RACCOMANDAZIONI PER UNA RIFORMA NORMATIVA IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE - Scheda di sintesi

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RACCOMANDAZIONI PER UNA RIFORMA NORMATIVA IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE - Scheda di sintesi
RACCOMANDAZIONI PER UNA RIFORMA NORMATIVA
                IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE

                        Scheda di sintesi

Con il sostegno della
SOMMARIO                                                                                         pag.
INTRODUZIONE: La genesi e il percorso di queste raccomandazioni                                    3

Il controllo dell’immigrazione
1. Ripensare il sistema di ingresso per favorire un effettivo incontro di domanda e offerta
di lavoro                                                                                          5
2. Ripensare il sistema di ingresso per renderlo più adeguato alle diverse esigenze di             5
mobilità
3. Depenalizzare le irregolarità                                                                   5
4. Disciplinare i respingimenti in maniera conforme alle norme costituzionali, comunitarie,
convenzioni ed internazionali                                                                      6
5. Disciplinare gli allontanamenti in maniera conforme alle norme costituzionali,
comunitarie, convenzioni ed internazionali                                                         6
6. Ripensare il sistema di trattenimento ai fini di accertamento dell’identità e di espulsione     6
dei migranti irregolari

Il processo di integrazione e il diritto di cittadinanza
1. Riformulare i requisiti per l’accesso ai diritti e l’acquisto della cittadinanza                8
2. Riformare la normativa relativa al godimento dei diritti da parte degli stranieri e gli
strumenti di tutela contro le discriminazioni                                                      8
3. Un intervento legislativo sulle regole di gestione dei centri e gli standard dei servizi        6
offerti
4. Una razionalizzazione della disciplina sull’accordo di integrazione                             9
5. Azioni positive contro lo sfruttamento del lavoro sommerso                                      9
6. Aggiornare e rimodulare la normativa sulle associazioni                                        10

Richiedenti asilo, rifugiati e apolidi
1. Adottare una legge organica in materia di asilo                                                11
2. Riformare la procedura di esame delle domande di asilo e di ricorso avverso i dinieghi         11
3. Politiche di integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati                                12
4. Adottare una disciplina organica sul riconoscimento dello status di apolide                    13

POSTILLA: Raccomandazioni in tema di comunicazione politica e mediatica                           14

ALLEGATO I: INDICE DEI RAPPORTI DI RIFERIMENTO PER LE DISPENSE                                    15

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INTRODUZIONE
               La genesi e il percorso di queste raccomandazioni

Le raccomandazioni contenute nella presente scheda di sintesi costituiscono l’esito di
un progetto ampio e articolato e muovono dalla volontà di mettere a frutto il prezioso
patrimonio costituito dalle ricerche di coloro che, nel corso di questi anni, hanno svolto
attività sul campo, testando concretamente e nella prassi l’impatto della vigente
normativa sull’immigrazione, le sue mancanze e i suoi punti di forza. L’ambizione di
questo percorso è quella di muovere da un’esperienza solida e pratica per poi
elaborare proposte di riforma normativa volte, con cognizione di causa, a superare le
numerose problematiche riscontrate e documentate nei rapporti utilizzati quali punti
di riferimento per la riflessione giuridico-positiva.
Le cifre dell’immigrazione regolare ed irregolare in Italia rendono bene l’idea di quanto
la presenza straniera costituisca un fenomeno strutturale, cui la legislazione non ha
ancora saputo adeguarsi, trascurando così le grandissime potenzialità di rinnovamento
ed arricchimento culturale, sociale, politico ed economico cui un differente approccio
all’immigrazione potrebbe dar vita. A fronte di dati che fanno emergere una
significativa presenza di stranieri lungo soggiornanti ed integrati nel tessuto sociale e
lavorativo italiano, il dibattito pubblico e parlamentare tende invece a rimanere
focalizzato sulle politiche securitarie ed emergenziali. Si tratta di interventi che
comportano un’ingentissima spesa pubblica (sulla quale il dibattito politico si
concentra poco, preferendo riferire i costi dell’accoglienza) e che spesso determinano
la violazione di numerosi diritti umani, come le cronache non mancano oramai da
troppo tempo di ricordarci quasi quotidianamente. Assolutamente scarna ed
insufficiente è poi la legislazione volta a disciplinare e tutelare le particolari situazioni
in cui versano i richiedenti asilo, i rifugiati e gli apolidi: soggetti la cui marginalizzazione
sociale e la cui fragilità e precarietà di condizioni (umane e giuridiche) non trovano,
come invece sarebbe dovuto, possibilità di riscatto ed alternative concrete
nell’ordinamento italiano.
La scelta di percorrere una strada che dal basso potesse suggerire gli opportuni
mutamenti normativi in ciascuno di questi ambiti è stata dettata non solo dalla
considerazione, di ordine generale, che una tale scelta metodologica è in grado di
assicurare risposte maggiormente aderenti alla realtà dei fenomeni da disciplinare, ma
anche dalla specifica considerazione delle peculiarità della normativa in materia di
immigrazione: una normativa che, da un lato, pretende di racchiudere nell’ambito di
un’unica “materia” fenomeni, fattispecie ed esigenze estremamente variegati, che
percorrono l’intero spettro della vita, delle relazioni giuridiche, umane, sociali ed
affettive dei soggetti non-cittadini; dall’altro, si caratterizza per una spiccata attitudine
ad essere integrata e modulata dalle prassi e da interventi normativi o provvedimenti
di natura speciale, individuale, emergenziale ed occasionale. Queste particolari
caratteristiche suggeriscono di svolgere un’analisi adeguatamente complessa del
fenomeno migratorio e della sua disciplina, studiandone da vari lati le reciproche
interrelazioni.
Ciò ha richiesto di coniugare due differenti, ma convergenti, intenti di analisi: da un
lato, un approccio mirato, condotto mediante studi in profondità degli effetti che la

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normativa in materia di immigrazione produce nei vari ambiti e nelle diverse
fattispecie da essa toccati; dall’altro, un approccio sistemico in grado di valutare gli
effetti trasversali ed indiretti prodotti da ciascuno dei singoli elementi di cui si
compone la normativa in materia di immigrazione, per ricostruire un consapevole e
solido quadro progettuale e normativo.
Queste le ragioni che hanno suggerito di raccogliere e mettere a sistema le ricerche
svolte nel corso di questi anni con il sostegno della Open Society Foundation da
numerose associazioni ed enti di ricerca operanti sul terreno e di utilizzare
l’insostituibile bagaglio di esperienza e conoscenza costituito dai rapporti e dagli studi
da essi condotti, testando le problematiche concrete, verificando le possibili soluzioni e
prendendo esempio dalle buone prassi.
Il primo frutto di questa sistematizzazione è consistito nella redazione di tre dispense,
a cura di Tatiana Guarnier per conto della Fondazione Basso, nelle quali sono stati
riportati i nodi cruciali delle ricerche e le possibili soluzioni normative alle
problematiche riscontrate. Le dispense,“Il controllo dell’immigrazione”,
“L’integrazione dell’immigrazione”, “Rifugiati, richiedenti asilo e apolidi”, (reperibili
alla pagina web della Fondazione Basso : http://www.fondazionebasso.it/site/it-
IT/Menu_Principale/In_evidenza/Archivio_in_evidenza/dispensews.html)
hanno tenuto conto di questi molteplici aspetti congiuntamente ad un’analisi della
sostenibilità delle politiche italiane sull’immigrazione, sia in termini di compatibilità
delle stesse con la tutela dei diritti garantiti dalla Costituzione e dalle Carte
internazionali e sopranazionali, sia in termini economici, verificandone i costi in
relazione alla loro efficienza.
Alla luce di tutto ciò sono state raccolte e ricomposte in maniera organica le
raccomandazioni estrapolabili dai vari lavori di ricerca sul tema, ricavando un draft di
ridisegno complessivo della materia. Questa prima sistematizzazione è stata poi
condivisa nel corso di tre workshop organizzati dalla Fondazione Basso, durante i quali
le associazioni ed enti di ricerca coinvolti hanno potuto discutere insieme, alla luce
delle rispettive competenze e conoscenze, i pro ed i contra delle varie proposte
normative articolate.
Gli esiti di questo lavoro collettivo sono raccolti, infine, in questa scheda di sintesi.
Data la vastità della materia, le raccomandazioni qui elaborate e formulate non hanno
alcuna pretesa di esaustività, costituendo all’opposto un nucleo di proposte di riforma
condivise e ritenute minime ed indefettibili.
L’articolazione per punti cerca di recuperare l’originaria struttura delle dispense, per
consentire al lettore interessato di ricercare in esse le ragioni che hanno condotto
verso la formulazione di ciascuna delle raccomandazioni normative. Facciamo dunque
rinvio alle dispense ed all’elenco dei rapporti allegato per le spiegazioni e delucidazioni
necessarie.

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IL CONTROLLO DELL’IMMIGRAZIONE

1. Ripensare il sistema di ingresso favorire un effettivo incontro di domanda e offerta
di lavoro
[Proposta di modifica dell’art. 3 TUIM e degli artt. comunque connessi e collegati]
 Introduzione dell’ingresso e permesso di soggiorno per ricerca di lavoro
 Coordinamento del sistema dei flussi con un censimento dell’offerta di lavoro e con
  una pubblicazione periodica dei dati del fabbisogno occupazionale, mettendoli a
  disposizione del governo (per la redazione del decreto annuale) e dei potenziali
  migranti (per conoscere l’offerta italiana)
 Previsione di elementi di flessibilità delle quote programmate (ad esempio
  sponsorizzazione e autosponsorizzazione)
 Inderogabilità della cadenza annuale del decreto flussi
 Abrogazione del contratto di soggiorno [Proposta di abrogazione dell’art. 5-bis TUIM;
  dell’art. 5, comma 3-bis, TUIM e degli artt. comunque connessi e collegati]

2. Ripensare il sistema di ingresso per renderlo più adeguato alle diverse esigenze di
mobilità
[Proposta di modifica degli artt. 5, 9 TUIM e degli artt. comunque connessi e collegati]
 Trasferimento della competenza al rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno ai
  Comuni [Proposta di modifica dell’art. 5, comma 2, TUIM; 9, comma 1, TUIM e degli
  artt. comunque connessi e collegati]
 Diversificazione delle possibilità di ingresso legale per cittadini extracomunitari,
  tenendo in particolare considerazione i princìpi costituzionali, europei ed
  internazionali, di tutela dell’unità familiare e dei minori stranieri
 Rafforzamento del diritto al ricongiungimento familiare, consentendo delle parziali
  deroghe ai requisiti reddituali e abitativi, stabilendo per i genitori gli stessi requisiti
  previsti per il coniuge e favorendo la regolarizzazione dei familiari che vivono già in
  Italia senza titolo di soggiorno
 Assicurazione ai minori con genitori non autorizzati del rilascio di un titolo di
  soggiorno
 Previsione di un permesso di soggiorno per motivi familiari allo straniero che, al
  raggiungimento della maggiore età, risulti a carico di uno o entrambi i genitori
 Convertibilità di tutti i tipi di permessi di soggiorno
 Introduzione di un meccanismo di regolarizzazione ordinaria per ogni cittadino
  straniero già presente in Italia che dimostri lo svolgimento di una attività lavorativa o
  importanti legami familiari o affettivi
 Estensione della durata dei permessi di soggiorno

3. Depenalizzare le irregolarità
 Depenalizzazione della condotta di ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello
  Stato [Proposta di abrogazione dell’art. 10-bis TUIM]
 Depenalizzazione delle condotte di mancata esibizione dei documenti di ingresso e
  soggiorno [Proposta di modifica dell’art. 6, comma 3, TUIM]
 Attribuzione al giudice ordinario della competenza a decidere sui reati commessi da
  migranti, secondo le regole applicabili anche ai cittadini italiani [Proposta di

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abrogazione della lett. s-ter, art. 4.2, d.lgs. n. 274 del 2000, per come modificata dal
 d.l. n. 89/2011, convertito in L. 129/2011]

4. Disciplinare i respingimenti in maniera conforme alle norme costituzionali,
comunitarie, convenzioni ed internazionali
[Proposta di modifica dell’art. 10 TUIM e degli artt. comunque connessi e collegati]
 Abolizione dei respingimenti con accompagnamento alla frontiera
 Sottoposizione all’autorizzazione del Parlamento degli accordi di riammissione con i
  Paesi terzi

5. Disciplinare gli allontanamenti in maniera conforme alle norme costituzionali,
comunitarie, convenzioni ed internazionali
[Proposta di modifica dell’art. 13 TUIM e degli artt. comunque connessi e collegati]
 Obbligo di ascolto del migrante in regolare contraddittorio prima dell’adozione del
  provvedimento di espulsione
 Necessità di una regolamentazione dettagliata degli allontanamenti che imponga di
  tenere in considerazione il diritto all’unità familiare, all’assistenza medica ed ai
  bisogni educativi del minore, secondo una valutazione da farsi caso per caso e
  tenendo conto della natura e gravità delle violazioni commesse e della pericolosità
  del soggetto espulso
 Attribuzione della competenza a convalidare gli ordini di espulsione al giudice
  ordinario [Proposta di modifica dell’art. 13, comma 5-bis, TUIM]
 Introduzione dell’informazione obbligatoria sul diritto all’assistenza di un legale e
  sulla possibilità di accedere al gratuito patrocinio, all’inizio del procedimento di
  espulsione
 Garanzia di accesso a programmi specifici di “rimpatrio volontario e assistito”, con
  destinazione di appositi fondi
 Introduzione espressa nella normativa interna della prevalenza delle modalità di
  espulsione non coercitive

6. Ripensare il sistema di trattenimento al fine di accertamento dell’identità e di
espulsione dei migranti irregolari
[Proposta di modifica dell’art. 14 TUIM e degli artt. comunque connessi e collegati]
 Abolizione del sistema CIE
 Previsione di un sistema di accertamento dell’identità e di trattenimento ai fini
  dell’espulsione compatibile con l’art. 13 Cost.: previsione per legge dei casi e dei
  modi della restrizione della libertà personale; necessità di convalide giurisdizionali
  degli eventuali trattenimenti entro 48 ore
 Riduzione a misura eccezionale, o comunque del tutto residuale, del trattenimento
  dello straniero ai fini del suo rimpatrio
 Previsione di strumenti di controllo da parte della Corte dei conti delle politiche di
  immigrazione, con realizzazione di relazioni annuali di controllo
 Interruzione dei lavori di apertura di nuovi centri di identificazione ed espulsione e
  chiusura di quelli attuali

   ad interim, mentre si discute la riforma della normativa sulla detenzione
   amministrativa

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o riduzione dei tempi massimi di permanenza (30 giorni, prorogabili una sola volta)
o introduzione della possibilità di un ricorso nel merito effettivo avverso il decreto
  di convalida del trattenimento dello straniero
o previsione di obblighi di trasparenza delle strutture e di verifiche periodiche delle
  condizioni dei migranti nei CIE da parte delle organizzazioni della società civile
  e/o organismi internazionali; obbligo di chiusura delle strutture in caso di verifica
  di violazione dei diritti umani o di trattamenti inumani e degradanti
o introduzione del divieto di reclusione nei CIE delle vittime di tratta e per
  categorie vulnerabili
o obbligo di avviare la procedura di identificazione per stranieri detenuti nelle
  carceri penali durante il periodo di detenzione, onde evitare una seconda
  reclusione nel CIE all’uscita
o Libertà di colloquio (con avvocati, familiari, conviventi, esponenti di culto,
  rappresentanti di associazioni, medici o comunque con persone terze) garantita
  da regole snelle che rendano tale diritto pienamente fruibile in ambienti che
  assicurino un’adeguata privacy

Raccomandazione di politica normativa: circoscrivere rigidamente gli
                    interventi di emergenza

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IL PROCESSO DI INTEGRAZIONE E IL DIRITTO DI CITTADINANZA

1. Riformulare i requisiti per l’accesso ai diritti e l’acquisto della cittadinanza
 Approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare “Modifiche alla L. 5
  Febbraio 1992, n. 91 “Nuove Norme Sulla Cittadinanza”
 Approvazione della proposta di legge di iniziativa popolare “Norme per la
  partecipazione politica ed amministrativa e per il diritto di elettorato senza
  discriminazioni di cittadinanza e di nazionalità”
 Estensione del diritto di cittadinanza alle componenti straniere che intendono
  fruirne, semplificando le legge sulla naturalizzazione conformemente alle disposizioni
  della Convenzione europea sulla nazionalità (art. 6)

2. Riformare la normativa relativa al godimento dei diritti da parte degli stranieri e gli
strumenti di tutela contro le discriminazioni
 Garanzia a tutti i minori di un’effettiva parità di diritti a prescindere dalla nazionalità
  e dalla condizione giuridica dei genitori
 Istituzione di una Agenzia Nazionale Antidiscriminazione autonoma e indipendente
  con effettivi poteri di indagine e sanzionatori, in conformità con la dir. UE
  2000/43/CE e con i Principi di Parigi
 Previsione di criteri standard e non discrezionali per la registrazione delle
  associazioni legittimate ad agire nelle cause anti-discriminazione [Proposta di riforma
  dell’art. 6 del d.lgs. n. 215/2003]
 Eliminazione dell’obbligo di registrazione in una lista approvata dal governo perché le
  ONG possano essere legittimate a presentare denunce per casi di discriminazione
  razziale [Proposta di riforma dell’art. 5 del d.lgs. n. 215/2003]
 Introduzione di iniziative di sostegno pubblico o abolizione delle spese legali per
  denunce di casi di discriminazione razziale
 Abrogazione dell’art. 2, L. 49/1997 sulla cooperazione allo sviluppo, nella parte in cui
  prevede che i volontari che possono operare nei paesi terzi debbono essere cittadini
  italiani
 Previsione della possibilità di azioni collettive nelle cause antidiscriminazione, sul
  modello della “class action” dei paesi anglosassoni
 Assicurazione che qualsiasi ordine imposto agli individui o famiglie straniere o apolidi
  di traslocare richieda la notifica con anticipo tale da garantire il diritto di appello e
  alla compensazione
 Riconoscimento di Rom e Sinti quali minoranza nazionale, al fine di garantire la tutela
  della loro cultura e lingua e, nel contempo, di promuovere la loro inclusione

                                   A livello locale
    Garanzia di pari accesso a prestazioni sociali e al pubblico impiego per i
    cittadini stranieri, eliminando condizioni e requisiti discriminatori che
    ostacolano l’accesso a prestazioni sociali di natura assistenziale, al
    contributo per l’alloggio e alle disposizioni a favore delle famiglie a basso
    reddito, con previsione di piani statali e riparto di fondi compatibili con
    questi fini

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3. Un intervento legislativo sulle regole di gestione dei centri e gli standard dei servizi
offerti
 Previsione della responsabilità diretta del Servizio Sanitario Nazionale nell’assistenza
  sanitaria nei centri per stranieri (centri di primo soccorso e assistenza (CPSA), centri
  di accoglienza (CDA), centri di identificazione ed espulsione (CIE), centri di
  accoglienza per i rifugiati ed i richiedenti asilo (CARA), centri polifunzionali)
 Creazione di un’Autorità indipendente per la trasparenza e l’accessibilità nei Centri
  per stranieri, con compiti ispettivi e di relazione al Parlamento ed agli organismi
  istituzionali
 Previsione di standard e strumenti efficaci per l’assistenza ed il soccorso agli
  immigrati

4. Una razionalizzazione della disciplina sull’accordo di integrazione
 Abrogazione dell’accordo di integrazione [Proposta di eliminazione integrale dell’art.
  4-bis TUIM]

                                         o, quantomeno,
                           [Proposta di modifica dell’art. 4-bis TUIM]
 o Riconoscimento del diritto del migrante ad accedere alle attività previste nell’accordo
 o Previsione nel dettaglio, con legge statale, delle azioni e servizi che le autorità
   amministrative locali devono offrire e degli standard che devono garantire
 o Introduzione di un apposito permesso dal lavoro per garantire ai lavoratori migranti la
   possibilità di prendere parte alle attività previste dall’accordo
 o Riattivazione del Fondo Nazionale per le Politiche Migratorie (art. 45 TUIM) per
   l’attivazione di percorsi di integrazione concreti, ad orari compatibili con le esigenze
   lavorative
 o Introduzione della possibilità di appello contro gli accordi di integrazione ogniqualvolta
   non siano predisposti i necessari servizi dalle autorità locali
 o Introduzione della possibilità di appello contro ogni disciplina discriminatoria che esclude i
   migranti da servizi ed attività di volontariato utili per adempiere alle condizioni previste
   dall’accordo
 o Definizione legislativa di un piano di studi comune
 o Previsione di un obbligo di informazione a carico dei pubblici ufficiali su corsi e servizi
   disponibili

5. Azioni positive contro lo sfruttamento del lavoro sommerso
 Previsione di una politica abitativa e sociale per i migranti, che fornisca luoghi sicuri,
  mediante strutture leggere (es. prefabbricati) per i periodi a più elevata intensità
  lavorativa e riutilizzo di edifici esistenti, prevedendo collegamenti con i centri abitati
  ed i campi
 Esercizio effettivo delle funzioni ispettive nei luoghi di lavoro, mediante una
  legislazione che imponga rigidi indirizzi operativi ed un coordinamento delle funzioni
  ispettive e di controllo dei Ministeri del Lavoro e dell’Interno sugli ispettorati del
  lavoro locali e sulle direzioni regionali del lavoro
 Intensificazione dei controlli diretti presso le imprese agricole e introduzione di
  strumenti di controllo indiretto (ad es.: indici di congruità della produzione in
  rapporto alla manodopera registrata)

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 Introduzione di sanzioni amministrative e penali più severe e di strumenti
  disincentivanti l’occupazione in nero per le imprese agricole che violano la normativa
  sul lavoro (ad es.: esclusione dai sussidi agricoli europei)
 Creazione di liste per il lavoro stagionale agricolo a livello provinciale e regionale da
  cui le aziende possano richiedere lavoratori stagionali, evitando così il meccanismo di
  reclutamento informale guidato dai caporali
 Ratifica della Convenzione internazionale di tutela dei migranti lavoratori e delle loro
  famiglie

6. Aggiornare e rimodulare la normativa sulle associazioni
[Proposta di riforma della L. n. 943 del 1986; dell’art. 46 d.P.R. n. 334 del 2004 e degli
articoli comunque connessi o collegati]
 Obbligo di istituzione delle Consulte in tutti i territori, tenendo conto della presenza
  locale degli immigrati, trasformandole in organi deliberativi di co-programmazione
  nazionale e regionale in materia di integrazione della popolazione immigrata
 Riduzione e riconduzione ad un’unica fonte degli albi o registri delle associazioni,
  favorendo il coordinamento con i registri degli enti del terzo settore (organizzazioni
  di volontariato e associazioni di promozione sociale)
 Archiviazione degli enti e delle associazioni secondo criteri di catalogazione tali da far
  emergere la componente straniera
 Semplificazione dei criteri di iscrizione nei registri, introducendo anche le esperienze
  di volontariato auto-organizzato
 Integrazione del Rapporto annuale sull’attività dei Consigli Territoriali per
  l’Immigrazione con l’indicazione delle “associazioni maggiormente rappresentative
  della popolazione immigrata”
 Formulazione di un Piano nazionale triennale per il sostegno alle associazioni di
  immigrati
 Creazione di sedi stabili di coordinamento e federazione di associazioni di immigrati
  ai diversi livelli territoriali
 Incentivo alla collaborazione ed ai partenariati con le associazioni di immigrati nei
  bandi per progetti e servizi sull’immigrazione
 Promozione a livello locale della disponibilità gratuita di spazi comuni cogestiti,
  presso strutture pubbliche
 Adozione da parte dei Centri di Servizio per il Volontariato di un programma di
  accompagnamento e formazione mirato per il sostegno delle associazioni di
  immigrati e per le loro specifiche difficoltà

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RICHIEDENTI ASILO, RIFUGIATI, APOLIDI

1. Adottare una legge organica in materia di asilo
     In via preliminare:
    - è necessario garantire il diritto di arrivare nel Paese per poter fare domanda di
        asilo, in ottemperanza alla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e alla
        convenzione di Ginevra
    - occorre sanzionare duramente i respingimenti in mare che non permettono
        adeguate procedure di identificazione
 Previsione di un’organica disciplina del diritto d’asilo, che attui il disposto dell’art. 10,
  comma terzo, della Costituzione e che arricchisca le norme minime previste dalle
  direttive europee per garantire che tutti i Paesi UE siano effettivamente “Stati sicuri”,
  non potendo valere in materia una presunzione assoluta

2. Riformare la procedura di esame delle domande di asilo e di ricorso avverso i
dinieghi
 Selezione di tutti i membri delle Commissioni Territoriali (CT) in base alla loro
  esperienza in materia di protezione internazionale, prevedendo la partecipazione di
  esperti indipendenti qualificati
 Previsione di strumenti di trasparenza e pubblicità nei criteri di nomina
 Obbligo di adeguata formazione e conseguenziale selezione degli interpreti
 Previsione dell’unicità dell’incarico presso la Commissione, al fine di garantire
  indipendenza e autonomia di giudizio
 Previsione di strumenti che assicurino il rispetto dell’obbligo di audizione in forma
  collegiale (ad es.: potenziamento degli organici delle commissioni)
 Automaticità dell’accesso al gratuito patrocinio per i richiedenti asilo
 Previsione di obblighi di formazione e aggiornamento continui dei membri delle CT
  sulle tecniche di audizione e sui Paesi di origine dei richiedenti asilo
 Creazione di un sistema informativo consultabile pubblicamente contenente
  informazioni pertinenti, affidabili, accurate, aggiornate e verificabili in base alla fonte
  sui paesi di origine
 Adozione di linee-guida uniformi sulle modalità di conduzione delle audizioni con i
  richiedenti protezione internazionale da parte della Commissione Nazionale,
  mediante circolari informative e interpretative che rendano le amministrazioni
  edotte del contenuto delle direttive europee
 Previsione di criteri oggettivi e uniformi per l’attribuzione dello status di rifugiato o
  del provvisorio riconoscimento della protezione sussidiaria, in modo da limitare
  quanto più possibile l’arbitrarietà nella valutazione
 Previsione che le eventuali contraddizioni nel racconto del richiedente asilo non
  possano di per sé costituire presunzione di malafede
 Obbligo di rilettura puntuale del verbale al richiedente
 Obbligo di redazione particolareggiata delle motivazioni della decisione, in
  particolare circa l’obbligo di prendere in considerazione altre forme di protezione
  oltre all’asilo politico
 Obbligo di informazione circa le possibilità di ricorso avverso il diniego e le modalità
  del ricorso al gratuito patrocinio, al momento della notifica del diniego

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 Introduzione di una previsione più favorevole sui tempi entro i quali proporre
  ricorso, che tengano in considerazione le difficoltà linguistiche e culturali di
  comunicazione con i richiedenti (diniegati) e la carenza di legami socio-parentali sul
  territorio (ad es.: 60 giorni, come normalmente avviene per i provvedimenti
  amministrativi)
 Automaticità del diritto di restare in Italia (e di accoglienza) del richiedente asilo che
  ha presentato un ricorso innanzi all’Autorità giudiziaria
 Reintroduzione a livello legislativo di un effetto sospensivo automatico che tuteli il
  ricorrente in via processuale da un concreto rischio di espulsione verso un Paese dal
  quale non è ancora stato stabilito che possa essere inviato
 Introduzione di un monitoraggio delle prassi e di una sanzione dei comportamenti
  inadempienti

3. Politiche di integrazione dei richiedenti asilo e dei rifugiati
 Unificazione delle diverse tipologie di centri di accoglienza verso un sistema unico
  nazionale basato su un modello decentrato con presenza di strutture di accoglienza
  diffuse in tutte le province; ricorso a strutture abitative di tipo ordinario e quanto più
  possibile di piccole e medie dimensioni, con gestione affidata, sulla base di rigorose
  linee guida nazionali e con risorse certe, al sistema dei servizi sociosanitari del
  territorio
 Contestuale progressiva chiusura dei CARA (centri di accoglienza per i richiedenti
  asilo) e mantenimento di alcuni CPSA (centri di primo soccorso ed accoglienza) situati
  in aree geografiche strategiche, al fine di permettere la gestione di afflussi massicci
  ed improvvisi
 Istituzione di un “Sistema nazionale per il diritto d’asilo” che, partendo dalla positiva
  esperienza dello SPRAR, ne superi gli attuali intrinseci limiti strutturali:
  partecipazione delle competenti amministrazioni statali (Ministero dell’Interno,
  Ministero della Sanità e Ministero del Lavoro e politiche sociali), delle Regioni e degli
  Enti locali (senza più alcuna partecipazione volontaria, ma intesa come doveroso
  adempimento di una funzione amministrativa), degli organismi internazionali, degli
  enti ed associazioni di tutela dei rifugiati; coordinati a livello statale e regionale
 Affidamento al “Sistema” dei seguenti compiti: a) predisporre piani di accoglienza dei
  richiedenti asilo, anche sulla base di una programmazione pluriennale con
  adeguamento annuale che tenga conto anche delle situazioni vulnerabili e in
  particolare delle vittime di tortura o violenza estrema; b) predisporre piani di
  accoglienza dei minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo, anche sulla base
  di una programmazione pluriennale con adeguamento annuale; c) coordinare l’invio
  dei richiedenti asilo verso le strutture di accoglienza su tutto il territorio nazionale e
  curare una unica banca dati centrale; d) predisporre programmi di sostegno
  all’inclusione sociale dei titolari di protezione internazionale e umanitaria; e) curare
  la formazione e l’aggiornamento permanente degli operatori afferenti al Sistema; f)
  predisporre un rapporto annuale sullo stato del sistema di accoglienza dei richiedenti
  asilo e dei titolari di protezione internazionale ed umanitaria. Un buon percorso
  dovrà fare attenzione a non creare dipendenze e mirare a fornire qualifiche
  spendibili nel mondo del lavoro
 Limitazione ad ipotesi eccezionali del trattenimento dei richiedenti asilo
 Previsione, in sede di recepimento della Direttiva 2011/95/UE (entro il 21 dicembre
  2013) di almeno un articolo che, trasponendo l’art. 34 della direttiva, assicuri ad ogni

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titolare di protezione l’accesso a percorsi di integrazione specifici ovvero aggiuntivi al
  generale diritto all’assistenza sociale
 Uniformazione delle prassi delle Questure, conformandole alle best practices rilevate
  sull’intero territorio nazionale
 Previsione, per via normativa, che in assenza del passaporto il richiedente asilo possa
  comunque ottenere l’iscrizione anagrafica esibendo il permesso di soggiorno
 Implementazione di un fondo nazionale dimensionato sulla base della realtà del
  fenomeno (ad es. dimensionamento del Fondo nazionale per il diritto d’Asilo sulla
  base delle domande d’asilo presentate nell’anno precedente e dei progetti di
  accoglienza attivi, prevedendo un capitolo di spesa per le emergenze ed evitandone
  così una gestione improvvisata o lasciata al caso)

4. Adottare una disciplina organica sul riconoscimento dello status di apolide
 Riforma della legge sulla cittadinanza che includa una sezione specifica sull’apolidia
 Introduzione di un’unica, breve, procedura per il riconoscimento dello status di
  apolide, riformando la procedura amministrativa (es: eliminazione dei riferimenti
  all’atto di nascita ed alla residenza fra la documentazione richiesta) [Proposta di
  modifica dell’art. 17 del D.P.R. 31 agosto 1993, n. 572]
 Introduzione, nell’accertamento in via giudiziale dello status di apolidia, di congrue
  garanzie procedurali (ad es: definizione del rito processuale, autorità competente,
  poteri delle parti, tempi del procedimento e appello)
 Previsione del rilascio di un titolo di soggiorno a partire dal momento in cui la
  richiesta di riconoscimento dello status di apolide è avanzata, a prescindere dalla
  pregressa residenza o regolarità del soggiorno [Proposta di modifica dell’art. 11,
  comma 1, lett. c) del D.P.R. 31 agosto 1999, n. 394]
 Ratifica ed esecuzione di tutte le Convenzioni sull’apolidia
 Garanzia della fruizione dei diritti a seguito del riconoscimento dello status di apolide
  (inclusi il rilascio del permesso di soggiorno per apolidia, di un documento di viaggio
  e diritti connessi, come previsto dalla Convenzione di New York del 1954)
 Previsione di rilascio di un permesso di soggiorno ai sensi dell’art. 5, comma 6, TUIM
  nei casi in cui sia impossibile ricostruire uno status civitatis o il rimpatrio sia reso
  difficoltoso dalla indisponibilità manifestata dalle autorità diplomatiche del paese di
  origine
 Creazione di strumenti di informazione indirizzati alle comunità Rom e Sinti sulle
  procedure riferite all’acquisto della cittadinanza e dello status di apolide
 Avvio da parte del Governo di una consultazione con le Repubbliche dell’ex
  Jugoslavia per la ricerca di buone prassi rivolte alla tutela di casi meritevoli

         nelle more della riforma normativa
  adozione di una misura amministrativa (ad esempio, una circolare o una direttiva)
  che snellisca i procedimenti e li renda concretamente fruibili. Tale direttiva
  dovrebbe prevedere i requisiti e le condizioni per inoltrare la richiesta di
  riconoscimento dello status di apolide; l’autorità competente in materia; i tempi
  della procedura; i mezzi di ricorso giurisdizionale avverso un diniego o un silenzio
  oltre tempi previsti

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POSTILLA
     RACCOMANDAZIONI IN TEMA DI COMUNICAZIONE POLITICA E MEDIATICA

È necessario implementare l’applicazione della Carta di Roma a favore di una
campagna di informazione che miri al ridimensionamento mediatico di un fenomeno
che in termini numerici non rappresenta assolutamente una situazione emergenziale.
Rappresentare il fenomeno nelle sue reali dimensioni permette infatti di affrontarlo
secondo il suo reale peso economico e politico.

o Adozione da parte della Commissione di vigilanza RAI di policies interne più chiare,
  definite e misurabili sulla diversità
o Previsione di strumenti di garanzia di accesso ai centri (CPSA, CDA, CIE e CARA) e ai
  “campi nomadi” per gli operatori dell’informazione
o Promozione delle associazioni di immigrati come snodi informativi per facilitare il
  confronto con i mondi immigrati e per fornire informazioni dal punto di vista degli
  stranieri
o Sostegno da parte degli enti locali di percorsi di crescita formativa e istituzionale
  delle associazioni di migranti che includano le competenze comunicative e di
  rapporto con i mass-media, avvalendosi dei Centri servizi per il volontariato.
  Istituzione a tal fine di fondi ad hoc
o Introduzione di strumenti normativi di condanna delle dichiarazioni di personaggi
  politici che promuovono e incitano alla discriminazione e all’odio razziale
o Promozione e sostegno alla partecipazione diretta degli esperti di origine straniera o
  Rom negli spazi pubblici

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INDICE DEI RAPPORTI DI RIFERIMENTO PER LE DISPENSE

A BUON DIRITTO, Lampedusa non è un’isola. Profughi e migranti alle porte dell’Italia,
giugno 2012, http://www.abuondiritto.it/upload/files/Lampedusa.pdf

ASGI [1], I dieci punti della riforma del diritto all’immigrazione, gennaio 2013,
http://www.asgi.it/public/parser_download/save/i.10.punti.di.riforma.asgi.2013001.p
df

ASGI [2], Programma di riforme in materia di immigrazione, diritto degli stranieri, asilo
e cittadinanza per la legislatura 2013-2018, gennaio 2013,
http://www.asgi.it/public/parser_download/save/i.10.punti.di.riforma.asgi.2013000.p
df

ASGI [3], Rapporto ombra al Comitato per l’eliminazione delle discriminazioni razziali, 5
marzo 2012, http://www.asgi.it/public/parser_download/save/asgi_osiji_report.pdf

CERD [1], Ottantesima sessione, 13 febbraio - 9 marzo 2012, Esame dei rapporti
presentati dagli Stati parti ai sensi dell’articolo 9 della Convenzione Osservazioni
conclusive del Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale, reperibile in
http://www.asgi.it/public/parser_download/save/cerd_raccomandazioni_09032012_it
a.pdf

CERD [2], Committee on the Elimination of Racial Discrimination Reports submitted by
States parties under article 9 of the Convention Sixteenth to eighteenth periodic reports
of States parties due in 2009, Italy, 23 March 2011, reperibile in
http://www.asgi.it/public/parser_download/save/cerd_rapporto_governo_italiano_21
032011.pdf

CIR [1], Rapporto 2011, in Cirnotizie-Mensile del Consiglio italiano per i rifugiati, luglio-
agosto 2012, Anno, XXI, n. 7-8

CIR [2], Le strade dell’integrazione. Ricerca sperimentale quali-quantitativa sul livello di
integrazione dei titolari di protezione internazionale presenti in Italia da almeno tre
anni, giugno 2012

CIR [3], Progetto “In the sun” alla luce del sole. Ricerca sul fenomeno dell’apolidia tra le
comunità rom in Italia. Rapporto finale, 1 febbraio 2013

DEDALUS, Diritti violati. Indagine sulle condizioni di vita dei lavoratori immigrati in aree
rurali del Sud Italia e sulle violazioni dei loro diritti umani e sociali, maggio 2012,
http://www.coopdedalus.it/notizie/2012-06-21.pdf

                                                                                           15
IUC, Betwixt and Between: Turin’s CIE. A Human Rights Investigation into Turin’s
Immigration Detention Centre, settembre 2012,
http://www.iuctorino.it/sites/default/files/docs/CIE_Report_September2012.pdf

ITALIAN NETWORK ON RACIAL DISCRIMINATION (Archivio memorie migranti, Associazione 21
luglio, Associazione Carta di Roma, Lunaria, ASGI, Borderline Sicilia, Articolo 3-
Osservatorio sulle discriminazioni e Unione forense per la tutela dei diritti umani),
Information Paper on Racist Hate Speech, 28 agosto 2012,
http://www.unionedirittiumani.it/wp-content/uploads/2012/07/Information-paper-
on-racist-hate-speech-Italian-network-on-racial-discrimination.pdf

LUNARIA, Costi disumani. La spesa pubblica per il “contrasto dell’immigrazione
irregolare”, 2013

MEDU [1], Le sbarre più alte. Rapporto sul centro di identificazione ed espulsione di
Ponte Galeria a Roma, maggio 2012,
http://www.mediciperidirittiumani.org/pdf/LE_SBARRE_PIU_ALTE.pdf

MEDU [2], I CIE, la salute e la dignità umana: la storia di Omar, settembre 2010,
http://www.cronachediordinariorazzismo.org/2012/09/i-cie-la-salute-e-la-dignita-
umana-la-storia-di-omar/

MEDU [3], L’iniquo ingranaggio dei CIE. Breve analisi dei dati nazionali completi del
2011 sui centri di identificazione ed espulsione, Luglio 2012,
http://www.meltingpot.org/IMG/pdf/LINIQUO_INGRANAGGIO.pdf

MEDU [4], Arcipelago CIE. Indagine sui Centri di identificazione ed espulsione italiani,
Formigine (Modena), 2013

PARSEC, Risorse di cittadinanza. Le associazioni di immigrati tra vincoli e opportunità,
giugno 2012,
http://www.integrazionemigranti.gov.it/Documenti/Documents/Manuali-
Studi/Risorse_di_Cittadinanza_web.pdf

REDATTORE SOCIALE (a cura di), Parlare civile. Comunicare senza discriminare, Milano-
Torino, 2013

SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA [1], The Criminalization of Irregular immigration: Law and
Practice in Italy, Pisa University Press, 2012, http://www.wiss-
lab.dirpolis.sssup.it/files/2013/03/Libro-dirpolis.pdf

                                                                                           16
SCUOLA SUPERIORE SANT’ANNA [2], Rapporto breve, in corso di pubblicazione

SENZA CONFINE, Le voci sospese. La qualità dell’ascolto nella procedura di riconoscimento
della protezione internazionale, gennaio 2013, in corso di pubblicazione

Con il sostegno della

 FONDAZIONE LELIO E LISLI BASSO ISSOCO- VIA DELLA DOGANA VECCHIA 5 ROMA 00186 066879953
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                                                                                      17
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