Possibili benefici della vitamina D nei pazienti con sclerosi multipla durante la recente pandemia da COVID-19
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Numero 3 - 2021 Possibili benefici della vitamina D nei pazienti con sclerosi multipla durante la recente pandemia da COVID-19 Vittorio Martinelli Unità di Neurologia, Area Sclerosi Multipla, Ospedale San Raffaele, Milano La sclerosi multipla (SM) presenta dati di prevalenza con un andamento crescente in aree geografiche secon- do un gradiente Sud-Nord, correlato alla latitudine. Si ritiene che tale as- sociazione sia in parte dovuta al fatto che oltre il 40° parallelo la quantità di luce solare e di raggi ultravioletti sia generalmente insufficiente per indur- re un’adeguata sintesi di vitamina D per almeno 6 mesi dell’anno. L’inci- denza della malattia sembra inoltre variabile nel tempo, probabilmente in relazione a situazioni ambientali (ur- banizzazione e industrializzazione) e a cambiamenti comportamentali (ti- sole sia mediata principalmente dalla sul metabolismo osseo e minerale e po di alimentazione, abitudine al fu- sua capacità di indurre nell’organismo su tali parametri sono stati pertanto mo di sigaretta, stress correlato alla la sintesi a livello cutaneo dei precur- definiti i valori di normalità o di ca- vita quotidiana) sviluppatisi all’inter- sori della vitamina D. Un’insufficiente renza/insufficienza (Fig. 1). Solo più no di popolazioni appartenenti alla esposizione al sole, un ridotto appor- recentemente, numerosi studi scien- medesima area geografica. to di alimenti contenente vitamina D e tifici hanno documentato da un lato Negli ultimi anni si è riscontrato un bassi valori sierici di 25 (OH) vitamina la rilevanza della vitamina D nel cor- crescente e globale interesse verso l’ipo- D sono stati ripetutamente associati ad retto funzionamento di vari organi o tesi che il sole, e la vitamina D in parti- un aumentato rischio di sviluppare la apparati. Infatti, i recettori della vita- colare, possano avere un ruolo di primo SM ed altre malattie autoimmuni. mina D (VDRs, vitamin D receptors) piano tra i cofattori ambientali associa- La Vitamina D, e la sua carenza in sono presenti pressoché in tutti gli or- ti allo sviluppo della malattia. In real- particolare, erano stati inizialmen- gani ed apparati del nostro corpo, in tà, sembra che l’azione protettiva del te correlati unicamente al suo effetto particolare intestino, ossa, muscoli, 72
S ILE Sclerosi Multipla Informazione Letteratura Evidenze reni, organi sessuali, apparato cardio- Attivazione metabolica della vitamina D vascolare, encefalo (cellule nervose, cellule gliali e microglia) e cellule del sistema immunitario (linfociti T e B, Pelle Sole cellule dendritiche, macrofagi, mono- citi) e regolano l’espressione di un mi- gliaio di geni nelle cellule mieloidi. Le vie metaboliche controllate dai VDRs Colecalciferolo Colecalciferolo 7-Deidrocolesterolo nelle cellule mieloidi sono importanti (Vitamina D3) per il mantenimento della tolleranza. Apporto dietetico Diversi studi hanno documentato in- sufficienti valori di vitamina D nel 40- Vitamina D3 (pesce, carne) Vitamina D2 (integratori) 100% delle donne e degli uomini nel Fegato Nord America e in Europa. L’Italia è CalcIfediolo tra le nazioni europee che presentano 25-idrossivitamina D3 un’alta prevalenza di soggetti con ipo- vitaminosi D a seguito della mancanza 1,25 diidrossivitamina D3 di programmi di fortificazione, svilup- pati invece nei Paesi del nord Europa. Calcitriolo Tessuti bersaglio dei VDRs Reni La popolazione anziana e i soggetti diabetici o con obesità, sono tra i sot- Figura 1. Metabolismo della Vitamina D. togruppi a maggior rischio di carenza di vitamina D, ma frequente è il riscon- I valori di normalità sono descritti scure (circa 5 volte) in condizioni di tro di insufficienti livelli di vitamina D nella tabella I, secondo le diverse uni- simile esposizione al sole. La pelle, co- in tutte le fasce di popolazione. tà di misura europee o americane. me ogni organo, con l’invecchiamento I precursori della vitamina D sono perde progressivamente la sua capa- sintetizzati a seguito dell’esposizio- Ruolo del sole cità di sintesi di vitamina D, e anche ne ai raggi solari, ed in piccola parte La durata dell’esposizione, oltre alla per questo motivo la popolazione an- anche dall’assunzione di alcuni cibi: quantità di superficie corporea espo- ziana ha un maggior rischio di grave pesce, formaggi e latte in particolare. sta al sole, condiziona la quantità di carenza. L’intensità dei raggi solari e la Oltre ai fattori ambientali e compor- vitamina D sintetizzata. L’entità della durata giornaliera della presenza del tamentali, recenti studi hanno contri- pigmentazione della pelle (così come sole sono inoltre associati alle naturali buito a definire anche l’importanza di il fattore di protezione delle creme so- variazioni stagionali, correlate ad una specifici fattori genetici, coinvolti nel- lari) sono elementi che condizionano maggiore o minore sintesi di vitami- le diverse tappe metaboliche di produ- la sintesi di vitamina D. Pelli chiare na D. La progressiva urbanizzazione e zione e catabolismo della forma attiva sono pertanto più efficienti nel sin- la riduzione del tempo trascorso all’a- di vitamina, nel determinare i bassi li- tetizzare vitamina D rispetto a pelli perto sono da considerare quali ulte- velli di vitamina, riscontrati in circa il 70-80% dei pazienti con SM. La forma 25-IDROSSIVITAMINA D: VALORI SIERICI attiva della vitamina D, il calcitriolo ng/ml* nmol/L° Note (1,25 OH vitamina D), ha una emivi- 75 Valori ideali “globale” presente nell’organismo ed >150 >375 Considerata tossica è pertanto il metabolita generalmente *ng/ml: nanogrammi/millilitro, °nmol/L: nanomoli/litro misurato nel sangue. Tabella 1. Valori sierici della vitamina D. 73
Numero 3 - 2021 riori fattori correlati allo stile di vita • anticipata conversione CIS → SMCD lattia, inteso come riduzione degli modificatisi negli ultimi decenni, che • anticipata conversione SM-RR → SM-SP attacchi, sebbene non statisticamen- possono avere significativamente in- • aumentato rischio di presentare atti- te significativo, ma soprattutto come fluenzato la sintesi giornaliera di vi- vità di malattia (ricadute/lesioni Gd+) riduzione nella formazione di nuo- tamina D. • maggiore progressione della disabilità ve lesioni, nei pazienti in trattamento Circa 2/3 dei pazienti italiani con pri- con interferone beta ad alto dosaggio Il ruolo della vitamina D mo episodio suggestivo di malattia e con supplementazione di vitamina sul sistema immunitario demielinizzante presentano valori D, rispetto ai pazienti in trattamento Studi condotti su modelli animali o insufficienti o carenti di vitamina D; con interferone senza supplementa- in vitro hanno dimostrato un effetto inoltre, è stata riscontrata una corre- zione. Sembrerebbe inoltre possibile della vitamina D nell’incrementare la lazione significativa tra livelli bassi di ottenere maggiori benefici nelle for- produzione di interleuchina (IL) -4, -5 vitamina D e aumentato rischio di svi- me iniziali di malattia, quando l’at- e -10, ad azione anti-infiammatoria, luppare un secondo episodio. tività infiammatoria è più intensa. oltre che nell’inibizione di citochine L’aumentato rischio di presentare un L’effetto protettivo nella prevenzio- pro-infiammatorie (IL-1, IL-6, IL-12, secondo attacco era particolarmente ne della comparsa di nuove lesioni in TNFα, IL-17 e interferone gamma) e più accentuato nelle donne rispetto T2 o lesioni Gd+ sembra direttamen- nel ridurre sia la permeabilità della agli uomini, indicando una negativa te proporzionale all’incremento dei li- barriera intestinale a microorganismi interazione tra carenza di vitamina velli sierici di vitamina D. ed endotossine, sia la permeabilità D ed estrogeni, quale possibile cofat- Parte dell’efficacia rilevata nei pazienti della barriera emato-encefalica (BEE) tore di una maggiore frequenza e su- trattati con interferone potrebbe esse- ai linfociti T attivati. Si ritiene, pertan- scettibilità alla malattia tra le donne re secondaria alla modulazione della to, che la vitamina D sia in grado di rispetto agli uomini (quindi, proba- sintesi di vitamina D, dipendente da indurre un ribilanciamento del siste- bilmente, anche del maggiore effetto variabili genetiche; pertanto, si racco- ma immunitario verso una prevalen- protettivo di valori adeguati di vitami- manda di monitorare i livelli di vita- za di fattori anti-infiammatori. na D nella prevenzione della malattia mina D nei pazienti in trattamento. La quasi totalità degli studi clini- nelle donne). Pertanto, dal punto di Sono in corso ulteriori studi per con- ci pubblicati nell’ultimo decennio ha vista scientifico, possiamo sostene- fermare i dati sino ad ora pubblicati e sostanzialmente confermato gli effetti re che la carenza, ed in particolare la per identificare gli specifici aspetti im- pro-infiammatori, e pertanto danno- grave carenza di vitamina D, sia ge- munologici e genetici sottostanti l’in- si, sul sistema immunitario conse- neralmente correlata ad una maggiore terazione tra vitamina D e le diverse guenti alla carenza o insufficienza di gravità ed attività di malattia. Nei pa- terapie modificanti il decorso di ma- vitamina D. Il rischio di sviluppare la zienti con bassi valori di vitamina D, lattia (DMTs, disease-modifying the- SM è risultato correlato con livelli in- correggere tale carenza è sicuramente rapies), al fine di chiarire i possibili sufficienti di vitamina D rilevati sia raccomandabile. diversi meccanismi di azione in grado nelle madri gestanti sia nei neonati. di indurre un effetto terapeutico finale Inoltre, una maggiore esposizione al Vitamina D in associazione a cumulativo “potenziato”. La conferma sole, correlata ad attività svolte all’a- farmaci immunomodulanti/ di azioni sinergiche tra vitamina D e perto nella prima infanzia, sembra ri- immunosoppressivi DMTs potrebbe comportare un ulte- durre significativamente il rischio di Livelli sierici più elevati di vitamina D riore passo in avanti nella personaliz- sviluppare la SM nei gemelli monozi- sono stati correlati con un significati- zazione dell’approccio terapeutico. goti. È stata recentemente documen- vo effetto di potenziamento dell’effetto tata anche una correlazione tra bassi terapeutico, clinico e radiologico, dei Possibili effetti benefici livelli di vitamina D, obesità o sovrap- farmaci immunomodulanti, in parti- con la supplementazione peso e SM ad esordio nell’infanzia. colare nei pazienti trattati con l’inter- di vitamina D Bassi livelli di vitamina D nei pazienti ferone beta ad alto dosaggio e ad alta Ad oggi non è possibile, purtrop- con SM sono risultati associati ad un frequenza di somministrazione. po, definire l’entità del valore protet- aumento sia degli aspetti infiammato- Gli studi disponibili hanno documen- tivo aggiuntivo, conseguente ad un ri, sia dei processi degenerativi: tato un maggior controllo della ma- apporto “integrativo” di vitamina D, 74
S ILE Sclerosi Multipla Informazione Letteratura Evidenze né il dosaggio giornaliero ottimale tivo di vitamina D per tutta la vita con malattia più severa e ad un più eleva- da raccomandare ai pazienti con SM. l’obiettivo di prevenire l’osteoporosi, to rischio di mortalità. Al contrario, Inoltre, non sappiamo se per ridurre studi epidemiologici hanno rilevato pazienti che assumevano vitamina D l’attività infiammatoria e/o degene- la persistenza di un’alta prevalenza di sembra abbiano manifestato espres- rativa della malattia sia sufficiente la ipovitaminosi D nelle donne anziane, sioni cliniche meno gravi di infezione semplice correzione della carenza di in particolare se con diabete o obe- da COVID-19; inoltre, l’effetto protet- vitamina D o sia necessario raggiun- se. È invece infrequente la proposta ai tivo di valori adeguati di vitamina D è gere valori sierici di vitamina D me- soggetti maschi over 60 di un’adegua- più evidente in gruppi di pazienti con dio-alti (50-70 ng/ml). ta integrazione del proprio fabbiso- multiple comorbidità. È ormai condiviso dalla maggior par- gno di vitamina D. Mancano ad oggi Ben note sono, infine, le correlazioni te dei neurologi che seguono pazienti solidi dati di prevalenza ed inciden- negative tra COVID-19 e stati di iper- con SM, il raccomandare un apporto za di ipovitaminosi D e programmi di coaguabilità con conseguenti danni supplementare di vitamina D in tutti screening e di valutazione di tale pro- ischemici multiorgano, oltre alla rile- i pazienti con insufficienza o carenza blematica in questa popolazione, così vanza di aspetti correlati alla reazio- della stessa (valori inferiori a 30 ng/ come in soggetti più giovani. Altissi- ne iper-infiammmatoria, concausa di ml) e valutarne periodicamente i valo- ma è peraltro la prevalenza di carenza grave insufficienza respiratoria in cor- ri sierici, adeguando di conseguenza la di vitamina D in pazienti seguiti pres- so di SARS-CoV-2 e della morte dei quantità integrativa da raccomandare. so strutture di riabilitazione neurolo- pazienti. Gli effetti protettivi della vi- gica a lungo termine. tamina D nella prevenzione dell’in- Correlazioni tra infezione La vitamina D, tra i suoi molteplici ef- fezione da COVID-19 e delle sue da COVID-19 e vitamina D fetti, come già descritto in precedenza, complicanze possono essere dovuti a nella popolazione generale è risultata essere importante anche nel diversi fattori (Fig. 2): Dall’analisi dei dati epidemiologici mantenimento dell’omeostasi vasco- • e ffetto antivirale, limitando l’infezio- relativi alla recente pandemia da CO- lare, sia del macro-, sia del microcir- ne cellulare e la replicazione virale VID-19, la maggior parte dei decessi colo. Infatti, livelli ridotti di vitamina • effetto di incremento della produzio- interessa gli anziani con comorbidità D sono associati ad una ridotta reatti- ne di peptidi ad azione antimicrobica comuni, come ipertensione, diabete e vità vascolare; la sua supplementazio- • effetto di modulazione del sistema obesità. È stato suggerito che l’età me- ne migliora la funzionalità vascolare e renina-angiotensina e sui recettori dia elevata della popolazione italiana riduce il rischio trombotico. ACE2, con conseguente riduzione potrebbe essere un fattore predispo- Inoltre, la vitamina D è fondamentale del danno polmonare nente alla gravità e all’elevata mortalità nello sviluppo di tutte le componenti • e ffetto favorente l’integrità della correlata all’infezione da COVID-19 cellulari del sistema immunitario; re- barriera epiteliale polmonare e la in Italia, dove il 95% dei decessi è rife- golando entrambi i bracci del sistema stimolazione di processi riparatori ribile a soggetti con età superiore a 60 immunitario, inibisce la risposta im- • effetto protettivo sul microcircolo e anni, in particolare nelle regioni del munitaria adattativa e promuove la ri- riduzione del danno endoteliale, che Nord, con una prevalenza nei sogget- sposta immunitaria innata. In seguito promuove la rigenerazione vascolare ti maschi. Tra le diverse cause correla- a queste osservazioni, è stato ipotizza- • effetto anticoagulante ed anti-atero- te a tali dati, sta riscontrando sempre to che la carenza di vitamina D possa, sclerotico (minore incidenza di eventi maggior interesse e sostegno l’ipote- oltre ad aumentare il rischio di pato- micro-ischemici e macro-ischemici) si che la carenza di vitamina D possa logie autoimmunitarie, anche aumen- • effetto immunomodulante, down- rappresentare il comune denominato- tare il rischio di patologie del sistema regolando la tempesta di citochine re tra latitudine della pandemia, età e cardiovascolare ed infezioni, sia respi- pro-infiammatorie correlata alla letalità dell’infezione da COVID-19, ratorie, sia sistemiche. SARS in particolare nella popolazione ma- Inadeguati valori di vitamina D so- • effetto sinergico tra estrogeni e vi- schile anziana. no stati recentemente associati ad tamina D (possibile spiegazione del Nonostante vi sia un atteggiamento un aumentato rischio di infezione da peggiore decorso dell’infezione da consolidato di proporre alle donne in COVID-19, oltre che ad una maggio- COVID-19 riscontrato negli uomini post-menopausa un apporto integra- re probabilità di sviluppare forme di rispetto alle donne) 75
Numero 3 - 2021 Angiotensinogeno Renina SARS-Cov-2 Angiotensina-(1-9) ACE 2 Angiotensina I 1,25 (OH)2D ACE 2 ACE Danno renale Bradichinina Angiotensina II Angiotensina-(1-7) ACE 2 Recettore AT1 Recettore Mas ARDS ↑ Infiammazione ↓ Infiammazione Miocardite ↑ Apoptosi ↓ Apoptosi Danno cardiaco Vasocostrizione Vasodilatazione SARS-Cov-2 Rappresentazione schematica degli effetti della 1,25(OH)2D sul sistema renina-angiotensina-aldosterone. Il SARS-CoV-2 utilizza l'ACE2 come principale sito di ingresso del recettore e down-regola l'ACE2 nei polmoni. Figura 2. La vitamina D e alcuni possibili potenziali meccanismi d’azione in grado di limitare l’infezione e la gravità di SARS-Cov-2 (© 2021 AACE. Published by Elsevier Inc. All rights reserved). Pertanto, sulla base delle considera- un maggior rischio di infezione o di tate come favorenti la patologia virale zioni sopra elencate, si potrebbe ipo- evoluzione a prognosi peggiore, con- nella popolazione generale. Non sem- tizzare che un insufficiente livello di seguente a specifiche “disregolazio- bra comunque evidenziarsi nei pa- vitamina D potrebbe rappresentare ni” del sistema immunitario. Peraltro, zienti con SM un aumentato rischio uno degli anelli di correlazione tra molti dei pazienti con SM ad esor- di infezione o di evoluzione grave età, diverse comorbidità e maggiore dio non recente hanno sviluppato nel dell’infezione da COVID-19 rispetto suscettibilità alle complicanze e al- tempo disabilità invalidanti, con gravi alla popolazione generale. la mortalità associate all’infezione da limitazioni motorie e talvolta respira- Anzi, alcuni dati osservazionali sem- COVID-19. torie, note condizioni favorenti infe- brano documentare evidenze a favo- zioni a cattiva prognosi. re di un basso rischio di infezione o Correlazioni tra infezione Per tutte queste ragioni i pazienti con del rischio di presentare forme gravi da COVID-19 e vitamina D SM sono stati considerati “pazienti di malattia. In effetti, per alcuni far- nei pazienti con sclerosi fragili” e sono state emanate racco- maci (interferone beta e teriflunomi- multipla mandazioni specifiche relative alla li- de, in particolare) sono stati descritti All’inizio dell’epidemia da CO- mitazione dei contatti potenzialmente potenziali effetti antivirali e/o neuro- VID-19, i pazienti con SM sono stati a rischio e sull’utilizzo dei famaci im- protettivi, pertanto non viene asso- considerati potenzialmente a mag- munomodulanti o immunosoppres- lutamente consigliata l’interruzione giore rischio di infezione in quanto, sivi. I dati epidemiologici raccolti ad del trattamento in atto in corso di in- per la maggior parte, in trattamento oggi hanno documentato, anche tra i fezione da COVID 19. Infine, alcune con farmaci ad azione immunomo- pazienti con SM, alcuni casi gravi di terapie immunosoppressive tenden- dulante o immunosoppressiva, oppu- infezione da COVID-19, con evolu- ti a limitare globalmente le risposte re con gravi disabilità. Inoltre non era zione infausta, generalmente associa- del sistema immunitario, in partico- noto se la sclerosi multipla, in sé, po- ti all’età avanzata, al grado di disabilità lare ad azione sulle IL-1, IL-6 e IL-17, tesse presentare fattori condizionanti o alle note comorbidità già documen- sono state proposte come agenti te- 76
S ILE Sclerosi Multipla Informazione Letteratura Evidenze rapeutici in quanto la loro potente sono per ora evidenti differenze nella velli intermedi dei valori di normalità azione anti-infiammatoria potrebbe gravità dell’infezione tra pazienti con (50-70 ng/ml). comportare benefici limitando lo sta- SM che hanno sviluppato l’infezione e • Il paziente con SM in trattamen- to di iper-infiammazione correlato i loro conviventi non affetti da SM di to steroideo, con disabilità motoria all’infezione da COVID-19. Inoltre, medesima età. I loro valori medi di vi- moderata-grave o che comunque l’assunzione di vitamina D mantenu- tamina D sono invece risultati più bassi trascorre la maggior parte della ta costantemente nei pazienti con SM rispetto a quelli riscontrati nei pazienti giornata in casa o in una struttura potrebbe essere un fattore determi- con SM che non hanno sviluppato l’in- ospedaliera, necessita generalmen- nante nel favorire un effetto benefico fezione da COVID-19. Tali dati sem- te di dosi individuali giornaliere più protettivo contro l’infezione virale, e brano supportare l’ipotesi di un effetto elevate. Per tutti i pazienti con limi- in particolare nel ridurre il rischio di protettivo della vitamina D nel preve- tazione dell’attività motoria, dobbia- evoluzione a forme gravi. nire l’infezione da COVID-19. mo inoltre ricordare l’elevato rischio Numerose recenti pubblicazioni han- Nell’attesa di ulteriori e definitivi dati di osteoporosi, di caduta e di frattu- no preso in considerazione e approfon- ottenuti in grandi gruppi di pazienti, re conseguenti anche a lievi traumi. dito le diverse ipotesi sopra descritte, sulla correlazione protettiva tra ade- • L’età rappresenta uno dei fattori da ma senza giungere alla risoluzione guati livelli di vitamina D ed effetti considerare attentamente nella scel- univoca dei numerosi dubbi associati benefici sia sulla evoluzione della scle- ta del dosaggio da somministrare, all’infezione da COVID-19 nei pazien- rosi multipla, sia sul rischio di infe- in quanto associata a fattori con- ti SM. Ad oggi, non sono disponibili zione da COVID-19 e sull’evoluzione comitanti quali la menopausa nelle dati definitivi sull’entità del rischio di a forme gravi di infezioni, si può sot- donne, una minore attività motoria, sviluppare un’infezione da COVID-19 tolineare che: alterazione dell’assorbimento inte- nei pazienti SM (uguale, maggiore o • a tutti i soggetti dovrebbe essere rac- stinale, processi involutivi e minori minore rispetto alla popolazione gene- comandata la correzione di livel- sintesi di precursori di vitamina D rale) e, nel caso di infezione, se questa li “inadeguati” (grave insufficienza a livello cutaneo, multiple comorbi- si sviluppi in forme più o meno gravi o insufficienza) di vitamina D, pro- dità aggiuntive, politrattamenti far- rispetto ai soggetti di controllo. ponendo innanzitutto una maggio- macologici in grado di interferire A tale riguardo, presso il nostro Cen- re attività motoria in luoghi aperti e con il metabolismo della vitamina D tro è in corso uno studio atto a va- al sole, oltre ad un’adeguata integra- o sulla funzionalità di diversi organi, lutare la prevalenza di infezione da zione suppletiva di vitamina D (co- in particolare fegato e reni coinvolti COVID-19 nei pazienti con SM, ol- lecalciferolo). Sebbene la dose di nei processi di sintesi del calcitrio- tre che la gravità dell’infezione da essi supplementazione di vitamina D rac- lo. La personalizzazione del dosag- presentata. Inoltre, al fine di identifi- comandata per gli adulti dalle Agen- gio giornaliero di vitamina D3 deve care i possibili fattori, predisponenti zie Internazionali sia di 400-800 UI, essere pertanto la regola. o protettivi, correlati all’infezione da in relazione all’età del soggetto, ra- • L a dose di 4.000 UI giornaliere di COVID-19, i dati demografici, clini- ramente con tale supplementazio- vitamina D è stata definita come ci, biologici (precedenti all’infezione) ne sono raggiunti e mantenuti nel la quantità massima tollerabile, in e relativi allo stile di vita dei pazienti tempo livelli sierici entro i limiti del- quanto dosaggi superiori potrebbe- SM con sintomatologia tipica da CO- la norma. La somministrazione ora- ro comportare effetti avversi in spe- VID-19 saranno comparati: le di dosi 1.000-4.000 UI/die (o dosi cifiche condizioni cliniche. • con i dati raccolti in pazienti SM che settimanali/mensili corrispondenti) • L a definizione della frequenza di non hanno presentato alcun sinto- dovrebbe essere pertanto decisa in somministrazione migliore (gior- mo di infezione COVID-19 corre- modo individualizzato, tenendo in naliera, settimanale, quindicinale o lata, abbinati per sesso, età e DMT; considerazione il periodo dell’anno e mensile), al fine del mantenimento di • con i dati relativi alla forma clinica di le abitudini del paziente, oltre che in un bilanciamento a favore dei mol- infezione, più o meno grave, rilevata base alla verifica nel tempo del rag- teplici effetti benefici della vitami- nei soggetti conviventi non SM della giungimento e del mantenimento di na D (anti-infiammatori, antivirali, medesima età. valori sierici entro i limiti di norma inibenti fattori procoagulanti, endo- In base ai nostri dati preliminari, non (30-100 ng/ml), preferibilmente ai li- telioprotettivi e neuroprotettivi), è 77
Numero 3 - 2021 tuttora motivo di discussione, sebbe- bilmente annuali, con mappatura dei colare nei mesi invernali e primaverili. ne sembri prevalere una indicazione nevi e controlli di altri possibili aspetti Infine, solo i risultati ottenuti in studi alla somministrazione giornaliera, o precancerosi della cute, in particolare randomizzati e controllati, su grandi comunque con intervalli brevi. in soggetti a rischio. Per questi sog- gruppi di pazienti, potranno garantire getti, e per chi è costretto per diver- dati certi e definitivi, sul reale effetto Let the sun shine on you! si motivi a rimanere in luoghi chiusi preventivo e dei benefici conseguen- Il periodo estivo è ben noto avere un per la maggior parte della giornata, ti alla somministrazione di adeguate significativo effetto preventivo e limi- un’adeguata supplementazione di vi- quantità di vitamina D ai pazienti af- tante le infezioni virali, ed in particola- tamina D sarà indispensabile, in parti- fetti da COVID-19 n re contro la diffusione del COVID-19, come ben dimostrato nell’estate 2020 e come da tutti atteso anche per l’estate 2021. Riproporre gli aspetti benefici di un’adeguata esposizione al sole signifi- ca rivalutare la modalità più naturale esistente per avere elevati livelli di vi- tamina D e quindi beneficiare di tutti i potenziali effetti positivi del sole e del- la vitamina D. Ma certamente significa anche saper individualizzare i possibili rischi e benefici per ogni singolo sog- getto, conseguenti ad una maggiore e naturale esposizione al sole. Sono pertanto raccomandabili con- trolli dermatologici periodici, preferi- Letture consigliate • Allan GM, Cranston L, Lindblad A, et al. lor CL. Vitamin D deficiency: is there re- tress syndrome (ARDS) in patients with Vitamin D: a narrative review examining ally a pandemic? N Engl J Med. 2016; 375 coronavirus SARS-CoV-2 infections: Re- the evidence for ten beliefs. J Gen Intern (19):1817-20. vised Ms SBMB 2020_166. J Steroid Bio- Med. 2016;31(7):780-91. chem Mol Biol. 2020;202:105719. • Martineau AR, Jolliffe DA, Hooper RL, et • Banerjee A, Ganguly U, Saha S, et al. al. Vitamin D supplementation to pre- • Santaolalla A, Beckmann K, Kibaru J, et Vitamin D and immuno-pathology of vent acute respiratory tract infections: al. Association between vitamin D and COVID-19: many interactions but un- systematic review and meta-analysis of novel SARS-CoV-2 respiratory dysfunc- certain therapeutic benefits. Expert Rev individual participant data. BMJ. 2017; tion - A scoping review of current evi- Anti Infect Ther. 2021:1-14. 356:i6583. dence and its implication for COVID-19 pandemic. Front Physiol. 2020;11:564387. • Giustina A, Adler RA, Binkley N, et al. • Meltzer DO, Best TJ, Zhang H, et al. As- Consensus statement from 2nd Inter- sociation of Vitamin D status and other • Sempos CT, Heijboer AC, Bikle DD, et al. national Conference on Controversies clinical characteristics with COVID-19 Vitamin D assays and the definition of in Vitamin D. Rev Endocr Metab Disord. test results. JAMA Netw Open. 2020; hypovitaminosis D: results from the First 2020;21(1):89-116. 3(9):e2019722. International Conference on Controver- sies in Vitamin D. Br J Clin Pharmacol. • Giustina A, Formenti AM. Preventing a • Mercola J, Grant WB, Wagner CL. Ev- 2018;84(10):2194-207. COVID-19 pandemic: Can high preva- idence regarding vitamin D and risk of lence of severe hypovitaminosis D play a COVID-19 and its severity. Nutrients. • Sormani MP, De Rossi N, Schiavetti I, et role in the high impact of Covid infection 2020;12(11):3361. al; Musc-19 Study Group. Disease-mod- in Italy? BMJ 2020;368:m810. ifying therapies and coronavirus disease • Moretti R, Morelli ME, Caruso P. Vitamin 2019 severity in multiple sclerosis. Ann • Isaia G, Giorgino R, Rini GB, et al. Prev- D in neurological diseases: a rationale Neurol. 2021;89(4):780-9. alence of hypovitaminosis D in elderly for a pathogenic impact. Int J Mol Sci. women in Italy: clinical consequenc- 2018;19(8):2245. • Wang D, Hu B, Hu C, et al. Clinical char- es and risk factors. Osteoporos Int. acteristics of 138 hospitalized patients • Quesada-Gomez JM, Entrenas-Castillo with 2019 novel coronavirus-infected 2003;14(7):577-82. M, Bouillon R. Vitamin D receptor stim- pneumonia in Wuhan, China. JAMA. • Manson JE, Brannon PM, Rosen CJ, Tay- ulation to reduce acute respiratory dis- 2020;323(11):1061-9. 78
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