Paris Fashion Week: una breve storia firmata Vogue

Pagina creata da Matilde Di Mauro
 
CONTINUA A LEGGERE
Paris Fashion Week: una breve storia firmata Vogue
Leggi l'articolo su beautynews

Paris Fashion Week: una breve storia firmata Vogue
Parigi ha sempre rivendicato di essere la vera capitale della moda: la città della haute couture, degli atelier operosi e di un
gusto straordinario. La sua è una reputazione costruita su un’immagine molto particolare che mescola tradizione ed eleganza.
Come osserva la storica della moda Valerie Steele nel suo libro Paris: Capital of Fashion: “La storia della moda di Parigi si
mescola indissolubilmente con il mito e con la leggenda.”

Nel bel mezzo della Paris Fashion Week primavera estate 2021 (dal 28 settembre al 6 ottobre), Vogue ripercorre la sua storia,
dai balli stravaganti di Paul Poiret al New Look di Christian Dior passando per le spettacolari sfilate di Karl Lagerfeld per Chanel.

649017366
Sfilata Chanel collezioni autunno inverno 2017 2018
Victor BoykoLa nascita delle sfilate a Parigi

Quando la moda parigina venne alla luce, stilisti come Charles Worth (nel tardo Ottocento) e Paul Poiret (nei primi del
Novecento) si trastullavano con la possibilità di presentare le loro creazioni in movimento. Nello stesso momento, Lady Duff-
Gordon (che disegnava con il nome di Lucile) pensava di fare lo stesso a Londra. Poiret — noto per i suoi modelli fluttuanti e
sfarzosi — decise di combinare il business con la vita sociale, organizzando una serie di serate sfarzose in cui agli ospiti
veniva chiesto di presentarsi elegantissimi. Uno dei balli più famosi fu la festa La Mille et Deuxième nuit nel 1911, quando
Poiret presentò abiti a lampadario e pantaloni harem.

Negli anni 20 e 30 Parigi era diventata una fucina di nomi famosi: dallo stile disinvolto e discreto di Coco Chanel agli
esperimenti surrealisti di Elsa Schiaparelli fino ai drappeggi fluidi di Madeleine Vionnet. Le sfilate non erano più delle
grandi feste come in passato, ma più piccole e più personalizzate: ogni maison presentava le collezione su una serie di
mannequin con eventi dedicati ai soli clienti. Ed erano eventi molto ben sorvegliati, perché gli stilisti erano sempre
preoccupati che qualcuno copiasse i loro modelli. E a differenza di quello che accade oggi, con la presenza massiccia di
cineprese, i fotografi non erano assolutamente ammessi.

                                                                                                                    pagina 1 / 10
Paris Fashion Week: una breve storia firmata Vogue
530845782
Paul Poiret
George Rinhart/Corbis via Getty ImagesIl New Look influenza le nuove tendenze
                                                                                pagina 2 / 10
Paris Fashion Week: una breve storia firmata Vogue
Bisognerà aspettare la fine della seconda guerra mondiale perché le sfilate di Parigi cominciassero a venire regolate. Nel 1945,
la Chambre Syndicale de la Haute Couture stabilì che tutte le maison di couture dovevano presentare a ogni stagione almeno
35 capi da giorno e da sera. Gli abiti erano disponibili solo su misura, e dopo un lungo processo fra l’ordine e le prove.

                                                                                                                pagina 3 / 10
Paris Fashion Week: una breve storia firmata Vogue
104402596
Christian Dior, 1947
Keystone-France
                       pagina 4 / 10
A Parigi si avvertiva la preoccupazione per la crescente influenza della fashion industry di New York. Durante la guerra era
cresciuto il sostegno ai designer di base negli USA, con la prima Press Week nel 1943. Ma la capitale francese aveva il suo
asso nella manica: Christian Dior (qui la sua ultima sfilata primavera estate 2021). Nel 1947, la prima collezione di Dior,
Corolle, a cui parteciparono moltissimi giornalisti di moda, e in cui fu permessa la presenza dei fotografi, aiutò a rivoluzionare le
tendenze della moda con le sue silhouette esagerate. Prendendo le distanze dal pragmatismo e dai modelli squadrati del
periodo bellico, il New Look di Dior era un trionfo di gonne voluminose, di vite strizzate e di deliberata femminilità. Negli anni
successivi, Dior avrebbe dettato le regole per le nuove linee e forme del womenswear, ridando vita allo spirito di Parigi insieme
ai suoi contemporanei, fra cui Hubert de Givenchy, Pierre Balmain e Jacques Fath.

Negli anni 60, un altro designer si fece notare, e si era fatto le ossa proprio da Dior: Yves Saint Laurent. Con il lancio della sua
linea di prêt-à-porter nel 1966, che comprendeva il suo amatissimo smoking, Saint Laurent segnò un altro cambiamento di
mentalità che si fondava questa volta, e con forza, sulla cultura giovanile (e questo si riflette nelle collezioni ‘space age’ di
Pierre Cardin e André Courrèges: quest’ultimo incoraggiava le sue modelle a muoversi in modo naturale, come richiedevano gli
abiti). Il prêt-à-porter era il futuro.

La battaglia di Versailles

La prima edizione ufficiale della Paris Fashion Week si tenne nel 1973 quando venne creata la Fédération Française de la
Couture, e fu aperta da una sfilata rivoluzionaria, la Battaglia di Versailles. Questa battaglia—solo sartoriale — portò sulla scena
le storiche rivalità fra Parigi e New York quando cinque dei migliori designer francesi si confrontarono con cinque stilisti
americani sconosciuti.

L’evento, che aveva lo scopo di raccogliere fondi per restaurare il Palazzo di Versailles, presentava Yves Saint Laurent,
Emanuel Ungaro, Christian Dior (disegnato allora da Marc Bohan), Pierre Cardin e Hubert de Givenchy sul lato francese, contro
Anne Klein, Halston, Oscar de la Renta, Bill Blass e Stephen Burrows in rappresentanza degli Stati Uniti. Al di là dello
spettacolo in sé, che comprendeva due caravan tirati da rinoceronti e carrozze-zucca in stile Cenerentola per i francesi, furono
gli americani, con un casting di modelle prevalentemente afroamericane, e la partecipazione di Liza Minnelli, a essere
considerati gli assoluti vincitori.

124075535
Gala organizzato dalla Baronessa De Rothschild per il restauro di Versailles, 28 Novembre 1973.
Daniel SIMONCom'è cambiata la Paris Fashion Week

Da quel momento in poi le sfilate divennero sempre più audaci, dallo spettacolo grandioso di Thierry Mugler allo stadio Le
Zenith del 1984 (con un pubblico di seimila persone) all’incredibile reggiseno conico disegnato da Jean Paul Gaultier lanciato in
quello stesso anno e poi reso famoso da Madonna che scelse gli abiti dello stilista francese per il suo Blonde Ambition World
tour del 1990. Il revival autoreferenziale di Chanel voluto da Karl Lagerfeld negli anni 80 regalò moltissimi momenti
indimenticabili in passerella, mentre la new wave di designer giapponesi come Yohji Yamamoto e Comme Des Garçons
portarono nuovi modi rivoluzionari di pensare lo stile.

                                                                                                                     pagina 5 / 10
965582104
Sfilata Thierry Mugler Haute Couture autunno inverno 1984-1985
Daniel SIMON

Negli anni 90 furono gli inglesi a dominare la scena a Parigi, da John Galliano, che divenne direttore artistico di Dior nel 1996 ad
Alexander McQueen per Givenchy (dal 1996 al 2001). Più di recente, nel luglio 2019, Stella McCartney ha unito le forze con il
gruppo del lusso francese LVMH per dare una nuova spinta alla sostenibilità nell’alta moda.

                                                                                                                   pagina 6 / 10
956701144
Sfilata haute-couture Givenchy primavera estate 1997
Daniel SIMONLa Paris Fashion Week oggi
                                                       pagina 7 / 10
Oggi le sfilate di Parigi sono più spettacolari che mai. Scenografie elaborate e personalizzate sono ormai la norma per molte
maison, e la PFW ha visto riproduzioni stazioni di treni e supermarket, aeroporti e giostre. Molti di questi ambiziosi set sono stati
ideati da Karl Lagerfeld per Chanel, superandosi a ogni nuova stagione.

Ma anche Louis Vuitton, Balenciaga e Rick Owens sono grandi esempi di teatralità: quest’ultimo ha presentato zaini umani alla
sfilata per la primavera estate 2016. Parigi è una città molto diversa da quella in cui Poiret dava le sue feste, più di cent’anni fa,
ma il suo tratto distintivo, quello scenografico e teatrale, non avrà mai rivali.

                                                                                                                      pagina 8 / 10
490861938
Rick Owens primavera estate 2016
FRANCOIS GUILLOT
                                   pagina 9 / 10
pagina 10 / 10
Powered by TCPDF (www.tcpdf.org)
Puoi anche leggere