QS World ranking: il Polimi primo in Italia

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QS World ranking: il Polimi primo in Italia
QS World ranking: il Polimi
primo in Italia
Giunti alla sedicesima edizione, anche quest’anno è arrivato
il ranking delle migliori università al mondo. A redigerlo
anche questa volta sono stati gli analisti di Quacquarelli
Symonds tramite il QS World Ranking 2020, una delle più note e
prestigiose classifiche universitarie al mondo.

Il metodo del QS World Ranking
La classifica si basa su una ricerca rigorosa che include le
opinioni di 94.000 docenti, accademici e ricercatori e di
44.000 manager e direttori delle risorse umane. Comprende
l’analisi di 11.8 milioni di pubblicazioni scientifiche e di
100 milioni di citazioni. Inoltre viene considerato anche il
rapporto tra numero dei docenti e numero degli studenti e la
percentuale di studenti stranieri e di docenti internazionali.

Le    università                    italiane              in
classifica
In questa classifica sono stati inclusi 34 atenei italiani,
cinque in più rispetto all’anno precedente. L’Italia è in
settima posizione tra i Paesi più rappresentati e terzi in
Europa dopo Regno Unito (84 atenei) e Germania (47). Ci
posizioniamo prima dei nostri cugini transalpini che si
fermano a 31 università.

Il Politecnico di Milano si conferma prima università italiana
e si classifica al 149esimo posto al mondo, sempre più in
ascesa rispetto agli anni precedenti. Per la prima volta nella
sua storia nella top 150, il PoliMi, non solo scala la
classifica globale, ma è anche il più apprezzato dai recruiter
internazionali: per ‘employer reputation’ è 61esimo al mondo,
ovvero il suo punto di forza è la qualità dei laureati
riconosciuta a livello mondiale.

“Il Politecnico di Milano non rallenta la sua corsa e continua
a migliorare in reputazione e credibilità. Un traguardo
importante raggiunto grazie all’impegno e al duro lavoro dei
nostri ricercatori e del nostro personale; grazie alla
continua collaborazione con le imprese e al costante supporto
degli alunni. Un passo in avanti per la città di Milano e per
il territorio lombardo, ma di cui non ci accontentiamo”, è
stato il commento del rettore Ferruccio Resta.

Nuovi arrivi e riconferme
Quattro le nuove presenze italiane nel QS World Ranking 2020:
sono il Politecnico di Bari,     e le università di Salerno,
Udine e Parma. Quattordici le università che migliorano il
posizionamento: tra queste il Politecnico di Torino, al
348esimo posto, precipitato di ottanta posizioni lo scorso
anno e risalito di quaranta quest’anno; l’università di
Firenze, 448esima, che ha conquistato più di 50 posizioni; la
Federico II di Napoli, 424esima. Solo cinque quelle che
retrocedono: a far scalpore sono soprattutto la Normale di
Pisa (204esima, giù di 29) e la Cattolica di Milano.
Le prime posizioni italiane della QS World Ranking 2020

Il tetto del QS World ranking
Al primo posto, per l’ottavo anno consecutivo, si conferma il
Massachusetts Institute of Technology (MIT). Un record
assoluto, che dimostra la notevole eccellenza per la qualità
dell’insegnamento e della ricerca dell’università di
Boston. Al secondo posto si trova l’università di Stanford e
al terzo posto quella di Harvard. Un podio tutto statunitense,
che certifica sempre di più la qualità e la reputazione degli
USA in campo accademico. Al quarto posto sale l’università di
Oxford, che scavalca il California Institute of Technology,
che quest’anno si ferma ‘solo’ al quinto posto. In sesta
posizione troviamo l’ETH di Zurigo (migliore università
dell’Europa continentale) e a seguire l’università di
Cambridge, l’University College di Londra e l’Imperial College
di   Londra.    Chiude    la   top   ten   l’University     of
Chicago. Nonostante il Regno Unito sia presente con ben 4
università nei primi 10 posti, il suo posizionamento
complessivo risente dell’effetto Brexit, infatti si registra
la loro terza peggiore performance di tutte le sedici
edizioni. Le due migliori università asiatiche sono la
National University of Singapore e la Nanyang Technological
University, sempre a Singapore. La prima università
dell’America Latina è Buenos Aires: posizionandosi al 74esimo
posto è leader continentale per il quinto anno consecutivo.

Il commento sulle performance delle
accademie italiane
A guardare i dati del QS World Ranking 2020, le performance
degli atenei italiani non sfigurano nel panorama mondiale,
sebbene la gara sia ad armi impari se si guarda agli
investimenti in Italia nel sistema accademico.

Gaetano Manfredi, Presidente della CRUI, la Conferenza dei
Rettori delle Università Italiane, ha commentato così la
classifica: “I numeri difficilmente mentono. E quelli di
quest’anno confermano ciò che ormai la CRUI dice da anni.
Docenti, ricercatori e personale dei nostri atenei
costituiscono una realtà competitiva, che produce formazione e
ricerca di qualità. Questo a fronte di un investimento
pubblico e privato fra i più bassi in Europa, impossibile da
confrontare con quello dei paesi ai primi posti nel ranking
QS. Un investimento ormai insufficiente. Ci auguriamo che
questa ennesima conferma spinga il Paese a credere
maggiormente nel valore delle nostre Università come
determinante leva di crescita“.

Infatti, nonostante il Bel Paese in questo lavoro tutto
britannico, risulti penalizzato per via di alcuni parametri
fondamentali (come il rapporto tra numero di docenti e di
studenti, o la percentuale di studenti stranieri e di docenti
internazionali) e quindi gli atenei stentino a conquistare un
posto al sole vicino alle migliori – Harvard, Oxford e Mit – è
interessante notare come il sistema Italia porti in
graduatoria sempre più università, con risultati sempre più
lusinghieri.

Non a caso Ben Sowter, direttore     della QS Intelligence Unit,
osserva: “L’Italia possiede          eccellenze universitarie
straordinarie e ci auguriamo che     la sua classe dirigente le
sostenga con investimenti adeguati   e politiche lungimiranti“.
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