PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA 2018 - 2019 - 2020 - ESU Padova

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PIANO TRIENNALE
DI PREVENZIONE DELLA
CORRUZIONE E DELLA
TRASPARENZA
2018 - 2019 - 2020

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CONTENUTI

Premessa                                                  Pag. 3

1. Oggetto e finalità                                     Pag. 4

2. Analisi del contesto                                   Pag. 5

3. Responsabile della corruzione                          Pag. 9

4. Personale dipendente                                   Pag. 10

5 Soci in affari                                          Pag. 10

6. Risk management - La gestione del rischio corruzione   Pag. 10

7. Meccanismi e strumenti di prevenzione                  Pag. 12

8.Trasparenza                                             Pag. 17

9. Monitoraggio                                           Pag. 18

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Premessa
Il Piano triennale di prevenzione alla corruzione, disciplinato dalla Legge Anticorruzione 190/2012,
costituisce lo strumento attraverso il quale le Amministrazioni prevedono, sulla base di una
programmazione triennale, azioni e interventi efficaci nel contrasto ai fenomeni corruttivi concernenti
l’organizzazione e l’attività amministrativa.

Preso atto che la L.190/2012 non fornisce una definizione del concetto di corruzione, il Dipartimento
della Funzione Pubblica, con la Circolare n.1 del 25 gennaio 2013 che ha fornito una prima chiave di
lettura della normativa 190/2012, ha spiegato che il concetto di corruzione della Legge 190/2012
comprende tutte le situazioni in cui, nel corso dell’attività amministrativa si riscontra l’abuso da parte
di un soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati. Secondo il Dipartimento
della Funzione Pubblica la legge 190/2012 non si riferisce solo ai reati previsti dal libro II, titolo II,
capo I del Codice Penale (delitti contro la Pubblica Amministrazione), ma anche a ogni situazione in
cui, a prescindere dalla rilevanza penale, venga in evidenza un malfunzionamento
dell’amministrazione a causa dell’uso a fini privati delle funzioni attribuite, ovvero dell’inquinamento
dell’azione amministrativa ab externo, sia che tale azione abbia successo, sia nel caso in cui rimanga
a livello di tentativo.
A riguardo il Piano Anticorruzione (PNA) approvato l'11 settembre 2013 (ANAC deliberazione n.
72/2013 ) ha ulteriormente specificato il concetto di corruzione da applicarsi in attuazione della legge
190/2012, ampliandone ulteriormente la portata rispetto all'interpretazione del Dipartimento della
Funzione Pubblica, come di seguito riportato "Le situazioni rilevanti sono più ampie della fattispecie
penalistica, che è disciplinata negli artt. 318, 319 e 319 ter, C.p., e sono tali da comprendere non solo
l'intera gamma dei delitti contro la pubblica amministrazione disciplinati nel Titolo II, Capo I, del
codice penale, ma anche le situazioni in cui - a prescindere dalla rilevanza penale - venga in evidenza
un malfunzionamento dell'amministrazione a causa dell'uso a fini privati delle funzioni attribuite,
ovvero l'inquinamento dell'azione amministrativa ab externo, sia che tale azione abbia successo sia
nel caso in cui rimanga a livello di tentativo"
Si propone dunque di superare un approccio meramente repressivo e sanzionatorio di tale fenomeno,
promuovendo un intenso potenziamento degli strumenti di prevenzione, dei livelli di efficienza e
trasparenza all’interno delle Pubbliche Amministrazioni. Intende così ridurre la possibilità che si
manifestino casi di corruzione, aumentando la capacità di scoprire questi casi e, in generale, creando
un contesto sfavorevole alla corruzione stessa.

Profilo della società
Esu Gestioni e servizi, società a responsabilità limitata e partecipata al 100% da ESU di Padova, Ente
Regionale per il diritto allo studio Universitario, nasce nel 2002 per dare risposta ad un'esigenza sorta
dall'ampliamento della domanda di servizio di ristorazione e di alloggio agli studenti universitari nella
cittadella universitaria di Agripolis in Legnaro (PD). Per rendere maggiormente efficienti e snelli i
servizi agli studenti, Esu di Padova intese creare una società privata a totale partecipazione pubblica
con il compito di gestire nel Polo di Agripolis i seguenti servizi per il diritto allo studio universitario:
servizio di ristorazione e di alloggio.
La mission aziendale è stata e rimane dunque quella di Esu di Padova, vale a dire attuare i servizi per
il diritto allo studio universitario con un sistema gestionale orientato al miglioramento costante e
continuo, all’ottimizzazione della gestione delle risorse propria delle società private e capace di
fornire servizi ai cittadini, con l’appropriatezza, l'adeguatezza e la trasparenza tipici dell'ente
controllante.
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Attualmente la Società è amministrata da un Amministratore Unico e l'organico è costituito da 21
unità operative, cui viene applicato il CCNL Turismo - Pubblici Esercizi. Il personale dipendente in
servizio è composto da 9 unità a tempo pieno e 12 unità a tempo parziale.
Per quanto concerne l’attività della società, si rende noto che Esu di Padova, controllante di Esu
Gestioni e servizi srl ha avviato la procedura di chiusura e messa in liquidazione della società, su
indicazione dalla Regione Veneto la quale, con DGR n. 785 del 29.05.2017 e ha conferito al
Commissario Straordinario dell'ESU di Padova i poteri necessari per completare il processo di
revisione straordinaria della Società partecipata, disciplinato dal D.lgs. n. 175/2016, nei termini ivi
previsti.
Adempimenti nelle società partecipate
La legge 190/2012 stabilisce in particolare (art.1 c. 34) che le disposizioni dei commi da 15 a 33
dell’art.1 ivi contenute in materia di trasparenza si applicano anche alle società partecipate dalle
amministrazioni pubbliche e alle loro controllate.
È stabilito del resto dall’art. 2-bis, co. 3, del D.lgs. 33/2013, novellato dal D.lgs 97/2016, che alle
società in partecipazione, come definite dal decreto legislativo emanato in attuazione dell'articolo 18
della Legge delega 7 agosto 2015, n. 124, alle associazioni, alle fondazioni e agli enti di diritto
privato, anche privi di personalità̀ giuridica, con bilancio superiore a cinquecentomila euro, che
esercitano funzioni amministrative, attività di produzione di beni e servizi a favore delle
amministrazioni pubbliche o di gestione di servizi pubblici, si applica la medesima disciplina in
materia di trasparenza prevista per le pubbliche amministrazioni «in quanto compatibile» e
«limitatamente ai dati e ai documenti inerenti all’attività di pubblico interesse disciplinata dal diritto
nazionale o dell’Unione europea».

Il PNA 2016, di cui alla Delibera di ANAC n. 831 del 3 agosto 2016, inoltre ricorda che, in linea con
la Determinazione ANAC n. 8/2015, le società partecipate da Enti pubblici che hanno già adottato il
modello di organizzazione e gestione ai sensi del D.lgs 231/2001 possano, anche su indicazione delle
amministrazioni partecipanti, programmare misure organizzative ad hoc ai fini di prevenzione della
corruzione ex L 190/2012. A tale scopo ESU Gestioni Servizi ha integrato il Modello Organizzativo
ex D.lgs n. 231/2001 esistente con un ulteriore documento denominato "Piano triennale di
prevenzione della corruzione" redatto e aggiornato con periodicità annuale che contiene le ulteriori
misure organizzative adottate dalla Società per prevenire i reati e più in generale i fenomeni di mala
administration di cui alla L. 190/2012.

Tanto premesso, in ossequio a quanto già indicato da ANAC per le società e gli enti di diritto privato
controllati e partecipati dalle pubbliche amministrazioni e per gli enti pubblici economici nella
determina n. 8 del 17 giugno 2015 e poi più precisamente nella più recente Determinazione n. 1134
del 8/11/2017, che ha chiarito ulteriormente gli ambiti e le modalità di applicazione della normativa
, ESU Gestioni e Servizi srl ha provveduto alla nomina di un proprio Responsabile della prevenzione
della corruzione (RPC) e ad ottemperare agli obblighi in materia di trasparenza nei modi e termini
definiti dalle summenzionate determine, come successivamente in dettaglio precisato.

1. Oggetto e finalità
Stante quanto su esposto ESU Gestioni Servizi SRL ogni anno provvede ad aggiornare il Piano
Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC) con lo scopo di individuare una serie di barriere
interne all'amministrazione volte a prevenire e ad arginare il fenomeno corruttivo, nonchè, attraverso
l'applicazione del modello di risk management, di fornire una valutazione del diverso livello di
esposizione al rischio di corruzione associato alle proprie attività e funzioni. A riguardo si precisa che
con il processo di risk management s'intende identificare i rischi, valutarli nel loro impatto e nella
probabilità di manifestazione e attivare le strategie più appropriate per governarli, ossia per
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neutralizzarli o comunque per ridurli ad un livello accettabile che consenta di raggiungere gli obiettivi
dell’organizzazione.

Il PTPC è soggetto a revisione entro il 31 gennaio di ogni anno trattandosi di documento
programmatico dinamico che pone in atto un processo ciclico, nell'ambito del quale le strategie e le
misure di contrasto per prevenire i fenomeni corruttivi sono sviluppate e soggette a modifica in quanto
i rischi non sono statici, ma possono variare nel corso del tempo, essendo il contesto interno ed esterno
della Società suscettibile a cambiamenti.
Pertanto si procede anche per l'anno 2018 ad aggiornare il PTPC con riferimento al triennio 2018-
2020, alla luce degli aggiornamenti e delle linee guida definite dall'ANAC n. 831 del 3 agosto 2016
e alle utime determinazioni del 8/11/2017 e in stretta relazione al PTPC dell'Esu di Padova cui si fa
riferimento.
A riguardo si precisa che, proprio in ossequio al D.lgs 33/2013, come novellato dal D.lgs 97/2016 e
alle linee guida ANAC sopracitate, il Responsabile della prevenzione in materia di corruzione è anche
la Responsabile in materia di Trasparenza e, data la stretta correlazione tra la prevenzione della
corruzione e la trasparenza, la disciplina della trasparenza diventa una specifica sezione del PTPC.

2. Analisi del contesto
Con l'analisi del contesto in cui opera la Società si intende descrivere e analizzare come il rischio
corruttivo possa essere favorito da eventuali specificità dell'ambiente in termini di strutture territoriali
e di dinamiche sociali, economiche e culturali o in ragione di caratteristiche organizzative interne.

2a. Contesto esterno
Esu gestioni e servizi opera all’interno della cittadella di Agripolis nel territorio comunale di Legnaro
(PD). Si tratta di una cittadella Universitaria costruita all’inizio degli anni 90 dall’Università di
Padova e che si è sviluppata nel tempo ospitando le scuole di medicina veterinaria, di agraria, di
tecnologia alimentare e di scienze animali. La cittadella ospita anche la sede principale di Veneto
sviluppo, società partecipata della regione veneto.
All’interno della cittadella operano quindi quasi nella totalità dipendenti dell’Università di Padova e
di istituzioni regionali. E’ inevitabile considerare quindi che il contesto esterno su cui ESU Gestioni
e servizi opera sia molto influenzato dal contesto più ampio della città di Padova, una Città
caratterizzata dalla presenza di numerose sedi di governo di enti pubblici e privati e dalla presenza
appunto di un importante Ateneo universitario storico, qual' è quello patavino, uno dei principali
Stakeholder dell'ESU di Padova e quindi di conseguenza di Esu Gestioni e servizi, fondato nel 1222
e caratterizzato da una storia molto importante per le scoperte a livello mondiale che nel corso dei
secoli si sono susseguite, rendendo Padova la capitale scientifica del mondo tra il 1400 e il 1800.
Nel corso della sua lunga storia, l'Università di Padova fu luogo d'incontro di alcune tra le più
importanti personalità europee ed italiane, tra le cui fila si annoverano personaggi del calibro di Leon
Battista Alberti, Nicolò Copernico e Melchiorre Cesarotti; dal 1592 per 18 anni consecutivi (definiti
dall'interessato i migliori della sua vita), Galileo Galilei resse la cattedra di matematica presso l'ateneo
patavino; inoltre il 25 giugno 1678 si laureò la prima donna al mondo, Elena Lucrezia Cornaro
Piscopia, nobildonna, discendente della Regina Cornaro di Cipro che 2 secoli prima donò il suo Regno
a Venezia.
Sin dalle sue origini l'Università di Padova è riuscita a favorire la presenza di studenti stranieri.
Attualmente l'Ateneo di Padova accoglie il 50,67% degli studenti universitari stranieri dell’intera
Regione Veneto: infatti i dati più recenti forniti dall’Università degli Studi di Padova indicano che
per l’anno accademico 2015/2016 l'Ateneo della città ha contato la presenza di 2.501 studenti
stranieri, di cui le nazionalità più rappresentate sono quella rumena, seguita da quella albanese,
moldava e cinese.
ESU Gestioni e servizi , così come già detto, eroga i servizi per il diritto allo studio agli studenti
dell'Ateneo patavino, in particolare il servizio di ristorazione e di alloggio per gli studenti afferenti
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alla cittadella e, per garantirli, opera in stretto rapporto di collaborazione e sinergia Esu di Padova e
quindi anche se pur indirettamente con l’ Università.
Gli altri Stakeholders di Esu Gestioni e servizi sono i medesimi indicati da ESU di Padova e sono:
- I Conservatori di musica e le Scuole superiori di mediazione linguistica;
- Esu di Padova;
- la Regione Veneto, di cui ESU è ente strumentale.
- il Comune di Legnaro, comune nel quale ha sede l’unità operativa della società;
- la Questura e la Guardia di Finanza alle quali ESU offre il suo supporto per garantire la sicurezza
pubblica nella gestione dei flussi degli studenti italiani e stranieri che beneficiano dei servizi per il
diritto allo studio offerti da ESU nello specifico presso la cittadella di Agripolis, nonché per
mantenere il rispetto delle regole di accesso ai servizi stessi;
- la popolazione degli studenti iscritti all'Ateneo di Padova, nonché gli aspiranti studenti universitari,
che studiano nelle facoltà della sede distaccata.
Rientrano inoltre tra i propri Stakeholders anche numerose aziende private fornitrici, in primis quelli
dei servizi più rilevanti per peso economico, relativi al servizio di alloggio ( pulizie, vigilanza etc...)
e al servizio di ristorazione.

Il territorio di riferimento - Il Veneto
Il Veneto è una delle tre regioni del Nordest italiano. Dalle evidenze dell'ampia fotografia scattata a
fine anno 2017 dall'Ufficio statistica della Regione nel “Bollettino socio-economico del Veneto”
risulta che il Veneto tiene saldo un ruolo di locomotiva con una crescita del PIL Veneto pari a + 1,4%
grazie ad un consolidamento degli investimenti (+ 2,5%) e ad una ripresa dei consumi delle famiglie
(+1,6%). Le previsioni per l'anno prossimo indicano un trend positivo del PIL, un deciso aumento
degli investimenti con una crescita dei consumi.
Dal lato imprese, a fronte di un calo dei fallimenti, si assiste ad uno stallo del numero di aziende
attive. A fare da molla all'economia veneta resta sempre l'export che a settembre ha segnato + 5,1%
superando i 45 miliardi grazie soprattutto a lavorazioni di metalli, meccanica e apparecchiature
elettriche, oltre a chimica e agroalimentare. Trai mercati di destinazione svettano le esportazioni verso
gli USA, la Polonia, la Francia ed il mercato russo (+ 14,4%).
Nei primi nove mesi del 2017 si è registrata anche una significativa crescita del flusso dei turisti in
Veneto. Mettendo insieme chi viene in vacanza in Veneto, per affari, cure e eventi culturali -sportivi,
si è registrato un + 5,4% di arrivi stranieri e un 3,7% di italiani, per un totale di + 3,8% di
pernottamenti.
Grazie a turismo – servizi e alla ripresa produttiva le buone notizie si vedono anche per l'occupazione.
Nel terzo trimestre del 2017 si è assistito ad un aumento degli occupati del 1,8% e ad una diminuzione
dei disoccupati dell'8,3%: il tasso di disoccupazione (5,9%) è il più basso fra quelli rilevati dal 2012
in Veneto, mentre il tasso di occupazione risalito al 66,2% è il più alto dall'inizio della crisi di quasi
dieci anni fa. La cassa integrazione a giugno 2017 coinvolgeva circa 20.400 lavoratori, vale a dire il
41% in meno di lavoratori rispetto ad un anno prima.
Non mancano però le zone d’ombra, rivelate dagli indici di povertà, che sono in crescita, e di
disuguaglianza sociale. In media le famiglie venete guadagnano più della media nazionale (38.075
euro all’anno contro 35.017 euro) e il rischio povertà è più contenuto: il 16,8% della popolazione è a
rischio, contro una media nazionale del 28,7 ed europea del 23,7%. Ma la disparità rimane un
problema preoccupante: il 10% più ricco della popolazione accumula da solo 5 volte il reddito a
disposizione del 10% più povero (8,5 volte in Italia). Nel 2015 circa 828 mila persone in Veneto
avevano un reddito inferiore alla cosiddetta "minima sociale" (+ 25 mila rispetto al 2014).
Continua poi a diminuire la popolazione in Veneto: a luglio 2017 i residenti sono 4.902.999, -24 mila
rispetto a fine 2014, di cui oltre 4 mila persi nei primi 7 mesi dell’anno. Il calo è da attribuire alla
componente naturale, non più compensata dai flussi migratori. Le nascite segnano -22% dal 2008 e
il tasso di fecondità scende a 1,39 figli per donna, quando era 1,49 nel 2008. In Europa l’Italia detiene
primati demografici poco lusinghieri: ha tra i più bassi livelli di fecondità ed è il Paese più vecchio.
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Il Veneto segue a ruota e le previsioni indicano un ulteriore inasprimento del processo di
invecchiamento della popolazione.

Il territorio di riferimento - Padova e provincia
La città di Padova è un importante centro storico - culturale dove il polo universitario allo stato attuale
funge da importante elemento catalizzatore e punto di attrazione di un pubblico sempre più
internazionale.
La storica sede universitaria qui presente ha contato nell’anno accademico 2015/2016 la presenza di
58.136 iscritti, molti dei quali provenienti da fuori Padova (il 71,62% degli iscritti) e fuori regione (il
19,22%) e alcuni dei quali giungono inevitabilmente anche alla sede distaccata di Legnaro.
L'Università di Padova negli ultimi anni ha avviato un complessivo processo di riorganizzazione e di
riqualificazione finalizzato al riammodernamento delle proprie strutture operative, migliorando la
qualità dei servizi offerti a studenti e docenti stranieri; ha condiviso con le altre istituzioni del
territorio best practice finalizzate alla rimozione degli ostacoli burocratici che rallentano il processo
d'internazionalizzazione; ha implementato diffusi processi di rinnovamento della didattica per
renderla più attraente ad un pubblico internazionale e al contempo ha sviluppato progetti di mobilità
e di scambio all'estero di studenti e docenti; ha cercato di migliorare la qualità della comunicazione
verso l'estero, improntando una politica tesa al miglioramento della posizione dell'Ateneo patavino
nei ranking internazionali.
Tali processi toccano se pur marginalmente la cittadella di Agripolis dove opera Esu Gestioni e
servizi.

Aspetti legati alla sicurezza e legalità nel territorio di riferimento
Dal bilancio dell’attività presentato a fine anno dal Questore di Padova si è registra una flessione dei
reati, sia come numero complessivo (-12%) sia come con riferimento alle singole tipologie di delitti,
fatta eccezione per quella di tipo informatico. A crescere sono più in generale le frodi nei confronti
della fascia più debole, giovanissimi e anziani. Sono ben 1700 i casi denunciati nello scorso anno,
con 665 truffatori scoperti e indagati o arrestati; trattasi di un reato molto ampio che racchiude tante
tipologie diverse, dalla truffa del finto addetto alla lettura del contatore che raggira l’anziano alla
frode informatica, con finti annunci di vendita pubblicati sui siti di acquisti via internet. A tale fine è
stato siglato un protocollo dalla Questura di Padova con la Polizia Postale finalizzato a garantire
un’elevata sicurezza al Paese e al suo sistema economico e sociale, ormai basato su sistemi
informatizzati, dove i crimini informatici incidono gravemente in termini economici sulle aziende,
oltre che sulla percezione di sicurezza avvertita dai cittadini.
Con il presente protocollo s’intendono condividere procedure ed informazioni idonee ad aumentare
la capacità di prevenzione e contrasto dei crimini informatici (cybercrime e cyberterrorismo), nonché
s’intende prevedere anche la realizzazione e la gestione di comunicazioni fra le parti in caso di
emergenza.
Con riferimento ai furti perpetrati in provincia si è registrata invece una diminuzione del 13% dei
furti in abitazione, del 21% degli scippi e del 6% dei furti negli esercizi commerciali. Si è assistito
pure ad una riduzione delle rapine, che nel 2017, rispetto al 2016, sono diminuite complessivamente
del 13%.
Importanti anche i numeri relativi al contrasto dello spaccio di droga, con 337 pusher arrestati
nell’ultimo anno e altri 700 denunciati a piede libero. Nonostante i numeri confortanti, i cittadini
chiedono maggiore sicurezza
La modesta percezione di sicurezza avvertita dal cittadino padovano è alimentata anche da un
contesto regionale, quale è il Veneto, caratterizzato dalla presenza di ingenti interessi economici della
criminalità organizzata, sia autoctona, sia nazionale di altre aree, sia straniera.
I movimenti criminali peraltro sono agevolati dall’imponente passaggio di merci e persone che
caratterizzano l’area:

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 le merci, perché l’area è di confine e costituisce il principale transito verso l’Est, la Francia, nonché
la Penisola Iberica;
 le persone, perché il Nordest è, sia una delle porte d’ingresso all’Europa “ricca” dei flussi migratori
di profughi e clandestini, sia area di movimenti pendolari con l’Est della U.E., di persone dedite ad
attività lecite e non lecite, sia infine perché il Veneto è una delle prime regioni d’Italia per presenze
turistiche.

L’attività della Magistratura negli ultimi anni ha accertato che anche in Veneto è ormai radicata
l’infiltrazione e alcuni casi di radicamento delle organizzazioni mafiose. Queste investono per
“ripulire” e “riciclare” i proventi delle attività illegali nell’edilizia, nel commercio, nei lavori pubblici,
nella sanità e nello smaltimento dei rifiuti.
Per quanto riguarda, in particolare, i reati contro la pubblica amministrazione, la corruzione
nell’ultimo anno ha coinvolto l’Università, la Sanità ed il Comune di Padova.
Alla ribalta delle cronache è giunto lo scandalo sulle presunte tangenti richieste per pilotare appalti
di lavori, in cui sarebbe coinvolto un gruppo di dipendenti e un dirigente dell’Università di Padova,
indagati per corruzione e turbativa d’asta. Tale gruppo avrebbe concesso a imprenditori edili un flusso
di lavoro costante e la garanzia di pagamenti rapidi da parte dell’Università in cambio di favori di
varia natura e specie.
Per malasanità si è distinta anche l’Azienda sanitaria di Padova: è stata infatti avviata un’inchiesta in
Procura a fronte di comportamenti corruttivi tenuti da personale medico che, in cambio di
“bustarelle”, faceva saltare ai pazienti le liste d’attesa .
Altra inchiesta ha coinvolto il Comune di Padova dove è stata avviata un'indagine per reati di
corruzione, per atti contrari ai doveri d'ufficio, induzione indebita a dare e a promettere utilità. Nel
mirino in particolare un meccanismo di frazionamento adottato, per un valore complessivo di circa
un milione e mezzo di euro, che avrebbe consentito di aggirare l'obbligo della gara, nonché il mancato
rispetto del principio di rotazione.

2b). Contesto interno
Esu Gestioni e Servizi è una società strumentale ad ESU di Padova che opera in un mercato chiuso,
il Campus di Agripolis, Il territorio intorno al Campus, come facilmente verificabile da foto aerea,
non presenta altri punti commerciali e /o servizi competitivi alternativi a quelli offerti da ESU
Gestioni Servizi.
Assetto organizzativo
L'organigramma di ESU Gestioni e Servizi è rappresentato nel grafico sotto riportato. La Società è
amministrata ad un Amministratore Unico e l'organico è costituito da 21 dipendenti alla data del 31-
01-2018, cui viene applicato il CCNL Turismo - Pubblici Esercizi.
Pur trattandosi di Società a Responsabilità Limitata, ESU Gestioni e Servizi, quale partecipata al
100% di ESU, è stata attratta alla disciplina di contenimento della spesa pubblica prevista da legge
statale e regionale per le PA e più precisamente per ESU di Padova, con particolare riferimento al
contenimento della spesa per il personale e al blocco del turn over imposto dalla Regione Veneto a
decorrere dal 2011 e a tuttoggi ancora vigente. Ciò ha impedito alla Società di potere sviluppare nel
tempo le attività e i servizi offerti agli studenti e l'ha indotta ad una progressiva contrazione dei costi
e della varietà dell'offerta ristorativa, soggetta a periodico monitoraggio puntuale da parte di ESU, in
qualità di Amministrazione controllante.
L’assetto organizzativo è molto semplice ed è riportato nel grafico seguente

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ORGANIGRAMMA AZIENDALE

3. Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza
In seguito alle dimissioni del Direttore di ESU Gestioni Servizi srl, dott. Giorgio Sbrissa, che
ricopriva il ruolo di RPC in ESU Gestioni Servizi, è stato individuato nel dipendente Marco MORIN
il nuovo Responsabile della Prevenzione della Corruzione della Società, nominato con atto del 23-
11-2016, dipendente che nell'attuale organizzazione ricopre il livello e l'inquadramento più elevato
(2^ livello).

Il RPC ha il compito di: - predisporre il PTPC entro i termini stabiliti, sottoponendolo
all'approvazione dell'Amministratore Unico; - proporre la modifica del Piano quando sono accertate
significative violazioni delle prescrizioni ovvero quando intervengano mutamenti nell'organizzazione
o nell'attività dell'amministrazione, proponendo eventuali aggiornamenti anche infra-annuali; -
individuare il personale da inserire nei programmi di formazione volti alla diffusione della cultura
dell'etica e della legalità; - redigere una relazione annuale sui risultati della propria attività (15
dicembre); - verificare l'efficace attuazione del Piano e la sua idoneità.

In ESU Gestioni Servizi srl il RPC si avvale del supporto del personale di Amministrazione con i
seguenti compiti e funzioni:
a) programmazione e sviluppo della strategia di prevenzione della corruzione, di promozione della
trasparenza e dell'accesso civico, di diffusione della cultura dell'etica e della legalità;
b) sviluppo, adozione e implementazione di processi di risk management in ambito di prevenzione e
contrasto della corruzione e in generale della “mala gestio” all'interno dell'organizzazione;
c) programmazione e sviluppo di sistemi di controllo interni sull'attuazione della strategia di
prevenzione e di promozione della trasparenza al fine di verificare che le misure adottate perseguano
i risultati attesi, siano efficaci e adatte al contesto organizzativo della società;
d) individuazione del personale da inserire nei programmi di formazione ;
e) coordinamento con gli indirizzi e gli strumenti programmatori stabiliti dall'Amministrazione
controllante.
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In caso d'inadempimenti da parte del RPC riscontrati in sede di monitoraggio da parte
dell'Amministrazione controllante, (come previsto del resto nel PTPCT 2018 -2020 di ESU di
Padova), il suddetto è soggetto a responsabilità disciplinare oltre che a segnalazione agli organi di
controllo competente, secondo quanto previsto dalla normativa vigente.

Il Piano viene poi pubblicato sul sito internet dell'Esu di Padova nella sezione dedicata ad Esu
Gestioni    e    Servizi     -Adempimenti       Trasparenza-    Piano     anticorruzione   (URL
http://www.esupd.gov.it/it/Pagine/ESU_SRL/adempimenti-trasparenza.aspx)

4. Il Personale dipendente
I principali protagonisti della strategia di prevenzione della corruzione sono tutti i dipendenti della
società che sono chiamati a dare corretta attuazione del Piano perseguendo gli obiettivi di trasparenza,
integrità e prevenzione, soprattutto alla sua implementazione nella logica tesa al miglioramento
continuo. La violazione dei doveri e degli obblighi previsti dal PTPCT dà luogo a responsabilità
disciplinare e, ove sussistano i presupposti, a responsabilità penale, civile, amministrativa o contabile
del dipendente. In questa ottica una leva fondamentale è rappresentata dalla sensibilizzazione e dalla
formazione del personale in materia di etica, integrità e trasparenza, quale vera e propria azione
integrata e strutturata di trasmissione di conoscenze e di fortificazione dei valori etici sottesi al buon
andamento dell'attività amministrativa.

5. I soci in affari
Con il termine "soci in affari" s'intende ricomprendere qualunque parte esterna con cui
l'organizzazione ha o progetta di stabilire una qualsivoglia forma di relazione commerciale. I
soci in affari comprendono, a titolo non esaustivo, i clienti, i fornitori esterni, i consulenti, gli
appaltatori etc..... Anche i soci in affari sono tenuti ad osservare le misure contenute nel PTPCT,
nonchè ad assumere comportamenti conformi al Codice etico e al Codice di condotta adottato
dalla Società: allo scopo s'intende inserire clausole contrattuali che prevedano la risoluzione
del rapporto contrattuale in caso di loro inosservanza da parte dei soci in affari.

6. Il risk management - La gestione del rischio corruzione
Ai sensi dell’art. 1 comma 9, lett. a) della Legge 190/2012 il Piano di prevenzione della corruzione
deve individuare “le attività, tra le quali quelle di cui al comma 16, nell’ambito delle quali è più
elevato il rischio di corruzione.
Il rischio di corruzione è inteso come il possibile divario tra la manifestazione di un fenomeno e la
situazione attesa e, quindi, come un evento futuro e incerto (variabile aleatoria) che può influenzare
il raggiungimento degli obiettivi della Società. In base a tale accezione il rischio, se valutato rispetto
ad una situazione media o attesa, può avere sia manifestazioni negative (minacce), sia manifestazioni
positive (opportunità). Esiste dunque una stretta relazione tra rischio e obiettivi, poiché esso è legato
a qualsiasi evento, esterno e interno alla Società, che possa influenzare il conseguimento degli
obiettivi della Società.
Attraverso il processo di risk management (ERM), la Società ha inteso mappare le proprie attività,
funzioni, i singoli processi con l'obiettivo d'identificare e fare emergere i rischi associati, misurarli,
valutarli, gestirli attraverso l'implementazione di adeguate misure di prevenzione generali e
specifiche, infine monitorali nel tempo.

Nel PTPC 2014-2016, in sede di prima adozione, considerando la stretta relazione esistente con
l'Amministrazione controllante sia per la mission che per il controllo analogo cui è sottoposta la
Società, si è avviata l'analisi procedendo dai processi individuati e mappati dall'Amministrazione
controllante. Si sono stralciati dunque i processi afferenti ad attività/funzioni che non riguardano la
Società; si è invece rinviato alla mappatura dei processi dell'Amministrazione controllante per quelle
                                                                                                       10
funzioni/attività che quest'ultima svolge verso la Società, alla luce delle condizioni contrattuali
previste nei disciplinari di servizio ad oggi vigenti.
In considerazione dell'estrema semplicità organizzativa della Società e delle funzioni strettamente
operative che le rimangono in capo, la mappatura è stata limitata alle Aree, considerate dal PNA a
maggior rischio corruzione: 1) Acquisizione e progressione del personale; 2.) Affidamento di lavori,
servizi e forniture.
Dalla mappatura e dall’analisi delle aree individuate è emersa la presenza di esposizione a rischio
basso di corruzione.
Nel corso dell'anno 2016 e 2017 non si sono poi riscontrati "fatti e/o eventi sentinella", che hanno
modificato l'esposizione a rischio di corruzione dei processi mappati, quali a titolo esemplificativo,
reclami di stakeolders, denunce, ricorsi richieste di accesso civico, indirizzate alla Società o
all'Amministrazione controllante, per quanto di competenza della Società. D’altra parte i compiti in
capo alla società e le procedure presenti non sono mutate.

In fase di aggiornamento del presente PTPC 2018 -2020, non sono stati individuati ulteriori processi
rischiosi e si sono volute riconfermare le misure di prevenzione già adottate nei piani precedenti,
stante l’estrema semplicità organizzativa e il ridotto margine di autonomia della società da un punto
di vista amministrativo ed economico.
Per quanto riguarda quindi
l'Area 1) “Acquisizione / reclutamento del personale e conferimento d'incarichi di
collaborazione”, si specifica che tale attività viene delegata all'Amministrazione controllante che
applica criteri, modi e tempi secondo quanto previsto da legge e dai regolamenti vigenti. Si precisa
che, a causa del blocco del turn over, qualunque assunzione è subordinata inoltre anche al preventivo
nulla osta da parte della Giunta della Regione Veneto.
Per quanto concerne le progressioni interne di carriera, sono estremamente limitate e dettate solo
ed unicamente dall'esigenza di sopperire alla mancanza di personale dimessosi non sostituibile,
compatibilmente con i profili idonei già presenti nell'organizzazione.

l'Area 2) “l'Affidamento di lavori, servizi e forniture” : per lavori/forniture/servizi di importo
superiore a 40.000 € la selezione del contraente viene delegata all'Amministrazione controllante che
opera, se possibile, attraverso l’indizioni di bandi di gara a cui la coscietà aderisce tramite accordo
quadro.
Per gli affidamenti di importo inferiore a detta soglia, e comunque superiore ad €. 1.000,00, i fornitori
vengono scelti tra quelli presenti nell'albo fornitori dell'Amministrazione controllante, o tra quelli
individuati in MEPA dall’Amminsitrazione stessa, richiedendo un preventivo che comunque viene
raffrontato con almeno altri due preventivi richiesti ad altrettante ditte fornitrici dello stesso servizio.
I preventivi vengono comparati e la scelta del contraente avviene nel rispetto dei criteri definiti dal
D.lgs 50/2016 ossia minor prezzo od offerta economicamente più vantaggiosa (migliore rapporto
qualità/prezzo).
Nel caso in cui il servizio/fornitura richiesto non sia reperibile all'albo on line dei fornitori
dell'Amministrazione controllante o in MEPA si procede comunque analogamente a quanto sopra
esposto con fornitori presenti nel libero mercato.
Si rammenta che per l'identificazione e la valutazione del rischio si è utilizzata la metodologia prevista
dal PNA 2013 (ERM - Enterprise Risk management).

Considerate le due aree di rischio citate, se ne è valutato il valore dell’esposizione al rischio
corruzione dei processi afferenti, in termini d’impatto e di probabilità. In seguito all’esito di tale
valutazione, risultato della combinazione delle valutazioni sull’impatto e sulla probabilità del rischio,
si è collocato ciascun processo nell’apposita 1^ “Matrice Impatto – Probabilità”, nelle rispettive aree
rosse, gialle e verdi, precisando che con il colore rosso sono qualificati i processi con elevata

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esposizione a rischio, con il colore giallo i processi con minore esposizione a rischio, con il colore
verde i processi con bassa esposizione a rischio.
Nella realtà specifica della Società, si è evidenziato che la maggior parte dei processi si collocano in
area verde, mentre una minoranza in area gialla.
Dalla mappatura dei processi e dei rischi associati si è preso atto che nella Società non esistono rischi
specifici che vanno attenzionati o comunque combattuti o neutralizzati con misure specifiche di
prevenzione, come evidenziato nel registro dei rischi ivi allegato (REGISTRO RISCHI). Ci si limita
dunque per il triennio 2018, 2019, 2020 ad aggiornare e ad integrare le misure trasversali
anticorruzione già esistenti, oggetto di monitoraggio oltre che dal RPC della Società, anche da parte
dell'Amministrazione controllante.

7. Meccanismi e strumenti di prevenzione
Si riportano gli interventi che s'intendono realizzare trasversalmente per prevenire e contrastare la
corruzione e che interessano i diversi momenti e ambiti dell’agire amministrativo, in particolare i
meccanismi di formazione, di attuazione e di controllo della decisione.

a) Controllo periodico, come già del resto previsto dalla normativa vigente, sull’attività
amministrativo - contabile. Ci si riferisce in particolare al controllo sulla regolarità delle scritture
contabili e sui relativi adempimenti previsti da legge. I suddetti controlli vengono effettuati con
periodicità trimestrale dal Revisore dei conti il quale provvede al termine del controllo a redigere un
verbale di riscontro.

b) Monitoraggio/verifica delle cause d'inconferibilità/d'incompatibilità sugli incarichi di vertice
ricoperti nella Società, di cui al D.lgs 39/2013 e smi, a cura del personale di Amministrazione della
Società.
Tipologia di verifica e periodicità:
1. Sulle dichiarazioni di assenza di cause d'inconferibilità verifica puntuale sulle dichiarazioni entro
15 giorni dal loro rilascio;
2. Sulle dichiarazioni di assenza di cause d'incompatibilità annualmente entro il 30 giugno di ogni
anno con riferimento alle dichiarazioni rilasciate entro il 31 gennaio di ogni anno.
Alla dichiarazione dovrà essere allegata l'elencazione di tutti gli incarichi/cariche ricoperti dal
soggetto che s'intende incaricare (per l'inconferibilità di cui al punto 1) e già incaricato (per
l'incompatibilità di cui al punto 2)

c) Inserimento/aggiornamento a cura del personale dell'Amministrazione della Società nei rapporti
di collaborazione e nei contratti sottoscritti con i "soci in affari " di clausole anticorruzione e di
legalità, ivi compresa la previsione di potere fare cessare il rapporto con il socio in affari in caso di
atti di corruzione commessi dal socio in affari, per suo conto o a suo vantaggio in relazione alla
transazione, al progetto, all'attività commerciale avviate con la Società.

d) Massima diffusione di idonea informativa rivolta a tutto il personale sul dovere di segnalazione
di qualsiasi conflitto effettivo o potenziale, come legami familiari, economici o altro che siano
direttamente o indirettamente legati allo loro linea di lavoro. Ciò aiuta l'organizzazione a identificare
le situazioni in cui il personale potrebbe favorire oppure omettere di prevenire o di riferire atti di
corruzione.

e) Adempimento agli obblighi in materia di trasparenza, disciplinati dal D.lgs 33/2013, così come
novellato dal D.lgs 97/2016. Periodicamente il RPC della Società trasmette allo staff di Direzione
dell'Amministrazione controllante i flussi informativi necessari per garantire l'attuazione e
l'aggiornamento degli obblighi di pubblicazione di propria competenza (pubblicazione e
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aggiornamento di dati ed informazioni) che vengono inseriti in apposita sezione e nelle relative
sottosezioni presenti nel sito istituzionale di ESU di Padova
http://www.esupd.gov.it/it/Pagine/ESU%20Srl/adempimenti-trasparenza.aspx)

f) Attività di formazione ritenuta dalla legge stessa uno degli strumenti fondamentali dell’azione di
prevenzione. Assicura infatti la diffusione di valori etici, mediante l’insegnamento di principi di
comportamento eticamente e giuridicamente adeguati ai compiti esercitati, aiuta il dipendente ad
assimilare la buona cultura della legalità e a tradurla nella quotidianità dei processi amministrativi.
In tale ambito deve essere inserita la formazione in tema di anticorruzione. I fabbisogni formativi
sono individuati dal Responsabile della prevenzione della corruzione in accordo con il legale
rappresentante della società.
La formazione in materia di anticorruzione deve essere strutturata su due livelli:
    a) livello generale, rivolto a tutti i dipendenti;
    b) livello specifico, rivolto al Responsabile della prevenzione, e ai componenti degli uffici in cui
prende forma il processo individuato come rischioso.
Il personale da inserire nei percorsi formativi è individuato dal Responsabile della prevenzione.

Il livello generale di formazione deve essere rivolto alla generalità dei dipendenti, deve riguardare
l’aggiornamento delle competenze (approccio contenutistico) e le tematiche dell’etica e della legalità.
Il livello specifico deve avere come oggetto le seguenti materie: le politiche, i programmi e i vari
strumenti utilizzati per la prevenzione, in relazione al ruolo svolto da ciascun soggetto all’interno
della società.

g) Periodico aggiornamento del Codice etico e di comportamento, ex D.lgs. 231/2001. Il Codice
contiene tutta una serie di indicazioni che tutti i dipendenti devono rispettare, nonché il
comportamento che deve essere tenuto in servizio e nei rapporti con il pubblico.
Le norme contenute nel Codice regolano in senso legale ed eticamente corretto il comportamento dei
dipendenti. In particolare il Codice mira a favorire la diffusione di comportamenti ispirati a standard
di legalità e di etica, nonché il rispetto dei doveri costituzionali di diligenza, lealtà, imparzialità e di
esclusivo servizio nell’interesse della società e del pubblico.
Dalla violazione dei doveri contenuti nel Codice di comportamento consegue responsabilità
disciplinare in capo al dipendente e l'applicazione di sanzioni disciplinari nel rispetto dei principi di
gradualità, proporzionalità e in ragione del pregiudizio, anche morale, derivatone. Le misure
contenute nel Codice hanno natura trasversale all'interno dell'organizzazione per via della loro
applicazione a tutti i processi della Società: si applicano non soltanto a tutti i dipendenti, ma a tutti
coloro che, a qualsiasi titolo, prestano servizio nella Società, compresi i collaboratori, i consulenti, i
titolari di qualsiasi tipologia di contratto, nonché ai collaboratori di imprese fornitrici di beni o servizi.
Il contenuto del Codice è stato ampiamente divulgato all'interno dell'organizzazione anche mediante
specifica e strutturata attività di formazione interna.

h) La rotazione del personale è considerata una delle procedure più adeguate al controllo e al
contenimento del rischio corruttivo, in quanto finalizzata a limitare il consolidarsi di relazioni che
possono alimentare dinamiche improprie nella gestione amministrativa, conseguenti alla permanenza
nel tempo di determinati dipendenti nel medesimo ruolo o funzione.
In una organizzazione così ridotta/minimale come quella di ESU Gestioni Servizi risulta di difficile
applicazione il meccanismo della rotazione del personale per mancanza di un sufficiente numero di
figure collocate in settori diversi dotate di idonee professionalità e competenze da potere
intercambiare.

i) Segnalazione di sospetti e di fenomeni di corruzione

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La Società, in linea con la recente legge del 30 novembre 2017, n. 179 – “Disposizioni per la tutela
degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un
rapporto di lavoro pubblico o privato”, entrata in vigore il 29-12-2017, ha inteso attuare procedure
che: a) favoriscano e consentano ai dipendenti di segnalare in buona fede o sulla base di una
ragionevole convinzione atti di corruzione tentati, presunti ed effettivi, oppure qualsiasi violazione o
carenza concernente il sistema di gestione per la prevenzione della corruzione; b) prevedano che
l'organizzazione, ove possibile, tratti le segnalazioni in via confidenziale, in modo da proteggere
l'identità di chi segnala e di altri coinvolti o menzionati nella segnalazione; c) consentano la
segnalazione in forma anonima; d) vietino ritorsioni e proteggano coloro che effettuano le
segnalazioni dalle ritorsioni dopo avere in buona fede, o sulla base di una convinzione ragionevole,
sollevato o riferito sospetti circa atti di corruzione tentati, certi o presunti; e) consentano al personale
di ricevere appropriata informazione su cosa fare quando ci si trovi dinanzi ad un sospetto o ad una
situazione che possa comprendere atti di corruzione.
La Società intende garantire che tutto il personale sia edotto sulle procedure di segnalazione e sia in
grado di utilizzarle, consapevole dei diritti e delle tutele spettanti in base a tali procedure.

l) Tutela del whistleblower (ossia del dipendente o collaboratore che segnala illeciti)
La tutela del whisterblower si applica a tutto il personale dipendente, ai collaboratori o consulenti,
con qualsiasi tipologia di contratto o incarico e a qualsiasi titolo, nonché nei confronti dei
collaboratori o lavoratori a qualsiasi titolo di imprese fornitrici di beni o servizi e che realizzano opere
in favore della società , in costanza del rapporto di lavoro o di collaborazione.
La tutela prevista è una misura di prevenzione della corruzione: la ratio della norma è di evitare che
il dipendente/collaboratore, venuto a conoscenza di condotte illecite in ragione del rapporto di lavoro
o di collaborazione, ometta di segnalarle per il timore di subire conseguenze pregiudizievoli. Per tale
ragione l’art. 54-bis del d.lgs. 165/2001, introdotto dall'art. 1 comma 51 della L.190/2012, come
modificato dall'art. 1 co.5 D.Lgs.179/2017, impone all’amministrazione che tratta la segnalazione di
assicurare la riservatezza dell’identità di chi si espone in prima persona.
A tale fine il procedimento di gestione della segnalazione deve garantire la riservatezza dell’identità
del segnalante sin dalla ricezione della segnalazione e in ogni fase successiva.
Naturalmente la garanzia di riservatezza presuppone che il segnalante renda nota la propria identità.
Non rientra, dunque, nella fattispecie prevista dalla norma, quella del soggetto che, nell’inoltrare una
segnalazione, non si renda conoscibile. In sostanza, la ratio della norma è di assicurare la tutela del
segnalante, mantenendo riservata la sua identità solo nel caso di segnalazioni provenienti da soggetti
individuabili e riconoscibili.
Per rafforzarne l'efficacia di tale misura ANAC con le sue Linee guida (n. 6/2015) ha indicato alle
Amministrazioni la procedura da adottare finalizzata a garantire tale tutela per stimolare e agevolare
le segnalazioni da parte dei soggetti interessati.

- Le condotte oggetto di segnalazione meritevole di tutela, nella ricostruzione operata da ANAC, nel
silenzio della norma sono:
1. L'intera rassegna dei delitti contro la pubblica amministrazione di cui al Titolo II, Capo I del Codice
Penale;
2. Le situazioni in cui, nel corso dell'attività amministrativa, sia riscontrato l'abuso da parte di un
soggetto del potere a lui affidato al fine di ottenere vantaggi privati, nonchè i fatti da cui venga in
evidenza un malfunzionamento dell'amministrazione a causa dell'uso a fini privati delle funzioni
attribuite.

- Condizioni e limiti alla tutela
1. Le condotte illecite segnalate devono riguardare situazioni di cui il segnalante sia venuto a
conoscenza, in ragione del rapporto di lavoro o del rapporto contrattuale instaurato con la società,
ricomprendendo sia quanto si sia appreso in virtù del compito rivestito, che quanto si sia appreso in
                                                                                                         14
occasione e/o a causa delle mansioni lavorative o delle prestazioni contrattuali rese, seppur in modo
casuale;
2. Non sono meritevoli di tutela le segnalazioni basate su meri sospetti o voci: ciò non comporta la
necessità che il segnalante debba essere certo dell'effettivo accadimento della situazione denunciata,
ma è necessario che ritenga il fatto assai probabile; a tale fine le segnalazioni devono essere quanto
più possibile circostanziate, offrendo il maggior numero possibile di elementi necessari alla società
per compiere i dovuti accertamenti;
3. In generale l'identità del segnalante non può essere rivelata, più precisamente:
 -nell'ambito del procedimento penale, l'identità del segnalante è coperta dal segreto nei modi e nei
limiti previsti dall'articolo 329 del codice di procedura penale;
 -nell'ambito del procedimento dinanzi alla Corte dei conti, l'identità del segnalante non può essere
rivelata fino alla chiusura della fase istruttoria;
 -nell'ambito del procedimento disciplinare l'identità del segnalante non può essere rivelata, ove la
contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla
segnalazione, anche se conseguenti alla stessa. Qualora la contestazione sia fondata, in tutto o in parte,
sulla segnalazione e la conoscenza dell'identità del segnalante sia indispensabile per la difesa
dell'incolpato, la segnalazione sarà utilizzabile ai fini del procedimento disciplinare solo in presenza
di consenso del segnalante alla rivelazione della sua identità;
 - la segnalazione è sottratta inoltre all'accesso previsto dagli articoli 22 e seguenti della Legge 7
agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni.
4. La segnalazione deve essere fatta in buona fede, ovvero nell'interesse dell'integrità della società; la
tutela, pertanto, trova un limite "nei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione o per lo
stesso titolo ai sensi dell'art. 2043 del Codice Civile, accertata con sentenza di primo grado" (art. 54
bis co 9 D.lgs. 165/2001) .

- Divieto di discriminazione nei confronti del whistleblower
per misure discriminatorie s'intendono le azioni disciplinari ingiustificate, le molestie sul luogo di
lavoro ed ogni altra forma di ritorsione che determini condizioni di lavoro intollerabili.
Il dipendente, che ritiene di avere subito una discriminazione per avere effettuato una segnalazione
di illecito, deve darne notizia circostanziata:
- al Responsabile della prevenzione della corruzione il quale valuta la sussistenza degli elementi per
effettuare la segnalazione di quanto accaduto ovvero all’ANAC;
può inoltre darne notizia:
- all’organizzazione sindacale, alla quale aderisce, oltre che all'Ispettorato Nazionale del Lavoro.
 Nel caso ANAC accerti quanto segnalato, applica al Responsabile che ha adottato la misura
discriminatoria la sanzione di cui all'art. 54 bis comma 6. Risulta a carico dell'amministrazione
dimostrare che le misure discriminatorie o ritorsive, adottate nei confronti del segnalante, sono
motivate da ragioni estranee alla segnalazione stessa.

- Modalità di segnalazione delle condotte illecite :
Le segnalazioni devono essere effettuate compilando:
A) il Modulo di segnalazione degli illeciti (Allegato_A), reso disponibile sul sito istituzionale
dell’ESU di Padova, nella sezione dedicata alla società partecipata. Il Modulo, compilato, dovrà
essere indirizzato al Responsabile della prevenzione della corruzione e inviato in doppia busta chiusa
al seguente indirizzo:
Responsabile della Prevenzione della Corruzione
ESU Gestioni e servizi srl
Via San Francesco n. 122
35121 – PADOVA

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Il Responsabile della prevenzione della corruzione prende in carico la segnalazione per valutarne la
fondatezza. Se necessario, richiede chiarimenti al segnalante e/o ad eventuali altri soggetti coinvolti
nella segnalazione con l’adozione delle necessarie cautele.
Valutati i fatti oggetto di segnalazione, il RPC può decidere di archiviare la segnalazione, in caso di
evidente e manifesta infondatezza, o, in caso contrario, valuta a chi inoltrare la segnalazione, in
relazione ai profili di illiceità riscontrati, tra i seguenti soggetti: Amminstratore, responsabile di
reparto, responsabile di struttura, cui è ascrivibile il fatto; Autorità giudiziaria; Corte dei conti;
ANAC;
La tutela della riservatezza della segnalazione va garantita anche nella fase d'inoltro ai soggetti terzi.
Il procedimento di valutazione della segnalazione da parte del Responsabile della prevenzione della
corruzione dovrà concludersi entro 90 giorni dal ricevimento della stessa, con l’archiviazione o
l’inoltro.
Per lo svolgimento delle attività, il RPC potrà avvalersi del personale, facente parte della propria
struttura di supporto individuata nell’Ufficio amministrativo, che sarà soggetto agli stessi vincoli di
riservatezza e alle stesse responsabilità cui è sottoposto il Responsabile.

B) il Modulo di segnalazione della discriminazione subita per effetto della segnalazione effettuata,
(Allegato_B) reso disponibile sul sito istituzionale dell’ESU di Padova, nella sezione dedicata alla
società partecipata Il Modulo, debitamente compilato, dovrà essere indirizzato al Responsabile della
prevenzione della corruzione e inviato in doppia busta chiusa al seguente indirizzo:
Responsabile della Prevenzione della Corruzione
ESU Gestioni e servizi srl
Via San Francesco n. 122
35121 – PADOVA

Il Responsabile che riceve la notizia di discriminazione dovrà concludere il procedimento entro 30
giorni dal ricevimento della stessa, con l'inoltro al Responsabile sovraordinato del dipendente che ha
operato la discriminazione e all’Amminstratore che valuta la sussistenza degli estremi per avviare il
procedimento disciplinare nei confronti del dipendente che ha operato la discriminazione. Si
osserveranno in tale caso le stesse modalità utilizzate per l'inoltro della segnalazione di illeciti a
soggetti terzi di cui al punto A).
Il RPC provvederà a comunicare tempestivamente al segnalante, con le modalità indicate dallo stesso
nella denuncia di discriminazione, a quale soggetto è stata segnalata la discriminazione denunciata.

I provvedimenti che saranno eventualmente assunti dovranno essere tempestivamente comunicati al
RPC con nota riservata, e inviati con posta interna.
Si precisa che qualunque segnalazione d'illecito potrà essere inviata direttamente anche ad ANAC per
mezzo della piattaforma messa a disposizione dalla stessa ANAC per la gestione delle segnalazioni
di condotte illecite, raggiungibile al seguente url:
https://servizi.anticorruzione.it/segnalazioni/#/
La stessa ANAC a riguardo nel PNA 2016 afferma che "non vi è una gerarchia fra i canali di
segnalazioni previsti dal legislatore, non dovendosi sanzionare disciplinarmente il dipendente che non
si rivolge all'interno della propria amministrazione per denunciare situazioni di maladministration".

Della procedura di cui al suddetto punto l) è data opportuna notizia mediante pubblicazione
dell'informazione nella sezione "Altri contenuti - corruzione" di Amministrazione Trasparente dove
sarà pubblicato anche il link per procedere alla segnalazione direttamente all'Autorità anticorruzione.

8. La trasparenza
Come in più occasioni ribadito da ANAC, la trasparenza è uno degli assi portanti della politica
anticorruzione impostata dalla L. 190/2012.
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