PGT 2011 - Comune di Peschiera Borromeo

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO
Provincia di Milano

PGT
PIANO DI GOVERNO DEL TERRITORIO
                                                 2011
DOCUMENTO DI PIANO

                                                              i

RELAZIONE e
AMBITI DI TRASFORMAZIONE
Adottato con delibera C.C. n. ………………….. del ……………………….
Approvato con delibera C.C. n. ………………… del ………………………

                                                    GENNAIO 2011
                                                rev_GENNAIO 2012
COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano]                                PARTE I

Il Sindaco
Antonio S. Falletta

Comune di Peschiera Borromeo
ing. Giuseppe Cancellieri (responsabile settore Pianificazione e Gestione del territorio)

gruppo di lavoro:
dott. Viviana Lazzarini, ing. Agazio Montirosso, arch. Gabriella De Sanctis,
geom. Emanuela Pedone, geom. Nadia Verner

con la collaborazione del Centro Studi PIM
dott. Franco Sacchi (Direttore Responsabile)

gruppo di lavoro:
arch. Cristina Alinovi, ing. Mauro Barzizza, arch. Pietro Lembi;
consulenti esterni:
arch. Edoardo Marini, arch. Dario Corvi, arch. Massimo Spirlandelli.

Per gli aspetti riguardanti la Valutazione Ambientale Strategica:
ing. Francesca Boeri
consulente esterno:
dott.ssa Valentina Gambirasio

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Sommario

I             INTRODUZIONE

Premessa .........................................................................................................5
      Che cos’è questo Documento ..................................................................................................... 5

      Scheda 1: Cos’è e come funziona il Documento di piano ............................................................ 6

II            IL PROGETTO STRATEGICO

1. Il progetto strategico per la città ...................................................................9
      1.1 Rallentare lo sviluppo edilizio della città ............................................................................. 12
      1.2 Riconnettere parti di città – collegare, ricompattare e dare forma .................................... 13
      1.3 Potenziare e razionalizzare il sistema dei servizi esistenti .................................................. 18
      1.4 Valorizzare la campagna...................................................................................................... 25
      1.5 La città consolidata: obiettivi per il metabolismo urbano ................................................... 30

      Scheda 2: Le nuove infrastrutture dell’area metropolitana milanese ...................................... 16
      Scheda 3: Servizi per l’istruzione ............................................................................................... 34

2. La città in trasformazione ........................................................................... 40
      2.1 Ambiti di Trasformazione urbana ........................................................................................ 40
      2.2 Quantità .............................................................................................................................. 51

      Scheda 4. Disciplina della città storica ...................................................................................... 43
      Scheda 5. Disciplina d’uso ......................................................................................................... 46
      Scheda 6. Rete Ecologica Comunale .......................................................................................... 48
      Scheda 7. Caratteri culturali e naturali del paesaggio locale e sensibilità paesaggistica dei
      luoghi......................................................................................................................................... 49

III           SCHEDE AMBITI DI TRASFORMAZIONE URBANA

IV            COMPATIBILITÀ CON IL [PTCP]

3. La compatibilità con il [PTCP] e il recepimento delle previsioni prevalenti ... 76
      3.1 Compatibilità con le previsioni sovracomunali ................................................................... 76
      3.2 Consumo di suolo ................................................................................................................ 83

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            INTRODUZIONE

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Premessa

Che cos’è questo Documento
Questo testo esplicita i punti salienti del nuovo PGT di Peschiera Borromeo. Il fuoco è
centrato sul Documento di Piano, che è lo strumento che meglio di altri esplicita le
trasformazioni della città, ma alcune delle riflessioni proposte toccano più direttamente
la disciplina della città esistente, e cioè il Piano delle Regole, e la città pubblica che è il
contenuto proprio del Piano dei Servizi.

Il Documento è costituito da un breve testo, e da alcune schede riguardanti temi
particolari che riguardano punti ritenuti nodali del progetto che si ritiene debbano
essere conseguentemente approfonditi come, ad esempio, i servizi per l’istruzione, il
metabolismo urbano, il funzionamento del documento di piano, la disciplina della città
storica, etc. Il Documento non ha nessuna pretesa di essere esaustivo ma è volutamente
selettivo e incentrato sugli aspetti ritenuti più qualificanti del progetto e meritevoli di
approfondimento e discussione. Per una visione più complessiva e approfondita della
città e del piano rimandiamo al quadro conoscitivo, che integra e supporta questo
documento nonché alle relazioni degli altri piani e alla VAS.

I temi affrontati in questo documento sono :

       il progetto della mobilità: la viabilità che si prevede vengano potenziate, quelle
        da riqualificare o da destinare ad altri usi e quelle da realizzare ex novo;
       le strategie proposte per la valorizzazione dello spazio agricolo e il sistema
        ambientale, come, ad esempio, il Parco agricolo sud Milano, il Lambro, la riserva
        del Carengione, le cave dismesse, i corridoi ecologici individuati dal Piano
        territoriale di coordinamento provinciale, dal Piano territoriale regionale o
        proposti dal Piano di Governo del territorio.
       le proposte relative al potenziamento della città pubblica (capitolo 3) che
        riguardano soprattutto la scuola, ma anche altri servizi e attrezzature,
       gli interventi più “rilevanti” che interessano e cioè gli Ambiti di trasformazione
        urbana con le relative quantità.
Il Documento si conclude con le Schede degli ambiti di trasformazione urbana. Ogni
scheda è costituita da uno schema di assetto che a una scala adeguata riporta il
perimetro dell’ambito e le sue caratteristiche principali, da una tabella che specifica le
destinazioni d’uso, gli indici e i parametri edificatori, e da una breve descrizione delle
caratteristiche e degli obiettivi dell’intervento. Le Schede sono vincolanti e costituiscono
parte integrante delle Norme tecniche d’attuazione.

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Scheda 1: Cos’è e come funziona il Documento di piano

“Ambiti di trasformazione” è la denominazione scelta dalla nuova legge urbanistica per definire le
trasformazioni di una certa rilevanza previste dal Documento di piano. Gli ambiti possono
riguardare aree di nuova costruzione, trasformazioni della città esistente o interventi che
prevedono la realizzazione di opere particolarmente delicate sotto il profilo architettonico e del
rapporto con il contesto. Il Documento di piano evidenzia anche le opere pubbliche più
importanti da realizzarsi all’interno o all’esterno degli ambiti di trasformazione: le aree verdi che
si intende realizzare, le strade da potenziare o da realizzare ex novo, la rete della mobilità lenta e
i nuovi servizi come il centro scolastico omnicomprensivo, etc.
Gli ambiti di trasformazione sono obbligatoriamente subordinati alla pianificazione attuativa,
mentre gli interventi direttamente promossi dall’Amministrazione sono soggetti alle procedure
previste per la realizzazione delle opere pubbliche. E’ importante precisare che l’operatività e la
piena legittimità delle previsioni del Documento di piano sono demandate all’adozione dei piani
attuativi o, nel caso degli interventi pubblici, all’approvazione del progetto dell’opera pubblica.
Fintanto che il piano attuativo non è stato adottato o il progetto dell’opera non è stato approvato
il regime giuridico e la classificazione urbanistica delle aree è quella dettata dal Piano delle regole
o dal Piano dei servizi. Tale classificazione è anche quella propria delle aree una volta che decade
il Documento di piano se il piano attuativo o il progetto dell’opera pubblica non è stato adottato.
E questo perché secondo la legge regionale 12/2005 il Documento di piano definisce il valore
giuridico delle aree solo in modo indiretto, in quanto espressione della volontà
dell’Amministrazione, e in quanto prodromico alla realizzazione dei piani attuativi. E’ a questi che
tocca definire in via definitiva cosa e quanto deve essere realizzato sulla scorta d’indicazioni che
possono essere espresse anche in forma generica. Per evitare o contenere possibili
fraintendimenti, ma anche per assicurare una maggiore flessibilità al piano, le norme prevedono
esplicitamente che la pianificazione attuativa possa: 1) modificare il perimetro degli ambiti di
trasformazione, delle aree fondiarie e di quelle a standard individuate dal Documento di piano, al
fine di escludere reliquati e proprietà non interessate a operare o per assicurare una migliore
organizzazione planivolumetrica degli interventi, purché tali modifiche siano comunque
contenute; 2) scindere in due o più piani attuativi distinti quanto individuato unitariamente,
purché ogni singolo strumento attuativo si faccia carico: 2a) della quota parte delle opere da
realizzare e della porzione delle aree da cedersi per urbanizzazioni primarie o secondarie previste
dalle schede, 2b) della realizzazione delle opere e della cessione delle aree comunque
imprescindibili affinché l’insediamento possa correttamente funzionare (le urbanizzazioni a rete e
le strade di accesso ad esempio); 3) realizzare servizi o opere di urbanizzazione e cedere aree
diverse da quelle esplicitamente indicate nelle schede, qualora l’Amministrazione ritenga
necessario modificare le proprie priorità d’intervento, ma purché non muti il valore economico
dei servizi o delle opere realizzate o delle aree cedute, che dovrà essere dimostrato attraverso
perizia e computo metrico estimativo.
La pianificazione attuativa deve invece obbligatoriamente adeguarsi alle indicazioni del
Documento di piano che concernono: le volumetrie massime realizzabili, le destinazioni d’uso, le
altezze massime degli edifici, le indicazioni riguardanti la conservazione e/o la possibilità di
demolire gli edifici, la realizzazione delle fasce boscate, degli interventi di mitigazione ambientale

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e delle opere di compensazione ambientale. Sono inoltre vincolanti le indicazioni dettate dal
Documento di Piano riguardanti le opere da realizzarsi e le aree da cedere, fatto salvo quanto già
specificato nel precedente punto 3, il che significa che diventa vincolante il valore delle opere e
delle aree individuate dal Documento di piano. “Vincolante” significa che una realizzazione
difforme richiede una variante del Documento di piano, mentre laddove il Piano attuativo può
modificare o integrare quanto specificato, la variante, e cioè la ri-adozione del Documento di
piano non è necessaria.

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                          IL PROGETTO
                           STRATEGICO
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1.      Il progetto strategico per la città

Il progetto di Piano di Governo del Territorio parte da un presupposto: la realizzazione di
un progetto strategico di sviluppo e valorizzazione per la città. Alla base della definizione
degli elementi e dei contenuti progettuali, che a vario modo si incrociano sia
internamente al Documento di Piano che nel rapporto dello stesso con gli altri strumenti
(Piano dei Servizi e Piano delle Regole), vi è la volontà di individuare alcune invarianti
progettuali ed elementi strutturali da cui partire per definire le possibilità di
trasformazione e sviluppo della città.

Il quadro all’interno del quale è concretamente possibile delineare il futuro assetto
urbanistico della città è sostanzialmente determinato dal contemperamento dei diversi
obiettivi ormai largamente condivisi alla scala sovralocale - la salvaguardia dei valori
ambientali e il contenimento del consumo di suolo, o anche quelli finalizzati ad ottenere
un’armatura infrastrutturale adeguata ed efficiente a supporto della popolazione e delle
attività insediate nell’area metropolitana milanese - e da quelli locali finalizzati a
soddisfare le istanze di sviluppo e i fabbisogni, in termini di servizi e attrezzature,
espressi dalla popolazione e dal tessuto produttivo, sia esistenti che insorgenti.

Le previsioni contenute nel Documento di Piano tengono conto del sistema delle c.d.
"invarianti territoriali", su tutte la presenza del Parco Agricolo Sud Milano, grande
risorsa della città, entro i cui confini ricadono la quasi totalità delle aree non edificate di
Peschiera Borromeo. Ma soprattutto gli ambiti interessati dalla presenza del Parco sono
caratterizzati da diversi elementi qualificanti del territorio. Non sono dunque
esclusivamente da intendersi come aree sottoposte ad un vincolo, ma come le
componenti qualitative del sistema paesistico-ambientale di Peschiera Borromeo. In
particolare si richiamano qui a scopo esemplificativo la proposta di riserva orientata del
Carengione, l’ambito vallivo del fiume Lambro e la proposta di Parco Fluviale di cui è
oggetto, il sistema dei fontanili e delle acque per l’agricoltura e non ultimo l’ambito del
castello Borromeo.

Questa condizione specifica ha di fatto portato al consolidamento di una città dai due
volti oggi in parte separati: quella urbanizzata, che rappresenta ca. il 25% del territorio
comunale, e quella dominata dalla campagna, quasi interamente assoggettata alle
regole del Parco Agricolo Sud Milano, che si sviluppa su ca. il 61% del territorio
comunale.

La doppia prospettiva del Documento di Piano
Il Documento di Piano, che rappresenta lo strumento di indirizzo strategico per lo
sviluppo della città, si confronta con due condizioni: da un lato una temporalità ridotta

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di efficacia, 5 anni; dall’altra l’esigenza di fornire un quadro di più ampio respiro, in
grado di orientare nel medio-lungo periodo le scelte di sviluppo della città.
Poste queste condizioni, si è deciso di affrontare secondo questa logica differenziata la
composizione del Documento di Piano, individuando alcuni interventi che si potranno
esprimere nel breve termine (5 anni) e quelli che hanno necessariamente uno sfondo
decisionale e di fattibilità temporalmente più ampio, di medio e lungo periodo.
Quest’ultima prospettiva temporale si ritiene essere fondamentale non solo per le scelte
del Documento di Piano, ma più in generale per garantire una corretta visione delle
politiche urbanistiche della città, che devono essere in grado di agire ed integrarsi in un
quadro territoriale più ampio, capace di interpretare ed indirizzare da subito i potenziali
mutamenti della città.
Accanto all’orizzonte temporale si è tenuto in particolare considerazione il quadro delle
trasformazioni programmate alla scala sovralocale, su cui è necessario porre da subito
l’attenzione per poter intraprendere riflessioni specifiche a livello locale. Il contesto
territoriale in cui si colloca Peschiera Borromeo è infatti in forte evoluzione e
mutamento. Si pensi ai progetti per la mobilità, che vanno dalla previsione di
prolungamento della linea M3 fino a Paullo (con stazione a Peschiera B.) e la nuova M4
con capolinea a Linate; le grandi previsioni infrastrutturali, che andranno a mutare
l’assetto complessivo del quadrante ovest di Milano, con la realizzazione della TEEM e
della BreBeMi, e la riqualifica di Paullese, Rivoltana e Cassanese (cfr. Scheda 3).

A partire da questi presupposti è stato costruito lo scenario di sviluppo della città, che ha
guidato la realizzazione del Documento di Piano.
Definite le linee di indirizzo, si alimenta il quadro strategico di sviluppo per la città,
attraverso una serie di progetti specifici che alimentano i macro obiettivi, di seguito
esposti. La scelta è stata quella di concentrarsi su dei progetti cardine, che saranno pochi
ma di rilievo, selezionati secondo le priorità emerse dalla città, in compatibilità con le
capacità di spesa attuali. Saranno le trasformazioni programmate a contribuire alla
realizzazione dei progetti per la città. Il Piano punta a realizzare nel breve termine gli
obiettivi più stringenti, necessari e fattibili (5 anni), in coerenza con l’impostazione di un
quadro di sviluppo della città che traguarda al lungo periodo.

Gli obiettivi per la città
Il Documento di Piano, e più in generale il PGT, individua cinque macro obiettivi, che si
ritiene possano essere in grado di valorizzare le potenzialità del territorio e
compensare/rimediare alle problematicità esistenti:

      - Rallentare lo sviluppo edilizio della città
      - Riconnettere parti di città - collegare, ricompattare e dare forma
      - Riqualificare lo spazio pubblico e i servizi

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      - Valorizzare la campagna e fruire del verde
      - La città consolidata: obiettivi per il metabolismo urbano

Anzitutto un progetto di città pubblica, che sia in grado di incidere sulla riorganizzazione
di alcune parti di città e di generare qualità diffusa alla città consolidata che non sarà
direttamente oggetto della trasformazioni. Di seguito vengono descritti i contenuti
specifici di questi 5 macro obiettivi per la Peschiera Borromeo di domani.

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1.1     Rallentare lo sviluppo edilizio della città

La crescita di Peschiera Borromeo avvenuta nei decenni passati ha pressoché saturato
tutto lo spazio non interessato dal Parco Agricolo Sud, fatte salve alcune aree che per
diversi motivi poco si prestano a uno sviluppo edilizio (per il loro valore ambientale,
paesaggistico o per limitazioni di diversa natura come la presenza di vincoli geologici, la
commistione di usi non compatibili, etc.) e non a caso sono rimaste le ultime disponibili.
Per molte di queste aree la scelta del PGT è stata quella di congelarle e di subordinare la
loro eventuale utilizzazione per scopi edificatori alla risoluzione nei prossimi anni dei
problemi che ne sconsigliano oggi l’utilizzo.

Il PGT prevede limitati interventi che si caratterizzano perlopiù come:
a) completamenti di piccoli lotti rimasti inedificati all’interno della città compatta;
b) trasformazione di aree produttive dismesse e in stato di degrado;
c) recupero e valorizzazione dei nuclei storici e rurali.

Il PGT non prevede la trasformazione per usi urbani di suolo ora agricolo, andando
esclusivamente a ricomporre alcuni margini urbani. Per queste ragioni il PGT di
Peschiera Borromeo si caratterizza come un “piano a sviluppo zero”. Ciò significa che il
fuoco del nuovo PGT è posto eminentemente sul miglioramento della città esistente e
la valorizzazione ambientale e fruitiva dello spazio agricolo che, di fatto, è la risorsa
territoriale più importante di Peschiera Borromeo.
Inoltre, il PGT ha scelto di non prevede un’ulteriore consistente crescita residenziale
della città (+161 abitanti teorici), destinando la maggior parte delle (poche) aree di
trasformazione all’insediamento di funzioni terziarie, commerciali e produttive. Questa
scelta è dettata in primo luogo dalla dimensione degli interventi attualmente in fase di
realizzazione, che sono in sovrannumero rispetto alla domanda. Secondo una stima
approssimativa sono in corso di costruzione o sono già stati programmati abitazioni per
circa 360.000 mc che corrispondono a totale di 2.800 “abitanti teorici”. Da questo punto
di vista le abitazioni già sul mercato o in procinto di esserlo sono sufficienti per
assicurare le esigenze residenziali dei prossimi cinque anni (durata del Documento di
piano) e oltre.

Dall’altra, come detto, tale scelta è stata presa anche in considerazione delle condizioni
di contesto. Gli ambiti di trasformazione individuati, e di fatto disponibili, non sono
idonei per una trasformazione di tipo residenziale. Questo ha spinto alla scelta di
escludere tale destinazione, evitando di riproporre situazioni di incompatibilità
funzionale come talvolta accaduto in passato.

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1.2       Riconnettere parti di città - collegare, ricompattare e dare forma

Una delle principali problematiche che emergono dalle analisi della città di Peschiera
Borromeo è la divisione del territorio in differenti quartieri e frazioni, che allo stato
attuale soffrono di una eccessiva frammentazione fisica e una scarsa connessione, in
particolare viabilistica. Peschiera è infatti una città fatta di “parti specializzate” e poco
connesse fra loro, che mantengono una loro alterità rispetto alle altre. Collegare le
differenti parti della città e i servizi in esse ospitate significa anche conferirgli una forma
più compatta.
Uno degli obiettivo del PGT è dunque quello di ricompattare, collegare e dare forma
compiuta alla città, lavorando sia localmente, a livello di organizzazione dello spazio
pubblica, sia promuovendo una politica di valorizzazione e messa in sicurezza della rete
viabilistica esistente e il potenziamento di quella ciclabile e pedonale.

Questa specificità locale si colloca in un quadro d’area metropolitana caratterizzato da
grandi dotazioni infrastrutturali come la Tangenziale est, il sistema viario della Cassanese
e della Rivoltana (da connettere in futuro alla BreBeMi), il sistema aeroportuale di
Linate, le nuove linee metropolitane e la futura rinnovata linea ferroviaria. Elementi che
si configurano come delle potenzialità per lo sviluppo futuro di tutta questa porzione
dell’area metropolitana milanese, ma che riflettono in ambito locale alcune esternalità.
Il PGT, pertanto, nell'ambito delle competenze proprie in materia di mobilità, e quindi in
una visione strategica, dovrà raccogliere e mettere a sistema le esigenze e le
opportunità connesse alle diverse opere per:
         migliorare le condizioni di accessibilità veicolare di scala sovralocale e la
          protezione della città dal traffico di attraversamento e riduzione della
          congestione attraverso una migliore definizione della gerarchia della rete e
          l’applicazione di strumenti di moderazione;
         ottimizzare in termini di sicurezza la viabilità e la relativa rete stradale;
         valorizzare le linee di forza del trasporto pubblico, presenti e previste sul
          territorio, con il recepimento della previsione di prolungamento della M3 verso
          Paullo e connettendo la frazione di San Bovio con il resto del territorio per
          mezzo del trasporto pubblico;
         potenziare l'offerta infrastrutturale per la mobilità dolce (ciclisti e pedoni).
         ridurre l’inquinamento e migliorare l’ambiente urbano per tutti i residenti e gli
          utenti.

Alla scala locale il PGT assume la programmazione in corso, puntando in particolare al
completamento della rete viaria esistente e alla messa in sicurezza delle strade che
collegano le diverse parti della città. Lo sviluppo tumultuoso di Peschiera è avvenuto
dimenticandosi, talvolta, di collegare fra loro i diversi nuclei e frazioni: in particolare San

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Bovio, Bellaria e altri nuclei rurali ancora. Il piano intende migliorare e agevolare questi
collegamenti, adeguando e completando la rete stradale esistente.
In particolare, due sono i progetti rilevanti già programmati:

- la nuova viabilità di Bellaria, che in relazione alla realizzazione del nuovo Centro
  Commerciale e alla previsione degli Ambiti di Trasformazione del PGT, andrà a
  costituire l’alternativa per i traffici locali della strada Paullese, fornendo accessibilità
  sia allo stesso Centro Commerciale che ai due ambiti di trasformazione previsti dal
  PGT, oltreché al tessuto esistente;
- la viabilità di collegamento tra la SP15b (via Buozzi/Mondadori) e San Bovio,
  necessaria a fronte dell’attivazione della nuova sede di Microsoft e in previsione del
  completamento degli insediamenti residenziali in cantiere.

Accanto alle opere già programmate il PGT prevede ulteriori interventi di
razionalizzazione, allo scopo di completare alcune tratte di viabilità e mettere in
sicurezza e migliorare le strade esistenti. Più precisamente si tratta di quattro interventi:

- messa in sicurezza e valorizzazione paesistica di via Lombardia, di collegamento tra
  Bettola e San Bovio e suo prolungamento fino a via 2 Giugno (vecchia Paullese). Per
  quanto riguarda il tratto già esistente il PGT propone un limitato ampliamento della
  sede stradale esistente (ad esempio la realizzazione di una strada locale extra urbana
  di tipo F1 o F2) e la realizzazione di una pista ciclabile che potrà anche seguire un
  itinerario parzialmente diverso. Entrambi queste opere, che dovranno essere
  concordate con il Parco Agricolo sud Milano e la Provincia, dovranno tassativamente
  mantenere e anzi valorizzare il carattere paesaggistico di questa strada, ovvero
  realizzare una vera e propria strada parco (cfr. paragrafo successivo);
- valorizzazione/adeguamento delle strade campestri di collegamento ai nuclei rurali
  (cascina Carolina, cascina Fornace e altre). In particolare, per quanto riguarda il
  collegamento con cascina Fornace, va precisato che l’itinerario individuato dal
  Documento di piano, e che riprende un progetto già allo studio, è solo esemplificativo,
  poiché questa opera dovrà essere concordata con la Soprintendenza e il Parco Agricolo
  Sud Milano e dovrà essere attentamente valutata al fine di trovare la soluzione più
  rispettosa della presenza del castello Borromeo e dei relativi annessi.
- realizzazione dello svincolo sulla Paullese, connesso al’AT2, al fine di garantire
  l’accessibilità all’area produttiva di Bettola e il collegamento dell’ambito di
  trasformazione della ex-Cartiera verso sud e, in prospettiva, con la Peschiera-
  Melegnano e il comune di Mediglia.
- la razionalizzazione dell’attuale accesso alla frazione di San Bovio con conseguente
  declassamento della strada che costeggia cascina Longhignana e il Castello.

Infine, in una prospettiva di lungo termine, si auspica un parziale interramento della
strada paullese, che rappresenterebbe il vero elemento in grado di garantire la

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ricucitura del tessuto urbano di Peschiera Borromeo collocato a sud della stessa strada.
Un evidente problema per la città è infatti rappresentato proprio dal traffico in
attraversamento.
L'esigenza di proteggere la città dal traffico di attraversamento, pur garantendo le
opportune condizioni di accessibilità, può essere affrontata, inoltre, con la definizione
delle zone a traffico limitato (ZTL), argomento non affrontabile all’interno del PGT, che
necessita di uno strumento di settore e di maggior dettaglio. Tale obiettivo può,
successivamente, essere messo a sistema nella visione generale e strategica del PGT
facendo lavorare i diversi piani e strumenti in sinergia.

La mobilità dolce
Per quanto riguarda il tema dell'incentivazione della mobilità dolce e della protezione
delle utenze deboli, il PGT dovrà prevedere l’estensione e la messa a sistema della rete
dei percorsi ciclo pedonali e la sua integrazione con la rete sovra locale, nella prospettiva
di rendere maggiormente fruibili gli spazi agricoli. La programmazione di una rete
ciclopedonale completa e organica permetterà inoltre di riconnettere alla scala locale le
diverse parti di città, che oggi soffrono di un certo distacco anche dal punto di vista della
connessione ciclo-pedonale.
In particolare, il PGT punta l’attenzione su tutte le connessioni esistenti ma non
adeguate che richiedono esclusivamente di essere valorizzate e messe in rete, in
particolare negli ambiti del Parco Sud, allo scopo di implementare le connessioni ciclo-
pedonali e di valorizzare le possibilità fruitive del Parco Agricolo Sud.

La strada parco - Via Lombardia
Uno dei progetti principali che il Documento di Piano prospetta è la messa in sicurezza di
via Lombardia, in un’ottica di valorizzazione del tracciato stesso che si dovrà configurare
come una vera e propria strada parco. Questo progetto è necessario poiché riduce
l’isolamento della frazione di San Bovio dal restante territorio comunale e permettere di
potenziare e migliorare il trasporto pubblico locale, ad oggi impossibile in quando la
carreggiata non è sufficiente, riducendone i costi e migliorandone l’efficienza. L’ipotesi è
dunque di attrezzare adeguatamente via Lombardia, che nonostante sia una vecchia
strada provinciale è oggi poco più che una capezzagna, e di connetterla direttamente
all’asse di via XXV Aprile - 2 Giugno. Si tratta esclusivamente di ampliare l’attuale
carreggiata quando basta a garantire il doppio senso di marcia, adeguandola così al
codice della strada (strada locale extra urbana di tipo F1 o F2). Giacché questa strada
attraversa un territorio di particolare pregio e interesse sotto il profilo paesaggistico e
naturalistico dovrà essere concepita come una sorta di strada parco, che mantenga ed
anzi valorizzi gli attuali caratteri.

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Scheda 2. Le nuove infrastrutture dell’area metropolitana milanese
Nell’area metropolitana milanese sono in fase di realizzazione/programmazione diversi
interventi di potenziamento delle infrastrutture che interessano Peschiera Borromeo
direttamente o indirettamente. Prima fra tutte la riqualificazione della Paullese,
interessata dal progetto definitivo della Provincia di Milano per il raddoppio della
carreggiata tra Peschiera Borromeo e Spino d’Adda e dal progetto del prolungamento
dell’itinerario verso ovest dall’attuale svincolo sulla A51 (quartiere Rogoredo-Montecity)
fino a via Bacchiglione. Questo progetto deve essere considerato come elemento
primario per ridefinire la gerarchia della viabilità all’interno della rete comunale, in
modo da alleggerire il traffico di attraversamento che oggi gravita proprio sulla viabilità
locale. Anche i raddoppi della carreggiata della SP14 Rivoltana e della SP103 cassanese,
interventi facenti parte delle opere connesse al progetto della BreBeMi, avranno effetti
sulla nostra città. Altro importante intervento, relativo invece ai collegamenti trasversali,
è la Tangenziale Est Esterna.
Il secondo grande progetto che interessa direttamente la città è il prolungamento della
linea M3 da San Donato Milanese a Paullo/Zelo Buon Persico. L’opera prevede la
realizzazione della stazione di Peschiera Borromeo in prossimità dell'incrocio tra il Viale
Matteotti e via Don Luigi Sturzo, per la quale dovrà essere approfondito lo schema di
accessibilità e il sistema della sosta. Si dovrà dunque accompagnare nel miglior modo
possibile lo sviluppo di tale progetto, andando a riorganizzare gli spazi pubblici e
l’ambito attorno al quale sorgerà la nuova fermata.
Sempre a livello di rete metropolitana sarà realizzata entro il 2015 la nuova linea M4 che
collegherà Linate a San Babila e successivamente a Lorenteggio, ed è in fase di
valutazione la possibilità di un suo prolungamento fino a Segrate e o l’Idroscalo.

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1.3     Potenziare e razionalizzare il sistema dei servizi esistenti

La terza politica del PGT è rivolta al potenziamento e alla razionalizzazione dei servizi
esistenti. Anche in questo caso la duplice velocità del Piano, basata sul breve e sul lungo
periodo, inquadra l’individuazione degli aspetti problematici nonché le potenzialità
emerse dalla lettura critica dello stato di fatto, e per quelle affrontabili solo nel lungo
tempo propone degli indirizzi e dei possibili scenari alternativi.

Polarità della città pubblica
Peschiera Borromeo, come emerso dalle analisi contenute nel Quadro Conoscitivo del
Documento di Piano, può contare su una buona dotazione di servizi, sia sotto il profilo
quantitativo, che dal punto di vista qualitativo. Con una dotazione pro-capite di 57
mq/ab, e un sistema di servizi di scala sovra locale di rilievo, le priorità devono orientarsi
anzitutto sulla valutazione critica del sistema esistente. Scorporando per macrotipologie
i servizi esistenti sono emersi infatti alcuni dati molto interessanti relativamente ad
alcune categorie che hanno evidenziato la necessità di riorganizzare e razionalizzare
taluni servizi, mentre in altri casi è emersa l’opportunità di prevederne il potenziamento.
I potenziamenti come le riorganizzazioni individuate sostanziano il progetto della città
pubblica proposto dal Piano di Governo del Territorio. Alcuni di queste azioni sono
previste dal Piano dei Servizi (e dal Piano delle regole), mentre altri fanno parte del
disegno strategico proposto dal Documento di piano e dunque sono passibili di ulteriori
approfondimenti, in quanto necessariamente legati ai tempi e alle risorse derivanti dalle
trasformazioni nel lungo periodo.
Nello specifico, l’attenzione è stata rivolta in particolare all’istruzione, la cui
organizzazione mostra un elevato grado di dispersione all’interno della città e la
necessità di un potenziamento in alcuni settori, denotando talvolta la necessità di
interventi di manutenzione anche radicali. Relativamente agli altri servizi è emersa la
possibilità di prevedere nuove attrezzature, come ad esempio quelli assistenziali, in
particolare rivolte agli anziani e la possibilità di potenziare l’attuale centro sportivo.

Servizi per l’istruzione
Non c’è dubbio che i servizi scolastici rappresentano uno dei punti di forza della città,
giacché per quanto si possa far rilevare che alcuni edifici necessitano di un po’ di
manutenzione, le scuole esistenti, compreso i nidi programmati o in corso di apertura,
coprono adeguatamente la domanda e in modo omogeneo il territorio. E’ però
probabile che negli anni futuri siano necessari degli investimenti, vuoi per ampliare
l’offerta, vuoi per mantenere adeguatamente le strutture esistenti (cfr. approfondimenti
successivi). La dinamica demografica e le abitazioni che sono state programmate o sono
in corso di costruzione faranno infatti aumentare la popolazione, e con essa la domanda
d’istruzione. Soprattutto per le scuole dell’obbligo (primaria e secondaria di primo

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grado), ma anche per le scuole per l’infanzia e gli asili nido, sebbene in maniera più
limitata. Se la crescita della città dovesse essere uguale a quella avvenuta negli anni
passati possiamo aspettarci un incremento degli studenti pari a 9 e a 7 classi,
rispettivamente per le “elementari” e per le “medie”, che potrebbero diventare anche di
più, nel caso il numero degli alunni per aula rimanga invariato.
Le nuove aule possono essere recuperate ampliando una o più delle scuole esistenti o
organizzando in maniera più efficiente gli spazi interni. E’ la soluzione meno costosa e
più facile da realizzare, ma che inevitabilmente comporta un peggioramento, almeno
relativo, degli immobili che saranno ampliati (meno spazio verde per il gioco) e non
risolve il problema della scarsa efficienza energetica e funzionale e della vetustà di
alcune scuole. Secondo il Programma triennale delle opere pubbliche la spesa necessaria
per mantenere in efficienza i servizi scolastici, compreso la realizzazione di quella nuova
a San Bovio, si aggira intorno ai 3,4 milioni di euro che diventano 7/8 milioni di euro se
consideriamo gli ampliamenti.
La necessità di ampliare l’offerta può anche diventare l’occasione per una diversa
articolazione della scuola dell’obbligo e, in particolare, dei tre plessi di Bettola, Mezzate
e Monasterolo. E poiché il plesso di Monasterolo è quello più baricentrico e che può
crescere con meno difficoltà, va da sé che è il candidato ideale per trasformarsi nel
nuovo campus scolastico. Questa soluzione è più impegnativa sotto il profilo
dell’investimento iniziale, ma permette maggiori risparmi in prospettiva. I costi di
gestione e quelli di manutenzione sono, infatti, mediamente elevati e crescenti nel
tempo. Ovviamente la percorribilità di questa ipotesi dipende in larga misura dalla
disponibilità delle risorse necessarie per l’investimento iniziale. Vi sono però tutti i
presupposti per avviare uno studio di fattibilità più dettagliato che esplori possibilità,
impegni economici ed esigenze degli operatori e degli utenti.

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Un nuovo centro: il cuore verde attrezzato di Peschiera Borromeo
Uno dei caratteri peculiari di una città di recente formazione come Peschiera Borromeo
è forse l’assenza di un vero centro. Il Documento di Piano propone di individuare uno
spazio collettivo che possa essere riconosciuto come “nuova centralità pubblica”,
costituita dal verde piuttosto che dal costruito, e che compensi la mancanza di una
centralità urbana riconoscibile.

Il baricentro di Peschiera, e cioè ciò che unisce Bettola, Mezzate e Zeloforamagno, i
quartieri lungo via Matteotti e l’area industriale di via Di Vittorio – via Grandi, è una
grande area verde tuttora in buona parte destinata a usi agricoli, sebbene con caratteri
marginali sotto il profilo agronomico. Vista da questa prospettiva Peschiera Borromeo è
una città con un “cuore verde attrezzato” e una corona edificata esterna. Oltre ai campi,
alle vecchie marcite e agli orti il “cuore” ospita gli impianti sportivi di via Carducci, la
cascina Monasterolo ormai recuperata a usi abitativi, il plesso scolastico con la

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biblioteca annessa, la sede di diverse associazioni sportive e di volontariato e altre
attività ancora.
Il compendio è ricompreso all’interno del Parco Agricolo Sud Milano, che lo classifica
come ambito di fruizione e, più specificatamente, come ambito destinato ad interventi
per la fruizione culturale, ricreativa e sportiva.
Il Documento di piano propone di trasformare quest’area in una polarità della città
pubblica, realizzando, soprattutto e in primo luogo, un grande parco urbano,
recuperando le vecchie marcite e le rogge esistenti, moltiplicando gli orti urbani e
potenziando i filari e la dotazione arborea, e in secondo luogo concentrando alcune delle
attrezzature pubbliche necessarie alla città: ad esempio i nuovi impianti sportivi,
l’ampliamento delle scuole e anche i servizi che nel tempo diventeranno necessarie, se
compatibili con la normativa prevista dal Parco Sud e il mantenimento del carattere
verde e poco costruito del nuovo “cuore verde”.
In altre parole si tratta di dare attuazione al progetto proposto dal Piano Territoriale di
Coordinamento del Parco, dando l’avvio a un percorso il cui sviluppo non potrà che
avere un orizzonte temporale a lungo termine, e prevedendo conseguentemente
un’attuazione per fasi distinte.
Lo schema allegato, che non è null’altro che un’esemplificazione esplorativa delle
potenzialità dell’area, mette in evidenza alcune geometrie, alcuni percorsi, le principali
risorse e i possibili punti di ingresso all’area e di contatto fra città e il cuore. Lo schema ci
dice anche che quest’area potrà rimanere agricola nella sua parte centrale e lungo via
XXIV Aprile, dove è necessario recuperare le marcite, mentre può diventare un vero e
proprio giardino o parco urbano lungo i margini sud ed est e il confine con la città più
densa. Ad esempio, conferendo più spazio al Laghetto azzurro o legando fra loro i
giardini già esistenti perpendicolari a via Matteotti, che potranno rappresentare dei
corridoi d’ingresso all’intera area. Traslando idealmente verso nord questi giardini, sarà
possibile trasformarli in unico grande parco urbano, offrendo contemporaneamente la
possibilità di ripensare almeno in parte il margine urbano verso via Mateotti in funzione
della programmata nuova fermata della linea metropolitana M3.

Le attrezzature costruite, ad esempio quelle sportive o scolastiche, trovano invece la
loro collocazione ideale laddove sono già presenti, e cioè lungo via Carducci, mentre il
lato verso via XXV Aprile non occupato dalle marcite può essere trasformato in un bosco
che protegga e schermi il nuovo parco.
In questa direzione si muove anche uno dei progetti strategici promossi
dall’Amministrazione Comunale, e già allo studio, che riguarda la realizzazione della
cosiddetta “città dello sport”, e che conferma la vocazione attribuita dal Parco Agricolo
Sud Milano per l’area e prevede il potenziamento, verso nord, e su di un’area già di
proprietà pubblica, delle attrezzature sportive già esistenti sul fronte ovest di via
Carducci.

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Facciamo notare, inoltre, che il nuovo “cuore verde” di Peschiera deve anche e
necessariamente essere concepito come il punto di congiunzione fra la città, da una
parte, e dall’altra il “corridoio verde” verso ovest che divide Mezzate dall’area
industriale, con le relative cave, e quello che verso est permette di riconnettersi al
Carengione e allo spazio agricolo aperto e di maggior pregio. Mentre il secondo
corridoio deve conservare un carattere più marcatamente ambientale e naturalistico,
quello oltre Mezzate può assumere una valenza anche fruitiva e ludica più marcata. Da
questo punto di vista il cuore verde deve diventare anche il punto focale delle risorse
ambientali presenti a scala dell’intero territorio comunale.

Riqualificare lo spazio pubblico della città
Lo spazio pubblico delle città italiane come di Peschiera Borromeo soffre di
un’insufficiente manutenzione e definizione. Strade, piazze, parcheggi, aree verdi hanno
generalmente caratteri non adeguati e comparabili con quelli di altri paesi europei.
Benché la riqualificazione di questi spazi trova un limite nella scarsità di risorse degli enti
locali, il Piano può utilmente individuare una gerarchia delle necessità e proporre

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progetti e idee per la riqualificazione dello spazio pubblico della città, ad iniziare dagli
interventi per mobilità dolce e la valorizzazione del paesaggio agrario.
A breve termine, il Piano individua un sistema di percorsi ciclopedonali formati da un
insieme di anelli che uniscono i servizi esistenti incrementandone la fruizione e
accessibilità con la mobilità dolce e utilizzano strade campestri già esistenti, in buona
parte tracciati storici, con lo scopo finale di superare il limite fisico fra campagna e città e
il relativo senso di separatezza.
A lungo termine, invece, propone di sfruttare le porosità della città compatta per
valorizzare i servizi esistenti andando ad indicare interventi sugli spazi pubblici (spazi per
la sosta, arredo urbano, completamento di piste ciclopedonali) che contribuiscano a
costruire degli spazi urbani di maggior vivibilità e riconoscibilità.
Di seguito, si riportano alcune prime esemplificazioni progettuali.

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I servizi programmati negli Ambiti di Trasformazione della città pubblica
Il Documento di Piano individua nel suo apparato la presenza di un Ambito di
Trasformazione (ATU9) della città pubblica, da destinarsi all’ampliamento
dell’attrezzatura religiosa esistente nella frazione di San Bovio che ha bisogni di nuovi
spazi per poter svolgere le sue attività anche in previsione dei nuovi insediamenti e
come uno dei principali luoghi di aggregazione della frazione.
Per quanto riguarda gli altri Ambiti di Trasformazione sono previste dotazioni di servizi
commisurate alle destinazioni d’uso previste per gli ambiti e ai relativi carichi insediativi.

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1.4      Valorizzare la campagna

Il territorio agricolo costituisce la risorsa territoriale di maggiore interesse di Peschiera
Borromeo ma è altresì uno spazio percepito talvolta come distante, separato dalla città
e certamente non adeguatamente utilizzato. Sembra quasi che la presenza del Parco
Agricolo Sud Milano abbia giustificato una sorta di delega piena alla gestione di questa
importante porzione del territorio comunale che in alcuni casi sembra un modo per
dimenticarsi della sua esistenza.

Uno degli obiettivi più ambiziosi e a lungo termine del PGT è quello di dare un’immagine
unitaria alla città di Peschiera Borromeo, mettendo anche a sistema “i pieni e i vuoti” del
suo territorio che debbono essere considerati come parti complementari di un unico
insieme. Questa azione di ricomposizione non può che partire dalla valorizzazione dello
spazio agricolo. In questo senso è necessario:
    - salvaguardare la produttività delle aziende e le attività di carattere agricolo
        ancora presenti su tutto il territorio comunale;
    - favorire l’introduzione di attività compatibili e connesse all’agricoltura quali
        l’agriturismo, la vendita diretta di prodotti agricoli coltivati o allevati in loco, la
        permanenza e la ricettività di persone nelle aziende agricole opportunamente
        attrezzate per viabilità, servizi essenziali e senza stravolgere il paesaggio rurale e
        la percezione che si ha di esso (la cosiddetta diversificazione aziendale);
    - permettere il recupero, anche a fini residenziali, dei complessi cascinali
        degradati e non più dediti all’agricoltura secondo le regole dettate dal Parco
        Agricolo Sud Milano, per ricostruire i capisaldi fondamentali del paesaggio
        agrario utili, anche, alla costruzione di un’immagine identitaria dei luoghi;
    - contribuire a ripensare la fruibilità dello spazio aperto, anche attraverso
        progetti ed interventi di valorizzazione dei percorsi campestri che possano
        aumentarne la fruibilità e allo stesso tempo siano un’occasione per ricostruire gli
        elementi costitutivi della tradizionale orditura paesistico - agraria di questi
        luoghi;
    - favorire l’utilizzo delle compensazioni ambientali, di cui all’art.43 della legge
        regionale n.12/e relative delibere attuative, per la realizzazione di interventi
        riforestazione e rinaturalizzazione nelle porzioni del territorio di maggior pregio
        ambientale e paesaggistico indicate dal Parco Agricolo Sud Milano come la zona
        di interesse naturalistica del Carengione e la proposta di parco naturale lungo
        le sponde del Lambro, ma nel rispetto dei vincoli imposti da Enac e dalla
        presenza dell’aeroporto Enrico Forlanini;

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    -   proporre, di concerto con gli enti territoriali preposti alla realizzazione dei Piani
        di Cintura, il recupero a scopi fruitivi degli specchi d’acqua artificiali (ex-cave)
        ricadenti al loro interno;
    -   permettere, nel rispetto di salvaguardia e tutela del paesaggio, l’introduzione
        delle tecnologie e dei miglioramenti utili alla corretta ed economica conduzione
        delle aziende agricole;
    -   favorire il recupero delle cascine malmesse (ad esempio cascina Brusada) lungo
        il corso del fiume Lambro ove, in prossimità dei salti di quota del fiume e di
        concerto con enti territoriali competenti, possono essere proposte
        trasformazioni d'uso a favore di attività ricettive, culturali, ricreative e sportive o
        legate all’utilizzo delle energie rinnovabili. Trasformazioni che potranno, nel
        lungo periodo, costituire occasioni importanti per riportare utilizzi e funzioni
        pubbliche e di interesse pubblico all'interno della aree agricole (ma, ancora, nel
        rispetto dei vincoli imposti dal Parco Agricolo Sud Milano, dalla Rete Ecologica
        Regionale, del Pai e da Enac e dalla presenza dell’aeroporto Enrico Forlanini).

Lo scopo del Piano è di individuare per il territorio rurale nuove forme di sviluppo e
recuperare alti livelli di qualità ambientale e di abitabilità per il comune di Pescheria
Borromeo. Per garantire, quindi, migliori condizioni di vita e migliore abitabilità è
necessario che il Piano operi per conservare e valorizzare le risorse esistenti, per
mantenere la rete ecologica, per il riequipaggiamento della campagna, dei filari e dei
sistemi verdi, per la riqualificazione del sistema idrico minore delle rogge e dei canali,
per mitigare la pressione antropica sulle risorse naturali.

Fruizione e valorizzazione del verde
Il sistema ambientale rappresenta una grande risorsa per la città di Peschiera Borromeo,
che può contare su ampi spazi aperti e alcuni elementi di pregio assoluto, come la
Riserva del Carengione e il fiume Lambro. La strategia del Piano è quella di valorizzare
questi spazi e, in particolare, incrementare la loro valenza ambientale e laddove
possibile e opportuno garantirne una adeguata fruibilità. L’obiettivo è dunque quello di
valorizzare queste risorse sotto il profilo sfruttandone appieno le potenzialità oggi in
parte latenti, attraverso alcune mosse:
      - promuovere e valorizzare il territorio ricadente nel Parco agricolo Sud Milano,
         preservando l’integrità degli ambiti a maggiore valenza naturalistica e
         ambientale, ad esempio attraverso specifiche azioni di riqualificazione degli
         spazi agricoli abbandonati o sottoutilizzati, e valorizzando le emergenze storico-
         architettoniche come ad esempio il Castello Borromeo;
      - definire un sistema di interventi coerenti con le caratteristiche ambientali
         dell’ambito fluviale del Lambro, valorizzando le iniziative che possano avviare in
         concreto la progressiva riqualificazione ambientale del Fiume in sinergia con le

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COMUNE DI PESCHIERA BORROMEO [Provincia di Milano]                      PARTE II

        iniziative promosse dal Parco Agricolo Sud Milano e dall’Autorità di bacino del
        Fiume Po’.
    -   la messa a sistema dei diversi elementi componenti lo spazio agricolo, come ad
        esempio quello già messo in evidenza a proposito del “cuore verde” che tenta di
        ricomporre in un disegno unitario il Carengione con l’area verde e le cave
        dismesse collocate fra Mezzate e l’area industriale;
    -   Il mantenimento e la valorizzazione delle fasce non edificate residue di
        penetrazione nei tessuti urbani (cintura verde), sia periferici, sia semicentrali,
        che potranno garantire la funzione ecologica e al tempo stesso l’abitabilità della
        città attraverso, per esempio, il recupero ambientale dei laghi artificiali.

Interventi di rilevanza ambientale ed ecologica e d’incremento della naturalità
Come noto, una delle ultime modifiche della legge regionale n°12 dell’11 marzo 2005 ha
stabilito che una quota variabile del contributo di costruzione (oneri di urbanizzazione
primaria, oneri di urbanizzazione secondari e costo di costruzione) sia destinato alla
realizzazione di interventi di rilevanza ambientale ed ecologica e di incremento della
naturalità. Come recita il comma 2 bis dell’art.43 della legge, questa disposizione si
applica agli interventi che sottraggono superfici agricole allo stato di fatto
(indipendentemente cioè dalla classificazione del Pgt).
Il Piano dei servizi, che è la sede “naturale” di questo provvedimento, può stabilire che
questi interventi possono essere realizzati dagli operatori, previa stipula di apposita
convenzione, dal comune, eventualmente in accordo con gli altre amministrazioni, dal
Parco agricolo sud Milano o dalla Provincia (e cioè gli enti istituzionalmente competenti).
I contenuti minimi della convenzione, ovvero dell’atto d’obbligo unilaterale, devono
anch’essi definiti dal Piano dei servizi. La convenzione deve specificare il costo degli
interventi, i tempi di realizzazione, le modalità e la periodicità della manutenzione e le
garanzie prestate per la realizzazione e la durata, comunque non inferiore a 20 anni.
La quota del contributo di costruzione è stata fissata pari al massimo ammesso dalla
legge regionale (equivalente al 5%). Le opere possono interessare anche aree di soggetti
terzi e non per forza di cosa devono essere cedute alla pubblica amministrazione.
Qualora subentri un soggetto diverso dall’operatore - come, tipicamente, l’agricoltore o
il proprietario dei fondi - dovrà anch’esso sottoscrivere la convenzione.

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