Il 2019 in Borsa targato Emilia-Romagna - Econerre

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Il 2019 in Borsa targato Emilia-Romagna

Le società quotate a fine 2019 in Borsa sono 51. I top e i flop dell’anno e la prospettiva 2020

di Stefano Catellani

Il 2019 a Piazza Affari per le società regionali quotate nei vari segmenti di Borsa Italia si chiude con
poche vere luci, su tutte la modenese Expert System guidata da Stefano Spaggiari con le sue
soluzioni basate sull’intelligenza artificiale che risulta la migliore del paniere formato dalle 51
società quotate dell’Emilia-Romagna.
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Stefano Spaggiari, Expert System

Non manca qualche ombra, una, davvero scura, la sospensione a tempo indeterminato dalle
contrattazioni della bolognese Bio On.

Da regina (per crescita) del Listino, vero boom da start up nel settore delle bioplastiche al punto da
capitalizzare, sotto la guida di Marco Astorri e Guy Cicognani, oltre 1 miliardo (un classico Unicorno
pronto a passare da AIM Italia a MTA) è ora la peggiore del paniere emiliano-romagnolo.
Soprattutto, dopo le rivelazioni del fondo americano Quintessential, è finita al centro di una vicenda
giudiziaria che, dopo il fallimento, continuerà a lungo.
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Marco Astorri: dal boom al crollo

Al punto che qualcuno, pur con dimensioni diverse, ha paragonato il caso alla “finanza creativa” che
caratterizzò il crac Parmalat alla fine del 2003.

Sono
passati 15 anni, ma i problemi rimangono. Parmalat dal punto di vista
industriale si è salvata, per Bio On è in atto un tentativo corale per
mantenere in vita almeno l’unità produttiva di Bologna.

L’ultima idea, una cooperativa di workers buyout (ovvero gli stessi lavoratori) lanciato dalla Uil, è
stata raccolto con interesse da alcuni lavoratori, da Legacoop e Confcooperative, dagli altri
sindacati. La stessa Regione vuole arrivare a una soluzione positiva e per questo guarda con molto
favore all’ipotesi.

Il 2019 in Borsa: le società emiliano romagnole quotate sul
listino milanese a fine 2019 sono 51.

Nel numero complessivo (nei vari segmenti di Borsa Italiana) si bilanciano
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quasi equamente i delisting (le cancellazioni dalla quotazione) e i listing, i
nuovi ingressi a Piazza Affari.

Tra fine anno e inizio nuovo la consistenza del paniere E–R salirà a 53 perché si è già quotata su
AIM Italia la modenese Doxee (la nona quotazione dalla Via Emilia del 2019).

Paolo Cavicchioli – Doxee

Subito dopo, grazie alla business combination con la spac (special purpose acquisition company)
Spactiv, arriverà in Borsa anche Betty Blue, ovvero la società che produce la creazioni della stilista
bolognese Elisabetta Franchi.
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Elisabetta Franchi, stilista sarà in Borsa con Betty Blue

In rampa di lancio, ma senza tempi definiti, rimangono anche la Fiera di Bologna e la società di
gestione dell’aeroporto Federico Fellini di Rimini. Altre quotazioni sono attese nel corso del
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secondo semestre 2020.

Lo
scenario nazionale, europeo e internazionale, non ha certamente contribuito a
creare stabilità e senza questo elemento, gli investitori sono meno propensi a
scommettere sui buoni andamenti del mercato azionario.

Di certo rimane la voglia di quotarsi in molte società industriali emiliano-romagnoli e lo dimostra il
crescente successo del programma Elite di Borsa Italiana che può essere una palestra o un
trampolino verso Piazza Affari. Gli ultimi due ingressi, giusto a fine anno, sono arrivati grazie alla
prima Elite Allianz Bank Lounge, con 14 nuove società selezionate che entrano nel programma di
avvicinamento alla finanza d’impresa di Borsa Italiana e Confindustria grazie alla collaborazione con
il gruppo Allianz attraverso Allianz Bank Financial Advisors.

Due sono emiliane: la prima è la Acef di Fiorenzuola d’Arda nel piacentino, che da oltre 75 anni
distribuisce e produce materie prime per uso farmaceutico, per cosmetici, per preparazioni
galeniche in farmacia e per la nutraceutica. Nel nuovo stabilimento voluto dal presidente Alberto
Piombi lavorano più di 100 persone che realizzano più di 7mila prodotti che valgono un fatturato in
salita verso i 50 milioni di euro. Acef nell’ultimo quinquennio ha stanziato investimenti tecnologici
pari a cinque volte l’Ebitda: mossa strategica che ha portato a un aumento del fatturato del 50 % e
del 115 % del patrimonio netto negli ultimi 5 anni.

La seconda new entry è la Tecninox di Sanguinaro nel parmense, fondata da Giovanni Miglioli e
Vito Bocchi, attiva da oltre 40 anni nella carpenteria in acciaio inox per applicazioni nelle
macchine industriali. Ha una sede produttiva in Ungheria da una quindicina di anni e realizza un
fatturato complessivo intorno ai 35 milioni di euro.

Il 2019 in Borsa in Emilia-Romagna: il video

La Top Ten e la Flop Ten

Le 10 migliori del paniere E-R delle società quotate

Expert
System Modena + 177,12%
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Rosetti
Marino            +   77,14%

Itway Ravenna            + 69,78%

Ferrari
Modena            + 65,82%

Unipol Bologna           +
55,62%

Hera
Bologna               + 52,93%

BF
Holding Ferrara        + 48,63%

Piquadro
Bologna         + 46,34%

Unieuro Forlì             + 38,72%

Iren
Reggio Emilia         + 38,45%

Le dieci meno performanti

Illa Parma                        -55,81%

Trevi Cesena                      – 45,42%

CFT Parma                         – 35,74%
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Vimi
Fasteners Reggio Emilia      – 33,52%

Siti
B&T Modena                    – 29,81%

Beghelli
Bologna                   -25,53%

Emak
Reggio Emilia                -25,52%

Prismi
Modena                      -23,61%

Maps Parma                          -18,29% (6
mesi)

Esautomotion
Modena            -18,01%

2019 in Borsa: analisi per provincia

Era prevedibile e numeri alla mano in cima alla classifica delle 10 migliori società quotate
dell’Emilia-Romagna svetta la modenese Expert System che in un anno ha visto il valore del titolo
(su AIM Italia) salire del 177,12%. Sempre informatica anche per la terza piazza con la Itway di
Ravenna (+69,78%) e dietro spunta la Ferrari di Maranello che consolida il trend di crescita
mettendo a segno un buon + 65,82%.
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Giovanni Andrea Farina della ItWay

Sopra il 50% di aumento anche due bolognesi: Unipol e la multiutility Hera. Bene, al secondo posto
assoluto, la Rosetti Marino di Ravenna che nel settore delle tecnologie e impianti per l’Oil & Gas
ha appena concluso un accordo con Ali & Sons Marine Engineering Factory (ASMEF), società
emiratina operante nel settore marittimo e dell’oil & gas per costituire una nuova società con sede
negli Emirati Arabi Uniti, la Rosetti Ali & Sons LLC.
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A destra nella foto, Oscar Guerra della Rosetti Marino

La peggiore del paniere E-R è risultata la pentole Illa di Parma che su AIM Italia ha perso il
55,81% complice un problema con il principale cliente (Ikea). Sono in corso le manovre di
assestamento previste nel nuovo piano industriale lanciato dai nuovi azionisti di maggioranza. Gli
effetti si vedranno nel corso del 2020.
Pierpaolo Marziali, pentole Illa

Continua la difficile gestione della Trevi di Cesena (la famiglia Trevisani) che perde il 45,42% e ha
giù venduto parti significative di quello che è stato un gruppo industriale di standing mondiale nelle
tecnologie legate all’ingegneria del sottosuolo.

La famiglia Trevisani (Trevi)

Tutte le quotate E-R anno 2019

Ecco gli andamenti delle 51 quotate (dati Borsa Italiana 18 dicembre 2019)

Parma:

MAPS -18,29% (6 mesi);

Pentole
Illa -55,81%;
Servizi
Italia +1,92%;

Gas
Plus +2,10%;

CFT -35,74;

Reggio Emilia:

Newlat -2,94% (1 mese);

Cyberoo +3,73% (1 mese);

Comer
Industries +4,24% (6 mesi);

Vimi
Fasteners -33,52%;

Cellular
Line -10,97% (passata sul segmento STAR);

Emak -25,52%;

Landi
Renzo -17,01%;

Interpump +9,30%;

Credito
Emiliano +0,77%;
Iren +38,45%;

Modena:

BPER +31,32%;

Prismi -23,61%;

Siti
B&T Group -29,81%;

Energica
+3,39%;

Ferrari
+65,82%;

Panaria Group
+9,43%;

Expert System
+177,12%;

Fervi -9,92%;

Esautomotion -18,01%;

Bologna:

Marzocchi
Pompe -10,83% 6 mesi;
IMA +19,67% (Fusa con Gima TT);

Aeroporto
Marconi +0,83%;

IGD +12,00%;

Beghelli -25,53%;

Datalogic -14,48%;

Irce -6,74%;

Monrif +7,14%;

Poligrafici
Editoriale -1,18%;

Poligrafici
Printing +1,75%;

Piquadro +46,34%;

Unipol +55,26%;

UnipolSai +38,19%;

Hera +52,93%;

Valsoia +9,09%;
Bio-On
SOSPESA;

Ferrara:

BF
holding +48,36%;

Forlì-Cesena:

Trevi -45,42%;

Technogym +20,31%;

Unieuro +38,72%;

Ravenna:

Sirio +17,02% (6 mesi);

It
Way +69,78%;

Rosetti
Marino +77,14%;

Rimini:

IEG +7,51% (6 mesi);

Aeffe -5,92%;
Marr -3,39%;

INDEL B -6,44%.

Rosetti Marino staff

Borsa Italiana, il quadro
generale

Borsa Italiana, nel complesso delle sue attività e in attesa delle conseguenze (possibili) della Brexit
che visti i legami con LSE (London Stock Exchange) potrebbero dare vita a qualche problema,
chiude il 2019 con una delle migliori performance annuali tra le piazze finanziarie internazionali.

Secondo Gilles Guibout – gestore del fondo PIR
AXA WF Framlington Italy di AXA Investment Managers – il risultato è stato
sorprendente. “Il movimento del mercato è
stato ampiamente guidato dall’andamento dei tassi che sono scesi già nel primo
semestre, discesa che si è amplificata con il cambio di governo”, ha
segnalato il gestore. Gilles Guibout ha evidenziato che gli operatori hanno
favorito soprattutto le società influenzate dai tassi, cioè principalmente
large cap domestiche.

Gilles Guibot

Questo
trend è destinato a proseguite anche nel 2020?

Il gestore prova a fornire alcune
indicazioni nell’analisi che segue.

La sorpresa dell’anno è stato il fatto che l’Italia ha fatto molto meglio delle attese. Il movimento del
mercato è stato ampiamente guidato dall’andamento dei tassi che sono scesi già nel primo semestre,
discesa che si è amplificata con il cambio di governo (Conte 2). A inizio anno, infatti, il Btp era su
livelli massimi, a 280 punti base, poi a fine giugno è sceso a 230 punti base. Vista l’incertezza
sull’esecutivo che si è formato dopo le elezioni (Lega–Movimento 5 Stelle), nessuno si aspettava una
tale discesa del Btp.
Come si è mosso il mercato

Il
mercato ha favorito soprattutto le società influenzate dai tassi, cioè principalmente
large cap domestiche, sorprendendo
molti osservatori. Noi abbiamo puntato su società più internazionali perché non
volevamo essere esposti al rischio della politica italiana. A fine anno abbiamo
assistito a un rally dei titoli più ciclici, una volta rientrato il rischio
politico, sia italiano e sia internazionale.

Inoltre,
la proposta del nuovo governo di tornare sulla vecchia normativa PIR con alcune
modifiche (come l’inserimento dell’obbligo di investire in un 3,5% di small
cap) ha fatto in modo che anche le small cap mettessero a segno una performance
brillante a novembre. I titoli dello STAR hanno registrato un progresso del
12,3% rispetto al mese precedente, mentre il Ftse Italia All Share è salito del
3,3%. Nel giro di un mese quindi le small cap hanno recuperato tutto quanto
avevano perso.

Brillante performance

In un
contesto di mercati in rialzo, l’Italia – come spesso accade – ha fatto da
amplificatore della zona euro. A fine novembre l’indice EuroStoxx ha guadagnato
il 20,3%, mentre il FTSEMib ha archiviato la migliore performance con un 24%.
Il Ftse Italia All Share con il dividendo reinvestito ha guadagnato il 30,3%,
cinque punti in più dell’EuroStoxx con dividendo reinvestito (25,27%).

Non ci si
aspettia un cambio di trend, e, anche se il mercato resta sempre esposto ai
tweet del presidente americano Donald Trump, non si attendono grandi movimenti.
A questo si aggiunga il fatto che, quando si vende, poi bisogna reinvestire e
oggi le alternative alle azioni sono poche. Il mercato azionario resta su
valutazioni non tirate e paga una cedola del 4,26%, e con i tassi a zero i
titoli azionari risultano l’alternativa più conveniente.

Cosa aspettarsi dal 2020?

Visto che per il 2020 non ci dovrebbe essere né una forte crescita, né un crollo, riteniamo che non
sia arrivato il momento per vendere. Anzi, se il clima sul lato politico migliora e se si conferma la
volontà di raggiungere un’unione bancaria in Europa, sarebbe un’ottima notizia per l’eurozona e
soprattutto per l’Italia. Inoltre, se sarà approvato il decreto sui nuovi PIR, il trend sulle azioni
dovrebbe continuare aessere positivo, specie con i tassi che restano cari.

Lo scenario dunque prevede tassi bassi, decelerazione della crescita, ma comunque crescita. In
questo contesto le azioni dovrebbero continuare a offrire una buona performance. Tuttavia, con i
tassi quasi a zero, la “componente Btp” del mercato, che nel 2019 ha dato un forte contributo alla
performance, non sarà in grado di fare altrettanto nel 2020. Le utilities, infatti, che salgono quando i
Btp scendono, quest’anno sono state l’elemento che maggiormente ha contribuito al rialzo.

Infine, se dovesse esserci un ritorno dell’incertezza, questi titoli potrebbero soffrire. Nel 2020
bisognerà puntare su fattori micro, come l’aumento degli utili societari, piuttosto che su fattori
macro legati all’andamento del Btp. Nel nostro scenario vediamo il rischio di un rialzo inatteso dei
tassi di mercato legato per esempio a imprevisti default nel segmento del credito.
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