Reddito di cittadinanza e salario minimo: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna - Banca dati Italia Lavoro
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Reddito di cittadinanza e salario minimo: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna a cura dello Staff Studi e Analisi Statistica
INDICE INTRODUZIONE .......................................................................................................... 3 FRANCIA ..................................................................................................................... 4 SALARIO SOCIALE ...................................................................................................... 4 SALARIO MINIMO ....................................................................................................... 5 GERMANIA .................................................................................................................. 6 SALARIO SOCIALE ...................................................................................................... 6 SALARIO MINIMO ....................................................................................................... 7 ITALIA ........................................................................................................................ 7 SALARIO SOCIALE ...................................................................................................... 7 SALARIO MINIMO ....................................................................................................... 8 REGNO UNITO ............................................................................................................ 9 SALARIO SOCIALE ...................................................................................................... 9 SALARIO MINIMO ..................................................................................................... 10 SPAGNA .................................................................................................................... 11 SALARIO SOCIALE .................................................................................................... 11 SALARIO MINIMO ..................................................................................................... 11 A cura di Andrea Fontanesi e Marco Vittore Capitini Staff Studi e Analisi Statistica – Italia Lavoro Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.2
REDDITO DI CITTADINANZA E SALARIO MINIMO INTRODUZIONE L'Europa non sembra ancora riuscire a superare la crisi, e ciò aggrava la sua divisione. Vari Paesi registrano un aumento drammatico della disoccupazione, specie giovanile. Occorrono pertanto politiche del mercato del lavoro europee più efficaci, specie verso gli Stati membri in difficoltà. In questo scenario, va sottolineata l’importanza degli strumenti di sostegno al reddito, sia con riferimento a chi ha perso il lavoro o è in procinto di perderlo (sussidio di disoccupazione), sia per quanto riguarda il salario sociale, inteso come reddito di cittadinanza, ovvero un contributo da parte dello Stato a favore dei cittadini in stato di povertà, a prescindere dalla situazione contingente rispetto al lavoro. Va sottolineato che esiste anche il salario minimo, da non confondersi con il concetto di reddito minimo di cittadinanza, nell’accezione di cui sopra. Il salario minimo riguarda coloro che risultano già occupati e rappresenta la soglia retributiva al di sotto della quale non si può spingere il salario contrattuale. Nel mezzo della crisi più dura dal dopoguerra a oggi, dall'interno di una “empasse” economica e politica, oggi emerge con forza la necessità di ridefinire l'idea stessa di welfare. Questo, in considerazione della stessa Carta europea dei diritti fondamentali, che all’art. 34 riconosce il diritto all’assistenza sociale e a garantire un’esistenza dignitosa ai cittadini, e l’art. 36 della nostra Costituzione, nel quale si ribadisce il diritto del lavoratore ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La nuova strategia Europa 2020, approvata dal Consiglio europeo e successiva a quella di Lisbona, si ripromette quindi di sostenere l’Unione Europea nella sua determinazione di “evitare il declino” e di uscire più forte dalla crisi, di preparare la sua economia ad affrontare con successo le sfide del prossimo decennio e di assicurare un maggiore coordinamento delle decisioni politiche e la sostenibilità dei bilanci pubblici. Tra i suoi obiettivi strategici rientra quello di liberare dal rischio di povertà almeno 20 milioni di persone. Va sottolineato, con riferimento al reddito di cittadinanza, che i sistemi di protezione sociale per i cittadini europei sono comunque diretti a garantire un supporto sia a chi non ha un impiego, sia a chi si trova in condizioni di indigenza o a chi, dopo avere esaurito i sussidi di disoccupazione, versa in stato di bisogno. Diversi sono gli strumenti messi in campo, che possono essere classificati secondo il seguente schema, basato sullo status di appartenenza del beneficiario1: • Reddito minimo garantito (RMG): somma data “erga omnes” dalla differenza tra il reddito stesso (fissato ad una predeterminata soglia) e il reddito del beneficiario, inferiore comunque a tale soglia; • Reddito di cittadinanza condizionato (RCC): somma erogata ad ogni cittadino, in presenza di un reddito inferiore a quello stabilito dal RCC; inoltre essa è basata sui mezzi patrimoniali e reddituali del richiedente; • Reddito di cittadinanza incondizionato (RCI): somma erogata ad ogni cittadino, indipendentemente dal suo reddito. I primi due schemi di sostegno (RMG e RCC) sono applicati in quasi tutti i Paesi membri dell’Unione europea, ad eccezione dell’Italia, della Grecia e della Croazia. Non esiste però un criterio comune per quanto concerne i requisiti, nonché la soglia minima applicabile; tuttavia si evidenziano elementi di convergenza per quanto riguarda l’età, la residenza, l’assenza di 1 “Reddito di cittadinanza e opportunità economica: un confronto tra Italia e resto d’Europa”, working paper n. 18/15, di Pasquale Tridico. ASTRIL – Associazione studi e ricerche interdisciplinari sul lavoro, 2015. Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.3
risorse finanziarie, lo stato di bisogno e la disponibilità a lavorare. Di seguito, le esperienze in cinque Paesi membri dell’Unione europea: Francia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna. FRANCIA SALARIO SOCIALE Introdotto dal Governo come misura anticrisi e di sostegno ai redditi bassi, il “Reddito di solidarietà attiva” (RSA) assicura a tutti i cittadini francesi, nonché agli stranieri (in presenza di specifiche condizioni), il diritto fondamentale di disporre delle risorse sufficienti atte a vivere dignitosamente, come enunciato nel preambolo della Costituzione del 1946. L’RSA sostituisce il reddito minimo di inserimento (RMI), nonché il sussidio a favore delle famiglie mono genitoriali (API), con le seguenti finalità: 1. assicurare mezzi di sostentamento adeguati a tutte le persone prive di risorse; 2. fare in modo che ogni ora lavorata si traduca, per il beneficiario, in un effettivo incremento di ricchezza, vale a dire che “il lavoro paga”; 3. integrare le risorse di chi, perduta l’occupazione, rientra nel mercato del lavoro, riducendo così la povertà tra le persone attive; 4. semplificare i meccanismi di solidarietà, rendendoli così più chiari. L’RSA è entrato in vigore il primo giugno del 2009 nella Francia continentale, mentre nei Territori d’Oltremare il 1° gennaio 2011. Si tratta sia di un reddito minimo per coloro che risultano privi d’impiego, sia di un’integrazione economica per coloro che lavorano ma dispongono di un reddito che non raggiunge una predeterminata soglia, a seconda della composizione del nucleo familiare, comunque sempre al di sotto del tetto previsto dal salario minimo (SMIC). Costituisce inoltre un dispositivo di accompagnamento sociale e professionale volto a facilitare l’accesso al mercato del lavoro o rafforzare le competenze degli occupati a basso reddito. Il reddito di solidarietà attiva si basa su un sistema di diritti e di doveri: i primi consistono nel ricevere un reddito minimo o un’integrazione di esso e, secondo le condizioni di ciascun beneficiario, un accompagnamento sociale e professionale adeguato; i secondi riguardano la reale ricerca di un impiego da parte del destinatario2. Per quanto riguarda i cittadini francesi, possono accedere all’RSA i soggetti di età pari o superiore a 25 anni e coloro che, in età tra 18 e 25 anni, siano genitori “soli” o che provino di aver effettuato un determinato monte ore di lavoro nel corso dell’ultimo triennio. Oltre ai requisiti anagrafici di cui sopra, è necessaria la residenza stabile ed effettiva in Francia; occorre poi non essere allievo, studente o stagista non remunerato, nonché non trovarsi in congedo parentale o in aspettativa non retribuita. L'importo delle prestazioni può variare a seconda della composizione e delle risorse del nucleo familiare del richiedente; a tal fine sono presi in considerazione sia i congiunti, i conviventi o le coppie unite da un PACS (Pacte civil de solidarité), che i figli, se danno diritto a prestazioni familiari (assegni familiari, assegni per disabilità, etc.) o se sono di età inferiore a 25 anni e risultano totalmente a carico. Va poi evidenziato che l’RSA non sostituisce le altre prestazioni sociali alle quali il richiedente abbia diritto. A partire dal 1° settembre 2010 i requisiti di accesso sono stati estesi a tutti i giovani in età compresa tra 18 e 25 anni risultati occupati per almeno due anni nell’ultimo triennio. Con riferimento agli stranieri, con almeno 25 anni di età, si deve distinguere tra cittadini europei ed extraeuropei. Riguardo i primi, occorrono i seguenti requisiti: • diritto di soggiorno da almeno tre mesi dal momento della richiesta; 2 Ministero degli Affari Sociali, http://www.social-sante.gouv.fr/espaces,770/handicap-exclusion,775/dossiers,806/le- revenu-de-solidarite-active-rsa,2279/ Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.4
• avere lavorato in Francia ed essere attualmente disoccupati, purché iscritti ai centri per l’impiego Pôle emploi; oppure essere in congedo per malattia al momento della richiesta o partecipare a un percorso di formazione professionale, in costanza di rapporto di lavoro. Circa gli extracomunitari, è necessario il possesso della Carta di soggiorno, o avere da almeno 5 anni un titolo di soggiorno che permette di lavorare nel Paese; oppure detenere lo status di rifugiato o di apolide. L’ammontare mensile della prestazione (importi al 2015) varia da un minimo di 524,16 euro per singolo beneficiario, fino a 1.100,74 euro per una coppia con due figli. A quest’ultimo reddito si aggiungono 209,66 euro per ogni figlio aggiuntivo, come da tabella riportata: Numero di figli Persona singola Separati, divorziati Coppia 0 524,16 673,08 786,24 1 786,24 897,44 943,49 2 943,49 1.121,00 1.100,74 Per ciascun figlio 209,66 224,36 209,66 supplementare Fonte: http://vosdroits.service-public.fr/particuliers/F502.xhtml La Legge del 17 agosto 2015 relativa al dialogo sociale e all’occupazione ha istituito un nuovo dispositivo “Prime d’activité”, che sostituirà l’RSA dal 1° gennaio 2016. SALARIO MINIMO Il salario minimo di crescita (SMIC) è la corresponsione lorda oraria al di sotto della quale non è possibile remunerare nessun lavoratore dipendente (del settore privato) con almeno 18 anni di età, garantendo un potere d'acquisto ed una partecipazione allo sviluppo economico della nazione. Possono beneficiarne anche gli occupati del pubblico impiego, purché contrattualizzati secondo le regole del diritto privato. Un importo inferiore dello SMIC si applica agli apprendisti e ai giovani occupati con contratto di inserimento al lavoro; è altresì prevista una deroga per i lavoratori in età compresa tra 17 e 18 anni, con sgravi contributivi compresi tra il 10% e il 20%. Sono applicate sanzioni ai datori di lavoro in caso di corresponsione della retribuzione al di sotto della soglia prevista dallo SMIC, pari a 1.500 euro per ciascuna violazione; la recidiva dà luogo a responsabilità penale. Conformemente ai principi sanciti dal codice del lavoro, lo SMIC viene rivalutato il 1° gennaio di ogni anno sulla base dell’evoluzione dell’indice mensile di variazione dei prezzi al consumo. A partire dal 1° gennaio 2015, la paga base oraria lorda prevista dallo SMIC è pari a 9,61 euro, per un totale (lordo) di 1.457,52 euro mensili, sulla base della durata legale settimanale della prestazione lavorativa, fissata a 35 ore3. La tabella sottostante riporta l’evoluzione del salario minimo di crescita negli ultimi anni. Anno SMIC orario lordo (in euro) SMIC lordo mensile (in euro) 2005 8,03 1.217,88 2010 8,86 1.343,77 2011 9,19 1.393,82 2012 9,40 1.425,67 2013 9,43 1.430,22 2014 9,53 1.445,38 2015 9,61 1.457,52 Fonte: INSEE – Istituto Nazionale di Statistica 3 Per maggiori informazioni, consultare il sito dedicato del Ministero del Lavoro francese: http://travail-emploi.gouv.fr/informations-pratiques,89/les-fiches-pratiques-du-droit-du,91/remuneration,113/le- smic,1027.html Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.5
GERMANIA SALARIO SOCIALE Il reddito minimo sociale trova la sua applicazione nell’indennità di disoccupazione di lunga durata (ALG II), introdotta nel 2003 con la Quarta legge sulla modernizzazione dei servizi sul mercato del lavoro (Hartz IV) ed entrata in vigore nel 2005. Si tratta di una prestazione sociale di natura assistenziale, subordinata al bisogno e ad essa commisurata, ed è pertanto sostenuta attraverso il prelievo fiscale. Si differenzia pertanto dall’indennità di disoccupazione (ALG I), quest’ultima a carattere previdenziale e finanziata dalla contribuzione sui redditi di lavoro. Il minimo sociale (ALG II) è un sussidio riconosciuto come diritto soggettivo: ne beneficiano i disoccupati di lunga durata o coloro che hanno un reddito insufficiente. Le prestazioni minime consistono in un importo (solitamente inferiore all’indennità di disoccupazione) basato sullo stato di bisogno e soggetto alla valutazione dei redditi posseduti, al fine di garantire un livello minimo di sussistenza. È inoltre destinato a coloro che non hanno maturato il diritto ad usufruire dell’indennità di disoccupazione, nonché a coloro che non riescono ad collocarsi nel mercato del lavoro dopo la formazione scolastica o universitaria. L’ALG II è quindi l’unico strumento di sostegno economico per i disoccupati di lunga durata idonei al lavoro. I requisiti per beneficiarne sono i seguenti: • età compresa tra 15 anni e quella prevista per il trattamento pensionistico; • residenza in Germania; • essere nello stato di bisogno, valutando il patrimonio complessivo del richiedente; • idoneità allo svolgimento di prestazioni lavorative per almeno tre ore al giorno; è infatti bisognoso di aiuto chi non è in grado di provvedere al proprio sostentamento e a quello dei suoi congiunti, conviventi all’interno dello stesso nucleo familiare, né con forze o mezzi propri (manodopera, reddito e patrimonio), né con l’aiuto di terzi; • disponibilità alla ricerca attiva di un impiego, a seguito della stipula di un accordo di reinserimento (“patto di servizio”) presso i centri per l’impiego (BA – Arbeitsagentur). La richiesta per l’erogazione dell’ALG II rappresenta uno sbocco per i disoccupati alla scadenza del periodo di fruizione dell’indennità di disoccupazione, nel caso in cui la mancanza di lavoro perduri, e avviene presso i centri per l’impiego o lo sportello competente del Comune. Al reddito minimo si aggiungono, secondo il caso individuale, aiuti per l’affitto e il riscaldamento, il vestiario, la spesa alimentare, i libri scolastici, ecc. In linea di principio, le prestazioni minime per i disoccupati di lunga durata e altri aventi diritto hanno una durata illimitata a condizione che siano soddisfatte le condizioni previste per beneficiarne; di regola, però, sono concesse solo per un periodo di sei mesi. In seguito occorre dimostrare nuovamente la persistenza del diritto alla prestazione4. Per quanto concerne l’importo corrisposto attraverso l’ALG II, esso viene rivalutato annualmente sulla base dell’evoluzione dell’indice del paniere dei prezzi al consumo e della media degli stipendi netti. Per il 20155 l’importo è pari a 399 euro, in caso di persona adulta non coniugata, né convivente; due adulti maggiorenni e conviventi ricevono, ciascuno, 360 euro. Per ogni minore sono previsti, in aggiunta: • 234 euro se al di sotto dei 6 anni di età; • 267 euro se in età compresa tra 6 e 13 anni; • 302 euro se in età compresa tra 14 e 17 anni; • 320 euro se in età compresa tra 18 e 25 anni, residenti nella famiglia di origine. 4 Commissione europea 5 Arbeitsagentur, dati 2015 Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.6
SALARIO MINIMO A causa dell’autonomia di contrattazione garantita dalla Costituzione tedesca (art.9, paragrafo 3), in Germania non esisteva un salario minimo stabilito per legge a livello centrale. In tempi più recenti sono stati promossi dei regimi per alcuni settori, sulla base di una legge del 1996 per contrastare il fenomeno del dumping nel settore edile. La Legge dell’11 agosto 2014 ha però introdotto il salario minimo legale a partire dal 1° gennaio 2015. La diffusione dei mini- jobs6, il crescente utilizzo di lavoratori somministrati, la proliferazione di contratti atipici, precari e mal retribuiti, nonché una pesante flessione del tasso di sindacalizzazione, sono tra le principali motivazioni alla base dell’introduzione del salario minimo legale, per rispondere all’impoverimento della classe lavoratrice più debole e precaria, in prevalenza costituita da giovani, donne e immigrati7. È quindi un contributo per la realizzazione di un mercato del lavoro più equo e solidale, garantendo allo stesso tempo una maggiore stabilità nei sistemi di sicurezza sociale. Il salario minimo si applica a tutti i lavoratori dipendenti, tranne che ai minori, agli apprendisti e ai tirocinanti. La Legge del 2014 prevede un periodo transitorio fino al 31 dicembre 2016 nel quale sono possibili deroghe per armonizzare la disciplina del salario minimo alla Legge sui lavoratori distaccati e somministrati. Dal 1° gennaio 2017, esso troverà applicazione “erga omnes”, tenendo ferme le eccezioni previste, mentre dal 1° gennaio 2018 l’importo attualmente fissato a 8,50 euro lorde all’ora, verrà rivisto con cadenza annuale da un’apposita Commissione, a cui partecipano anche le Parti sociali8. ITALIA SALARIO SOCIALE In Italia, assieme alla Grecia, non esiste un salario sociale o reddito di cittadinanza ovvero un contributo da parte dello Stato a favore di chiunque si trovi in stato di povertà, a prescindere dalla situazione contingente rispetto al lavoro. A livello nazionale una sperimentazione del reddito minimo di inserimento fu avviata in circa 300 Comuni nel 2000, grazie alla Legge n. 328/00 (artt. 4, c. 5 e soprattutto art. 23). Successivamente sono stati promossi ulteriori ma sporadici interventi in materia di salario sociale. La Regione Lazio, ad esempio, ha emanato nel 2009 una Legge sul reddito minimo garantito, in favore dei disoccupati, inoccupati o precariamente occupati. Lo scopo è stato di promuovere e sostenere le politiche passive e le politiche attive per il lavoro e le politiche di protezione sociale, enfatizzando l'importanza del reddito minimo garantito come strumento di rafforzamento delle politiche finalizzate al sostegno economico, all’inserimento sociale dei soggetti maggiormente esposti al rischio di marginalità nel mercato del lavoro. Gli importi annuali previsti ammontavano a 7 mila euro, attraverso uno specifico stanziamento pari a 20 milioni di euro per l’anno 2009 e a 10 milioni di euro per ciascuna delle annualità 2010 e 2011. La Regione Veneto ha previsto, ai sensi dell’art. 33 della Legge n. 2/07, al fine di determinare i soggetti e le categorie sociali direttamente interessate all’istituzione di un fondo regionale per il diritto al reddito di cittadinanza e al salario minimo garantito, di istituire un Osservatorio dedicato, con compiti di garantire funzioni di monitoraggio, di analisi e valutazione dell’attuazione delle politiche sociali, nonché di previsione dei fenomeni sociali. 6 Introdotti nel 2003, sono una forma di esecuzione contrattuale con un limite massimo di remunerazione, la cui contribuzione (previdenziale e sanitaria) è a carico del datore di lavoro, mediante un’aliquota fissa e una piccola quota a carico del lavoratore. Nel tempo è stato elevato il limite retributivo dai precedenti 325 euro a 450 euro ed è stata eliminata la durata massima di esecuzione della prestazione, fissata in 15 ore settimanali. Rimane invece il limite massimo di prestazione lavorativa annuale, stabilito in 50 giornate/anno. 7 Cfr “Verso l’introduzione del salario minimo legale?”, di Fausta Guarriello, aprile 2015 8 Per approfondimenti, è possibile consultare la seguente pagina (in tedesco) del Ministero del Lavoro: http://www.bmas.de/DE/Schwerpunkte/Mindestlohn/inhalt.html%3Bjsessionid%3DA6060486BC789070DE7D8D6CD95 1E844&usg=ALkJrhifsABuJRtbi0fN3wyUx04Y5bKEmg Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.7
In Sicilia è stata introdotta nel 2008 la sperimentazione di un “Reddito Minimo di Inserimento”, una misura di contrasto della povertà e dell'esclusione sociale, attraverso il sostegno delle condizioni economiche delle famiglie esposte al rischio di marginalità e l'avvio di programmi di inserimento. Più recentemente, la Regione Lombardia, con la Legge di assestamento di bilancio 2015, prevede di mettere a disposizione risorse importanti con cui finanziare la sperimentazione del reddito di cittadinanza. L’ipotesi è di stanziare complessivamente 250 milioni di euro, a cui si aggiungono ulteriori risorse FSE, per coprire le misure del reddito di cittadinanza dal primo ottobre 2015 al 31 dicembre 2016, per combattere l'esclusione sociale e fare misure attive di inclusione per aiutare coloro in stato di bisogno9. A livello nazionale, nel 2013 ha preso il via la sperimentazione, della durata di un anno, della “nuova social card”, un progetto sperimentale di lotta alla povertà costruito con la partecipazione diretta dei beneficiari. Sono coinvolte le 12 città più grandi del Paese, per un impegno complessivo di risorse pari a 50 milioni di euro. L'ammontare mensile del contributo economico ai beneficiari è modulato sulla base della numerosità del nucleo familiare e può arrivare fino a circa 400 euro mensili per le famiglie con 5 o più componenti10. Da ultimo, si devono considerare i disegni di Legge n. 1148/13 e 1670/14 (rispettivamente sul reddito di cittadinanza e reddito minimo garantito), diretti a introdurre strumenti di protezione sociale di ultima istanza volti a garantire ai cittadini un livello minimo di risorse11, in corso di esame presso la Commissione Lavoro del Senato al mese di giugno 2015. Nel DDL n. 1148/13 è proposta una misura di intervento a livello familiare denominata reddito di “cittadinanza”, che si configura come misura selettiva, limitando l’erogazione dei benefici alle famiglie il cui reddito è inferiore a una determinata soglia (fissata a 9.360 euro lordi annui) e che assicurerebbe un beneficio mensile pari a 780 euro per singola persona, e comunque incrementabile sulla base dei componenti del nucleo familiare. La misura tende a costituire una rete di protezione sociale compensando eventuali insufficienze del sistema di welfare, nonché favorendo il contrasto alla povertà minorile e a quella dei giovani. Il DDL n. 1670/14 propone l’introduzione di una misura di sostegno dei redditi, denominata reddito minimo garantito, prevedendo tre deleghe al Governo su una materia più ampia che riguarda una complessiva riorganizzazione del sistema di tutele: la spesa assistenziale (art. 9), il sistema degli ammortizzatori sociali (art. 10) e il compenso orario minimo (art. 11). Il sussidio previsto è pari a una somma fissa di 7.200 euro lordi all’anno per singola persona, che aumenta in relazione ai componenti del nucleo familiare12. SALARIO MINIMO Se il salario minimo è previsto per legge in molti Paesi dell’Unione europea, in altri, tra i quali l’Italia, esso viene delegato alla contrattazione fra le parti sociali, in virtù di una forte copertura contrattuale esercitata attraverso i 706 contratti nazionali di categoria13, che coprono praticamente tutti i settori del lavoro presenti. Anche se non esiste un “erga omnes” di legge, di fatto i CCNL vengono applicati a tutti i lavoratori. Il nostro sistema di minimi salariali definito dai contratti nazionali di lavoro si colloca infatti ad un livello più elevato di retribuzione e di maggiore tutele del potere di acquisto dei redditi dei lavoratori, rispetto alla media dei minimi salariali definiti nei principali Paesi europei. Del resto la stessa magistratura del lavoro, a fronte 9 Fonte: Lombardia Notizie, giugno 2015 10 Fonte: Ministero del Lavoro: http://www.lavoro.gov.it/AreaSociale/Inclusione/SperimentazioneCartaIinclusione/Pages/default.aspx 11 “Disegni di Legge n. 1148, 1670 e 1697. Audizione del Presidente dell’Istituto Giorgio Alleva”, Commissione 11ma “Lavoro e Previdenza Sociale” del Senato della Repubblica, 11 giugno 2015 12 Ibidem, nota 11 13 “Numeri e Qualità del Lavoro sotto la Lente”, a cura di Gabriele Olini, CISL – Osservatorio Mercato del Lavoro, n. 2, luglio 2015 Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.8
di contenziosi, ha sempre individuato nei salari stabiliti dai CCNL il valore di riferimento di diritto per i lavoratori14. A livello nazionale, il disegno di Legge n. 1697/14, in corso di esame presso la Commissione Lavoro del Senato al mese di giugno 2015, prevede l’istituzione per legge del salario minimo orario. Stabilisce che la retribuzione oraria lorda minima per l’anno 2015 non deve essere inferiore a 9 euro e viene incrementata ogni anno sulla base della variazione dell’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati definita dall’ISTAT. Destinatari sono tutte le categorie dei lavoratori e settori produttivi in cui la retribuzione minima non è già fissata dai CCNL. REGNO UNITO SALARIO SOCIALE In Gran Bretagna, Paese precursore per quel che riguarda le politiche di welfare, sono garantiti diversi interventi che permettono a chi versa in stato di bisogno un tenore di vita dignitoso. Le persone considerate abili al lavoro rientrano, nella maggior parte dei casi, nel dispositivo denominato JSA - Income related Jobseeker’s Allowance, una misura di sostegno, non soggetta ad alcuna tassazione, destinata a coloro in età compresa tra 16 e 64 anni e residenti nel Regno Unito. Ulteriori requisiti per beneficiare il sussidio sono: • lavorare per una media inferiore alle 16 ore settimanali; • l’eventuale coniuge deve risultare impiegato per una media inferiore alle 24 ore settimanali; • possedere risparmi complessivamente non superiori a 16 mila sterline (circa 22 mila euro); • se occupato nell’ultimo biennio, con una retribuzione mediamente inferiore a 153 sterline settimanali (circa 200 euro); • risultare disoccupato nell’ultimo biennio e avere già esaurito l’arco temporale previsto per il godimento dell’indennità di disoccupazione basata sulla contribuzione versata (182 giorni). Condizione necessaria per accedere al sussidio JSA è la registrazione presso uno degli sportelli di Jobcentre Plus, l’Agenzia nazionale confluita nel 2011 all’interno del Dipartimento del Lavoro e delle Pensioni (DWP), con competenze sia sulle politiche attive che passive. I versamenti sono effettuati ogni due settimane, così come da tabella sottostante15: Età Importo settimanale lordo in sterline 18-24 anni 57,90 25 anni e oltre 73,10 Coppia con più di 18 anni 114,85 Fonte: Direct.Gov (dati 2015) In aggiunta è prevista l’indennità integrativa del reddito (Income support), una prestazione che può essere concessa a talune categorie di persone le cui entrate non superino un determinato importo. Non è richiesto alcun requisito di nazionalità, mentre occorre la residenza nel Paese da almeno due anni dal momento in cui viene fatta richiesta. Ulteriori requisiti sono: • essere in età compresa tra 16 anni e quella pensionabile; • essere in stato interessante, o tutore, oppure appartenere ad un nucleo familiare monoparentale con un figlio al di sotto dei 5 anni o, in casi specifici, impossibilitato a lavorare perché malato o disabile; 14 Fonte: Conquiste del Lavoro, CISL, 2013 15 Per maggiori informazioni è possibile consultare la pagina web dedicata del Governo britannico, al seguente indirizzo: https://www.gov.uk/jobseekers-allowance/what-youll-get Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.9
• non possedere alcuna fonte di reddito o comunque inferiore a 16 mila sterline, per tutto il nucleo familiare; • lavorare per una media inferiore alle 16 ore settimanali. Si ha altresì diritto all’Income support anche in mancanza di una residenza permanente. Esso non può essere corrisposto se il richiedente ha diritto all’indennità di disoccupazione basata sulla contribuzione (Contribution-based Jobseeker’s Allowance). L’erogazione si basa su una somma fissa, compresa tra 57,90 e 114,85 sterline lorde alla settimana, a cui possono aggiungersi importi aggiuntivi (“premiums”) per specifiche categorie di persone con particolari necessità. Di seguito alcuni esempi: Stato Età Importo lordo settimanale (in sterline) Persona singola 16-24 anni 57,90 Persona singola Oltre 25 anni 73,10 Coppia Meno di 18 anni 57,90 Coppia Uno al di sotto, 73,10 l’altro al di sopra di 25 anni Coppia Oltre 18 anni 114,85 Fonte: Direct.Gov (dati 2015) Un altro strumento che può ricollocarsi all’interno del salario sociale nel Regno Unito è il sostegno alle spese di abitazione (“Housing Benefit”), la cui gestione è stata demandata dal Dipartimento della Sicurezza Sociale agli Enti locali nel 1982. È destinato verso coloro che non riescono o non possono coprire le spese abitative e ricevono altri sussidi sociali. L’ammontare lordo concesso settimanalmente è compreso tra 260,64 e 417,02 sterline. Esiste un tetto massimo complessivo all’insieme di indennità che il beneficiario può godere, fissato a 500 sterline (circa 670 euro) settimanali, in caso di una coppia o di una famiglia monoparentale, che scendono a 350 sterline (circa 475 euro) di persone singole. Va infine sottolineato che, con l’entrata in vigore del “Welfare Act” nel mese di marzo 2012, sono state introdotte importanti modifiche al sistema di ammortizzatori sociali finora vigenti, con la progressiva sostituzione di tutte le provvidenze mediante l’Universal Credit, un unico sussidio destinato a sostenere sia i disoccupati che gli occupati a basso reddito, garantendo al contempo adeguati incentivi al lavoro. Tale strumento può essere inteso, in senso lato, come reddito di cittadinanza, seppure richieda come requisito la sola residenza nel Paese. Il Governo ha previsto un’implementazione graduale del nuovo strumento, a partire dal mese di ottobre 2013, mettendo a disposizione una dotazione iniziale di 16 milioni di sterline (circa 19 milioni di euro). Obiettivo è semplificare il sistema dei sussidi, nonché la riduzione delle frodi mediante l’introduzione di un sistema sanzionatorio più severo ed efficace. La “ratio” del dispositivo è quella di rafforzare l’incentivo al reinserimento nel mercato del lavoro: non è infatti conveniente rimanere nel sistema dei sussidi con una remunerazione inferiore a quella di un lavoratore medio. SALARIO MINIMO Il salario minimo nazionale (“National Minimum Wage”), fissa i minimali orari che i datori di lavoro hanno l’obbligo di corrispondere ai lavoratori, coprendo la quasi totalità delle persone occupate nel Regno Unito. È stato introdotto per la prima volta nel Paese nel 1998, quando non esisteva alcun salario minimo nazionale sebbene in presenza di una varietà di sistemi di controllo delle retribuzioni, nella maggior parte dei casi su specifici settori industriali. Ne hanno diritto i lavoratori che hanno adempiuto all’obbligo scolastico (oltre 16 anni), compresi gli apprendisti, i tirocinanti, nonché i lavoratori agricoli. Beneficiano del salario minimo anche i lavoratori stranieri occupati temporaneamente nel Regno Unito. Non sono invece ricompresi i Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.10
lavoratori autonomi, i dirigenti d’azienda e i membri delle forze armate. Gli importi lordi orari validi dal 1° ottobre 2015 sono compresi tra 3,30 sterline per un apprendista, passando per 5,30 sterline per giovani in età compresa tra 18 e 20 anni, fino a 6,70 sterline per coloro con più di 21 anni. Circa le modalità per calcolare se il lavoratore rientra nei limiti previsti, esiste uno specifico strumento messo a disposizione nel portale nazionale governativo16; va comunque sottolineato che il reddito minimo deve essere composto, oltre dalla retribuzione lorda, anche da eventuali integrazioni, quali bonus erogati dal datore di lavoro, trattenute sindacali, contributi per l’adesione a piani previdenziali. Non incidono invece altre erogazioni supplementari a carattere liberale, quali ad esempio il contributo alle spese di alloggio: in questo caso però il salario minimo garantito può essere ridotto. Ogni lavoratore non può comunque essere retribuito al di sotto delle soglie orarie del salario minimo precedentemente descritte, nel periodo di paga di riferimento (settimanale o mensile) e viene calcolato sulla base delle differenti modalità di svolgimento della prestazione professionale: sulle ore effettivamente lavorate (“paid by the hour”), sulle ore annuali fissate per contratto (“salaried hours”), sui risultati conseguiti (“output work”), sul raggiungimento di uno specifico obiettivo, indipendentemente dalle ore necessarie (“unmeasured work”). SPAGNA SALARIO SOCIALE La Spagna è caratterizzata da marcate differenze territoriali, e non esiste un programma a livello nazionale, bensì uno strumento, generalmente denominato Reddito di inserimento (Renta Minima); poiché la sua gestione è affidata alle Comunità Autonome, esso assume accezioni diverse, ad esempio quelle di Salario Social Básico nelle Asturie, di Renta Garantizada de Ciudadanía nella Comunità Valenziana o di Ingreso Minimo de Solidariedad in Andalusia. Si tratta di uno strumento di contrasto alla povertà tramite trasferimenti economici per soddisfare bisogni di base. Rappresenta un diritto soggettivo, talvolta subordinato a vincoli di bilancio, rivolto a individui e famiglie, con il requisito della cittadinanza spagnola richiesta solo da alcune Comunità Autonome. Alle volte è sufficiente la sola residenza nella Comunità Autonoma, per un arco minimo temporale compreso tra 3 e 5 anni. In riferimento ai requisiti anagrafici, possono beneficiare del sostegno coloro che hanno un’età tra i 25 e 65 anni (inferiore ai 25 se disabile o con familiari a carico). È importante sottolineare che la Renta Minima ha come requisito basilare la capacità e la disponibilità a lavorare da parte del potenziale beneficiario. Ciò comporta, oltre all’esaurimento di altre misure di assistenza, il rispetto delle condizioni previste dalle misure di inserimento lavorativo. Per quanto concerne le caratteristiche generali della prestazione, esse variano a seconda della Comunità Autonoma presa in esame: la durata, ad esempio è compresa tra un minimo di 6 mesi (Andalusia, Castiglia, Extremadura), fino a 36 mesi (Comunità Valenziana). Nella Comunità di Madrid, nelle Asturie e nella Castiglia, essa è invece vincolata al pedurare dei requisiti necessari di godimento. Analogo discorso in riferimento all’importo mensile erogato, variabile e compreso tra 300 euro lordi (Murcia), passando per 423,70 euro della Catalogna, fino a 662,51 euro dei Paesi Baschi. La media nazionale è quindi pari a 418,58 euro mensili17. SALARIO MINIMO È l’importo giornaliero retributivo minimo corrisposto al lavoratore di qualsiasi settore professionale (agricoltura, industria e servizi), senza distinzione di età o di sesso, sia esso dipendente a tempo indeterminato, che determinato o temporaneo. Il salario minimo viene 16 https://www.gov.uk/am-i-getting-minimum-wage 17 “El Sistema Público de Servicios Sociales”, Ministerio de Sanidad, 2013 (ultimo documento disponibile) Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.11
stabilito annualmente dal Governo, attraverso un Decreto Reale, con il concorso delle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative, tenendo conto della variazione dell’indice dei prezzi al consumo, la produttività e la congiuntura economica generale. L’importo viene determinato sul salario giornaliero, oppure su quello mensile; per i lavoratori domestici, su quello orario18. Per l’anno 2015, gli importi lordi fissati dal Ministero del Lavoro e della Sicurezza Sociale, con un incremento tendenziale dello 0,5%, sono i seguenti19: • salario minimo giornaliero: 21,62 euro; • salario minimo mensile: 648,60 euro; • salario minimo annuale: 9.080,40 euro (14 mensilità). 18 Ministerio do Empleo y Seguridad Social, 2015 19 http://www.boe.es/boe/dias/2014/12/27/pdfs/BOE-A-2014-13518.pdf Reddito di cittadinanza e salario minimo pag.12
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