Reddito di cittadinanza e salario minimo: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna - Banca dati Italia Lavoro

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Reddito di cittadinanza e salario minimo: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna - Banca dati Italia Lavoro
Reddito di
cittadinanza e
salario minimo:
Francia,
Germania,
Italia, Regno
Unito e Spagna

a cura dello

Staff Studi e Analisi Statistica
Reddito di cittadinanza e salario minimo: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna - Banca dati Italia Lavoro
INDICE

INTRODUZIONE .......................................................................................................... 3

FRANCIA ..................................................................................................................... 4
  SALARIO SOCIALE ...................................................................................................... 4
  SALARIO MINIMO ....................................................................................................... 5
GERMANIA .................................................................................................................. 6

  SALARIO SOCIALE ...................................................................................................... 6
  SALARIO MINIMO ....................................................................................................... 7
ITALIA ........................................................................................................................ 7

  SALARIO SOCIALE ...................................................................................................... 7
  SALARIO MINIMO ....................................................................................................... 8

REGNO UNITO ............................................................................................................ 9
  SALARIO SOCIALE ...................................................................................................... 9
  SALARIO MINIMO ..................................................................................................... 10

SPAGNA .................................................................................................................... 11

  SALARIO SOCIALE .................................................................................................... 11
  SALARIO MINIMO ..................................................................................................... 11

                              A cura di Andrea Fontanesi e Marco Vittore Capitini
                                 Staff Studi e Analisi Statistica – Italia Lavoro

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                                                  pag.2
Reddito di cittadinanza e salario minimo: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna - Banca dati Italia Lavoro
REDDITO DI CITTADINANZA E SALARIO MINIMO
INTRODUZIONE
L'Europa non sembra ancora riuscire a superare la crisi, e ciò aggrava la sua divisione. Vari
Paesi registrano un aumento drammatico della disoccupazione, specie giovanile. Occorrono
pertanto politiche del mercato del lavoro europee più efficaci, specie verso gli Stati membri in
difficoltà. In questo scenario, va sottolineata l’importanza degli strumenti di sostegno al
reddito, sia con riferimento a chi ha perso il lavoro o è in procinto di perderlo (sussidio di
disoccupazione), sia per quanto riguarda il salario sociale, inteso come reddito di
cittadinanza, ovvero un contributo da parte dello Stato a favore dei cittadini in stato di
povertà, a prescindere dalla situazione contingente rispetto al lavoro. Va sottolineato che
esiste anche il salario minimo, da non confondersi con il concetto di reddito minimo di
cittadinanza, nell’accezione di cui sopra. Il salario minimo riguarda coloro che risultano già
occupati e rappresenta la soglia retributiva al di sotto della quale non si può spingere il salario
contrattuale.

Nel mezzo della crisi più dura dal dopoguerra a oggi, dall'interno di una “empasse” economica
e politica, oggi emerge con forza la necessità di ridefinire l'idea stessa di welfare. Questo, in
considerazione della stessa Carta europea dei diritti fondamentali, che all’art. 34 riconosce il
diritto all’assistenza sociale e a garantire un’esistenza dignitosa ai cittadini, e l’art. 36 della
nostra Costituzione, nel quale si ribadisce il diritto del lavoratore ad una retribuzione
proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé
e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa.

La nuova strategia Europa 2020, approvata dal Consiglio europeo e successiva a quella di
Lisbona, si ripromette quindi di sostenere l’Unione Europea nella sua determinazione di
“evitare il declino” e di uscire più forte dalla crisi, di preparare la sua economia ad affrontare
con successo le sfide del prossimo decennio e di assicurare un maggiore coordinamento delle
decisioni politiche e la sostenibilità dei bilanci pubblici. Tra i suoi obiettivi strategici rientra
quello di liberare dal rischio di povertà almeno 20 milioni di persone.

Va sottolineato, con riferimento al reddito di cittadinanza, che i sistemi di protezione sociale
per i cittadini europei sono comunque diretti a garantire un supporto sia a chi non ha un
impiego, sia a chi si trova in condizioni di indigenza o a chi, dopo avere esaurito i sussidi di
disoccupazione, versa in stato di bisogno. Diversi sono gli strumenti messi in campo, che
possono essere classificati secondo il seguente schema, basato sullo status di appartenenza del
beneficiario1:

•   Reddito minimo garantito (RMG): somma data “erga omnes” dalla differenza tra il reddito
    stesso (fissato ad una predeterminata soglia) e il reddito del beneficiario, inferiore
    comunque a tale soglia;
•   Reddito di cittadinanza condizionato (RCC): somma erogata ad ogni cittadino, in presenza
    di un reddito inferiore a quello stabilito dal RCC; inoltre essa è basata sui mezzi
    patrimoniali e reddituali del richiedente;
•   Reddito di cittadinanza incondizionato (RCI): somma erogata ad ogni cittadino,
    indipendentemente dal suo reddito.

I primi due schemi di sostegno (RMG e RCC) sono applicati in quasi tutti i Paesi membri
dell’Unione europea, ad eccezione dell’Italia, della Grecia e della Croazia. Non esiste però un
criterio comune per quanto concerne i requisiti, nonché la soglia minima applicabile; tuttavia si
evidenziano elementi di convergenza per quanto riguarda l’età, la residenza, l’assenza di

1
 “Reddito di cittadinanza e opportunità economica: un confronto tra Italia e resto d’Europa”, working paper n. 18/15,
di Pasquale Tridico. ASTRIL – Associazione studi e ricerche interdisciplinari sul lavoro, 2015.

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                                       pag.3
risorse finanziarie, lo stato di bisogno e la disponibilità a lavorare. Di seguito, le esperienze in
cinque Paesi membri dell’Unione europea: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna.

FRANCIA

SALARIO SOCIALE
Introdotto dal Governo come misura anticrisi e di sostegno ai redditi bassi, il “Reddito di
solidarietà attiva” (RSA) assicura a tutti i cittadini francesi, nonché agli stranieri (in presenza di
specifiche condizioni), il diritto fondamentale di disporre delle risorse sufficienti atte a vivere
dignitosamente, come enunciato nel preambolo della Costituzione del 1946. L’RSA sostituisce il
reddito minimo di inserimento (RMI), nonché il sussidio a favore delle famiglie mono genitoriali
(API), con le seguenti finalità:

1. assicurare mezzi di sostentamento adeguati a tutte le persone prive di risorse;
2. fare in modo che ogni ora lavorata si traduca, per il beneficiario, in un effettivo incremento
   di ricchezza, vale a dire che “il lavoro paga”;
3. integrare le risorse di chi, perduta l’occupazione, rientra nel mercato del lavoro, riducendo
   così la povertà tra le persone attive;
4. semplificare i meccanismi di solidarietà, rendendoli così più chiari.

L’RSA è entrato in vigore il primo giugno del 2009 nella Francia continentale, mentre nei
Territori d’Oltremare il 1° gennaio 2011. Si tratta sia di un reddito minimo per coloro che
risultano privi d’impiego, sia di un’integrazione economica per coloro che lavorano ma
dispongono di un reddito che non raggiunge una predeterminata soglia, a seconda della
composizione del nucleo familiare, comunque sempre al di sotto del tetto previsto dal salario
minimo (SMIC). Costituisce inoltre un dispositivo di accompagnamento sociale e professionale
volto a facilitare l’accesso al mercato del lavoro o rafforzare le competenze degli occupati a
basso reddito. Il reddito di solidarietà attiva si basa su un sistema di diritti e di doveri: i primi
consistono nel ricevere un reddito minimo o un’integrazione di esso e, secondo le condizioni di
ciascun beneficiario, un accompagnamento sociale e professionale adeguato; i secondi
riguardano la reale ricerca di un impiego da parte del destinatario2.

Per quanto riguarda i cittadini francesi, possono accedere all’RSA i soggetti di età pari o
superiore a 25 anni e coloro che, in età tra 18 e 25 anni, siano genitori “soli” o che provino di
aver effettuato un determinato monte ore di lavoro nel corso dell’ultimo triennio. Oltre ai
requisiti anagrafici di cui sopra, è necessaria la residenza stabile ed effettiva in Francia;
occorre poi non essere allievo, studente o stagista non remunerato, nonché non trovarsi in
congedo parentale o in aspettativa non retribuita. L'importo delle prestazioni può variare a
seconda della composizione e delle risorse del nucleo familiare del richiedente; a tal fine sono
presi in considerazione sia i congiunti, i conviventi o le coppie unite da un PACS (Pacte civil de
solidarité), che i figli, se danno diritto a prestazioni familiari (assegni familiari, assegni per
disabilità, etc.) o se sono di età inferiore a 25 anni e risultano totalmente a carico. Va poi
evidenziato che l’RSA non sostituisce le altre prestazioni sociali alle quali il richiedente abbia
diritto. A partire dal 1° settembre 2010 i requisiti di accesso sono stati estesi a tutti i giovani in
età compresa tra 18 e 25 anni risultati occupati per almeno due anni nell’ultimo triennio.
Con riferimento agli stranieri, con almeno 25 anni di età, si deve distinguere tra cittadini
europei ed extraeuropei. Riguardo i primi, occorrono i seguenti requisiti:

•   diritto di soggiorno da almeno tre mesi dal momento della richiesta;

2
  Ministero degli Affari Sociali, http://www.social-sante.gouv.fr/espaces,770/handicap-exclusion,775/dossiers,806/le-
revenu-de-solidarite-active-rsa,2279/

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                                       pag.4
•   avere lavorato in Francia ed essere attualmente disoccupati, purché iscritti ai centri per
    l’impiego Pôle emploi; oppure essere in congedo per malattia al momento della richiesta o
    partecipare a un percorso di formazione professionale, in costanza di rapporto di lavoro.

Circa gli extracomunitari, è necessario il possesso della Carta di soggiorno, o avere da almeno
5 anni un titolo di soggiorno che permette di lavorare nel Paese; oppure detenere lo status di
rifugiato o di apolide. L’ammontare mensile della prestazione (importi al 2015) varia da un
minimo di 524,16 euro per singolo beneficiario, fino a 1.100,74 euro per una coppia con due
figli. A quest’ultimo reddito si aggiungono 209,66 euro per ogni figlio aggiuntivo, come da
tabella riportata:

   Numero di figli                Persona singola             Separati, divorziati                 Coppia
0                                            524,16                         673,08                          786,24
1                                            786,24                         897,44                          943,49
2                                            943,49                       1.121,00                        1.100,74
Per ciascun figlio                           209,66                         224,36                          209,66
supplementare
Fonte: http://vosdroits.service-public.fr/particuliers/F502.xhtml

La Legge del 17 agosto 2015 relativa al dialogo sociale e all’occupazione ha istituito un nuovo
dispositivo “Prime d’activité”, che sostituirà l’RSA dal 1° gennaio 2016.

SALARIO MINIMO
Il salario minimo di crescita (SMIC) è la corresponsione lorda oraria al di sotto della quale non
è possibile remunerare nessun lavoratore dipendente (del settore privato) con almeno 18 anni
di età, garantendo un potere d'acquisto ed una partecipazione allo sviluppo economico della
nazione. Possono beneficiarne anche gli occupati del pubblico impiego, purché contrattualizzati
secondo le regole del diritto privato. Un importo inferiore dello SMIC si applica agli apprendisti
e ai giovani occupati con contratto di inserimento al lavoro; è altresì prevista una deroga per i
lavoratori in età compresa tra 17 e 18 anni, con sgravi contributivi compresi tra il 10% e il
20%. Sono applicate sanzioni ai datori di lavoro in caso di corresponsione della retribuzione al
di sotto della soglia prevista dallo SMIC, pari a 1.500 euro per ciascuna violazione; la recidiva
dà luogo a responsabilità penale.

Conformemente ai principi sanciti dal codice del lavoro, lo SMIC viene rivalutato il 1° gennaio
di ogni anno sulla base dell’evoluzione dell’indice mensile di variazione dei prezzi al consumo. A
partire dal 1° gennaio 2015, la paga base oraria lorda prevista dallo SMIC è pari a 9,61 euro,
per un totale (lordo) di 1.457,52 euro mensili, sulla base della durata legale settimanale della
prestazione lavorativa, fissata a 35 ore3. La tabella sottostante riporta l’evoluzione del salario
minimo di crescita negli ultimi anni.

  Anno               SMIC orario lordo (in euro)                      SMIC lordo mensile (in euro)
2005                                           8,03                                            1.217,88
2010                                           8,86                                            1.343,77
2011                                           9,19                                            1.393,82
2012                                           9,40                                            1.425,67
2013                                           9,43                                            1.430,22
2014                                           9,53                                            1.445,38
2015                                           9,61                                            1.457,52
Fonte: INSEE – Istituto Nazionale di Statistica

3
 Per maggiori informazioni, consultare il sito dedicato del Ministero del Lavoro francese:
http://travail-emploi.gouv.fr/informations-pratiques,89/les-fiches-pratiques-du-droit-du,91/remuneration,113/le-
smic,1027.html

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                                           pag.5
GERMANIA

SALARIO SOCIALE
Il reddito minimo sociale trova la sua applicazione nell’indennità di disoccupazione di lunga
durata (ALG II), introdotta nel 2003 con la Quarta legge sulla modernizzazione dei servizi sul
mercato del lavoro (Hartz IV) ed entrata in vigore nel 2005. Si tratta di una prestazione sociale
di natura assistenziale, subordinata al bisogno e ad essa commisurata, ed è pertanto sostenuta
attraverso il prelievo fiscale. Si differenzia pertanto dall’indennità di disoccupazione (ALG I),
quest’ultima a carattere previdenziale e finanziata dalla contribuzione sui redditi di lavoro.

Il minimo sociale (ALG II) è un sussidio riconosciuto come diritto soggettivo: ne beneficiano i
disoccupati di lunga durata o coloro che hanno un reddito insufficiente. Le prestazioni minime
consistono in un importo (solitamente inferiore all’indennità di disoccupazione) basato sullo
stato di bisogno e soggetto alla valutazione dei redditi posseduti, al fine di garantire un livello
minimo di sussistenza. È inoltre destinato a coloro che non hanno maturato il diritto ad
usufruire dell’indennità di disoccupazione, nonché a coloro che non riescono ad collocarsi nel
mercato del lavoro dopo la formazione scolastica o universitaria. L’ALG II è quindi l’unico
strumento di sostegno economico per i disoccupati di lunga durata idonei al lavoro. I requisiti
per beneficiarne sono i seguenti:

•      età compresa tra 15 anni e quella prevista per il trattamento pensionistico;
•      residenza in Germania;
•      essere nello stato di bisogno, valutando il patrimonio complessivo del richiedente;
•      idoneità allo svolgimento di prestazioni lavorative per almeno tre ore al giorno; è infatti
       bisognoso di aiuto chi non è in grado di provvedere al proprio sostentamento e a quello dei
       suoi congiunti, conviventi all’interno dello stesso nucleo familiare, né con forze o mezzi
       propri (manodopera, reddito e patrimonio), né con l’aiuto di terzi;
•      disponibilità alla ricerca attiva di un impiego, a seguito della stipula di un accordo di
       reinserimento (“patto di servizio”) presso i centri per l’impiego (BA – Arbeitsagentur).

La richiesta per l’erogazione dell’ALG II rappresenta uno sbocco per i disoccupati alla scadenza
del periodo di fruizione dell’indennità di disoccupazione, nel caso in cui la mancanza di lavoro
perduri, e avviene presso i centri per l’impiego o lo sportello competente del Comune. Al
reddito minimo si aggiungono, secondo il caso individuale, aiuti per l’affitto e il riscaldamento,
il vestiario, la spesa alimentare, i libri scolastici, ecc.

In linea di principio, le prestazioni minime per i disoccupati di lunga durata e altri aventi diritto
hanno una durata illimitata a condizione che siano soddisfatte le condizioni previste per
beneficiarne; di regola, però, sono concesse solo per un periodo di sei mesi. In seguito occorre
dimostrare nuovamente la persistenza del diritto alla prestazione4.

Per quanto concerne l’importo corrisposto attraverso l’ALG II, esso viene rivalutato
annualmente sulla base dell’evoluzione dell’indice del paniere dei prezzi al consumo e della
media degli stipendi netti. Per il 20155 l’importo è pari a 399 euro, in caso di persona adulta
non coniugata, né convivente; due adulti maggiorenni e conviventi ricevono, ciascuno, 360
euro. Per ogni minore sono previsti, in aggiunta:

•      234   euro   se   al   di sotto dei 6 anni di età;
•      267   euro   se   in   età compresa tra 6 e 13 anni;
•      302   euro   se   in   età compresa tra 14 e 17 anni;
•      320   euro   se   in   età compresa tra 18 e 25 anni, residenti nella famiglia di origine.

4
    Commissione europea
5
    Arbeitsagentur, dati 2015

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                            pag.6
SALARIO MINIMO
A causa dell’autonomia di contrattazione garantita dalla Costituzione tedesca (art.9, paragrafo
3), in Germania non esisteva un salario minimo stabilito per legge a livello centrale. In tempi
più recenti sono stati promossi dei regimi per alcuni settori, sulla base di una legge del 1996
per contrastare il fenomeno del dumping nel settore edile. La Legge dell’11 agosto 2014 ha
però introdotto il salario minimo legale a partire dal 1° gennaio 2015. La diffusione dei mini-
jobs6, il crescente utilizzo di lavoratori somministrati, la proliferazione di contratti atipici,
precari e mal retribuiti, nonché una pesante flessione del tasso di sindacalizzazione, sono tra le
principali motivazioni alla base dell’introduzione del salario minimo legale, per rispondere
all’impoverimento della classe lavoratrice più debole e precaria, in prevalenza costituita da
giovani, donne e immigrati7. È quindi un contributo per la realizzazione di un mercato del
lavoro più equo e solidale, garantendo allo stesso tempo una maggiore stabilità nei sistemi di
sicurezza sociale.

Il salario minimo si applica a tutti i lavoratori dipendenti, tranne che ai minori, agli apprendisti
e ai tirocinanti. La Legge del 2014 prevede un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2016 nel
quale sono possibili deroghe per armonizzare la disciplina del salario minimo alla Legge sui
lavoratori distaccati e somministrati. Dal 1° gennaio 2017, esso troverà applicazione “erga
omnes”, tenendo ferme le eccezioni previste, mentre dal 1° gennaio 2018 l’importo
attualmente fissato a 8,50 euro lorde all’ora, verrà rivisto con cadenza annuale da un’apposita
Commissione, a cui partecipano anche le Parti sociali8.

ITALIA
SALARIO SOCIALE
In Italia, assieme alla Grecia, non esiste un salario sociale o reddito di cittadinanza ovvero un
contributo da parte dello Stato a favore di chiunque si trovi in stato di povertà, a prescindere
dalla situazione contingente rispetto al lavoro. A livello nazionale una sperimentazione del
reddito minimo di inserimento fu avviata in circa 300 Comuni nel 2000, grazie alla Legge n.
328/00 (artt. 4, c. 5 e soprattutto art. 23). Successivamente sono stati promossi ulteriori ma
sporadici interventi in materia di salario sociale.

La Regione Lazio, ad esempio, ha emanato nel 2009 una Legge sul reddito minimo garantito,
in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati. Lo scopo è stato di promuovere
e sostenere le politiche passive e le politiche attive per il lavoro e le politiche di protezione
sociale, enfatizzando l'importanza del reddito minimo garantito come strumento di
rafforzamento delle politiche finalizzate al sostegno economico, all’inserimento sociale dei
soggetti maggiormente esposti al rischio di marginalità nel mercato del lavoro. Gli importi
annuali previsti ammontavano a 7 mila euro, attraverso uno specifico stanziamento pari a 20
milioni di euro per l’anno 2009 e a 10 milioni di euro per ciascuna delle annualità 2010 e 2011.

La Regione Veneto ha previsto, ai sensi dell’art. 33 della Legge n. 2/07, al fine di determinare i
soggetti e le categorie sociali direttamente interessate all’istituzione di un fondo regionale per il
diritto al reddito di cittadinanza e al salario minimo garantito, di istituire un Osservatorio
dedicato, con compiti di garantire funzioni di monitoraggio, di analisi e valutazione
dell’attuazione delle politiche sociali, nonché di previsione dei fenomeni sociali.

6
  Introdotti nel 2003, sono una forma di esecuzione contrattuale con un limite massimo di remunerazione, la cui
contribuzione (previdenziale e sanitaria) è a carico del datore di lavoro, mediante un’aliquota fissa e una piccola quota
a carico del lavoratore. Nel tempo è stato elevato il limite retributivo dai precedenti 325 euro a 450 euro ed è stata
eliminata la durata massima di esecuzione della prestazione, fissata in 15 ore settimanali. Rimane invece il limite
massimo di prestazione lavorativa annuale, stabilito in 50 giornate/anno.
7
  Cfr “Verso l’introduzione del salario minimo legale?”, di Fausta Guarriello, aprile 2015
8
 Per approfondimenti, è possibile consultare la seguente pagina (in tedesco) del Ministero del Lavoro:
http://www.bmas.de/DE/Schwerpunkte/Mindestlohn/inhalt.html%3Bjsessionid%3DA6060486BC789070DE7D8D6CD95
1E844&usg=ALkJrhifsABuJRtbi0fN3wyUx04Y5bKEmg

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                                           pag.7
In Sicilia è stata introdotta nel 2008 la sperimentazione di un “Reddito Minimo di Inserimento”,
una misura di contrasto della povertà e dell'esclusione sociale, attraverso il sostegno delle
condizioni economiche delle famiglie esposte al rischio di marginalità e l'avvio di programmi di
inserimento.

Più recentemente, la Regione Lombardia, con la Legge di assestamento di bilancio 2015,
prevede di mettere a disposizione risorse importanti con cui finanziare la sperimentazione del
reddito di cittadinanza. L’ipotesi è di stanziare complessivamente 250 milioni di euro, a cui si
aggiungono ulteriori risorse FSE, per coprire le misure del reddito di cittadinanza dal primo
ottobre 2015 al 31 dicembre 2016, per combattere l'esclusione sociale e fare misure attive di
inclusione per aiutare coloro in stato di bisogno9.

A livello nazionale, nel 2013 ha preso il via la sperimentazione, della durata di un anno, della
“nuova social card”, un progetto sperimentale di lotta alla povertà costruito con la
partecipazione diretta dei beneficiari. Sono coinvolte le 12 città più grandi del Paese, per un
impegno complessivo di risorse pari a 50 milioni di euro. L'ammontare mensile del contributo
economico ai beneficiari è modulato sulla base della numerosità del nucleo familiare e può
arrivare fino a circa 400 euro mensili per le famiglie con 5 o più componenti10. Da ultimo, si
devono considerare i disegni di Legge n. 1148/13 e 1670/14 (rispettivamente sul reddito di
cittadinanza e reddito minimo garantito), diretti a introdurre strumenti di protezione sociale di
ultima istanza volti a garantire ai cittadini un livello minimo di risorse11, in corso di esame
presso la Commissione Lavoro del Senato al mese di giugno 2015.

Nel DDL n. 1148/13 è proposta una misura di intervento a livello familiare denominata reddito
di “cittadinanza”, che si configura come misura selettiva, limitando l’erogazione dei benefici
alle famiglie il cui reddito è inferiore a una determinata soglia (fissata a 9.360 euro lordi annui)
e che assicurerebbe un beneficio mensile pari a 780 euro per singola persona, e comunque
incrementabile sulla base dei componenti del nucleo familiare. La misura tende a costituire una
rete di protezione sociale compensando eventuali insufficienze del sistema di welfare, nonché
favorendo il contrasto alla povertà minorile e a quella dei giovani.

Il DDL n. 1670/14 propone l’introduzione di una misura di sostegno dei redditi, denominata
reddito minimo garantito, prevedendo tre deleghe al Governo su una materia più ampia che
riguarda una complessiva riorganizzazione del sistema di tutele: la spesa assistenziale (art. 9),
il sistema degli ammortizzatori sociali (art. 10) e il compenso orario minimo (art. 11). Il
sussidio previsto è pari a una somma fissa di 7.200 euro lordi all’anno per singola persona, che
aumenta in relazione ai componenti del nucleo familiare12.

SALARIO MINIMO
Se il salario minimo è previsto per legge in molti Paesi dell’Unione europea, in altri, tra i quali
l’Italia, esso viene delegato alla contrattazione fra le parti sociali, in virtù di una forte copertura
contrattuale esercitata attraverso i 706 contratti nazionali di categoria13, che coprono
praticamente tutti i settori del lavoro presenti. Anche se non esiste un “erga omnes” di legge,
di fatto i CCNL vengono applicati a tutti i lavoratori. Il nostro sistema di minimi salariali definito
dai contratti nazionali di lavoro si colloca infatti ad un livello più elevato di retribuzione e di
maggiore tutele del potere di acquisto dei redditi dei lavoratori, rispetto alla media dei minimi
salariali definiti nei principali Paesi europei. Del resto la stessa magistratura del lavoro, a fronte

9
    Fonte: Lombardia Notizie, giugno 2015
10
   Fonte: Ministero del Lavoro:
http://www.lavoro.gov.it/AreaSociale/Inclusione/SperimentazioneCartaIinclusione/Pages/default.aspx
11
   “Disegni di Legge n. 1148, 1670 e 1697. Audizione del Presidente dell’Istituto Giorgio Alleva”, Commissione 11ma
“Lavoro e Previdenza Sociale” del Senato della Repubblica, 11 giugno 2015
12
   Ibidem, nota 11
13
  “Numeri e Qualità del Lavoro sotto la Lente”, a cura di Gabriele Olini, CISL – Osservatorio Mercato del Lavoro, n. 2,
luglio 2015

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                                         pag.8
di contenziosi, ha sempre individuato nei salari stabiliti dai CCNL il valore di riferimento di
diritto per i lavoratori14.

A livello nazionale, il disegno di Legge n. 1697/14, in corso di esame presso la Commissione
Lavoro del Senato al mese di giugno 2015, prevede l’istituzione per legge del salario minimo
orario. Stabilisce che la retribuzione oraria lorda minima per l’anno 2015 non deve essere
inferiore a 9 euro e viene incrementata ogni anno sulla base della variazione dell’indice dei
prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati definita dall’ISTAT. Destinatari sono
tutte le categorie dei lavoratori e settori produttivi in cui la retribuzione minima non è già
fissata dai CCNL.

REGNO UNITO
SALARIO SOCIALE
In Gran Bretagna, Paese precursore per quel che riguarda le politiche di welfare, sono garantiti
diversi interventi che permettono a chi versa in stato di bisogno un tenore di vita dignitoso. Le
persone considerate abili al lavoro rientrano, nella maggior parte dei casi, nel dispositivo
denominato JSA - Income related Jobseeker’s Allowance, una misura di sostegno, non soggetta
ad alcuna tassazione, destinata a coloro in età compresa tra 16 e 64 anni e residenti nel Regno
Unito. Ulteriori requisiti per beneficiare il sussidio sono:

•      lavorare per una media inferiore alle 16 ore settimanali;
•      l’eventuale coniuge deve risultare impiegato per una media inferiore alle 24 ore
       settimanali;
•      possedere risparmi complessivamente non superiori a 16 mila sterline (circa 22 mila euro);
•      se occupato nell’ultimo biennio, con una retribuzione mediamente inferiore a 153 sterline
       settimanali (circa 200 euro);
•      risultare disoccupato nell’ultimo biennio e avere già esaurito l’arco temporale previsto per il
       godimento dell’indennità di disoccupazione basata sulla contribuzione versata (182 giorni).

Condizione necessaria per accedere al sussidio JSA è la registrazione presso uno degli sportelli
di Jobcentre Plus, l’Agenzia nazionale confluita nel 2011 all’interno del Dipartimento del Lavoro
e delle Pensioni (DWP), con competenze sia sulle politiche attive che passive. I versamenti
sono effettuati ogni due settimane, così come da tabella sottostante15:

Età                                                          Importo settimanale lordo in sterline
18-24 anni                                                                                  57,90
25 anni e oltre                                                                             73,10
Coppia con più di 18 anni                                                                  114,85
Fonte: Direct.Gov (dati 2015)

In aggiunta è prevista l’indennità integrativa del reddito (Income support), una prestazione che
può essere concessa a talune categorie di persone le cui entrate non superino un determinato
importo. Non è richiesto alcun requisito di nazionalità, mentre occorre la residenza nel Paese
da almeno due anni dal momento in cui viene fatta richiesta. Ulteriori requisiti sono:

•      essere in età compresa tra 16 anni e quella pensionabile;
•      essere in stato interessante, o tutore, oppure appartenere ad un nucleo familiare
       monoparentale con un figlio al di sotto dei 5 anni o, in casi specifici, impossibilitato a
       lavorare perché malato o disabile;

14
     Fonte: Conquiste del Lavoro, CISL, 2013
15
   Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina web dedicata del Governo britannico, al seguente
indirizzo: https://www.gov.uk/jobseekers-allowance/what-youll-get

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                                pag.9
•   non possedere alcuna fonte di reddito o comunque inferiore a 16 mila sterline, per tutto il
    nucleo familiare;
•   lavorare per una media inferiore alle 16 ore settimanali.

Si ha altresì diritto all’Income support anche in mancanza di una residenza permanente. Esso
non può essere corrisposto se il richiedente ha diritto all’indennità di disoccupazione basata
sulla contribuzione (Contribution-based Jobseeker’s Allowance). L’erogazione si basa su una
somma fissa, compresa tra 57,90 e 114,85 sterline lorde alla settimana, a cui possono
aggiungersi importi aggiuntivi (“premiums”) per specifiche categorie di persone con particolari
necessità. Di seguito alcuni esempi:

Stato                           Età                      Importo lordo settimanale (in sterline)
Persona singola                 16-24 anni                                                   57,90
Persona singola                 Oltre 25 anni                                                73,10
Coppia                          Meno di 18 anni                                              57,90
Coppia                          Uno al di sotto,                                             73,10
                                l’altro al di sopra di
                                25 anni
Coppia                          Oltre 18 anni                                               114,85
Fonte: Direct.Gov (dati 2015)

Un altro strumento che può ricollocarsi all’interno del salario sociale nel Regno Unito è il
sostegno alle spese di abitazione (“Housing Benefit”), la cui gestione è stata demandata dal
Dipartimento della Sicurezza Sociale agli Enti locali nel 1982. È destinato verso coloro che non
riescono o non possono coprire le spese abitative e ricevono altri sussidi sociali. L’ammontare
lordo concesso settimanalmente è compreso tra 260,64 e 417,02 sterline.

Esiste un tetto massimo complessivo all’insieme di indennità che il beneficiario può godere,
fissato a 500 sterline (circa 670 euro) settimanali, in caso di una coppia o di una famiglia
monoparentale, che scendono a 350 sterline (circa 475 euro) di persone singole.

Va infine sottolineato che, con l’entrata in vigore del “Welfare Act” nel mese di marzo 2012,
sono state introdotte importanti modifiche al sistema di ammortizzatori sociali finora vigenti,
con la progressiva sostituzione di tutte le provvidenze mediante l’Universal Credit, un unico
sussidio destinato a sostenere sia i disoccupati che gli occupati a basso reddito, garantendo al
contempo adeguati incentivi al lavoro. Tale strumento può essere inteso, in senso lato, come
reddito di cittadinanza, seppure richieda come requisito la sola residenza nel Paese. Il Governo
ha previsto un’implementazione graduale del nuovo strumento, a partire dal mese di ottobre
2013, mettendo a disposizione una dotazione iniziale di 16 milioni di sterline (circa 19 milioni
di euro). Obiettivo è semplificare il sistema dei sussidi, nonché la riduzione delle frodi mediante
l’introduzione di un sistema sanzionatorio più severo ed efficace. La “ratio” del dispositivo è
quella di rafforzare l’incentivo al reinserimento nel mercato del lavoro: non è infatti
conveniente rimanere nel sistema dei sussidi con una remunerazione inferiore a quella di un
lavoratore medio.

SALARIO MINIMO
Il salario minimo nazionale (“National Minimum Wage”), fissa i minimali orari che i datori di
lavoro hanno l’obbligo di corrispondere ai lavoratori, coprendo la quasi totalità delle persone
occupate nel Regno Unito. È stato introdotto per la prima volta nel Paese nel 1998, quando
non esisteva alcun salario minimo nazionale sebbene in presenza di una varietà di sistemi di
controllo delle retribuzioni, nella maggior parte dei casi su specifici settori industriali. Ne hanno
diritto i lavoratori che hanno adempiuto all’obbligo scolastico (oltre 16 anni), compresi gli
apprendisti, i tirocinanti, nonché i lavoratori agricoli. Beneficiano del salario minimo anche i
lavoratori stranieri occupati temporaneamente nel Regno Unito. Non sono invece ricompresi i

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                       pag.10
lavoratori autonomi, i dirigenti d’azienda e i membri delle forze armate. Gli importi lordi orari
validi dal 1° ottobre 2015 sono compresi tra 3,30 sterline per un apprendista, passando per
5,30 sterline per giovani in età compresa tra 18 e 20 anni, fino a 6,70 sterline per coloro con
più di 21 anni.

Circa le modalità per calcolare se il lavoratore rientra nei limiti previsti, esiste uno specifico
strumento messo a disposizione nel portale nazionale governativo16; va comunque sottolineato
che il reddito minimo deve essere composto, oltre dalla retribuzione lorda, anche da eventuali
integrazioni, quali bonus erogati dal datore di lavoro, trattenute sindacali, contributi per
l’adesione a piani previdenziali. Non incidono invece altre erogazioni supplementari a carattere
liberale, quali ad esempio il contributo alle spese di alloggio: in questo caso però il salario
minimo garantito può essere ridotto. Ogni lavoratore non può comunque essere retribuito al di
sotto delle soglie orarie del salario minimo precedentemente descritte, nel periodo di paga di
riferimento (settimanale o mensile) e viene calcolato sulla base delle differenti modalità di
svolgimento della prestazione professionale: sulle ore effettivamente lavorate (“paid by the
hour”), sulle ore annuali fissate per contratto (“salaried hours”), sui risultati conseguiti
(“output work”), sul raggiungimento di uno specifico obiettivo, indipendentemente dalle ore
necessarie (“unmeasured work”).

SPAGNA
SALARIO SOCIALE
La Spagna è caratterizzata da marcate differenze territoriali, e non esiste un programma a
livello nazionale, bensì uno strumento, generalmente denominato Reddito di inserimento
(Renta Minima); poiché la sua gestione è affidata alle Comunità Autonome, esso assume
accezioni diverse, ad esempio quelle di Salario Social Básico nelle Asturie, di Renta
Garantizada de Ciudadanía nella Comunità Valenziana o di Ingreso Minimo de Solidariedad in
Andalusia.

Si tratta di uno strumento di contrasto alla povertà tramite trasferimenti economici per
soddisfare bisogni di base. Rappresenta un diritto soggettivo, talvolta subordinato a vincoli di
bilancio, rivolto a individui e famiglie, con il requisito della cittadinanza spagnola richiesta solo
da alcune Comunità Autonome. Alle volte è sufficiente la sola residenza nella Comunità
Autonoma, per un arco minimo temporale compreso tra 3 e 5 anni. In riferimento ai requisiti
anagrafici, possono beneficiare del sostegno coloro che hanno un’età tra i 25 e 65 anni
(inferiore ai 25 se disabile o con familiari a carico). È importante sottolineare che la Renta
Minima ha come requisito basilare la capacità e la disponibilità a lavorare da parte del
potenziale beneficiario. Ciò comporta, oltre all’esaurimento di altre misure di assistenza, il
rispetto delle condizioni previste dalle misure di inserimento lavorativo.

Per quanto concerne le caratteristiche generali della prestazione, esse variano a seconda della
Comunità Autonoma presa in esame: la durata, ad esempio è compresa tra un minimo di 6
mesi (Andalusia, Castiglia, Extremadura), fino a 36 mesi (Comunità Valenziana). Nella
Comunità di Madrid, nelle Asturie e nella Castiglia, essa è invece vincolata al pedurare dei
requisiti necessari di godimento. Analogo discorso in riferimento all’importo mensile erogato,
variabile e compreso tra 300 euro lordi (Murcia), passando per 423,70 euro della Catalogna,
fino a 662,51 euro dei Paesi Baschi. La media nazionale è quindi pari a 418,58 euro mensili17.

SALARIO MINIMO
È l’importo giornaliero retributivo minimo corrisposto al lavoratore di qualsiasi settore
professionale (agricoltura, industria e servizi), senza distinzione di età o di sesso, sia esso
dipendente a tempo indeterminato, che determinato o temporaneo. Il salario minimo viene

16
     https://www.gov.uk/am-i-getting-minimum-wage
17
     “El Sistema Público de Servicios Sociales”, Ministerio de Sanidad, 2013 (ultimo documento disponibile)

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                                      pag.11
stabilito annualmente dal Governo, attraverso un Decreto Reale, con il concorso delle
organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative, tenendo conto della
variazione dell’indice dei prezzi al consumo, la produttività e la congiuntura economica
generale. L’importo viene determinato sul salario giornaliero, oppure su quello mensile; per i
lavoratori domestici, su quello orario18. Per l’anno 2015, gli importi lordi fissati dal Ministero del
Lavoro e della Sicurezza Sociale, con un incremento tendenziale dello 0,5%, sono i seguenti19:

•      salario minimo giornaliero: 21,62 euro;
•      salario minimo mensile: 648,60 euro;
•      salario minimo annuale: 9.080,40 euro (14 mensilità).

18
     Ministerio do Empleo y Seguridad Social, 2015
19
     http://www.boe.es/boe/dias/2014/12/27/pdfs/BOE-A-2014-13518.pdf

Reddito di cittadinanza e salario minimo                                                        pag.12
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