Pramerica - Eurizon Capital
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Pramerica RELAZIONE SEMESTRALE AL 30 GIUGNO 2021 del Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato “Pramerica Cedola Certa 2024 A” Istituiti, promossi e gestiti da Pramerica SGR S.p.A. La presente Relazione è stata redatta in data 29 Luglio 2021
Scenario macroeconomico Nel corso della prima parte del semestre, la recrudescenza dei contagi ha portato i governi ad introdurre nuove misure di contenimento, che sono apparse più restrittive nelle economie avanzate rispetto a quelle adottate nell’area emergente. La seconda parte, invece, è stata caratterizzata da un importante incremento del numero dei soggetti vaccinati, che ha consentito la rimozione di molte restrizioni e quindi ha innescato graduali riaperture. Il calo dei casi di COVID-19 nei paesi avanzati, con il progressivo aumento della quota di popolazione vaccinata soprattutto negli Stati Uniti e in Europa, ha dissipato i principali rischi sullo scenario di ripresa di breve termine. Tuttavia, all’interno del contesto, permangono incertezze legate all’evoluzione della pandemia con riferimento soprattutto al diffondersi di nuove varianti. All’interno di questo quadro, i risultati delle indagini relative agli indicatori anticipatori hanno suggerito un forte slancio dell’attività mondiale, in presenza di più evidenti segnali di divergenza tra i vari paesi e settori. In giugno il PMI composito mondiale è sceso a 56,6, registrando un calo dal massimo di maggio a 58,5, ma mantenendosi comunque prossimo ai livelli più elevati degli ultimi 15 anni. Sebbene il marcato incremento sia generalmente riscontrabile sia nel comparto manifatturiero che in quello dei servizi, negli ultimi mesi sono divenute più evidenti alcune differenze tra paesi e settori. In primo luogo, lo slancio espansivo nelle economie avanzate è robusto e di recente ha evidenziato un ulteriore rafforzamento; al contrario, nelle economie emergenti, il miglioramento dell’attività prosegue a un ritmo più lento. In secondo luogo, con la revoca delle restrizioni, il ritmo dell’espansione economica si è notevolmente intensificato nel settore dei servizi. Tale rapida espansione andrebbe inoltre considerata nel contesto della ripresa da bassi livelli di partenza, soprattutto nei servizi a elevata intensità di contatti. Per contro, la produzione manifatturiera, che al culmine della pandemia ha mostrato una maggiore capacità di tenuta, continua a crescere a un ritmo più lento, ancorché vivace, a fronte di condizioni avverse determinate dai vincoli dal lato dell’offerta. Per quanto riguarda gli Stati Uniti, le riaperture hanno portato a veloci ripartenze nei settori interessati, generando colli di bottiglia che si sono tradotti in aumenti dei prezzi. Questo, congiuntamente ad altri effetti quali la normalizzazione dei prezzi per le materie prime ed effetti base, hanno portato un notevole incremento del livello di inflazione negli USA. In particolare, l’indice PCE in giugno ha segnato un incremento del 3,9% su anno dopo il 3,6% di maggio. Il rialzo dei prezzi è stato giudicato dalla Banca Centrale (Federal Reserve, o FED) come temporaneo, non strutturale e non indicativo di una ripresa economica del tutto consolidata. Tuttavia, il FOMC ha confermato di essere pronto a discutere di tapering, che però richiede condizioni non ancora soddisfatte: la Fed valuta ancora transitorio il rialzo dell’inflazione, ma ha anticipato la svolta attesa sui tassi al 2023 e ha trasmesso la determinazione a mantenere l’inflazione (e le aspettative) sotto controllo. Il cambio di passo della Fed era scontato dal mercato e il messaggio rimane comunque di cautela. Per quanto concerne il mercato del lavoro, la dinamica occupazionale è migliorata nel corso del semestre, con il tasso di disoccupazione che si è attestato a giugno al 5,9%; tuttavia, la partecipazione alla forza lavoro, 61,6% a giugno, è ancora sotto il livello del periodo precedente alla pandemia. Le imprese hanno segnalato una crescente difficoltà ad individuare e mantenere le figure professionali necessarie a sostenere la decisa ripresa dell’attività. Gli indicatori anticipatori hanno segnalato un consolidamento dell’attività sia nella componente manifatturiera che in quella dei servizi; in particolare, l’indice ISM manifatturiero ha toccato il massimo storico a fine marzo (64,7 punti), per poi stabilizzarsi a fine semestre a 60,6 punti; i servizi dopo il massimo di 64,0 punti di maggio, hanno chiuso il semestre a 60,1, comunque ampiamente in zona di espansione. Quanto ai dati reali, il semestre si è caratterizzato per un rialzo dei consumi e della produzione industriale. Secondo le stime del Conference Board, il PIL dovrebbe crescere del 6,6% nel 2021, dopo una contrazione annuale del 3,5% per il 2020. Una spinta fondamentale alla crescita del 2021 è attesa 2
venire dal piano fiscale. Le misure fiscali ammontano a 5,9 trilioni di Dollari, con effetti sul deficit pari a 5,2 trilioni (25,5% del PIL). I fondi erogati a fine maggio erano pari a 3,7 trilioni. L’amministrazione Trump ha ancora in cantiere due grandi piani fiscali, per le infrastrutture e per la redistribuzione a favore delle classi di reddito mediobasso, la cui approvazione e i cui tempi sono incerti. Per quanto concerne l’Area Euro, nel 1° trimestre del 2021 il PIL ha subito una ulteriore contrazione, dopo quella già vista a fine 2020, pari a -0,3% t/t (-1,3% a/a). È stata la flessione dei consumi privati a pesare sulla crescita, a fronte di un contenuto incremento per gli investimenti e di una stagnazione per i consumi pubblici. Marginalmente positivo l’apporto del canale estero grazie ad esportazioni in crescita ad un ritmo leggermente più elevato rispetto alle importazioni. Anche le scorte hanno contribuito positivamente alla crescita. Dal lato dell’offerta, è stato il settore terziario a penalizzare l’attività economica, frenato dalle misure restrittive necessarie per contenere la recrudescenza dei contagi, a fronte di un contributo positivo dell’industria e sostanzialmente nullo da parte delle costruzioni. I primi dati reali relativi ad aprile suggeriscono come l’attività all’inizio del 2° trimestre sia rimasta complessivamente debole, tuttavia l’allentamento delle misure restrittive a partire da maggio, e con maggiore intensità a giugno, dovrebbe permettere un rimbalzo del PIL nell’ordine di almeno un punto percentuale nel trimestre primaverile. Per quanto concerne il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione è salito meno del previsto grazie agli schemi di sostegno varati dai governi che hanno permesso di proteggere, almeno in parte, i livelli occupazionali. Sul fronte delle politiche fiscali, nel 2021 la ripresa sarà sostenuta da un quadro di politica fiscale ancora più accomodante che nel 2020. Nella prima metà dell’anno infatti i governi dei paesi membri hanno confermato gran parte degli stimoli varati per contrastare l’impatto della pandemia. Il venir meno delle misure una tantum dovrebbe determinare un cambio di segno per la politica fiscale nel 2022; tuttavia, al netto di ciò, non si può parlare di vera restrizione: la Commissione Europea ha infatti confermato la sospensione del Patto di stabilità per tutto il 2022 mentre è in corso, in seno alle Istituzioni europee, un dibattito su una possibile riforma delle regole fiscali. Dal secondo semestre del 2021, la crescita sarà sostenuta anche dall’avvio dei programmi di ripresa nella cornice del Next Generation EU (NGEU). Le risorse NGEU verranno distribuite nel periodo 2021-26, ma nelle quattro principali economie dell’Eurozona la maggior parte delle sovvenzioni dovrebbe essere utilizzata nel triennio 2021-23. Sul fronte dei prezzi, l’inflazione è aumentata negli ultimi mesi, principalmente a causa di effetti base, fattori transitori e un incremento dei prezzi dell’energia. Secondo i dati preliminari dell’Eurostat, nell’area dell’euro l’inflazione sui dodici mesi è salita dall’1,3 % di marzo all’1,6 % ad aprile e al 2,0 % a maggio, per poi scendere lievemente all’1,9% in giugno. Tale andamento è riconducibile principalmente al notevole incremento delle quotazioni dell’energia, di riflesso ai forti effetti base al rialzo e agli aumenti sul mese precedente nonché, in misura minore, al lieve incremento dell’inflazione dei beni industriali non energetici. Per quanto riguarda la politica monetaria, per contrastare il rischio che il rialzo dei rendimenti osservato da inizio anno sui mercati internazionali provocasse un inasprimento prematuro delle condizioni di finanziamento nell’area dell’euro, il Consiglio direttivo della BCE ha deciso di aumentare significativamente, nella seconda metà di marzo e durante il primo semestre, il ritmo di acquisti mensili nell’ambito del programma di acquisto per l’emergenza pandemica (Pandemic Emergency Purchase Programme, PEPP), rispetto a quello dei primi mesi dell’anno. Il programma continuerà a essere utilizzato con flessibilità e decisione per mantenere condizioni di finanziamento favorevoli e contrastare le ripercussioni della pandemia sul profilo dell’inflazione. Relativamente al Regno Unito, nel primo trimestre del 2021, mentre era in vigore un rigido lockdown, il PIL in termini reali ha subito una contrazione dell’1,5%. Tale calo relativamente contenuto suggerisce che imprese e famiglie si sono ben adattate alle restrizioni imposte dal governo. Ciò nonostante, i consumi privati hanno fornito un contributo negativo, così 3
come la significativa inversione delle scorte accumulate alla fine dello scorso anno in risposta ai timori di una Brexit senza accordo. Verso la fine del primo trimestre, tuttavia, con l’avanzare della campagna di vaccinazione e il graduale allentamento delle restrizioni alla mobilità, l’attività economica ha iniziato a segnare una ripresa. Le indagini presso le imprese, il clima di fiducia dei consumatori e gli indicatori relativi alla mobilità segnalano tutti un forte recupero nel secondo trimestre. L’aumento dell’inflazione è stato principalmente sospinto dai prezzi dei beni energetici, poiché il recente rialzo dei corsi petroliferi ha iniziato a trasmettersi ai prezzi dell’energia per le famiglie, contribuendo al rincaro dei trasporti. In Giappone, il rafforzamento della domanda interna a seguito di un allentamento delle misure di contenimento, nonché il perdurante sostegno di bilancio e il recupero della domanda estera dovrebbero sostenere una graduale ma costante ripresa. Il PIL in termini reali è diminuito dell’1,3% nel primo trimestre del 2021, poiché il secondo stato di emergenza, attuato tra l’inizio di gennaio e la metà di marzo, ha gravato sui consumi privati e sugli investimenti delle imprese. È probabile che il terzo stato di emergenza, annunciato alla fine di aprile, e i limitati progressi nella somministrazione dei vaccini rimandino una ripresa più solida alla seconda metà di quest’anno. Per quanto concerne i prezzi, le dinamiche inflattive sono rimaste più contenute rispetto agli altri paesi avanzati. Per quanto riguarda la Cina, in giugno la dinamica degli indicatori PMI ha suggerito una prosecuzione dell’espansione a ritmo contenuto e più moderato rispetto ai mesi precedenti, dopo risultati inferiori alle attese nella produzione industriale e nell’incremento delle vendite al dettaglio registrati nel mese precedente. I dati sul commercio internazionale hanno confermato invece una ripresa molto decisa sulla scorta di un rafforzamento della domanda mondiale. Anche le politiche espansive hanno continuato a sostenere la ripresa, sebbene il loro orientamento stia gradualmente diventando più equilibrato. In futuro, la principale determinante dell’attività economica dovrebbe passare dagli investimenti ai consumi privati al consolidarsi delle prospettive per occupazione e redditi. A maggio l’inflazione complessiva al consumo misurata sui dodici mesi ha subito un lieve aumento, passando all’1,3% dallo 0,9% del mese precedente. L’inflazione al consumo rimane complessivamente contenuta. Se da un lato i prezzi dei beni energetici sono aumentati sensibilmente, dall’altro la ripresa dell’offerta di carne di maiale, dopo l’insorgere della febbre suina africana lo scorso anno, mantiene l’inflazione dei beni alimentari su livelli modesti. L’inflazione alla produzione sui dodici mesi, nel contempo, a maggio è salita al 9,0%. Andamento dei mercati Nel corso del semestre i mercati finanziari hanno visto prevalere nel complesso un clima di risk-on, favorito in maniera significativa dall’accelerazione nelle campagne vaccinali che ha portato, seppure con modalità e tempi differenti fra i vari paesi, alle riaperture delle principali economie. A rafforzare il clima di fiducia degli operatori hanno contribuito anche gli ingenti piani di stimolo monetario e fiscale portati avanti da Banche Centrali e governi. La prima parte dell’anno è iniziata in tono positivo per i mercati, con la conquista da parte dei democratici statunitensi dei due seggi vacanti al Senato; vittoria che ha permesso al neo-eletto presidente Biden di disporre del sostegno di tutto il Congresso. In questa fase, i mercati finanziari sono stati caratterizzati in maniera univoca dal “reopening trade” e hanno beneficiato di un rafforzamento del clima di fiducia da parte degli operatori. L’ottimismo è stato favorito, soprattutto, dall’inizio della campagna vaccinale che, in alcuni paesi, si è dimostrata molto efficace. Questi elementi hanno portato a delineare uno scenario di ritorno a condizioni di normalità in tempi molto brevi, unito ad un miglioramento delle aspettative economiche che si è accompagnato ad una revisione al rialzo degli utili attesi. All’interno di questo scenario, gli USA si sono dimostrati il 4
paese più virtuoso sia in termini di rapidità ed efficacia delle campagne vaccinali che in termini di stimoli fiscali, con il pacchetto fiscale da circa 2000 miliardi di Dollari presentato da Biden. Nell’area Euro, invece, diversi problemi legati alla gestione della campagna vaccinale hanno di fatto ritardato le riaperture. A ciò si è unita una certa difficoltà nel gestire gli ultimi passaggi politici e di natura procedurale legati al Recovery Fund. Nel proseguo del semestre, l’elemento che ha caratterizzato maggiormente lo scenario di riferimento dei mercati è stato il rafforzamento delle dinamiche inflazionistiche statunitensi, da ricondurre alla rapida ripartenza dei settori maggiormente interessati dalle riaperture e alla normalizzazione dei prezzi delle materie prime. Tali rialzi sono stati giudicati dalla FED di natura temporanea e, soprattutto, non indicativi di una ripresa economica del tutto consolidata. Successivamente la Banca Centrale americana, pur riconoscendo la presenza di alcuni elementi di debolezza nel quadro macro, ha preso atto del miglioramento congiunturale con un cambio di intonazione prevedendo due rialzi dei tassi nel corso del 2023. Il cambio di intonazione della politica monetaria non ha prodotto eventi di particolare volatilità sui mercati, a conferma del sostanziale allineamento fra le intenzioni della FED e le aspettative dei mercati. Per quanto concerne il quadro pandemico, il ritmo delle vaccinazioni è aumentato anche nei paesi europei e questo ha favorito le aspettative per l’allentamento delle misure restrittive e per il recupero macro dell’area nel suo complesso. Relativamente ai mercati azionari, nel complesso la performance semestrale delle borse è stata positiva ed è stata guidata dai listini statunitensi e da quelli europei, mentre quelli dei mercati emergenti sono apparsi più deboli, risentendo probabilmente del rialzo dei tassi governativi a lunga scadenza. Negli USA il trend rialzista dei mercati azionari è stato costante durante tutto il periodo di riferimento ed ha beneficiato della fase delle riaperture unita al costante sostegno fiscale e monetario. Sul finire del semestre l’ottimismo degli operatori è stato corroborato anche dalle aspettative per il nuovo piano infrastrutturale di Biden, sul quale è stato raggiunto un accordo bipartisan di massima per una dotazione complessiva di 1000 miliardi di Dollari in cinque anni. Più in dettaglio, l’indice S&P 500 ha aggiornato nuovi massimi storici e ha chiuso il semestre con un guadagno del 14,4% (+18,05% la variazione in Euro). A livello settoriale i guadagni sono stati diffusi e si è assistito ad una continua rotazione fra i vari comparti che, al termine del semestre, ha premiato in maniera particolare gli energetici e i finanziari. Nell’area Euro l’indice EuroStoxx ha mostrato una tendenza al rialzo simile a quella dei listini statunitensi ed ha chiuso con un guadagno del 13,6%. A livello di singoli paesi, l’indice DAX tedesco ha recuperato il 13,2% e il FtseMib è salito del 12,9%. Il listino italiano ha beneficiato del clima di fiducia nei confronti del paese che si è rafforzato dopo la nascita del governo Draghi e l’approvazione da parte della UE del nostro Piano Nazionale per il Recovery Fund, che sarà fondamentale per il rilancio delle riforme strutturali. Fra i listini mondiali, il recupero dell’indice Nikkei è stato più contenuto (+4,9%; +1,13% la variazione in Euro), mentre l’area emergente nel suo complesso, rappresentata dall’indice MSCI Emerging Markets espresso in Dollari, ha segnato un rialzo del 6,4% (+9,83% la variazione in Euro). Sui mercati obbligazionari, la prima parte del semestre si è caratterizzata per un marcato rialzo dei rendimenti sulla parte più a lunga della curva statunitense che ha prezzato lo scenario di normalizzazione; in questo contesto, il decennale è salito dallo 0,91% all’1,74% (massimo di periodo). Questo ha comportato un movimento di steepening della curva poiché la parte a breve è rimasta relativamente stabile. Nella seconda parte del semestre, la parte a 10 anni ha parzialmente ritracciato il movimento di inizio anno ed ha chiuso a fine giugno a 1,46%. Relativamente al tasso a due anni, dopo aver evidenziato una certa stabilità per buona parte del semestre, durante il mese di giugno si è mosso al rialzo ed ha chiuso il periodo di riferimento sul livello di 0,25%. Nell’area Euro, la componente core ha evidenziato una maggiore stabilità, con il due anni che ha chiuso a - 0,66% praticamente sugli stessi livelli di fine 2020; maggiori pressioni al rialzo, seppure molto più contenute rispetto a quelle che hanno caratterizzato la curva statunitense, si sono registrate sulla parte più lunga della curva, con il decennale che è salito da -0,56% a -0,20%. Relativamente alla componente periferica, la curva italiana ha evidenziato un calo dei rendimenti della parte a lunga fino alla metà di febbraio, beneficiando delle aspettative positive intorno alla formazione del 5
governo Draghi e alla sua capacità di utilizzare in maniera efficiente i fondi europei a sostegno della crescita di lungo periodo. Successivamente le pressioni al rialzo sui tassi hanno interessato anche le emissioni italiane, con il decennale che ha raggiunto il livello di 1,1% intorno alla metà di maggio per poi ripiegare e chiudere il semestre allo 0,81%, in rialzo di 28 punti base rispetto alla chiusura dell’anno precedente. Il tasso a due anni ha chiuso il semestre a -0,37% rispetto al -0,41% segnato a fine anno. Per quanto concerne i comparti a spread, il semestre si è caratterizzato nel complesso per un movimento di restringimento. I progressi della campagna vaccinale e il conseguente graduale allentamento delle restrizioni hanno favorito una fase di rapida accelerazione dell’attività economica. Le prospettive di ripresa hanno migliorato i fondamentali del credito e ridotto notevolmente i tassi di default attesi; a ciò si è aggiunto il sostegno senza precedenti fornito dalle politiche fiscali e monetarie. Relativamente ai mercati valutari, nel primo trimestre dell’anno, all’interno di un contesto nel quale si è registrato l’allargamento del differenziale di rendimento e di crescita atteso a favore degli USA, l’Euro si è indebolito rispetto al Dollaro ed ha raggiunto i minimi di periodo a 1,1717. Nella prima parte del secondo trimestre la valuta comune si è apprezzata riflettendo il miglioramento delle prospettive per l’economia dell’area, associato alla debolezza del biglietto verde, in calo dalla fine di marzo insieme ai rendimenti dei titoli di stato statunitensi. Il bilancio semestrale, comunque, ha registrato un indebolimento complessivo della valuta comune che ha chiuso il periodo all’1,1858 in flessione del 2,93%. Rispetto alle altre valute, l’Euro ha guadagnato nei confronti dello Yen (+4,4%) e si è indebolito verso la Sterlina, con una flessione semestrale del 4%. Sui mercati delle commodity, il semestre si è caratterizzato per un costante e significativo trend rialzista delle quotazioni petrolifere che ha riflesso il miglioramento del quadro congiunturale e alcune limitazioni all’offerta produttiva da parte del cartello dell’OPEC+. Le quotazioni della qualità Brent hanno registrato un rialzo da 51,8 a 75 Dollari al barile con un guadagno leggermente superiore al 45% (+49,64% la variazione in Euro). Per quanto riguarda l’oro, le quotazioni hanno subito una flessione del 6,5% (-3,49% in Euro) ed hanno chiuso il periodo di riferimento a 1771,6 Dollari l’oncia. Il Secondo Semestre In prospettiva, il contesto macro di riferimento resta quello di una ripresa macroeconomica, guidata essenzialmente da politiche fiscali e monetarie che dovrebbero rimanere ancora straordinariamente accomodanti. La fase di significativa accelerazione degli indicatori anticipatori e dei dati reali che ha caratterizzato il primo semestre, però, pare alle spalle, così come il processo di continua revisione al rialzo delle aspettative di crescita. In questa seconda parte dell’anno, il focus dei mercati dovrebbe incentrarsi maggiormente sul trend dell’inflazione e sul comportamento delle Banche Centrali. Dato questo contesto, l’evento più significativo è stato il cambio di intonazione della FED, sulla base del riconoscimento che il recupero dell’economia statunitense sta procedendo e sta assorbendo gradualmente la disoccupazione creatasi lo scorso anno. Le manovre di riduzione degli stimoli si caratterizzeranno per un rallentamento del QE, molto probabilmente ad inizio del 2022, e per il rialzo dei tassi nel 2023 e non più nel 2024. In questi frangenti sarà fondamentale verificare che le intenzioni della FED e le aspettative del mercato rimangano allineate, come lo sono in questo momento. Una divaricazione tra ciò che il mercato considera probabile (ovvero tollerabile dall’economia) e quello che la Banca Centrale vorrebbe fare, potrebbe infatti tradursi in un indesiderato aumento della volatilità. Relativamente all’area Euro, si conferma in accelerazione grazie al miglioramento della domanda domestica legato alle riaperture. Il rialzo dell’inflazione è al momento inferiore a quanto registrato negli USA, soprattutto nell’inflazione core, e questo permette alla BCE di mantenere un atteggiamento ultra-accomodante. Il piano di acquisti titoli è previsto durare fino a marzo 2022 e questo lascia spazio alla BCE di gestire in modo accurato la 6
comunicazione sulle prossime decisioni. In Cina, i prossimi mesi si caratterizzeranno per la continua manovra di aggiustamento macroeconomico che appare molto graduale e, al momento, non tale da generare timori di eccessivo rallentamento. 7
PRAMERICA CEDOLA CERTA 2024 A Fondo Comune di Investimento Mobiliare Aperto Armonizzato Relazione semestrale al 30 Giugno 2021 Politica di gestione Nel corso della prima parte del 2021, per il mercato delle obbligazioni corporate è proseguita la fase di significativo restringimento degli spread, che, in aggregato, sono ritornati sui livelli precedenti lo scoppio della crisi pandemica. I progressi della campagna vaccinale e il conseguente graduale allentamento delle restrizioni hanno favorito una fase di rapida accelerazione dell’attività economica. Da un lato, le prospettive di ripresa hanno migliorato i fondamentali di credito delle imprese e ridotto notevolmente i tassi di default attesi; dall’altro, hanno determinato un graduale rialzo dei rendimenti risk free, sia in Europa che negli Stati Uniti. Queste dinamiche spiegano la notevole sovraperfomance, nella prima parte dell’anno, dei comparti High Yield/High Beta rispetto ai comparti Investment Grade /Low Beta. In tale contesto, la rotazione fra emittenti ha rappresentato l’attività principale e caratterizzante del fondo, con acquisti concentrati sul mercato primario e vendite che invece hanno riguardato emittenti ritenuti non più adatti alla strategia, per caratteristiche di rischio e/o di rendimento. Inoltre, la compressione degli spread ha offerto la possibilità di ridurre, nell’ambito di tale attività, l’esposizione verso gli emittenti con rating più basso e di aumentare invece l’esposizione verso emittenti più solidi, al fine di migliorare la qualità complessiva del portafoglio. L’attività di gestione ha avuto anche l’obiettivo di mantenere molto elevato il grado di diversificazione del portafoglio, al fine di minimizzarne il rischio idiosincratico. Nel periodo preso in considerazione, il rendimento e la duration del portafoglio sono rimasti coerenti con il profilo cedolare, commissionale e di vita residua del fondo. Motivazioni di eventuali performance negative Il fondo non ha evidenziato una performance assoluta negativa. Operatività su strumenti finanziari derivati Nel corso del periodo di riferimento sono stati utilizzati strumenti derivati per la copertura del rischio di cambio e/o per la copertura del rischio tasso. Linee strategiche e prospettiche La prosecuzione della fase di ripresa economica e il mantenimento di politiche monetarie accomodanti continuano a rappresentare elementi di supporto per il mercato delle obbligazioni corporate. Il perdurare di tali condizioni favorevoli offre la possibilità di proseguire con l’attività di miglioramento della qualità del portafoglio, al fine di ridurne ulteriormente il livello di loss-given- default. Raccolta netta e Patrimonio La raccolta netta del periodo appena concluso è risultata pari ad euro -19.325.841,96. Il Patrimonio al 30 giugno 2021 ammonta ad euro 355.447.686. 8
Trasparenza degli OICVM nell’informativa periodica Nel corso del periodo non sono state poste in essere operazioni di finanziamento tramite titoli e Total Return Swap. 9
Società di Gestione del Risparmio : Pramerica SGR S.p.A. Pramerica Cedola Certa 2024 A Società di Gestione del Risparmio : Pramerica SGR S.p.A. Pramerica Cedola Certa 2024 A SITUAZIONE PATRIMONIALE Situazione al Situazione a fine esercizio precedente 30/06/2021 ATTIVITA' In percentuale In percentuale Valore complessivo del totale Valore complessivo del totale attivita' attivita' A. STRUMENTI FINANZIARI QUOTATI 318.716.480 89,450 359.223.049 96,467 A1. Titoli di debito 318.716.480 89,450 359.223.049 96,467 A1.1 Titoli di Stato 1.905.331 0,535 1.912.665 0,514 A1.2 Altri 316.811.149 88,915 357.310.384 95,953 A2. Titoli di capitale A3. Parti di OICR B. STRUMENTI FINANZIARI NON QUOTATI B1. Titoli di debito B2. Titoli di capitale B3. Parti di OICR C. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI C1. Margini presso organismi di compensazione e garanzia C2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati C3. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati D. DEPOSITI BANCARI D1. A vista D2. Altri E. PRONTI CONTRO TERMINE ATTIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE F. POSIZIONE NETTA DI LIQUIDITA' 29.221.710 8,201 2.647.534 0,711 F1. Liquidità disponible 32.026.760 8,989 2.619.346 0,703 F2. Liquidità da ricevere per operazioni da regolare 10.633.942 2,984 9.055.984 2,432 F3. Liquidità impegnata per operazioni da regolare -13.438.992 -3,772 -9.027.796 -2,424 G. ALTRE ATTIVITA' 8.371.250 2,349 10.506.894 2,822 G1. Ratei attivi 3.638.532 1,021 4.590.598 1,233 G2. Risparmio d'imposta G3. Altre 4.732.718 1,328 5.916.296 1,589 TOTALE ATTIVITA' 356.309.440 100,000 372.377.477 100,000 10
Società di Gestione del Risparmio : Pramerica SGR S.p.A. Pramerica Cedola Certa 2024 A Situazione al Situazione a fine esercizio precedente 30/06/2021 PASSIVITA' E NETTO Valore complessivo Valore complessivo H. FINANZIAMENTI RICEVUTI I. PRONTI CONTRO TERMINE PASSIVI E OPERAZIONI ASSIMILATE L. STRUMENTI FINANZIARI DERIVATI L1. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati quotati L2. Opzioni, premi o altri strumenti finanziari derivati non quotati M. DEBITI VERSO I PARTECIPANTI 547.193 221.002 M1. Rimborsi richiesti e non regolati 547.193 221.002 M2. Proventi da distribuire M3. Altri N. ALTRE PASSIVITA' 314.561 231.227 N1. Provvigioni ed oneri maturati e non liquidati 207.590 218.958 N2. Debiti di imposta N3. Altre 106.971 12.269 TOTALE PASSIVITA' 861.754 452.229 Valore complessivo netto del fondo (comparto) 355.447.686 371.925.248 Numero delle quote in circolazione 67.615.583,770 71.305.854,769 Valore unitario delle quote 5,257 5,216 Movimenti delle quote nel semestre Quote emesse Quote rimborsate 3.690.270,999 11
Società di Gestione del Risparmio : Pramerica SGR S.p.A. Pramerica Cedola Certa 2024 A NOTA ILLUSTRATIVA Elenco strumenti finanziari L'elenco analitico degli strumenti finanziari detenuti dal Fondo prevede quanto meno i primi 50 (in ordine decrescente di controvalore) e comunque tutti quelli che superano lo 0,5 % delle attività del Fondo. TITOLO DIVISA QUANTITA' CONTROVALORE % SU TOTALE ATTIVITA' UNICREDIT 4,875% 19-20.02.29 EUR 2.700.000 2.941.596 0,826 SANTANDER I 2,5% 15-18.03.25 EUR 2.600.000 2.812.425 0,789 VW INTL FIN 3,50% 20-PERP EUR 2.500.000 2.699.050 0,758 BARCLAYS 2% 17-07.02.28 EUR 2.500.000 2.562.990 0,719 AXA 3,941%(FRN) 14-PERP EUR 2.300.000 2.548.262 0,715 VODAFONE 3,1% 18-03.01.79 EUR 2.000.000 2.082.500 0,584 INTESA SAN 3,928% 14-15.09.26 EUR 1.800.000 2.023.211 0,568 AVIVA 3,875% 14-03.07.44 EUR 1.800.000 1.985.972 0,557 LLOYDS BK 1,75% 18-07.09.28 EUR 1.900.000 1.967.184 0,552 BNPP PARIBAS 4,032% 14-PERP EUR 1.700.000 1.920.980 0,539 COMZBK 4% 16-23.03.26 EUR 1.700.000 1.919.113 0,539 BUNDESOBL 0% 19-10.12.21 EUR 1.900.000 1.905.331 0,535 ING GROEP 2,5%(FRN) 17-15.02.29 EUR 1.800.000 1.902.485 0,534 STELLANTI 2% 17-23.03.24 REGS EUR 1.800.000 1.897.477 0,533 NATWEST GR 2% 18-04.03.25 EUR 1.800.000 1.892.016 0,531 INTER GAME 3,5% 18-15.07.24 EUR 1.800.000 1.887.638 0,530 CNP ASSUR 4% 14-PERP EUR 1.700.000 1.886.150 0,529 WEBUILD 5,875% 20-15.12.25 EUR 1.700.000 1.880.414 0,528 STD CHART 3,125% 14-19.11.24 REGS EUR 1.700.000 1.870.877 0,525 SAIPEM FI 2,625% 17-7.1.25 REGS EUR 1.800.000 1.867.500 0,524 GAZ CAP 2,25% 17-22.11.24 REGS*** EUR 1.800.000 1.866.780 0,524 HEIMSTADEN 3,248% 19-PERP REGS EUR 1.800.000 1.863.000 0,523 AQUAR INV 4,25% 13-02.10.43 EUR 1.700.000 1.857.131 0,521 BHP FINANCE 5,625% 15-22.10.79 EUR 1.600.000 1.853.587 0,520 TELEFONICA 4,375% 19-PERP EUR 1.700.000 1.844.177 0,518 CONTOURGLOB 4,125% 18-01.08.25 EUR 1.800.000 1.837.840 0,516 BANKIA 3,75% 19-15.02.29 REGS EUR 1.700.000 1.832.440 0,514 DEUT LUFTH 2,875% 21-11.02.25 EUR 1.800.000 1.831.824 0,514 FASTIGHETS 3% 17-07.03.78 REGS EUR 1.800.000 1.831.500 0,514 CROWN EURO. 3.38% 15-15.05.25 EUR 1.700.000 1.823.328 0,512 ALLIANZ SE 2,241% 15-07.07.45 EUR 1.700.000 1.817.062 0,510 GAS NAT FEN 3,375% 15-29.12.49 EUR 1.700.000 1.804.125 0,506 BAYER AG FRN 14-01.07.74 EUR 1.700.000 1.795.625 0,504 IN JUSTITIA 4,875% 20-15.08.25 REGS EUR 1.700.000 1.785.170 0,501 DOBANK 5,0% 20-04.08.25 EUR 1.700.000 1.779.750 0,499 BANFF MERGE 8,375% 18-01.09.26 EUR 1.700.000 1.778.013 0,499 VERTICAL MI 4,375% 20-15.07.27 EUR 1.700.000 1.775.327 0,498 JAG LR AUTO 5,875% 19-15.11.24 EUR 1.600.000 1.757.523 0,493 ADLER GROUP 3,25% 20-05.08.25 EUR 1.700.000 1.753.785 0,492 DANONE 1,75% 17-PERP EUR 1.700.000 1.741.140 0,489 CONS AIR GP 2,75% 21-25.03.25 EUR 1.700.000 1.700.016 0,477 CAIXABANK 2,75% 17-14.07.28 EUR 1.600.000 1.670.391 0,469 BNPP 2,375% 18-20.11.30 EUR 1.500.000 1.611.570 0,452 CNH IND FIN 1,75% 17-12.09.25 EUR 1.500.000 1.591.977 0,447 RCI BQ 2% 19-11.07.24 EUR 1.500.000 1.578.477 0,443 DELPHI AUTO 1,5% 15-10.03.25 EUR 1.500.000 1.569.888 0,441 12
Società di Gestione del Risparmio : Pramerica SGR S.p.A. Pramerica Cedola Certa 2024 A TITOLO DIVISA QUANTITA' CONTROVALORE % SU TOTALE ATTIVITA' OMV 2,50% 20-PERP EUR 1.500.000 1.568.574 0,440 BMPS 3,625% 19-24.09.24 REGS EUR 1.500.000 1.561.673 0,438 TLG FINANCE 3,375% 19-PERP EUR 1.500.000 1.558.125 0,437 AIB GRP 1,25% 19-28.05.24 EUR 1.500.000 1.553.939 0,436 13
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