Olimpiadi moderne e antiche - messe a confronto Lavoro svolto da Chiara Zanovello
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Olimpiadi moderne e antiche messe a confronto Lavoro svolto da Chiara Zanovello Laboratorio WEB anno scolastico 2015-2016
Storicamente l'inizio delle Olimpiadi è datato 776 a.C., anno da cui furono annotati nome e città d'origine dei vincitori d'ogni gara. Le Olimpiadi Antiche erano essenzialmente delle feste religiose, derivanti da un culto commemorativo collettivo dei grandi antenati fondatori e monarchi di alcune città del Peloponneso.
Più tardi, dopo circa un secolo, furono capaci di attrarre tutti i greci. All'inizio le Olimpiadi presentavano solo la gara di corsa in uno stadio, circa 192 metri ad Olimpia, quanto il perimetro della pista. Poi furono aggiunte altre gare di corsa, e fu introdotta la prova del Pentathlon (corsa, salto in lungo, lancio del disco, lancio del giavellotto e lotta).
Con questa disciplina prendeva forma l'Ideale sportivo dei greci antichi che collegava, in grande armonia, la forza con l'abilità e la bravura. Poi fu introdotto il pugilato: sport estremo perché assolutamente non sicuro ma, forse per questo, molto popolare. Poi fu la volta del "pancrazio", una lotta senza esclusioni di colpi.
La gara più estrema, però, fu quella con i cavalli e i carri introdotta nella XXV Olimpiade (680 a.C.). Le gare con i cavalli erano molto popolari ed anche sensazionali. Gareggiavano re, tiranni, ricchi e l'aristocrazia militare: costoro spendevano interi patrimoni per mantenere le scuderie. Il carro era leggero ed trainato da quattro cavalli. Potevano iscriversi solo cittadini greci, mentre erano esclusi gli schiavi e le donne, ammesse come spettatrici, solo se non erano ancora sposate.
Per quattro settimane i concorrenti dovevano allenarsi sotto il controllo dei giudici, per dimostrare le proprie condizioni fisiche e la possibilità di ben figurare in gara. Terminati i preparativi, atleti, allenatori, giudici e accompagnatori vari si trasferivano a piedi ad Olimpia dove si svolgeva la cerimonia d'apertura, il giuramento olimpico e l’accensione del fuoco sacro.
Alle gare accedevano solo gli atleti migliori, selezionati nella fase preparatoria, che si affrontavano in eliminatorie, semifinali e finali; i confronti erano sempre ad eliminazione diretta. Contava solo la vittoria: arrivare secondi era una sconfitta.
Queste prove nei confronti del rituale rappresenterebbero più antiche forme di commemorazioni di grandi defunti, e chiaramente si trattava più che di un'involuzione; in realtà costituiva la premessa per introdurre lo spettacolo di massa nella religione. Le gare si svolgevano in estate.
Nel primo giorno delle Olimpiadi si svolgevano le cerimonie più propriamente religiose, fra cui un gran sacrificio a Zeus e agli altri dèi. Prima delle Olimpiadi, gli annunciatori, incoronati con rami d'olivo selvatico, visitavano tutte le città conosciute del mondo greco ed annunciavano la "sacra tregua".
Questa, fermava tutte le guerre, e aveva come scopo lo svolgimento regolare delle gare. Chi desiderava recarsi ad Olimpia, poteva attraversare con assoluta tranquillità anche città nemiche. Proprio per la sacra tregua, le gare Olimpiche hanno avuto un ruolo importante per l'unità nazionale e mentale dei Greci.
In fondo, quando tutti o quasi i Greci, si riunivano a distanza di tempi regolari alle feste ad Olimpia, in quell'occasione, dimenticavano le loro incomprensioni e i loro modi diversi di sentire la realtà e davano importanza alle cose che li univano, come la lingua, le radici e la religione.
I vincitori dell'Olimpiade erano premiati l'ultimo giorno, durante una solenne cerimonia con una corona di foglie tagliate dall'ulivo sacro. Banchetti e festeggiamenti concludevano la manifestazione.
Grandi onori e ricompense attendevano gli atleti vittoriosi, al ritorno in patria. La storia delle olimpiadi antiche termina nel 393 d.C., dopo oltre mille e cento anni, con la proibizione dei giochi, ritenuti pagani dall'imperatore romano Teodosio.
Le Olimpiadi come le conosciamo noi, sono state ideate dal barone francese Pierre De Coubertin come occasione d'incontro di tutti i popoli e di tutte le nazioni. Alla loro base c'è l'Olimpismo che è, principalmente, uno stato d'animo, fatto di valori internazionalisti e democratici..
Il barone indicava quindi nel rispetto delle differenze culturali, delle diverse identità, la base della reciproca comprensione tra popoli e nazioni. Occasione di quest‘incontro tra i popoli era la gara, lo sport. Il risultato tecnico delle gare era secondario per il barone, che proclamava: "Importante non è vincere, ma partecipare".
Al contrario delle prime Olimpiadi, nel XX secolo invece che sospendere la guerra per partecipare alle Olimpiadi, sono state sospese queste per andare a combattere in guerra. A differenza delle antiche Olimpiadi, che si svolgevano sempre ad Olimpia, nelle moderne cambiano la loro sede ogni quattro anni.
I1 programma delle gare, che comprendeva all'inizio dieci sport (atletica, ciclismo, ginnastica, lotta, nuoto, scherma, sollevamento pesi, tennis, tiro, canottaggio), fu in seguito modificato e ampliato con l'aggiunta di altre discipline sportive (calcio, judo, ecc.).
I premi consistono in medaglie d'oro, d'argento e bronzo e vengono rispettivamente assegnate al primo, al secondo e al terzo classificato. Ma nonostante gli ideali d'uguaglianza, fraternità e solidarietà promossi da De Coubertin, c'è un tarlo che minaccia le Olimpiadi odierne: il doping.
Un atleta delle antiche Olimpiadi di Grecia che assumeva qualche sostanza per migliorare le prestazioni, non dava alcuno scandalo, anche se risaputo. Ciò non era ritenuto sleale.
Oggi il doping fa scandalo perché la religione si è nettamente staccata dalla magia e perché la medicina è sorretta da scienze esatte, come la fisica e la chimica.
Le Olimpiadi moderne hanno solo il nome delle antiche Olimpiadi greche, ma in effetti sono altra cosa, anche se il doping, la ricerca della vittoria a tutti i costi, anche a spese della salute, tenta di renderle simili a quelle antiche nella loro fase decadente. coordinatore prof. Francesco Giacobbe
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