Petrolio e regimi politici - Giovanni Carbone Università degli Studi di Milano

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Petrolio e regimi politici - Giovanni Carbone Università degli Studi di Milano
Petrolio e regimi politici

Giovanni Carbone
Università degli Studi di Milano
g.carbone@unimi.it
Petrolio e regimi politici - Giovanni Carbone Università degli Studi di Milano
La maledizione delle risorse
    (resource curse) - un esempio
    La sindrome della maledizione delle risorse
        ƒ   volatilità economica (boom-bust cycle) e malattia olandese
        ƒ   rent-seeking / rentier state e corruzione
        ƒ   autoritarismo
        ƒ   conflitti armati e danni ambientali

E.g. Nigeria
ƒ    1958 inizia estrazione del petrolio: $400 mld di petrolio esportato 1960-2000
ƒ    petrolio sulle esportazioni totali da 60% (1970) a 99% (1982) (oggi circa: 31% del PIL, 95% delle
     esportazioni, 80% delle entrate statali)
ƒ    declino del Pil pro capite: da $264 (1970) a $256 (2001)
ƒ    aumento del debito estero da circa $1 mld (1970) a $19 mld (1985), nonostante elevati prezzi petrolio
     post-1973
ƒ    forte apprezzamento della valuta: naira apprezzatasi di circa il 200% (1974-1984)
ƒ    declino nella produzione dei cash crops (1970-1982): cacao -43%, caucciù -29%, cotone -65%,
     arachidi -64%
ƒ    regimi militari per 29 su 40 anni tra 1960-2000
ƒ    vasta corruzione: 54a posizione su 54 (1996) e 143a /182 (2011) per Transparency International
ƒ    guerra civile del Biafra (1967-1970, e conflitti successivi) nella regione petrolifera del sud-est
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La maledizione delle risorse – o è il petrolio?
(Ross 2012)

La “maledizione del petrolio”:
• la maledizione delle risorse è più esattamente una maledizione dei minerali,
  e prevalentemente una maledizione del petrolio
         •   gli stati produttori di petrolio hanno 50% di probabilità in più di essere
             governati da autocrati e probabilità doppia di essere preda di guerre civili

• ... è un problema dei paesi a basso o medio reddito, non per quelli ricchi
• ... inizia nel 1980: scarsa evidenza prima
• ... si sta diffondendo
     a) N degli stati che producono petrolio/gas è cresciuto notevolmente da fine 1990s
     b) la frontiera petrolifera si è spostata verso paesi sempre più poveri
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E.g.
Guinea
Equatoriale,
Ciad, Kenya,
Sudan,
Ghana,
Uganda, etc.
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Perché?                                           “così come le persone sono influenzate dal tipo
                                                  di cibo che mangiano, i governi sono
                                                  influenzati dal tipo di entrate che raccolgono”
                                                  (Ross 2012:27)

Problemi politici ed economici connessi alle
specifiche caratteristiche delle entrate petrolifere:

a) dimensione: gli introiti petroliferi generano un intervento statale più ampio e
  sono usati per reprimere il dissenso

b) fonte: stati non finanziati dalle tasse, meno vincolati ai cittadini
                   “i governi trovano burocraticamente più facile e politicamente più popolare
                   raccogliere introiti dai propri settori petroliferi piuttosto che raccogliere tasse
                   dalla popolazione nella sua interezza” (Ross 2012:31)

c) instabilità: le fluttuazioni delle entrate petrolifere/finanze governative
  rendono la gestione economica del paese più difficile

d) segretezza: le entrate ricavate da compagnie petrolifere di stato o
  internazionali vengono facilmente occultate (e.g. fondi neri/off-budget accounts)
                   “i dittatori sostenuti dal petrolio possono restare al potere poiché possono
                   nascondere l’evidenza della loro avidità e incompetenza” (Ross 2012:6)
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a) DIMENSIONE   Più petrolio un paese produce,
                maggiore la dimensione/risorse del settore pubblico
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a) DIMENSIONE   Più petrolio un paese produce,
                maggiore la dimensione dello stato
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a) DIMENSIONE   Più petrolio un paese produce,
                maggiore la dimensione dello stato

                NIGERIA
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b) FONTE
                       Gli stati produttori di petrolio
           sono il 30% meno dipendenti degli stati non-produttori
                          da tasse su beni e servizi
b) FONTE   “Rendite” come profitti straordinari,
           i.e. profitti ben sopra e oltre i costi di produzione,
           dove i costi includono un normale tasso di ritorno sul capitale investito
b) FONTE   Rendite più elevate ‘catturate’ soprattutto dai 1950s,
           in particolare con le nazionalizzazioni dei 1970s
c) INSTABILITÀ   Fluttuazioni delle entrate petrolifere/finanze statali
                 rendono la gestione più difficile
c) INSTABILITÀ
                 Volatilità del prezzo del petrolio, soprattutto durante i 1970s
c) INSTABILITÀ
                                  Prezzo del petrolio:
                 gli USA hanno aumentato i consumi, ridotto la produzione
Source: National Geographic, Feb. 2012
Source: Forbes
La svolta degli anni 1970s
• “i profitti petroliferi non hanno sempre avuto queste caratteristiche, e la
  ricchezza petrolifera non è sempre stata una maledizione” (Ross 2012:6)

• fino ai 1970s
    • i paesi produttori di petrolio erano molto simili agli altri in termini di dittature,
      guerre civili o tassi di crescita economica
    • l’industria petrolifera era dominata dalle “Sette sorelle”

• trasformazioni cruciali tra i tardi 1960s e i 1970s:
    • l’offerta di petrolio viene superata da una crescente domanda globale
    • gli USA divengono sempre più dipendenti dall’importazione di petrolio
    • i paesi in via di sviluppo esportatori di petrolio colludono attraverso l’OPEC
    • i prezzi divengono più instabili con il crollo del sistema di Bretton Woods con tassi di
      cambio fissi
    • molti paesi nazionalizzano le proprie industrie petrolifere attraverso compagnie di
      stato (NOCs): iniziano così a catturare quote molto maggiori dei profitti e gli introiti
      statali crescono in maniera esponenziale
      “la rivoluzione nei mercati dell’energia ha reso gli stati ricchi di petrolio più estesi,
      più ricchi e più potenti” (Ross 2012:7-8,37ff.)
“Il business del petrolio è ora retto da una combinazione di NOCs, società del settore
privato e società miste … nel settore petrolifero c’è stato uno scarso movimento verso
la privatizzazione” (Ross 2012:42, 62)

                                                                      Hybrid?
                                                                      s.p.a. quotata ma
                                                                      Min. Economia
                                                                      controlla >30% e
                                                                      prerogative
                                                                      ‘golden share’
bn
Una nuova misura della ricchezza di petrolio e gas

 • “reddito petrolifero pro capite” (oil income per capita) come proxy delle
   entrate statali derivate dal petrolio: valore della produzione totale di petrolio
   e gas (non solo esportazioni) sulla popolazione

 • evitare i problemi della misura standard, i.e. “esportazioni petrolifere come
   % del Pil”:
          i. (concettuale) valuta solo le esportazioni di petrolio: non il petrolio venduto
             internamente
          ii. (pregiudizio) contro i paesi poveri: esportano in genere quota una più ampia
              del loro petrolio

          e.g. Angola vs. Olanda:
               • stesso reddito petrolifero pro capite: $500 (2003)
               • e tuttavia molto diversi in termini di ‘esportazioni di petrolio come % del
                 Pil’ (Angola 0,79 vs. Olanda 0,06): il primo consuma solo una frazione
                 del proprio petrolio e il suo Pil è notevolmente inferiore

 •   adottare come misura il ‘reddito petrolifero pro capite’ dovrebbe rendere più
     difficile trovare una maledizione del petrolio
700,000

2m pop.

            170m pop

26m pop.

            5m pop.

75m pop.

            315m pop.

 28m pop.

115m pop.   400,000

            237m pop
143m pop.
Una teoria fiscale della democrazia
                                                                 “Petrolio e democrazia non si
                                                                 mescolano facilmente” (Ross 2012:63)
Modello a due attori:
• cittadini vogliono meno tasse e più benefici, altrimenti cercano di sostituire il
  governo
• governo (ruler) usa poteri fiscali per costruire sostegno spendendo per
  patronage e/o beni pubblici

(Assumendo che il governo non possa avere né avanzo né deficit di bilancio):
•   quando l’economia va bene, il governo può fornire benefici e tenere le tasse basse,
    mantenendo il consenso popolare
•   quando l’economia va male, il governo deve tagliare i benefici o alzare le tasse, e così …
     a) in una democrazia: il governo perde consenso e viene sostituito
     b) in una autocrazia: proteste per rimuovere il dittatore dal potere, con anche la
        richiesta di riforme democratiche per rendere più facile sostituire i leader in futuro
           •   impatto del petrolio: il petrolio gonfia le entrate statali e così i benefici, mente le
               tasse vengono tenute basse; “i paesi ricchi di petrolio possono sempre distribuire
               più benefici di ciò che raccolgono in tasse, e questo permette loro di mantenere
               sostegno popolare e evitare ribellioni pro-democrazia. Mentre le autocrazie senza
               petrolio gradualmente diventano democrazie, le autocrazie con petrolio possono
               restare autocratiche” (Ross 2012:69)
MA è corretto assumere che i cittadini si preoccupano di come sono
utilizzate le tasse che pagano, mentre si disinteressano di come gli
introiti petroliferi vengono spesi?
   • l’evidenza mostra in realtà che i cittadini tengono ad avere un giusto
     ritorno dalle entrate petrolifere: sentono di avere diritto di
     beneficiare della ricchezza naturale del loro paese

         ¾ “gli arabi dei paesi del Golfo … pensano che il petrolio appartenga a
           loro, in quanto cittadini, e non alle famiglie che li governano … Sono
           in pochi ad essere particolarmente grati nel ricevere qualcosa che
           pensano gli spetti di diritto” (Herb, in Ross 2012:69)

         ¾ “il vice-governatore della banca centrale del Venezuela … mi disse che
           tutti i venezuelani pensano di essere nati con una ‘pagnotta sotto il
           braccio’ – in altre parole, il diritto ad una parte dei ricavi petroliferi
           del paese. Il risultato era che nessuno lavorava duro. Un economista,
           Orlando Ochoa, mi spiegò che l’economia venezuelana era dominata
           dalla ricerca di rendite (rent-seeking)” (Robert Skidelsky, “The
           Chávez way”, Project Syndicate, 200313)
Ai cittadini interessa non tanto il rapporto spesa/tasse del
proprio governo, quanto piuttosto il rapporto spesa/entrate
   • “se ritengono che il governo garantisca servizi troppo limitati, data la
     dimensione dei suoi introiti, si ribelleranno” (Ross 2012:70)

   • tuttavia, nei regimi autoritari c’è informazione incompleta: a causa della
     segretezza delle entrate petrolifere, i cittadini sanno che il governo
     riceve un qualche introito petrolifero, ma non quanto

   • “tenendo nascosta una parte delle entrate petrolifere, gli autocrati ricchi
     possono aumentare il rapporto spesa/entrate percepito del loro governo
     [e così mantenere o promuovere la propria popolarità]” (Ross 2012:70)

   • gli stati che producono petrolio hanno maggiori probabilità di
     mascherare il bilancio, poiché la trasparenza di bilancio genererebbe
     manifestazioni pro-democrazia
Evidenza empirica
Il petrolio ha un effetto negativo sulle transizioni democratiche:

 a) maggiore il reddito petrolifero pro-capite di un paese, minore la probabilità che
    esso abbia compiuto una transizione democratica (e sia rimasto democratico)
 b) dopo la transizione del Venezuela nel 1958, nessun altro paese tra i massimi
    produttori di petrolio è stato democratizzato con successo nel periodo 1960-2010
 c) il divario si è sviluppato dopo il 1980
 d) i regimi autoritari con i più elevati rapporti spesa/entrate hanno meno probabilità
    di essere democratizzati
           • elevati sussidi ai carburanti per acquisire consenso popolare
 e) le dittature finanziate dal petrolio mantengono più segretezza di quelle finanziate
    dalle tasse
 f) eccezionalismo dell’America Latina: non è soggetta all’effetto antidemocratico del
    petrolio
 g) il petrolio rende le democrazie a basso reddito (i.e. facilita le transizioni
    all’autocrazia)
Il reddito petrolifero di un paese rende meno probabili le
transizioni alla democrazia
Il reddito petrolifero di un paese rende meno probabili le
transizioni alla democrazia e la sopravvivenza democratica
Il reddito petrolifero
di un paese rende
meno probabili le
transizioni alla
democrazia
e la sopravvivenza
democratica
Il reddito petrolifero
di un paese rende
meno probabili le
transizioni alla
democrazia
e la sopravvivenza
democratica
Nessun altro paese tra i massimi produttori di petrolio
è stato democratizzato con successo nel periodo 1960-2010

                                                     then 1999 success

                                                     for 2000-01 coded non-dem by CGV
Dopo il 1980 molti paesi non produttori di petrolio si sono democratizzati,
mentre i paesi produttori sono rimasti per lo più immutati
Dopo il 1980 molti paesi non produttori di petrolio si sono democratizzati,
mentre i paesi produttori sono rimasti per lo più immutati
I regimi
autoritari con i
più elevati
rapporti
spesa/entrate
hanno meno
probabilità di
democratizzarsi
Prezzi del carburante sussidiati:
               enormi entrate per comprare sostegno pubblico

1 gallone US
= 3,78 litri
Le dittature finanziate dal petrolio
mantengono maggiore segretezza di quelle finanziate dalle tasse
Le dittature finanziate dal petrolio mantengono maggiore segretezza
di quelle finanziate dalle tasse:
minore trasparenza di bilancio,
minore libertà di stampa,
meno dati pubblici sulle entrate
Le dittature finanziate dal
   petrolio che mantengono
   maggiore segretezza
   hanno minore probabilità
   di democratizzarsi

Note: higher Press Freedom scores
indicate less press freeedom
(reversed)
[Same for budget transparency?]
L’eccezionalismo dell’America Latina

• tutti i paesi produttori di petrolio in America Latina sono oggi
  democratici

Due spiegazioni alternative:
• la disuguaglianza (ipotesi di Thad Dunning): in società con
  disuguaglianze molto elevate, il petrolio facilita la democratizzazione
  poiché attenua, nelle elite ricche, le resistenze legate al timore di
  espropri della propria ricchezza privata
• il precedente democratico (ipotesi alternativa di Ross):
  il petrolio ostacola la democrazia solo nei paesi privi di precedente
  esperienza democratica, poiché una stampa libera ha permesso ai
  cittadini di prendere coscienza della vera dimensione degli introiti
  petroliferi del proprio paese

      •   empiricamente confermata (Tab. 3.8)
L’eccezionalismo
dell’America Latina:
una
‘benedizione del petrolio’?
Il petrolio può rendere le democrazie a basso reddito
meno democratiche (favorendo transizioni autoritarie)
Il petrolio può rendere le democrazie a basso reddito
meno democratiche (favorendo transizioni autoritarie)
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