PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA

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PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA
Roma, 15 giugno 2020

Prot. n. 753/AMM/gdr/pm

       PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE
          DELLA CORRUZIONE E DELLA
                TRASPARENZA
                   2020-2022

                        Adottato dal Consiglio Direttivo nella riunione del 1 aprile 2020
                       Approvato dal Comitato Regionale nella riunione del 4 giugno 2020

Il Segretario Generale                                                                Il Presidente
  Giuseppe De Righi                                                                Riccardo Varone

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PIANO TRIENNALE DI PREVENZIONE DELLA CORRUZIONE E DELLA TRASPARENZA
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
         COMUNI ITALIANI
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                                         INDICE

1. Premessa
1.1 Normativa di riferimento
1.2 Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) e Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
    e Trasparenza (PTPCT)
1.3 Il percorso di adeguamento di ANCI Lazio alla normativa di prevenzione della
    corruzione e di promozione della trasparenza
1.4 Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza (RPCT) di ANCI
    Lazio

2 Obiettivi Strategici Anticorruzione e trasparenza

2.1 Obiettivi Strategici, per la definizione del sistema di prevenzione:
2.2 Obiettivi strategici in materia di trasparenza
2.3 Obiettivi strategici in materia di coinvolgimento degli stakeholder

3 Soggetti interni responsabili della strategia di prevenzione

3.1 Assemblea Regionale Congressuale
3.2 Comitato Regionale
3.3 Comitato Direttivo
3.4 Presidente
3.5 Segretario Generale
3.6 Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e Trasparenza (RPCT)
3.7 Dipendenti

4 Analisi del Contesto esterno

5 Analisi del Contesto interno
5.1 Segreteria Generale
5.2 Ufficio di Segreteria
5.3 Collaborazioni di lungo periodo

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6 Il rischio di corruzione e la sua prevenzione

7 Distribuzione delle aree di rischio

8 Mappatura dei processi e valutazione del rischio

9 Trattamento del rischio
9.1 Interventi di tipo normative
9.2 Il Codice Etico di ANCI Lazio
9.3 Definizione di una procedura per la verifica casi inconferibilità e incompatibilità

10     Formazione

11     Misure organizzative per la Trasparenza (d.lgs. 33/2013)

11.1   Sezione “Amministrazione Trasparente”
11.2   Misure organizzative per la trasparenza
11.3   Accesso documentale, accesso civico e accesso generalizzato
11.4   Trasparenza e privacy: bilanciamento tra obblighi di pubblicazione per la trasparenza
       amministrativa e la tutela dei dati personali

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1.1      Normativa di riferimento

Nell'ordinamento italiano, il quadro normativo relativo alla prevenzione e alla repressione della
corruzione è delineato dalla L.190/2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della
corruzione e dell'illegalità nella pubblica amministrazione” (seguita dalla Circolare n. 1 del 25
gennaio 2013 della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Funzione pubblica e
dall'Intesa tra Governo, Regioni ed Enti locali del 24 luglio 2013) che si pone i seguenti obiettivi:
     • ridurre l'opportunità che si manifestino casi di corruzione;
     • aumentare la capacità di scoprire casi di corruzione;
     • creare un contesto sfavorevole alla corruzione.
Tra i principali strumenti contemplati dalla normativa al fine di conseguire i predetti obiettivi si
annoverano:
     • il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA);
     • il Piano Triennale di prevenzione della corruzione (PTPC);
     • gli adempimenti in materia di trasparenza amministrativa (D.Lgs. n. 33/2013);
     • il codice Etico (D.P.R. n. 62/2013);
     • la rotazione del personale;
     • l'obbligo di astensione in caso di conflitto di interessi (L. 241/1990);
     • le disposizioni in materia di inconferibilità ed incompatibilità di incarichi presso le
         pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico (D.Lgs n.
         39/2013);
     • la formazione.

1.2      Il Piano Nazionale Anticorruzione (PNA) e il Piano triennale di prevenzione della
      corruzione e trasparenza (PTPCT)

Tra gli strumenti più rilevanti al fine di prevenire e reprimere il fenomeno corruttivo e l’illegalità
nella Pubblica Amministrazione, vi sono, come accennato, il Piano Nazionale Anticorruzione
(PNA) e il Piano Triennale di Prevenzione della corruzione e trasparenza (PTPCT).
Il PNA è predisposto dal Dipartimento della Funzione Pubblica ed approvato dall'Autorità
Nazionale Anticorruzione ai sensi dell'art. 1 della L. 190/2012 ed è volto ad assicurare l'attuazione
coordinata delle strategie di prevenzione della corruzione nella pubblica amministrazione,
elaborate a livello nazionale e internazionale.
Il PNA è aggiornato annualmente da ANAC.
Il Piano Nazionale Anticorruzione 2019, adottato dall’Autorità Nazionale Anticorruzione
con la delibera n. 1064 del 13 novembre 2019, costituisce atto di indirizzo per l’approvazione,
entro il 31 gennaio 2020, del Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza
che gli enti locali, le altre pubbliche amministrazioni e gli altri soggetti tenuti all’applicazione della
normativa in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, devono adottare.

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Con riferimento alla parte generale del PNA 2019, i contenuti sono orientati a rivedere,
consolidare ed integrare in un unico provvedimento tutte le indicazioni e gli orientamenti maturati
nel corso del tempo dall’Autorità e che sono stati oggetto di specifici provvedimenti di
regolamentazione o indirizzo. In virtù di quanto affermato dall’ANAC, quindi, il PNA 2019,
assorbe e supera tutte le parti generali dei precedenti Piani e relativi aggiornamenti, lasciando
invece in vigore tutte le parti speciali che si sono succedute nel tempo.
Il PNA 2019, inoltre, consta di 3 Allegati:
1. Indicazioni metodologiche per la gestione dei rischi corruttivi;
2. La rotazione “ordinaria” del personale;
3. Riferimenti normativi sul ruolo e sulle funzioni del Responsabile della prevenzione della
corruzione e della trasparenza (RPCT).
Il PTPC è un documento di natura programmatica integrato agli strumenti di programmazione
dell’ente, avente ad oggetto il complesso delle misure obbligatorie per Legge, nonché le misure
specifiche in funzione delle peculiarità di ciascuna Amministrazione.
Il Piano ha l'obiettivo di:
   1. individuare le attività nell'ambito delle quali è più elevato il rischio di corruzione, anche
raccogliendo le proposte di coloro che svolgono funzioni dirigenziali;
  2. prevedere meccanismi di formazione, attuazione e controllo delle decisioni idonei a
prevenire il rischio di corruzione;
  3. prevedere obblighi di informazione nei confronti del Responsabile per la Prevenzione della
Corruzione, chiamato a vigilare sul funzionamento e sull'osservanza del piano;
   4. monitorare il rispetto dei termini, previsti dalla legge o dai regolamenti, per la conclusione
dei procedimenti;
   5. monitorare i rapporti tra l'amministrazione e i soggetti che con la stessa stipulano contratti
o che sono interessati a procedimenti di autorizzazione, concessione o erogazione di vantaggi
economici di qualunque genere, anche verificando eventuali relazioni di parentela o affinità
sussistenti tra i titolari, gli amministratori, i soci e i dipendenti degli stessi soggetti e i dirigenti e i
dipendenti dell'amministrazione.
Da sottolineare che l'adozione del PTPC non si configura come una misura “una tantum”, ma è
il primo passo di un processo che si svolgerà con continuità all'interno dell'Ente e comporterà,
ogni anno, la stesura di un piano triennale e di una relativa relazione annuale: per raggiungere tale
obiettivo, il Responsabile per la prevenzione, dovrà essere necessariamente supportato dalle figure
Apicali dell'ente, ciascuno per i settori di rispettiva competenza.

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1.3 Il percorso di adeguamento di ANCI Lazio alla normativa di prevenzione della
corruzione e di promozione della trasparenza.
ANCI Lazio è una articolazione regionale dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, cui
la normativa nazionale e regionale imputa la rappresentatività degli enti locali nei rapporti
istituzionali con le altre autorità amministrative, politiche e sociali, per la cura dei comuni
interessi di tipo non frazionabile e a rilevanza ultra territoriale.
L’ANCI è inclusa nell’elenco delle amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato
individuate ai sensi dell’articolo 1, comma 3 della legge 31 dicembre 2009, n. 196 e ss.mm. (Legge di
contabilità e di finanza pubblica) e, per questo, l’ANCI Lazio ha sempre conformato la
propria gestione interna e i rapporti con i Comuni ai principi della trasparenza e della legalità
e, sin dall’entrata in vigore della L. 190/2012, ha considerato la necessità e l’opportunità
di adeguarsi alla normativa di prevenzione della corruzione, prevista per le
pubbliche amministrazioni nelle modalità applicabili alla sua specifica condizione.
I decreti attuativi della L. 190/2012 (d.lgs. 33/2013 e d.lgs. 39/2013 in particolare),
prevedono che gli adempimenti in materia di trasparenza e anticorruzione previsti per i
Ministeri, Gli Enti Pubblici Nazionali, gli Enti Locali e le Regioni debbano essere garantiti
(compatibilmente con la loro natura privatistica) anche dalle Società in controllo pubblico e
dagli enti privati controllati o partecipati dalla pubblica amministrazione.
Le linee di indirizzo per realizzare tale adeguamento vengono fornite dal Piano Nazionale
Anticorruzione, approvato nella sua ultima stesura con Det. ANAC 831/2016. Con il
Piano ANAC fornisce indicazioni agli Enti pubblici economici, agli ordini professionali, alle
società e agli enti privati in controllo pubblico: tali soggetti
devono adottare misure di prevenzione della corruzione integrative di quelle adottate ai
sensi del decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231. Tuttavia, qualora a tali soggetti “non si applichi
il d.lgs. 231/2001, o essi ritengano di non fare ricorso al modello di organizzazione e gestione ivi previsto, al
fine di assicurare lo scopo della norma e in una logica di semplificazione e non aggravamento, gli stessi
adottano un PTPC ai sensi della l. 190/2012 e s.m.i”.
In sintesi, con l’adozione del PNA 2020 gli Enti pubblici economici, gli ordini professionali,
le società e gli enti privati in controllo pubblico sono sempre obbligati ad adeguarsi alla
normativa anticorruzione; ma tali soggetti non hanno più l’obbligo di adottare un “Modello
231”, ma possono decidere di dotarsi di un Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione
(PTPC).
Nel corso del 2019, nel mese di Marzo, Anci Lazio è stata iscritta nel registro delle persone
giuridiche ai sensi del DPR 10 febbraio 2000 n. 361 ne consegue che a partire dall’anno 2020
verranno adottate le conseguenti misure in tema di prevenzione della corruzione e trasparenza.

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1.4 Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza (RPCT)
Tale funzione è stata assegnata al Vicesegretario Generale, il dott. Giuseppe De Righi con
lettera prot. n. 278/DS/nm del 7 marzo 2017
Il presente Piano Triennale di Prevenzione del Corruzione ha l’obiettivo di guidare lo sviluppo
delle politiche di prevenzione della corruzione e promozione della trasparenza di ANCI Lazio
per il triennio 2020 – 2022. Nel presente documento sono approfondite le iniziative già avviate
da ANCI Lazio e sono programmate le attività finalizzate ad allineare ANCI Lazio agli
obblighi normativi e agli indirizzi del Piano Nazionale Anticorruzione.

2 Obiettivi Strategici Anticorruzione e trasparenza

L’art. 1, comma 8 della L. 190/2012 (come novellato dal d.lgs. 97/2016) prevede che l'organo
di indirizzo definisca “gli obiettivi strategici in materia di prevenzione della corruzione e trasparenza, che
costituiscono contenuto necessario dei documenti di programmazione strategico-gestionale e del Piano triennale per
la prevenzione della corruzione”. Nel percorso di adozione del presente PTPC il Comitato Direttivo
(nella sua funzione di Organo collegiale di coordinamento dell’attività dell’Associazione e di
collaborazione con il Presidente) con il supporto del Segretario Generale e del Vice Segretario
Generale, nella sua funzione di RPCT, definisce i seguenti obiettivi strategici in materia di
anticorruzione e trasparenza:

2.1 Obiettivi Strategici, per la definizione del sistema di prevenzione:
    • valutare e prevenire il rischio di corruzione, prioritariamente, nelle seguenti aree di
    attività: acquisizione di beni, servizi e forniture; conferimento di incarichi di consulenza;
    • definire, attuare migliorare nel tempo modalità di lavoro e controlli finalizzati alla
    prevenzione della corruzione;
    • Definire un articolato sistema di responsabilità, adeguato all’attuazione delle misure di
    prevenzione della corruzione;
    • Promuovere iniziative di formazione specifica del personale;
    • promuovere attività di studio e ricerca sul fenomeno della corruzione nel territorio
    regionale
    • standardizzare le procedure e informatizzare la gestione dei processi.

2.2. Obiettivi strategici in materia di trasparenza:
     • garantire la pubblicazione dei dati, dei documenti e delle informazioni obbligatorie ai
     sensi della vigente normativa sulla trasparenza
     • rispettare la normativa in materia di accesso civico
     • promuovere una gestione trasparente della performance organizzativa ed individuale
     (obiettivi chiari e rendicontazione dei risultati raggiunti);

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     • rispettare la normativa in materia di privacy

2.3 Obiettivi strategici in materia di coinvolgimento degli stakeholder
    • definire protocolli di intesa con pubbliche amministrazioni a livello nazionale e
      regionale, con altre associazioni di enti locali e con le associazioni di categoria, per
      definire strategie condivise di promozione della legalità
    • Promuovere momenti di formazione e confronto con gli amministratori comunali,
      sui temi della legalità.

3. Soggetti interni responsabili della strategia di prevenzione
Di seguito una sintesi delle responsabilità assegnate ai diversi soggetti interni ad ANCI Lazio,
ai fini della definizione e attuazione delle strategie di prevenzione della corruzione e di
promozione della trasparenza.

3.1 Assemblea Regionale Congressuale
L’Assemblea Regionale Congressuale è l’organo di indirizzo generale dell’ANCI Lazio. E’
costituita da tutti gli associati che risultino in regola con il pagamento dei contributi associativi,
riferiti all’anno precedente, alla data dell’Assemblea stessa.
L’Assemblea Regionale Congressuale prende atto del presente documento e promuove la
partecipazione dei Comuni della Regione Lazio nell’ambito delle politiche di anticorruzione
con particolare riferimento ai contenuti del codice etico.

3.2 Comitato Regionale
Il Comitato Regionale è nominato dalla Assemblea Regionale in seduta Congressuale.
Il Comitato Regionale adotta il Piano Triennale per la Prevenzione della Corruzione su
proposta del Consiglio Direttivo.

3.3. Consiglio Direttivo
Il Consiglio Direttivo è nominato dal Comitato Regionale al proprio interno e sovrintende
a tutte le attività dell’Associazione e al suo andamento.
Compete al Consiglio Direttivo di assumere tutte le iniziative dell’Associazione in ordine alla
trasparenza e per il contrasto alla corruzione. In tal senso il Consiglio Direttivo adotta il
piano triennale della trasparenza e di prevenzione della corruzione da sottoporre
all’approvazione del Comitato regionale e definisce il codice etico quale strumento di
orientamento dei comportamenti dei componenti degli Organi dell’Associazione, del
personale dell’Associazione, dei componenti degli Organi e del personale dei comuni
associati.

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3.4 Presidente
E’ eletto dall’Assemblea congressuale e rappresenta l’Associazione.
Spetta al Presidente la nomina del Responsabile per la prevenzione della corruzione e per la
trasparenza. Definisce, di concerto con il Segretario generale di ANCI Lazio e con il RPCT,
le modalità di attuazione delle attività previste nel Piano triennale di Prevenzione della
Corruzione.

3.5 Segretario Generale
Il Segretario Generale provvede all’ordinaria gestione di ANCI Lazio, adottando gli atti
occorrenti ed assumendo le opportune iniziative anche per l'appropriata gestione delle risorse
umane, reali e finanziarie.

3.6 Responsabile per la Prevenzione della Corruzione e Trasparenza (RPCT)
Il Responsabile della Prevenzione della Corruzione e Trasparenza (RPCT) è il “regista” della
strategia di prevenzione della corruzione e di promozione della trasparenza.

Il RPCT:
    • predispone il Piano Triennale di Prevenzione della Corruzione (PTPC), in linea con
      gli obiettivi strategici definiti di concerto con il Consiglio Direttivo, che lo adotta con
      apposito provvedimento.
    • propone la bozza di PTPC al Comitato Regionale, per la sua approvazione
    • promuove e verifica l'efficace attuazione del PTPC e la sua idoneità; nonché il suo
      aggiornamento annuale
    • pubblica sul sito web di ANCI Lazio, di norma entro il 15 dicembre di ogni anno, se non
      altrimenti disposto da ANAC, una relazione recante i risultati dell’attività svolta;
    • individua il personale da inserire nei programmi di formazione e di aggiornamento
    • svolge stabilmente un’attività di controllo sull’adempimento da parte di ANCI Lazio
      degli obblighi di pubblicazione previsti dal D.lgs. n. 33/2013, segnalando i casi di
      mancato o ritardato adempimento degli obblighi di pubblicazione;
    • riceve e valuta le richieste di accesso civico di cui all’art. 5 bis, comma 1 del d.lgs.
      33/2013;
    • riceve e valuta le richieste di riesame delle istanze di accesso civico generalizzato di cui
      all’art. 5, comma 2 del d.lgs. 33/2013;
    • ai sensi dell’art.15 del D.lgs. n. 39/2013, il Responsabile della Corruzione e della
      Trasparenza deve anche contestare le situazioni di incompatibilità e inconferibilità degli
      incarichi.

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 I compiti attribuiti al Responsabile della Corruzione e della Trasparenza non sono
 delegabili, se non in caso di straordinarie e motivate necessità.
 Ai sensi dell’art.15 del D.lgs. n. 39/2013, la revoca dell’incarico di responsabile del
 soggetto cui sia stato conferito dovrà essere espressamente e adeguatamente motivata; inoltre,
 la revoca sarà comunicata all’Autorità Nazionale Anticorruzione, che entro 30
 giorni potrà formulare richiesta di riesame qualora rilevi che la revoca sia correlata alle attività
 svolte dal Responsabile in materia di prevenzione della corruzione (art.15 D.lgs.
 n. 39 del 2013).
 Rimane fermo l’obbligo di rotazione e la conseguente revoca dell’incarico nel caso in cui
 nei confronti del dirigente responsabile della prevenzione siano avviati procedimenti
 disciplinari o penali.

 3.7 Dipendenti
 I dipendenti di ANCI Lazio:
     • partecipano al processo di gestione del rischio, collaborando insieme al RPCT, per
        definire le misure di prevenzione e trasparenza;
     • assicurano l’osservanza del Codice Etico di ANCI Lazio e l’attuazione delle misure di
        prevenzione programmate e contenute nel PTPC
     • garantiscono il tempestivo e regolare flusso delle informazioni, dati e documenti, da
        pubblicare ai sensi del D.lgs. n.33/2013;
     • segnalano le situazioni di illecito che dovessero riscontrare nell’esercizio delle
        funzioni

4 Analisi del Contesto esterno
L’ANAC ha sottolineato che l’analisi del contesto esterno deve “evidenziare come le caratteristiche
dell’ambiente nel quale l’amministrazione o l’ente opera, con riferimento, ad esempio, a
variabili culturali, criminologiche, sociali ed economiche del territorio possano favorire il verificarsi di fenomeni
corruttivi al proprio interno. A tal fine, sono da considerare sia i fattori legati al territorio di riferimento
dell’amministrazione o ente, sia le relazioni e le possibili influenze esistenti con i portatori e i rappresentanti di
interessi esterni” (Determinazione ANAC n. 12 del 28 ottobre 2015 “Aggiornamento 2015 al
Piano Nazionale Anticorruzione”, p. 16).
A tale proposito, come sottolineato dalle relazioni periodiche sullo stato dell’ordine e della
sicurezza pubblica, presentate al Parlamento dal Ministero dell’Interno, La regione Lazio è
interessata da molteplici manifestazioni di criminalità, che allineandosi alle
trasformazioni del Paese, adeguano gli strumenti di penetrazione dell’economia legale,
orientandole allo sfruttamento delle opportunità offerte dal tessuto socio-economico locale.
Sul territorio si vanno palesando anche segnali, da parte dei sodalizi di tipo mafioso, di

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infiltrazioni all’interno della Pubblica Amministrazione e nell’aggiudicazione di lavori
pubblici, riproponendo assetti di mercificazione dell’interesse pubblico e situazioni di
connivenza sperimentati nell’area d’origine. L’azione di contrasto alle organizzazioni
criminali si sta dunque spingendo all’esplorazione della c.d. “zona grigia”, ovvero di illeciti
che spesso emergono con fattispecie di natura fiscale o amministrativa, che potrebbero costituire
il terreno su cui realizzare l’intreccio d’interessi tra criminali, politici, amministratori ed
imprenditori (con la costituzione di “sistemi criminali” apparentemente disomogenei ma in
realtà efficacemente integrati), nei quali la corruzione e, in generale, i reati contro la P.A.,
permettano alla criminalità organizzata di infiltrarsi ed espandersi ulteriormente, a danno
dell’imprenditoria sana.
ANCI Lazio, per attuare la propria mission statutaria, intrattiene rapporti con gli Amministratori
dei Comuni, nonché con operatori economici e professionisti per la
gestione dei propri processi di approvvigionamento (acquisizione di beni, servizi, forniture e
conferimento di incarichi). Inoltre, ANCI Lazio dialoga e definisce accordi con gli operatori
economici e gli altri soggetti pubblici o privati che possono erogare beni e servizi a supporto
dei Comuni.
Tutti questi soggetti sono potenzialmente a rischio, alla luce dell’analisi del contesto esterno.
In ragione della funzione di rappresentanza e supporto ai Comuni, assegnata ad ANCI Lazio
dalla normativa, non si può ragionevolmente escludere che alcuni di questi soggetti abbiano
interesse ad influenzare illecitamente l’attività di ANCI Lazio, per trarre
vantaggi personali.

5 Analisi del Contesto interno
La struttura organizzativa di ANCI Lazio riflette la necessità di garantire la partecipazione dei
Comuni e di sviluppare, all’interno dell’organizzazione, i temi di maggior interesse degli enti
locali.

5.1 Segreteria Generale
La Segreteria generale rappresenta lo snodo operativo dell’Associazione in quanto ad
essa fanno capo le attività che vengono messe in campo: dal funzionamento ordinario
dell’Associazione alla predisposizione dei progetti speciali, dalla cura dell’attività interna ed
esterna al dispiego delle singole attività operative.
Per lo svolgimento di queste attività la Segreteria è costituita dal Segretario generale e dal
Vicesegretario generale.
Al primo fanno capo le attività ordinarie (convocazioni degli Organi, verbalizzazioni,
istruttoria degli atti, rapporti con Anci nazionale) nonché le attività operative di formazione
degli Amministratori e di acquisizione di beni e servizi.
Al secondo fanno capo attività progettuali speciali e la relativa gestione, anche curando i rapporti
con i soggetti terzi interessati, nonché i rapporti con la Regione per l’attività legislativa e per
specifiche attività operative (partnership, convenzioni, protocolli d’intesa, ecc.).

                   Via dei Prefetti, 41 – 00186 Roma – Tel. 06 68808441 Fax 06 68808460
                            Sito: www.ancilazio.it - e-mail: segreteria@ancilazio.it
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5.2 Ufficio di Segreteria
 La struttura amministrativa, costituita da 2 dipendenti, assicura l'attività necessaria per il
 funzionamento dell’Associazione e per l'attuazione delle decisioni degli organi sociali.

5.3. Collaborazioni di lungo periodo e partnership operative
 Per assicurare il raggiungimento degli scopi statutari e per dare concretezza alla propria
 mission di rappresentanza dei comuni del Lazio e di coordinamento complessivo,
 l’Associazione ha stabilito collaborazioni di lungo periodo con altri enti, con soggetti del settore
 non profit e con società e professionisti, autorizzati talvolta, sulla base di specifici accordi di
 partenariato, di protocolli d’intesa o di contratti, ad agire in nome e per conto di Anci Lazio
 ed a svolgere attività di supporto tecnico-amministrativo rispetto alla Segreteria generale e
 rispetto all’Ufficio di segreteria.
 I Soggetti che rientrano in questa categoria sono tenuti, nei rapporti con Anci Lazio e con
 i terzi cui Anci Lazio destina la propria attività per il loro tramite, al rispetto del presente
 piano. A tale riguardo sarà compito del Responsabile prevenzione corruzione e
 trasparenza notificare loro il presente piano.

 6. Il rischio di corruzione e la sua prevenzione
Un rischio è l’effetto dell’incertezza sugli obiettivi, cioè uno scostamento dagli obiettivi di una
organizzazione, causato dalla mancata conoscenza (incertezza) di uno o più
eventi. Questa definizione (mutuata dalla norma ISO 31000-Principi e Linee Guida per la
Gestione del Rischio), descrive, meglio di ogni altra, l’essenza del rischio: le organizzazioni
prendono delle decisioni ed agiscono, quasi sempre, in condizioni di incertezza, cioè senza
riuscire a prevedere tutti gli eventi che potrebbero influire sul raggiungimento dei loro
obiettivi.
Per una organizzazione come ANCI Lazio, che decide e agisce per tutelare gli interessi dei
Comuni (e quindi gli interessi delle comunità locali), l’incertezza sugli eventi di corruzione
potrebbe causare uno scostamento dagli obiettivi statutari di rappresentanza
e tutela degli interessi comuni, a vantaggio di interessi privati.
All’interno di ANCI Lazio, il rischio di corruzione potrebbe essere associato al verificarsi di una
serie di eventi, diversi tra loro:
     • Reati (comportamenti che hanno una rilevanza sul piano penale)
     • Mala Gestione (disfunzioni organizzative che hanno carattere sistematico)
     • Cattiva qualità dei servizi, disorganizzazione, comportamenti non etici
         (disfunzioni organizzative che hanno carattere occasionale)

                   Via dei Prefetti, 41 – 00186 Roma – Tel. 06 68808441 Fax 06 68808460
                            Sito: www.ancilazio.it - e-mail: segreteria@ancilazio.it
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I reati hanno una frequenza rara ma un impatto molto elevato. Il verificarsi di un reato, però,
dipende, oltre che dalla volontà dell’agente, anche da una serie di fattori di rischio di tipo
organizzativo, che sono anche alla base dei casi di Mala Gestione, di cattiva qualità del servizio,
disorganizzazione e comportamenti non etici. Gestendo gli eventi più frequenti, ma con impatto
minore, è quindi possibile prevenire gli eventi meno frequenti, ma con impatto più elevato, cioè
i reati.

 7. Distribuzione delle aree di rischio
Una prima analisi delle macroaree di attività di Anci Lazio fa emergere che il rischio di
corruzione si annida nelle attività con maggiore margine di discrezionalità nei comportamenti
e nelle scelte e in tutte quelle operazioni che creano assuefazione a comportamenti non
eticamente indirizzati e che possono sfuggire ad una procedura di carattere standardizzato.
In particolare la distribuzione delle aree di rischio può essere sintetizzata nella tabella che
segue:

 Organo e           Aree di rischio                       Riferimenti
 unità
 Comitato           Incarichi e nomine              Aree di rischio generali-
 Direttivo e                                        Aggiornamento 2015 al PNA (parte
 Presidente                                         generale cfr. §6.3. lettera b)
                    Affari legali e contenzioso     Aree di rischio generali-
                                                    Aggiornamento 2015 al PNA (parte
                                                    generale cfr. §6.3. lettera b)
                    Collaborazioni di lungo periodo S.V. Incarichi e nomine
 Segreteria         Contratti pubblici (ex          Aree di rischio generali - Legge
 generale           affidamento lavori, servizi e   190/2012 – PNA 2013 e
                    forniture)                      Aggiornamento 2015 al PNA, con
                                                    particolare riferimento alle fasi delle
                                                    procedure di approvvigionamento
                    Incarichi e nomine              Aree di rischio generali-
                                                    Aggiornamento 2015 al PNA (parte
                                                    generale cfr. §6.3. lettera b)
                    Gestione delle entrate, delle   Aree di rischio generali-
                    spese e del patrimonio          Aggiornamento 2015 al PNA (parte
                                                    generale cfr. §6.3. lettera b)

                    Via dei Prefetti, 41 – 00186 Roma – Tel. 06 68808441 Fax 06 68808460
                             Sito: www.ancilazio.it - e-mail: segreteria@ancilazio.it
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8. Mappatura dei processi e valutazione del rischio

La mappatura dei processi è un requisito indispensabile per la formulazione di adeguate
misure di prevenzione e incide sulla qualità complessiva della gestione del rischio.
Infatti, una compiuta analisi dei processi consente di identificare i punti più vulnerabili e,
dunque, i rischi di corruzione che si generano attraverso le attività svolte dall’amministrazione.

Per la mappatura è fondamentale il coinvolgimento dei responsabili delle strutture organizzative
principali. Può essere utile prevedere, specie in caso di complessità organizzative, la costituzione
di un gruppo di lavoro dedicato e interviste agli addetti ai processi onde individuare gli elementi
peculiari e i principali flussi. In particolare, si ribadisce che, soprattutto in questa fase, il RPCT,
che coordina la mappatura dei processi dell’intera amministrazione, deve poter disporre delle
risorse necessarie e della collaborazione dell’intera struttura organizzativa. La mancata
collaborazione può altresì essere considerata dal RPCT in fase di valutazione del rischio.

Occorre programmare adeguatamente l’attività di rilevazione dei processi individuando nel
PTPCT tempi e responsabilità relative alla loro “mappatura”, in maniera tale da rendere possibile,
con gradualità e tenendo conto delle risorse disponibili, il passaggio da soluzioni semplificate

 Organo e          Aree di rischio           Processi a rischio             Rischio
 unità
 Consiglio         Incarichi e nomine        Scelta del professionista Medio
 Direttivo e                                 in maniera arbitraria nel
 Presidente                                  mancato rispetto della
                                             normativa vigente di
                                             settore
                   Affari legali e           Uso improprio o distorto Medio
                   contenzioso               della discrezionalità nella
                                             scelta del professionista
                                             ovvero mancato rispetto
                                             della normativa vigente di
                                             settore
                   Collaborazioni di         Scelta del professionista Medio
                   lungo periodo             in maniera arbitraria nel
                                             mancato rispetto della
                                             normativa vigente di
                                             settore

                   Via dei Prefetti, 41 – 00186 Roma – Tel. 06 68808441 Fax 06 68808460
                            Sito: www.ancilazio.it - e-mail: segreteria@ancilazio.it
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              COMUNI ITALIANI
              LAZIO

 Segreteria         Contratti pubblici (ex Acquisizione di beni e Medio
 generale           affidamento lavori, servizi nel mancato
                    servizi e forniture)   rispetto della normativa
                                           vigente di settore
                    Incarichi e nomine Scelta del professionista Medio
                    (conferimento          in maniera arbitraria nel
                    incarichi              mancato rispetto della
                    professionali)         normativa vigente di
                                           settore
                    Gestione delle         Mancato            rispetto Medio
                    entrate, delle spese e dell’ordine cronologico
                    del patrimonio         per effettuare i pagamenti

9. Trattamento del rischio
Le misure di trattamento per ridurre il rischio individuato sono:

 Organo e           Aree di rischio           Processi a rischio             Trattamento
 unità
 Consiglio          Incarichi e nomine        Scelta del professionista         • Osservanza
 Direttivo e                                  in maniera arbitraria nel           normativa di
 Presidente                                   mancato rispetto della              settore;
                                              normativa vigente di              • regolamento
                                              settore                             procedimento
                                                                                  amministrativo
                    Affari legali e           Uso improprio o distorto          • Osservanza
                    contenzioso               della discrezionalità nella         normativa di
                                              scelta del professionista           settore;
                                              ovvero mancato rispetto           • regolamento
                                              della normativa vigente             procedimento
                                              di settore                          amministrativo
                    Collaborazioni di         Scelta del professionista         • Osservanza
                    lungo periodo             in maniera arbitraria nel           normativa di
                                              mancato rispetto della              settore;
                                              normativa vigente di              • Regolamento
                                              settore                             acquisizione e
                                                                                  gestione dei
                                                                                  finanziamenti
                                                                                  non ordinari

                    Via dei Prefetti, 41 – 00186 Roma – Tel. 06 68808441 Fax 06 68808460
                             Sito: www.ancilazio.it - e-mail: segreteria@ancilazio.it
                                                    15
ASSOCIAZIONE NAZIONALE
              COMUNI ITALIANI
              LAZIO

 Segreteria         Contratti pubblici (ex Acquisizione di beni e               • Osservanza
 generale           affidamento lavori, servizi nel mancato                       normativa D.lgs
                    servizi e forniture)   rispetto della normativa               50/2016 e linee
                                           vigente di settore                     guida Anac e
                                                                                • Regolamento
                                                                                  acquisito     di
                                                                                  beni, servizi e
                                                                                  forniture
                    Incarichi e nomine        Scelta del professionista         • Osservanza
                    (conferimento             in maniera arbitraria nel           normativa di
                    incarichi                 mancato rispetto della              settore;
                    professionali)            normativa vigente di              • regolamento
                                              settore                             procedimento
                                                                                  amministrativo
                    Gestione delle            Mancato            rispetto       • Regolamento di
                    entrate, delle spese e    dell’ordine cronologico             contabilità
                    del patrimonio            per       effettuare       i
                                              pagamenti

9.1 Interventi di tipo normativo
Al fine di assicurare un corretto andamento delle procedure interne e garantire un
adeguato livello di trasparenza nei processi decisionali e nelle procedure attuative Anci Lazio
intende definire nel corso del triennio:
  •    Il Regolamento del procedimento amministrativo;
  •    Il Regolamento di contabilità;
  •    Il Regolamento di acquisizione di beni e servizi;
  •    Il Regolamento di acquisizione e gestione dei finanziamenti non ordinari;

 Nell’ambito dell’adozione delle misure di prevenzione della corruzione, Anci Lazio ha adottato
 una serie di misure per la riduzione del rischio, come l’approvazione del Regolamento per la
 selezione del personale in data 27 novembre 2018

9.2 Il Codice Etico di ANCI Lazio
ANCI Lazio ha adottato un Codice Etico, per garantire il rispetto delle Istituzioni e delle norme,
il contrasto all’illegalità, il contrasto ai conflitti d’interesse, nonché la promozione di decisioni e
comportamenti orientati alla correttezza, all’imparzialità, alla riservatezza, e alla trasparenza.
La particolarità del Codice Etico di ANCI Lazio poggia sul fatto che non si rivolge soltanto ai
dipendenti, ma anche ai componenti degli Organi di Indirizzo, ai titolari di cariche, ai
Comuni Associati, ai collaboratori, ai fornitori e ai committenti di ANCI Lazio. In questo si
differenzia, ad esempio, dai Codici di Comportamento adottati dagli enti locali in forza del

                    Via dei Prefetti, 41 – 00186 Roma – Tel. 06 68808441 Fax 06 68808460
                             Sito: www.ancilazio.it - e-mail: segreteria@ancilazio.it
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D.P.R. 62/2013        (Regolamento recante codice di comportamento dei dipendenti pubblici, a
norma dell'articolo 54 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165), che vincolano i dipendenti
ma non gli organi di indirizzo; ed è più simile ai Codici Etici dei Modelli Organizzativi ex d.lgs.
231/2001.
Tutti i Comuni aderenti ad ANCI Lazio sono tenuti ad informare i propri amministratori
dell’esistenza del codice etico. Gli amministratori che ricoprono cariche nei Comuni
associati ad ANCI Lazio sono tenuti ad operare nella consapevolezza che la buona
reputazione dei Comuni e di ANCI Lazio costituiscono la risorsa immateriale principale sulla
quale fondare l'esercizio delle proprie funzioni e il perseguimento della missione
dell'Associazione.
In qualità di amministratori essi si impegnano:
   • a svolgere la propria funzione nell'interesse della collettività;
   • a favorire la diffusione della cultura della legalità ed a contrastare ogni forma di illegalità;
   • a svolgere le proprie funzioni in ottemperanza ai principi stabiliti nel presente codice
      etico, ed in particolare a promuoverne i contenuti presso il sistema di portatori di
      interesse del proprio Comune.

Invece, tutti coloro che ricoprono cariche associative di ogni ordine e grado in ANCI Lazio
devono:
    • prestare la propria attività anteponendo l'interesse dell'Associazione alle logiche di parte
        basate sull'appartenenza politica;
    • svolgere le proprie funzioni in ottemperanza ai principi stabiliti nel presente codice etico,
        con la consapevolezza che ogni soggetto titolare di cariche associative è in qualsiasi
        momento un rappresentante di ANCI Lazio ed in quanto tale è responsabile del buon
        nome dell'Associazione e dell'attuazione della sua missione;
    • intrattenere rapporti con l'esterno ed in particolare con i mezzi di informazione
        improntati alla correttezza poiché chi rappresenta l'Associazione esprime le proprie
        opinioni rispettando gli indirizzi e le posizioni assunte dagli organi;
    • interagire con la struttura tecnica di ANCI Lazio ricevendone il necessario e adeguato
        supporto, nella piena consapevolezza della distinzione di ruoli tra chi ricopre funzioni
        politiche e di rappresentanza politica e chi svolge funzioni di responsabile della
        gestione tecnica ed operativa dei processi;
    • rispettare i regolamenti di funzionamento, approvati dagli organi competenti, cercando di
        limitare l'impatto economico derivante dallo svolgimento dell’attività istituzionale
        sull’Associazione.
Infine dipendenti e collaboratori devono ispirare la propria azione a principi di leale
collaborazione, esclusività e non concorrenzialità rispetto delle direttive impartite, Impegno
all’attuazione del programma deliberato dagli organi, trasparenza, riservatezza

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ANCI Lazio ha proceduto alla predisposizione del proprio Codice Etico, anche in conformità
dei contenuti del Codice di Comportamento dei Dipendenti Pubblici di cui al
D.P.R. 62/2013. Tale allineamento si rende necessario, in quanto ANCI Lazio non è soggetta
alla disciplina del personale di cui al d.lgs. 165/2001 (c.d. Testo Unico del Pubblico
Impiego). Tuttavia, ai fini della prevenzione della corruzione, il personale dovrà comunque
garantire standard di comportamento assimilabili a quelli richiesti ai dipendenti degli enti locali.
Infine alla luce della distribuzione del rischio (che coinvolge non solo la struttura amministrativa,
ma anche Il Consiglio Direttivo e il Presidente), il Codice prevede anche i principi di
comportamento degli Organi di Indirizzo.
Negli avvisi che verranno pubblicati sarà presente un apposito paragrafo relativo al Codice Etico,
presente sul sito internet di Anci Lazio, sezione trasparenza, con l’obbligo per i committenti e
per tutti coloro i quali hanno a che fare con anci di prenderne visione e rispettare quanto previsto
nel suddetto Codice.

9.3 Definizione di una procedura per la verifica casi inconferibilità e incompatibilità

Il D.lgs 39 del 2013 (Disposizioni in materia di inconferibilità e incompatibilità di incarichi
presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico) ha
disciplinato alcune specifiche ipotesi di inconferibilità e di incompatibilità, in relazione
all’assunzione di incarichi o cariche presso la pubblica amministrazione e gli enti di diritto
privato in controllo pubblico.
ANCI Lazio rientra nell’ambito soggettivo di applicazione del d.lgs. 39/2013 e, di conseguenza,
allineerà la propria documentazione interna e le prassi in uso per il conferimento degli incarichi
e delle cariche, al fine di garantire il rispetto delle disposizioni del D. Lgs. n.39/2013.
Inoltre, saranno richieste e raccolte, in occasione della nomina, le dichiarazioni attestanti
l’assenza di cause di incompatibilità/inconferibilità nonché tutti i dati e le informazioni che la
legge richiede al fine di mitigare il rischio che si instaurino consuetudini corruttive da parte o
nei confronti dei soggetti più influenti nei processi aziendali a rischio corruzione.
Per consentire al RPCT la verifica e la contestazione di eventuali cariche o incarichi assegnati
in contrasto con il dettato del d.lgs. 39/2013, sarà infine adottato un Regolamento per la
verifica dei casi di inconferibilità e incompatibilità.

 10. Formazione
In seno ad un organismo associativo come Anci Lazio, la formazione dei componenti degli
organi e del personale sarà necessaria, per garantire la corretta attuazione delle
iniziative previste dal PTPC, anche in ragione delle modifiche nell’assetto organizzativo
previste nel prossimo triennio.
Conseguentemente, la formazione sarà rivolta sia ai componenti degli organi
dell’Associazione che al personale in qualunque maniera coinvolto nei processi
dirigenziali ed esecutivi. Esso riguarderà:

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                            Sito: www.ancilazio.it - e-mail: segreteria@ancilazio.it
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    • aggiornamento normativo (normativa s ulla trasparenza e sull’accesso civico
      generalizzato)
    • metodologie di mappatura dei processi e di valutazione del rischio
    • diffusione dei contenuti del PTPC di ANCI Lazio
    • etica pubblica e Codice Etico

11.Misure organizzative per la Trasparenza (d.lgs. 33/2013)

11.1 Sezione “Amministrazione Trasparente”
ANCI Lazio ha già istituito, sul proprio sito istituzionale, la sezione Amministrazione
Trasparente, destinata alla pubblicazione dei dati, delle informazione e dei documenti previsti
dal d.lgs. 33/2013. Le sottosezioni applicabili ad ANCI Lazio sono le seguenti:
     • Disposizioni generali: atti generali, Programma per la Trasparenza, normativa di
         riferimento, Codice di Comportamento dei Dipendenti, Codice Disciplinare
     • Organizzazione: Organi di indirizzo Politico, Articolazione degli uffici
     • Consulenti e collaboratori: elenco degli incarichi di consulenza e collaborazione
     • Personale: incarichi di vertice, Dirigenti, Quadri e 1 Livelli, dotazione organica, tassi
         di assenza
     • Enti controllati: enti pubblici vigilati, società controllate, società partecipate, enti
         privati controllati (ad es. le fondazioni), enti privati partecipati
     • Bandi di gara e contratti: informazioni relative alle procedure per l'affidamento e
         l'esecuzione di opere e lavori pubblici, servizi e forniture.
     • Bilanci: Bilancio preventivo, bilancio consuntivo, variazioni di bilancio, indicatori e
         risultati attesi
     • Controlli e rilievi sull’amministrazione: controlli e rilievi della Corte dei Conti, degli
         organi di controllo interno e degli organi di revisione amministrativa e contabile
     • Servizi erogati: carta dei servizi, costo dei servizi, tempi medi
     • Pagamenti
     • Altri contenuti: Prevenzione della Corruzione, accesso civico, dati ulteriori iniziative in
         materia di trasparenza

11.2 Misure organizzative per la trasparenza
Per garantire il puntuale aggiornamento della Sezione Amministrazione Trasparente, l’Ufficio
Amministrativo è stato incaricato di raccogliere i dati, le informazioni e i documenti da
pubblicare, che provvederà a metterli on-line.
Gli indirizzi in materia di trasparenza saranno invece definiti dal Comitato Regionale e attuati
dal Vicesegretario Generale

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11.3 Accesso documentale, accesso civico e accesso generalizzato
Il d.lgs. 97/2016 (Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione
della corruzione, pubblicità e trasparenza) ha introdotto nell’ordinamento italiano il diritto di
accesso generalizzato (art. 5, comma 1 del d.lgs. 33/2013). In virtù di tale diritto, allo scopo di
favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull'utilizzo
delle risorse pubbliche e di promuovere la partecipazione al dibattito pubblico, chiunque ha
diritto di accedere ai dati e ai documenti detenuti dalle pubbliche amministrazioni, ulteriori
rispetto a quelli oggetto di pubblicazione ai sensi del presente decreto, nel rispetto dei limiti
relativi alla tutela di interessi giuridicamente rilevanti.
Il diritto di accesso generalizzato si affianca (e in parte si sovrappone) al già esistente diritto
di accesso civico (art. 5, comma 1, d.lgs. 33/2013) e al diritto di accesso agli atti previsto dalla
Legge 241/1990.
Per allinearsi al nuovo quadro normativo, ANCI Lazio adotterà un Regolamento per gli accessi,
per definire le modalità e limiti dei seguenti tipi di accesso:
     • Accesso civico, finalizzato alla richiesta di pubblicazione di dati, documenti e
         informazioni obbligatorie
     • Accesso generalizzato, finalizzato a richiedere dati e documenti non soggetti ad
         obbligo di pubblicazione, nel rispetto dei limiti relativi alla tutela di interessi
         giuridicamente rilevanti
     • Accesso agli atti, finalizzato a richiedere gli atti di un procedimento amministrativo, da
         parte di soggetti portatori di interessi giuridicamente rilevanti.

11.4 Trasparenza e privacy: bilanciamento tra obblighi di pubblicazione per la
trasparenza amministrativa e la tutela dei dati personali

La trasparenza amministrativa è prevista nel PTPCT – Piano Triennale di Prevenzione della
Corruzione e Trasparenza, come fondamentale e obbligatoria misura di prevenzione della
corruzione e della illegalità.
La misura della trasparenza amministrativa consiste nell’assicurare l’accessibilità totale delle
informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività detenuti dall’amministrazione, allo scopo
di:
     • tutelare i diritti dei cittadini;
     • promuovere la partecipazione degli interessati all’attività amministrativa
     • favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e
        sull’utilizzo delle risorse pubbliche;
Nell’attuale contesto normativo tale accessibilità viene realizzata attraverso la pubblicazione sul
sito web istituzionale dell’ente e quindi la circolazione dei dati sulla rete internet. La richiamata
dimensione digitale della trasparenza espone l’Amministrazione a nuovi ed elevati rischi di
provocare lesioni ai diritti e alle libertà delle persone fisiche come conseguenza alla diffusione
non consentita/illecita di dati e informazioni attraverso la rete. Nel web, l’attuazione della

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trasparenza on line, al fine di tutelare i diritti e le libertà delle persone fisiche, secondo le
disposizioni in materia di protezione dei dati personali, contenute nel Reg. n. 679/2016 e nel
d.lgs. n. 196/2003, come modificato dal d.lgs. 101/2018, impone che tutti gli operatori sappiano
effettuare il bilanciamento tra trasparenza da un lato, e protezione dei dati personali dall’altro
lato.
Infatti la “Trasparenza” e la “Privacy” non sono antagoniste tra di loro ma complementari. Il
giusto equilibrio nel rispetto di questi diritti non è qualcosa di tassativo ma va ricercato di volta
in volta per contemperare l'obbligo di diffusione di dati e informazioni con l'esigenza di
preservare la protezione dei dati personali.
Le regole e le cautele per effettuare tale bilanciamento vanno ricercate nelle Linee guida del
Garante del 15 maggio 2014, che si allegano alla presente circolare (Allegato 2), preordinate ad
assicurare la protezione dei dati personali nella dimensione digitale e nell´adempimento degli
obblighi di pubblicazione sul web.
In applicazione di tali regole, l’operatore addetto alle pubblicazioni, prima di pubblicare un
documento, deve eseguire le seguenti operazioni preliminari, (schema ripreso dalle linee guida
del Garante allegate alla presente circolare, a cui si rimanda):

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Dallo schema precedente si evince che attraverso l’attuazione del principio di minimizzazione
dei dati, si potrebbe arrivare alla piena soddisfazione di entrambe le esigenze; e ciò attraverso la
riduzione della completezza conoscitiva e la conseguente perdita di alcuni contenuti informativi
a vantaggio di esigenze concernenti la protezione dei dati personali.
Questo tipo di soluzioni inoltre sono espressamente previste dal già citato d.lgs. n. 33 del 2013,
il quale all’art. 7 bis stabilisce che «nei casi in cui norme di legge o di regolamento prevedano la
pubblicazione di atti o documenti, le pubbliche amministrazioni provvedono a rendere non
intelligibili i dati personali non pertinenti o, se sensibili o giudiziari, non indispensabili rispetto
alle specifiche finalità di trasparenza della pubblicazione».

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Da ciò emerge la necessità che tutti coloro che procedono all’organizzazione e alla raccolta di
informazioni, abbiano piena conoscenza delle normative in materia e sin da subito abbiano
contezza di quale sia la funzione del trattamento dei dati e la destinazione degli stessi; e ciò al
fine di poter attuare dall’inizio del trattamento quelle misure che consentano una corretta
valutazione degli interessi in gioco.
Ancora una volta, dunque, l’attuazione del principio di responsabilizzazione dei soggetti
coinvolti nel trattamento dei dati personali si palesa quale misura precauzionale principale al fine
di minimizzare i potenziali pericoli per la privacy.
Alcune semplici regole da tenere sempre in mente prima della pubblicazione di atti documenti
contenenti dati personali:
     • VERIFICARE quindi, caso per caso, se i dati personali contenuti nel documento da
         pubblicare risultano eccedenti rispetto alla finalità da conseguire mediante la
         pubblicazione e, conseguentemente, verificare se ricorrono i presupposti per
         l´oscuramento delle informazioni non necessarie;
     • SOTTRARRE ALLA REPERIBILITA’, sulla rete e da parte dei motori di ricerca
         (indicizzazione), i dati sensibili e giudiziari consultando, se del caso, il personale del
         Centro elaborazione dati (CED) ai fini del reperimento di idonee istruzioni tecniche per
         effettuare tale operazione;
     • ACCERTARE, per i dati sensibili diversi da quelli inerenti alla salute, l’assoluta
         INDISPENSABILITÀ della pubblicazione per le finalità da conseguire, qualora le
         stesse non possano essere soddisfatte mediante il ricorso a dati anonimi.
     • OSCURARE/ ANONIMIZZARE i dati personali idonei a rivelare lo stato di salute o
         informazioni da cui si possa desumere, anche indiretta- mente, lo stato di malattia o
         l´esistenza di patologie dei soggetti interessati, compreso qualsiasi riferimento alle
         condizioni di invalidità, disabilità o handicap fisici e/o psichici
Con riferimento a tale operazione si ricorda, preliminarmente, che per le particolari categorie di
dati, sensibili (ossia idonei a rivelare ad esempio l´origine razziale ed etnica, le convinzioni
religiose, le opinioni politiche, l´adesione a partiti o sindacati, lo stato di salute e la vita sessuale)
o relativi a procedimenti giudiziari, i dati possono essere trattati solo se indispensabili. Ciò
premesso resta fermo il divieto assoluto di diffondere dati personali idonei a rivelare lo stato di
salute o informazioni da cui si possa desumere, anche indirettamente, lo stato di malattia o
l´esistenza di patologie dei soggetti interessati, compreso qualsiasi riferimento alle condizioni di
invalidità, disabilità o handicap fisici e/o psichici (ad esempio vanno oscurati dai siti web i dati
personali contenuti nelle ordinanze con le quali il sindaco dispone il trattamento sanitario
obbligatorio).

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