Reflusso gastroesofageo: un nuovo dispositivo medico agevola il controllo della sintomatologia

Pagina creata da Christian Orlandi
 
CONTINUA A LEGGERE
Reflusso gastroesofageo: un nuovo dispositivo medico agevola il controllo della sintomatologia
Aggiornamenti, notizie e pubblicazioni scientifiche
                                     a cura di PACINI EDITORE MEDICINA

                                     MAGGIO 2023

 Reflusso gastroesofageo: un nuovo dispositivo medico
        agevola il controllo della sintomatologia
                                                Piercarlo Salari
                                 Medico e divulgatore medico scientifico – Milano

Una delle condizioni in cui si imbatte spesso il medico di Medicina generale nella pratica quotidiana
è il reflusso gastroesofageo, la cui prevalenza in Europa è infatti stimata intorno al 14%1 e la
sintomatologia, in base ai meccanismi in causa (Fig. 1), varia dalla classica pirosi a manifestazioni
atipiche, più subdole e sfumate, spesso suggestive di un decorso cronico persistente, quali raucedine,
tosse, asma, disfonia ed erosioni dentali. Gli inibitori di pompa protonica (IPP) sono considerati lo
standard terapeutico, ma è stato rilevato che quote significative di pazienti, in particolare con sintomi
“extraesofagei”, sono refrattari o soltanto parzialmente responsivi a tale approccio2; inoltre, come
documentato anche da un’indagine retrospettiva nazionale eseguita su trenta medici di famiglia3,
l’impiego di IPP non sempre risulta in linea con i criteri di appropriatezza prescrittiva.

                                    www.pacinimedicina.it/medicina_famiglia/
Reflusso gastroesofageo: un nuovo dispositivo medico agevola il controllo della sintomatologia
Aspetti altrettanto importanti nella scelta di un trattamento farmacologico, spesso contemplato anche
in previsione della somministrazione di antinfiammatori non steroidei, sono poi l’attenta valutazione
dei possibili effetti indesiderati e delle interazioni e l’opportuna informazione del paziente relativamente
alla corretta modalità di impiego (per esempio la posologia, l’orario di assunzione, l’aderenza e la
sospensione graduale dell’IPP).

L’importanza di un armamentario ampio e diversificato
Alla luce di questa premessa, per il medico di famiglia può dunque apparire interessante e vantaggiosa
una strategia in grado di svolgere un’azione protettiva sulla mucosa esofagea, intervenire sui
sintomi del reflusso, nonché garantire sicurezza – requisito di particolare rilevanza in contesti
particolari, quale la gravidanza – e offrire la possibilità di un impiego protratto ed eventualmente
in concomitanza di altre terapie. Nella prospettiva attuale, infatti, come sarà meglio specificato più
avanti, si può affermare che la malattia da reflusso gastroesofageo si declina in differenti “fenotipi”,
ciascuno dei quali caratterizzato da un particolare quadro fisiopatologico – ossia da un insieme
di alterazioni dovute all’esposizione della mucosa esofagea a specifici componenti del processo
digestivo (Fig. 2) – e pertanto candidato a un approccio altrettanto specifico.

In questo eterogeneo scenario clinico merita attenzione un dispositivo medico formulato in
compresse, gel (in bustine) e sciroppo che sfrutta l’associazione di alginati, simeticone e, nelle
sole bustine, di un terzo componente, l’acido ialuronico.

                                     www.pacinimedicina.it/medicina_famiglia/
Reflusso gastroesofageo: un nuovo dispositivo medico agevola il controllo della sintomatologia
Doppia (o tripla) sinergia
Gli alginati, al contatto con l’acido cloridrico, danno luogo a un precipitato, ossia una matrice
spugnosa di acido alginico, a pH quasi neutro, che si posiziona sulla parte superiore del contenuto
dello stomaco e vi rimane fino a 4 ore, contrastando il reflusso gastroesofageo4. In altri termini, essi
formano un rivestimento galleggiante sul contenuto gastrico cosicché, in caso di rigurgito, è proprio
l’alginato a risalire prioritariamente nell’esofago, riducendo così l’impatto sulla mucosa del materiale
acido5 e promuovendo anche l’inattivazione della pepsina6. Va ricordato che per anni gli alginati sono
stati considerati soltanto in relazione al loro effetto barriera, ma sono stati recentemente rivalutati alla
luce delle nuove acquisizioni di fisiopatogenesi della malattia da reflusso gastroesofageo. La pH-
impedenzometria ha infatti permesso di comprendere che l’acido, malgrado il suo ruolo centrale, non
è l’unico fattore responsabile, e questo spiega perché in alcuni pazienti, come già accennato, l’efficacia
degli IPP è significativamente limitata o del tutto assente. Si è infatti osservato che il valore di impedenza
basale in vivo può essere considerato un indice di integrità della mucosa – e quindi, indirettamente, un
marker di gravità del reflusso – e al tempo stesso un fattore predittivo di risposta agli IPP (livelli bassi
indicano ipersensibilità esofagea all’acido e maggior beneficio della terapia antisecretoria, che invece è
meno marcata nei pazienti con valori di impedenza più elevati e prossimi a quelli normali)7.

Le formulazioni a base di alginato, al contrario, consentono di attenuare i sintomi indipendentemente
dallo stimolo responsabile (acido, pepsina, bile)8. In studi su colture cellulari è stato inoltre
documentato che le soluzioni di alginato, grazie alla loro proprietà adesiva, esplicano un’attività
citoprotettiva sulla mucosa esofagea9: un effetto complementare all’attività degli IPP, che spiega
perché l’associazione di IPP e alginato di sodio in pazienti con malattia non erosiva (NERD) è
risultata significativamente più efficace rispetto alla monoterapia con soli IPP (Fig. 3)10. Questa
considerazione è rilevante anche in virtù del fatto che, come sempre dimostrato da studi mediante
pH-impedenzometria, il trattamento con IPP determina una riduzione significativa degli episodi di
reflussi acidi, ma al tempo stesso un incremento dei reflussi non acidi11, in cui la presenza di bile può
agire di per sé come ulteriore elemento irritante della mucosa esofagea.

                                                                 Il      simeticone      esplica       un’azione
                                                                 antischiumogena,       che     trasforma       le
                                                                 piccole bolle gassose in bolle più grandi,
                                                                 facilitandone l’eliminazione e riducendo
                                                                 i sintomi dispeptici legati all’accumulo di
                                                                 gas12. Depositandosi sulla mucosa gastrica,
                                                                 forma un’ulteriore pellicola protettiva nei
                                                                 confronti di vari “fattori aggressivi”, tra cui
                                                                 alcune tipologie di alimenti o di principi attivi.
                                                                 Va inoltre ricordato che il simeticone viene
                                                                 anche largamente impiegato in ambito
                                                                 pediatrico, già a partire dalle prime epoche
                                                                 di vita13.

                                                       L’acido ialuronico, presente, come già
                                                       anticipato, nella formulazione in bustine
                                                       (gel), è un componente che vanta ampie
                                                       indicazioni e potenzialità a fronte della sua
                                                       azione protettiva e riparativa delle lesioni
                                                       e il suo impiego si è progressivamente
consolidato anche in ambito gastroenterologico, con particolare riguardo al reflusso gastroesofageo2,

                                     www.pacinimedicina.it/medicina_famiglia/
Reflusso gastroesofageo: un nuovo dispositivo medico agevola il controllo della sintomatologia
per il quale, in associazione a vari componenti, si è dimostrato efficace nel promuovere un rapido
controllo della sintomatologia14.

Osservazioni conclusive
Va ricordato che, per definizione, un dispositivo medico si basa su “mezzi fisici” (svolgendo per
esempio un’azione meccanica o opponendo una barriera fisica) che solitamente intervengono a
livello topico e non sistemico. Da qui il vantaggio dell’impiego di sostanze naturali, che non alterano
i normali processi fisiologici cellulari e non vengono assorbite, offrendo un’elevata garanzia di
tollerabilità e sicurezza. La posologia del dispositivo medico qui illustrato è molto semplice: 1-2
compresse dopo i pasti oppure una bustina dopo i pasti e prima di coricarsi. Per quanto riguarda lo
sciroppo, essa varia con l’età: 2,5 ml nei lattanti a distanza di 5-10 minuti dalla poppata, 5 ml fino a
3 anni, 5-10 ml dai 4 ai 12 anni e in seguito 10-15 ml, dopo i pasti e al momento di coricarsi. Tra i
numerosi spunti, infine, non bisogna dimenticare che anche nel nostro Paese la sintomatologia del
reflusso gastroesofageo, per la sua rilevanza sia epidemiologica sia nelle varie fasce d’età – non
risparmia, infatti, nemmeno la popolazione giovane – comporta un notevole impatto sui costi sanitari
e sulla qualità di vita15. Da qui l’importanza di un approccio tempestivo, efficace e sicuro, non
soltanto per alleviare il disagio del paziente, ma anche le molteplici implicazioni ad esso correlate,
incluse quelle di carattere economico.

Bibliografia
1. Garg V, Narang P, Taneja R. Antacids revisited: review on contemporary facts and relevance for self-management. J
    Int Med Res 2022;50:3000605221086457. https://doi.org/10.1177/03000605221086457
2. Pellegatta G, Mangiavillano B, Semeraro R, et al. The Effect of Hyaluronic Acid and Chondroitin Sulphate-Based
    Medical Device Combined with Acid Suppression in the Treatment of Atypical Symptoms in Gastroesophageal
    Reflux Disease. J Clin Med 2022;11:1890. https://doi.org/10.3390/jcm11071890
3. Tosetti C, Nanni I. Use of proton pump inhibitors in general practice. World J Gastrointest Pharmacol Ther 2017;8:180-
    185. https://doi.org/10.4292/wjgpt.v8.i3.180
4. Parisi G. La malattia da reflusso gastroesofageo nell’ambulatorio di Medicina Interna: quale gestione medica nel
    2021? Italian Journal of Medicine 2021;9:e1. https://doi.org/10.4081/itjm.q.2021.3
5. Bisozzi M, De Bastiani R, Leopardi E, et al. La gestione condivisa dei sintomi da reflusso gastroesofageo. Edra;
    2016.
6. Samuels TL, Yan K, Patel N, et al. Alginates for Protection Against Pepsin-Acid Induced Aerodigestive Epithelial
    Barrier Disruption. Laryngoscope 2022;132:2327-2334. https://doi.org/10.1002/lary.30087
7. de Bortoli N, Martinucci I, Savarino E, et al. Association between baseline impedance values and response
    proton pump inhibitors in patients with heartburn. Clin Gastroenterol Hepatol 2015;13:1082-1088.e1. https://doi.
    org/10.1016/j.cgh.2014.11.035
8. Scarpignato C, Sloan JA, Wang DH, et al. Gastrointestinal pharmacology: practical tips for the esophagologist. Ann
    N Y Acad Sci 2020;1481:90-107. https://doi.org/10.1111/nyas.14447
9. Woodland P, Batista-Lima F, Lee C, et al. Topical protection of human esophageal mucosal integrity. Am J Physiol
    Gastrointest Liver Physiol 2015;308:G975-980. https://doi.org/10.1152/ajpgi.00424.2014
10. Manabe N, Haruma K, Ito M, et al. Efficacy of adding sodium alginate to omeprazole in patients with nonerosive
    reflux disease: a randomized clinical trial. Dis Esophagus 2012;25:373-380. https://doi.org/10.1111/j.1442-
    2050.2011.01276.x
11. Vela MF, Camacho-Lobato L, Srinivasan R, et al. Simultaneous intraesophageal impedance and pH measurement
    of acid and nonacid gastroesophageal reflux: effect of omeprazole. Gastroenterology 2001;120:1599-1606. https://
    doi.org/10.1053/gast.2001.24840
12. Surdea-Blaga T, Băncilă I, Dobru D, et al. Mucosal Protective Compounds in the Treatment of Gastroesophageal
    Reflux Disease. A Position Paper Based on Evidence of the Romanian Society of Neurogastroenterology. J
    Gastrointestin Liver Dis 2016;25:537-546. https://doi.org/10.15403/jgld.2014.1121.254.dea
13. Hizli S, Can D, Kiliç I, et al. Diagnosis and Treatment Approaches in Infantile Colic (IC): Results of a Survey Among
    Paediatricians in Turkey. Front Pediatr 2021;9:779997. https://doi.org/10.3389/fped.2021.779997
14. Palmieri B, Merighi A, Corbascio D, et al. Fixed combination of hyaluronic acid and chondroitin-sulphate oral

                                         www.pacinimedicina.it/medicina_famiglia/
formulation in a randomized double blind, placebo controlled study for the treatment of symptoms in patients with
    non-erosive gastroesophageal reflux. Eur Rev Med Pharmacol Sci 2013;17:3272-3278.
15. Martinucci I, Natilli M, Lorenzoni V, et al. Gastroesophageal reflux symptoms among Italian university students:
    epidemiology and dietary correlates using automatically recorded transactions. BMC Gastroenterol 2018;18:116.
    https://doi.org/10.1186/s12876-018-0832-9

 © Copyright by Pacini Editore Srl

 L’articolo è OPEN ACCESS e divulgato sulla base della licenza CC-BY-NC-ND (Creative Commons Attribuzione – Non commerciale – Non opere derivate 4.0 Internazionale).
 L’articolo può essere usato indicando la menzione di paternità adeguata e la licenza; solo a scopi non commerciali; solo in originale. Per ulteriori informazioni: https://
 creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0/deed.it

                                                           www.pacinimedicina.it/medicina_famiglia/
Puoi anche leggere