PANNELLO di CONTROLLO - ANNO 2018 - Sullo stato e sull'evoluzione delle acque del Lago di Lugano - Cipais
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PANNELLO di CONTROLLO Sullo stato e sull'evoluzione delle acque del Lago di Lugano Il documento è stato redatto a cura del Segretariato Tecnico della CIPAIS ANNO 2018 Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo – Svizzere
SOMMARIO Premessa 2 L3 9: Antibiotico resistenza nei batteri lacustri 26 Il Territorio di interesse per la CIPAIS 3 L3 11: Produzione primaria 27 Il Lago di Lugano 4 L3 12: Concentrazione media di fosforo e azoto 28 Indicatori del Pannello di controllo 5 L3 13: Concentrazione dell'ossigeno di fondo 29 Quadro Ambientale del 2017: aspetti limnologici 6 Tematica: Inquinamento delle acque Quadro Ambientale del 2017: sostanze inquinanti 7 L4 1: Carico di fosforo totale e azoto totale in ingresso a lago 30 Comparto: Ambiente lacustre L4 2: Microinquinanti nell’ecosistema lacustre 31, 32 Tematica: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Comparto: Bacino idrografico L1 1: Prelievo ad uso potabile 8 Tematica: Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali L1 2: Zone balneabili 9 B1 1: Uso del suolo 33 L1 4: Pescato 10 B1 2: Percorribilità fluviale da parte delle specie ittiche 34 L1 5: Potenziale di valorizzazione delle rive 11, 12 Tematica: Ecologia e biodiversità Tematica: Idrologia e clima B3 1: Elementi chimico - fisici 35 L2 1: Livello lacustre 13 B3 2: Macroinvertebrati bentonici 36 L2 2: Temperatura media delle acque nello strato 0-20 m e profondo 14 Tematica: Inquinamento delle acque L2 3 Massima profondità di mescolamento 15 B4 2: Stato delle opere di risanamento 37 Tematica: Ecologia e biodiversità B4 3: Funzionamento degli impianti di depurazione 38 L3 1: Colonizzazione delle sponde da parte del canneto 16 Glossario L3 2: Abbondanza relativa delle principali macrofite 17 L3 3: Morfologia delle rive lacustri 18, 19, 20 L3 4: Trasparenza 21 19 L3 5: Clorofilla a 22 L3 6: Fitoplancton 23, 24 L3 7: Biomassa delle popolazioni zooplanctoniche 25 1 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
PREMESSA Il Pannello di controllo attraverso una serie di indicatori, che in forma sintetica e facilmente fruibile forniscono preziose informazioni sullo stato e l’evoluzione della qualità dei Laghi Maggiore e di Lugano, costituisce uno strumento di verifica dell’efficacia dei provvedimenti intrapresi per conseguire gli obiettivi di risanamento fissati dalla CIPAIS nell’ambito del Piano d’azione. Gli indicatori ambientali sono parametri sintetici che rappresentano in modo significativo un certo fenomeno ambientale e ne permettono la valutazione nel tempo. In letteratura esistono diversi modelli per la definizione di indicatori di sostenibilità ambientale, la più consolidata classificazione in uso nel campo della valutazione ambientale, che fornisce un quadro logico per approfondire ed analizzare i problemi socio- economico-ambientali e, successivamente esprimerne, attraverso gli indicatori il livello di qualità e le alternative progettuali di miglioramento, è quella del modello per la definizione di indicatori di sostenibilità ambientale “DPSIR” (Determinanti-Pressioni-Stato-Impatto-Risposta) messo a punto dall’Agenzia Europea dell’Ambiente. Le Determinanti (o Fonti di pressione) descrivono le attività antropiche che hanno conseguenze ambientali: attività industriali, agricoltura, energia, ecc. Le Pressioni costituiscono gli effetti delle attività antropiche sull’ambiente: le sostanze rilasciate nell’ambiente, il consumo di risorse, ecc. Lo Stato rappresenta le condizioni ambientali e la qualità delle risorse in termini fisici, chimici, biologici. Gli Impatti sono gli effetti dei cambiamenti sulla salute umana, sulla conservazione della natura. Le Risposte sono le misure adottate da soggetti pubblici e privati per migliorare l’ambiente e per prevenire e mitigare gli impatti negativi. Gli indicatori del Pannello di controllo sono così classificati secondo questo modello. I comparti ambientali considerati nel Pannello di controllo sono: • ambiente lacustre; • bacino idrografico. Per ogni comparto considerato vengono analizzate le variabili inerenti le seguenti tematiche: • Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali; • Ecologia e biodiversità; • Idrologia e clima; • Inquinamento delle acque. Il core set di indicatori è composto da 31 elementi, necessari e sufficienti, per la rappresentazione dello stato di qualità delle acque dei Laghi di Lugano e Maggiore, bacini lacustri d’interesse per la Commissione, e delle pressioni agenti nei bacini imbriferi. Gli indicatori sono riportati nello schema a lato. Alcuni indicatori (L3 8, L3 10 e L3 15) non sono applicati nel Pannello di controllo del Ceresio in quanto, al momento, non sono oggetto di ricerche o indagini avviate per il bacino lacustre o il suo bacino imbrifero. Gli indicatori dei pannelli di controllo del lago Maggiore e di Lugano possono non risultare identici, poiché parzialmente diversi possono essere gli obiettivi di ricerca cui si riferiscono i parametri esaminati. 2 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
IL TERRITORIO DI INTERESSE PER LA CIPAIS La Commissione Internazionale per la Protezione delle Acque Italo Svizzere (CIPAIS) si occupa da più di 30 anni delle problematiche inerenti l’inquinamento delle acque italo- elvetiche, promuovendo attività di ricerca e di monitoraggio per determinarne l’origine, la natura e l’evoluzione, allo scopo di fornire agli enti preposti le giuste indicazioni per avviare le opportune azioni di risanamento e di tutela ambientale degli ecosistemi lacustri. Il territorio di interesse della CIPAIS corrisponde principalmente con i bacini idrografici del Lago Maggiore che a sua volta comprende quello del Lago di Lugano. Suddivisione amministrative del bacino imbrifero Stato Italia, Svizzera Regione Piemonte (Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola) Unità Regione Lombardia (Province di Varese e di Como) territoriali Cantoni Grigioni, Ticino e Vallese Caratteristiche morfometriche del bacino imbrifero Totale Svizzera Italia Area 6.599 3.369,5 3.229 (Km2) Altitudine massima 4.633 (m.s.l.m.) Altitudine media 1.270 (m.s.l.m.) 3 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
IL LAGO DI LUGANO Il Lago di Lugano o Ceresio è situato in corrispondenza della fascia territoriale di confine tra la Nel Bacino Sud ed in quello di Ponte Tresa lo stato di ossigenazione risulta precario nella Svizzera (Cantone Ticino) e l'Italia (Regione Lombardia) ad una quota di 271 m s.l.m. seconda parte dell'anno (< 4 g/m3 di ossigeno disciolto) già a partire da circa 25 m di Il bacino lacustre ha un'origine fluvio-glaciale, il Ceresio giace in una valle originata profondità e si riduce gradualmente fino a zero nelle vicinanze del fondale. dall'erosione fluviale nel corso del Messiniano, plasmata poi dai ghiacci durante l'ultimo periodo glaciale nel Pleistocene. Il lago è composto da tre diversi bacini: il Bacino Nord (tra Melide e La Commissione Internazionale per la protezione delle acque italo-svizzere ha promosso, a partire Porlezza) e il Bacino Sud (tra Capolago e Agno), separati dal ponte-diga di Melide costruito in dal 1978, dettagliate ricerche limnologiche finalizzate al pieno recupero del lago. Sulla base dei passato su una morena sublacuale, ed il piccolo bacino di Ponte Tresa situato in prossimità risultati conseguiti nel lungo periodo, il piano di protezione ambientale si è così posto l'obiettivo dell'emissario, il Fiume Tresa. di ridurre il carico di fosforo dal bacino ad un livello al di sotto delle 22 t P/anno per il Bacino Sud I tre bacini presentano caratteristiche morfologiche e idrologiche diverse. Il Bacino Nord è molto e delle 18 t P/anno per il Bacino Nord in modo da mantenere costantemente nel lago profondo con un bacino imbrifero limitato (270 Km2) rispetto al volume idrico (4.68 Km3), di concentrazioni di fosforo inferiori ai 30 mg P/m3. Dagli anni '80 ad oggi si è verificata una conseguenza presenta un elevato tempo teorico di ricambio, circa 12 anni. sensibile riduzione sia nei carichi sia nelle concentrazioni di fosforo, particolarmente evidenti per il Bacino Sud con condizioni che tendono alla mesotrofia, mentre il Bacino Nord si trova ancora Il processo di eutrofizzazione delle acque lacustri, iniziato negli anni '50, ha provocato negli strati in uno stato eutrofo. profondi del Bacino Nord la scomparsa dell'ossigeno e l'aumento della densità salina: lo stato meromittico in cui si è trovato questo bacino per alcuni decenni ha comportato un sensibile Caratteristiche morfometriche del Lago di Lugano aumento del tempo di permanenza delle acque oltre i 100 m di profondità oltre che un accumulo di sostanze. Solo di recente si è verificato per due anni successivi il rimescolamento completo delle LAGO DI Totale Bacino nord Bacino sud acque con la interruzione temporanea della meromissi. LUGANO Area 565,6 269,7 295,9 (Km2) Superficie del lago 48,9 27,5 21,4 (Km2) Volume 6,5 4,7 1,8 (m3) Profondità media 134 171 85 (m) Profondità massima 288 288 95 (m) Tempo teorico medio di ricambio 8,2 11,9 2,3 (anni) 4 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
INDICATORI DEL PANNELLO DI CONTROLLO La CIPAIS ha individuato, per ogni indicatore, specifici obiettivi da perseguire. Viene qui rappresentato, in una scala di riferimento costituita da 10 step di qualità, lo stato al 2010 (anno di pubblicazione del primo pannello di controllo) e lo stato attuale con la tendenza rispetto al 2017 degli indicatori, raffrontati con l’obiettivo di riferimento. Per Bacino Nord si intende la stazione di Gandria, mentre Melide e Figino sono compresi nel Bacino Sud. 0 100 30 0 100 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Lombardia L1 2 Zone Balneabili (%) L3 12 Concentrazione 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Nord 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Svizzera media di azoto e 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Sud 0 60 100 Fosforo (µgP/L) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Nord 4 L2 3 Massima profondità di 0 10 mescolamento (m) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Sud 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Gandria L3 13 0 5 10 Concentrazione 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Melide 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Gandria dell’Ossigeno di fondo (mgO2/L) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Figino L3 4 Trasparenza (m) 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Melide 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Figino 18 0 100 0 2,5 - 4 5,5 L4 1 Carico di 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Nord 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 Gandria Azoto e Fosforo 0 22 100 L3 5 Clorofilla (µg/L) Totale in ingresso 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Sud 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 Melide al lago (tP/a) 0 100 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5 5,5 Figino B3 1 Elementi 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 chimico – fisici (%) 0 28 100 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Gandria L3 6 Fitoplancton focus B3 2 0 100% (% cianobatteri) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Melide Macroinvertebrati 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 bentonici (%) 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Figino 0 150 550 Legenda Stato attuale e tendenza rispetto al 2017 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 Gandria L3 11 Produzione primaria (g/m2 a) Obiettivo Incremento 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 Melide Soglia critica Stazionarietà 50 100 150 200 250 300 350 400 450 500 Figino Decremento Stato al 2010 5 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
QUADRO AMBIENTALE DEL 2018: ASPETTI LIMNOLOGICI Dal punto di vista del quadro delle condizioni ambientali, l’anno 2018 esaminato in questo rispetto al recente passato. In sintesi, le differenze principali possono essere riassunte in una rapporto presenta delle analogie con quelli del precedente quinquennio. Dal punto di vista delle decisa diminuzione della biomassa e della produzione fitoplanctonica, una riduzione caratteristiche della cenosi planctonica, invece, sono emerse delle differenze, tanto che in dell’abbondanza relativa dei cianobatteri (andata a favore di altre forme, spesso più edibili) e un termini biologici ed ecologici il 2018 può essere considerato come un punto di discontinuità altrettanto marcata ripresa dello zooplancton (soprattutto della componente erbivora). Da un rispetto al recente passato. Le caratteristiche ambientali che accostano il 2018 agli anni punto di vista ecologico, questo cambiamento si spiega grazie alla predominanza di controllo precedenti comprendono i ridotti carichi di fosforo veicolati a lago, il rifornimento epilimnetico “top-down” nel lago, ovvero dal forte controllo esercitato dallo zooplancton erbivoro sulla tutto sommato modesto di nutrienti (fosforo e silice) alla circolazione, e le elevate temperature produzione e biomassa di fitoplancton. Grazie alla predominanza di fitoplancton edibile durante il atmosferiche. Queste caratteristiche vanno attribuite da un lato ai progressivi miglioramenti periodo vegetativo, nel 2018 lo zooplancton erbivoro del lago è stato in grado di sfruttare al avvenuti nel collettamento e nella depurazione dei reflui promossi dalla CIPAIS, che stanno meglio la produzione primaria e quindi di limitare l’accumulo di biomassa fitoplanctonica più portando al desiderato abbattimento dei carichi esterni, e dall’altro ai cambiamenti climatici, che efficacemente che nel passato recente. Più difficile è capire come mai, in condizioni di in Svizzera e in Italia si stanno traducendo in anni sempre più caldi. Grazie alla gestione dei disponibilità di nutrienti apparentemente simili, in alcuni anni la cenosi planctonica abbia virato nutrienti, l’abbattimento dei carichi di fosforo ha quasi raggiunto gli obiettivi di risanamento del verso uno stato in cui predominano cianobatteri e scarseggia lo zooplancton erbivoro (anni 2014- lago, posti a 18 t per il bacino nord e 22 t per il bacino sud. Nel bacino nord, l’obiettivo era già 2017), mentre nel 2018 abbia virato in direzione opposta. L’esame dei fattori che determinano stato raggiunto nel 2015 e nel 2017. I risultati del 2018 suggeriscono quindi che per questo bacino quest’apparente variabilità di stati richiederebbe ulteriori approfondimenti di ricerca. Per quel carichi di fosforo conformi all’obiettivo non costituiscono più un’eccezione, ma stanno diventando che riguarda il percorso del lago verso il risanamento, per ora, si può concludere che la comunità una consuetudine. Per il bacino sud si tratta invece del primo anno in cui i carichi sono conformi planctonica oscilla entro un ventaglio di stati possibili ampio, e che tutti questi stati sono all’obiettivo. In questo caso non si può ancora parlare di stabilizzazione, ma piuttosto di una caratterizzati da valori di biomassa e produzione di fitoplancton comunque superiori agli conferma della tendenza alla diminuzione osservata negli scorsi anni (2015-2017). Un discorso obiettivi di risanamento (CIPAIS 2018). Ipotesi tratte dall’ecologia degli ecosistemi suggeriscono simile vale per le concentrazioni di fosforo a lago, che trovano un’espressione particolarmente che la stabilità delle comunità biologiche dipende dal grado di produttività. Per esempio l’ipotesi rilevante per il successivo sviluppo della cenosi planctonica nei valori massimi raggiunti nello nota come “il paradosso dell’arricchimento” (Roy & Chattopadhyay 2007) prevede che strato produttivo (0-20 m) alla circolazione. Anche in questo caso, i valori raggiunti nel bacino l’arricchimento in nutrienti porti a una crescente destabilizzazione delle comunità. Se così fosse, nord (nel 2018) si sono pressoché stabilizzati sotto i 20 μg/ P L da alcuni anni. Questi valori, che le oscillazioni osservate negli ultimi anni potrebbero essere considerate esse stesse come un sono simili ai valori medi annuali del mixolimnio, sono anch’essi conformi all’obiettivo di ulteriore sintomo del grado di trofia ancora elevato del lago. risanamento, posto a 30 μg P /L per entrambi i bacini. Nel bacino sud, le concentrazioni epilimnetiche di fosforo alla circolazione rimangono superiori all’obiettivo, soprattutto a causa dello sviluppo di un sostanziale carico interno. Tuttavia, anche in questo caso i valori registrati nel 2018 avvalorano la tendenza alla diminuzione osservata in studi precedenti. Dal punto di vista climatico, il 2018 ha presentato temperature atmosferiche eccezionalmente elevate, soprattutto nel periodo compreso tra primavera e autunno, accompagnate da scarsità di precipitazioni. Queste condizioni si sono tradotte, nel lago, in un periodo di stratificazione particolarmente prolungato e in temperature epilimnetiche elevate (massimi attorno a 27-28°C). Perciò, il 2018 ha contribuito a rafforzare le tendenze verso acque superficiali più calde e una maggiore stabilità della colonna d’acqua in atto negli ultimi decenni. Secondo gli scenari climatici pubblicati recentemente da MeteoSwiss (scenari CH2018, NCCS 2019), le condizioni meteorologiche del 2018, che ricordano quelle del 2003 (un altro anno climaticamente estremo), diventeranno più frequenti entro la metà del secolo, perlomeno se il riscaldamento climatico non verrà contrastato in modo più incisivo a livello globale. Per riflesso, ci si dovrà quindi attendere che nel lago le temperature dell’epilimnio continueranno ad aumentare, e che la stratificazione della colonna d’acqua diventerà probabilmente più stabile e prolungata. Considerato che l’apporto di nutrienti e le caratteristiche termiche del lago rientrano nel solco di quanto osservato negli ultimi anni, è sorprendente che le caratteristiche della cenosi planctonica abbiano mostrato discontinuità 6 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
QUADRO AMBIENTALE DEL 2018: SOSTANZE INQUINANTI La campagna di indagine svolta nel 2018 mira in primo luogo a estendere la serie di dati storici per Immagine tratta dal rapporto annuale 2018 «Lago di Lugano: Ricerca e monitoraggio delle PCB, DDT e mercurio nei pesci del lago Ceresio allo scopo di permettere, dopo gli ultimi risultati sostanze pericolose nella fauna ittica» disponibili del 2009, la valutazione storica dei dati. Alla luce dei valori di PBDE riscontrati nel 2015, superiori alle attese, si è ritenuto opportuno misurare nuovamente questi indicatori. I risultati dell’indagine del 2018 riguardano le misurazioni effettuate su 16 campioni di pesci catturati dal Lago Ceresio in quattro diversi periodi del 2018 e in due diverse zone di cattura. In totale sono stati considerati 78 pesci singoli delle specie degli agoni e dei persici. In campioni misti sono state ricercate le tracce di DDT e dei suoi principali isomeri e metaboliti (o,p'- e p,p'- DDE, DDD e DDT), dei sei PCB indicatori i-PCB (PCB-28, 52, 101, 138, 153, 180), di HCB, di HCH (ß e γ), di PBDE (BDE-28, 47, 99, 100, 153, 154, 183 e 209) e di mercurio. Le concentrazioni rilevate in funzione del luogo di cattura suggeriscono che quest’ultimo non è determinante per il livello di inquinanti. In generale, i residui degli inquinanti ricercati sono chiaramente superiori negli agoni, da ~2 volte per il mercurio a oltre 15 volte per i PBDE, in linea con i tenori lipidici medi sistematicamente superiori. Tutti gli inquinanti segnano una tendenza al ribasso rispetto ai dati raccolti in passato e permettono di estendere la serie di dati storici per PCB, DDT e mercurio nei pesci del lago Ceresio a 25 anni dalle prime misurazioni. Anche i dati relativi ai PBDE, risultati superiori alle attese in occasione della campagna CIPAIS del 2015, segnano una lieve tendenza al ribasso per gli agoni e una ben più importante diminuzione nei persici. La campagna CIPAIS del 2020 focalizzerà l’attenzione sulla ricerca di eventuali fonti puntuali di PBDE e PCB nei principali immissari del lago. 7 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Determinanti Quantità d'acqua prelevata dai corpi idrici per la produzione di acqua potabile L1 1 PRELIEVO AD USO POTABILE DESCRITTORI Ubicazione dei punti di Volumi prelevati captazione per il prelievo ad Tipologia di trattamento uso potabile nel 2018 (a STATO E TENDENZA destra); dati relativi agli Attualmente i prelievi di acque lacustri destinate ad uso potabile sono effettuati regolarmente in impianti di potabilizzazione territorio svizzero. Nella città di Lugano, in Cantone Ticino, il prelievo ad uso potabile costituisce e volume d'acqua annuo ad oggi il 75% circa del totale di approvvigionamento idrico a lago, il cui volume complessivo nel prelevato a lago, con 2018 è di 4.663.904 m³ (circa il 6% in più rispetto all'anno precedente); viene inoltre effettuato il riferimento alle acque prelievo a lago ad uso potabile anche per il Comune di Paradiso, che nel 2018 rappresenta il 12% destinate alla distribuzione circa del volume totale prelevato. Il punto di approvvigionamento di Barbengo nel 2018 ha in acquedotti pubblici mostrato un forte incremento dei volumi prelevati rispetto agli anni precedenti, rappresentando (sotto) circa il 12 % del totale. La presa di Vico Morcote costituisce il 2% del prelievo a lago e nel 2018 ha registrato una lieve flessione dei volumi prelevati come le prese di Paradiso e Morcote. È inoltre prevista la realizzazione entro il 2025 di una captazione a Riva San Vitale da 100 L/s per alimentare il Mendrisiotto tramite una dorsale che giungerà fino a Chiasso. Prelievo ad uso potabile espresso come volume d'acqua annuo prelevato a lago con riferimento alle acque destinate alla distribuzione in acquedotti pubblici Portata di prelievo autorizzata, volumi prelevati nel 2018 e tipologia di trattamento effettuato Comune di Lavena Ponte Tresa Comune di Lugano-Castagnola negli impianti di potabilizzazione Comune di Paradiso Comune di Vico Morcote Portata in Barbengo Volumi prelevati 5.000.000 Punto Prelievo concessione Tipologia di trattamento (m3/a) 4.500.000 L/s Volumi prelevati m3/anno 4.000.000 Lugano – Castagnola Filtrazione su sabbia, 3.500.000 50 3.475.507 (TI) ozonizzazione 3.000.000 2.500.000 Flocculazione, filtrazione su Barbengo (TI) 60 563.801 sabbia, filtrazione su carboni 2.000.000 attivi, irraggiamento UV 1.500.000 1.000.000 Flocculazione, filtrazione su 500.000 Vico Morcote (TI) 25 82.414 sabbia di quarzo 0 Paradiso – Capo San 40 542.182 Filtrazione, ozonizzazione Martino (TI) 8 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Stato L1 2 ZONE BALNEABILI Tratti costieri considerati balneabili in riferimento alla qualità batteriologica delle acque DESCRITTORI Ripartizione in classi di qualità delle acque di Classe di qualità delle acque di balneazione balneazione per il Lago di Lugano negli anni 2017- Anno 2018 2018 e idoneità alla balneazione nell'anno 2018 delle Percentuale di spiagge balneabili spiagge monitorate in Lombardia e Cantone Ticino OBIETTIVO L'obiettivo per questo indicatore consiste nel raggiungimento dell'idoneità alla balneazione nel Lombardia 100% delle spiagge. La Direttiva 2006/7/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, relativa alla gestione della qualità delle acque di balneazione prevede la valutazione qualitativa delle acque Spiagge Balneabili secondo 4 classi di qualità (eccellente, buona, sufficiente e scarsa). Un'acqua è balneabile se risulta Spiagge non Balneabili almeno di classe sufficiente. Ai sensi di detta normativa vengono eseguiti controlli di tipo microbiologici, analisi di parametri chimico-fisici e l’attuazione di uno specifico piano di 13% monitoraggio algale per rilevare la presenza di cianobatteri, dannosi per la salute pubblica. STATO E TENDENZA Nel corso della stagione estiva dell'anno 2018 tutte le spiagge attrezzate del Lago di Lugano sono 87% risultate idonee alla balneazione ad eccezione del Lido di Porto Ceresio, per il quale è stata dichiarata la non balneabilità a scopo cautelativo. Delle 52 spiagge monitorate, la ripartizione in classi di qualità delle acque di balneazione evidenzia Svizzera l'attribuzione a 49 spiagge la classe eccellente, a 1 sito la classe buona e a 2 spiagge la classe sufficiente. Nel 2018 non sono state monitorate 7 spiagge. Le informazioni di dettaglio sulla qualità delle acque di balneazione sono informazioni consultabili nei siti dell’Agenzia Ambientale Europea e del Portale Acque del Ministero della Salute Italiano. 100% Classi di qualità delle spiagge nel Lago di Lugano Obiettivo: 100% delle Stato attuale spiagge balneabili 50 44 45 0% 100% 40 35 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Svizzera 35 Eccellente 30 Buona 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 25 Lombardia Sufficiente 20 15 Scarsa 15 10 Non Monitorata 6 5 6 5 2 1 1 2 1 0 Lombardia 2017 Svizzera 2017 Lombardia 2018 Svizzera 2018 9 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Pressioni Caratterizzazione del pescato professionale L1 4 PESCATO Pescato professionale e sua composizione specifica dal 1978 al 2018 DESCRITTORI Pescato professionale, Pesca dilettantistica ACERINA 90,0 SILURO OBIETTIVO 80,0 GARDON L'obiettivo principale ai fini della conservazione del patrimonio ittico consiste nella tutela delle ALTRI specie autoctone e degli ambienti acquatici; in particolare, la CIPAIS si propone l'obiettivo di 70,0 conseguire una condizione dell'ecosistema prossima a quella naturale in cui le attività di pesca TINCA 60,0 non compromettano la conservazione o il ripristino delle popolazioni ittiche delle specie CARPA t/anno autoctone e, secondariamente, anche di quelle di maggiore interesse commerciale quali 50,0 ANGUILLA salmonidi, pesce persico, lucioperca e coregone. BOTTATRICE 40,0 LUCCIO STATO E TENDENZA 30,0 Il prodotto complessivo della pesca professionale nel 2018 si è attestato a 34,3 t/a (-0,8 t/a, -1%), PERSICO TROTA ricalcando i valori del 2017 e confermando un incremento nel prelievo rispetto agli anni 20,0 LUCIOPERCA precedenti. Quanto riscontrato nell’ultimo biennio si avvicina ai valori medi del periodo 1999- PERSICO REALE 10,0 2009. SALMERINO Le oscillazioni registrate nello sbarcato delle singole specie sono generalmente contenute e 0,0 ALBORELLA 1978 1980 1982* 1984 1986 1988' 1990* 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018 rientrano quasi tutte nel normale ambito di variabilità, confermando la composizione specifica AGONE degli scorsi anni. Le variazioni ponderali maggiori registrate per l’anno 2018 si riscontrano nel COREGONI gardon e nel lucioperca: il primo ha fatto segnare un’importante diminuzione nello sbarcato (-3,6 TROTE t/a, -19%, 15,8 t/a nel 2018), mentre che il secondo ha marcato un aumento ponderale altrettanto significativo (+3,1 t/a, +118%, 5,8 t/a nel 2018). Sempre rispetto all’anno precedente, Pescato professionale totale con distinzione tra specie litorali e pelagiche dal 1978 al 2018 si rileva una diminuzione nelle catture di persico reale (-0,36 t/a, -8%, 4,33 t/a nel 2018) e di 90 coregone (-0,6 t/a, -30%, 1,4 t/a), in contrapposizione a un aumento nel prelievo di carpa (+0,3 TOT. SPECIE PELAGICHE t/a, +35%), bottatrice (+0,2 t/a, +44%) e trota di lago (+0,2t/a, +30%). La distribuzione del pescato 80 TOT. SPECIE LITORALI tra specie pelagiche e litorali si attesta come di consueto nettamente a favore di quest’ultime, con 70 valori sistematicamente superiori all’80% dal 1992 in poi. 60 La tendenza negativa in atto dal 2014 sul luccio reale si è arrestata, con una stabilizzazione delle t/anno 50 catture negli ultimi due anni di poco superiore alle 0,5 tonnellate. Il fatto che questa tendenza negativa si sia arrestata e che il pescato attuale si attesti ampiamente al di sopra dei valori 40 antecedenti al 1998 è rassicurante, non desta quindi particolare preoccupazione. 30 Sul fronte delle nuove specie esotiche a carattere invasivo, dopo le prime apparizioni nel 2017 il 20 siluro si manifesta nuovamente nel pescato dei professionisti attivi nel bacino svizzero. Le catture 10 risultano infime sia dal punto di vista numerico che ponderale e si attestano a 0,02 t/a (-20%), non sembra pertanto ancora in atto un’esplosione degli effettivi in questa prima fase di 0 1978 1980 1982* 1984 1986 1988' 1990* 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018 colonizzazione. L’acerina – ben insediata nel lago Verbano – risulta ancora del tutto assente dal lago Ceresio. Per ulteriori informazioni si rimanda al rapporto della Commissione Italo-Svizzera per la Pesca Nel 1987 la pressione di pesca è nulla sul territorio svizzero in seguito al divieto di pesca conseguente (CISPP). all’incidente di Chernobyl; per lo stesso motivo nel 1988 la pressione di pesca è parziale sul territorio svizzero. Per gli anni 1991, 1992 e 1993 sono disponibili solo i dati inerenti al territorio svizzero. 10 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Stato L1 5 POTENZIALE DI VALORIZZAZIONE DELLE RIVE Individuazione dei tratti rivieraschi meritevoli di intervento di ripristino e rinaturalizzazione Ultimo Aggiornamento 2015 della fascia litorale DESCRITTORI Potenziale di valorizzazione naturalistica Stato della naturalità delle rive, Indice di Funzionalità Perilacuale (IFP) (dati GIS: prima dell’analisi di plausibilità) Fattibilità tecnica di interventi di riqualificazione (inclinazione del fondale, occupazione della riva) OBIETTIVO Ripristinare e rinaturalizzare i tratti rivieraschi compromessi, ovvero i tratti che attualmente presentano dei deficit ecomorfologici, è un obiettivo esplicito del Piano d’azione CIPAIS del Lago Maggiore e del Lago Ceresio. Lo studio del potenziale di valorizzazione naturalistica delle rive lacustri permette di individuare i tratti rivieraschi meritevoli di intervento. STATO E TENDENZA Lo stato del potenziale di valorizzazione naturalistica è dato dal monitoraggio degli indicatori relativi ai deficit ecomorfologici della riva (stato rive, IFP, vedi indicatore L3 3). Per il Lago Ceresio, il potenziale di valorizzazione naturalistico è stato valutato grazie ad un metodo ispirato alla procedura per la pianificazione strategica della rivitalizzazione dei corsi d’acqua dell’Ufficio federale svizzero dell’ambiente (UFAM). Detto metodo si basa su un’analisi di dati territoriali GIS: si combinano da un lato i deficit ecomorfologici (stato rive, IFP), dall’altra la fattibilità tecnica di interventi di riqualificazione della riva (inclinazione del fondale nella fascia litorale, presenza di infrastrutture e edifici nella fascia riparia). In un’ottica di bilancio dei costi e dei benefici, viene conferito il potenziale di valorizzazione più elevato ai tratti con gravi disfunzioni ecomorfologiche (es: argini in calcestruzzo), e al contempo caratterizzati condizioni di intervento tecnicamente favorevoli (inclinazione fondale 20° / 36%) o presenza importante di infrastrutture, è conferito un potenziale di valorizzazione inferiore, poiché i costi di rivitalizzazione risultano onerosi. Il potenziale di valorizzazione è considerato nullo per i tratti di riva lacustre che attualmente sono caratterizzati da deficit ecologici nulli o contenuti. Infatti, gli interventi di rivitalizzazione non dovrebbero interessare settori che attualmente non hanno disfunzioni comprovate, o che addirittura costituiscono degli hotspot di biodiversità. Ai risultati dell’analisi GIS (destra, in alto), segue una valutazione di plausibilità con adeguamenti sulla base dei progetti esistenti e dell’effettiva fattibilità (destra, in basso). Disfunzioni ecomorfologiche Fattibilità tecnica 1 - disfunzioni nulle o contenute 2 - disfunzioni medie 3 - disfunzioni importanti 4 - molto elevata 0 - potenziale nullo 3 - potenziale elevato 3 - potenziale elevato 3 - elevata 0 - potenziale nullo 2 - potenziale medio 3 - potenziale elevato 2 - media 0 - potenziale nullo 1 - potenziale contenuto 2 - potenziale medio 1 - bassa o nulla 0 - potenziale nullo 0 - potenziale nullo 1 - potenziale contenuto 11 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Antropizzazione e uso del territorio e delle risorse naturali Stato L1 5 POTENZIALE DI VALORIZZAZIONE DELLE RIVE Focus Potenziale di valorizzazione fruitiva Ultimo Aggiornamento: 2015 DESCRITTORI Potenziale di valorizzazione fruitiva: Accessibilità e fruibilità della riva (IFP) percorsi a lago Fattibilità tecnica di interventi di riqualificazione (inclinazione del fondale, occupazione della riva) OBIETTIVO Promuovere la fruibilità delle sponde nel rispetto delle componenti naturali è un obiettivo esplicito del Piano d’azione CIPAIS del Lago Maggiore e del Lago Ceresio. Lo studio del potenziale di valorizzazione fruitiva delle rive lacustri permette di individuare i tratti rivieraschi meritevoli di intervento. STATO E TENDENZA Lo stato del potenziale di valorizzazione fruitiva della riva è dato dal monitoraggio degli indicatori relativi ai deficit di accessibilità e fruibilità della riva (vedi indicatore L3 3). Per il Lago Ceresio, il potenziale di valorizzazione fruitiva delle rive è stato valutato sia per quanto riguarda nuovi percorsi a lago (sentieri escursionistici, passeggiate e piste ciclopedonali, ecc.), sia per quanto riguarda nuove aree di svago e balneazione. Sul lato svizzero è stata ripresa la pianificazione delle passeggiate e dei sentieri a lago da parte del Cantone e dei Comuni sulla base degli indirizzi e delle misure enunciati nella scheda P7 del Piano direttore. Grazie ad un’analisi SIT semplificata, sono stati inoltre identificati alcuni tratti di riva, attualmente poco fruibili, che potrebbero essere valorizzati mediante creazione di nuove aree di svago (p.es.: nuovi arenili o greti per l’accesso al lago e la balneazione). Sul lato italiano sono stati proposti interventi analoghi sulla base dei medesimi principi, considerando in particolare le aree Potenziale di valorizzazione fruitiva: laddove la fruibilità è attualmente bassa. nuove aree a lago Il potenziale per la realizzazione di nuovi percorsi a lago risulta elevato per i tratti seguenti sul lato svizzero: Riva San Vitale - Bissone, Cantonetto - Agnuzzo, Delta Magliasina (loc. Gere), Golfo di Ponte Tresa, Castagnola, Paradiso. Sul lato italiano risulta un potenziale elevato a Brusimpiano (completamente della passeggiata attualmente realizzata in due tronconi), il ripristino del collegamento transfrontaliero tra il Museo doganale di Gandria, S.ta Margherita e Claino con Osteno (sentiero escursionistico), e il percorso ciclopedonale a lago tra Porlezza e Claino con Osteno. Il potenziale per la promozione dell’accesso a lago (nuovi arenili o greti) è elevato nei comparti di Porlezza-Parco San Marco e Claino con Osteno, già identificati dal Ministero dell’ambiente quali estese aree a vocazione balneabile e attualmente deficitarie dal profilo fruitivo; oppure i tratti situati nel comparto di Bissone Nord, Brusino Arsizio, Morcote, oppure ancora nel comparto di Carabietta-Figino e nel golfo di Ponte Tresa (porzione settentrionale), Riva San Vitale e Maroggia. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche 12 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Idrologia e clima Stato Andamento del livello delle acque lacustri L2 1 LIVELLO LACUSTRE DESCRITTORI Livello lacustre misurato a Melide nell'anno 2018: valori minimo, medio e massimo mensili Livello medio lacustre 272,00 Livello minimo lacustre Livello medio Livelllo minimo Livello massimo Livella massimo lacustre 271,80 Livello lacustre (m s.l.m.) OBIETTIVO 271,60 All'indicatore non è associato un obiettivo di qualità, la sua osservazione è però utile per la 271,40 comprensione dei fenomeni biologici ed ecologici caratterizzanti il bacino lacustre. 271,20 STATO E TENDENZA 271,00 Dal 1963 il Lago di Lugano è regolato da uno sbarramento ubicato sul Fiume Tresa a Ponte Tresa. Il protocollo di regolazione prevede il rilascio minimo della portata che viene sfruttata a scopi 270,80 idroelettrici alla diga di Creva, posta a circa 5-6 km dallo sbarramento. Oltre a garantire la portata 270,60 da derivare, la regolazione del lago viene effettuata per contenere i livelli di piena del bacino lacustre e i conseguenti problemi di esondazione e danni alle sponde. 270,40 Durante il periodo successivo alla regolazione (1964-2018), il livello lacustre medio è stato pari a 270,20 270,49 m e la variabilità inter-annuale è stata minima (deviazione standard=0,07 m). Durante lo 270,00 stesso periodo, lo scarto tra il livello massimo e minimo registrati ogni anno è stato mediamente set-18 ott-18 mag-18 giu-18 lug-18 mar-18 apr-18 nov-18 feb-18 dic-18 gen-18 ago-18 pari a 0,79 m (deviazione standard=0,32 m). Il 2018 è stato caratterizzato da una media leggermente inferiore alla norma (270,43 m) e, soprattutto, da oscillazioni di livello (tra 270,56 m e 270,35 m, scarto=0,21 m) marcatamente ridotte rispetto alla media pluriannuale (di circa un fattore 4×). Questa differenza va attribuita alla scarsità di precipitazioni verificatosi durante l’anno (IST 2019), che ha ridotto gli eventi di piena dei tributari e i conseguenti periodi di innalzamento del livello delle acque lacustri. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche Andamento dei livelli lacustri minimi e massimi mensili* misurati nella stazione idrometrica di Melide lungo la serie storica raffrontati con il livello medio lacustre di riferimento 272,50 Livello medio 1965-2017 Livello minimo Livello massimo Livello lacustre (m s.l.m.) 272,00 271,50 271,00 270,50 270,00 269,50 1965 1966 1967 1968 1969 1970 1971 1972 1973 1974 1975 1976 1977 1978 1979 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 13 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Idrologia e clima Stato L2 2 TEMPERATURA MEDIA DELLE ACQUE NEGLI STRATI Temperatura media delle acque nello strato 0-20 m e nello strato profondo 0-20m E PROFONDO Andamento della temperatura delle acque (valore medio lungo la colonna) dal 1981 al DESCRITTORI Temperatura media dell’acqua nello strato superficiale 2018 con riferimento allo strato superficiale (sopra) e allo strato profondo (sotto). I valori Temperatura media dell’acqua nello strato profondo (< 100 m) sono riferiti al Bacino Nord 25 OBIETTIVO All'indicatore non è associato un obiettivo di qualità; la sua osservazione è però utile per la 20 comprensione dei fenomeni biologici ed ecologici caratterizzanti il bacino lacustre. L'indicatore consente inoltre di monitorare gli aumenti di temperatura legati ai cambiamenti climatici in atto. 15 Temperature (°C) STATO E TENDENZA 10 Gli andamenti delle temperature delle acque, presentati nei grafici a lato, mostrano una tendenze che dipendono dallo strato considerato (produttivo, 0-20 m, o strato profondo, >100 m). Nello 5 strato produttivo risulta particolarmente evidente una tendenza al riscaldamento, che è andata di Strato superficiale (0-20 m) pari in passo con le tendenze climatiche osservate a scala globale negli ultimi decenni. Alla tendenza 0 1981 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2017 2018 a lungo termine (pluridecennale) delle temperature hanno invece contribuito solo in modo secondario le oscillazioni climatiche naturali che influenzano il lago (Lepori & Roberts 2015). La temperatura dello strato profondo mostra tendenze più complesse, in cui si sovrappongono una 6,5 tendenza lineare a lungo termine, probabilmente dovuta al riscaldamento climatico, e delle interruzioni dovute a circolazioni più profonde della norma, che hanno raffreddato le acque. 6,0 Temperature (°C) L’interruzione più evidente si è verificata negli anni 2005-2006, ovvero gli anni delle circolazioni eccezionali. In questi anni, degli inverni particolarmente freddi e ventosi hanno permesso alla 5,5 colonna d’acqua di de-stratificarsi (2005) e quindi rimescolarsi (2006), portando nel contempo al raffreddamento convettivo di tutta la colonna d’acqua, incluse le acque profonde (vedi L2 3). Da allora, le acque profonde del bacino hanno ripreso a riscaldarsi e sono ormai tornare a temperature 5,0 Strato profondo (100m 14 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Idrologia e clima Stato Profondità di rimescolamento delle acque lacustri L2 3 MASSIMA PROFONDITÀ DI MESCOLAMENTO DESCRITTORI Andamento delle massime profondità di mescolamento delle acque del Bacino Nord (in Profondità di mescolamento alto) e del Bacino Sud (in basso), dati rilevati dal 1980 al 2018 Spessore ipolimnio 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 OBIETTIVO Valori di massima profondità di mescolamento prossimi a 50-60 m sono indice di una condizione 0 potenzialmente critica; una condizione ottimale si ha dunque quando l'omogenizzazione delle -25 acque riguarda uno strato più profondo. -50 STATO E TENDENZA -75 Profondità (m) Dall’inizio del programma di ricerche CIPAIS (1983) il Bacino Nord è stato definito come -100 meromittico, ossia caratterizzato da una stratificazione costante delle acque. Infatti, durante quasi tutto il periodo, in questo bacino la circolazione invernale ha interessato unicamente i primi 40-100 -125 m di profondità. Tuttavia, eccezionalmente, due eventi di de-stratificazione e mescolamento -150 Valore critico completo della colonna d’acqua si sono verificati nelle stagioni invernali del 2005 e del 2006. Questi -175 eventi sono spiegati in parte dal tempo particolarmente freddo e ventoso che ha caratterizzato -200 questi inverni, e in parte dal precedente accumulo di calore nelle acque profonde (vedi L2 2), che Profondità mescolamento -225 ha contribuito a diminuire la stabilità della colonna d’acqua. Bacino Nord Il Bacino Sud, invece, è definito olomittico, poiché solitamente il mescolamento delle acque -250 durante la circolazione tardo-invernale raggiunge il fondo. Tuttavia, anche in questo bacino il -275 mescolamento può risultare parziale a seguito di inverni particolarmente miti, che sfavoriscono i -300 Massima profondità lacustre -288 m movimenti convettivi responsabili della circolazione. Dall’evoluzione a lungo termine della massima profondità di mescolamento si evince che, 1980 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 nonostante il riscaldamento delle acque superficiali (che in teoria ostacola il mescolamento), non si osservano per ora delle chiare tendenze alla diminuzione in nessuno dei due bacini. 0 Nel 2018, le profondità di mescolamento sono apparse nella norma nei due bacini (63 m nel bacino nord, fino al fondo nel bacino sud). Anche se il 2018 è stato un anno complessivamente caldo, le -25 temperature elevate non hanno influito sulle circolazioni perché si sono manifestate soprattutto tra la primavera e l’autunno, mentre la profondità di mescolamento dipende dalle condizioni -50 invernali. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche Profondità (m) -75 -100 Massima profondità lacustre -95 m Obiettivo Stato attuale -125 massima profondità di Valore critico mescolamento maggiore di 60 m Stato al 2010 -150 0m 100 m -175 Profondità mescolamento Bacino Sud 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Nord -200 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 Bacino Sud 15 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 1 COLONIZZAZIONE DELLE SPONDE DA PARTE DEL CANNETO Evoluzione della colonizzazione spondale da parte del canneto Ultimo Aggiornamento 2012 DESCRITTORI Colonizzazione delle sponde Canneto OBIETTIVO L’evoluzione di questo indicatore, pur non essendo attualmente oggetto di determinati obiettivi nell’ambito della pianificazione del territorio, rappresenta un importante parametro di riferimento, in quanto lo stato ecologico influenza il mantenimento o il ripristino delle comunità vegetali, in particolare del canneto. L'obiettivo generale che la CIPAIS si propone consiste nel mantenimento dell'attuale stato di conservazione del canneto e, possibilmente, nell'incentivazione di interventi di riqualificazione e ampliamento delle fasce di canneto. STATO E TENDENZA Nell'ambito del programma CIPAIS "Ecomorfologia delle acque comuni" sul Lago Ceresio sono stati eseguiti rilievi finalizzati alla caratterizzazione dello stato dell'occupazione, dell'accessibilità e della fruibilità pubblica (metodo CH2003), nel cui ambito sono stati analizzati differenti aspetti legati alle rive lacustri tra cui la presenza e l'estensione dei canneti. I risultati dei rilievi CH2003 sono frutto di due distinte sessioni d'indagine, svoltesi nell'estate 2003 per i tratti di riva svizzeri e nel periodo agosto 2010-maggio 2011 per quelli italiani. I canneti si riscontrano prevalentemente nella zona occidentale del lago, nei bacini di Ponte Tresa e Agno dove si presentano con una copertura diffusa lungo gran parte delle rive. Nella zona del golfo di Lugano e di Porlezza le superfici a canneto sono molto ridotte, tale condizione è da ricondurre sia alla forte edificazione delle rive sia alla presenza di sponde scoscese che non favoriscono lo sviluppo di vegetazione igrofila. Anche le indagini svolte nel passato (1980) avevano evidenziato l'assenza di vegetazione emergente nel Bacino Nord, in relazione, come detto, alla morfologia delle sponde e all’elevata trofia delle acque che superava i valori ammissibili per la vegetazione. La Obiettivo regione di Melide, invece, ospitava la comunità vegetale più importante del lago. Nel corso delle indagini del massima 2001 le profondità specie sonodi state censite principalmente Stato attuale in corrispondenza mescolamento maggiore dei bacini nord, che mostravano un arricchimento di 60 m in specie, e sud, con una composizione floristica invariata, mentre il golfo di Agno e il bacino di Ponte Tresa mostravano una ricchezza floristica più ridotta. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche 16 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 2 ABBONDANZA RELATIVA DELLE PRINCIPALI MACROFITE Ricchezza in specie delle comunità vegetali in rapporto ai tratti costieri lacustri Ultimo aggiornamento: 2012 DESCRITTORI Macrofite Vallisneria spiralis L. Myriophyllum spicatum L. OBIETTIVO Migliorare o mantenere la qualità ecologica delle acque lacustri comuni in modo da favorire la biodiversità delle specie autoctone vegetali e animali (obiettivo CIPAIS). STATO E TENDENZA Nell'ambito del programma CIPAIS "Ecomorfologia delle acque comuni" sul Lago Ceresio sono state condotte specifiche indagini inerenti il popolamento di macrofite e zoobenthos. Le macrofite, nello specifico, sono espressione dello stato di qualità di un corpo idrico, in quanto rispondono in maniera specie-specifica alle condizioni ambientali, quali la presenza di inquinanti organici e inorganici, la trasparenza delle acque, la struttura macroscopica del fondale. La metodologia applicata è basata su quanto descritto in "Protocolli di campionamento - Metodi biologici per le acque - Parte I" (APAT, 2007 e successive revisioni). Sono così stati scelti 64 punti di analisi, oggetto di campionamento nei mesi di luglio e settembre del 2010 e agosto del 2011. Nel complesso sono state censite 15 specie macrofitiche Frequenza di presenza delle specie secondo i risultati delle indagini conclusesi nel 2001 differentemente distribuite nei transetti di campionamento. La specie più diffusa e abbondante è Vallisneria spiralis, altre specie di rilevante presenza sono Najas marina, (presenza nelle 1156 unità di superficie campionate) e nel 2011 (presenza nei 64 inserita nella lista rossa tra le specie fortemente minacciate, e Myriophyllum spicatum, che transetti campionati) sembra prediligere le condizioni ambientali del Bacino Nord, che colonizza totalmente. Le sponde del Lago di Lugano sono risultate coperte da vegetazione per l'83% della loro % 70 estensione; relativamente al grado di copertura da parte della vegetazione, il 51% 60 delle sponde presenta un'abbondanza ridotta di specie vegetali, il 19% un'abbondanza media e 50 il 13% un'abbondanza elevata. I punti di indagine che presentano una maggiore abbondanza di 40 macrofite corrispondono nel Bacino Nord al braccio di lago di Porlezza, tale abbondanza 30 potrebbe essere messa in relazione ad un maggiore apporto di carichi organici. Questa 20 porzione di lago risulta inoltre tra quelle con il più alto numero di specie. Dai campionamenti del 2000-2001 risultavano 14 specie principali, di cui Myriophyllum spicatum è la più frequente, 10 seguita da Najas marina; tra le altre specie si citano in ordine di frequenza Zannichellia Obiettivo 0 palustris, Ceratophyllum massimademersum, profondità diPotamogeton perfoliatus eStato Vallisneria attualespiralis. Il confronto con i risultati delle ricerche mescolamento condotte maggiore nelm2000 e 2001 nel settore svizzero del Lago di di 60 Lugano non evidenzia grandi differenze, eccetto che per l'assenza in passato di Najas minor, oggi rilevata anche se non particolarmente abbondante, nel sottobacino sud di Agno, nel bacino di Ponte Tresa e nel bacino nord nella porzione italiana che da Lugano conduce a Porlezza. L'analisi della presenza delle specie nei punti di campionamento del progetto CIPAIS permette di dedurre che per la metà dei transetti la situazione è pressoché invariata, in presenza comunque di un incremento nel numero di specie per 10 transetti e un decremento per 14 transetti. Il confronto con la campagna di rilevamento del 1980 mostra un incremento 2001 2011 dell'abbondanza delle macrofite, passando da un 65% della copertura nel 1980 all'83% nel 2012. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche 17 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 3 MORFOLOGIA DELLE RIVE LACUSTRI Tipologia di riva sulla base dei caratteri morfologici della fascia perilacuale Ultimo Aggiornamento 2012 DESCRITTORI Stato della naturalità delle rive Indice di Funzionalità Perilacuale Indice Lake Habitat Survay Accessibilità e Fruibilità della Riva OBIETTIVO L’osservazione dei caratteri morfologici attuali delle rive permette di effettuare scelte strategiche e pianificatorie che dovrebbero mirare da un lato all’incremento della fruibilità delle sponde e dall’altro alla tutela delle aree di pregio naturalistico, al ripristino e alla rinaturalizzazione dei tratti di sponda lacustre artificiali. I cambiamenti riscontrati nel tempo forniscono le informazioni circa la buona riuscita delle azioni implementate. STATO E TENDENZA Nell'ambito del programma CIPAIS "Ecomorfologia delle acque comuni" sono stati condotti studi, per il Lago di Lugano, riguardanti la funzionalità della fascia perilacuale e la fruibilità delle rive (maggio- settembre 2011). Sulla base delle indagini condotte è possibile rappresentare il diverso grado di naturalità delle rive, da cui emerge che quasi l'63% è artificializzato, mentre il 20% è a carattere naturale, ossia dei 98,5 km di riva circa 19,5 km presentano uno stato di piena naturalità. Non si riscontra una differenza significativa nella ripartizione tra sponde naturali e artificiali nelle due unità territoriali, Regione Lombardia e Cantone Ticino. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche Svizzera 17,4% Stato di naturalità delle rive Artificiale Naturale Seminaturale 17% 17,3% 65,3% Lombardia 16,4% 20% 63% 23,5% 60,1% 18 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 3 MORFOLOGIA DELLE RIVE LACUSTRI Tipologia di riva sulla base dei caratteri morfologici della fascia perilacuale Ultimo Aggiornamento 2012 STATO E TENDENZA La valutazione della funzionalità ha previsto l’applicazione dell’Indice di Funzionalità Perilacuale, sviluppato da un gruppo di lavoro istituito da APAT (Siligardi M. et al., 2009). L'applicazione di questo indice ha comportato la suddivisione della riva lacustre in 247 tratti omogenei, aventi lunghezze comprese tra 25 m e 3,5 km, ai quali è stato attribuito, quale risultato dell'indagine, un grado di funzionalità perilacuale secondo le 5 classi previste dal metodo. L'immagine del bacino risultato dell'applicazione dell'IFP evidenzia la presenza, per la maggior parte, di rive con giudizio pessimo, riferibili complessivamente a 52,4 km di riva, con una ripartizione generalizzata anche se particolarmente corrispondenti ai tratti maggiormente edificati come il golfo di Lugano, la zona di Figino-Morcote e di Campione d'Italia. Le rive a cui è stato attribuito un giudizio scadente sono il 2%, mentre quelle con un grado mediocre di funzionalità corrispondono al 23%, le quali mostrano un'influenza antropica minore e, generalmente, sono rappresentate da tratti seminaturali in contesti di edificazione estensiva, così come da zone con lidi o campeggi. Le rive naturali o seminaturali con sporadica presenza di elementi artificiali hanno un buon grado di funzionalità e corrispondono al 19% delle sponde. I tratti più estesi sono localizzati lungo la sponda sud del ramo di Porlezza, ai piedi del monte Caslano e tra Lavena e Porto Ceresio. Infine, i tratti con funzionalità elevata sono poco più del 2%. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche IFP Svizzera 2,0% 15,9 2,3% % Elevato 19,1% 2,5% Buono Medi ocre 56,4 23,2 Scade nte % % Pess imo 53,2% 23,3% Lombardia 24,8 2,3% 2,1% % 47,4 2,0% % 23,5 % 19 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
COMPARTO TEMATICA DPSIR Ambiente lacustre Ecologia e biodiversità Stato L3 3 MORFOLOGIA DELLE RIVE LACUSTRI Tipologia di riva sulla base dei caratteri morfologici della fascia perilacuale Ultimo Aggiornamento: 2012 STATO E TENDENZA Sulla base dei rilievi eseguiti secondo il metodo CH2003 é possibile dedurre il grado di accessibilità delle rive. Complessivamente le rive di carattere privato raggiungono circa il 40% del totale, mentre quelle liberamente fruibili si attestano sul 35% circa. I tratti con il più alto grado di edificazione sono anche quelli con il tasso di fruibilità minore. Un'eccezione è rappresentata dalla porzione di riva a Lugano, che vede un'accessibilità particolarmente elevata, garantita dalla presenza del lungolago pubblico. I tratti maggiormente fruibili sono quelli dove sono state realizzate passeggiate pubbliche a lago, oltre a Lugano, si ricordano Porto Ceresio, Lavena Ponte Tresa e Caslano. Un alto numero di tratti spondali risulta inaccessibile in relazione alla morfologia delle rive, rocciose o scoscese, le zone inaccessibili raggiungono complessivamente circa il 15%, corrispondenti a 14,6 km. L'analisi delle caratteristiche per unità territoriale permette di osservare che non vi sono differenze significative per quanto riguarda la porzione di riva fruibile in Lombardia e in Cantone TIcino, la percentuale complessiva di riva privata e inaccessibile sul territorio svizzero corrisponde al 56,4%, mentre sul territorio italiano al 45,9%. Clicca qui per visionare il rapporto delle ricerche Svizzera 31,5 Accessibilità e fruibilità delle sponde % 43,9 % 35,5% 39,1% 13,3 11,4 % % Lombardia 30,6 42,6 10,0% % % 15,4% Fruibile pubblico Fruibile regolamentato 19,3 Inaccessibile Privato % 7,6% 20 Pannello di Controllo del Lago di Lugano 2018
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