OLMO: VINO, TAPAS E STORIA. IL LOCALE CHE MANCAVA A TERAMO

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    OLMO: VINO, TAPAS E STORIA. IL LOCALE
          CHE MANCAVA A TERAMO

                                   di Veronica Marcattili

26 Novembre 2021
TERAMO – È un posto dove il passato e il futuro si incontrano, dove la tradizione e
l’innovazione dialogano, dove i grandi vini siedono accanto ai moderni cocktail, dove il

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vintage abbraccia la modernità e le tapas raccontano i sapori della teramanità. A Teramo
questo è l’Olmo. Il nuovo Olmo di via Delfico.

Ha aperto i battenti il 25 settembre scorso e con sé porta un’eredità importante: il nome e le
mura. In città per trent’anni, dal 1990 al 2020, in piazza Martiri della Libertà il bar Olmo è
stato un riferimento assoluto. Un locale nato all’ombra dell’omonimo albero che caratterizza
la piazza, era luogo di incontro e divertimento. Dal mattino con le colazioni a tarda notte con
cocktail e musica, è stato sempre molto più di un bar.

Lì Federico Falcone, oggi imprenditore 37enne, è letteralmente cresciuto lavorando
accanto al padre e coltivando una passione che l’ha spinto verso una nuova avventura
proprio quando col Covid è calato il buio sulla vita sociale di tutti. Nel febbraio 2020 il bar di
piazza Martiri ha chiuso e in quel momento Federico e sua moglie, Valeria Di Ciano, hanno
iniziato a scrivere il loro futuro.

“Da tempo immaginavamo un locale diverso, moderno, di tendenza. E ci siamo messi
all’opera, nonostante la pandemia che ha di fatto rallentato progetti e lavori. Ma oggi siamo
qui, contenti e soddisfatti”, raccontano a Virtù Quotidiane Federico e Valeria.

Il nome scelto per il nuovo locale è rimasto quello dello storico bar perché “porta con sé anni
di passione, fatiche, rapporti solidi coi clienti” spiegano i due giovani imprenditori che anche
per la location hanno scommesso su un luogo che è storia: l’ex pub White Wolf di via Delfico.

Un locale, a due passi da piazza Martiri, che ha segnato un’epoca in città. In quegli spazi,
completamente rinnovati e irriconoscibili, oggi c’è il nuovo Olmo che con gli hamburger
inseriti nel menù ha voluto mantenere un collegamento con un passato che ha lasciato il
segno nella ristorazione cittadina modificando anche il concetto di socialità.

Ma cos’è oggi l’Olmo? Di certo è qualcosa che in città mancava. Dall’aperitivo al dopo cena,
vuole porsi come spazio serale accogliente dove vivere in modo diverso la convivialità sette
giorni su sette. Ed è così che vini e birre possono essere degustati con formaggio fritto, o con
una polenta con guanciale croccante, cipolla e peperone crusco; o ancora con pallotte cacio e

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ove. Il vecchio “stuzzico” è stato ridisegnato e corretto per essere servito in chiave tapas. Ma
l’Olmo non è solo aperitivo. La cena significa hamburgher, con materie prime selezionate e
abbinamenti che strizzano l’occhio alla grande cucina teramana. Ed il dopo cena offre varietà
di cocktail e appuntamenti con musica dal vivo.

Entrando nel locale, fra colori vivi e avvolgenti, arredamenti retrò e luci calde, non si può non
notare una speciale teca con bottiglie di vino esposte: “Si tratta di un sistema molto diffuso
soprattutto in Toscana: consente di conservare al meglio le bottiglie una volta stappate,
mantenendo integre le caratteristiche del vino. Ciò permette ai clienti di poter degustare uno
o più calici di etichette importanti e a noi di offrire una scelta ampia e soprattutto sempre di
qualità”, spiegano Federico e Valeria che stanno raccogliendo forti consensi per la scelta
imprenditoriale fatta in una fase storica non semplice.

“In un momento molto difficile come quello che stiamo attraversando, abbiamo deciso di
credere in un progetto che avevamo nella testa da tempo. Di certo rischioso, faticoso, ma per
noi bellissimo perché volevamo un locale esattamente come questo. Mio fratello Luca,
architetto, è stato bravo nell’interpretare le nostre idee e a dargli vita. Abbiamo fiducia nel
futuro e in questa città. Teramo ha attraversato tante avversità: dal sisma al Covid alla
ricostruzione partita a rilento, ed abbiamo valutato la possibilità di investire altrove, magari
sulla costa. Però no. Amiamo la nostra città. Vogliamo restare qui”, conclude Federico.

LE FOTO

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