Parole&Nuvole - Il Mascalzone

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Parole&Nuvole - Il Mascalzone
Parole&Nuvole
                   PAROLE & NUVOLE 2018
                   in collaborazione con
                   FERMO SUI LIBRI 2018
                 HEIMAT – (PICCOLA) PATRIA
                PORTO SANT’ELPIDIO – FERMO

Porto Sant’Elpidio – Parole&Nuvole è la rassegna letteraria
realizzata dal Comune di Porto Sant’Elpidio, dedicata alla
parola come elemento centrale dell’essere in tutte le sue
sfaccettature: parola come concepimento, descrizione,
realizzazione, riflessione e distruzione della realtà.
Porto Sant’Elpidio, con la sua edizione 2018, sotto la
guida dell’assessora Monica Leoni, non è solo parte del
circuito La città che legge, ma anche, assieme al Comune di
Fermo nella persona dell’assessore Francesco Trasatti,
città pioniera nel delineare una volontà univoca di
crescita delle idee di comunità e di cultura in maniera non
disgiungibile. I due comuni hanno infatti deciso di unire
le forze e di fondere in un’unica idea il filo conduttore
delle rispettive rassegne letterarie cittadine,
Parole&Nuvole e Fermo sui Libri, in modo da espandere il
dialogo culturale sulla letteratura e sulla sua immancabile
funzione di cementare la comunità in un unico essere a
livello regionale.
Il profilo dell’edizione 2018 di Parole&Nuvole, e quindi
anche di Fermo sui Libri 2018, vuole infatti provocare le
realtà più scottate del territorio marchigiano lanciando un
tema di discussione che sia fuoco di idee e non di
distruzione, stiamo parlando della parola tedesca Heimat,
che significa (piccola) patria. Questa parola è tornata
alla ribalta in questi giorni con una notizia che ha fatto
scalpore all’interno del governo tedesco, ovvero la
creazione di un ministero degli interni potenziato, che si
occupa anche di edilizia pubblica e di Heimat, ovvero di
questioni ideologico-identitarie che riguardano, come
recita il Duden, “un paese, una regione o un villaggio dove
si è nati, cresciuti o ci si sente a casa.”.
Un ministero “della patria”, di un luogo che ognuno possa
chiamare “casa”, suona oggi come una provocazione alle
orecchie italiane. La nostra piccola patria italica vive
oggi un profondo strappo, una deformazione plastica che si
spezza e riversa nel cambiamento necessario e in cui
convivono la rabbia contro la corruzione dilagante, il
rifiuto delle istituzioni come portatrici di valori, la
xenofobia contro immigrati e rifugiati, l’odio verso
concetti-scudo di governi autoritari come spread, PIL,
pareggio di bilancio e simili, la fuga rabbiosa verso
l’estero dei giovani per costruire una realtà a loro
misura, eppure anche l’incredibile attaccamento ai valori
umani, la volontà di integrazione, la necessità di una
possibilità per costruire una vita sostenibile e la
condivisione delle esperienze che ognuno porta come
bagaglio in una lunga marcia, alla ricerca di un luogo
dell’anima e del corpo che possa essere o diventare la
propria piccola patria.
Tutte queste pulsioni saranno la carne viva, e spesso
sanguinante e dolente, del percorso di Parole&Nuvole, che
ha invitato quattro ospiti d’eccezione a presentare la loro
idea di “(piccola) patria” presso l’incantevole cornire di
Villa Baruchello. Stiamo parlando di Vito Mancuso, teologo
ed editorialista di numerose testate nazionali, che sarà
ospite della rassegna il 12 Aprile 2018 , alle ore 21,15,
con un intervento sulla necessità di mettere da parte la
rabbia e cercare il respiro intelletuale e spirituale per
(ri)costruire un nuovo concetto di comunità, dal titolo Il
bisogno di pensare; di Lidia Ravera, scrittrice cult degli
anni ‘70 e attuale Assessora alla Cultura e alle Politiche
Giovanili del Lazio di Zingaretti, che parlerà il 19
Aprile, alle ore 21,15, dei giovani e degli anziani e di
come queste categorie considerate “problematiche” possano
invece essere una risorsa irrinunciabile per una comunità,
in un intervento dal titolo Il terzo tempo; di Davide
Vecchi, giornalista d’inchiesta del Fatto Quotidiano che,
il 26 Aprile, sempre alle ore 21,15, cercherà di fare luce
nel mondo degli interessi bancari europei presentando
un’inchiesta sul presunto suicidio del manager del gruppo
MPS dal titolo Il caso David Rossi; di Antonio Ferrari,
intervistatore veterano del Corriere della Sera, che il 30
aprile alle 21,15 racconterà di un segreto e di un
manoscritto riguardanti l’assassinio Moro, rimasti chiusi
in un cassetto per 35 anni, ma che ora potrebbero dare un
tassello importante per comprendere gli interessi in ballo
a tutt’oggi nelle tensioni mediatiche della nostra piccola
patria.
La Rassegna è promossa dall’assessorato alla cultura del
Comune di Porto sant’Elpidio e con il contributo di
numerose aziende private che vogliamo citare ad una ad una:
Gissy Shoes, Grafiche Zizzini, Quota CS, SEAM, MS Auto,
Eros Manifatture, Sollini, Il Gambero, Conad, DAMI, Alberto
Monti, Suolificio Mannini Romano, GSB, ALA, EuroSOS e con
la collaborazione straordinaria del Conservatorio di Fermo.
Così l’assessora Monica Leoni del Comune di Porto
Sant’Elpidio ha commentato la rivoluzionaria iniziativa
dell’edizione 2018 di Parole&Nuvole: “Sul filo dell’Heimat,
della piccola patria, inizieremo il nostro tour che si
prolungherà fino alla fine di giugno grazie alla
collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di
Fermo. Le due città, Porto Sant’Elpidio e Fermo,
viaggeranno sotto l’egida della Città che legge e quali
festival migliori potevano gemellarsi se non il festival
della parola e il festival del libro? Fin dall’inizio
abbiamo puntato l’attenzione sulla parola, sul potere
magico, fatico della parola. Inizieremo con Vito Mancuso,
la parola che si fa pensiero e poi Lidia Ravera, sempre
provocatoria e sghemba, originale nel suo modo di guardare
il mondo. Con Davide Vecchi la parola racconta la realtà,
si adegua ai fatti nella loro verità e nudità. E’ parola
nuda anche il libro di Antonio Ferrari su Moro, una vicenda
che ha ancora i suoi lati oscuri. Quattro incontri che
sviscereranno il senso profondo dell’heimat, il nostro
heimat, la nostra picccola patria, la nostra Italia, il
nostro essere italiani, dopo più di centocinquant’anni, se
ancora esiste o è mai esistito.
Francesco Trasatti, Assessore alla Cultura del Comune di
Fermo,                   ha                   aggiunto:
“———————————————————————————————————————”
La direttrice artistica di ambedue le rassegne, Oriana
Salvucci, ha così definito il tema e l’intento
pionieristici del fil rouge dedicato al concetto di Heimat:
“Amo le provocazioni e questa parola “heimat” per secoli
patrimonio della destra sdoganata e fatta rinascere al suo
significato inclusivo e democratico, mi sembrava una bella
sfida. Del resto, il 2018 è un anno importante ricorrono
numerosi anniversari: 50 anni dal 1968, quarant’anni dalla
morte di Moro e di Peppino Impastato, un secolo dal voto
alle donne inglesi. In questo tourbillon di avvenimenti
trovare il bandolo della matassa non era facile. Non è
stato un mio merito è come se il concetto di heimat nel suo
controverso e ossimorico significato mi fosse venuto
incontro. “Un termine carico, quasi straripante di
significati e usi quasi contrapposti e contundenti, dove
convivono memoria e pulsioni etniche, amicizia e xenofobia,
famiglia e ostilità verso l’esterno, pace e guerra”, così
recitava il Corriere della Sera di qualche tempo fa. E da
questo trafiletto è iniziato il lavoro faticoso ed
appassionante della costruzione di ben due rassegne
differenti, ma affini nella loro identità. E, quindi, ci
siamo trovati a proporre un lungo viaggio da aprile fino a
giugno con voci diverse, punti di vista differenti, ma
tutti che volessero restituirci le luci e le ombre della
nostra piccola patria, quel luogo dove ci si sente a casa.
Il luogo della lingua madre, delle amicizie, delle radici,
della memoria, dei segreti, dei depistaggi, della
corruzione, della bellezza del caos e della parola
incarnata. Talvolta, si ha l’impressione di perdere il filo
che lega i vari incontri, ma è solo una sensazione, forti
sono i rimandi fra un appuntamento e l’altro, fra un ospite
e l’altro. Uno spaccato dell’Italia, una domanda aperta
sulla realtà nuda che stiamo vivendo nelle sue luci, ma e
soprattutto nelle sue ombre senza dimenticare che tutto
parte dal pensiero, il pensiero che si incarna e si fa
parola e si compone in una trama, in un tessuto, in un
testo. Lasciamo a voi il piacere dell’incontro e del
mistero ad esso sotteso.”
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