Relazione sullo svolgimento del progetto cluster Top Down

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Sardegna FESR 2014/2020 - ASSE PRIORITARIO I

    “RICERCA SCIENTIFICA, SVILUPPO TECNOLOGICO E INNOVAZIONE”

Azione 1.1.4 Sostegno alle attività collaborative di R&S per lo sviluppo di nuove
                tecnologie sostenibili, di nuovi prodotti e servizi

   Relazione sullo svolgimento del
     progetto cluster Top Down

                                  CarBio

                                                                                    1/12
Report Semestrale n. 5 periodo di lavoro dal 24/04/2020 al 23/10/2020

Organismo di Ricerca: Università degli Studi di Sassari – Dipartimento di Agraria, in
collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche – Istituito di Scienze delle
Produzioni Alimentari – U.O. Sassari

Progetto Cluster Top Down: ”CarBio: carciofo biologico: innovazione e sostenibilità di
filiera”

Convenzione prot. n° 4430 del 25/03/2018

CUP: J81I17000820006

Si allegano al presente documento:

    -      N. 18 registri incontri con le imprese;

Il Report dovrà essere articolato secondo un minimo di cinque sezioni:

Sezione 1: Indicare il grado di conseguimento degli obiettivi fissati nel progetto approvato
rispetto al periodo di riferimento e suddivisi per ogni WP. In questa sezione si dovrà inoltre
fornire, considerando il periodo di riferimento, uno stato di avanzamento dei WP rispetto al
progetto e al cronoprogramma approvato quantificando anche gli indicatori fisici di realizzazione
e di risultato previsti nella proposta progettuale.

Il progetto Cluster Top-Down CarBio: Carciofo Biologico: innovazione e sostenibilità di filiera, ha
come obiettivo generale la valutazione della sostenibilità agronomica e ambientale della
coltivazione del carciofo Spinoso sardo ottenuto secondo protocolli di coltivazione biologica.
L’intento delle attività di trasferimento tecnologico da introdurre nelle aziende aderenti è quello
di rendere, mediante la razionalizzazione dell’intera filiera produttiva, più competitivo l’intero
settore carcioficolo, proponendo sul mercato un prodotto fresco o semilavorato caratterizzato da
un ridotto contenuto in nitrati e residui di pesticidi che possieda al tempo stesso un buon
contenuto in vitamine e composti fenolici, spesso superiore rispetto a quello dei prodotti
convenzionali.
L’affiancamento agli imprenditori agricoli nelle operazioni di trasferimento tecnologico operate
dagli enti di ricerca avviene attraverso un supporto diretto ai processi di gestione della filiera
agricola completa, secondo protocolli integrati in pre e post raccolta.

Il progetto è articolato in diversi obiettivi specifici perseguiti mediante l’attuazione dei diversi
WP.

L’attività del WP1 (WP Leader Dott.ssa Paola Deligios) e del WP7 (WP Leader Dott. S.
D’Aquino) riguardante la “Gestione operativa e di coordinamento del progetto, con controllo
della qualità e diffusione dei risultati”, si inserisce nell’ambito del più ampio obiettivo 5 di
progetto: divulgazione dei risultati e trasferimento delle innovazioni.
I principali indicatori di realizzazione e di risultato prodotti fino ad ora in relazione al
cronoprogramma approvato e tenendo conto delle limitazioni imposte a causa del diffondersi

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della pandemia di COVID-19 sono stati:
    - n° 1 meeting di progetto tra enti di ricerca coinvolti: UNISS e CNR per programmare
        l’attività da condurre nell’annata agraria di coltivazione e raccolta del carciofo avvenuto
        in via telematica;
    - n°18 incontri di progetto in cui le Istituzioni Scientifiche e imprese agricole aderenti al
        progetto dialogano per il trasferimento e recepimento delle innovazioni nel pre e post
        raccolta della filiera del carciofo Spinoso sardo;
    - azioni di divulgazione mediante pagine social quali: Twitter (#CarBio, @CarBio 3,
        https://twitter.com/CarBio3); e Facebook (https://www.facebook.com/carbio.carbio.1),
        che hanno consentito di dare visibilità alle attività di trasferimento condotte nelle aziende
        aderenti.

L’attività del WP2 (WP Leader Dott.ssa Paola Deligios) riguardante “l’analisi della fertilità del
suolo quale indicatore della sostenibilità agronomica”, ricade nell’ambito degli obiettivi di messa
a punto di una gestione agronomica efficiente con lo scopo di valutare la sostenibilità dei metodi
di coltivazione biologica proposti per i sistemi cinaricoli sardi.
In alcune delle aziende aderenti al progetto, sono state portate avanti le attività di trasferimento
tecnologico previste secondo un protocollo di gestione agronomica volto a favorire le basi
tecnico-scientifiche per la conversione delle medesime da sistemi di coltivazione convenzionali
verso sistemi di coltivazione in regime biologico, adattando le attività sopracitate alle esigenze
delle singole aziende.
A tal proposito sono state portate avanti le attività che hanno identificato la successione
colturale più idonea per mantenere soddisfacenti le produzioni agricole ottimizzando la tecnica
agronomica di coltivazione del carciofo Spinoso sardo in transizione verso regimi in biologico
che determinano la riduzione nell’impiego di input esterni quali i concimi, agrofarmaci e
diserbanti. In linea con il cronoprogramma indicato, dopo la decadenza delle restrizioni agli
spostamenti regionali imposte dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm) in
attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, le attività condotte hanno riguardato la
validazione nelle aziende del protocollo di gestione agronomica efficiente realizzata mediante
confronto diretto con gli imprenditori medesimi.
Nello specifico, è stata condotta un attività di:
1) analisi dei bilanci dei macronutrienti (azoto, fosforo e potassio) sui dispositivi sperimentali a
confronto (convenzionale, biologico e in transizione) secondo la metodologia riportato nelle
linee guida OECD (2007);
2) valutazione di una lista di criteri di selezione, differenziati per areale geografico ed epoca di
impianto adottate nelle varie aziende, per la semina di una coltura di copertura o cover crop
nell’interfila della coltura principale di carciofo. Il criterio di selezione della cover crop è stato
effettuato partendo dalle basi scientifiche messe a punto nel progetto di trasferimento
tecnologico Ecocynara (Innovazione verso la sostenibilità del sistema colturale carciofo a scala
aziendale: “Spinoso sardo” in regime biologico) ed è stata orientata verso l’impiego di una
leguminosa, il pisello proteico.
3) studio della dinamica di mineralizzazione della sostanza organica, per tutti i dispositivi
sperimentali a confronto mediante l’analisi dei dati di respirazione del suolo.
I principali indicatori di realizzazione e di risultato fino ad ora raggiunti in relazione al
cronoprogramma approvato e a seguito delle restrizioni per l’emergenza coronavirus sono:
    - monitoraggio settimanale della respirazione eterotrofa del suolo per tutta la durata del
         ciclo colturale del carciofo e nelle fasi di consociazione della leguminosa con l’obiettivo
         di studiare le relazioni tra la qualità del suolo e dinamica della sostanza organica per

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sviluppare parametri inediti di sostenibilità del sistema carcioficolo.

Il WP3 e WP6 (WP Leader Prof. G. Brundu e Dott.ssa Paola Deligios) ricadono nel più ampio
obiettivo 2 di “Messa a punto di strategie efficaci e a basso impatto ambientale per il
contenimento delle infestanti”.
Nel semestre di riferimento, l’attività in campo del WP3 è stata interrotta, in relazione alle
restrizioni imposte dalla pandemia da Covid-19. È stato possibile comunque riprendere i rilievi e
il lavoro in campo nel mese di giugno con l’obiettivo di studiare la biodiversità vegetale nei
sistemi colturali carcioficoli in regime convenzionale, in transizione e in regime biologico. Come
nel corso dei semestri precedenti, preliminarmente ai sopralluoghi in campo si è proceduto a
contattare i proprietari delle imprese che sono stati opportunamente convolti ed informati in
merito ai rilievi in corso ed hanno presenziato in parte alle attività di rilievo, ponendo diverse
domande e/o informandosi sulla corretta identificazione di alcune delle specie infestanti presenti
o sulle modalità di introduzione, diffusione e controllo delle stesse. Hanno tutti prestato la
massima collaborazione e grande interesse verso le attività di questo WP.
Per poter avere dati comparabili, è stata applicata sempre la stessa metodologia di rilievo della
flora epigea localizzandosi su apposite aree di saggio preventivamente localizzate con l’ausilio
del GPS, nel periodo estivo.
Di seguito viene riportato il calendario dei rilievi eseguiti nelle diverse aziende aderenti al
progetto CarBio.

 Azienda                  Gestione                     Rilievi estivi           Rilievi tardo-estivi

Ottava           Convenzionale e Biologico      01.07.2020                   30.09.2020

Cabras           Biologico                      09.06.2020                   22.09.2020

Villasor         Biologico                      19.06.2020                   22.09.2020

Valledoria       Convenzionale                  18.06.2020                   30.09.2020

Uri              Transizione                    18.06.2020                   30.09.2020

È stato altresì’ avviato lo studio della seed bank per l’azienda di Ottava per valutare gli effetti
che le gestioni agronomiche hanno sulla biodiversità della banca del seme in termini di
dimensione e composizione.

I principali indici di realizzazione che si sono sviluppati in merito allo specifico WP3 sono:
     - n. 2 data set sperimentali implementati. Uno riguardante la diffusione delle principali
         specie infestanti presenti nei diversi areali e nelle diverse epoche di crescita della
         carciofaia (autunno-inverno, primavera ed estate). Il secondo invece è un data set
         relativo all’analisi della banca del seme per la sola azienda sperimentale di Ottava.

A tal proposito, sono partite le attività di ricognizione dei data set e di analisi al fine di
individuare le modalità ottimali di impiego dei mezzi di controllo non chimici in tutti e tre i
dispositivi sperimentali analizzati e la loro eventuale efficacia e per studiare la biodiversità
funzionale e le dinamiche di popolazione nei diversi dispositivi analizzati per identificare
secondo il principio dell’integrate weed management le tecniche non chimiche più idonee per

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limitare lo sviluppo delle infestanti in carciofaie di Spinoso sardo.

Il WP4 (WP Leader Prof. Q. Migheli) ha come obiettivo principale quello di “studiare gli effetti
che strategie a basso impatto ambientale (prodotti ammessi in agricoltura biologica) hanno sul
contenimento delle principali patologie fungine (Sclerotium rolfsii, Botrytis cinerea, Leveillula
taurica e Bremia lactuce) che attaccano il carciofo. Il seguente WP in stretta correlazione con il
WP2 e WP3 ci consentirà di studiare e individuare degli efficaci metodi alternativi per il controllo
dei patogeni, con il duplice obiettivo di ridurre l’incidenza delle avversità provocate dai patogeni
del carciofo e portare sul mercato un prodotto fresco o semilavorato più salubre, il cui residuo in
agrofarmaci sia notevolmente ridotto.
Le attività del WP4 condotte durante il periodo di riferimento indicato hanno riguardato:
1) la messa a punto e validazione di un protocollo di gestione e utilizzo dei prodotti fitosanitari
differenziato per azienda in funzione delle singole esigenze tecnico-pratiche. A tal proposito
sono stati distribuiti alle aziende i seguenti prodotti con le relative schede di sicurezza e
modalità di impiego:
     - Contans WG
     - AQ 10 WG
     - AMYLO-X
Prodotti convenzionali quali: Aliette e Folicur sono stati invece impiegati nel solo dispositivo
dell’azienda sperimentale del Dipartimento di Agraria sito a Ottava per analisi di confronto coi i
dispositivi gestiti in regime biologico.
I prodotti sono stati scelti sulla base delle loro caratteristiche in quanto ammessi in agricoltura
biologica per la difesa della colture e testati alcuni per la prima volta sulla coltura del carciofo.
In alcune delle aziende aderenti, sono state effettuate prima dell’impianto della carciofaia dei
trattamenti a seconda delle esigenze aziendali direttamente su suolo o in concia sugli ovoli da
impiantare trattamenti a base di micoparassita quale: Coniothyrium minitans adottato contro i
patogeni responsabili del marciume del colletto. Agli agricoltori è stato fornito un protocollo di
impiego del prodotto con le rispettive schede tecniche.
In questa fase, sono state inoltre identificate nei dispositivi sperimentali delle aree di saggio da
10 piante ciascuna secondo un disegno sperimentale a blocchi randomizzati nei quali a
cadenza periodica (intervalli di 7-10 giorni a seconda dei casi) sono stati eseguiti dei rilievi per
monitorare i seguenti parametri:

   -   assenza o presenza di fallanze per effetto di patogeni tellurici (Erwinia sp; Rhizoctonia
       sp, Scleriotinia sp, ecc) secondo una scala numerica %.

Nelle medesime aziende durante la stagione autunno-invernale sarà valutata nel caso di
comparsa l’incidenza di altre avversità di natura fungina quali: peronospora (Bremia lactucae) e
oidio (Leveillula taurica) lungo tutta la stagione vegetativa nei sistemi carcioficoli convenzionali
e coltivati in regime biologico mediante metodi non distruttivi.
Sin dai primi sintomi della comparsa della patologia, per ciascuna area di saggio, saranno
monitorati i seguenti parametri:

   -   superficie fogliare attaccata da Bremia lactucae e/o Leveillula taurica (Lév) Arn. su
       scala numerica %;
   -   solo sui capolini determinazione dell’assenza o presenza di Botritis cinerea (botrite) in
       scala numerica %;

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Il grado di conseguimento degli obiettivi riportati nella WP5 (Leader Dott. Palma Amedeo) e
WP7 (Leader Dott. D’Aquino Salvatore) in relazione alla gestione post-raccolta del carciofo
segue il cronoprogramma indicato nel progetto grazie alla proroga ottenuta per la conclusione
del progetto prevista per il 31-03-2021. In considerazione delle restrizioni lavorative dovute
all’emergenza coronavirus che hanno visto una limitazione negli spostamenti e l’alternanza tra
lavoro in sede e in modalità “lavoro agile”, nel periodo considerato, in assenza di disponibilità di
materiale vegetale fresco, sono stati elaborati i dati di una prova preliminare di confezionamento
di carciofi provenienti da sistemi colturali convenzionali e sono state concluse le analisi della
prova comparativa sulle caratteristiche fisiologiche e qualitative tra il carciofo coltivato in sistemi
in regime biologico rispetto a quelli coltivati in sistemi convenzionali.
Nella prova preliminare di confezionamento, la scelta del film plastico è stata effettuata
utilizzando le informazioni precedentemente ottenute dallo studio sulla fisiologia dei capolini di
carciofo coltivati nei diversi dispositivi a confronto. I parametri che sono stati presi in
considerazione per valutare la risposta al tipo di confezionamento sono stati:
     1. parametri fisiologici: valutazione dell’attività respiratoria dei capolini confezionati ed
         evoluzione dell’atmosfera all’interno delle confezioni durante tutto il periodo di
         conservazione (CO2, O2 ed etilene);
     2. parametri fisici: valutazione dell’evoluzione durante la conservazione della consistenza
         delle brattee del carciofo;
     3. parametri chimici: caratterizzazione ed evoluzione durante la conservazione della
         componente fenolica, nutraceutica, degli acidi organici, della vitamina C, degli zuccheri.
         Inoltre, è stata determinata l’attività antiossidante, il contenuto in polifenoli totali e fibre
         ADF (acid detergent fibre), NDF (neutral detergent fibre) e ADL (acid detergent lignin).
     4. parametri visivi, organolettici e microbiologici: valutazione dell’aspetto visivo,
         dell’imbrunimento esterno ed interno dei capolini, dello sviluppo di muffe o altre
         alterazioni microbiologiche ed è stato predisposto un panel test per le analisi gustative.
Valutata la positiva risposta al tipo di confezionamento utilizzato in termini di conservabilità e
mantenimento delle caratteristiche qualitative dei capolini, lo stesso piano sperimentale è stato
utilizzato per la prova comparativa tra carciofi ottenuti in regime biologico e quelli ottenuti in
sistemi agronomici convenzionali. Al fine di valutare eventuali differenze nella risposta al tipo di
confezionamento e alla conservazione sulle caratteristiche qualitative, nutraceutiche e
organolettiche, sui capolini provenienti da sistemi biologici e convenzionali sono state effettuate
le stesse analisi eseguite nella prova preliminare di confezionamento.
Altra attività svolta nel periodo in oggetto, ha riguardato il proseguimento delle sperimentazioni
e la programmazione per le prossime attività con l’ “Azienda Agricola Pinna Antonio di Ittiri”
sull’ottimizzazione della tecnologia di disidratazione dei capolini di carciofi in modo tale da
ottenere un prodotto stabilizzato e duraturo nel tempo che mantenga le caratteristiche
organolettiche e qualitative inalterate. In particolare, sono stati effettuati dei test per valutare la
qualità del prodotto disidratato e le modalità di preparazione e utilizzo. Per questo scopo è stato
contattato uno chef che su un prodotto, con 4 e 7 mesi di conservazione, ha preparato due
ricette (spaghetti e riso ai carciofi) con risultati esaltanti ponendo le basi per una possibile
utilizzazione dei carciofi anche in periodi in cui non si trova direttamente il prodotto fresco.
Tra le attività riportate nella proposta progettuale, nel periodo in esame, con il termine del
periodo di lockdown, sono state riprese le visitate presso alcune aziende facenti parte del
progetto con lo scopo di programmare le attività riguardanti il post-raccolta della prossima
campagna carcioficola. In particolare, sono stati presi contatti per sviluppare sistemi innovativi
di packaging con “l’O.P. Agricola Campinadese” e con l’azienda “Roberto Simula” di Uri per
valutare eventuali differenze sulle caratteristiche qualitative dei capolini provenienti da sistemi di
coltivazione convenzionali e biologici raccolti in periodi differenti, da fine ottobre a marzo.

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Infine il WP 6 (WP Leader Dott.ssa Paola Deligios) in linee con gli obiettivi di progetto, mira ad
analizzare l’insieme dei dati raccolti con lo scopo finale di valutare la sostenibilità dei metodi e
sistemi applicati individuando degli indicatori agronomici che permettano una valutazione
comparata dei dispositivi sperimentali. Il monitoraggio continuo della dinamica di
mineralizzazione della sostanza organica, la dinamica dei nutrienti calcolata con la metodica del
bilancio apparente e la determinazione quanti qualitativa delle biomasse in avvicendamento
saranno dati necessari per acquisire le informazioni utili al calcolo degli indici di sostenibilità
ambientale e agronomica nei diversi dispositivi a confronto. Il WP si sviluppa in linea con quanto
fissato nel cronoprogramma e la ripresa delle attività di trasferimento sta consentendo di
colmare i dati necessari alla quantificazione degli indicatori agronomici ambientali.

Sezione 2: Descrivere in quali modalità e con quale tempistica si sono svolte le attività di
sviluppo e di sperimentazione in contatto diretto con le imprese del cluster. Indicare quali
risultati questa attività ha prodotto o quali effetti ha avuto sul gruppo di imprese a cui è stata
destinata.

Nell’ambito dei diversi incontri realizzati con le aziende aderenti al progetto di volta in volta sono
stati individuati gli interventi di trasferimento tecnologico da adottare e implementare nelle
aziende sulla base delle criticità e necessità emerse dai colloqui con le aziende sia nelle fasi di
pre raccolta e coltivazione in pieno campo sia nelle operazioni di confezionamento e post
raccolta del prodotto fresco e semilavorato.
Le attività di trasferimento tecnologico e ricerca che sono state portate aventi nelle aziende
aderenti, hanno riguardato:

WP2: Validazione del protocollo di gestione agronomica della coltivazione in regime
biologico per le aziende in conversione.
Le azioni di trasferimento tecnologico promosse nelle aziende del progetto CarBio durante
questo semestre hanno riguardato la validazione del protocollo di gestione agronomica della
coltivazione di carciofo Spinoso sardo in regime biologico, mediante la realizzazione dei
dispositivi sperimentali della superficie di circa 1 ha che sono stati comparati con una gestione
convenzionale condotta nella rimanente porzione di superficie aziendale.
Nei dispositivi sperimentali, insieme con l’imprenditore agricola, sono state definite le attività di
impianto e successiva gestione agronomica più idonea da realizzare nella prossima annata
agraria di riferimento 2020-2021, al fine di ridurre l’impiego di fertilizzanti chimici e migliorare la
sostenibilità ambientale ed economica del sistema carciofo in un’ottica di innovazione e
maggiore competitività per le aziende carcioficole sarde.
A tal proposito è stata consigliata agli imprenditori agricoli, la semina di una cover crop di
leguminosa. La specie scelta è stata il pisello proteico varietà Navarro, in consociazione con la
coltura principale del carciofo. La semina della cover crop consente il conseguimento di quattro
obiettivi principali:
1) favorire attraverso la trinciatura anticipata allo stadio di fioritura della coltura la rapida
mineralizzazione della biomassa verde con rilascio dei nutrienti nel suolo utili alla coltura del
carciofo;
2) favorire un effetto pacciamante e di contrasto nei confronti delle principali infestanti autunno-
vernine e primaverili che si sviluppano nella carciofaia, riducendo al minimo i trattamenti di

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diserbo;
3) contribuire a mitigare gli effetti dovuti agli eventi estremi sempre più frequenti (precipitazioni
di elevata intensità) nelle fasi giovanili di impianto della carciofaia, per limitare i danni da
erosione idrica;
4) agevolare le operazioni di raccolta per gli agricoltori, creando un tappeto erboso che facilità
la transitabilità dei mezzi .
Per monitorare la dinamica dei nutrienti del suolo (azoto, fosforo e potassio) e verificare la reale
disponibilità degli stessi per la coltura del carciofo sono stati determinati gli input e output al
sistema orticolo mediate l’adozione della metodica di OECD (2007) e quella proposta da
Andrist-Rangel et al. nel 2007.
Sui diversi dispositivi sperimentali a confronto (convenzionale, in regime biologico e in
transizione) sono stati determinati input quali:
1) fertilizzazioni minerali (esclusivamente per il sistema di coltivazione convenzionale);
2) deposizioni atmosferiche (relativamente ad azoto e fosforo, stimate su base bibliografica);
3) quantità di azoto fissato dalle leguminose (per il solo elemento dell’azoto).
La somma di queste voci determina la quota di macronutrienti o input apportati al sistema
orticolo.
Tra le voci di output rilevate invece sono state considerate le asportazioni derivanti dalla
raccolta del prodotto commerciale per la coltura da reddito (capolini di carciofo).
Tali asportazioni sono state calcolate moltiplicando le produzioni osservate per la
concentrazione degli elementi nutritivi nei prodotti commercializzabili.
La differenza tra input e output al sistema rappresenta il bilancio apparente per ogni
macronutriente.
Nei dispositivi sperimentali sono state inoltre avviate operazioni di monitoraggio settimanale
della respirazione eterotrofa del suolo, subito dopo l’impianto della coltura, avvenuto tra giugno
e luglio. Il monitoraggio della respirazione del suolo, rappresenta un parametro indispensabile
per valutare l’attività microbica del suolo e quindi conseguentemente l’andamento della
mineralizzazione della sostanza organica del suolo per fornire una guida essenziale agli
agricoltori per progettare la migliore strategia di gestione della nutrizione nei sistemi in regime
biologico.
La strumentazione impiegata per tale scopo è stata un gas analizzatore ad infrarossi (EGM-4,
PP Systems Hitchin, Hertfordshire, UK) dotato di sonda di misurazione della temperatura e il
TDR 300 che misura invece l’umidità del suolo. I dati cosi rilevati saranno utili per comprendere
al meglio l’evoluzione e la dinamica di mineralizzazione della sostanza organica e fornire agli
imprenditori un supporto alle decisioni volte a migliorare la sostenibilità agronomica e
ambientale dei sistemi colturali carcioficoli.

WP3: Messa a punto di strategie efficaci e a basso impatto ambientale per il
contenimento delle infestanti
WP3: L’attività del WP3 è stata condotta, nelle medesime modalità dei semestri precedenti,
contattando i proprietari delle imprese che sono stati opportunamente convolti ed informati in
merito ai rilievi in corso. La metodologia di rilievo della flora epigea impiegata ha riguardato
l’identificazione di apposite aree di saggio preventivamente localizzate con l’ausilio del GPS, nel
periodo estivo e tardo-estivo del 2020.
Successivamente mediante un campionamento stratificato nei diversi dispositivi a confronto,
con metodi non distruttivi sono stati raccolti dati riguardati: la principale tipologia di infestanti
presenti (specie aliene o autoctone) e il loro grado di copertura i cui dati sono stati poi utilizzati
per il calcolo di indici di biodiversità standard. Le specie non direttamente riconosciute in campo

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sono state lasciate in sito per un riconoscimento in fase fenologica successiva, oppure sono
stati raccolti dei campioni per analisi di laboratorio. Nel corso dei rilievi sono sempre state
effettuati delle riprese fotografiche.
Purtroppo i rilievi primaverili 2020 già programmati con le aziende aderenti al progetto non sono
stati realizzati in quanto sin dall’inizio del mese di Marzo il Dipartimento ha bloccato tutte le
attività, e l’Università degli Studi di Sassari, con decreto rettorale, ha imposto il divieto di
effettuare missioni ma nel giugno del 2020 sono riprese le attività di campo regolarmente.

WP4: Applicazione di metodi di lotta biologica che riducano l'incidenza dei principali
patogeni fungini.
Il seguente WP ha portato avanti attività di trasferimento tecnologico e ricerca a contatto diretto
con le imprese cluster attraverso un monitoraggio diretto sulla coltura durante tutto il ciclo
colturale. Nell’ambito dell’ultimo semestre di attività, sono state programmate diverse attività
che saranno poi svolte nell’ambito della prossima annata di coltivazione, iniziata lo scorso
giugno-luglio.
Nei diversi dispositivi sperimentali sono stati effettuati trattamenti con il prodotto Contants WG
seguendo il protocollo fornito agli agricoltori. Successivamente sui medesimi dispositivi sono
state identificate delle aree di saggio scelte casualmente sin dai primi mesi di impianto della
coltura.
A partire dai mesi di agosto e settembre alla comparsa della patologia di peronospora, sono
stati eseguiti i trattamenti con prodotti ammessi in agricoltura biologica adottando i volumi di
irrorazione indicati in etichetta secondo una lotta a calendario concordata con gli imprenditori
agricoli.
Nell’azienda sperimentale del Dipartimento di Agraria sita in località Ottava sono state inoltre
condotte delle analisi di valutazione tecnico-scientifica del protocollo e dei prodotti adottati per
ulteriori studi di approfondimento.
Nello specifico sono state individuate nei dispositivi sperimentali a confronto 4 aree di saggio
secondo un disegno sperimentale a blocchi randomizzati con 4 repliche costituite da 10 piante
ciascuna, per un totale di 40 piante monitorate.
I trattamenti alla comparsa della patologia saranno eseguiti a cadenza di 7-10 giorni secondo
un calendario prestabilito alla comparsa delle patologie. Sulle medesime aree di saggio sarà
eseguito il monitoraggio della stessa su una scala espressa secondo classi di intensità secondo
la metodologia di Serra et al. 2006 che vanno da:
     - 0: foglia sana;
     - 1: 1-4% della superficie fogliare colpita;
     - 2: 5-9% della superficie fogliare colpita;
     - 3: 10-24% della superficie fogliare colpita;
     - 5: 25-49% della superficie fogliare colpita;
     - 6: 50-75% della superficie fogliare colpita;
     - 7: 76-100% della superficie fogliare colpita.

I dati cosi raccolti saranno poi utilizzati per calcolare gli indici di diffusione e di gravita della
malattia e per calcolare l’indice di McKinney. Il rapporto di collaborazione con le diverse aziende
e le valutazioni di carattere scientifico consentiranno nel corso degli ultimi mesi del progetto di
valutare l’effetto dei formulati biologici sui patogeni del carciofo in regime biologico.

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WP5 e WP7 Effetto dei metodi di gestione agronomica del carciofo coltivato in sistemi
biologici sulla qualità e gestione post-raccolta dei prodotti e divulgazione dei risultati
ottenuti
Nel periodo in oggetto, con il termine del periodo di lockdown, sono state riprese le visitate
presso alcune aziende facenti parte del progetto con lo scopo di seguire e accompagnare le
medesime nelle fasi di gestione del post-raccolta e programmare le attività future da realizzare
nella nuovo annata agraria di raccolta dei capolini che inizierà a partire da ottobre 2020.
Nel periodo in oggetto sono state svolte le seguenti attività presenti nella proposta progettuale:
1) caratterizzazione metabolica del carciofo ‘Spinoso Sardo’ ottenuto in regime biologico e
confronto con quello ottenuto con sistemi tradizionali. A tal proposito i parametri dell’attività
respiratoria e traspiratoria sono stati determinati in laboratorio secondo la metodologia che
prevede analisi in grado di identificare dei modelli previsionali di shelf-life per il prodotto fresco o
confezionato. I capolini sono stati confezionati utilizzando delle vaschette in polipropilene (due
capolini per vaschetta) chiuse con un film plastico macro-forato (fori da 0,5 mm, due fori per
confezione) e conservati a 5°C per 5, 10 e 15 giorni. Ad ogni periodo di conservazione a 5°C è
stato fatto seguire un periodo di tre giorni di shelf-life a 20°C.
2) altra attività svolta nel periodo in oggetto, ha riguardato il proseguimento delle
sperimentazioni e la programmazione per le prossime attività con la “Azienda Agricola Pinna
Antonio di Ittiri” sull’ottimizzazione della tecnologia di disidratazione dei capolini di carciofi in
modo tale da ottenere un prodotto stabilizzato e duraturo nel tempo e che mantenga le
caratteristiche organolettiche e qualitative. In particolare, sono stati effettuati dei test per
valutare la qualità del prodotto disidratato e le modalità di preparazione e utilizzo. Per questo
scopo è stato contattato uno chef che su un prodotto, con 4 e 7 mesi di conservazione, ha
preparato due ricette (spaghetti e riso ai carciofi) con risultati esaltanti ponendo le basi per una
possibile utilizzazione dei carciofi anche in periodi in cui non si trova il prodotto fresco.
3) infine è stata effettuata una prova comparativa tra carciofi coltivati in regime biologico con
quelli ottenuti secondo sistemi agronomici convenzionali al fine di valutare eventuali differenze
nei parametri fisiologici, fisici, chimici e di sicurezza alimentare alla raccolta e la loro evoluzione
in conservazione refrigerata. Le due tipologie di carciofo (biologico e convenzionale) sono state
fornite dall’azienda “Roberto Simula” di Uri.
Queste analisi preliminari e di validazione consentiranno di risolvere le principali criticità rilevate
in alcune tipologie di confezionamento adottate dalle aziende e ad individuare nuove soluzioni
tecnologiche per la progettazione del packaging più idoneo in grado di preservare la qualità e
freschezza dei capolini nonchè a prolungare la shelf-life evitando che all’interno delle confezioni
si verifichino condizioni di anaerobiosi che portano ad un rapido decadimento qualitativo per lo
sviluppo di imbrunimenti del cuore del carciofo e sapori e odori di fermentato.

WP6: Valutazione della sostenibilità di metodi e sistemi di agricoltura biologica applicata
al carciofo.
In relazione a questo WP a supporto delle analisi per la determinazione della lista di indicatori
ambientali ed agronomici è stata utilizzata la metodologia di dell’OECD (2007) e di Andrist-
Rangel et al. (2007) per la determinazione del bilancio dei nutrienti nei diversi dispositivi a
confronto carciofo per l’annata di riferimento. Tali dati sono stati confrontati per tutte le gestioni
a confronto con i dati reali di asportazione della coltura di carciofo Spinoso sardo rilevati da
Ledda e Piras nel 2012.
Da una prima analisi dei risultati emerge come nei vari sistemi a confronto esistano delle
criticità legate al tipo di gestione agronomica adottata dagli agricoltori che spesso identificano
eccessi nelle concimazioni per i sistemi convenzionali.

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Al termine dei 36 mesi di progetto, l’analisi complessiva ci consentiranno di fornire agli
imprenditori agricoli uno strumento di supporto per le loro decisioni colturali al fine di guidarli
nelle scelte verso le migliori e più adatte tecniche di gestione agronomica in funzione per
incrementare le produzioni, diffondere la cultura di un carciofo caratterizzato da elevate
proprietà nutrizionali e di sicurezza alimentare, sostenibile dal punto di vista ambientale e
economico con lo scopo ultimo di migliorare e innovare l’intera filiera produttiva traghettando le
aziende del comparto verso nuove tecniche colturali e la produzione e commercializzazione di
un prodotto caratterizzato da un valore aggiunto in termini di componenti nutrizionali e
nutraceutiche.

Sezione 3: Indicare quali materiali di divulgazione sono stati utilizzati e prodotti.

Continua la divulgazione e l’aggiornamento periodico delle attività di progetto condotte nelle
aziende sulle pagine social costituite:
       -Twitter (#CarBio, @CarBio 3, https://twitter.com/CarBio3);
       -Facebook (https://www.facebook.com/carbio.carbio.1).

Sezione 4: Indicare le criticità eventualmente emerse durante lo sviluppo delle attività.

Criticità sono state riscontate nelle fasi di rilievo e di raccolta dei dati nelle fasi del lockdown
indetto per effetto dell’emergenza coronavirus per le limitazioni negli spostamenti e per la
chiusura degli istituiti di ricerca avvenuta da marzo fino a maggio-giugno 2020.
Similmente anche le attività settimanali di monitoraggio della respirazione del suolo hanno
subito un blocco totale a causa dell’impossibilità di recarsi nelle aziende in monitoraggio a casa
dell’emanazione delle restrizioni del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (dpcm)
adottato, in attuazione del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6 e successivi aggiornamenti che
sono riprese regolarmente solo nel giugno scorso.

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Sezione 5: Indicare le % di spesa raggiunte rispetto al periodo di riferimento e al budget
approvato, utilizzando il modello riportato di seguito.

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                                             Spese proposte
       Categorie di costo                                          (in % rispetto al budget
                                                (in euro)
                                                                          approvato)

     Personale dipendente

   Personale non dipendente

Costi per la ricerca contrattuale e
  le conoscenze e i brevetti e i
   servizi di consulenza (10%)

 Strumenti e Attrezzature (25%)

         Altri costi diretti

    Spese Generali (15% su
          personale)

          Costo Totale

La sottoscritta Paola Antonia Deligios in qualità di Responsabile scientifico del progetto
Cluster Top Down

Data 22/10/2020
                                      ____          Timbro e Firma________________

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