SALUTE E PATOLOGIE DEL PIEDE QUANTO INCIDE UNA CALZATURA DI SICUREZZA NON IDONEA - 26 Novembre 2020 Dott. Prof. Carmelo Dinoto - Aias

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SALUTE E PATOLOGIE DEL PIEDE QUANTO INCIDE UNA CALZATURA DI SICUREZZA NON IDONEA - 26 Novembre 2020 Dott. Prof. Carmelo Dinoto - Aias
SALUTE E PATOLOGIE DEL PIEDE
    QUANTO INCIDE UNA CALZATURA DI
         SICUREZZA NON IDONEA

                    26 Novembre 2020

                              Dott. Prof. Carmelo Dinoto
www.smaservice.it
SALUTE E PATOLOGIE DEL PIEDE QUANTO INCIDE UNA CALZATURA DI SICUREZZA NON IDONEA - 26 Novembre 2020 Dott. Prof. Carmelo Dinoto - Aias
Introduzione
Riferimenti normativi
Obbligo di uso dei DPI
Tutela della salute
Le scarpe anti-infortunistiche
Patologie del piede
Disturbi della cute

                                 Sommario
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SALUTE E PATOLOGIE DEL PIEDE QUANTO INCIDE UNA CALZATURA DI SICUREZZA NON IDONEA - 26 Novembre 2020 Dott. Prof. Carmelo Dinoto - Aias
.Art. 2087 codice civile

«L'imprenditore è tenuto ad adottare, nell'esercizio dell'impresa, le misure
che, secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, sono
necessarie a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei prestatori
di lavoro»

le misure necessarie alla tutela dell'integrità fisica del lavoratore devono
essere adottate «in base alla esperienza»: tale formulazione rimanda
logicamente al concetto di prevedibilità del rischio.

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SALUTE E PATOLOGIE DEL PIEDE QUANTO INCIDE UNA CALZATURA DI SICUREZZA NON IDONEA - 26 Novembre 2020 Dott. Prof. Carmelo Dinoto - Aias
.I DPI

L'art.76 comma 2c del D.Lgs. 81/2008, che afferma come un DPI debba
"tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore" e il
comma d, che afferma come i DPI debbano "poter essere adattati
all'utilizzatore secondo le sue necessità", potrebbe indurre erroneamente
molti a pensare che un certificato medico possa a questo punto costituire
valido documento per esentare il lavoratore dall'indossare le scarpe.

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.I DPI
In caso di esibizione da parte del lavoratore di un certificato medico attestante
l'impossibilità di indossare le scarpe antinfortunistiche, il corretto comportamento
da adottare è il seguente:
1) Consultare il medico competente (se nominato) chiedendogli se il problema del
lavoratore (problema che dovrebbe comunque rimanere coperto da segreto medico)
comporta davvero impossibilità o comunque usura nell'indossare il DPI. Talvolta il
problema può essere infatti risolto dal medico o può trattarsi di un problema
transitorio.
2) Nel caso i motivi medici siano effettivamente fondati , la scelta migliore è ricercare
una scarpa il più adatta possibile al lavoratore.
3) Nel caso non si riesca a trovare una scarpa adatta allo scopo non rimane che
valutare il trasferimento del lavoratore ad altro reparto ove non vi sia rischio di
schiacciamento e quindi obbligo di scarpe antinfortunistiche.
4) Nel caso tale impossibilità derivi da oggettiva e giustificata motivazione medica si
tratta di una vera e propria (sopravvenuta) inidoneità alla mansione con tutte le
conseguenze affrontate dalla Corte di Cassazione con la sentenza a sezioni unite
7755/98.
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.I DPI

CHI PAGA IL PLANTARE?

Una problematica frequente nelle aziende è rappresentata dal lavoratore
che, per potere calzare le scarpe antinfortunistiche, deve indossare plantari
per motivi medici personali e per questo richiede che sia il datore di lavoro a
pagargli tale presidio medico.

Va premesso come la Corte di Cassazione non si sia mai occupata
direttamente di questa problematica per cui non sono rintracciabili sentenze
in materia ma è comunque ricavabile qualche preziosa indicazione dai principi
di giurisprudenza consolidatasi negli anni nel repertorio della giurisprudenza
di legittimità.

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.I DPI

 Premesso questo, diventa di importante la sentenza della Corte di
 Cassazione civile sezione lavoro n.10339/2000 che appare perentoria: il
 D.Lgs. 81/2008 e l’art. 2087 c.c. sono leggi che riguardano esclusivamente la
 sicurezza sul lavoro e da esse è ricavabile, per il datore di lavoro, solo un
 obbligo di garantire la sicurezza dei lavoratori subordinati.

 D.Lgs. 81/2008 e art.2087 c.c., pertanto, in materia di salute dei lavoratori,
 riguardano esclusivamente la sfera della «idoneità» e non quella della
 «capacità» di lavoro.

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.I DPI

 Trasferendo questi principi alla problematica del lavoratore che reclama
 l'acquisto di un plantare da parte dell'azienda, le conseguenze appaiono
 ovvie: art.2087 c.c. e D.Lgs. 81/2008 possono obbligare il datore di lavoro
 solo a garantire la sicurezza e quindi a fornire scarpe antinfortunistiche
 idonee a garantire l'incolumità dei lavoratori. Il plantare, invece, non
 rappresenta in alcun modo un dispositivo finalizzato a tutelare il lavoratore
 dai rischi specifici lavorativi, essendo esclusivamente finalizzato a correggere
 malformazioni del piede proprie del lavoratore.

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Le scarpe anti-infortunistiche
Il Lavoratore spesso presenta un certificato del medico curante o di uno
Specialista in cui viene attestata l’impossibilità ad indossare una scarpa anti-
infortunistica: in genere la documentazione medica si riferisce a patologie che il
sanitario ritiene causate dalla scarpa o a patologie che potrebbero essere
aggravate dall’uso della scarpa.

Le lamentele dei Lavoratori in genere riguardano
•       il peso della scarpa
•       la rigidità della suola
•       il fatto che il puntale in acciaio, nell’atto di accovacciarsi, preme sul
        metatarso
•       l’eccessiva sudorazione che peggiorerebbe preesistenti micosi (piede
        d’atleta)
•       malformazioni del piede incompatibili con la scarpa

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.DPI

Nessun sanitario, neppure lo stesso organo di vigilanza,
può esentare un lavoratore dall’uso dei DPI quando
questi costituiscono l’unico mezzo residuo di protezione
dai rischi.

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.Incompatibilità con i DPI

Un’eventuale condizione di effettiva intolleranza ad un
DPI valutato necessario in base al DVR, una volta
esperiti tutti i tentativi tecnicamente fattibili per
adattare il DPI al Lavoratore, potrebbe costituire
motivo di NON IDONEITÀ alla mansione

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Le scarpe antinfortunistiche

Le scarpe antinfortunistiche sono delle calzature speciali
 che vengono indossate quotidianamente e per diverse
        ore consecutive al giorno dai lavoratori.

    Sono un accessorio indispensabile per prevenire
 infortuni in molte situazioni a rischio, ma non sono il
massimo della comodità per i piedi e possono procurare
  alcuni problemi di salute tra i quali: mal di schiena,
    problemi al ginocchio e diversi disturbi al piede

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Le scarpe antinfortunistiche

Le scarpe antinfortunistiche si caratterizzano
per essere piuttosto rigide e poco comode.

Pertanto, la scelta della scarpa deve essere
attenta e scrupolosa perché utilizzare una
calzatura da lavoro sbagliata può
compromettere seriamente la salute del piede,
e non solo.
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Cause del dolore ai piedi

Le calzature da lavoro, dal modello
base alla versione più elaborata, sono
pensate per proteggere i piedi da
eventi traumatici.
A seconda del settore lavorativo, la
suola della scarpa può essere
rinforzata con plantari per proteggere
la parte inferiore del piede da lesioni.

       Tuttavia il materiale rigido impedisce il
           naturale movimento del piede
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Patologie del piede

Tra i disturbi più frequenti
troviamo:
- FASCIOSI PLANTARE
- TALALGIA O TALLONITE
- SPERONE CALCANEARE
- BORSITE DI ACHILLE
- METATARSALGIE
- SINDROME HAGLUND
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Patologie del piede

Tra i disturbi più frequenti
troviamo:
- NEUROMA DI MORTON
- TENDINITE
- PIEDE CAVO
- PIEDE PIATTO
- DITO A MARTELLO

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FASCITE PLANTARE

La fasciosi plantare è un dolore che ha origine nella fascia densa di tessuto
chiamata fascia plantare, che si estende dal fondo del tallone fino alla base delle
dita (metatarso).
E’ un disturbo dovuto alle sollecitazioni ripetute sulla fascia.
Lo sviluppo di questo disturbo doloroso si produce, il più delle volte, nei soggetti
che stanno in piedi o camminano su superfici dure per lunghi periodi.

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TALALGIA O TALLONITE

I lavoratori lamentano con frequenza l’insorgere della
talalgia o anche detta Tallonite.
La talalgia è il nome generico che indica un dolore
localizzato alla superficie plantare del tallone, generalmente
monolaterale. Nella maggior parte dei casi, tale dolore è
causato dall’infiammazione che coinvolge anche il calcagno
ed è nota come fascite plantare.

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TALALGIA O TALLONITE

 La tallonite può insorgere a causa delle continue
 sollecitazioni e microtraumi subiti dal piede. Si tratta di
 vere e proprie microlesioni che con il passare del
 tempo possono alterare la normale funzionalità del
 retropiede.

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SPERONE CALCANERE

Lo sperone calcaneare è un’escrescenza ossea benigna del
tallone accompagnata da una dolorosa infiammazione dei tessuti
circostanti.

Lo sperone si sviluppa nel corso degli anni se i piedi sono esposti
a una sollecitazione continua.

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SPERONE CALCANERE

Le cause possono essere una scarsa vestibilità delle scarpe che
limita il naturale movimento di rullata del piede o la rigidità del
materiale che provoca una sollecitazione del tallone.

Di norma, la malattia colpisce solo un piede, ma lo sperone
calcaneare può insorgere anche su entrambi i piedi
contemporaneamente.

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BORSITE DI ACHILLE
La borsite del tendine di Achille è l’infiammazione del sacco pieno di liquido
(borsa) localizzato nell’area compresa fra la cute del retro del tallone e il tendine
di Achille (borsite posteriore del tendine di Achille) o davanti all’inserzione del
tendine di Achille sull’osso del tallone (borsite anteriore del tendine di Achille,
borsite retromalleolare).

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BORSITE DI ACHILLE

I sintomi sono:
• Gonfiore
• calore
• dolore e punto dolente sulla parte posteriore del tallone

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BORSITE DI ACHILLE
Una deambulazione tale da comportare pressioni ripetute sui tessuti molli
posteriori del tallone sul supporto posteriore rigido della calzatura può causare o
aggravare la borsite.
Qualsiasi condizione che comporti una sollecitazione eccessiva sul tendine di
Achille può causare una borsite anteriore del tendine di Achille (chiamata anche
malattia di Albert o borsite retromalleolare). Anche traumi al tallone come quelli
causati da scarpe rigide o di misura errata.

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METATARSALGIE

La metatarsalgia è una sindrome dolorosa che si sviluppa sulla
regione anteriore della pianta del piede. Il termine metatarsalgia
non definisce un processo patologico determinato, ma
semplicemente una sintomatologia dolorosa che può comparire
come conseguenza di diversi fattori causali.

  Nella maggior parte dei casi le metatarsalgie
  sono di natura biomeccanica e derivano da un
  alterato carico dell’avampiede al suolo e di
  solito la problematica si concentra sul 2° e 3°
  metatarso.

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METATARSALGIE

La metatarsalgia provoca dolore durante la deambulazione in
corrispondenza di ipercheratosi in particolare con l’utilizzo di
calzature a suola rigida, con tacco, strette o semplicemente a piedi
nudi.
Nelle fasi acute il dolore può rendere intollerabile la marcia e in
alcuni casi si strutturano posizioni anomale d’appoggio finalizzate a
schivare i punti dolorosi.

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SINDROME DI HAGLUND

La sindrome di Haglund è detta anche tallone di Haglund o esostosi
di Haglund.

 Questa malattia dolorosa
 è un’escrescenza ossea
 (esostosi) che si sviluppa
 all’attaccamento        del
 tendine d'Achille ed è
 spesso accompagnata da
 borsite.

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SINDROME DI HAGLUND
La malattia può manifestarsi su un solo piede
oppure        su      entrambi       i      piedi
contemporaneamente.
Solitamente si sviluppa inizialmente un
rigonfiamento cartilagineo sul tallone, nel
punto in cui il tallone sfrega all’interno della
scarpa.
 In seguito, si manifestano dolori da pressione
e gonfiori nell’area del tendine d’Achille.
Nella fase iniziale della malattia, i dolori
compaiono inizialmente soltanto ai primi
passi (dolore all'inizio del movimento) e poi
scompaiono. il disturbo può rapidamente
peggiorare e l’infiammazione nel lungo
termine può arrivare a rendere impossibile la
normale deambulazione o la corsa.

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NEUROMA DI MORTON

Il Neuroma di Morton è una neuropatia da compressione che
colpisce il nervo intedigitale.

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NEUROMA DI MORTON
Si manifesta più frequentemente a livello del terzo
spazio inter-metatarsale ma può verificarsi anche
negli altri spazi intermetatarsali. Generalmente è
espressione di un processo patologico che si
sviluppa nel tempo che, nelle prime fasi può dar
luogo a neuriti, fino ad arrivare a fibrosi del nervo
interessato.

                                         La sintomatologia è caratterizzata da
                                         dolore, bruciore e talvolta sensazioni
                                         simili a scosse elettriche nella zona
                                         dell’avampiede.

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TENDINITE

Una tendinite è un’infiammazione
del tendine, ossia della struttura che
congiunge i muscoli con le ossa e che
consente il movimento articolare. E’
una condizione che determina
dolore, gonfiore e limitazione
funzionale.

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TENDINITE
Nel piede, le tendiniti e tendinopatie più frequenti sono:
• Tendinite Inserzionale del tendine d’Achille, che coinvolge la porzione del
   tendine che si inserisce sul calcagno
• Tendinite non-inserzionale del tendine d’Achille, un disturbo che si manifesta
   nella porzione centrale del tendine, a circa 5 centimetri dal punto di inserzione.
• Tendinopatia del tendine del Tibiale Posteriore. Determina dolore a livello del
   malleolo mediale fino ad arrivare a coinvolgere la zona corrispondente alla volta
   plantare. E’ una condizione molto spesso associata a piede piatto o comunque
   a iperpronazione del piede.

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PIEDE CAVO
Possiamo definire il piede cavo infatti come la manifestazione morfologica di
una sindrome supinatoria, ovvero una condizione nella quale, il piede, durante la
deambulazione, permane supinato, con la volta longitudinale alta e incapace di eseguire il
movimento opposto, ossia il movimento di pronazione che è fisiologico nelle fasi appena
successive del contatto del calcagno al suolo.
Il piede cavo è una deformità conseguente ad uno squilibrio neuro-muscolare traumatico,
acquisito, congenito o idiopatico

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PIEDE CAVO

Un piede cavo si presenta come un piede rigido, spesso incapace di dissipare la
forza peso del corpo al contatto con il terreno. Per questa ragione i disturbi
frequentemente associati a questa condizione sono: instabilità di caviglia con
conseguenti distorsioni, metatarsalgie e callosità nella zona dell’avampiede,
dolore calcaneare, dita a martello, dolore alle caviglie.

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PIEDE PIATTO
Il piede piatto è un disturbo morfo-funzionale del piede, caratterizzato
dall’abbassamento totale o parziale dell’arco plantare interno. Possiamo definire
il piede piatto come la manifestazione morfologica di una sindrome pronatoria,
ossia una condizione nella quale, il piede, durante la deambulazione, resta
pronato, con la volta appiattita e incapace, totalmente o parzialmente, di
eseguire il movimento opposto, ovvero il movimento di supinazione.

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PIEDE PIATTO

I sintomi correlabili al piede piatto si manifestano con dolore al piede a livello
della pianta, a livello dell’arco interno, del tallone e della caviglia interna e
anteriore.
Le patologie del piede più diffuse associate a questa condizione di
iperpronazione sono: fascite plantare, tendinite del tendine del tibiale posteriore,
tendinite del tendine d’Achille, alluce valgo, alluce rigido, metatarsalgia e dita a
martello.

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DITO A MARTELLO

Il dito a martello è una
deformità che provoca un
disallineamento delle falangi
del dito: è causato da
anomalie biomeccaniche del
piede,              patologie
neurologiche      o     altre
malattie sistemiche.

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DITO A MARTELLO
Questo disturbo viene a determinarsi per uno squilibrio progressivo dei muscoli
che agiscono sul dito andando, nel tempo a strutturare in estensione la falange
prossimale e in flessione la falange intermedia: in una prima fase questo
atteggiamento è riducibile ma, progressivamente tenderà a strutturarsi dando
luogo ad una vera deformità rigida.
Il dito a martello si associa molto spesso ad altri disturbi a carico della cute e delle
articolazioni: molto spesso si osservano infatti callosità e tilomi sia sulla pianta del
piede, sotto la testa metatarsale, oppure calli dorsali sul dito interessato dalla
deformità per il conflitto con la calzatura che viene a generarsi.

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Disturbi della cute

Tra i disturbi più frequenti troviamo:
- Disidrosi del piede
- Iperidrosi
- Callo – Durone
- Verruca
- Piede d’Atleta

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DISIDROSI

La disidrosi del piede o disidrosi
palmo-plantare è un disturbo
della cute caratterizzato da
eczema e dalla comparsa sulla
pelle di vescicole e talvolta
pustole o bolle giallastre che
provocano spesso prurito. Le
vescicole sono piene di liquido
denso che non va confuso con
un’infezione batterica.

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DISIDROSI

La disidrosi palmo-plantare può essere considerata una forma di
Dermatite Atopica o di Psoriasi ma non va intesa come una
patologia dovuta alla sudorazione come in passato si pensava.
Non si conosce ad oggi una vera e propria causa scatenante ma vi
sono alcuni fattori che la possono favorire, tra cui: cambi di
stagione, stress, allergie da contatto, infezioni batteriche e fungine
concomitanti.

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IPERIDOSI

L’iperidrosi plantare è un
disturbo caratterizzato da
eccessiva sudorazione del
piede: la pianta del piede,
così come il palmo della
mano, la fronte e le
ascelle,     sono     zone
particolarmente ricche di
ghiandole sudoripare che,
in alcuni casi, possono
alterare la loro normale
funzione.

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IPERIDOSI
L’eccesso di sudorazione può essere dovuta ad una disfunzione del sistema nervoso
vegetativo, può essere correlata a stati emozionali ad esempio l’ansia o la paura,
oppure legata a situazioni ambientali che ne favoriscono lo sviluppo: le scarpe chiuse
a bassa traspirazione, come ad esempio molte calzature antinfortunistiche, non
consentono l’evaporazione del sudore che invece rimane sulla pelle favorendo
disturbi come la tinea pedis.
Quando questa condizione si protrae nel tempo, sono favoriti fenomeni macerativi
della pelle con sovrainfezioni da parte di funghi e batteri, i quali provocando cattivo
odore: questo disturbo prende il nome di bromidrosi.

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CALLI – DURONI

L’ipercheratosi (o callosità) è un ispessimento dello strato corneo
dell’epidermide: in molti casi e in particolar modo nel piede, l’ipercheratosi
rappresenta, in prima battuta, un adattamento della cute per meglio resistere
alle sollecitazioni meccaniche a cui è sottoposta.

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CALLI – DURONI

Si manifesta in modi differenti in base alle forze a cui è sottoposta la cute:
• Un callo (o tiloma) è un’ipercheratosi rotondeggiante, dura, che provoca una
    sensazione dolorosa di tipo puntiforme, come un piccolo sasso o uno spillo.
    Generalmente si presenta nella pianta del piede, in corripsondenza delle zone
    di maggior carico, oppure sulle parti dorsali o apicali delle dita.
• Un durone è un’ipercheratosi a placca, generalmente poco pronfoda, che si
    estende su un’ampia superficie della pianta del piede. E’espressione di un
    sovraccarico di tipo meccanico nella zona in cui si manifesta
• Un occhio di pernice (o heloma) è un’ipercheratosi rotondeggiante, molle,
    dolente, che tende a macerarsi. Si forma tra le dita dei piedi a causa di
    compressioni e sfegamenti.

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VERRUCA

Le verruche del piede si presentano solitamente come escrescenze
della pelle rotondeggianti, giallastre, e in molti casi dolorose. Si
manifestano sulle dita dei piedi, in prossimità dei bordi ungueali o
sulla pianta del piede, spesso nelle zone sottoposte a minor carico.

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PIEDE D’ATLETA
La tinea pedis conosciuta anche come piede d’atleta, è
un’infezione micotica della cute del piede molto
frequente che colpisce, in particolar misura, il genere
maschile a causa dell’uso più frequente di calzature
chiuse e a bassa traspirazione.
Il caldo e l’eccesso di umidità presente sulla cute del
piede sono fattori che favoriscono l’infezione micotica.
Il piede d’atleta è caratterizzato dalla comparsa di
eritema, macerazione, prurito e fissurazioni tra le dita
dei piedi che possono provocare anche sanguinamenti,
negli stadi più avanzati. Questo primo stadio è definito
anche miscosi interditale che, se non trattata
tempestivamente, può arrivare ad estendersi alla
pianta del piede.

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Grazie per l’attenzione
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