PROGETTO OPERATORE POLIFUNZIONALE REPORT INCONTRI REGIONALI - 28/03/2017 Incontri regionali realizzati Nord Piemonte e Valle D'Aosta Liguria ...
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PROGETTO OPERATORE POLIFUNZIONALE REPORT INCONTRI REGIONALI 28/03/2017 Incontri regionali realizzati Nord Piemonte e Valle D’Aosta Liguria Lombardia Emilia Romagna Centro Toscana Lazio Marche Umbria Sud Abruzzo e Molise Puglia Sicilia Sardegna 1
Calendario incontri ed obiettivi REGIONI DATA OBIETTIVI LAZIO 19/10/2016 Un incontro Presentazione del progetto Allineamento del progetto regionale, finanziato con fondi Fon.coop attraverso FDV, con quello nazionale TOSCANA 21/11/2016 Un incontro Presentazione progetto Prima analisi delle realta territoriali Costituzione della cabina di regia SICILIA Ottobre 2016 Due incontri 24/11/2016 Presentazione progetto Prima analisi delle realta territoriali Costituzione della cabina di regia Individuazione caratteristiche OP Condivisione proposta formativa Avvio laboratori formativi LIGURIA 29/11/2016 Due incontri 09/02/2017 Presentazione progetto Prima analisi delle realta territoriali Costituzione della cabina di regia Individuazione caratteristiche OP Condivisione proposta formativa PIEMONTE VALLE 19/12/2016 Due incontri D’AOSTA 17/02/2017 Presentazione progetto Prima analisi delle realta territoriali Costituzione della cabina di regia Individuazione caratteristiche OP Condivisione proposta formativa Acquisizione progetto reinsediamento 2017/2018 con riferimento all’OP e al presidio del territorio e luoghi di lavoro nella regione Valle D’Aosta LOMBARDIA 11/01/2017 Un incontro Presentazione progetto Prima analisi delle realta territoriali Costituzione della cabina di regia UMBRIA 13/01/2017 Un incontro Presentazione progetto Prima analisi delle realta territoriali Costituzione della cabina di regia SARDEGNA 25/01/2017 Un incontro in teleconferenza Presentazione progetto Prima analisi delle realta territoriali Individuazione caratteristiche OP ABRUZZO 27/02/2017 Un incontro MOLISE Presentazione progetto 2
Prima analisi delle realta territoriali Costituzione della cabina di regia Individuazione caratteristiche OP Condivisione proposta formativa MARCHE 01/03/2017 Un incontro Presentazione progetto Acquisizione del progetto reinsediamento 2017/2018 con riferimento all’OP e alla tutela integrata nella Regione PUGLIA 13/03/2017 Un incontro Presentazione progetto Prima analisi delle realta territoriali Costituzione della cabina di regia Individuazione caratteristiche OP Condivisione proposta formativa EMILIA ROMAGNA 22/03/2017 Un incontro Presentazione progetto Condivisione proposta formativa Confronto e coordinamento del progetto formativo regionale, gia realizzato, con quello nazionale REGIONI NON INCONTRATE NOTE VENETO 2016/2017 Acquisizione del progetto formativo regionale a valere su fondi Fon.coop in collaborazione con FDV, in cui e prevista formazione per la tutela integrata e OP CAMPANIA 2016/2017 Condivisione progetto da recuperare CALABRIA 2016/2017 Condivisione progetto da recuperare BASILICATA 2016/2017 Condivisione progetto da recuperare TRENTINO ALTO 2016/2017 Condivisione progetto da recuperare ADIGE FRIULI VENEZIA 2016/2017 Condivisione progetto da recuperare GIULIA 3
“Operatore polifunzionale? Ah quello che facciamo già” “Operatore polifunzionale? Non abbiamo risorse” “Operatore polifunzionale? Non mi riguarda” Il report OP si avvia a partire da queste tre affermazioni, che costituiscono i perni attorno ai quali si e via via articolata la riflessione sul progetto e rappresentano le dimensioni lungo le quali i territori hanno sviluppato la sua traduzione in pratiche organizzative. I tre perni riguardano rispettivamente: idea della figura, idea dell’organizzazione, idea della strategia (tutela, mercato, proselitismo). Gli obiettivi dei primi incontri regionali per il progetto OP sono stati: rilettura della delibera del direttivo, presentazione progetto OP, prima analisi delle realta territoriali, costituzione delle cabine di regia, individuazione delle caratteristiche dell’OP, condivisione della proposta formativa, individuazione delle tappe successive. Hanno partecipato, in genere: il Segretario organizzativo regionale; i Responsabili dei servizi a vari livelli; Responsabili organizzativi delle Cdl (almeno alcuni); il Responsabile della formazione regionale e/o territoriale. La figura dell’OP, seppur nella disomogeneita organizzativa territoriale, rappresenta un’occasione per ricostruire una nuova responsabilita rispetto alle tutele individuali e al loro rapporto con la rappresentanza collettiva. Emerge un generale apprezzamento nei confronti del progetto e del metodo di lavoro, emerge l’importanza dell’attivita di accoglienza (evoluta, integrata, polifunzionale) e la necessita di procedere attraverso una definizione variabile delle figure OP rispetto all’attribuzione delle pratiche di minor complessita, che tenga conto delle specificita organizzative e logistiche territoriali. Per tali ragioni si esclude una scuola nazionale per OP, ad eccezione della necessita di definire un percorso comune per l’accoglienza e uno strumento per il monitoraggio delle sperimentazioni attivate. La contestualizzazione del percorso si basa sul coinvolgimento dei territori nella co- progettazione e nella definizione delle platee di persone da formare. Emerge, inoltre, una riflessione organizzativa che abbiamo sintetizzato facendo ricorso ad alcuni dilemmi: Dilemmi Organizzativi: disomogeneita strutture territoriali, dove si fa OP, in quelle grandi o in quelle piccole? Se si fa in entrambe: come tenere conto delle differenze? Come scelgo OP? Una persona in piu (non posso) o una persona in meno (non posso)? Quale inquadramento? Quale ri-organizzazione del lavoro? Professionali: non esistono pratiche di minor complessita. A quale livello mi fermo e dove? Tecnici: password sì o no? Banche dati sì o no? Agenda elettronica sì o no? Formativi: quali competenze? Accoglienza per tutti? Pratiche minor complessita per chi e dove? Pratiche specialistiche dove sono, quali competenze? In questo report sono riportate, in modo sintetico, le osservazioni dei partecipanti agli incontri (costituenda cabina di regia delle singole regioni), rispetto alla declinazione operativa della delibera del direttivo sull’OP e al progetto di formazione. Sono riportate quindi le principali evidenze organizzate in: aspetti politici aspetti organizzativi 4
aspetti professionali aspetti tecnico-formali aspetti formativi esigenze espresse Nell’ultimo paragrafo viene sviluppata una prima ipotesi di ambiti tematici da declinare in moduli formativi per l’accoglienza OP, a partire dai suggerimenti raccolti. 5
EVIDENZE: Aspetti politici. Figura OP centrale per migliorare la capacita dell’organizzazione di offrire servizi in risposta alle crescenti domande di tutela individuale. Occorre rovesciare il punto di vista: non sono le persone che entrano nelle nostre sedi a doversi adattare ai nostri codici e ritmi, ma il contrario. Figura determinante per la presa in carico del cittadino/utente/cliente. La riflessione su OP e a pieno titolo dentro il ragionamento piu ampio sulla contrattazione inclusiva. Bilateralita, contrattazione a tutti i livelli e sistema servizi, sono i tre pilastri della contrattazione inclusiva. La CGIL non è l’ultimo posto in cui sbattere la testa quando tutto il resto non risponde, ma un posto in cui le esigenze vengono prese in carico. Emerge l’esigenza di fare un salto di qualita soprattutto in termini di accoglienza, ossia fare dell’accoglienza uno dei punti di forza della CGIL. In alcuni territori si rileva una lunga esperienza in tema di sviluppo dell’accoglienza e integrazione sistema servizi. In altri territori cio si sviluppa a macchia di leopardo. Il progetto OP e considerato un’importante occasione per avviare una riflessione organizzativa finalizzata a cambiare, migliorandolo, il metodo di lavoro dentro le strutture. Il progetto e utile anche per rinnovare il ragionamento in termini di confederalita. In alcuni casi il percorso OP si innesta in una riflessione politica che l’organizzazione ha gia avviato sul tesseramento. In generale il tema dell’accoglienza e dell’OP sembra essere importante anche per sviluppare una maggiore riflessivita dell’organizzazione. La figura OP si colloca all’interno della riflessione, gia avviata nell’organizzazione, a partire dalle seguenti domande: Come costruire la presa in carico della domanda del cittadino, lavoratore, utente, ovunque essa sia espressa: in un’azienda, all’interno un sistema di servizi, dentro un territorio, tenendo conto del livello diversificato delle specializzazioni presenti nell’organizzazione? Come promuovere l’esigibilità dei diritti tenendo conto del mutare della domanda in ragione delle diverse fasi del ciclo di vita o degli eventi ad essa connessi, favorendo lo sviluppo di una lettura anticipata del bisogno? Aspetti organizzativi. Per rispondere ai diversi interrogativi occorre ragionare in termini di integrazione. Essa viene agita non tanto, oppure non soltanto, tra le strutture di tutela nella loro “verticalita”, cosa che puo generare, secondo alcuni territori, il rischio di conservazione di principi organizzativi, perdita di identita di servizio e di competenze specifiche. L’integrazione avviene prevalentemente nel processo e si realizza attraverso l’accoglienza. Molti territori hanno evidenziato il fatto che nelle strutture CGIL si entra facilmente, ma si esce anche (troppo) facilmente, ed e possibile che nel tempo di permanenza nessuno rivolga la parola o faccia domande a chi entra. E’ necessario immaginare un processo di accoglienza che metta al centro la relazione con le persone, a partire dalla quale sia possibile progettare percorsi di tutela individuale e di rappresentanza. E’ stato sottolineato il ruolo delle tutele individuali per stabilizzare adesioni “occasionali” alla CGIL e trasformarle. Nel periodo della crisi le sedi della CGIL sono “prese d’assalto”, sono “sotto assedio”, pertanto e necessario organizzare al meglio l’accoglienza, l’organizzazione e l’orientamento interno. E’ emersa in piu occasione una riflessione sulle caratteristiche dei compagni che attualmente, 6
spesso da soli, gestiscono, in alcune sedi zonali, processi di accoglienza, danno prime risposte e fanno orientamento ai servizi sul territorio. Dimensione e impetuosita dei processi in atto richiedono capacita di ascolto, di filtro, di facilitazione, di valorizzazione dei servizi. Emerge un’esigenza di rafforzare il rapporto con categorie, per impostare un rapporto capillare, in grado di rispondere in modo confederale a situazioni che rischiano di diventare esplosive. I luoghi dell’accoglienza sono tanti: sedi preposte ma anche luoghi di lavoro. Luoghi di accoglienza possono essere, oggi, anche virtuali. Emerge l’importanza dei luoghi dell’accoglienza, del loro layout, l’esigenza di renderli riconoscibili. Esistono diverse tipologie di filtri in ingresso in alcune strutture territoriali, che svolgono funzioni che variano a seconda della dimensione della struttura stessa. Nelle piccole sedi spesso si trova solo lo SPI, in altre sedi esiste filtro in ingresso che assume anche la funzione di orientare l’utente all’interno del sistema delle tutele, in altre ancora esistono procedure di accoglienza, talvolta certificate in qualita (che prevedono accoglienza, informazioni, gestione appuntamenti, raccolta documentazione), in altre, infine, esiste una procedura “salva-fila” mediante totem. Emergono disomogeneita territoriali nell’organizzazione dei servizi, che dipendono anche da aspetti logistici, strutturali e dimensionali. Nel progetto OP assumono un ruolo centrale le CdL e la loro possibile riorganizzazione anche in funzione del tema dei servizi e dell’accoglienza. E’ importante individuare soluzioni che siano inclusive: garantire il servizio a tutta l’utenza e garantire un servizio distribuito sul territorio. Occorre individuare figure in modo tale da ridurre squilibri territoriali. E’ possibile partire con alcune sperimentazioni, quindi adottare un approccio sperimentale e progressivo. E’ importante provare ad individuare soluzioni alternative per chi fa OP, anche mediante sistema di turni. Possibile sperimentare figura di un OP itinerante in grado di svolgere pratiche di minor complessita nei territori che non hanno operatori/servizi. Importante includere delegati e funzionari di categoria nel progetto e nella formazione. Ruolo fondamentale dello SPI, soprattutto in alcune sedi. OP puo essere considerato non solo come una figura specifica, ma anche come un insieme di competenze che dovrebbero essere distribuite in tutta l’organizzazione. E’ importante l’utilizzo e la possibilita di dialogo tra le banche dati/ sistemi informativi del sistema servizi e del tesseramento. In alcune camere del lavoro sono state sperimentate modalita di analisi della domanda di servizi al fine di comprendere quali fossero le pratiche piu richieste. Sono state sperimentate anche modalita di raccolta dati delle persone/utenti non iscritti. Accoglienza e integrazione sono importanti anche rispetto ai pacchetti consulenziali INCA. Occorre ragionare in termini di tesseramento e tariffe. Necessita di capire come le pratiche gratuite OP si intrecciano con i pacchetti di consulenza a tariffa. Importante sciogliere la questione dell’inquadramento OP. Ruolo determinante del CAAF tra stagionalita e indeterminati, per la figura dell’OP. 7
Aspetti professionali. La figura individuata e quella di un OP con competenze di presa in carico dell’utente, che garantisca una funzione di filtro, accoglienza e proselitismo e contemporaneamente abbia competenze di disbrigo pratiche di minore complessita. Figura perno dell’accoglienza che mette a sistema competenze appartenenti a diversi ambiti. Fare dell’accoglienza l’elemento distintivo della nostra organizzazione. Non esistono pratiche semplici. Anche le pratiche di minor complessita in realta sono pratiche professionali che richiedono competenze e saperi specifici. E’ importante l’individuazione di metodologie e strumenti condivisi per accoglienza. Occorre ragionare anche in termini di specializzazione in rapporto alla concorrenza, al mercato dei servizi nel territorio. Puntare sulla professionalizzazione e sulla presa in carico puo essere vincente rispetto a un mercato dei servizi non CGIL che tende a dare risposte di massa ponendo scarsa attenzione alla persona. Capacita di dare risposte specifiche, concrete, attraverso una presa in carico della persona. Capacita di intercettare giovani, precari, stranieri. Figure difficili da costruire. Conoscenze politiche, organizzative e professionali, soft skills. Occorre prevedere uno strumento che aiuti a rendere omogenei gli approcci, al fine di ridurre le differenze tra livelli qualitativi di tutela e assistenza nei territori. Le societa fiscali hanno una diversita culturale rispetto agli altri servizi e una diversita contrattuale. Da cio derivano approcci differenti al servizio e differenti proofili identitari. In alcune sedi l’accoglienza e fatta principalmente da pensionati, platea non sempre facile da riconvertire. E’ emersa una riflessione sul concetto di “attivita sindacale”, intesa come ambito ampio di operativita, in cui rientra anche l’attivita realizzata dai servizi. Aspetti tecnico-formali. Strumenti informatici risultano fondamentali per la consultazione dei dati utente/cittadino e per l’analisi delle correlazioni, che sono l’anima del processo di integrazione. Banche dati sono fondamentali per leggere il territorio e le caratteristiche dell’utenza. Si pone una questione di privacy. Possibilita di sviluppare una lettura anticipata dei bisogni, sulla base del ciclo di vita del cittadino/utente e delle informazioni contenute nelle banche dati. Importante stabilire meccanismi di contatto periodico. Accoglienza come processo aperto e anticipatorio. Sono emersi diversi approcci all’utilizzo di password per accedere ai sistemi informativi di trasmissioni dati e pratiche CAAF e INCA. Aspetti normativi regolano l’utilizzo delle password. Importante conoscere i sistemi gia in essere per smaltire le file, i software utilizzati, come funziona l’agenda elettronica degli appuntamenti, quali strumenti informatici di prenotazione a distanza, GPS, ecc. Numero verde unico per prenotazione appuntamenti. Uso dei social. Importante realizzare una mappatura delle soluzioni tecniche/tecnologiche. Aspetti formativi. Approccio articolato a livello regionale e territoriale, e per platee differenziate (che tenga conto della dimensione delle CdL e delle specializzazioni presenti) pur nel rispetto di un disegno generale nazionale. Importante conoscere quali sono le specificita dei servizi sui territori, mappare le pratiche, il personale. Il profilo OP viene declinato, a livello territoriale, a partire dalla delibera del direttivo, rispondendo alle domande: quali pratiche/attivita, per quali bisogni, a quale livello di complessita, dove. 8
Importante pensare a una formazione per tutti sulla tutela individuale e suo collegamento con rappresentanza collettiva. Importante la formazione dei responsabili organizzativi e dei servizi, su integrazione e accoglienza. Importante includere delegati, funzionari di categoria, SPI, ma anche Federconsumatori e Sunia, in un percorso formativo omogeneo su accoglienza e tutela individuale. Utile pensare a coinvolgimento dei segretari in percorsi formativi appositamente tarati. Occorre distinguere tra formazione per l’accoglienza, che andrebbe bene per tutti i soggetti indicati sopra, almeno in termini informativi, e formazione su pratiche di minor complessita, specifiche per la figura di OP. Esigenza di distinguere tra formazione e aggiornamento e prevedere anche aggiornamento periodico degli OP. Importante mettere a punto un sistema di verifica e monitoraggio delle sperimentazioni OP nei territori e dei percorsi formativi. Emergenze espresse: sviluppare riflessione organizzativa: come utilizzare le persone nelle cdl, quali investimenti, quale modello organizzativo e quali scelte? conoscere meglio la domanda dei servizi a livello territoriale e come questa cambi nel tempo. Il ciclo della domanda cambia, pertanto si rende necessario comprendere l’articolazione tra personale/territorio e pratiche, nel tempo. implementare dimensione organizzativa dell’accoglienza, mediante la raccolta dati utenti, la registrazione domanda. Opportunita di alleggerire il lavoro per chi si specializza. progettare un’accoglienza qualificata e diffusa su tutto il territorio, in grado di migliorare efficienza del servizio, integrazione tra servizi, e raccordo con rappresentanza collettiva (categorie, contratti, funzionari). Tale funzione va articolata a seconda delle specificita territoriali. includere lo SPI in questo percorso formativo, al fine di rafforzare competenze accoglienza e per lettura fabbisogni anziani. Includere delegati e funzionari di categoria nel percorso formativo/informativo al fine di migliorare la continuita tra tutela individuale e collettiva. comprendere e organizzare le domande di tutela individuale emergenti nei luoghi di lavoro. Sviluppare continuita nel processo. Individuare strumenti, anche informatici, comuni. Includere nella formazione chi opera nei punti di raccolta CGIL. individuare percorsi comuni tra sistema servizi, categoria, confederale ma anche SUNIA e FEDERCONSUMATORI. Percorsi di tutela e individuazione di risposte da dare ai cittadini. Individuare e sperimentare metodi e strumenti comuni per l’accoglienza. analizzare le competenze in ingresso e verificare apprendimenti in uscita facilitare lo scambio di esperienze di accoglienza e integrazione a livello territoriale, regionale e nazionale. Esigenza di comprendere le diverse esperienze e di contaminare. impostare modalita di raccolta e analisi dei reclami per comprendere come migliorare l’offerta servizi assumendo il punto di vista dell’utente/cittadino mettere a punto un sistema di monitoraggio/screening dell’accoglienza, delle pratiche e dei luoghi. Controllo delle procedure al fine di ragionare sull’efficacia del processo di accoglienza e tutela anche in termini di adesione alla CGIL. favorire la circolazione dell’informazione, al fine di sviluppare capacita di modificare i punti di vista e le strategie organizzative. Riflessivita organizzativa. investire in attivita e persone, in termini anche di numero di persone impegnate nell’accoglienza, investimento in formazione, in motivazione, dignita del ruolo. 9
FORMAZIONE OP In questa sezione del testo, raccogliamo, raggruppandoli in ambiti tematici, i suggerimenti per la formazione OP che sono emersi durante gli incontri. In piu occasioni l’indicazione e stata quella di distinguere tra formazione per l’accoglienza, da destinare a una platea ampia e non solo ai futuri OP, e formazione per le pratiche di minor complessità, da destinare prevalentemente ai futuri OP, così come ipotizzato anche nel progetto complessivo. Di seguito riportiamo i temi emersi raggruppati in ambiti tematici. Ciascun territorio sara chiamato a declinare i moduli formativi in termini di contenuti, metodologie e durata, sulla base delle caratteristiche della platea di riferimento individuata e delle risorse a disposizione. ACCOGLIENZA + PRATICHE DI MINOR COMPLESSITA’ ACCOGLIENZA 4 MODULI Identità e appartenenza, Accoglienza polifunzionale, Organizzazione e Proselitismo, Riflessione organizzativa. Possibile sviluppo dei moduli e dei temi Identità e appartenenza Conoscere il sistema CGIL (Strutture confederali, Sistema servizi e Categorie) Conoscere il proprio ruolo e quello degli altri Ri-leggere la propria identita, i valori e la propria appartenenza Il ruolo dell’OP tra accoglienza, tutele individuali e rappresentanza collettiva Accoglienza polifunzionale e integrata Gestire la relazione attraverso un uso competente della comunicazione e dell’ascolto attivo Analizzare i bisogni – espliciti e impliciti Migliorare la capacita di comunicazione, comunicazione assertiva Conoscere i servizi, le pratiche e le correlazioni possibili Progettare percorsi di tutela individuale Orientare ai servizi CGIL nel territorio Organizzare i documenti necessari Prima registrazione persona/utente Utilizzare/consultare banche dati CGIL Organizzazione e proselitismo Conoscere i meccanismi e le regole del tesseramento Informare sul significato e il valore dell’iscrizione alla CGIL Marketing dei servizi e reti di servizi Rilevare ulteriori possibili bisogni Gestire l’obiezione attraverso un uso competente della domanda Mantenere il contatto Uso tecnologie informazione e comunicazione 1
Riflessione organizzativa Scambio di esperienze di integrazione e accoglienza. Gestione reclami. Monitoraggio, obiettivi verificabili e raggiungibili. Lavorare in gruppo Gestione dello stress, motivazione A completamento di questi primi quattro moduli si aggiungera un quinto modulo formativo di sviluppo di competenze tecniche di base relative alle pratiche “di minor complessita” (da definire e progettare insieme agli esperti dei servizi interessati). 1
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