ORDINE DEGLI AVVOCATI DI NAPOLI

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                                                Domenica, 09 dicembre 2018

Ordine degli Avvocati di Napoli
 08/12/2018 corrieredelmezzogiorno.it                                        FRANCO DI MARE
 Bellezza in toga e calendario che indignano i principi del foro                               1
 09/12/2018 Corriere del Mezzogiorno Pagina 5                                    Maria Palma
 Da avvocato dico no al calendario delle colleghe                                              3
ORDINE DEGLI AVVOCATI DI NAPOLI
8 dicembre 2018
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  saro' franco

  Bellezza in toga e calendario che indignano i principi
  del foro
  Se non ci fosse il sospetto che dietro certe indignazioni si celi una velata misoginia, ci si
  potrebbe anche sorridere sopra

  Nelle sale del museo archeologico di Napoli c'
  è la più bella statua del mondo, secondo me. È
  la venere callipigia, che è conosciuta anche
  come Afrodite dalle Belle natiche (kalòs=bello,
  pygos=natica). Gli archeologi la ritrovarono nel
  corso degli scavi di Pompei non lontano dalla
  Domus Aurea. La statua rappresenta una
  giovane donna che scosta il peplo, la veste
  che la ricopre, per ammirare le sue forme nell'
  acqua di uno stagno, il che fece ritenere agli
  studiosi che probabilmente la statua fosse
  collocata vicino a una fontana o a una piscina.
  Da duemila anni le sue forme perfette
  costituiscono il riferimento della bellezza
  classica. È quella la vera bellezza? E chi può
  affermarlo con decisione? Ciascuno può dire il
  suo, come ci ha insegnato Umberto Eco (che,
  al concetto di bello ha dedicato un formidabile
  saggio, «storia della Bellezza») poiché i
  parametri sono ancorati ai tempi, ai luoghi e
  alle culture che li esprimono. La venere di
  Willendorf, ad esempio, che è una statuetta di
  11 centimetri, ritrovata sulle rive del Danubio
  agli inizi del secolo, rappresenta una donna
  dell' età paleolitica, vale a dire di 25, 26mila
  anni fa alla quale oggi suggeriremmo di
  recarsi da un endocrinologo per avviare delle
  cure serie e una dieta rigorosa. Insomma, è
  impossibile definire il bello assoluto, ma è inevitabile che la bellezza costituisca il faro dei nostri
  desideri, in certi casi la pietra angolare delle nostre vite, mistero assoluto e aspirazione di molti, come
  filosofia di vita e di perfino di armonia di gioco (ricordate l' aspirazione di Sarri alla bellezza?). Noi
  esseri umani siamo creature estetiche prima che etiche, diceva il poeta Joseph Brodskij. Al foro di
  Napoli pare che non la pensino così. È ancora vivo il coro di polemiche che ha accompagnato la
  pubblicazione di un calendario voluto dall' avvocato Sergio Pisani, realizzato con il nobile intento di
  raccogliere fondi per l' associazione save the children. Qual è la questione? Che il calendario propone
  le foto di dodici bellissime principesse del foro. Verrebbe da chiedersi: ma in quali pose sono state
  ritratte? Erano in abiti succinti? Niente di tutto questo: indossavano tutte la toga e questa è stata la
  pietra dello scandalo. Ma come? Usare la toga per fare un calendario? Significa disonorarne il
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  La lettera

  Da avvocato dico no al calendario delle colleghe
  Caro Direttore, La ringrazio per la possibilità
  che mi offre di intervenire sulla vicenda del
  calendario delle donne avvocato.
  Nel mese di settembre apprendevo della
  esistenza di un blog, attualmente operativo,
  dal titolo «il calendario delle avvocatesse». Mi
  allarmai e mi chiesi se le donne avvocato
  (avvocatesse mi sa tanto di spregio),
  rischiassero artatamente di essere
  strumentalizzate.
  A mio avviso proprio l' utilizzo sul calendario
  del solo genere femminile rischia di dar vita ad
  uno stereotipo che è per molti la ragione
  culturale delle disuguaglianze tra uomini e
  donne. Esposi le mie preoccupazioni e
  suggerii al suo ideatore, avvocato Sergio
  Pisani, che sarebbe stato educativo includere
  gli uomini.
  Si poteva pensare di sensibilizzare l' opinione
  pubblica con dei gesti, quali ad esempio
  quello che immortalava un uomo nell' offrire
  una rosa ad una donna, o nell' effettuare un
  baciamano. Sostenne il mio disappunto il
  collega Marco Spena, e il suggerimento venne
  condiviso anche da altri colleghi.
  Invitai, in più riprese, il collega Sergio Pisani a
  tener conto di questa variante al progetto ma
  lo stesso respinse ostinatamente ogni
  possibilità di valutare le doglianze e di
  prendere in considerazione proposte che potessero accontentare quasi tutti. Ma, il cuore della
  contestazione, mia e di altri colleghi, è l' uso improprio che si è fatto della toga, non consono alla sua
  funzione. Infatti, la toga «ornata» con la cordoniera dorata rappresenta la difesa innanzi alla
  giurisdizione superiore per eccellenza: la Cassazione.
  Tengo a precisare che la mia disapprovazione riguarda soltanto le modalità di rappresentazione di
  questa iniziativa. Innanzitutto, la toga, per il suo significato ben preciso, va indossata ed eventualmente
  immortalata solo in udienza, nella fase del giuramento, e in senso lato nel palazzo di Giustizia.
  Dovrebbe, infatti, essere ancora attuale l' insegnamento del Calamandrei, ad avviso del quale la toga
  non è fatta per essere portata all' aria, a contatto con i tram, e le automobili. È opportuno evidenziare
  che il promotore dell' iniziativa, seppur a scopo benefico, non ha preventivamente richiesto alcun
  parere, né al Consiglio Nazionale Forense, né al Consiglio dell' Ordine degli Avvocati di Napoli al quale
  appartiene. La nostra professione vive un momento storico rilevante; da un lato, per il rafforzamento del
  ruolo dell' avvocato in Costituzione e, dall' altro, per i quotidiani attacchi mediatici volti alla denigrazione

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