SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI - PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6
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PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6 SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI Marina Baretta e Serena Draghi Lorenz a cura di
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6 SEGNI E DISEGNI DI BAMBINI E ADULTI. IMPARARE AD IMPARARE, OSSERVARE E COMUNICARE INSIEME AGLI ALTRI Marina Baretta e Serena Draghi Lorenz a cura di
Hanno partecipato al percorso formativo Servizi prima infanzia comunali (a gestione diretta e indiretta) e a convenzione BAGHEERA, BALOO, BIGLIA, BIRILLO, BRUCALIFFO, CIELO STELLATO, GIARDINO INCANTATO, LEONE DI OZ, PALAZZUOLO, POLLICINO, TROTTOLA, COMETA, DRAGONCELLO, ERBASTELLA, GIRASOLE, MELOGRANO, PINOLO, RAPAPATATA, STRIGONELLA, VERDE RANOCCHIO, FASOLO, CATIA FRANCI, CUCÙ, FORTINI, PALLA PILLOTTA, PALLONCINO, STACCIA BURATTA COCCINELLA, FARFALLA, GALLO CRISTALLO, GRILLO PARLANTE, IL NIDO DEL MERLO, AQUILONE, KOALA, PESCIOLINO ROSSO, SCOIATTOLO, STREGATTO, UGNANO, TASSOBARBASSO, AQUILONE ROSSO, ARCA DI NOÈ, ARCOBALENO, BIANCONIGLIO, CHICCO DI GRANO, COLOMBO, FANTAGHIRÒ, GIALLO PULCINO, IL NIDO SUL MELO, C. Multiculturale LA GIOSTRA, C. Infanzia LA NAVE, LORENZO IL MAGNIFICO, MADAMA DORÈ, NUVOLA MAGA, PICCOLO NAVIGLIO, PINOCCHIO, PRIMI PASSI. Scuole dell’infanzia comunali, statali e private paritarie LAVAGNINI, KINDERGARTEN, MAZZEI, N. CASSUTO, VITTORIO VENETO, ANDREA DEL SARTO, CAPPONI, DIONISI, FASOLO, PILATI FORTINI, GRIFEO, STEFANI, VILLANI, AMBROSOLI, BARSANTI, BECHI, DADDI, LOCCHI, NICCOLINI, PIO FEDI, MONTAGNOLA GRAMSCI, GHIBERTI, ALLORI, CADORNA, MAMELI, PESCIOLINO, VILLA RAMBERG, LA NAVE. Realizzazione grafica: Giovanni Mattioli Stampa: Tipografia Comunale Finito di stampare a Firenze nell’ottobre 2013
Indice Presentazione ......................................... 5 LABORATORIO DI PITTURA E MOVIMENTO Cristina Giachi, Assessora all’Educazione, Comune di Firenze Spazi vissuti e spazi rappresentati ......... 39 Brunella Baldi Introduzione ............................................ 7 Marina Baretta e Serena Draghi Lorenz LABORATORIO DI GESTI, LINEE E FORME Giochi di linee e spazi di colore ............ 42 Marina Baretta PRIMA PARTE - IL PROGETTO E LA DOCUMENTAZIONE Emozione, arte, espressività .................. 45 Per una coerenza educativa territoriale .... 10 Luana Collacchioni Anna Tomaselli LABORATORIO DELLE RELAZIONI INTERPERSONALI E Aspetti metodologici ............................ 12 DELLA COMUNICAZIONE NON VERBALE Giacomo Livi Affidarsi nel contatto ........................... 48 Paolo Borin Dal fare al documentare ....................... 15 Serena Draghi Lorenz LABORATORIO DELLE IMPRONTE DELLE STORIE Ascolto e spazi dell’immaginario .......... 51 Giacomo Livi SECONDA PARTE - I LABORATORI E LE TEMATICHE TRASVERSALI La relazione interpersonale e la LABORATORIO ESPRESSIVO-MANUALE comunicazione non verbale .................. 54 La pittura con le terre ........................... 20 Paolo Borin Giacomo Livi TERZA PARTE - CONCLUSIONI LABORATORIO SULLE IMMAGINI E L’ESPRESSIONE DI SÉ E NUOVE PROSPETTIVE Il viaggio della continuità: cosa lascio e cosa porto con me ............ 23 La parola ai corsisti .............................. 58 Arianna Papini Franca Bonichi L’arte di vivere l’Arte ............................ 26 La formazione in continuità: Gianfranco Staccioli fare e riflettere, insieme ........................ 61 Paolo Borin LABORATORIO DI PITTURA Dall’impronta all’identità ..................... 29 Sophie Fatus LABORATORIO DI PITTURA L’équipe dei formatori .......................... 66 Dall’albero al bosco, dalla casa al villaggio............................................ 32 Riferimenti bibliografici ....................... 68 Fuad Aziz Immagini e parole per bambini, La clessidra e il cronometro. bambine e adulti................................... 70 Il tempo e l’educazione ......................... 36 Marina Baretta Allegati................................................. 71
Presentazione Cristina Giachi, Assessora all’Educazione, Comune di Firenze Mi piace pensare alla formazione come processo per la programmazione e progettazione educati- di ricerca e di apprendimento in grado di sostenere va integrata territoriale e i relativi fondi stanziati la capacità di costruire conoscenze, una sorta di per progetti di formazione comune a livello zo- oscillazione tra l’avvicinarsi, per entrare in contat- nale con l’obiettivo di facilitare la collaborazione to con le diverse situazioni educative, e l’allonta- tra i diversi attori del processo formativo, pro- narsi per poter vedere, con altri occhi, la realtà di muovendo la continuità educativa nel rispetto dei cui si è parte. tempi dei bambini. Credo sia essenziale proporre percorsi formativi che Servizi educativi e scuola dell’infanzia, pur tenendo alimentino la curiosità, il piacere per l’esplorazione conto delle oggettive difficoltà di bilancio che, in e la ricerca tenendo conto del contesto in cui vivia- molti casi, comportano la riduzione di voci di spesa mo, riuscendo a mettere insieme e a confronto pun- che possono essere ritenute non essenziali, devono ti di vista differenti, sostenendo la ricerca di modi e possono trovare un unico denominatore attra- più pertinenti di capire e gestire la complessità. verso la realizzazione di una continuità minima e La formazione in servizio costituisce una “tradizio- sostenibile costituita cioè da una serie di attività e ne” per i nidi toscani e ne vediamo i risultati che iniziative comuni e sostenuta, oltreché sostanziata, si concretizzano in una qualificazione sistematica e da una formazione che non appiattisca ma unisca ricorrente della professionalità educativa. valorizzando caratteristiche e specificità di ognuno Predisporre progetti formativi adeguati ai bisogni dei due servizi. specifici delle professionalità che operano nei servi- Perché ciò si realizzi effettivamente occorre che zi educativi è fondamentale per far sì che, attraver- la formazione sia particolarmente qualificata nei so l’aggiornamento continuo delle rispettive cono- contenuti e nelle metodologie così da garantire a scenze e competenze, siano in grado di rispondere educatori e insegnanti una crescita dei livelli pro- opportunamente ai bisogni di cui sono portatori i fessionali. bambini e le famiglie. Questa pubblicazione ci parla di sinergie efficaci, di Il percorso raccontato in queste pagine può sen- condivisione e voglia di mettersi in gioco da parte za dubbio favorire il consolidamento delle prassi di educatori e insegnanti che, dopo una giornata di unitarie di continuità dell’area educativa 0-6 anni lavoro, si ritrovano per sperimentare, cercare, porsi nell’ottica di un progressivo miglioramento della delle domande nel clima positivo del fare insieme. qualità complessiva dei servizi all’infanzia. Penso che questo sia un primo passo nella direzio- La questione della continuità educativa è oggi po- ne giusta da seguire e ringrazio il Coordinamento sta al centro del dibattito pedagogico ma anche, pedagogico comunale dei servizi all’infanzia, i CE- e in primo luogo, politico, nella nostra Regione MEA toscani, educatori e insegnanti per l’impegno che ne fa una priorità attraverso le Linee guida e la qualità del percorso realizzato. 5
Introduzione Marina Baretta e Serena Draghi Lorenz Condividere un linguaggio comune tra Nido e portanza di un’efficace e attenta raccolta dei docu- Scuola dell’infanzia, rendere più omogenee le prassi menti, delle tracce e delle testimonianze dei parte- educative, senza per questo omologarle, promuove- cipanti. re coerenza educativa, sinergie, collaborazione e co- La seconda parte di questa pubblicazione fa da municazione fra tutti i soggetti coinvolti e sostenere specchio alla metodologia esposta e propone un’al- una reale comunità educante in grado di collabo- ternanza fra contributi pratici, redatti in forma di rare per degli intenti comuni come il benessere dei documentazione del lavoro svolto nei diversi grup- bambini e delle loro famiglie, con tutta la comples- pi aula e di contributi più “teorici” che approfon- sità che il significato di “benessere” comporta, sono discono alcune tematiche trasversali, sviluppati dai stati gli obiettivi condivisi nel contratto formativo pedagogisti referenti dei gruppi. del percorso di continuità 0-6 Segni e disegni di Le schede - laboratorio contengono, in forma sinte- bambini e adulti. Imparare a imparare, osservare e tica, la presentazione di ogni percorso di esperienza comunicare insieme agli altri promosso, per l’anno pratica e le attività svolte in ogni incontro di for- scolastico 2012-2013, dal Servizio Servizi all’infan- mazione. zia del Comune di Firenze. Ogni scheda, curata dal conduttore del laboratorio, La presente pubblicazione è il risultato della do- presenta l’attività proposta, indica le consegne ri- cumentazione realizzata durante il percorso di volte ai partecipanti, i materiali necessari e una bre- formazione rivolto agli educatori e alle educatrici ve raccolta delle parole che, nel gruppo, sono state dei Servizi alla prima infanzia e alle/agli insegnan- espresse subito dopo lo svolgimento dell’attività. ti della Scuola dell’infanzia del territorio cittadino, L’attività laboratoriale consente, infatti, di essere con l’intenzione di lasciare memoria del percorso presenti e di giocare un ruolo attivo e responsabile realizzato, di farlo conoscere a tutti coloro che non nel proprio processo di formazione così, come sem- ne hanno potuto prendere parte attiva, nonchè di pre, giochiamo un ruolo nella comunicazione che divulgarne il metodo formativo adottato. viviamo come educatori nelle relazioni con i bambi- La metodologia, proposta dal CEMEA Toscana ni, con le famiglie e con il gruppo di lavoro. (l’agenzia formativa proponente il progetto indi- I conduttori-artisti-illustratori e i pedagogisti han- viduata dal Coordinamento pedagogico dei Servizi no, a loro volta, messo in gioco la propria perso- educativi 0-6), si ispira ai principi della educazione nalità e professionalità facendo nascere situazioni attiva e alle proposte di stage organizzate dall’asso- che, pur nel quadro comune di riferimento, si sono ciazione stessa. realizzate in modo diverso una dall’altra e che han- Questa modalità si traduce in proposte formative no suscitato riflessioni varie e pensieri divergenti. che dall’esperienza producono riflessione, con- Le schede finali dei laboratori, pur nell’uguale sentono il mettersi in gioco in prima persona dei struttura, rivelano la varietà del lavoro e ci offrono partecipanti, si prendono cura dei soggetti parteci- lo scenario delle esperienze. I contributi persona- panti, valorizzano la loro esperienza, stimolano la li ad opera dei pedagogisti di riferimento, svilup- riflessione e la condivisione per sollecitare quella pano i temi trasversali ai ventisei incontri (l’arte e continua osmosi fra pratica e teoria che costitui- la pedagogia, il tempo, le emozioni, l’espressività, sce la dimensione essenziale di ogni professionalità le relazioni interpersonali e la comunicazione non educativa. verbale), emersi in questo percorso di formazione. Nella prima parte viene presentato il progetto for- La terza parte riporta un’analisi dei questionari di mativo con le sue finalità, si approfondiscono gli gradimento compilati dai partecipanti e si conclude aspetti metodologici in quanto presupposti indi- con una riflessione sulla formazione in servizio che spensabili per attivare e sperimentare processi di riconduce ai temi della continuità educativa e rilan- cambiamento e apprendimento, si sottolinea l’im- cia percorsi e prospettive future. 7
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6 Ci auguriamo che i lettori possano utilizzare que- sta pubblicazione per proseguire questo cammino verso la costruzione di una più ampia cultura della continuità educativa territoriale. Ringraziamo educatrici, educatori, insegnanti, il coordinamento pedagogico e tutti coloro che han- no preso parte al percorso di formazione perchè proprio l’incontro e il dialogo delle diverse profes- sionalità hanno reso possibile la realizzazione del progetto. 8
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6 Per una coerenza educativa territoriale Anna Tomaselli1 Ciò che oggi è vitale, non è soltanto apprendere, Il Coordinamento pedagogico dei servizi educativi non è soltanto riapprendere, non è soltanto disap- 0-6 del Comune di Firenze ha avuto un ruolo fon- prendere: è riorganizzare il nostro sistema mentale damentale nell’individuazione dei bisogni formati- per riapprendere ad apprendere. vi del personale, dell’agenzia formativa più idonea (Morin E., 1983) a rispondere alle esigenze di contesto, nonché nel monitorare e supervisionare il progetto, partendo Il Servizio Servizi all’infanzia del Comune di Firen- dal presupposto che la formazione in servizio dovrà ze – in attuazione di quanto stabilito dalle “Linee conseguire obiettivi di apprendimento e di crescita guida per la programmazione e progettazione edu- professionale, ma garantire anche la crescita e lo cativa integrata territoriale” della Regione Toscana sviluppo del sistema Servizi all’infanzia, miglioran- – ha promosso per l’anno 2012-2013 iniziative di done la qualità (Cfr. Linee guida, 2008, p. 23 ). Agi- formazione per educatrici ed educatori dei Servizi re per attivare una coerenza educativa territoriale alla prima infanzia pubblici e privati e insegnanti significa prima di tutto credere nella possibilità di della Scuola dell’infanzia statale e paritaria del ter- costruire un linguaggio comune tra tutti i soggetti ritorio cittadino2. che svolgono un ruolo educativo nei servizi all’in- La Regione Toscana, si propone infatti di rafforzare fanzia della città. e potenziare il sistema educativo a livello locale at- traverso la formazione del personale (0-6)3. La formazione in servizio costituisce lo strumento indispensabile per procedere in tale direzione se ri- esce ad agire contemporaneamente su più fronti - il 1 Anna Tomaselli, Coordinatrice pedagogica Servizi alla sapere, il saper fare e il saper essere - e se produce prima infanzia del Comune di Firenze - Area Formazione, un sapere da reinvestire in nuovi progetti educati- Comunicazione e Innovazione. vi(…), nonché in nuove metodologie di lavoro (Li- 2 L’offerta formativa è stata organizzata in 5 gruppi aula, nee guida, 2008, pag. 24 ). uno per quartiere, e si è conclusa con una plenaria finale, rivolta a tutti i partecipanti contemporaneamente. A ogni gruppo aula sono state erogate complessivamente 16 ore di Il progetto erogato, Segni e disegni di bambini e formazione nel periodo gennaio-aprile 2013. Nello specifico adulti: imparare a imparare, osservare e comunica- sono state coinvolte 89 strutture di cui: 32 Servizi prima in- re insieme agli altri a cura di CEMEA Toscana4 è fanzia a gestione diretta (94,1 %); 13 Servizi prima infanzia stato un percorso finalizzato alla sperimentazione a gestione indiretta (92,8 %); 12 Servizi prima infanzia a e alla condivisione tra educatori e insegnanti delle convenzione (63 %); 2 Sezioni primavera (67 %); 21 Scuole dell’infanzia paritarie comunali (70 %); 5 Scuole dell’infan- pratiche educative, così da promuovere una visione zia statali (10,6 %) e 4 Scuole dell’infanzia paritarie private organica di proposte e progettazioni, coerenti con (12,5 %). Hanno usufruito della formazione 126 persone di lo sviluppo evolutivo di bambini e bambine, ma cui: 35 educatrici/educatori Servizi prima infanzia a gestione congruenti a ciò che precede e a ciò che seguirà. diretta; 17 educatrici/educatori Servizi prima infanzia a ge- stione indiretta; 13 educatrici/educatori Servizi prima infan- zia in convenzione; 2 personale educativo Sezioni primave- Il percorso formativo ha dato l’opportunità a edu- ra; 42 insegnanti Scuole dell’infanzia paritarie comunali; 12 catori e insegnanti di vivere in prima persona, espe- insegnanti Scuole dell’infanzia statali e 5 insegnanti Scuole rienze individuali e di gruppo. Attraverso le propo- dell’infanzia paritarie private. ste rivolte agli adulti, i formatori hanno messo in 3 Finalità prevista all’interno del PIGI 2012-2015 e perse- atto un agire educativo fondato sulla costruzione di guita dal Progetto Educativo Zonale. PIGI – Piano di Indiriz- contesti stimolanti, all’interno dei quali a ciascuna zo Generale Integrato in materia di educazione, istruzione, persona è stata data la possibilità di esprimere libe- orientamento e formazione professionale e lavoro ai sensi della LR 32/2002, approvato dal Consiglio della Regione Toscana con Delibera n. 32/2012. 4 www.cemeatoscana.com 10
PRIMA PARTE - IL PROGETTO E LA DOCUMENTAZIONE ramente la propria creatività e competenza, così da to, sul rispetto dei tempi e dei bisogni individuali, poter apprendere e sperimentare nuovi saperi. ma anche sulla necessità di vivere un’esperienza in prima persona, prima di proporla agli altri; grazie La metodologia d’aula proposta dal CEMEA si ba- alla metodologia d’aula agita, ciascun partecipante sa sui principi dell’educazione attiva. Durante gli ha potuto sperimentare l’auto-riflessione e il valore, incontri sono state messe in atto diverse modalità per crescere professionalmente, del confronto e del- didattiche5: la riflessione all’interno dell’équipe di lavoro. - lezione attiva frontale a cura di un pedagogista Un percorso formativo che ha aiutato ad affinare esperto che ha introdotto le tematiche e ha for- competenze teoriche, pratiche e relazionali, ha fa- nito un inquadramento teorico/metodologico vorito la messa in discussione delle abitudini men- generale; tali e comportamentali, ha stimolato la riflessione - attività ludiche che evidenziano modalità in- sul cosa, sul come e sul perché agiamo in un deter- consuete di comunicazione anche non verbale; minato modo. - laboratori e attività espressive e manipolative Il progetto proposto è stato valutato dai parteci- condotte da artisti/illustratori per l’infanzia o panti attraverso la compilazione di questionari di da esperti CEMEA, nei quali i partecipanti han- gradimento, ottenendo buoni risultati sulla docen- no potuto, attraverso il fare in prima persona, za, sul progetto formativo e sulla metodologia di sperimentare le diverse tecniche e i diversi me- lavoro. dium espressivi; Il progetto di formazione 0-6 verrà erogato anche - momenti di condivisione nel piccolo gruppo nell’anno 2013-2014 e sarà rivolto ad altri educa- nel quale ognuno ha potuto raccontarsi e in un tori e insegnanti partendo dalla considerazione che coinvolgimento più personale e profondo; il consolidamento delle prassi unitarie di continuità - momenti di condivisione collettivi nei quali ri- dell’area educativa costituisce di fatto il presuppo- flettere e confrontarsi sulle considerazioni edu- sto per l’implementazione della qualità complessiva cative e sulle tecniche operative da utilizzare in dei Servizi all’infanzia della città. La formazione, ri- un progetto educativo 0-6 unitario e coerente, volta a tutti i servizi educativi, favorisce il dibattito per affinare gli strumenti e le diverse modalità pedagogico interno e quella crescita professionale di osservazione, di programmazione, di docu- necessaria per la costruzione della coerenza educa- mentazione. tiva territoriale. La documentazione del percorso formativo at- L’utilizzo di diverse modalità didattiche all’interno traverso questa pubblicazione è un altro passo di una stessa lezione è funzionale all’attivazione dei importante… per sviluppare un senso di apparte- tempi di attenzione dei corsisti e ne favorisce l’ap- nenza a un sistema più vasto in cui riconoscersi, prendimento. Inoltre, la conduzione di alcuni labo- per integrarsi e costruire una rete sia all’interno ratori da parte di artisti e illustratori di libri d’in- dell’ente e del servizio di cui facciamo parte, sia fanzia è da considerarsi un valore aggiunto per con- all’esterno, nel territorio (Linee guida documen- sentire agli insegnanti e agli educatori un ulteriore tazione, 2009, pag. 26). arricchimento di conoscenze e competenze utili per l’espletamento del proprio ruolo professionale. L’intero percorso formativo può essere considerato un’opportunità per meta-riflettere sull’esperienza educativa individuale e di gruppo, sullo star bene nel fare, sul clima d’aula, sulla progettazione dei contesti educativi e delle attività, sul ruolo dell’adul- 5 Dal progetto Segni e disegni di bambini e adulti: imparare a imparare, osservare e comunicare insieme agli altri - CE- MEA Toscana. 11
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6 Aspetti metodologici Giacomo Livi Il lavoro su di sé Approcciarsi in maniera dogmatica alle istanze educative (come a qualsiasi altra cosa) è funzionale Per porre attenzione alla conoscenza di sé, all’ac- soltanto al mantenimento acritico dello status quo. quisizione di una piena consapevolezza del proprio Costituisce il primo passo per non compierne al- agire nel quotidiano, è necessario fermare il caotico tri, per non lasciare penetrare nel contesto sociale scorrere di stereotipi sullo sfondo della vita freneti- quelle energie che potrebbero portare strategie ri- ca in cui siamo immersi. La velocità di attraversa- solutive diverse, basate sull’aderenza a un contesto mento ci costringe ad un’immediata codificazione sociale anch’esso in continuo divenire. Affinché delle immagini. Per esplorare nuove possibilità ed questo approccio dogmatico cessi di essere il pa- entrare nel lento procedere del nostro ritmo inte- radigma per l’Educazione è necessario considerar- riore, occorre abbandonare il caos “dromosferico” si attori partecipi e consapevoli della nostra vita, (Virilio P., 1986) ed accogliere il naturale divenire e relazionarsi all’Altro comprendendolo in questo delle cose, accogliere il mutamento. movimento, riconoscendo cioè all’Altro lo stesso Il mutamento è qui inteso come parola chiave, para- status di viaggiatore alla ricerca di un senso, riusci- digma da cui partire per dare un taglio prospettico re cioè a non imporre la nostra personale visione, in grado di evidenziare al meglio quei principi che ma, rispettandone i tempi e i modi, far esperire le sottintendono un ripensamento della propria situa- possibilità di riuscita a qualsiasi livello, qualunque zione personale, una revisione della sfera di certez- esse siano, senza curarsi più di tanto dell’aderen- ze strutturate da abitudini. Queste con il procedere za a un modello di realtà prestabilito o dell’imme- del tempo ingabbiano la persona entro vincoli che diata codificazione attraverso regole interpretative necessitano, per il loro abbattimento, di far leva sul non soggette al vaglio di una critica personale. Il senso morale di ciascuno. Solo riconoscendo al pos- mutamento è il componente primario della vita di sibile il diritto di cittadinanza riusciamo ad acco- ogni essere umano e proprio per questo deve essere gliere modi diversi di fare le cose, i mille e più modi compreso come macro elemento, che si declina di di arrivare a un risultato personale soddisfacente volta in volta in direzioni diverse, con valenze che e gratificante, oppure, al contrario, solo dopo aver cambiano da persona a persona: deve essere anno- messo in crisi un sistema, consolidare la forza che verato tra le grandi costanti che accompagnano e sta nella sperimentazione di nuove possibilità che determinano la vita di ciascuno su questo pianeta. si aggiungono a quelle conosciute, in un’ottica di Si cambia, sempre, c’è una volontà intrinseca in evoluzione continua e di accoglienza delle variabili ognuno di noi, veniamo coinvolti a livello fisico, che l’istinto, la fantasia, il caso, portano necessa- cognitivo, affettivo, relazionale, in un movimento riamente alla luce nel contesto quotidiano. Questo dialettico tra derive (abbandoni, distacchi, esplora- mutamento presuppone che le nostre convinzioni zioni, mossi dalla curiosità di capire in che modo fluttuino tra le infinite vie di un possibile sempre e come possiamo trovare in noi il cambiamento) e incerto, in penombra, dove la fiducia in ciò che approdi in nuove percezioni di sé che costituiranno emerge alla superficie non deve essere annichilita altrettante derive, come un viaggio tra i porti nasco- dalla consolidata certezza delle abitudini. L’apertu- sti della conoscenza di sé, dove tutti i sensi sono tesi ra di fronte ai molteplici possibili che ogni giorno a percepire il nostro interagire con l’ambiente. An- sono esperiti e convalidati senza curarsi del giudi- cora come se fosse la prima volta, esplorare se stes- zio altrui, si contrappone a secoli di consuetudini si come si esplora il mondo, azzerando i pregiudizi e uniformità a modelli prestabiliti, considerati con perfettamente inseriti nelle griglie interpretative a atteggiamento quasi fideistico. cui ci rifacciamo per codificare il nuovo. Pare evidente che la fede nell’abitudine non condu- Per fare questo passo ed entrare nel corso del mu- ca alla scoperta del nuovo. tamento la prima cosa da fare è abbandonare la 12
PRIMA PARTE - IL PROGETTO E LA DOCUMENTAZIONE certezza di sapere chi siamo, come siamo fatti, di do di relazionarci con i materiali, con le persone e descriverci cioè in base all’Idea che abbiamo di noi, con l’ambiente. non per ciò che siamo veramente, il che è appunto Bice Libretti Baldeschi (tra le prime in Italia a fare l’oggetto della nostra ricerca. Se vogliamo che queste un’esperienza di stage CEMEA all’estero e, in segui- possibilità non siano precluse, o restino appannaggio to fondatrice dei CEMEA milanesi) così descrive il di belle teorie sui libri senza aderenza con la real- contesto non giudicante in cui è possibile compiere tà, sarà necessario tenere presente il contesto in cui un’esperienza consapevole: si tratta della creazione questo mutamento può avvenire, e concepirlo come di un clima di reale libertà dalle pulsioni irrazionali, un’occasione di formazione, un momento in cui sia in cui la curiosità sia liberata, si permetta agli indi- possibile esprimersi liberamente, senza temere il giu- vidui di muoversi in nuove direzioni, suggerite da dizio del prossimo, in uno spazio accogliente dove si interessi ad esse peculiari, si dia via libera al gusto viene accolti per come si è in quel determinato mo- della ricerca, dell’indagine, riconoscendo che tutto mento, e che concede a tutti la possibilità di riscatta- vive nel processo del mutamento. re un’identità costruita al di fuori di sé, uno schema Favorire la creazione di un clima di libertà positiva al quale aderiamo ma che non ci appartiene affatto. significa stabilire un rapporto basato sulla genui- Uno spazio per “mettersi in gioco”, per condividere nità del comportamento, sul contatto tra persona uno stato d’animo in libertà, che tenga conto dei e persona atto ad alimentare una comprensione tempi di ciascuno e che sia supportato dalla fiducia partecipativa e affettiva, fondato sulla fiducia che che in questo contesto ripone chi lo predispone. si ha nell’individuo come uomo, qualunque sia il suo modo di manifestarsi, sulla serena ma ferma obiettività con la quale si guarda alle espressioni Partire dall’esperienza del mondo intimo, ignoto, inconscio della creatura umana. (Libretti Baldeschi B., 1994, pag. 34). Predisporre un contesto educativo in questo sen- E ancora: “Educare è favorire l’espressione delle so presuppone una predisposizione all’ascolto proprie capacità originarie nell’esercizio costruttivo dell’altro, rafforzata dall’aver già provato questa della comunicazione e della partecipazione. Educa- esperienza, dall’aver liberato la propria espressi- re significa aiutare ogni individuo a crescere come vità in un ambiente protetto, dall’aver condiviso una persona unica, irripetibile conducendolo alla una riflessione sull’esperienza compiuta e dall’aver riflessione, consapevolezza, comprensione dell’e- compreso quali aspetti di noi sono emersi grazie sperienza vissuta intesa come esperienza quotidiana all’atteggiamento non-direttivo di chi ha guidato di pensiero e azione.” (ib. pag. 104). la proposta. Il percorso personale di crescita è, co- L’analisi del contesto diventa così un atteggiamento me abbiamo detto, un processo in divenire, un len- primario per chi propone un’attività, e deve essere to carpire ciò che emerge in noi; questa dinamica sostenuto da un’intensa attività d’osservazione e di ricalca e pervade tutta l’attività proposta, dove è ascolto. posta luce sul percorso – individuale e relazionale – Non si tratta di “presentare” tecniche, ma di usarle più che sull’obiettivo. Così come siamo consapevoli di volta in volta per uno scopo reale di espressione, delle istanze liberatrici che un tale contesto affer- conoscenza, trasformazione. ma, dobbiamo esserlo anche per quanto riguarda In sintonia con questo, le attività possono essere il primato del percorso rispetto all’obiettivo, della pensate come un pretesto per compiere l’esperienza sperimentazione rispetto al modello unico. È pro- del percorso con un ritmo personale, dandosi an- prio nel percorso che ognuno di noi agisce in prima cora una volta il tempo per sperimentare una via persona; ci muoviamo per tentativi, per prove, ed è inesplorata, una prospettiva sfuggita, un incontro importante compiere i propri passi senza ansie da che doni stupore. Soltanto provando prima su noi prestazione o traguardi da raggiungere: saranno stessi cosa significhi fare un’esperienza consapevo- questi piccoli passi in libertà ad arricchire l’interes- le è possibile comprendere gli aspetti complessi che se verso noi stessi, verso il piacere di esplorare, di questo implica, le difficoltà che si possono incon- confrontarsi. Un percorso dove il Fare accompagni trare, le diverse strategie per raggiungere un risul- le nostre emozioni, guidi l’attenzione al nostro mo- tato gratificante. 13
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6 La condivisione di questo percorso, la riflessione L’apporto fornito da ciascuno alimenta e arricchi- comune in rapporto a ciò che si è fatto e vissuto sce la conoscenza e favorisce le molteplici possi- insieme, è una condizione necessaria affinché ci sia bilità di confronto e di sviluppo delle potenzialità quella contaminazione di pensiero che ci ricorda individuali. ancora una volta che non siamo soli, e che non esi- Date queste premesse, si evince che il contesto è più ste un solo modo di procedere ma molti, diversi ca- ricco se i componenti di ogni piccolo gruppo non so per caso e ugualmente validi, ognuno degno del si conoscono tra loro, in modo da costituire un in- nostro rispetto e della nostra considerazione. sieme il più possibile eterogeneo. Su tali parametri, ciascun componente del gruppo sente di avere, o di potersi formare, la competenza sufficiente per Il lavoro di gruppo e la collaborazione collaborare, senza andare incontro a frustrazioni o rifiuti, fermo restando che i temi su cui il grup- Predisporre un ambiente per proporre un’espe- po si cimenta derivino da una scelta condivisa. La rienza consapevole implica che si presti attenzio- collaborazione per un progetto comune consente ne alla qualità della relazione. Per attualizzare un alle diverse energie creative di confluire in un flus- contesto in cui sia possibile comunicare e ascol- so di competenze e risoluzioni, sperimentazioni e tare senza prevaricazioni è opportuno valorizzare prospettive che costituiscono un fertile terreno di la dimensione del piccolo gruppo. È nel piccolo apprendimento. gruppo che, poco alla volta, si rompono quelle Si impara creando e costruendo, muovendoci e spe- resistenze che, consciamente o meno, strutturano rimentando insieme, per il piacere che tale attività un “guscio protettivo” che ci preserva dalle cadu- comporta e per la gioia dello scambio; si gode del te accidentali. In ciò interviene una sorta di accet- successo dell’altro perché contribuisce a portare tazione del rischio che, come una leva, ci libera avanti il progetto collettivo e stimola ogni membro dalla sfera protettiva che limita il nostro agire, del gruppo con l’apporto di nuove strategie per ri- per affidarci alla protezione del gruppo, al soste- solvere i problemi. gno morale e fisico che si instaura in un gruppo di Dopo ciascuna attività è fondamentale e irrinuncia- persone che si trovano a compiere la stessa espe- bile, uno scambio di impressioni, un momento di rienza. La valorizzazione individuale trova qui il analisi di ciò che si è vissuto. Lasciare le persone suo necessario spazio di rappresentanza, ognuno sole a riflettere significa negare le opportunità che ha modo di esprimersi per quello che è, con il suo l’elemento gruppo offre. Significa togliere prospet- ritmo e le sue emozioni, per costruire una civile tive differenti da quelle che ciascuno è capace di relazione modulata sulla partecipazione attiva di cogliere in solitudine. ciascuno alla vita del gruppo. Per questo è importante il percorso di formazione All’interno del gruppo, i vissuti vengono rielaborati degli educatori attraverso l’esperienza diretta, in alla luce di nuovi punti di vista, di nuove strategie prima persona, sulla stessa tipologia di attività che che costituiscono il sostegno emotivo per varcare si intende proporre. il passo verso la scoperta di nuove percezioni. In Creare le condizioni dell’imparare, anziché concen- pochi è possibile e auspicabile che ognuno trovi il trarsi su quelle dell’insegnare, è il presupposto ne- proprio spazio di intervento, secondo una persona- cessario per consentire a ciascuno di misurarsi con le modalità, senza costrizioni o vincoli. l’ambiente circostante e con gli altri, in un processo La dimensione del gruppo diviene così il nodo cen- di cui si riesca a percepire il senso e lo svolgimento. trale del percorso formativo di ogni persona. Ciò Significa ancora una volta riconoscere il primato che si sperimenta è connotato dalle molteplici sfac- del percorso sull’obiettivo, ed attuarlo senza im- cettature dell’interpretazione personale che non provvisazioni, ma con quella professionalità che può essere messa al vaglio della discussione, ma so- preveda i possibili sviluppi dell’attività per meglio lo raccontata e confrontata. In questa dimensione favorire il godimento dell’esperienza, la piena con- si impara a dar valore al punto di vista dell’altro, sapevolezza di sé e degli altri, la portata innovatrice senza cercare, ad ogni costo, di sovrapporre la no- e costruttiva della collaborazione. stra idea personale. 14
PRIMA PARTE - IL PROGETTO E LA DOCUMENTAZIONE Dal fare al documentare Serena Draghi Lorenz Quando si va verso un obiettivo, è molto impor- induce a inoltrarsi e a esplorare i territori, ancora tante prestare attenzione al cammino. È il cammino più vasti, dell’arte e della creatività nella loro ac- che ci insegna sempre la maniera migliore di arriva- cezione più ampia, che comprende anche il gioco, re, e ci arricchisce mentre lo percorriamo. il pensiero simbolico e l’attribuzione di significato (Coelho P., 2001) al mondo e alla realtà: e quindi la comunicazione verbale e la narrazione dell’esperienza vissuta. Per questa ragione le proposte non si sono limitate ad Attività espressive grafico-pittoriche e esperienze solamente grafico-pittoriche, ma hanno pluralità dei linguaggi spaziato e sperimentato le intersezioni, le sovrap- posizioni, le relazioni e le integrazioni possibili con Partiamo dal contesto in cui viviamo. Siamo som- gli altri linguaggi e le altre modalità comunicative mersi di informazioni e stimoli visivi sempre più ed espressive. accelerati, di proposte pubblicitarie e video giochi Le esperienze pratiche proposte sono state pensa- assillanti, di immagini omologate e scadenti, che te per adulti svincolati dal contesto quotidiano del tendono a schiacciare, ad appiattire passivamente loro “normale” interagire con i bambini, ma allo il nostro immaginario e le nostre capacità riflessive. stesso tempo con molto riguardo, in termini di con- Questo progetto si muove in opposizione a questa fronto costante, con quella loro esperienza vissuta corrente dominante e trascinante., proponendo di “normale e quotidiana”. Sono state quindi occasio- fermare l’attenzione su un fare educativo sensibile ni per “fare insieme agli altri” attraverso l’apporto e attento ai messaggi visivi, ma allo stesso tem- “anormale” e innovativo di una metodologia didat- po capace di vedere e osservare oltre la superficie tica capace di attivarsi nell’esperienza stessa e nella dell’apparenza, per entrare in contatto e acquisire comunicazione interpersonale. consapevolezza del “sentire” (percettivo, emotivo) e degli schemi cognitivi. Un processo che si vive non da soli, come spettatori passivi dei nostri tem- La documentazione di un percorso di pi, bensì in riferimento a ciò che viene osservato formazione insieme agli altri. In ragione di questo, il focus principale del percorso È ormai un luogo comune intendere la documenta- di formazione è stato centrato sulle attività espres- zione (in ambito educativo e formativo) come parte sive grafico-pittoriche. A partire da alcune proposte integrante e imprescindibile della programmazione, di laboratori (anche molto eterogenei fra loro) e così come memoria storica di questa e dei servizi dall’esperienza concreta del fare in prima persona si coinvolti. Si documentano cioè le attività per condi- è inteso approfondire e far emergere una riflessione videre i percorsi e le esperienze più significative con feconda e attiva (perché partecipata e vissuta) sul le famiglie, valutarne gli esiti con i colleghi, divulga- valore e le valenze educative e psico-pedagogiche re le buone prassi e le sperimentazioni più feconde. di queste attività nell’ambito, più generale, della Vi è una stretta analogia con il metodo sperimentale formazione e della “crescita” delle persone e, nello e con le scienze dell’informazione e della comunica- specifico, dello sviluppo dei bambini da 0 a 6 anni. zione. Si raccolgono e costruiscono informazioni che Concentrarsi sulle attività espressivo grafico-pitto- consentano di mantenere in memoria le attività svol- riche implica due condizioni: la prima impone di te insieme alle proprie osservazioni, per attivare un allargare il fuoco prospettico a una visione gran- processo di condivisione in grado di generare nuove dangolare per comprendere nel campo visivo an- informazioni, di verificare e riesaminare il proprio che il contesto più generale della comunicazione operato (e le convinzioni/ipotesi a monte di queste), non verbale e della grammatica visiva; la seconda attivando riflessività sul proprio sapere professiona- 15
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6 le sia a livello individuale che del gruppo di lavoro. catori (quantitativi o qualitativi), di nuove “tecni- La documentazione, in altre parole, serve a promuo- che” acquisite da parte dei partecipanti e di ricadu- vere la comunicazione e la continuità. Di quest’ul- ta di queste nuove competenze nel lavoro quotidia- tima, in particolare, la documentazione è parte no con i bambini. Oppure limitandosi, con ancora integrante e strumento imprescindibile, in quanto maggior rigore, ai momenti di verbalizzazione o di la condivisione delle pratiche educative promuove riflessione condivisa, nei termini più stringenti di curricula e percorsi educativo didattici coerenti fra una valutazione delle “informazioni trasmesse” dai ordini di servizi e scuole diverse (che spesso soffro- docenti (input) e dai “contenuti emersi” dai parte- no di separatezza), crea comunicazione fra queste e cipanti (output). le famiglie, diventando perciò supporto fondamen- Questa strategia e procedura di analisi valutativa tale nella presentazione dei profili dei bambini al presenta l’indubbio merito di una facile difesa da momento del passaggio di consegne. critiche esterne (perché appunto imperniata sulla Programmare, mettere in atto i percorsi pensati, scientificità) ed è sicuramente necessaria perché osservare, documentare, valutare sono – seppur verificabile e comparabile con altre situazioni. Allo momenti puntuali e ben differenziati tra loro (si- stesso tempo, credo non possa esaurire una “valu- stematici od occasionali che siano) – anche tappe tazione” capace di allargarsi ai significati più pro- sinergiche, strettamente correlate ed interconnesse, fondi, autentici e complessi che attribuiamo al fare necessariamente contestualizzate (Catarsi E. - For- educazione e formazione. Soprattutto se intendia- tunati A., 2004). Per proseguire l’analogia con il mo queste ultime nel loro senso più globale: di cre- metodo sperimentale, una pedagogia scientifica ed scita delle persone e di promozione di una “cultura empirica si nutre delle esperienze concrete e della della continuità”, come incubatrice di strategie di loro documentazione per attivare una circolarità inclusione e accoglienza. riflessiva fra teoria e prassi, fra dati sensibili e lo- Non è infatti casuale la scelta di soffermarsi sulle ro lettura, interpretazione e rielaborazione. Il loro attività espressive (in termini di “arte”, creativi- carattere quasi mai univoco né lineare è la prova, tà e pluralità dei linguaggi). Vuol dire inserire nel non già di una “impossibilità” scientifica del lavoro discorso sulla formazione della persona (ma anche pedagogico, quanto del suo esatto contrario: chia- sull’apprendimento e sullo sviluppo evolutivo dei ma ogni operatore a un “più” di capacità analitica, bambini e degli adulti) la multidimensionalità del valutativa e interpretativa. sentire e dei vissuti, al cui interno esercitano un La funzione principale della documentazione di un ruolo chiave le emozioni e la loro espressione. È la percorso di formazione dovrebbe infatti servire pri- conseguenza, soprattutto, di una scelta pedagogica ma di tutto alla valutazione del percorso, in termini intenzionale che pone a fondamento del fare edu- di efficacia, efficienza nel raggiungimento (o meno) cativo l’attenzione alla “qualità” delle esperienze degli obiettivi e degli esiti inizialmente preposti così soggettive, al benessere globale della persona, al come di traguardi delle competenze conseguiti. tono emotivo delle relazioni e della comunicazione Per quello che riguarda nello specifico questo per- interpersonale. Questa scelta, apparentemente ba- corso di formazione se ne è prodotta documenta- nale, racchiude un significato “politico” più ampio: zione tramite la raccolta dei prodotti realizzati nei la capacità di affidarsi all’agire collaborativo nella laboratori, le fotografie delle varie fasi del lavoro, i relazione con gli altri. Strategie cooperative anziché report elaborati dai pedagogisti che hanno condot- conflittuali richiedono individui (adulti o bambini to gli incontri, i verbali e le trascrizioni dei momenti che siano) capaci di percepire gli altri non come di riflessione condivisa avvenuti a fine o nel corso minaccia ma come opportunità di confronto, ar- di tutti gli incontri svolti, le schede tecniche dei la- ricchimento, significato. Il che, a sua volta, implica boratori. una dimensione di rispetto di ogni persona come Potrebbe sembrare scientificamente corretto, logico unica e irripetibile, ciascuna con i propri stili cono- e conseguente svolgere una valutazione/verifica di scitivi diversi, i propri tempi, le proprie fragilità, le un percorso di formazione come questo, solamente proprie potenzialità. Insomma qualcosa di non pro- soffermandosi a “giudicare” i prodotti qui elaborati prio banale se guardiamo al contesto – da cui sono nei termini della “misurabilità”, cioè di criteri/indi- partita in questa riflessione − della comunicazione 16
PRIMA PARTE - IL PROGETTO E LA DOCUMENTAZIONE frenetica, passivizzante del tempo e del mondo in tà positiva, per affermarle, metterle al centro dell’a- cui viviamo. zione educativa (e documentativa) in quanto nucleo Restituire attenzione agli aspetti “emotivi”, “sog- generativo dei processi vitali che si sviluppano pro- gettivi” ed espressivi dell’esperienza e della comu- prio attraverso lo scarto di prospettiva derivante nicazione sovverte quindi gli ordini dei significati dalle molteplici differenze. stessi. Ricostruisce una complessità multidimensio- (Booth T, Ainscow M., 2002, pag. 17) nale dei processi formativi, dove l’attenzione è po- sta principalmente al “come” oltre che al “cosa”, ai L’attribuzione di significato in chiave educativa, processi sottesi oltre che ai prodotti e agli esiti, alla sostiene l’index per l’inclusione scolastica- Pro- differenza e alla divergenza oltre che al mainstream muovere l’apprendimento e la partecipazione nella e ai modelli precostituiti cui attenersi. Agli “scarti” scuola, ha radici nella stessa valorizzazione della e alle deviazioni oltre che ai risultati attesi. Al viag- differenza. Qui la differenza viene intesa nel senso gio oltre che al traguardo. più ampio del termine entro il continuum dell’espe- rienza, comprensivo di incongruenze, silenzi, non canonicità, incoerenza dal contesto, contrasto, di- Documentazione e attribuzione di sagio, stereotipi, somiglianze, banalità, burocrazia, significato in chiave educativa noia ma anche entusiasmi, intelligenze multiple, linguaggi altri, passione, originalità, colori, forme, Da questa esperienza di documentazione cura- suoni, movimento, ecc. È un cammino tanto più ta personalmente, in corso d’opera sono scaturiti fecondo quanto più attingerà sia alla sfera della alcuni nodi problematici e criticità, qui riproposti scienza (della reiterazione e della conoscenza verifi- sinteticamente sotto forma di domande aperte: cabile e quantificabile), sia alla sfera dell’arte (del- 1. Come documentare un percorso tenendo ben la qualità dell’esperienza soggettiva e dell’unicità presenti gli obiettivi e gli esiti che ci eravamo dei percorsi). Cammino certamente difficile (come proposti, senza per questo seguire una logica ogni disciplina) perché punta a coinvolgere e a non lineare che appiattisce la complessità del reale e escludere nessuno dei partecipanti. Il che esprime dei percorsi formativi? non solo e non tanto un punto di vista e un precetto 2. Come rimanere neutrali e non giudicanti ma di ordine etico (astratto), ma anche e soprattutto la insieme prestare ascolto e attenzione ai propri premessa di un risultato documentario (concreto) processi interni (propri vissuti percettivi, emo- più variopinto e comprensivo. tivi) per ascoltarne le risonanze empatiche? E come farlo senza cadere in un soggettivismo autoreferenziale e autocentrato? 3. Come rendere visibile il passaggio dai prodot- ti (l’arrivo) ai processi sottesi (il viaggio), che spesso rimangono invisibili, ma non per questo sono meno importanti? 4. Come documentare la qualità della comunica- zione e degli scambi comunicativi, la condivi- sione, il tono emotivo delle esperienze, i silenzi pieni e significanti e quelli vuoti e imbarazzan- ti, gli entusiasmi, le incomprensioni, le criticità o la stanchezza avvenuti in corso d’opera che possono sembrare solo incidenti di percorso, ma che fanno parte della quotidianità, della professionalità educativa con i bambini e an- cor più della comunicazione e del lavoro di gruppo? Guardare quindi alle differenze in quanto singolari- 17
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6 18
SECONDA PARTE I LABORATORI E LE TEMATICHE TRASVERSALI
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6 LABORATORIO ESPRESSIVO-MANUALE La pittura con le terre Giacomo Livi La presentazione Le attività, la tecnica e le consegne Questa attività è una proposta per riflettere sul In cerchio, divisione numerica per formare due sot- nostro approccio al colore, per capire come na- togruppi. sce e per pensare i colori nella natura, non solo In due stanze ci sono dei tavoli da 4/6 posti coperti nel barattolo. Ambiente, chimica, storia, tecnica, con il giornale, su cui si trovano dei bicchieri con espressività sono gli ingredienti principali di que- diversi tipi di terra. In un tavolo a parte sono posi- sta esperienza che ci riporta al grado zero dell’os- zionati gli strumenti e gli altri materiali. servazione sul colore, per andare a cercarlo diret- Ad ogni partecipante viene chiesto di sperimentare tamente nella terra dei campi. attraverso il tatto, la vista, l’olfatto, il gusto, i diver- Si ha così la possibilità di esplorare la diversa con- si tipi di terra mettendone un po’ nei piatti. sistenza e le sfumature del materiale a disposizione, Dopo la sperimentazione sensoriale chiediamo ai in un viaggio autobiografico che accomuna tutti, dal partecipanti di ridurre in polvere la terra con i mor- momento che la terra è parte integrante della vita. tai e i pestelli, quindi di setacciare la polvere ottenu- Creare il proprio colore dalla terra polverizzata, ta per eliminare i residui troppo grossi. deciderne la tonalità, sperimentarne la profondità, Una volta polverizzate le terre, si passa alla prepa- esprimersi liberamente lasciando che le emozioni razione dei collanti: colla vegetale, albume, tuorlo. guidino la nostra mano, senza sentire il peso di un Separare l’albume dal tuorlo e sbatterlo leggermen- giudizio finale, ma per il gusto di sperimentare, di te; asciugare il tuorlo sulla carta assorbente, tenerlo capire, di condividere. Il fatto che il procedimento per la membrana e tagliare per far uscire il rosso scaturisca in itinere dal ragionamento con i parteci- che verrà raccolto in un bicchiere; la colla vegeta- panti, consente un coinvolgimento sia a livello co- le in polvere viene invece mescolata con l’acqua in gnitivo che emotivo, sia individuale che di gruppo. barattoli di vetro. In questo contesto diviene possibile concentrarsi sul Mescolare terra, collante e acqua nelle proporzioni percorso e calarsi totalmente nell’esperienza. scelte in base all’effetto e alla consistenza desiderata. LABORATORIO 20
SECONDA PARTE - I LABORATORI E LE TEMATICHE TRASVERSALI Sui fogli A4 si fanno delle prove con l’utilizzo di colori e pennelli diversi. Tracciare segni e disegnare a piacere. Dopo questa fase di sperimentazione vie- ne consegnato ai partecipanti un foglio più grande (1/16 di un foglio di carta da pacchi) dove realizzare un disegno a piacere. Una volta concluso e rimesso in ordine, ciascuno porta con sé quest’ultimo disegno. Nel cerchio, i disegni vengono disposti in terra al centro, in modo che siano ben visibili da tutti; seguo- no commenti sul lavoro eseguito a livello personale, in relazione con gli altri e sull’attività stessa. I tempi 1 ora e 45 minuti per l’esperienza 40 minuti di scambio verbale I materiali Terra secca di diverse tonalità, uova, colla vegetale, acqua, scottex, carta bianca A4, carta da pacchi, carta da giornale, scotch di carta. Gli strumenti Mortai e pestelli, setacci (fatti con scatole di scarpe, zanzariere e nastro adesivo), pennelli di varie misure, forchette, bicchieri e piatti di plastica. Le riflessioni È un’attività che presenta varie fasi: un’esperien- za sensoriale iniziale, la polverizzazione della ter- ra, la preparazione del collante, la realizzazione del colore. Il lavoro svolto in piccoli gruppi con l’utilizzo di strumenti in comune, compresi i colori, favori- sce la collaborazione e la cooperazione tra tut- ti. L’utilizzo di materiali “poveri” rende l’attivi- LABORATORIO tà praticabile in tutti i contesti e a tutti i livelli. Con i bambini è anche possibile scomporre le fasi dell’esperienza e dare ad ogni singolo momento un senso compiuto in sé. L’attenzione al processo prevale sul risultato fina- le, in questo modo l’esperienza acquisisce un signi- ficato profondo ed esplicita una volta per tutte che 21
PERCORSO FORMATIVO - CONTINUITÀ EDUCATIVA 0-6 la via più breve per raggiungere un obiettivo non sempre contempla le persone nella loro comples- sità. La ricerca di strategie comuni, l’osservazione dei cambiamenti cromatici della terra, la relazione che si arricchisce di nuove sfumature attraverso i ricordi di ciascuno, sono alcune delle molteplici strade che possono essere percorse con questo la- boratorio, e che lo rendono una porta aperta verso infinite esplorazioni. Équipe: Maria Luisa Anselmi Nora Buxareu Emanuela Conti Giacomo Livi Le parole Questa attività permette la riscoperta di prodotti di uso quotidiano come la terra e l’uovo impiegati per finalità “nuove”. Non credevo che con la terra si potesse arrivare a creare dei colori così, la varietà delle sfumature che si ottengono è incredibile. Siamo abituati a colori pieni, netti, a volte sgargianti, tutti uguali. Con questa tecnica è possibile creare molte tonalità, e grazie ai residui più grossi il disegno acquista un’immediata profondità. È stato come tornare bambina, quando con un bastoncino mi divertivo a intingerlo nel fango e disegnavo sulle pietre. Questi sono i colori della mia infanzia, mi ricordano la campagna dove sono cresciuta. LABORATORIO 22
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