Risoluzioni Adottate dalla 4a Conferenza UNI Europa Roma, 14-16 marzo 2016

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Risoluzioni Adottate dalla 4a Conferenza UNI Europa Roma, 14-16 marzo 2016
Risoluzioni
Adottate dalla
4a Conferenza UNI Europa
Roma, 14-16 marzo 2016
Indice

Indice ................................................................................................................................. 1
Introduzione ....................................................................................................................... 2
Panoramica delle priorità strategiche 2016-2020 ............................................................... 5
Composizione del Comitato per le risoluzioni ..................................................................... 6
Risoluzione 1: Cambiamo insieme l’Europa – Da Tolosa a Roma e oltre .......................... 7
Risoluzione 2: Cambiamo l’Europa facendo crescere i sindacati ..................................... 13
Risoluzione 3: Cambiamo l’Europa facendo crescere il potere contrattuale ..................... 17
Risoluzione 4: Cambiamo l’Europa facendo crescere in qualità i posti di lavoro............... 23
Risoluzione 5: Linee guida per la negoziazione                                       di accordi aziendali con le
multinazionali ................................................................................................................... 29
Risoluzione 6: Una strategia comune UNI Europa sul dialogo sociale settoriale europeo 33
Risoluzione 7: Quote di affiliazione UNI Europa 2017-2020 ............................................. 38
Risoluzione 8: Per una maggiore partecipazione dei giovani alle conferenze UNI
Europa ............................................................................................................................. 39
Risoluzione 9: La nuova forza lavoro e i sindacati (UNI Europa P&M) ............................. 40
Dichiarazione relativa all'Accordo sugli scambi di servizi (TiSA) ..................................... 41
Dichiarazione sull'antisindacalismo Promuovere il rispetto dei diritti sindacali in Europa .. 43
Dichiarazione Una risposta umanitaria alla crisi dei profughi............................................ 46

Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016 _______________________________________________ 1
Introduzione

I delegati di tutta Europa, in rappresentanza di 7 milioni di lavoratori, si sono riuniti per la 4a
Conferenza UNI Europa, tenutasi a Roma, Italia, dal 14 al 16 marzo 2016.
Le decisioni prese indicano a UNI Europa – con i suoi settori, gruppi e affiliati – la strada da
seguire per il prossimo quadriennio. Lavorando tutti insieme, ci siamo impegnati a far
crescere e potenziare i sindacati dei servizi e migliorare le condizioni di lavoro e la vita dei
lavoratori dei servizi in tutta Europa.
Nel corso di un anno, in un processo inclusivo dal basso in alto, gli affiliati hanno formulato
le 12 mozioni da presentare alla Conferenza. Il Comitato per le risoluzioni ne ha accorpate
alcune, arrivando alle 9 mozioni sottoposte alla Conferenza per essere adottate. La
Conferenza ha altresì adottato 3 dichiarazioni sottoposte dal Comitato esecutivo UNI
Europa.
Segue una sintesi dei punti principali delle nove risoluzioni adottate.
La Risoluzione 1, Cambiamo insieme l'Europa: da Tolosa a Roma e oltre, è il quadro
portante della nostra visione per il prossimo quadriennio a partire dalle decisioni prese alla
Conferenza UNI Europa di Tolosa nel 2011. La Risoluzione riconferma le politiche e gli
impegni assunti in quella occasione. Inoltre, definisce il nostro ruolo e impegno per
l'attuazione delle decisioni della 4a Conferenza mondiale UNI e della sua strategia Breaking
Through. Insieme, la nostra ambizione è che UNI Europa sia una Federazione sindacale
europea forte, che lotti sul piano europeo nell'interesse e al servizio dei lavoratori, in politica
e nelle relazioni industriali, con la stessa forza e visibilità dei suoi affiliati nazionali.
Ci impegniamo a:
    1. Batterci per un'economia per tutti
    2. Costruire un'Europa sociale
    3. Migliorare i diritti dei lavoratori e le loro condizioni di lavoro
Le risoluzioni 2-4 sono i documenti che definiscono le nostre priorità per il periodo 2016-
2020.
La Risoluzione 2, Cambiamo l'Europa facendo crescere i sindacati, intende
approfondire l'impegno con gli affiliati per far crescere la capacità di sindacalizzare e
acquisire potere nei nostri settori e presso le aziende multinazionali. Si tratta di reclutare
nuovi lavoratori, fidelizzare gli iscritti, stabilire e rafforzare le strutture sindacali, e
promuovere il sostegno della base e la sua partecipazione a tutte le attività di un sindacato.
La Risoluzione ha 4 priorità strategiche:
        1. Attività di sindacalizzazione in Europa Centro-orientale e in Turchia
        2. Supporto alla sindacalizzazione nei paesi della Troika
        3. Scambio di buone prassi per sviluppare la capacità di sindacalizzazione
        4. Mirare alle aziende multinazionali
La Risoluzione 3, Cambiamo l'Europa facendo crescere il potere contrattuale, è volta
a rafforzare il potere contrattuale dei sindacati di servizi in Europa. Insieme, come UNI
Europa, continueremo a rivendicare i nostri diritti di lavoratori e sindacati dei servizi. Ci
batteremo per invertire la tendenza delle politiche governative e delle normative che
limitano i nostri diritti. I sindacati dei servizi lotteranno affinché le aziende rispettino i nostri
diritti collettivi, ovunque siano presenti.

2 ______________________________________________ Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016
La Risoluzione ha 3 priorità strategiche:
    1. Coordinare la copertura dei contratti collettivi
    2. Sviluppare e sostenere le alleanze sindacali
    3. Influire sulle politiche UE
La Risoluzione 4, Cambiamo insieme l’Europa facendo crescere in qualità i posti di
lavoro, delinea il quadro strategico di UNI Europa per far crescere in qualità i posti di lavoro
dei lavoratori dei servizi in Europa. L'obiettivo è di sviluppare la nostra visione e le azioni
concrete affinché il settore europeo dei servizi cresca nell'interesse dei lavoratori e degli
utenti dei servizi, in particolare nell'ottica della rivoluzione digitale e della maggiore
integrazione del mercato interno dei servizi voluta dall'UE.
Le tre priorità strategiche della risoluzione sono:
    1. Costruire una piattaforma politica per le politiche dei servizi
    2. Influire sulle politiche UE sul mercato interno dei servizi
    3. Fare in modo che la digitalizzazione promuova il progresso sociale e posti di lavoro
       di qualità
La Risoluzione 5, Linee guida per la negoziazione di accordi aziendali con le
multinazionali, definisce il quadro negoziale di tali accordi. I principi basilari per UNI
Europa sono, primo, che la contrattazione collettiva sia fondamentalmente responsabilità
dei sindacati affiliati e, secondo, che le decisioni della contrattazione siano prese con il
consenso degli affiliati interessati.
La Risoluzione 6, Una strategia comune UNI Europa sul dialogo sociale settoriale
europeo, farà fare un passo avanti ai dialoghi sociali dei nostri settori definendo una visione
comune, e gli esiti auspicabili, per i dialoghi sociali settoriali.
La Risoluzione 7, Quote di affiliazione UNI Europa 2017 – 2020, stipula il quadro
decisionale per gli aumenti delle quote per il 2018-2020. Nel 2017, la quota aumenterà di
€ 0,03 ossia € 0,48 per ogni iscritto.
La Risoluzione 8, Per una maggiore partecipazione dei giovani alle Conferenze UNI
Europa, mira a rispettare l'obiettivo di UNI Europa Giovani, ovvero che almeno il 20% dei
partecipanti sia di età inferiore ai 35 anni.
La Risoluzione 9, Strategia UNI Europa per professionisti e manager definisce le tre
principali priorità per i lavori del gruppo: sindacalizzazione, equilibrio lavoro-vita privata e
protezione per chi denuncia illeciti
Le 3 dichiarazioni adottate dalla Conferenza riguardano le seguenti tematiche:
     Dichiarazione relativa all'Accordo sugli scambi di servizi (TiSA)
     Dichiarazione sull'antisindacalismo: Promuovere il rispetto dei diritti sindacali
      in Europa
     Dichiarazione per Una risposta umanitaria alla crisi dei profughi
Il nostro slogan “Cambiamo l'Europa insieme” (“Changing Europe together”) riflette la
necessità che i sindacati dei servizi uniscano le loro forze per incanalare il futuro dell'UE e

Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016 _______________________________________________ 3
la rivoluzione digitale verso un'Europa equa e sociale, con posti di lavoro sicuri e di qualità,
nel rispetto dei diritti dei lavoratori e del ruolo dei sindacati.
Dobbiamo cambiare e cambieremo l'Europa insieme!

Oliver Roethig
Segretario regionale

4 ______________________________________________ Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016
Panoramica delle priorità strategiche 2016-2020

Le risoluzioni 2-4 definiscono tre quadri strategici, e costituiscono il nostro principale campo
di azione per il periodo 2016-2020.

Quadro Strategico Per Una Sindacalizzazione Strategica

1.    Iniziative di sindacalizzazione in Europa Centro-orientale e in Turchia
2.    Supporto alla sindacalizzazione nei paesi della Troika
3.    Coordinare e scambiare le buone prassi per sviluppare la capacità di organizzare
      sindacalmente
4.    Mirare alle aziende multinazionali

Un Quadro Strategico Per Rafforzare Il Potere Contrattuale Dei Sindacati Di
Servizi In Europa.

5.    Coordinamento sulla copertura dei contratti collettivi
6.    Alleanze sindacali
7.    Influire sulle politiche UE

Un Quadro Strategico Per Far Crescere In Qualità I Posti Di Lavoro Dei
Lavoratori Dei Servizi In Europa

8.    Politica dei servizi
9.    Mercato interno dei servizi
10.   Digitalizzazione

Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016 _______________________________________________ 5
Composizione del Comitato per le risoluzioni

Il Comitato per le risoluzioni era così composto:

Presidente: Ingeborg Saetre, Postkom, Norvegia
Membri:
 Ben Richards                   Area I                         Unite the Union    Regno
                                                                                  Unito
 Arvid Ahrin                    Area II                        NFU                Svezia

 Emilio Fargnoli                Area III                       UILTUCS            Italia

 Erwin De Deyn                  Area IV                        BBTK-ABVV          Belgio

 Wolfgang Greif                 Area V                         GPA-djp            Austria

 Gyula Berta                    Area VI                        Postal Union       Ungheria

 Dmitry Dozorin                 Area VII                       CWU                Russia

 Sandra Vercammen               P&M                            LBC-NVK            Belgio

 Martine Le Garroy              Comitato donne                 ACV-CSC            Belgio

 Daniel Carlstedt               Giovani                        Handels            Svezia

 Frédéric Favraud               Assicurazioni sanitarie e      FEC-FO             Francia
                                sociali
 Lars-Anders Häggström          Commercio                      HANDELS            Svezia

 Mario Ongaro                   Servizi finanziari             FISAC-CGIL         Italia

 Pilar Rato                     Gaming                         FECOHT             Spagna
                                                               CC.OO
 Joaquina Rodriguez             Grafica e Logistica            FSC-CCOO           Spagna

 Barbara Schroeding             Hair & Beauty                  VIDA               Austria

 Andy Kerr                      ICTS                           CWU                Irlanda

 Heinrich Bleicher-             EURO-MEI                       ver.di             Germania
 Nagelsmann
 Christer Rydh                  Servizi postali                SEKO               Svezia

 Jaana Ylitalo                  Servizi immobiliari            PAM                Finlandia

 Marcelle Buitendam             Sport PRO                      FNV Sport          Paesi Bassi

Segretaria: Christina Colclough, UNI Europa

6 ______________________________________________ Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016
Risoluzione 1:
    Cambiamo insieme l’Europa – Da Tolosa a Roma e oltre

Nei quattro anni trascorsi dalla 3a Conferenza UNI Europa, l'Europa ha vissuto in uno stato
di crisi permanente. Una crisi economica, politica, climatica, sociale, ma soprattutto una
crisi che ha scosso le fondamenta stesse dell'Europa in cui crediamo. Dall'inizio della crisi
dell'euro, austerità e deregulation rimangono le principali risposte offerte dalle autorità
europee e dai governi nazionali.
La crisi non è stata causata dalla gente che lavora, né dalle persone svantaggiate o dalle
fasce più vulnerabili della nostra società. Eppure sono proprio loro ad averne pagato il
prezzo. Le cause sono l'avidità delle imprese, la speculazione, l'introduzione di un
neoliberalismo dettato dalle leggi del mercato, dai leader europei e dalle politiche di
austerità da essi imposte.
La crisi è stata aggravata dall'impatto delle politiche di austerità di molti governi che l'hanno
sfruttata per fare campagna contro i sindacati e il loro ruolo di rappresentanti dei lavoratori
presso le autorità pubbliche e i datori di lavoro. Queste campagne indeboliscono il modello
sociale europeo e la nostra democrazia concentrando il potere ancora di più nelle mani di
pochi attori. Contemporaneamente il padronato cerca di rimettere in causa le missioni
fondamentali dell’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) in materia di elaborazione
e applicazione delle norme internazionali sul luogo di lavoro. È urgente che l’OIL possa
tornare a svolgere il suo ruolo di tutela dei lavoratori.
UNI Europa crede in un'Europa basata sui valori fondamentali di solidarietà, equità,
fraternità, uguaglianza e sostenibilità Questi sono i valori per i quali siamo pronti a lottare e
per i quali dobbiamo lottare se vogliamo che l'Europa torni nuovamente a essere un'unione
sociale intesa a migliorare le condizioni di vita e di lavoro di tutti i suoi cittadini.
Gettammo le basi di tutto questo nel 2011 alla 3a conferenza UNI Europa a Tolosa, in
particolare con le risoluzioni “Unione – Visione – Azione”. UNI Europa ribadisce il suo
impegno a svolgere un ruolo preminente nell'implementare la sua strategia Breaking
Through e le decisioni prese dal 4o Congresso mondiale. Le politiche adottate a Tolosa e
Città del Capo formano la base del lavoro di UNI Europa per il prossimo quadriennio.
Insieme, la nostra ambizione è che UNI Europa sia una Federazione sindacale europea
forte, che lotti sul piano europeo nell'interesse e al servizio dei lavoratori, in politica e nelle
relazioni industriali, con la stessa forza e visibilità dei suoi affiliati nazionali.
Noi, UNI Europa – i sindacati dei lavoratori dei servizi in Europa uniti nella lotta – ci
impegniamo ad attivarci insieme per un cambiamento reale, perché possiamo e dobbiamo
cambiare l'Europa insieme.

Battersi per un'economia per tutti
UNI Europa riconosce il legame tra la voce dei lavoratori e la produttività, ed è convinta che
una forza lavoro coinvolta è vitale per la crescita economica in Europa.
L'austerità ha fallito! UNI Europa chiede senza se e senza ma che l'Unione europea e i
governi di tutta Europa mettano fine alle politiche di austerità. È impossibile arrivare a una
ripresa sostenibile basandosi sul lavoro precario, sul taglio dei servizi pubblici e sugli
attacchi alle contrattazione collettiva. Noi chiediamo un cambiamento di rotta radicale nella
governance economica, una transizione giusta che metta al primo posto l'economia reale e
la qualità del lavoro.
L'imposizione dell'austerità, e gli interventi della troika e di altri hanno devastato mezza
Europa – Spagna, Portogallo, Italia, Grecia, Cipro, Irlanda, ecc. – mentre UNI Europa ha

Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016 _______________________________________________ 7
sempre condannato questo approccio fallimentare e ammira il coraggio del popolo greco
nel decidere che una direzione politica ed economica alternativa è non solo possibile, è
necessaria.
Tutti i lavoratori del settore del servizi, specialmente i giovani lavoratori e le donne, sono tra
i più colpiti dagli effetti negativi della crisi e delle risposte inappropriate dei governi.
Considerato che le donne costituiscono l'utenza maggiore dei servizi pubblici, i tagli ai
servizi statali o la riduzione del livello di servizio si ripercuotono direttamente su quelle che
sono considerate "responsabilità" delle donne, creando un effetto a cascata sulla loro vita
lavorativa e sul loro potere di acquisto.
Gli Stati membri dell'UE hanno continuato ad attaccare il welfare, la sanità, l'ambiente e le
pensioni nel tentativo tanto dannoso quanto sconsiderato di migliorare la competitività a
spese delle fasce più vulnerabili delle nostre società. Questa imposizione dell'austerità non
è altro che dumping sociale con un altro nome e UNI Europa la respinge con forza. I livelli
pensionistici delle donne, che rimango indietro rispetto a quelli degli uomini, sono stati
particolarmente colpiti ed il divario è destinato ad aumentare considerando le aspettative di
vita e la sempre maggiore precarietà del lavoro femminile (part-time o tempo determinato,
disoccupazione, ecc.).
UNI Europa sostiene la proposta della CES “A New Path for Europe” (un nuovo corso per
l'Europa). Il centro della proposta è un piano d'investimento pari al 2% del PIL nei prossimo
dieci anni, destinato a creare piena occupazione e posti di lavoro di qualità dando nel
contempo una risposta alle sfide sociali, economiche e ambientali. A questo proposito sono
necessari investimenti pubblici strategici e lungimiranti, anche nei servizi sociali e nei
servizi di interesse generale. Gli investimenti in queste aree (incluse le infrastrutture sociali),
nonché nell'infrastruttura e nella ricerca, devono essere esclusi dal calcolo del disavanzo
strutturale nel quadro della governance economica. Un obiettivo fondamentale dovrebbe
essere la riduzione del tasso di disoccupazione sotto il 3 per cento.
L'Unione europea ha urgente bisogno di migliorare radicalmente la sua governance
economica. UNI Europa crede che le proposte presentate nella relazione “Completing
Europe’s Economic and Monetary Union” scritta dai cinque Presidenti europei: il Presidente
della Commissione europea Jean-Claude Juncker, il Presidente del Consiglio
europeo Donald Tusk, il Presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, il Presidente
della Banca Centrale Europea Mario Draghi, e il Presidente del Parlamento europeo Martin
Schulz non costituiscano una risposta adeguata. Respingiamo in particolare l'introduzione
di comitati nazionali per la competitività, che porteranno a nuovi attacchi contro l'autonomia
della contrattazione collettiva e alimenteranno le tendenze deflazionistiche già in atto.
Per UNI Europa, migliorare la governance economica comporta riforme immediate e a
medio termine:

     spingere gli Stati membri a utilizzare appieno le clausole di flessibilità contenute nei
      pacchetti Six-pack e Two-pack (clausola per gli investimenti, clausola per circostanze
      eccezionali…);

     istituire un pilastro dei diritti sociali fondamentali indipendente dalla governance
      economica implementata nel Trattato europeo,

     avviare una procedura per lo sviluppo di opere pubbliche europee sostenuta da un
      finanziamento monetario diretto;

     democratizzare la governance economica tenendo conto pienamente del parere delle
      parti sociali a livello della sua definizione e attuazione;

     fare evolvere l'eurozona verso un modello di sviluppo basato sui salari e gli
      investimenti; i paesi che accumulano eccessivi surplus di bilancio devono assumere
      un ruolo leader nello stimolare la domanda interna.

8 ______________________________________________ Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016
     Chiediamo l'approfondimento di un'Unione monetaria europea in cui i diritti sociali
      siano un elemento costitutivo essenziale separato dai quadri finanziario, di bilancio,
      di politica economica e di rafforzamento della legittimità democratica.
UNI Europa ribadisce le sue rivendicazioni:

     Tutti i lavoratori devono essere coperti da contratti collettivi e remunerati con un
      salario dignitoso.

     Un sistema di governance economica democratica per l’UE socialmente responsabile
      capace di combinare gli obiettivi di costruire un'economia comunitaria competitiva e
      di creare posti di lavoro di qualità e piena occupazione.

     Politiche che garantiscano un'effettiva ridistribuzione della ricchezza per invertire la
      tendenza a un divario sempre maggiore.

     Una moratoria sui negoziati e sulla ratifica di accordi di libero scambio e di protezione
      degli investimenti fino a quando non si sarà concluso positivamente un dibattito
      comprensivo e democratico.

     Il passaggio a una vera economia circolare, che riduca le emissioni garantendo un
      futuro più sostenibile.

     Regolamentazione finanziaria efficace, con una supervisione adeguata, fine
      dell'evasione fiscale e tassa sulle transazioni finanziarie.

     Fine dell'imposizione forzata dell'austerità nei paesi europei in crisi, nel disprezzo
      della volontà democratica dei cittadini.

Costruire un'Europa sociale
Non può esistere un'Unione europea senza un'Europa sociale. UNI Europa è convinta che
l’assenza di adeguate politiche europee sia una causa diretta del diffondersi della
xenofobia, dell'estremismo, dell'euroscetticismo e delle divisioni in tutta Europa. UNI
Europa è estremamente preoccupata per l'ascesa di partiti politici nazionalisti e xenofobi in
Europa e condanna la retorica estremista fatta apposta per dividere la società e
stigmatizzare i profughi e i migranti.
UNI Europa crede in un'Europa sociale capace di salvaguardare, anzi di migliorare i diritti
dei lavoratori, il ruolo dei sindacati, le contrattazioni collettive e la qualità dell'occupazione.
UNI Europa rivendica un’Europa sociale che:

     Promuova la piena occupazione e il miglioramento della qualità dei posti di lavoro, in
      particolare mediante la riduzione collettiva dell’orario di lavoro.

     Riconosca la priorità dei diritti sociali fondamentali sulle libertà economiche, compresi
      il diritto di sciopero, la libertà di associazione e il diritto di contrattazione collettiva.
      UNI Europa chiede di modificare i Trattati dell'Unione per dare priorità alla dimensione
      sociale dell'Unione europea e correggere l'attuale squilibrio tra diritti fondamentali e
      politiche economiche. Tali modifiche devono includere l'adozione di un Protocollo per
      il progresso sociale, come proposto dalla CES, e se non dovessero migliorare la
      dimensione economica e sociale dell'UE, UNI Europa le respingerà al pari della CES.

     Contribuisca a creare un futuro più verde, più sostenibile, nel pieno rispetto dei diritti
      sociali e delle politiche del mercato del lavoro, che metta al primo posto le esigenze
      dei lavoratori.

     Sappia creare il giusto equilibrio tra il lavoro e la vita privata, la parità salariale e la
      promozione e integrazione delle pari opportunità in tutte le politiche e attività.

Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016 _______________________________________________ 9
       Apporti una retribuzione di pari valore per un lavoro di pari valore, sviluppi un concetto
        egalitario delle mansioni svolte da uomini e donne a tutti i livelli della società (p.es.
        istruzione, allevare i figli, fare politica); una visione egualitaria delle mansioni svolte
        tanto dalle donne quanto dagli uomini;

       Istituisca sistemi pensionistici pubblici solidali e sostenibili che mettano fine al divario
        tra uomini e donne.

       Garantisca pari accesso per tutti all'occupazione, a prescindere dal genere.

       In un quadro di regimi pensionistici sostenibili, UNI Europa sostiene politiche che
        promuovono sia l'equilibrio lavoro-vita privata per i lavoratori più anziani sia un
        turnover sostenibile in termini di opportunità occupazionali per le giovani generazioni,
        per esempio una flessibilità ad iniziativa libera dei lavoratori che permetta ai lavoratori
        anziani di decidere a quale età andare in pensione, nell'ambito delle loro effettive
        condizioni di lavoro e professionali, e che permetta anche un migliore coordinamento
        tra i regimi pensionistici e le dinamiche del mercato del lavoro. UNI Europa incoraggia
        i sindacati affiliati a perseguire tali alternative contro l'innalzamento generalizzato e
        obbligatorio dell'età della pensione

       Sancisca il diritto all'istruzione gratuita a tutte le età e che sferri un attacco coordinato
        alla piaga della disoccupazione giovanile.

       Garantisca a tutti l'accesso ai sistemi sanitari pubblici.

       Condanni il razzismo e la xenofobia in Europa e si metta a capo della lotta contro ogni
        forma di discriminazione.

       Assicuri un sistema di protezione sociale universale (sanità, disoccupazione,
        pensione…) in ogni Stato membro.

Migliorare i diritti dei lavoratori e le loro condizioni di lavoro
UNI Europa è la voce dei lavoratori dei servizi. I diritti e le condizioni di lavoro, individuali e
collettivi, sono sotto attacco in tutta Europa. Il settore dei servizi ha un ruolo cruciale da
giocare per il futuro dell'Europa e UNI Europa mobiliterà oltre 7 milioni di persone per
garantire che il futuro settore dei servizi sia basato sul lavoro dignitoso e sul rispetto dei
diritti dei lavoratori.
UNI Europa rivendica:

       Una politica per l'occupazione che limiti significativamente l'aumento dei contratti non
        standard nel settore dei servizi e che ponga rimedio alle condizioni di lavoro precarie
        imposte a un gran numero di lavoratori.

       Nei casi in cui le contrattazioni collettive non possono garantire salari e redditi
        dignitosi per tutti, UNI Europa sostiene le iniziative dei suoi affiliati per un minimo
        salariale nazionale equo e dignitoso concordato nel quadro di contratti collettivi o
        stipulato per legge. In ogni caso, qualsiasi minimo salariale dovrebbe rispettare le
        norme di equità stabilite dal Consiglio d'Europa1 .

       Rispetto per l'autonomia e le decisioni delle parti sociali.

1 “Nella Carta Sociale Europea del 1961, il Consiglio d'Europa stipula che “Tutti i lavoratori hanno diritto ad un’equa
retribuzione che assicuri a loro e alle loro famiglie un livello di vita soddisfacente” (Parte I, Articolo 4). Da allora, il Comitato
europeo dei diritti sociali (ECSR) del Consiglio ha elaborato una definizione in base alla quale un salario “equo” o “dignitoso”
è pari ad almeno il 60% del salario netto medio - e certamente non inferiore al 50% del salario netto medio.” (CES 2014
Seminario della commissione CES sulla contrattazione collettiva e i salari – Varsavia 27-29 ottobre 2014)

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     Il rifiuto di qualsiasi tentativo di minare la salute e la sicurezza, limitare i diritti dei
      lavoratori o peggiorare le condizioni di lavoro in nome dell'austerità e dell'agenda
      “Better Regulation” (Legiferare Meglio).

     Governi e datori di lavoro capaci di rispondere alle sfide del nuovo mondo del lavoro
      e di istituire nuove forme di occupazione di qualità nel mercato del lavoro digitalizzato
      e sindacati che si battano per estendere le garanzie dei contratti collettivi ai lavoratori
      dell'economia collaborativa;

     La fine degli attacchi alle contrattazioni collettive in Europa e delle limitazioni del diritto
      di sciopero.

     Una regolamentazione dell’orario di lavoro che tuteli la salute e migliori l’equilibrio tra
      vita professionale e vita privata di tutti i lavoratori.

     Una legislazione europea per la protezione di chi denuncia illeciti (whistle blower)
      nonché l'adozione di politiche in questo senso nelle aziende a tutti i livelli.

     La promozione di misure e programmi per la piena inclusione delle donne in tutti i
      processi occupazionali, con accento in particolare su reclutamento, formazione e
      promozione.

     L'attuale livello di coinvolgimento dei lavoratori nell'UE (informazione, consultazione
      e partecipazione) deve essere salvaguardato e rafforzato, in particolare al momento
      di partecipare ai processi di ristrutturazione.

     L' inclusione delle parti sociali nella transizione verso un'economia rispettosa
      dell’ambiente e propizia allo sviluppo sostenibile.

Cambiamo insieme l'Europa
Solo dei sindacati europei forti possono assicurare un'Europa sociale e solo un'Europa
sociale può assicurare il futuro e il funzionamento dell'Unione europea. Le politiche dell'UE
sono divenute anti-sociali, anti-democratiche e, alla fine dei conti, anti-europee. È venuto il
momento di un cambiamento profondo. Movimenti sindacali e del lavoro forti e organizzati
sono il fulcro delle società democratiche. UNI Europa è pronta a fare la sua parte nella
costruzione di un'Europa migliore mediante decisioni e azioni che uniscono i suoi affiliati
nell'impegno di costruire un'Europa migliore.
Le politiche e i piani che saranno elaborati in questa conferenza saranno il fondamento
delle nostre azioni nel prossimo quadriennio, in particolare le mozioni 2, 3 e 4 che delineano
il quadro strategico:
La risoluzione 2, "Cambiamo insieme l'Europa facendo crescere i sindacati", si propone di
migliorare la capacità dei sindacati dei servizi di sindacalizzare i nostri settori e le
multinazionali del settore.
La risoluzione 3, “Cambiare l'Europa insieme facendo crescere il potere contrattuale”, mira
a rafforzare il potere contrattuale dei nostri affiliati nei confronti di governi, datori di lavoro e
altri soggetti a livello locale, nazionale ed europeo.
La risoluzione 4, “Cambiamo insieme l’Europa facendo crescere in qualità i posti di lavoro”,
definisce come ci adopereremo per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori
dei servizi, in particolare nell’ottica della rivoluzione digitale e della maggiore integrazione
del mercato interno dei servizi voluta dall’UE.
“Far crescere i sindacati” e “far crescere il potere contrattuale” significa creare più spazio
perché i nostri affiliati possano difendere e promuovere gli interessi dei lavoratori dei servizi

Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016 ______________________________________________ 11
e “far crescere in qualità i posti di lavoro”. Queste tre traiettorie sono strettamente
interconnesse.
L'Europa è a un bivio. Dobbiamo cambiare radicalmente la direzione in cui sta andando
l'Europa, allontanandola dall'austerità e dalla tendenza a rifugiarsi nel minimo comun
denominatore per guidarla invece là dove gli interessi dei lavoratori e della società in
generale sono in primo piano.
Dobbiamo cambiare l'Europa insieme!

                                                 ***

Links:
   Risoluzioni adottate dalla 3a Conferenza           UNI   Europa,   Tolosa,   3-5    ottobre   2011:
    http://www.unieuropaconference.org/documents/
   Risoluzioni adottate dal 4o Congresso mondiale di UNI Global Union, Città del Capo, Sudafrica, 7-10
    dicembre 2014:
       http://www.uniworldcongress.org/?page_id=22

12 _____________________________________________ Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016
Risoluzione 2:
          Cambiamo l’Europa facendo crescere i sindacati

I movimenti sindacali e del lavoro sono il fulcro delle società democratiche e una risorsa per
combattere gli squilibri salariali garantendo nel contempo la stabilità sociale, la sostenibilità
e la prosperità delle economie. Avere dei sindacati forti è indispensabile per migliorare i
diritti e le condizioni di lavoro, per garantire ai lavoratori sicurezza sociale, una
remunerazione equa e la possibilità di fare sentire la loro voce in quanto protagonisti
dell'economia. Sindacati forti sono un fattore di stabilizzazione in tempi di inquietudine
sociale come questi. Per portare l'UE sulla via dell'Europa sociale è necessaria una
rinascita del sindacalismo.
Questa risoluzione delinea il quadro per l'organizzazione strategica di UNI Europa per il
periodo 2016 - 2020.
L'obiettivo è di ampliare e approfondire l'impegno con gli affiliati per far crescere la capacità
di sindacalizzare e potenziare i nostri settori e le aziende multinazionali. Si tratta di reclutare
nuovi lavoratori, fidelizzare gli iscritti, stabilire e rafforzare le strutture sindacali, e
promuovere il sostegno della base e la sua partecipazione a tutte le attività di un sindacato.
L'Europa è sempre stata tradizionalmente all'avanguardia mondiale in termini di copertura
contrattuale collettiva, con contrattazioni settoriali e un'ampia base sindacalizzata in molti
paesi. Negli ultimi anni tuttavia abbiamo assistito a un declino di questi due ultimi fattori.
Tra il 1980 e il 2010, la copertura dei contratti collettivi è diminuita in 17 dei 24 paesi
dell'OCSE, e quasi tutti sono paesi europei.
Nello stesso periodo la percentuale di iscritti ai sindacati sul totale dei lavoratori (ossia la
densità sindacale) è diminuita in tutti gli Stati membri dell'UE. Le uniche eccezioni sono
Finlandia e Spagna.
La crisi finanziaria ed economica ha esacerbato queste tendenze. Le Istituzioni europee, i
governi e le imprese se ne soni serviti come scusa per destabilizzare o distruggere le
strutture sindacali e per intensificare gli attacchi, in particolare contro la contrattazione
collettiva settoriale.
I programmi di austerità richiesti dalla Troika ai paesi in crisi erano specificamente incentrati
sulla limitazione, e in certi casi circonvenzione, del coinvolgimento dei sindacati e delle
contrattazioni collettive. In gran parte dei casi si è fatto un esplicito sforzo per limitare le
contrattazioni all'ambito aziendale, limitando così la capacità dei sindacati di stabilire delle
norme: un autentico passo indietro per l'influenza e il potere dei sindacati. Queste politiche
antisindacali perseguite da governi e datori di lavoro hanno gravemente indebolito il
movimento sindacale, e occorre invertire questa tendenza.
Lungi dall'essere limitata ai paesi presi di mira dalla Troika, la diminuzione della densità
sindacale, e il suo impatto sulla capacità dei sindacati di rappresentare efficacemente i
lavoratori, continua a rappresentare un problema che occorre risolvere. Una quota sempre
maggiore della forza lavoro non è mai stata iscritta a un sindacato, e vi sono grandi masse
di lavoratori non sindacalizzati. Allo stesso tempo, talune iniziative di organizzazione portate
avanti dagli affiliati UNI Europa dimostrano come questa tendenza può essere fermata e
persino invertita.
In Europa Centro-orientale (PECO – Area 6 UNI Europa) l'introduzione delle economie di
mercato ha portato cambiamenti drammatici per i sindacati. L'iscrizione ai sindacati è
divenuta volontaria e in molti paesi pratiche antisindacali ed estremamente ostili sono
divenute la norma. L'eccezione è rappresentata dalla contrattazione settoriale. Negli ultimi
vent'anni, il tasso di iscrizione è crollato in media del 75%. I corsi e seminari di formazione
si sono rivelati insufficienti per invertire questa tendenza; servono notevoli risorse e un

Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016 ______________________________________________ 13
impegno a lungo termine per costruire sindacati sostenibili aumentando gli iscritti, ponendo
fine alle campagne antisindacali dei datori di lavoro dei settori sia privati che pubblici e
migliorando i diritti di contrattazione.
I posti di lavoro nei settori UNI Europa si spostano sempre più a Est perché i datori di lavoro
cercano condizioni salariali e di lavoro meno costose. In risposta, i settori di UNI Europa
hanno varato tre iniziative di sindacalizzazione in Europea Centro-orientale: ICTS in
Lituania (gestito dalla Baltic Organising Academy); Grafica e Packaging in Polonia; e
Finanze, Commercio e ICTS in Romania. Queste attività devono proseguire ed espandersi,
apprendendo dalle diverse esperienze fatte nel quadro della BOA.
“Including You in Union Growth”, la risoluzione sulla sindacalizzazione adottata dal 4o
Congresso UNI, continuerà a essere un punto focale per UNI Europa e il suo lavoro da
adesso al prossimo periodo congressuale. Dobbiamo costruire insieme la nostra capacità
di reclutare, fidelizzare, attivare gli iscritti e organizzare sindacati forti. Questo sarà ancora
più cruciale negli anni a venire, con le sfide del nuovo mondo del lavoro che i lavoratori
dovranno raccogliere: digitalizzazione sempre maggiore e tendenza a sempre minori
"relazioni" con il personale.
È imperativo che in futuro i sindacati siano in grado di negoziare efficacemente per ottenere
condizioni di lavoro dignitose di fronte ai rapidi cambiamenti tecnologici previsti. Il nuovo
mondo del lavoro presenta nuove opportunità di organizzazione sindacale ma anche nuove
sfide con mercati del lavoro più polarizzati e una cultura più individualistica. I sindacati
devono mettere a punto strategie di sindacalizzazione in tutti i campi del mercato del lavoro:
privato e pubblico; tempo pieno, tempo parziale e tempo determinato; interinale, free lance
e ogni altra modalità di lavoro. Devono rispondere alle esigenze di tutti i lavoratori,
indipendentemente da razza, nazionalità, sesso, religione, età, disabilità, o identità
sessuale, incluse quelle dei professionisti e manager.
I sindacati devono dotarsi di strategie connesse alla vita lavorativa delle donne e dei
giovani. Il movimento sindacale deve coinvolgere i giovani lavoratori, le donne e i quadri
con campagne mirate volte a migliorare le loro condizioni di lavoro e ottenere una migliore
rappresentanza di queste fasce nelle strutture di contrattazione collettiva. Dobbiamo
affrontare la precarietà che questi lavoratori trovano sul mercato del lavoro e potenziare la
loro presenza nei sindacati. Il movimento sindacale deve dimostrare ai giovani, alle donne
e ai quadri che il sindacato è il loro strumento di lotta per migliori condizioni di lavoro. Molti
sindacati investono grandi energie nella sindacalizzazione dei giovani e delle donne, ma è
necessario migliorare le strategie sindacali per collegarle alla realtà della vita lavorativa
quotidiana di questi lavoratori. Resta un problema il fatto che vi sono ancora troppi
lavoratori, specialmente all'inizio della carriera, che non hanno mai incontrato un
rappresentante sindacale o ricevuto informazioni su che cosa è il sindacato e che cosa
rappresenta. Non possiamo permetterci che il motivo per cui i lavoratori non sono
sindacalizzati è perché non sono mai stati contattati o perché sono disinformati.
In tutto questo, la fondamentale attività di organizzazione e contrattazione salariale dei
sindacati nazionali deve essere rispettata per dare il massimo impatto e impulso alle azioni
di UNI Europa.
Le attività organizzative di UNI Europa sono sostenute dai nostri sforzi per garantire un
quadro giuridico istituzionale che promuova i diritti di libertà di associazione e contrattazione
collettiva. La nostra crescita come sindacati è indissolubile dalla crescita del nostro potere
contrattuale.
La Conferenza UNI Europa adotta le quattro seguenti priorità strategiche di azione per la
crescita dei sindacati.

14 _____________________________________________ Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016
1.    Iniziative di sindacalizzazione in Europa Centro-orientale e in
      Turchia
Riconoscendo l'importanza vitale di sindacalizzare i paesi PECO e la Turchia e di
potenziare la capacità organizzativa dei suoi affilati, UNI Europa – con i suoi settori, gruppi
e affiliati – si impegna a:
1.1. potenziare il sostegno alle iniziative di sindacalizzazione in essere nei paesi PECO e
     in Turchia e studiare le possibilità di svilupparne di nuove. In particolare, UNI Europa
     promuove progetti di partenariato per gli affiliati che intendono assistere sindacati che,
     pur desiderando fare attività di sindacalizzazione, non dispongono delle risorse
     necessarie.
1.2. Creare un Istituto per la sindacalizzazione dell'Europa Centro-orientale in
     cooperazione con altre federazioni e altri sindacati interessati. Sarà basato sulle
     buone prassi sul modello della BOA (Baltic Organising Academy) e di altre reti
     internazionali, con la capacità di formare organizzatori, attivisti e funzionari sindacali
     e gestire direttamente le attività di sindacalizzazione nella regione.
1.3. Utilizzare tutte le strutture, gli accordi globali, i CAE, il dialogo sociale e le alleanze
     sindacali esistenti per garantire quanto meno la neutralità dei governi e dei datori di
     lavoro al momento di avviare campagne di sindacalizzazione in Europa Centro-
     orientale, in Turchia, nei Paesi della Troika o in qualsiasi altro paese. I sindacati
     presenti in azienda, specialmente nel paese in cui si trova la sede centrale, avranno
     un ruolo fondamentale.

2.    Supporto alla sindacalizzazione nei paesi della Troika
Le politiche di austerità imposte dall'UE a Cipro, Irlanda, Portogallo, Spagna, e in particolare
alla Grecia, hanno minato le strutture sindacali portando a un crollo delle iscrizioni ai
sindacati. Per controbattere a questi sviluppi, UNI Europa – con i suoi settori, gruppi e
affiliati – si impegna a:
2.1. unire le sue forze per aiutare i sindacati di questi paesi a recuperare la base di iscritti
     e i diritti di contrattazione collettiva che hanno perduto nonché a ricostruire le loro
     strutture sindacali.

3.    Coordinare e scambiare le buone prassi per sviluppare la capacità
      di organizzare sindacalmente
L'organizzazione sindacale è in primo luogo pertinenza dei sindacati nazionali. Gli affiliati
UNI Europa hanno sviluppato un ventaglio di prassi di sindacalizzazione innovative e ben
collaudate che è necessario condividere. UNI Europa – con i suoi settori, gruppi e affiliati –
si impegna a:
3.1. Creare opportunità di scambio per i suoi affilati in materia di organizzazione e
     reclutamento sindacale, per mettere a punto e promuovere insieme a loro le migliori
     prassi di organizzazione, reclutamento e ristrutturazione sindacale. Un reclutamento
     efficace e sistematico, in particolare, è fondamentale per la crescita dei sindacati nei
     paesi dove i lavoratori sono già coperti da contratti collettivi.
3.2. Facilitare lo scambio di buone prassi tra gli affiliati per controbattere il declino delle
     iscrizioni.
3.3. Mettere a punto programmi per tenere conto delle sfide della digitalizzazione e del
     nuovo mondo del lavoro, che faciliteranno i sindacati nell'elaborazione e condivisione
     di strategie.

Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016 ______________________________________________ 15
3.4. Condividere buone prassi e mettere a punto strategie capaci di convincere tutte le
     tipologie di lavoratori – tenuto conto delle nuove forme occupazionali, dei livelli di
     formazione, di specializzazione e del grado di autonomia – a iscriversi ai sindacati.
     Questo significa che, per garantire la crescita dei sindacati, UNI Europa e i suoi affiliati
     dovranno mettere a disposizione le risorse necessarie per la ricognizione,
     l'organizzazione e la sindacalizzazione di tutti i lavoratori, inclusi i professionisti e i
     manager.
3.5. Sviluppare un forum nell'ambito di UNI Europa Youth dove gli affiliati possono
     condividere buone prassi in materia di sindacalizzazione dei giovani. UNI Europa
     raccomanda agli affiliati di includere i giovani a tutti i livelli delle loro organizzazioni.
3.6. Sostenere la prosecuzione ed estensione del progetto di tutorato per giovani donne
     per incoraggiarle a prendere parte attiva nelle attività sindacali europee.
3.7. Fare uno sforzo comune per sfruttare le opportunità di finanziamento europee onde
     promuovere progetti europei che coinvolgano il maggior numero possibile di sindacati
     apportando risorse a sostegno delle suddette iniziative. Per tutte le iniziative di
     progetti europei occorre valutare attentamente il costo elevato di gestione e
     amministrazione dei progetti rispetto all'esito auspicato.

4.    Mirare alle aziende multinazionali
4.1. I settori UNI Europa continueranno a sviluppare e sostenere alleanze forti nelle
     aziende multinazionali. Lo scopo è di condividere strategie di contrattazione e
     sostenere le campagne di sindacalizzazione in queste aziende. Per queste attività
     sarà identificato un elenco di multinazionali (2-3 per settore).
4.2. Il dialogo sociale e i CAE possono essere utili piattaforme dalle quali promuovere i
     diritti sindacali nelle multinazionali.
4.3. Servono iniziative e attività coordinate mirate alle aziende multinazionali a supporto
     delle attività di sindacalizzazione nazionali.
4.4. UNI Europa svilupperà le attività del gruppo di lavoro multinazionali/CAE e della rete
     di coordinamento istituiti nel 2012 per garantire un migliore coordinamento tra i settori,
     le aree e le aziende multinazionali di sua pertinenza.
4.5. La conferenza incarica il Comitato esecutivo di UNI Europa di condurre uno studio di
     fattibilità per l'istituzione di un fondo a sostegno degli affiliati che adiscono, se del
     caso, le vie legali contro aziende multinazionali per rafforzare i diritti all'informazione
     e consultazione.

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Risoluzione 3:
  Cambiamo l’Europa facendo crescere il potere contrattuale

I lavoratori soffrono per l'orientamento assunto dall'integrazione europea, al punto che il
potere contrattuale dei loro sindacati è in pericolo in molti paesi. Eppure l'Europa ha più che
mai bisogno di una forza lavoro motivata e di sindacati forti.
Per raggiungere questo obiettivo, UNI Europa e i suoi affiliati devono cambiare l'Europa
insieme. I sindacati devono attivarsi in permanenza per rafforzare il loro potere contrattuale
ed evitare che l'Europa diventi sempre più il terreno di gioco di interessi commerciali non
controllati.
Questo è nell'interesse di tutti. Relazioni sociali solide hanno un valore aggiunto non solo
sociale ma anche economico. I paesi dove i partenariati sociali sono più sviluppati e i sistemi
sociali più efficaci sono anche quelli che hanno più successo e competitività al mondo,
specialmente in tempi di crisi. Le aziende coperte da contratti collettivi offrono salari più alti,
maggiori opportunità di formazione professionale, più uguaglianza tra i sessi, più
fidelizzazione del personale e lavoro più stabile, oltre a registrare meno incidenti sul lavoro.
Relazioni sociali solide, fondate sulle contrattazioni collettive, sono parte della democrazia
e sono strumenti necessari per una regolamentazione equa ed efficiente dell'economia e
del mercato del lavoro.
UNI Europa condanna senza riserve gli attacchi ai diritti sindacali che stanno avvenendo in
tutta Europa. L'attacco sferrato dal governo finlandese alle tradizionali strutture di
contrattazione collettiva, e il Trade Union Bill del governo britannico che renderebbe
praticamente illegali gli scioperi riportando le relazioni industriali all'era vittoriana,
costituiscono un assalto alla democrazia e ai valori basilari della stessa Unione europea.
La lotta per i diritti sindacali fondamentali è un elemento della nostra visione di
potenziamento del potere contrattuale e UNI Europa si impegna a sostenere tutti gli affiliati
in questa lotta.
Questa risoluzione delinea il quadro strategico di UNI Europa per potenziare il potere
contrattuale dei sindacati dei servizi in Europa. Come lavoratori e sindacati dei servizi,
continueremo a rivendicare i nostri diritti. Ci batteremo per invertire la tendenza delle
politiche governative e delle normative che limitano i nostri diritti. I sindacati dei servizi
lotteranno ovunque per il rispetto dei diritti collettivi.

Ostacoli
Per rafforzare il loro potere contrattuale, UNI Europa e i suoi affiliati devono superare
numerosi ostacoli:
a)    A seguito dello sviluppo dell'integrazione economica globale e del mercato interno
      dell'UE, le società multinazionali sono caratterizzate da attività integrate a livello
      europeo, basate su un corpus comune di leggi comunitarie, modelli di business
      diversificati e un'identità transnazionale. Le loro funzioni aziendali sono organizzate
      indipendentemente dai confini nazionali. Le relazioni industriali, invece, rimangono
      organizzate principalmente lungo direttive nazionali. La conseguenza è che le
      multinazionali prendono sempre più decisioni unilaterali a livello transnazionale senza
      coinvolgimento dei sindacati. Queste decisioni influiscono a loro volta sul quadro in
      cui i sindacati operano a livello nazionale all'interno di un'azienda e oltre. I sindacati
      dei servizi devono creare un contrappeso a livello nazionale e transnazionale
      mettendo insieme le loro risorse e coordinando le loro azioni nei confronti delle
      multinazionali. Dobbiamo fare in modo che contrattazioni a livello nazionale non
      portino a mettere gli uni contro gli altri i lavoratori di paesi diversi.

Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016 ______________________________________________ 17
b)    L'eccessiva deregolamentazione e liberalizzazione ha fatto sì che il mercato unico
      europeo dei servizi faccia gli interessi delle aziende a scapito dei lavoratori, dei
      cittadini e della società. L'ineguaglianza è in aumento, sotto forma di salari bloccati,
      precariato diffuso, e una distribuzione degli utili aziendali iniqua e poco lungimirante.
c)    La crisi economica ha esercitato ulteriore pressione sul potere contrattuale dei
      sindacati. Le misure adottate nel semestre europeo hanno rimesso in questione la
      contrattazione collettiva ed esercitato ulteriore pressione sulla sicurezza sociale e
      occupazionale. Nei paesi soggetti alla Troika, le riforme attuate aumentano la
      disoccupazione, il precariato e l'ineguaglianza. Occorre invertire la tendenza di certi
      governi e delle Istituzioni europee a considerare la contrattazione collettiva come un
      ostacolo al successo.
d)    Il pacchetto Better Regulation (Legiferare Meglio) della Commissione europea rischia
      di minare il potere contrattuale dei sindacati e di dare una preminenza eccessiva alle
      esigenze delle aziende. Inoltre, questo approccio contiene proposte intese a
      rallentare la procedura legislativa e a facilitare l'accesso ai lobbisti industriali più scaltri
      – minando così i poteri democratici del Parlamento europeo e del Consiglio. REFIT,
      il programma di riforma normativa nell'ambito di Better Regulation, rischia di definire
      la normativa sociale come un onere inutile. I sindacati devono unire le loro forze per
      rimettere in questione l'attuale approccio di Better Regulation, contribuendo con
      soluzioni lungimiranti atte a supportare una crescita sociale e sostenibile in Europa.
e)    Parimenti, la Commissione Europea ha gradualmente rinunciato agli obiettivi di
      Lisbona e di Barcellona in materia di uguaglianza professionale, che si tratti del tasso
      di occupazione femminile, dei servizi all’infanzia, o ancora della flessibilità dei tempi
      di lavoro. Oggi ritiene che la nuova strategia non dia nemmeno più luogo a una
      comunicazione ufficiale, ma che sia ridotta allo stato di documento di lavoro senza
      alcun valore vincolante. Mentre le istruzioni europee sono sempre più percepite come
      strumenti di vincolo economico per i lavoratori e i cittadini, gli obiettivi di parità tra le
      donne e gli uomini non sembrano più essere oggetto di discussione. Questo depriva
      di una base d’appoggio per negoziare l’uguaglianza, e va in senso contrario alla
      costruzione di un’Europa sociale. In altre parole, l’Unione europea rinuncerebbe a
      onorare i suoi impegni giuridici in materia di parità tra i sessi.
f)    Gli accordi di libero scambio che rispettano i principi sociali e democratici possono
      apportare vantaggi ai cittadini europei, tuttavia gli attuali negoziati per definire i termini
      futuri degli scambi internazionali sono preoccupanti. I sistemi di risoluzione delle
      controversie tra investitore e Stato previsti nei negoziati ne sono un esempio:
      rischiano infatti di minare la contrattazione collettiva nel momento in cui
      permettessero agli investitori di rimettere in questione contratti collettivi resi
      legalmente vincolanti dallo Stato. La sola minaccia di una composizione che potrebbe
      costare molti milioni di euro potrebbe indurre i governi a non sottoscrivere questi tipi
      di contratti, limitando così il potere contrattuale e l'influenza dei sindacati. Il risultato
      sarebbe un mondo dove l'equilibrio del potere sarebbe ulteriormente sbilanciato a
      sfavore dei lavoratori e dei loro alleati.
g)    Le gravi interferenze e limitazioni del diritto allo sciopero e alla copertura dei contratti
      collettivi dovute alle sentenze della Corte Europea di Giustizia (Viking, Laval,
      Lussemburgo, ecc.) non hanno ancora trovato soluzione. L'insufficiente legislazione
      e giurisprudenza sul distacco dei lavoratori continua a provocare dumping sociale e
      salariale nel quadro dei servizi transfrontalieri e della mobilità dei lavoratori.
h)    Per UNI Europa e i suoi affiliati, la grande percentuale di voti di protesta registrata alle
      ultime elezioni europee esemplifica l'alienazione dei cittadini europei da quella che è
      oggi l'UE. Sappiamo che il disastro si sarebbe potuto evitare se solo avessimo potuto
      perseguire e realizzare la nostra visione di un'Europa equa. Per questo il nostro
      obiettivo è cambiare l'Europa insieme. La nostra passione per la costruzione di un

18 _____________________________________________ Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016
modello sociale ed economico europeo gratificante per i lavoratori, è più forte che
      mai. Per arrivarci, dobbiamo ripristinare e potenziare il nostro potere contrattuale
      affinché anche i lavoratori dei servizi possano beneficiare dell'integrazione europea.

Politica
L'azione di UNI Europa per potenziare il potere contrattuale dei sindacati è guidata dalle
seguenti politiche di base:
i)    Alla radice della sua stessa ragion d'essere, UNI Europa difende e promuove la
      contrattazione collettiva, la libertà di associazione e il diritto di sciopero a tutti i livelli.
      Abbiamo bisogno di solide modalità di contrattazione collettiva e di accordi nazionali
      vincolanti per promuovere posti di lavoro di qualità, uguaglianza, salari dignitosi,
      aumenti salariali e progresso sociale. In caso di conflitto, l'Europa deve dare la priorità
      ai diritti sociali fondamentali, specialmente il diritto di azione collettiva, rispetto alle
      libertà economiche.
j)    Per UNI Europa, il sostegno continuativo all'integrazione europea dipende da sviluppi
      che facciano dell'UE qualcosa di più che un semplice progetto di mercato unico e
      zona di libero scambio. UNI Europa si batterà per tornare a un' Europa di progresso
      democratico, economico e sociale e di coesione. UNI Europa chiede di modificare i
      Trattati dell'Unione per dare priorità alla dimensione sociale dell'Unione europea e
      correggere l'attuale squilibrio tra diritti fondamentali e politiche economiche. Tali
      modifiche devono includere l'adozione di un Protocollo per il progresso sociale, come
      proposto dalla CES, e se non dovessero migliorare la dimensione economica e
      sociale dell'UE, UNI Europa le respingerà al pari della CES.
k)    UNI Europa sostiene la risoluzione “Working people need a raise in pay and
      purchasing power – all over the world!” (I lavoratori hanno bisogno di un aumento dei
      salari e del potere d'acquisto – in tutto il mondo!) adottata dal 4o Congresso UNI: i
      lavoratori e le lavoratrici hanno bisogno di un aumento dei salari e del potere
      d'acquisto in tutta l'Europa.
l)    UNI Europa ribadisce le sue rivendicazioni per una governance economica
      democratica e socialmente responsabile nell'UE, volta a migliorare le condizioni di
      vita e di lavoro per tutti.
m)    L'approccio di austerità della Troika e le distruttive riforme del mercato del lavoro
      hanno aggravato la disoccupazione e soffocato la crescita economica in Europa,
      minando le basi economiche, fiscali, sociali e politiche dell'Unione europea. Paesi
      come Grecia, Irlanda, Cipro e Portogallo stanno vivendo la peggiore crisi economica
      e sociale da generazioni. UNI Europa non ha dubbi che l'UE sia la chiave per superare
      la crisi attuale e garantire un futuro sostenibile e prospero a tutti i popoli d'Europa –
      ma solo attraverso una strategia economica e sociale alternativa che metta il
      benessere dei cittadini, non il profitto, al centro delle politiche comunitarie.
n)    Conformemente alla risoluzione “In favour of a foreign trade and investment policy
      based on solidarity” (Per un commercio estero e una politica d'investimento basati
      sulla solidarietà) adottata alla sua 3a Conferenza, alla posizione sul TTIP adottata dal
      suo Comitato esecutivo nel 2014, e alla decisione del 4o Congresso UNI nel 2014,
      UNI Europa ribadisce che gli accordi commerciali internazionali devono in primo luogo
      avere un'utilità sociale. Devono essere equi, sostenibili, trasparenti e sociali e
      garantire la competitività attraverso la qualità, non il dumping sociale. Tutti gli accordi
      commerciali devono puntare a rafforzare le norme sociali e ambientali, e garantire i
      diritti dei lavoratori. Come riferimento minimo, le parti firmatarie devono sottoscrivere
      e attuare convenzioni dell'OIL. Un capitolo vincolante e imponibile sui diritti sociali
      deve sempre essere incluso.

Risoluzioni della 4a Conferenza UNI Europa 2016 ______________________________________________ 19
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