Possibili benefici della vitamina D nei pazienti con sclerosi multipla durante la recente pandemia da COVID-19

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Possibili benefici della vitamina D nei pazienti con sclerosi multipla durante la recente pandemia da COVID-19
Numero 3 - 2021

Possibili benefici della vitamina D
nei pazienti con sclerosi multipla durante
la recente pandemia da COVID-19

Vittorio Martinelli
Unità di Neurologia, Area Sclerosi Multipla, Ospedale San Raffaele, Milano

La sclerosi multipla (SM) presenta
dati di prevalenza con un andamento
crescente in aree geografiche secon-
do un gradiente Sud-Nord, correlato
alla latitudine. Si ritiene che tale as-
sociazione sia in parte dovuta al fatto
che oltre il 40° parallelo la quantità di
luce solare e di raggi ultravioletti sia
generalmente insufficiente per indur-
re un’adeguata sintesi di vitamina D
per almeno 6 mesi dell’anno. L’inci-
denza della malattia sembra inoltre
variabile nel tempo, probabilmente in
relazione a situazioni ambientali (ur-
banizzazione e industrializzazione) e
a cambiamenti comportamentali (ti-                    sole sia mediata principalmente dalla      sul metabolismo osseo e minerale e
po di alimentazione, abitudine al fu-                 sua capacità di indurre nell’organismo     su tali parametri sono stati pertanto
mo di sigaretta, stress correlato alla                la sintesi a livello cutaneo dei precur-   definiti i valori di normalità o di ca-
vita quotidiana) sviluppatisi all’inter-              sori della vitamina D. Un’insufficiente    renza/insufficienza (Fig. 1). Solo più
no di popolazioni appartenenti alla                   esposizione al sole, un ridotto appor-     recentemente, numerosi studi scien-
medesima area geografica.                             to di alimenti contenente vitamina D e     tifici hanno documentato da un lato
Negli ultimi anni si è riscontrato un                 bassi valori sierici di 25 (OH) vitamina   la rilevanza della vitamina D nel cor-
crescente e globale interesse verso l’ipo-            D sono stati ripetutamente associati ad    retto funzionamento di vari organi o
tesi che il sole, e la vitamina D in parti-           un aumentato rischio di sviluppare la      apparati. Infatti, i recettori della vita-
colare, possano avere un ruolo di primo               SM ed altre malattie autoimmuni.           mina D (VDRs, vitamin D receptors)
piano tra i cofattori ambientali associa-             La Vitamina D, e la sua carenza in         sono presenti pressoché in tutti gli or-
ti allo sviluppo della malattia. In real-             particolare, erano stati inizialmen-       gani ed apparati del nostro corpo, in
tà, sembra che l’azione protettiva del                te correlati unicamente al suo effetto     particolare intestino, ossa, muscoli,

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Possibili benefici della vitamina D nei pazienti con sclerosi multipla durante la recente pandemia da COVID-19
S        ILE     Sclerosi Multipla
                 Informazione Letteratura Evidenze

reni, organi sessuali, apparato cardio-                                 Attivazione metabolica della vitamina D
vascolare, encefalo (cellule nervose,
cellule gliali e microglia) e cellule del
sistema immunitario (linfociti T e B,                  Pelle                                                             Sole
cellule dendritiche, macrofagi, mono-
citi) e regolano l’espressione di un mi-
gliaio di geni nelle cellule mieloidi. Le
vie metaboliche controllate dai VDRs                                           Colecalciferolo
                                                         Colecalciferolo                                               7-Deidrocolesterolo
nelle cellule mieloidi sono importanti                                          (Vitamina D3)
per il mantenimento della tolleranza.
                                                                                                                        Apporto dietetico
Diversi studi hanno documentato in-
sufficienti valori di vitamina D nel 40-                                                                           Vitamina D3 (pesce, carne)
                                                                                                                    Vitamina D2 (integratori)
100% delle donne e degli uomini nel                                                                Fegato
Nord America e in Europa. L’Italia è                       CalcIfediolo
tra le nazioni europee che presentano
                                                                            25-idrossivitamina D3
un’alta prevalenza di soggetti con ipo-
vitaminosi D a seguito della mancanza                                                                                1,25 diidrossivitamina D3
di programmi di fortificazione, svilup-
pati invece nei Paesi del nord Europa.                      Calcitriolo                                            Tessuti bersaglio dei VDRs
                                                                                                   Reni
La popolazione anziana e i soggetti
diabetici o con obesità, sono tra i sot-
                                                     Figura 1. Metabolismo della Vitamina D.
togruppi a maggior rischio di carenza
di vitamina D, ma frequente è il riscon-             I valori di normalità sono descritti                 scure (circa 5 volte) in condizioni di
tro di insufficienti livelli di vitamina D           nella tabella I, secondo le diverse uni-             simile esposizione al sole. La pelle, co-
in tutte le fasce di popolazione.                    tà di misura europee o americane.                    me ogni organo, con l’invecchiamento
I precursori della vitamina D sono                                                                        perde progressivamente la sua capa-
sintetizzati a seguito dell’esposizio-               Ruolo del sole                                       cità di sintesi di vitamina D, e anche
ne ai raggi solari, ed in piccola parte              La durata dell’esposizione, oltre alla               per questo motivo la popolazione an-
anche dall’assunzione di alcuni cibi:                quantità di superficie corporea espo-                ziana ha un maggior rischio di grave
pesce, formaggi e latte in particolare.              sta al sole, condiziona la quantità di               carenza. L’intensità dei raggi solari e la
Oltre ai fattori ambientali e compor-                vitamina D sintetizzata. L’entità della              durata giornaliera della presenza del
tamentali, recenti studi hanno contri-               pigmentazione della pelle (così come                 sole sono inoltre associati alle naturali
buito a definire anche l’importanza di               il fattore di protezione delle creme so-             variazioni stagionali, correlate ad una
specifici fattori genetici, coinvolti nel-           lari) sono elementi che condizionano                 maggiore o minore sintesi di vitami-
le diverse tappe metaboliche di produ-               la sintesi di vitamina D. Pelli chiare               na D. La progressiva urbanizzazione e
zione e catabolismo della forma attiva               sono pertanto più efficienti nel sin-                la riduzione del tempo trascorso all’a-
di vitamina, nel determinare i bassi li-             tetizzare vitamina D rispetto a pelli                perto sono da considerare quali ulte-
velli di vitamina, riscontrati in circa il
70-80% dei pazienti con SM. La forma                                         25-IDROSSIVITAMINA D: VALORI SIERICI
attiva della vitamina D, il calcitriolo                        ng/ml*                  nmol/L°                              Note
(1,25 OH vitamina D), ha una emivi-                              75                          Valori ideali
“globale” presente nell’organismo ed                            >150                      >375                      Considerata tossica
è pertanto il metabolita generalmente                *ng/ml: nanogrammi/millilitro, °nmol/L: nanomoli/litro

misurato nel sangue.                                 Tabella 1. Valori sierici della vitamina D.

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riori fattori correlati allo stile di vita     • anticipata conversione CIS → SMCD         lattia, inteso come riduzione degli
modificatisi negli ultimi decenni, che         • anticipata conversione SM-RR → SM-SP      attacchi, sebbene non statisticamen-
possono avere significativamente in-           • aumentato rischio di presentare atti-     te significativo, ma soprattutto come
fluenzato la sintesi giornaliera di vi-          vità di malattia (ricadute/lesioni Gd+)    riduzione nella formazione di nuo-
tamina D.                                      • maggiore progressione della disabilità    ve lesioni, nei pazienti in trattamento
                                               Circa 2/3 dei pazienti italiani con pri-     con interferone beta ad alto dosaggio
Il ruolo della vitamina D                      mo episodio suggestivo di malattia           e con supplementazione di vitamina
sul sistema immunitario                        demielinizzante presentano valori            D, rispetto ai pazienti in trattamento
Studi condotti su modelli animali o            insufficienti o carenti di vitamina D;       con interferone senza supplementa-
in vitro hanno dimostrato un effetto           inoltre, è stata riscontrata una corre-      zione. Sembrerebbe inoltre possibile
della vitamina D nell’incrementare la          lazione significativa tra livelli bassi di   ottenere maggiori benefici nelle for-
produzione di interleuchina (IL) -4, -5        vitamina D e aumentato rischio di svi-       me iniziali di malattia, quando l’at-
e -10, ad azione anti-infiammatoria,           luppare un secondo episodio.                 tività infiammatoria è più intensa.
oltre che nell’inibizione di citochine         L’aumentato rischio di presentare un         L’effetto protettivo nella prevenzio-
pro-infiammatorie (IL-1, IL-6, IL-12,          secondo attacco era particolarmente          ne della comparsa di nuove lesioni in
TNFα, IL-17 e interferone gamma) e             più accentuato nelle donne rispetto          T2 o lesioni Gd+ sembra direttamen-
nel ridurre sia la permeabilità della          agli uomini, indicando una negativa          te proporzionale all’incremento dei li-
barriera intestinale a microorganismi          interazione tra carenza di vitamina          velli sierici di vitamina D.
ed endotossine, sia la permeabilità            D ed estrogeni, quale possibile cofat-       Parte dell’efficacia rilevata nei pazienti
della barriera emato-encefalica (BEE)          tore di una maggiore frequenza e su-         trattati con interferone potrebbe esse-
ai linfociti T attivati. Si ritiene, pertan-   scettibilità alla malattia tra le donne      re secondaria alla modulazione della
to, che la vitamina D sia in grado di          rispetto agli uomini (quindi, proba-         sintesi di vitamina D, dipendente da
indurre un ribilanciamento del siste-          bilmente, anche del maggiore effetto         variabili genetiche; pertanto, si racco-
ma immunitario verso una prevalen-             protettivo di valori adeguati di vitami-     manda di monitorare i livelli di vita-
za di fattori anti-infiammatori.               na D nella prevenzione della malattia        mina D nei pazienti in trattamento.
La quasi totalità degli studi clini-           nelle donne). Pertanto, dal punto di         Sono in corso ulteriori studi per con-
ci pubblicati nell’ultimo decennio ha          vista scientifico, possiamo sostene-         fermare i dati sino ad ora pubblicati e
sostanzialmente confermato gli effetti         re che la carenza, ed in particolare la      per identificare gli specifici aspetti im-
pro-infiammatori, e pertanto danno-            grave carenza di vitamina D, sia ge-         munologici e genetici sottostanti l’in-
si, sul sistema immunitario conse-             neralmente correlata ad una maggiore         terazione tra vitamina D e le diverse
guenti alla carenza o insufficienza di         gravità ed attività di malattia. Nei pa-     terapie modificanti il decorso di ma-
vitamina D. Il rischio di sviluppare la        zienti con bassi valori di vitamina D,       lattia (DMTs, disease-modifying the-
SM è risultato correlato con livelli in-       correggere tale carenza è sicuramente        rapies), al fine di chiarire i possibili
sufficienti di vitamina D rilevati sia         raccomandabile.                              diversi meccanismi di azione in grado
nelle madri gestanti sia nei neonati.                                                       di indurre un effetto terapeutico finale
Inoltre, una maggiore esposizione al           Vitamina D in associazione a                 cumulativo “potenziato”. La conferma
sole, correlata ad attività svolte all’a-      farmaci immunomodulanti/                     di azioni sinergiche tra vitamina D e
perto nella prima infanzia, sembra ri-         immunosoppressivi                            DMTs potrebbe comportare un ulte-
durre significativamente il rischio di         Livelli sierici più elevati di vitamina D    riore passo in avanti nella personaliz-
sviluppare la SM nei gemelli monozi-           sono stati correlati con un significati-     zazione dell’approccio terapeutico.
goti. È stata recentemente documen-            vo effetto di potenziamento dell’effetto
tata anche una correlazione tra bassi          terapeutico, clinico e radiologico, dei      Possibili effetti benefici
livelli di vitamina D, obesità o sovrap-       farmaci immunomodulanti, in parti-           con la supplementazione
peso e SM ad esordio nell’infanzia.            colare nei pazienti trattati con l’inter-    di vitamina D
Bassi livelli di vitamina D nei pazienti       ferone beta ad alto dosaggio e ad alta       Ad oggi non è possibile, purtrop-
con SM sono risultati associati ad un          frequenza di somministrazione.               po, definire l’entità del valore protet-
aumento sia degli aspetti infiammato-          Gli studi disponibili hanno documen-         tivo aggiuntivo, conseguente ad un
ri, sia dei processi degenerativi:             tato un maggior controllo della ma-          apporto “integrativo” di vitamina D,

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né il dosaggio giornaliero ottimale                  tivo di vitamina D per tutta la vita con     malattia più severa e ad un più eleva-
da raccomandare ai pazienti con SM.                  l’obiettivo di prevenire l’osteoporosi,      to rischio di mortalità. Al contrario,
Inoltre, non sappiamo se per ridurre                 studi epidemiologici hanno rilevato          pazienti che assumevano vitamina D
l’attività infiammatoria e/o degene-                 la persistenza di un’alta prevalenza di      sembra abbiano manifestato espres-
rativa della malattia sia sufficiente la             ipovitaminosi D nelle donne anziane,         sioni cliniche meno gravi di infezione
semplice correzione della carenza di                 in particolare se con diabete o obe-         da COVID-19; inoltre, l’effetto protet-
vitamina D o sia necessario raggiun-                 se. È invece infrequente la proposta ai      tivo di valori adeguati di vitamina D è
gere valori sierici di vitamina D me-                soggetti maschi over 60 di un’adegua-        più evidente in gruppi di pazienti con
dio-alti (50-70 ng/ml).                              ta integrazione del proprio fabbiso-         multiple comorbidità.
È ormai condiviso dalla maggior par-                 gno di vitamina D. Mancano ad oggi           Ben note sono, infine, le correlazioni
te dei neurologi che seguono pazienti                solidi dati di prevalenza ed inciden-        negative tra COVID-19 e stati di iper-
con SM, il raccomandare un apporto                   za di ipovitaminosi D e programmi di         coaguabilità con conseguenti danni
supplementare di vitamina D in tutti                 screening e di valutazione di tale pro-      ischemici multiorgano, oltre alla rile-
i pazienti con insufficienza o carenza               blematica in questa popolazione, così        vanza di aspetti correlati alla reazio-
della stessa (valori inferiori a 30 ng/              come in soggetti più giovani. Altissi-       ne iper-infiammmatoria, concausa di
ml) e valutarne periodicamente i valo-               ma è peraltro la prevalenza di carenza       grave insufficienza respiratoria in cor-
ri sierici, adeguando di conseguenza la              di vitamina D in pazienti seguiti pres-      so di SARS-CoV-2 e della morte dei
quantità integrativa da raccomandare.                so strutture di riabilitazione neurolo-      pazienti. Gli effetti protettivi della vi-
                                                     gica a lungo termine.                        tamina D nella prevenzione dell’in-
Correlazioni tra infezione                           La vitamina D, tra i suoi molteplici ef-     fezione da COVID-19 e delle sue
da COVID-19 e vitamina D                             fetti, come già descritto in precedenza,     complicanze possono essere dovuti a
nella popolazione generale                           è risultata essere importante anche nel      diversi fattori (Fig. 2):
Dall’analisi dei dati epidemiologici                 mantenimento dell’omeostasi vasco-           • e ffetto antivirale, limitando l’infezio-
relativi alla recente pandemia da CO-                lare, sia del macro-, sia del microcir-         ne cellulare e la replicazione virale
VID-19, la maggior parte dei decessi                 colo. Infatti, livelli ridotti di vitamina   • effetto di incremento della produzio-
interessa gli anziani con comorbidità                D sono associati ad una ridotta reatti-         ne di peptidi ad azione antimicrobica
comuni, come ipertensione, diabete e                 vità vascolare; la sua supplementazio-       • effetto di modulazione del sistema
obesità. È stato suggerito che l’età me-             ne migliora la funzionalità vascolare e         renina-angiotensina e sui recettori
dia elevata della popolazione italiana               riduce il rischio trombotico.                   ACE2, con conseguente riduzione
potrebbe essere un fattore predispo-                 Inoltre, la vitamina D è fondamentale           del danno polmonare
nente alla gravità e all’elevata mortalità           nello sviluppo di tutte le componenti        • e ffetto favorente l’integrità della
correlata all’infezione da COVID-19                  cellulari del sistema immunitario; re-          barriera epiteliale polmonare e la
in Italia, dove il 95% dei decessi è rife-           golando entrambi i bracci del sistema           stimolazione di processi riparatori
ribile a soggetti con età superiore a 60             immunitario, inibisce la risposta im-        • effetto protettivo sul microcircolo e
anni, in particolare nelle regioni del               munitaria adattativa e promuove la ri-         riduzione del danno endoteliale, che
Nord, con una prevalenza nei sogget-                 sposta immunitaria innata. In seguito          promuove la rigenerazione vascolare
ti maschi. Tra le diverse cause correla-             a queste osservazioni, è stato ipotizza-     • effetto anticoagulante ed anti-atero-
te a tali dati, sta riscontrando sempre              to che la carenza di vitamina D possa,         sclerotico (minore incidenza di eventi
maggior interesse e sostegno l’ipote-                oltre ad aumentare il rischio di pato-         micro-ischemici e macro-ischemici)
si che la carenza di vitamina D possa                logie autoimmunitarie, anche aumen-          • effetto immunomodulante, down-
rappresentare il comune denominato-                  tare il rischio di patologie del sistema        regolando la tempesta di citochine
re tra latitudine della pandemia, età e              cardiovascolare ed infezioni, sia respi-        pro-infiammatorie correlata alla
letalità dell’infezione da COVID-19,                 ratorie, sia sistemiche.                        SARS
in particolare nella popolazione ma-                 Inadeguati valori di vitamina D so-          • effetto sinergico tra estrogeni e vi-
schile anziana.                                      no stati recentemente associati ad              tamina D (possibile spiegazione del
Nonostante vi sia un atteggiamento                   un aumentato rischio di infezione da            peggiore decorso dell’infezione da
consolidato di proporre alle donne in                COVID-19, oltre che ad una maggio-              COVID-19 riscontrato negli uomini
post-menopausa un apporto integra-                   re probabilità di sviluppare forme di           rispetto alle donne)

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Numero 3 - 2021

                                 Angiotensinogeno

                                             Renina                                                SARS-Cov-2

  Angiotensina-(1-9)
                           ACE 2
                                    Angiotensina I              1,25 (OH)2D                       ACE 2

                                             ACE
                                                                                                  Danno renale
     Bradichinina
                                   Angiotensina II                                             Angiotensina-(1-7)
                                                                      ACE 2

                           Recettore AT1                                                                   Recettore Mas

       ARDS                        ↑ Infiammazione                                               ↓ Infiammazione
     Miocardite                       ↑ Apoptosi                                                   ↓ Apoptosi
   Danno cardiaco                  Vasocostrizione                                              Vasodilatazione
                                                                  SARS-Cov-2

             Rappresentazione schematica degli effetti della 1,25(OH)2D sul sistema renina-angiotensina-aldosterone.
          Il SARS-CoV-2 utilizza l'ACE2 come principale sito di ingresso del recettore e down-regola l'ACE2 nei polmoni.

Figura 2. La vitamina D e alcuni possibili potenziali meccanismi d’azione in grado di limitare l’infezione e la gravità di SARS-Cov-2 (© 2021
AACE. Published by Elsevier Inc. All rights reserved).

Pertanto, sulla base delle considera-           un maggior rischio di infezione o di             tate come favorenti la patologia virale
zioni sopra elencate, si potrebbe ipo-          evoluzione a prognosi peggiore, con-             nella popolazione generale. Non sem-
tizzare che un insufficiente livello di         seguente a specifiche “disregolazio-             bra comunque evidenziarsi nei pa-
vitamina D potrebbe rappresentare               ni” del sistema immunitario. Peraltro,           zienti con SM un aumentato rischio
uno degli anelli di correlazione tra            molti dei pazienti con SM ad esor-               di infezione o di evoluzione grave
età, diverse comorbidità e maggiore             dio non recente hanno sviluppato nel             dell’infezione da COVID-19 rispetto
suscettibilità alle complicanze e al-           tempo disabilità invalidanti, con gravi          alla popolazione generale.
la mortalità associate all’infezione da         limitazioni motorie e talvolta respira-          Anzi, alcuni dati osservazionali sem-
COVID-19.                                       torie, note condizioni favorenti infe-           brano documentare evidenze a favo-
                                                zioni a cattiva prognosi.                        re di un basso rischio di infezione o
Correlazioni tra infezione                      Per tutte queste ragioni i pazienti con          del rischio di presentare forme gravi
da COVID-19 e vitamina D                        SM sono stati considerati “pazienti              di malattia. In effetti, per alcuni far-
nei pazienti con sclerosi                       fragili” e sono state emanate racco-             maci (interferone beta e teriflunomi-
multipla                                        mandazioni specifiche relative alla li-          de, in particolare) sono stati descritti
All’inizio dell’epidemia da CO-                 mitazione dei contatti potenzialmente            potenziali effetti antivirali e/o neuro-
VID-19, i pazienti con SM sono stati            a rischio e sull’utilizzo dei famaci im-         protettivi, pertanto non viene asso-
considerati potenzialmente a mag-               munomodulanti o immunosoppres-                   lutamente consigliata l’interruzione
giore rischio di infezione in quanto,           sivi. I dati epidemiologici raccolti ad          del trattamento in atto in corso di in-
per la maggior parte, in trattamento            oggi hanno documentato, anche tra i              fezione da COVID 19. Infine, alcune
con farmaci ad azione immunomo-                 pazienti con SM, alcuni casi gravi di            terapie immunosoppressive tenden-
dulante o immunosoppressiva, oppu-              infezione da COVID-19, con evolu-                ti a limitare globalmente le risposte
re con gravi disabilità. Inoltre non era        zione infausta, generalmente associa-            del sistema immunitario, in partico-
noto se la sclerosi multipla, in sé, po-        ti all’età avanzata, al grado di disabilità      lare ad azione sulle IL-1, IL-6 e IL-17,
tesse presentare fattori condizionanti          o alle note comorbidità già documen-             sono state proposte come agenti te-

                                                                                                                                       76
S        ILE      Sclerosi Multipla
                  Informazione Letteratura Evidenze

rapeutici in quanto la loro potente                   sono per ora evidenti differenze nella          velli intermedi dei valori di normalità
azione anti-infiammatoria potrebbe                    gravità dell’infezione tra pazienti con         (50-70 ng/ml).
comportare benefici limitando lo sta-                 SM che hanno sviluppato l’infezione e         • Il paziente con SM in trattamen-
to di iper-infiammazione correlato                    i loro conviventi non affetti da SM di           to steroideo, con disabilità motoria
all’infezione da COVID-19. Inoltre,                   medesima età. I loro valori medi di vi-          moderata-grave o che comunque
l’assunzione di vitamina D mantenu-                   tamina D sono invece risultati più bassi         trascorre la maggior parte della
ta costantemente nei pazienti con SM                  rispetto a quelli riscontrati nei pazienti       giornata in casa o in una struttura
potrebbe essere un fattore determi-                   con SM che non hanno sviluppato l’in-            ospedaliera, necessita generalmen-
nante nel favorire un effetto benefico                fezione da COVID-19. Tali dati sem-              te di dosi individuali giornaliere più
protettivo contro l’infezione virale, e               brano supportare l’ipotesi di un effetto         elevate. Per tutti i pazienti con limi-
in particolare nel ridurre il rischio di              protettivo della vitamina D nel preve-           tazione dell’attività motoria, dobbia-
evoluzione a forme gravi.                             nire l’infezione da COVID-19.                    mo inoltre ricordare l’elevato rischio
Numerose recenti pubblicazioni han-                   Nell’attesa di ulteriori e definitivi dati       di osteoporosi, di caduta e di frattu-
no preso in considerazione e approfon-                ottenuti in grandi gruppi di pazienti,           re conseguenti anche a lievi traumi.
dito le diverse ipotesi sopra descritte,              sulla correlazione protettiva tra ade-        • L’età rappresenta uno dei fattori da
ma senza giungere alla risoluzione                    guati livelli di vitamina D ed effetti           considerare attentamente nella scel-
univoca dei numerosi dubbi associati                  benefici sia sulla evoluzione della scle-        ta del dosaggio da somministrare,
all’infezione da COVID-19 nei pazien-                 rosi multipla, sia sul rischio di infe-          in quanto associata a fattori con-
ti SM. Ad oggi, non sono disponibili                  zione da COVID-19 e sull’evoluzione              comitanti quali la menopausa nelle
dati definitivi sull’entità del rischio di            a forme gravi di infezioni, si può sot-          donne, una minore attività motoria,
sviluppare un’infezione da COVID-19                   tolineare che:                                   alterazione dell’assorbimento inte-
nei pazienti SM (uguale, maggiore o                   • a tutti i soggetti dovrebbe essere rac-       stinale, processi involutivi e minori
minore rispetto alla popolazione gene-                  comandata la correzione di livel-              sintesi di precursori di vitamina D
rale) e, nel caso di infezione, se questa               li “inadeguati” (grave insufficienza           a livello cutaneo, multiple comorbi-
si sviluppi in forme più o meno gravi                   o insufficienza) di vitamina D, pro-           dità aggiuntive, politrattamenti far-
rispetto ai soggetti di controllo.                      ponendo innanzitutto una maggio-               macologici in grado di interferire
A tale riguardo, presso il nostro Cen-                  re attività motoria in luoghi aperti e         con il metabolismo della vitamina D
tro è in corso uno studio atto a va-                    al sole, oltre ad un’adeguata integra-         o sulla funzionalità di diversi organi,
lutare la prevalenza di infezione da                    zione suppletiva di vitamina D (co-            in particolare fegato e reni coinvolti
COVID-19 nei pazienti con SM, ol-                       lecalciferolo). Sebbene la dose di             nei processi di sintesi del calcitrio-
tre che la gravità dell’infezione da essi               supplementazione di vitamina D rac-            lo. La personalizzazione del dosag-
presentata. Inoltre, al fine di identifi-               comandata per gli adulti dalle Agen-           gio giornaliero di vitamina D3 deve
care i possibili fattori, predisponenti                 zie Internazionali sia di 400-800 UI,          essere pertanto la regola.
o protettivi, correlati all’infezione da                in relazione all’età del soggetto, ra-      • L a dose di 4.000 UI giornaliere di
COVID-19, i dati demografici, clini-                    ramente con tale supplementazio-               vitamina D è stata definita come
ci, biologici (precedenti all’infezione)                ne sono raggiunti e mantenuti nel              la quantità massima tollerabile, in
e relativi allo stile di vita dei pazienti              tempo livelli sierici entro i limiti del-      quanto dosaggi superiori potrebbe-
SM con sintomatologia tipica da CO-                     la norma. La somministrazione ora-             ro comportare effetti avversi in spe-
VID-19 saranno comparati:                               le di dosi 1.000-4.000 UI/die (o dosi          cifiche condizioni cliniche.
• con i dati raccolti in pazienti SM che               settimanali/mensili corrispondenti)         • L a definizione della frequenza di
   non hanno presentato alcun sinto-                    dovrebbe essere pertanto decisa in            somministrazione migliore (gior-
   mo di infezione COVID-19 corre-                      modo individualizzato, tenendo in             naliera, settimanale, quindicinale o
   lata, abbinati per sesso, età e DMT;                 considerazione il periodo dell’anno e         mensile), al fine del mantenimento di
• con i dati relativi alla forma clinica di            le abitudini del paziente, oltre che in       un bilanciamento a favore dei mol-
   infezione, più o meno grave, rilevata                base alla verifica nel tempo del rag-         teplici effetti benefici della vitami-
   nei soggetti conviventi non SM della                 giungimento e del mantenimento di             na D (anti-infiammatori, antivirali,
   medesima età.                                        valori sierici entro i limiti di norma        inibenti fattori procoagulanti, endo-
In base ai nostri dati preliminari, non                 (30-100 ng/ml), preferibilmente ai li-        telioprotettivi e neuroprotettivi), è

    77
Numero 3 - 2021

 tuttora motivo di discussione, sebbe-         bilmente annuali, con mappatura dei            colare nei mesi invernali e primaverili.
 ne sembri prevalere una indicazione           nevi e controlli di altri possibili aspetti    Infine, solo i risultati ottenuti in studi
 alla somministrazione giornaliera, o          precancerosi della cute, in particolare        randomizzati e controllati, su grandi
 comunque con intervalli brevi.                in soggetti a rischio. Per questi sog-         gruppi di pazienti, potranno garantire
                                               getti, e per chi è costretto per diver-        dati certi e definitivi, sul reale effetto
Let the sun shine on you!                      si motivi a rimanere in luoghi chiusi          preventivo e dei benefici conseguen-
Il periodo estivo è ben noto avere un          per la maggior parte della giornata,           ti alla somministrazione di adeguate
significativo effetto preventivo e limi-       un’adeguata supplementazione di vi-            quantità di vitamina D ai pazienti af-
tante le infezioni virali, ed in particola-    tamina D sarà indispensabile, in parti-        fetti da COVID-19 n
re contro la diffusione del COVID-19,
come ben dimostrato nell’estate 2020 e
come da tutti atteso anche per l’estate
2021. Riproporre gli aspetti benefici di
un’adeguata esposizione al sole signifi-
ca rivalutare la modalità più naturale
esistente per avere elevati livelli di vi-
tamina D e quindi beneficiare di tutti i
potenziali effetti positivi del sole e del-
la vitamina D. Ma certamente significa
anche saper individualizzare i possibili
rischi e benefici per ogni singolo sog-
getto, conseguenti ad una maggiore e
naturale esposizione al sole.
Sono pertanto raccomandabili con-
trolli dermatologici periodici, preferi-

Letture consigliate

• Allan GM, Cranston L, Lindblad A, et al.       lor CL. Vitamin D deficiency: is there re-     tress syndrome (ARDS) in patients with
  Vitamin D: a narrative review examining        ally a pandemic? N Engl J Med. 2016; 375       coronavirus SARS-CoV-2 infections: Re-
  the evidence for ten beliefs. J Gen Intern     (19):1817-20.                                  vised Ms SBMB 2020_166. J Steroid Bio-
  Med. 2016;31(7):780-91.                                                                       chem Mol Biol. 2020;202:105719.
                                               • Martineau AR, Jolliffe DA, Hooper RL, et
• Banerjee A, Ganguly U, Saha S, et al.          al. Vitamin D supplementation to pre-        • Santaolalla A, Beckmann K, Kibaru J, et
  Vitamin D and immuno-pathology of              vent acute respiratory tract infections:       al. Association between vitamin D and
  COVID-19: many interactions but un-            systematic review and meta-analysis of         novel SARS-CoV-2 respiratory dysfunc-
  certain therapeutic benefits. Expert Rev       individual participant data. BMJ. 2017;        tion - A scoping review of current evi-
  Anti Infect Ther. 2021:1-14.                   356:i6583.                                     dence and its implication for COVID-19
                                                                                                pandemic. Front Physiol. 2020;11:564387.
• Giustina A, Adler RA, Binkley N, et al.      • Meltzer DO, Best TJ, Zhang H, et al. As-
  Consensus statement from 2nd Inter-            sociation of Vitamin D status and other      • Sempos CT, Heijboer AC, Bikle DD, et al.
  national Conference on Controversies           clinical characteristics with COVID-19         Vitamin D assays and the definition of
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