRANCI, CUCÙ, FORTINI, PALLA PILLOTTA, PALLONCINO,
STACCIA BURATTA COCCINELLA, FARFALLA, GALLO CRISTALLO, GRILLO PARLANTE, IL NIDO DEL MERLO, AQUILONE,
KOALA, PESCIOLINO ROSSO, SCOIATTOLO, STREGATTO, UGNANO, TASSOBARBASSO, AQUILONE ROSSO, ARCA DI NOÈ,
ARCOBALENO, BIANCONIGLIO, CHICCO DI GRANO, COLOMBO, FANTAGHIRÒ, GIALLO PULCINO, IL NIDO SUL MELO,
C. Multiculturale LA GIOSTRA, C. Infanzia LA NAVE, LORENZO IL MAGNIFICO, MADAMA DORÈ, NUVOLA MAGA,
PICCOLO NAVIGLIO, PINOCCHIO, PRIMI PASSI.

Scuole dell’infanzia comunali, statali e private paritarie
LAVAGNINI, KINDERGARTEN, MAZZEI, N. CASSUTO, VITTORIO VENETO, ANDREA DEL SARTO, CAPPONI, DIONISI, FASOLO,
PILATI FORTINI, GRIFEO, STEFANI, VILLANI, AMBROSOLI, BARSANTI, BECHI, DADDI, LOCCHI, NICCOLINI, PIO FEDI,
MONTAGNOLA GRAMSCI, GHIBERTI, ALLORI, CADORNA, MAMELI, PESCIOLINO, VILLA RAMBERG, LA NAVE.

Realizzazione grafica:
Giovanni Mattioli

Stampa:
Tipografia Comunale

Finito di stampare a Firenze nell’ottobre 2013
SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
Indice
Presentazione ......................................... 5      LABORATORIO DI PITTURA E MOVIMENTO
Cristina Giachi, Assessora all’Educazione, Comune di Firenze   Spazi vissuti e spazi rappresentati ......... 39
                                                               Brunella Baldi
Introduzione ............................................ 7
Marina Baretta e Serena Draghi Lorenz                          LABORATORIO DI GESTI, LINEE E FORME
                                                               Giochi di linee e spazi di colore ............ 42
                                                               Marina Baretta
PRIMA PARTE - IL PROGETTO
E LA DOCUMENTAZIONE                                            Emozione, arte, espressività .................. 45
Per una coerenza educativa territoriale .... 10                Luana Collacchioni
Anna Tomaselli
                                                               LABORATORIO DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI E
Aspetti metodologici ............................ 12           DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE
Giacomo Livi                                                   Affidarsi nel contatto ........................... 48
                                                               Paolo Borin
Dal fare al documentare ....................... 15
Serena Draghi Lorenz                                           LABORATORIO DELLE IMPRONTE DELLE STORIE
                                                               Ascolto e spazi dell’immaginario .......... 51
                                                               Giacomo Livi
SECONDA PARTE - I LABORATORI
E LE TEMATICHE TRASVERSALI                                     La relazione interpersonale e la
LABORATORIO ESPRESSIVO-MANUALE                                 comunicazione non verbale .................. 54
La pittura con le terre ........................... 20         Paolo Borin
Giacomo Livi
                                                               TERZA PARTE - CONCLUSIONI
LABORATORIO SULLE IMMAGINI E L’ESPRESSIONE DI SÉ
                                                               E NUOVE PROSPETTIVE
Il viaggio della continuità:
cosa lascio e cosa porto con me ............ 23                La parola ai corsisti .............................. 58
Arianna Papini                                                 Franca Bonichi

L’arte di vivere l’Arte ............................ 26        La formazione in continuità:
Gianfranco Staccioli                                           fare e riflettere, insieme ........................ 61
                                                               Paolo Borin
LABORATORIO DI PITTURA
Dall’impronta all’identità ..................... 29
Sophie Fatus

LABORATORIO DI PITTURA                                         L’équipe dei formatori .......................... 66
Dall’albero al bosco, dalla casa
al villaggio............................................ 32    Riferimenti bibliografici ....................... 68
Fuad Aziz
                                                               Immagini e parole per bambini,
La clessidra e il cronometro.                                  bambine e adulti................................... 70
Il tempo e l’educazione ......................... 36
Marina Baretta                                                 Allegati................................................. 71
SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

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SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
Presentazione
Cristina Giachi, Assessora all’Educazione, Comune di Firenze
Mi piace pensare alla formazione come processo           per la programmazione e progettazione educati-
di ricerca e di apprendimento in grado di sostenere      va integrata territoriale e i relativi fondi stanziati
la capacità di costruire conoscenze, una sorta di        per progetti di formazione comune a livello zo-
oscillazione tra l’avvicinarsi, per entrare in contat-   nale con l’obiettivo di facilitare la collaborazione
to con le diverse situazioni educative, e l’allonta-     tra i diversi attori del processo formativo, pro-
narsi per poter vedere, con altri occhi, la realtà di    muovendo la continuità educativa nel rispetto dei
cui si è parte.                                          tempi dei bambini.
Credo sia essenziale proporre percorsi formativi che     Servizi educativi e scuola dell’infanzia, pur tenendo
alimentino la curiosità, il piacere per l’esplorazione   conto delle oggettive difficoltà di bilancio che, in
e la ricerca tenendo conto del contesto in cui vivia-    molti casi, comportano la riduzione di voci di spesa
mo, riuscendo a mettere insieme e a confronto pun-       che possono essere ritenute non essenziali, devono
ti di vista differenti, sostenendo la ricerca di modi    e possono trovare un unico denominatore attra-
più pertinenti di capire e gestire la complessità.       verso la realizzazione di una continuità minima e
La formazione in servizio costituisce una “tradizio-     sostenibile costituita cioè da una serie di attività e
ne” per i nidi toscani e ne vediamo i risultati che      iniziative comuni e sostenuta, oltreché sostanziata,
si concretizzano in una qualificazione sistematica e     da una formazione che non appiattisca ma unisca
ricorrente della professionalità educativa.              valorizzando caratteristiche e specificità di ognuno
Predisporre progetti formativi adeguati ai bisogni       dei due servizi.
specifici delle professionalità che operano nei servi-   Perché ciò si realizzi effettivamente occorre che
zi educativi è fondamentale per far sì che, attraver-    la formazione sia particolarmente qualificata nei
so l’aggiornamento continuo delle rispettive cono-       contenuti e nelle metodologie così da garantire a
scenze e competenze, siano in grado di rispondere        educatori e insegnanti una crescita dei livelli pro-
opportunamente ai bisogni di cui sono portatori i        fessionali.
bambini e le famiglie.                                   Questa pubblicazione ci parla di sinergie efficaci, di
Il percorso raccontato in queste pagine può sen-         condivisione e voglia di mettersi in gioco da parte
za dubbio favorire il consolidamento delle prassi        di educatori e insegnanti che, dopo una giornata di
unitarie di continuità dell’area educativa 0-6 anni      lavoro, si ritrovano per sperimentare, cercare, porsi
nell’ottica di un progressivo miglioramento della        delle domande nel clima positivo del fare insieme.
qualità complessiva dei servizi all’infanzia.            Penso che questo sia un primo passo nella direzio-
La questione della continuità educativa è oggi po-       ne giusta da seguire e ringrazio il Coordinamento
sta al centro del dibattito pedagogico ma anche,         pedagogico comunale dei servizi all’infanzia, i CE-
e in primo luogo, politico, nella nostra Regione         MEA toscani, educatori e insegnanti per l’impegno
che ne fa una priorità attraverso le Linee guida         e la qualità del percorso realizzato.

                                                                                                             5
SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

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SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
Introduzione
Marina Baretta e Serena Draghi Lorenz
Condividere un linguaggio comune tra Nido e               portanza di un’efficace e attenta raccolta dei docu-
Scuola dell’infanzia, rendere più omogenee le prassi      menti, delle tracce e delle testimonianze dei parte-
educative, senza per questo omologarle, promuove-         cipanti.
re coerenza educativa, sinergie, collaborazione e co-     La seconda parte di questa pubblicazione fa da
municazione fra tutti i soggetti coinvolti e sostenere    specchio alla metodologia esposta e propone un’al-
una reale comunità educante in grado di collabo-          ternanza fra contributi pratici, redatti in forma di
rare per degli intenti comuni come il benessere dei       documentazione del lavoro svolto nei diversi grup-
bambini e delle loro famiglie, con tutta la comples-      pi aula e di contributi più “teorici” che approfon-
sità che il significato di “benessere” comporta, sono     discono alcune tematiche trasversali, sviluppati dai
stati gli obiettivi condivisi nel contratto formativo     pedagogisti referenti dei gruppi.
del percorso di continuità 0-6 Segni e disegni di         Le schede - laboratorio contengono, in forma sinte-
bambini e adulti. Imparare a imparare, osservare e        tica, la presentazione di ogni percorso di esperienza
comunicare insieme agli altri promosso, per l’anno        pratica e le attività svolte in ogni incontro di for-
scolastico 2012-2013, dal Servizio Servizi all’infan-     mazione.
zia del Comune di Firenze.                                Ogni scheda, curata dal conduttore del laboratorio,
La presente pubblicazione è il risultato della do-        presenta l’attività proposta, indica le consegne ri-
cumentazione realizzata durante il percorso di            volte ai partecipanti, i materiali necessari e una bre-
formazione rivolto agli educatori e alle educatrici       ve raccolta delle parole che, nel gruppo, sono state
dei Servizi alla prima infanzia e alle/agli insegnan-     espresse subito dopo lo svolgimento dell’attività.
ti della Scuola dell’infanzia del territorio cittadino,   L’attività laboratoriale consente, infatti, di essere
con l’intenzione di lasciare memoria del percorso         presenti e di giocare un ruolo attivo e responsabile
realizzato, di farlo conoscere a tutti coloro che non     nel proprio processo di formazione così, come sem-
ne hanno potuto prendere parte attiva, nonchè di          pre, giochiamo un ruolo nella comunicazione che
divulgarne il metodo formativo adottato.                  viviamo come educatori nelle relazioni con i bambi-
La metodologia, proposta dal CEMEA Toscana                ni, con le famiglie e con il gruppo di lavoro.
(l’agenzia formativa proponente il progetto indi-         I conduttori-artisti-illustratori e i pedagogisti han-
viduata dal Coordinamento pedagogico dei Servizi          no, a loro volta, messo in gioco la propria perso-
educativi 0-6), si ispira ai principi della educazione    nalità e professionalità facendo nascere situazioni
attiva e alle proposte di stage organizzate dall’asso-    che, pur nel quadro comune di riferimento, si sono
ciazione stessa.                                          realizzate in modo diverso una dall’altra e che han-
Questa modalità si traduce in proposte formative          no suscitato riflessioni varie e pensieri divergenti.
che dall’esperienza producono riflessione, con-           Le schede finali dei laboratori, pur nell’uguale
sentono il mettersi in gioco in prima persona dei         struttura, rivelano la varietà del lavoro e ci offrono
partecipanti, si prendono cura dei soggetti parteci-      lo scenario delle esperienze. I contributi persona-
panti, valorizzano la loro esperienza, stimolano la       li ad opera dei pedagogisti di riferimento, svilup-
riflessione e la condivisione per sollecitare quella      pano i temi trasversali ai ventisei incontri (l’arte e
continua osmosi fra pratica e teoria che costitui-        la pedagogia, il tempo, le emozioni, l’espressività,
sce la dimensione essenziale di ogni professionalità      le relazioni interpersonali e la comunicazione non
educativa.                                                verbale), emersi in questo percorso di formazione.
Nella prima parte viene presentato il progetto for-       La terza parte riporta un’analisi dei questionari di
mativo con le sue finalità, si approfondiscono gli        gradimento compilati dai partecipanti e si conclude
aspetti metodologici in quanto presupposti indi-          con una riflessione sulla formazione in servizio che
spensabili per attivare e sperimentare processi di        riconduce ai temi della continuità educativa e rilan-
cambiamento e apprendimento, si sottolinea l’im-          cia percorsi e prospettive future.

                                                                                                               7
SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

Ci auguriamo che i lettori possano utilizzare que-
sta pubblicazione per proseguire questo cammino
verso la costruzione di una più ampia cultura della
continuità educativa territoriale.
Ringraziamo educatrici, educatori, insegnanti, il
coordinamento pedagogico e tutti coloro che han-
no preso parte al percorso di formazione perchè
proprio l’incontro e il dialogo delle diverse profes-
sionalità hanno reso possibile la realizzazione del
progetto.

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SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
PRIMA PARTE

 IL PROGETTO E LA
DOCUMENTAZIONE
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

Per una coerenza educativa territoriale
Anna Tomaselli1
Ciò che oggi è vitale, non è soltanto apprendere,                 Il Coordinamento pedagogico dei servizi educativi
non è soltanto riapprendere, non è soltanto disap-                0-6 del Comune di Firenze ha avuto un ruolo fon-
prendere: è riorganizzare il nostro sistema mentale               damentale nell’individuazione dei bisogni formati-
per riapprendere ad apprendere.                                   vi del personale, dell’agenzia formativa più idonea
(Morin E., 1983)                                                  a rispondere alle esigenze di contesto, nonché nel
                                                                  monitorare e supervisionare il progetto, partendo
Il Servizio Servizi all’infanzia del Comune di Firen-             dal presupposto che la formazione in servizio dovrà
ze – in attuazione di quanto stabilito dalle “Linee               conseguire obiettivi di apprendimento e di crescita
guida per la programmazione e progettazione edu-                  professionale, ma garantire anche la crescita e lo
cativa integrata territoriale” della Regione Toscana              sviluppo del sistema Servizi all’infanzia, miglioran-
– ha promosso per l’anno 2012-2013 iniziative di                  done la qualità (Cfr. Linee guida, 2008, p. 23 ). Agi-
formazione per educatrici ed educatori dei Servizi                re per attivare una coerenza educativa territoriale
alla prima infanzia pubblici e privati e insegnanti               significa prima di tutto credere nella possibilità di
della Scuola dell’infanzia statale e paritaria del ter-           costruire un linguaggio comune tra tutti i soggetti
ritorio cittadino2.                                               che svolgono un ruolo educativo nei servizi all’in-
La Regione Toscana, si propone infatti di rafforzare              fanzia della città.
e potenziare il sistema educativo a livello locale at-
traverso la formazione del personale (0-6)3.                      La formazione in servizio costituisce lo strumento
                                                                  indispensabile per procedere in tale direzione se ri-
                                                                  esce ad agire contemporaneamente su più fronti - il
1 Anna Tomaselli, Coordinatrice pedagogica Servizi alla           sapere, il saper fare e il saper essere - e se produce
prima infanzia del Comune di Firenze - Area Formazione,           un sapere da reinvestire in nuovi progetti educati-
Comunicazione e Innovazione.
                                                                  vi(…), nonché in nuove metodologie di lavoro (Li-
2 L’offerta formativa è stata organizzata in 5 gruppi aula,       nee guida, 2008, pag. 24 ).
uno per quartiere, e si è conclusa con una plenaria finale,
rivolta a tutti i partecipanti contemporaneamente. A ogni
gruppo aula sono state erogate complessivamente 16 ore di
                                                                  Il progetto erogato, Segni e disegni di bambini e
formazione nel periodo gennaio-aprile 2013. Nello specifico       adulti: imparare a imparare, osservare e comunica-
sono state coinvolte 89 strutture di cui: 32 Servizi prima in-    re insieme agli altri a cura di CEMEA Toscana4 è
fanzia a gestione diretta (94,1 %); 13 Servizi prima infanzia     stato un percorso finalizzato alla sperimentazione
a gestione indiretta (92,8 %); 12 Servizi prima infanzia a        e alla condivisione tra educatori e insegnanti delle
convenzione (63 %); 2 Sezioni primavera (67 %); 21 Scuole
dell’infanzia paritarie comunali (70 %); 5 Scuole dell’infan-
                                                                  pratiche educative, così da promuovere una visione
zia statali (10,6 %) e 4 Scuole dell’infanzia paritarie private   organica di proposte e progettazioni, coerenti con
(12,5 %). Hanno usufruito della formazione 126 persone di         lo sviluppo evolutivo di bambini e bambine, ma
cui: 35 educatrici/educatori Servizi prima infanzia a gestione    congruenti a ciò che precede e a ciò che seguirà.
diretta; 17 educatrici/educatori Servizi prima infanzia a ge-
stione indiretta; 13 educatrici/educatori Servizi prima infan-
zia in convenzione; 2 personale educativo Sezioni primave-
                                                                  Il percorso formativo ha dato l’opportunità a edu-
ra; 42 insegnanti Scuole dell’infanzia paritarie comunali; 12     catori e insegnanti di vivere in prima persona, espe-
insegnanti Scuole dell’infanzia statali e 5 insegnanti Scuole     rienze individuali e di gruppo. Attraverso le propo-
dell’infanzia paritarie private.                                  ste rivolte agli adulti, i formatori hanno messo in
3 Finalità prevista all’interno del PIGI 2012-2015 e perse-       atto un agire educativo fondato sulla costruzione di
guita dal Progetto Educativo Zonale. PIGI – Piano di Indiriz-     contesti stimolanti, all’interno dei quali a ciascuna
zo Generale Integrato in materia di educazione, istruzione,       persona è stata data la possibilità di esprimere libe-
orientamento e formazione professionale e lavoro ai sensi
della LR 32/2002, approvato dal Consiglio della Regione
Toscana con Delibera n. 32/2012.                                  4 www.cemeatoscana.com

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PRIMA PARTE - IL PROGETTO E LA DOCUMENTAZIONE

ramente la propria creatività e competenza, così da            to, sul rispetto dei tempi e dei bisogni individuali,
poter apprendere e sperimentare nuovi saperi.                  ma anche sulla necessità di vivere un’esperienza in
                                                               prima persona, prima di proporla agli altri; grazie
La metodologia d’aula proposta dal CEMEA si ba-                alla metodologia d’aula agita, ciascun partecipante
sa sui principi dell’educazione attiva. Durante gli            ha potuto sperimentare l’auto-riflessione e il valore,
incontri sono state messe in atto diverse modalità             per crescere professionalmente, del confronto e del-
didattiche5:                                                   la riflessione all’interno dell’équipe di lavoro.
- lezione attiva frontale a cura di un pedagogista             Un percorso formativo che ha aiutato ad affinare
    esperto che ha introdotto le tematiche e ha for-           competenze teoriche, pratiche e relazionali, ha fa-
    nito un inquadramento teorico/metodologico                 vorito la messa in discussione delle abitudini men-
    generale;                                                  tali e comportamentali, ha stimolato la riflessione
- attività ludiche che evidenziano modalità in-                sul cosa, sul come e sul perché agiamo in un deter-
    consuete di comunicazione anche non verbale;               minato modo.
- laboratori e attività espressive e manipolative              Il progetto proposto è stato valutato dai parteci-
    condotte da artisti/illustratori per l’infanzia o          panti attraverso la compilazione di questionari di
    da esperti CEMEA, nei quali i partecipanti han-            gradimento, ottenendo buoni risultati sulla docen-
    no potuto, attraverso il fare in prima persona,            za, sul progetto formativo e sulla metodologia di
    sperimentare le diverse tecniche e i diversi me-           lavoro.
    dium espressivi;                                           Il progetto di formazione 0-6 verrà erogato anche
- momenti di condivisione nel piccolo gruppo                   nell’anno 2013-2014 e sarà rivolto ad altri educa-
    nel quale ognuno ha potuto raccontarsi e in un             tori e insegnanti partendo dalla considerazione che
    coinvolgimento più personale e profondo;                   il consolidamento delle prassi unitarie di continuità
- momenti di condivisione collettivi nei quali ri-             dell’area educativa costituisce di fatto il presuppo-
    flettere e confrontarsi sulle considerazioni edu-          sto per l’implementazione della qualità complessiva
    cative e sulle tecniche operative da utilizzare in         dei Servizi all’infanzia della città. La formazione, ri-
    un progetto educativo 0-6 unitario e coerente,             volta a tutti i servizi educativi, favorisce il dibattito
    per affinare gli strumenti e le diverse modalità           pedagogico interno e quella crescita professionale
    di osservazione, di programmazione, di docu-               necessaria per la costruzione della coerenza educa-
    mentazione.                                                tiva territoriale.
                                                               La documentazione del percorso formativo at-
L’utilizzo di diverse modalità didattiche all’interno          traverso questa pubblicazione è un altro passo
di una stessa lezione è funzionale all’attivazione dei         importante… per sviluppare un senso di apparte-
tempi di attenzione dei corsisti e ne favorisce l’ap-          nenza a un sistema più vasto in cui riconoscersi,
prendimento. Inoltre, la conduzione di alcuni labo-            per integrarsi e costruire una rete sia all’interno
ratori da parte di artisti e illustratori di libri d’in-       dell’ente e del servizio di cui facciamo parte, sia
fanzia è da considerarsi un valore aggiunto per con-           all’esterno, nel territorio (Linee guida documen-
sentire agli insegnanti e agli educatori un ulteriore          tazione, 2009, pag. 26).
arricchimento di conoscenze e competenze utili per
l’espletamento del proprio ruolo professionale.

L’intero percorso formativo può essere considerato
un’opportunità per meta-riflettere sull’esperienza
educativa individuale e di gruppo, sullo star bene
nel fare, sul clima d’aula, sulla progettazione dei
contesti educativi e delle attività, sul ruolo dell’adul-

5 Dal progetto Segni e disegni di bambini e adulti: imparare
a imparare, osservare e comunicare insieme agli altri - CE-
MEA Toscana.

                                                                                                                    11
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

Aspetti metodologici
Giacomo Livi
Il lavoro su di sé                                        Approcciarsi in maniera dogmatica alle istanze
                                                          educative (come a qualsiasi altra cosa) è funzionale
Per porre attenzione alla conoscenza di sé, all’ac-       soltanto al mantenimento acritico dello status quo.
quisizione di una piena consapevolezza del proprio        Costituisce il primo passo per non compierne al-
agire nel quotidiano, è necessario fermare il caotico     tri, per non lasciare penetrare nel contesto sociale
scorrere di stereotipi sullo sfondo della vita freneti-   quelle energie che potrebbero portare strategie ri-
ca in cui siamo immersi. La velocità di attraversa-       solutive diverse, basate sull’aderenza a un contesto
mento ci costringe ad un’immediata codificazione          sociale anch’esso in continuo divenire. Affinché
delle immagini. Per esplorare nuove possibilità ed        questo approccio dogmatico cessi di essere il pa-
entrare nel lento procedere del nostro ritmo inte-        radigma per l’Educazione è necessario considerar-
riore, occorre abbandonare il caos “dromosferico”         si attori partecipi e consapevoli della nostra vita,
(Virilio P., 1986) ed accogliere il naturale divenire     e relazionarsi all’Altro comprendendolo in questo
delle cose, accogliere il mutamento.                      movimento, riconoscendo cioè all’Altro lo stesso
Il mutamento è qui inteso come parola chiave, para-       status di viaggiatore alla ricerca di un senso, riusci-
digma da cui partire per dare un taglio prospettico       re cioè a non imporre la nostra personale visione,
in grado di evidenziare al meglio quei principi che       ma, rispettandone i tempi e i modi, far esperire le
sottintendono un ripensamento della propria situa-        possibilità di riuscita a qualsiasi livello, qualunque
zione personale, una revisione della sfera di certez-     esse siano, senza curarsi più di tanto dell’aderen-
ze strutturate da abitudini. Queste con il procedere      za a un modello di realtà prestabilito o dell’imme-
del tempo ingabbiano la persona entro vincoli che         diata codificazione attraverso regole interpretative
necessitano, per il loro abbattimento, di far leva sul    non soggette al vaglio di una critica personale. Il
senso morale di ciascuno. Solo riconoscendo al pos-       mutamento è il componente primario della vita di
sibile il diritto di cittadinanza riusciamo ad acco-      ogni essere umano e proprio per questo deve essere
gliere modi diversi di fare le cose, i mille e più modi   compreso come macro elemento, che si declina di
di arrivare a un risultato personale soddisfacente        volta in volta in direzioni diverse, con valenze che
e gratificante, oppure, al contrario, solo dopo aver      cambiano da persona a persona: deve essere anno-
messo in crisi un sistema, consolidare la forza che       verato tra le grandi costanti che accompagnano e
sta nella sperimentazione di nuove possibilità che        determinano la vita di ciascuno su questo pianeta.
si aggiungono a quelle conosciute, in un’ottica di        Si cambia, sempre, c’è una volontà intrinseca in
evoluzione continua e di accoglienza delle variabili      ognuno di noi, veniamo coinvolti a livello fisico,
che l’istinto, la fantasia, il caso, portano necessa-     cognitivo, affettivo, relazionale, in un movimento
riamente alla luce nel contesto quotidiano. Questo        dialettico tra derive (abbandoni, distacchi, esplora-
mutamento presuppone che le nostre convinzioni            zioni, mossi dalla curiosità di capire in che modo
fluttuino tra le infinite vie di un possibile sempre      e come possiamo trovare in noi il cambiamento) e
incerto, in penombra, dove la fiducia in ciò che          approdi in nuove percezioni di sé che costituiranno
emerge alla superficie non deve essere annichilita        altrettante derive, come un viaggio tra i porti nasco-
dalla consolidata certezza delle abitudini. L’apertu-     sti della conoscenza di sé, dove tutti i sensi sono tesi
ra di fronte ai molteplici possibili che ogni giorno      a percepire il nostro interagire con l’ambiente. An-
sono esperiti e convalidati senza curarsi del giudi-      cora come se fosse la prima volta, esplorare se stes-
zio altrui, si contrappone a secoli di consuetudini       si come si esplora il mondo, azzerando i pregiudizi
e uniformità a modelli prestabiliti, considerati con      perfettamente inseriti nelle griglie interpretative a
atteggiamento quasi fideistico.                           cui ci rifacciamo per codificare il nuovo.
Pare evidente che la fede nell’abitudine non condu-       Per fare questo passo ed entrare nel corso del mu-
ca alla scoperta del nuovo.                               tamento la prima cosa da fare è abbandonare la

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PRIMA PARTE - IL PROGETTO E LA DOCUMENTAZIONE

certezza di sapere chi siamo, come siamo fatti, di         do di relazionarci con i materiali, con le persone e
descriverci cioè in base all’Idea che abbiamo di noi,      con l’ambiente.
non per ciò che siamo veramente, il che è appunto          Bice Libretti Baldeschi (tra le prime in Italia a fare
l’oggetto della nostra ricerca. Se vogliamo che queste     un’esperienza di stage CEMEA all’estero e, in segui-
possibilità non siano precluse, o restino appannaggio      to fondatrice dei CEMEA milanesi) così descrive il
di belle teorie sui libri senza aderenza con la real-      contesto non giudicante in cui è possibile compiere
tà, sarà necessario tenere presente il contesto in cui     un’esperienza consapevole: si tratta della creazione
questo mutamento può avvenire, e concepirlo come           di un clima di reale libertà dalle pulsioni irrazionali,
un’occasione di formazione, un momento in cui sia          in cui la curiosità sia liberata, si permetta agli indi-
possibile esprimersi liberamente, senza temere il giu-     vidui di muoversi in nuove direzioni, suggerite da
dizio del prossimo, in uno spazio accogliente dove si      interessi ad esse peculiari, si dia via libera al gusto
viene accolti per come si è in quel determinato mo-        della ricerca, dell’indagine, riconoscendo che tutto
mento, e che concede a tutti la possibilità di riscatta-   vive nel processo del mutamento.
re un’identità costruita al di fuori di sé, uno schema     Favorire la creazione di un clima di libertà positiva
al quale aderiamo ma che non ci appartiene affatto.        significa stabilire un rapporto basato sulla genui-
Uno spazio per “mettersi in gioco”, per condividere        nità del comportamento, sul contatto tra persona
uno stato d’animo in libertà, che tenga conto dei          e persona atto ad alimentare una comprensione
tempi di ciascuno e che sia supportato dalla fiducia       partecipativa e affettiva, fondato sulla fiducia che
che in questo contesto ripone chi lo predispone.           si ha nell’individuo come uomo, qualunque sia il
                                                           suo modo di manifestarsi, sulla serena ma ferma
                                                           obiettività con la quale si guarda alle espressioni
Partire dall’esperienza                                    del mondo intimo, ignoto, inconscio della creatura
                                                           umana. (Libretti Baldeschi B., 1994, pag. 34).
Predisporre un contesto educativo in questo sen-           E ancora: “Educare è favorire l’espressione delle
so presuppone una predisposizione all’ascolto              proprie capacità originarie nell’esercizio costruttivo
dell’altro, rafforzata dall’aver già provato questa        della comunicazione e della partecipazione. Educa-
esperienza, dall’aver liberato la propria espressi-        re significa aiutare ogni individuo a crescere come
vità in un ambiente protetto, dall’aver condiviso          una persona unica, irripetibile conducendolo alla
una riflessione sull’esperienza compiuta e dall’aver       riflessione, consapevolezza, comprensione dell’e-
compreso quali aspetti di noi sono emersi grazie           sperienza vissuta intesa come esperienza quotidiana
all’atteggiamento non-direttivo di chi ha guidato          di pensiero e azione.” (ib. pag. 104).
la proposta. Il percorso personale di crescita è, co-      L’analisi del contesto diventa così un atteggiamento
me abbiamo detto, un processo in divenire, un len-         primario per chi propone un’attività, e deve essere
to carpire ciò che emerge in noi; questa dinamica          sostenuto da un’intensa attività d’osservazione e di
ricalca e pervade tutta l’attività proposta, dove è        ascolto.
posta luce sul percorso – individuale e relazionale –      Non si tratta di “presentare” tecniche, ma di usarle
più che sull’obiettivo. Così come siamo consapevoli        di volta in volta per uno scopo reale di espressione,
delle istanze liberatrici che un tale contesto affer-      conoscenza, trasformazione.
ma, dobbiamo esserlo anche per quanto riguarda             In sintonia con questo, le attività possono essere
il primato del percorso rispetto all’obiettivo, della      pensate come un pretesto per compiere l’esperienza
sperimentazione rispetto al modello unico. È pro-          del percorso con un ritmo personale, dandosi an-
prio nel percorso che ognuno di noi agisce in prima        cora una volta il tempo per sperimentare una via
persona; ci muoviamo per tentativi, per prove, ed è        inesplorata, una prospettiva sfuggita, un incontro
importante compiere i propri passi senza ansie da          che doni stupore. Soltanto provando prima su noi
prestazione o traguardi da raggiungere: saranno            stessi cosa significhi fare un’esperienza consapevo-
questi piccoli passi in libertà ad arricchire l’interes-   le è possibile comprendere gli aspetti complessi che
se verso noi stessi, verso il piacere di esplorare, di     questo implica, le difficoltà che si possono incon-
confrontarsi. Un percorso dove il Fare accompagni          trare, le diverse strategie per raggiungere un risul-
le nostre emozioni, guidi l’attenzione al nostro mo-       tato gratificante.

                                                                                                               13
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

La condivisione di questo percorso, la riflessione      L’apporto fornito da ciascuno alimenta e arricchi-
comune in rapporto a ciò che si è fatto e vissuto       sce la conoscenza e favorisce le molteplici possi-
insieme, è una condizione necessaria affinché ci sia    bilità di confronto e di sviluppo delle potenzialità
quella contaminazione di pensiero che ci ricorda        individuali.
ancora una volta che non siamo soli, e che non esi-     Date queste premesse, si evince che il contesto è più
ste un solo modo di procedere ma molti, diversi ca-     ricco se i componenti di ogni piccolo gruppo non
so per caso e ugualmente validi, ognuno degno del       si conoscono tra loro, in modo da costituire un in-
nostro rispetto e della nostra considerazione.          sieme il più possibile eterogeneo. Su tali parametri,
                                                        ciascun componente del gruppo sente di avere, o
                                                        di potersi formare, la competenza sufficiente per
Il lavoro di gruppo e la collaborazione                 collaborare, senza andare incontro a frustrazioni
                                                        o rifiuti, fermo restando che i temi su cui il grup-
Predisporre un ambiente per proporre un’espe-           po si cimenta derivino da una scelta condivisa. La
rienza consapevole implica che si presti attenzio-      collaborazione per un progetto comune consente
ne alla qualità della relazione. Per attualizzare un    alle diverse energie creative di confluire in un flus-
contesto in cui sia possibile comunicare e ascol-       so di competenze e risoluzioni, sperimentazioni e
tare senza prevaricazioni è opportuno valorizzare       prospettive che costituiscono un fertile terreno di
la dimensione del piccolo gruppo. È nel piccolo         apprendimento.
gruppo che, poco alla volta, si rompono quelle          Si impara creando e costruendo, muovendoci e spe-
resistenze che, consciamente o meno, strutturano        rimentando insieme, per il piacere che tale attività
un “guscio protettivo” che ci preserva dalle cadu-      comporta e per la gioia dello scambio; si gode del
te accidentali. In ciò interviene una sorta di accet-   successo dell’altro perché contribuisce a portare
tazione del rischio che, come una leva, ci libera       avanti il progetto collettivo e stimola ogni membro
dalla sfera protettiva che limita il nostro agire,      del gruppo con l’apporto di nuove strategie per ri-
per affidarci alla protezione del gruppo, al soste-     solvere i problemi.
gno morale e fisico che si instaura in un gruppo di     Dopo ciascuna attività è fondamentale e irrinuncia-
persone che si trovano a compiere la stessa espe-       bile, uno scambio di impressioni, un momento di
rienza. La valorizzazione individuale trova qui il      analisi di ciò che si è vissuto. Lasciare le persone
suo necessario spazio di rappresentanza, ognuno         sole a riflettere significa negare le opportunità che
ha modo di esprimersi per quello che è, con il suo      l’elemento gruppo offre. Significa togliere prospet-
ritmo e le sue emozioni, per costruire una civile       tive differenti da quelle che ciascuno è capace di
relazione modulata sulla partecipazione attiva di       cogliere in solitudine.
ciascuno alla vita del gruppo.                          Per questo è importante il percorso di formazione
All’interno del gruppo, i vissuti vengono rielaborati   degli educatori attraverso l’esperienza diretta, in
alla luce di nuovi punti di vista, di nuove strategie   prima persona, sulla stessa tipologia di attività che
che costituiscono il sostegno emotivo per varcare       si intende proporre.
il passo verso la scoperta di nuove percezioni. In      Creare le condizioni dell’imparare, anziché concen-
pochi è possibile e auspicabile che ognuno trovi il     trarsi su quelle dell’insegnare, è il presupposto ne-
proprio spazio di intervento, secondo una persona-      cessario per consentire a ciascuno di misurarsi con
le modalità, senza costrizioni o vincoli.               l’ambiente circostante e con gli altri, in un processo
La dimensione del gruppo diviene così il nodo cen-      di cui si riesca a percepire il senso e lo svolgimento.
trale del percorso formativo di ogni persona. Ciò       Significa ancora una volta riconoscere il primato
che si sperimenta è connotato dalle molteplici sfac-    del percorso sull’obiettivo, ed attuarlo senza im-
cettature dell’interpretazione personale che non        provvisazioni, ma con quella professionalità che
può essere messa al vaglio della discussione, ma so-    preveda i possibili sviluppi dell’attività per meglio
lo raccontata e confrontata. In questa dimensione       favorire il godimento dell’esperienza, la piena con-
si impara a dar valore al punto di vista dell’altro,    sapevolezza di sé e degli altri, la portata innovatrice
senza cercare, ad ogni costo, di sovrapporre la no-     e costruttiva della collaborazione.
stra idea personale.

14
PRIMA PARTE - IL PROGETTO E LA DOCUMENTAZIONE

Dal fare al documentare
Serena Draghi Lorenz
Quando si va verso un obiettivo, è molto impor-          induce a inoltrarsi e a esplorare i territori, ancora
tante prestare attenzione al cammino. È il cammino       più vasti, dell’arte e della creatività nella loro ac-
che ci insegna sempre la maniera migliore di arriva-     cezione più ampia, che comprende anche il gioco,
re, e ci arricchisce mentre lo percorriamo.              il pensiero simbolico e l’attribuzione di significato
(Coelho P., 2001)                                        al mondo e alla realtà: e quindi la comunicazione
                                                         verbale e la narrazione dell’esperienza vissuta. Per
                                                         questa ragione le proposte non si sono limitate ad
Attività espressive grafico-pittoriche e                 esperienze solamente grafico-pittoriche, ma hanno
pluralità dei linguaggi                                  spaziato e sperimentato le intersezioni, le sovrap-
                                                         posizioni, le relazioni e le integrazioni possibili con
Partiamo dal contesto in cui viviamo. Siamo som-         gli altri linguaggi e le altre modalità comunicative
mersi di informazioni e stimoli visivi sempre più        ed espressive.
accelerati, di proposte pubblicitarie e video giochi     Le esperienze pratiche proposte sono state pensa-
assillanti, di immagini omologate e scadenti, che        te per adulti svincolati dal contesto quotidiano del
tendono a schiacciare, ad appiattire passivamente        loro “normale” interagire con i bambini, ma allo
il nostro immaginario e le nostre capacità riflessive.   stesso tempo con molto riguardo, in termini di con-
Questo progetto si muove in opposizione a questa         fronto costante, con quella loro esperienza vissuta
corrente dominante e trascinante., proponendo di         “normale e quotidiana”. Sono state quindi occasio-
fermare l’attenzione su un fare educativo sensibile      ni per “fare insieme agli altri” attraverso l’apporto
e attento ai messaggi visivi, ma allo stesso tem-        “anormale” e innovativo di una metodologia didat-
po capace di vedere e osservare oltre la superficie      tica capace di attivarsi nell’esperienza stessa e nella
dell’apparenza, per entrare in contatto e acquisire      comunicazione interpersonale.
consapevolezza del “sentire” (percettivo, emotivo)
e degli schemi cognitivi. Un processo che si vive
non da soli, come spettatori passivi dei nostri tem-     La documentazione di un percorso di
pi, bensì in riferimento a ciò che viene osservato       formazione
insieme agli altri.
In ragione di questo, il focus principale del percorso   È ormai un luogo comune intendere la documenta-
di formazione è stato centrato sulle attività espres-    zione (in ambito educativo e formativo) come parte
sive grafico-pittoriche. A partire da alcune proposte    integrante e imprescindibile della programmazione,
di laboratori (anche molto eterogenei fra loro) e        così come memoria storica di questa e dei servizi
dall’esperienza concreta del fare in prima persona si    coinvolti. Si documentano cioè le attività per condi-
è inteso approfondire e far emergere una riflessione     videre i percorsi e le esperienze più significative con
feconda e attiva (perché partecipata e vissuta) sul      le famiglie, valutarne gli esiti con i colleghi, divulga-
valore e le valenze educative e psico-pedagogiche        re le buone prassi e le sperimentazioni più feconde.
di queste attività nell’ambito, più generale, della      Vi è una stretta analogia con il metodo sperimentale
formazione e della “crescita” delle persone e, nello     e con le scienze dell’informazione e della comunica-
specifico, dello sviluppo dei bambini da 0 a 6 anni.     zione. Si raccolgono e costruiscono informazioni che
Concentrarsi sulle attività espressivo grafico-pitto-    consentano di mantenere in memoria le attività svol-
riche implica due condizioni: la prima impone di         te insieme alle proprie osservazioni, per attivare un
allargare il fuoco prospettico a una visione gran-       processo di condivisione in grado di generare nuove
dangolare per comprendere nel campo visivo an-           informazioni, di verificare e riesaminare il proprio
che il contesto più generale della comunicazione         operato (e le convinzioni/ipotesi a monte di queste),
non verbale e della grammatica visiva; la seconda        attivando riflessività sul proprio sapere professiona-

                                                                                                              15
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

le sia a livello individuale che del gruppo di lavoro.     catori (quantitativi o qualitativi), di nuove “tecni-
La documentazione, in altre parole, serve a promuo-        che” acquisite da parte dei partecipanti e di ricadu-
vere la comunicazione e la continuità. Di quest’ul-        ta di queste nuove competenze nel lavoro quotidia-
tima, in particolare, la documentazione è parte            no con i bambini. Oppure limitandosi, con ancora
integrante e strumento imprescindibile, in quanto          maggior rigore, ai momenti di verbalizzazione o di
la condivisione delle pratiche educative promuove          riflessione condivisa, nei termini più stringenti di
curricula e percorsi educativo didattici coerenti fra      una valutazione delle “informazioni trasmesse” dai
ordini di servizi e scuole diverse (che spesso soffro-     docenti (input) e dai “contenuti emersi” dai parte-
no di separatezza), crea comunicazione fra queste e        cipanti (output).
le famiglie, diventando perciò supporto fondamen-          Questa strategia e procedura di analisi valutativa
tale nella presentazione dei profili dei bambini al        presenta l’indubbio merito di una facile difesa da
momento del passaggio di consegne.                         critiche esterne (perché appunto imperniata sulla
Programmare, mettere in atto i percorsi pensati,           scientificità) ed è sicuramente necessaria perché
osservare, documentare, valutare sono – seppur             verificabile e comparabile con altre situazioni. Allo
momenti puntuali e ben differenziati tra loro (si-         stesso tempo, credo non possa esaurire una “valu-
stematici od occasionali che siano) – anche tappe          tazione” capace di allargarsi ai significati più pro-
sinergiche, strettamente correlate ed interconnesse,       fondi, autentici e complessi che attribuiamo al fare
necessariamente contestualizzate (Catarsi E. - For-        educazione e formazione. Soprattutto se intendia-
tunati A., 2004). Per proseguire l’analogia con il         mo queste ultime nel loro senso più globale: di cre-
metodo sperimentale, una pedagogia scientifica ed          scita delle persone e di promozione di una “cultura
empirica si nutre delle esperienze concrete e della        della continuità”, come incubatrice di strategie di
loro documentazione per attivare una circolarità           inclusione e accoglienza.
riflessiva fra teoria e prassi, fra dati sensibili e lo-   Non è infatti casuale la scelta di soffermarsi sulle
ro lettura, interpretazione e rielaborazione. Il loro      attività espressive (in termini di “arte”, creativi-
carattere quasi mai univoco né lineare è la prova,         tà e pluralità dei linguaggi). Vuol dire inserire nel
non già di una “impossibilità” scientifica del lavoro      discorso sulla formazione della persona (ma anche
pedagogico, quanto del suo esatto contrario: chia-         sull’apprendimento e sullo sviluppo evolutivo dei
ma ogni operatore a un “più” di capacità analitica,        bambini e degli adulti) la multidimensionalità del
valutativa e interpretativa.                               sentire e dei vissuti, al cui interno esercitano un
La funzione principale della documentazione di un          ruolo chiave le emozioni e la loro espressione. È la
percorso di formazione dovrebbe infatti servire pri-       conseguenza, soprattutto, di una scelta pedagogica
ma di tutto alla valutazione del percorso, in termini      intenzionale che pone a fondamento del fare edu-
di efficacia, efficienza nel raggiungimento (o meno)       cativo l’attenzione alla “qualità” delle esperienze
degli obiettivi e degli esiti inizialmente preposti così   soggettive, al benessere globale della persona, al
come di traguardi delle competenze conseguiti.             tono emotivo delle relazioni e della comunicazione
Per quello che riguarda nello specifico questo per-        interpersonale. Questa scelta, apparentemente ba-
corso di formazione se ne è prodotta documenta-            nale, racchiude un significato “politico” più ampio:
zione tramite la raccolta dei prodotti realizzati nei      la capacità di affidarsi all’agire collaborativo nella
laboratori, le fotografie delle varie fasi del lavoro, i   relazione con gli altri. Strategie cooperative anziché
report elaborati dai pedagogisti che hanno condot-         conflittuali richiedono individui (adulti o bambini
to gli incontri, i verbali e le trascrizioni dei momenti   che siano) capaci di percepire gli altri non come
di riflessione condivisa avvenuti a fine o nel corso       minaccia ma come opportunità di confronto, ar-
di tutti gli incontri svolti, le schede tecniche dei la-   ricchimento, significato. Il che, a sua volta, implica
boratori.                                                  una dimensione di rispetto di ogni persona come
Potrebbe sembrare scientificamente corretto, logico        unica e irripetibile, ciascuna con i propri stili cono-
e conseguente svolgere una valutazione/verifica di         scitivi diversi, i propri tempi, le proprie fragilità, le
un percorso di formazione come questo, solamente           proprie potenzialità. Insomma qualcosa di non pro-
soffermandosi a “giudicare” i prodotti qui elaborati       prio banale se guardiamo al contesto – da cui sono
nei termini della “misurabilità”, cioè di criteri/indi-    partita in questa riflessione − della comunicazione

16
PRIMA PARTE - IL PROGETTO E LA DOCUMENTAZIONE

frenetica, passivizzante del tempo e del mondo in           tà positiva, per affermarle, metterle al centro dell’a-
cui viviamo.                                                zione educativa (e documentativa) in quanto nucleo
Restituire attenzione agli aspetti “emotivi”, “sog-         generativo dei processi vitali che si sviluppano pro-
gettivi” ed espressivi dell’esperienza e della comu-        prio attraverso lo scarto di prospettiva derivante
nicazione sovverte quindi gli ordini dei significati        dalle molteplici differenze.
stessi. Ricostruisce una complessità multidimensio-         (Booth T, Ainscow M., 2002, pag. 17)
nale dei processi formativi, dove l’attenzione è po-
sta principalmente al “come” oltre che al “cosa”, ai        L’attribuzione di significato in chiave educativa,
processi sottesi oltre che ai prodotti e agli esiti, alla   sostiene l’index per l’inclusione scolastica- Pro-
differenza e alla divergenza oltre che al mainstream        muovere l’apprendimento e la partecipazione nella
e ai modelli precostituiti cui attenersi. Agli “scarti”     scuola, ha radici nella stessa valorizzazione della
e alle deviazioni oltre che ai risultati attesi. Al viag-   differenza. Qui la differenza viene intesa nel senso
gio oltre che al traguardo.                                 più ampio del termine entro il continuum dell’espe-
                                                            rienza, comprensivo di incongruenze, silenzi, non
                                                            canonicità, incoerenza dal contesto, contrasto, di-
Documentazione e attribuzione di                            sagio, stereotipi, somiglianze, banalità, burocrazia,
significato in chiave educativa                             noia ma anche entusiasmi, intelligenze multiple,
                                                            linguaggi altri, passione, originalità, colori, forme,
Da questa esperienza di documentazione cura-                suoni, movimento, ecc. È un cammino tanto più
ta personalmente, in corso d’opera sono scaturiti           fecondo quanto più attingerà sia alla sfera della
alcuni nodi problematici e criticità, qui riproposti        scienza (della reiterazione e della conoscenza verifi-
sinteticamente sotto forma di domande aperte:               cabile e quantificabile), sia alla sfera dell’arte (del-
1. Come documentare un percorso tenendo ben                 la qualità dell’esperienza soggettiva e dell’unicità
    presenti gli obiettivi e gli esiti che ci eravamo       dei percorsi). Cammino certamente difficile (come
    proposti, senza per questo seguire una logica           ogni disciplina) perché punta a coinvolgere e a non
    lineare che appiattisce la complessità del reale e      escludere nessuno dei partecipanti. Il che esprime
    dei percorsi formativi?                                 non solo e non tanto un punto di vista e un precetto
2. Come rimanere neutrali e non giudicanti ma               di ordine etico (astratto), ma anche e soprattutto la
    insieme prestare ascolto e attenzione ai propri         premessa di un risultato documentario (concreto)
    processi interni (propri vissuti percettivi, emo-       più variopinto e comprensivo.
    tivi) per ascoltarne le risonanze empatiche? E
    come farlo senza cadere in un soggettivismo
    autoreferenziale e autocentrato?
3. Come rendere visibile il passaggio dai prodot-
    ti (l’arrivo) ai processi sottesi (il viaggio), che
    spesso rimangono invisibili, ma non per questo
    sono meno importanti?
4. Come documentare la qualità della comunica-
    zione e degli scambi comunicativi, la condivi-
    sione, il tono emotivo delle esperienze, i silenzi
    pieni e significanti e quelli vuoti e imbarazzan-
    ti, gli entusiasmi, le incomprensioni, le criticità
    o la stanchezza avvenuti in corso d’opera che
    possono sembrare solo incidenti di percorso,
    ma che fanno parte della quotidianità, della
    professionalità educativa con i bambini e an-
    cor più della comunicazione e del lavoro di
    gruppo?
Guardare quindi alle differenze in quanto singolari-

                                                                                                                17
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

18
SECONDA PARTE

  I LABORATORI E LE
TEMATICHE TRASVERSALI
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

              LABORATORIO ESPRESSIVO-MANUALE
              La pittura con le terre
              Giacomo Livi
              La presentazione                                         Le attività, la tecnica e le consegne
              Questa attività è una proposta per riflettere sul        In cerchio, divisione numerica per formare due sot-
              nostro approccio al colore, per capire come na-          togruppi.
              sce e per pensare i colori nella natura, non solo        In due stanze ci sono dei tavoli da 4/6 posti coperti
              nel barattolo. Ambiente, chimica, storia, tecnica,       con il giornale, su cui si trovano dei bicchieri con
              espressività sono gli ingredienti principali di que-     diversi tipi di terra. In un tavolo a parte sono posi-
              sta esperienza che ci riporta al grado zero dell’os-     zionati gli strumenti e gli altri materiali.
              servazione sul colore, per andare a cercarlo diret-      Ad ogni partecipante viene chiesto di sperimentare
              tamente nella terra dei campi.                           attraverso il tatto, la vista, l’olfatto, il gusto, i diver-
              Si ha così la possibilità di esplorare la diversa con-   si tipi di terra mettendone un po’ nei piatti.
              sistenza e le sfumature del materiale a disposizione,    Dopo la sperimentazione sensoriale chiediamo ai
              in un viaggio autobiografico che accomuna tutti, dal     partecipanti di ridurre in polvere la terra con i mor-
              momento che la terra è parte integrante della vita.      tai e i pestelli, quindi di setacciare la polvere ottenu-
              Creare il proprio colore dalla terra polverizzata,       ta per eliminare i residui troppo grossi.
              deciderne la tonalità, sperimentarne la profondità,      Una volta polverizzate le terre, si passa alla prepa-
              esprimersi liberamente lasciando che le emozioni         razione dei collanti: colla vegetale, albume, tuorlo.
              guidino la nostra mano, senza sentire il peso di un      Separare l’albume dal tuorlo e sbatterlo leggermen-
              giudizio finale, ma per il gusto di sperimentare, di     te; asciugare il tuorlo sulla carta assorbente, tenerlo
              capire, di condividere. Il fatto che il procedimento     per la membrana e tagliare per far uscire il rosso
              scaturisca in itinere dal ragionamento con i parteci-    che verrà raccolto in un bicchiere; la colla vegeta-
              panti, consente un coinvolgimento sia a livello co-      le in polvere viene invece mescolata con l’acqua in
              gnitivo che emotivo, sia individuale che di gruppo.      barattoli di vetro.
              In questo contesto diviene possibile concentrarsi sul    Mescolare terra, collante e acqua nelle proporzioni
              percorso e calarsi totalmente nell’esperienza.           scelte in base all’effetto e alla consistenza desiderata.
LABORATORIO

              20
SECONDA PARTE - I LABORATORI E LE TEMATICHE TRASVERSALI

                  Sui fogli A4 si fanno delle prove con l’utilizzo di
                  colori e pennelli diversi. Tracciare segni e disegnare
                  a piacere. Dopo questa fase di sperimentazione vie-
                  ne consegnato ai partecipanti un foglio più grande
                  (1/16 di un foglio di carta da pacchi) dove realizzare
                  un disegno a piacere. Una volta concluso e rimesso in
                  ordine, ciascuno porta con sé quest’ultimo disegno.
                  Nel cerchio, i disegni vengono disposti in terra al
                  centro, in modo che siano ben visibili da tutti; seguo-
                  no commenti sul lavoro eseguito a livello personale,
                  in relazione con gli altri e sull’attività stessa.

                  I tempi
                  1 ora e 45 minuti per l’esperienza
                  40 minuti di scambio verbale

                  I materiali
                  Terra secca di diverse tonalità, uova, colla vegetale,
                  acqua, scottex, carta bianca A4, carta da pacchi, carta da
                  giornale, scotch di carta.

                  Gli strumenti
                  Mortai e pestelli, setacci (fatti con scatole di scarpe,
                  zanzariere e nastro adesivo), pennelli di varie misure,
                  forchette, bicchieri e piatti di plastica.

                  Le riflessioni
                  È un’attività che presenta varie fasi: un’esperien-
                  za sensoriale iniziale, la polverizzazione della ter-
                  ra, la preparazione del collante, la realizzazione
                  del colore.
                  Il lavoro svolto in piccoli gruppi con l’utilizzo di
                  strumenti in comune, compresi i colori, favori-
                  sce la collaborazione e la cooperazione tra tut-
                  ti. L’utilizzo di materiali “poveri” rende l’attivi-
                                                                                  LABORATORIO

                  tà praticabile in tutti i contesti e a tutti i livelli.
                  Con i bambini è anche possibile scomporre le fasi
                  dell’esperienza e dare ad ogni singolo momento
                  un senso compiuto in sé.
                  L’attenzione al processo prevale sul risultato fina-
                  le, in questo modo l’esperienza acquisisce un signi-
                  ficato profondo ed esplicita una volta per tutte che

                                                                             21
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6

                                                    la via più breve per raggiungere un obiettivo non
                                                    sempre contempla le persone nella loro comples-
                                                    sità. La ricerca di strategie comuni, l’osservazione
                                                    dei cambiamenti cromatici della terra, la relazione
                                                    che si arricchisce di nuove sfumature attraverso i
                                                    ricordi di ciascuno, sono alcune delle molteplici
                                                    strade che possono essere percorse con questo la-
                                                    boratorio, e che lo rendono una porta aperta verso
                                                    infinite esplorazioni.

                                                    Équipe:
                                                    Maria Luisa Anselmi
                                                    Nora Buxareu
                                                    Emanuela Conti
                                                    Giacomo Livi

                                                      Le parole
                                                      Questa attività permette la riscoperta di
                                                      prodotti di uso quotidiano come la terra e
                                                      l’uovo impiegati per finalità “nuove”.

                                                      Non credevo che con la terra si potesse
                                                      arrivare a creare dei colori così, la varietà
                                                      delle sfumature che si ottengono è incredibile.

                                                      Siamo abituati a colori pieni, netti, a volte
                                                      sgargianti, tutti uguali. Con questa tecnica
                                                      è possibile creare molte tonalità, e grazie
                                                      ai residui più grossi il disegno acquista
                                                      un’immediata profondità.

                                                       È stato come tornare bambina, quando con
                                                      un bastoncino mi divertivo a intingerlo nel
                                                      fango e disegnavo sulle pietre.

                                                      Questi sono i colori della mia infanzia, mi
                                                      ricordano la campagna dove sono cresciuta.
LABORATORIO

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