NUOVE SOLUZIONI TECNICHE PER LA MITIGAZIONE DEI RISCHI LEGATI ALLA DISTRIBUZIONE DI PRODOTTI FITOSANITARI - PROF. P. BALSARI DISAFA, UNIVERSITÀ DI ...

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NUOVE SOLUZIONI TECNICHE PER LA MITIGAZIONE DEI RISCHI LEGATI ALLA DISTRIBUZIONE DI PRODOTTI FITOSANITARI - PROF. P. BALSARI DISAFA, UNIVERSITÀ DI ...
NUOVE SOLUZIONI TECNICHE
 PER LA MITIGAZIONE DEI
 RISCHI LEGATI ALLA
DISTRIBUZIONE DI PRODOTTI
 FITOSANITARI

 Prof. P. Balsari
 DiSAFA, Università di Torino
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COSA FA IL GRUPPO DI RICERCA CROP PROTECTION TECHNOLOGY

 Dal 1996 all'interno del DISAFA – Università di Torino opera
 il Gruppo di ricerca Crop Protection Technology.

Il Gruppo, coordinato dal Prof. Paolo Balsari, dispone del Laboratorio
 Crop Protection Technology una struttura coperta di circa 600 m²
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COSA FA IL GRUPPO DI RICERCA CROP PROTECTION TECHNOLOGY

 - un tunnel esterno di 250 m²
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COSA FA IL GRUPPO DI RICERCA CROP PROTECTION TECHNOLOGY

 - un’area di prova all'aperto di circa 3500 m² per le prove
 sulla deriva
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COSA FA IL GRUPPO DI RICERCA CROP PROTECTION TECHNOLOGY

 PRINCIPALI ATTIVITA’ CONDOTTE:

1. Messa a punto di norme nazionali ed
internazionali che riguardano le prestazione e i
requisiti costruttivi delle macchine irroratrici e dei
loro componenti.

2. Progettazione, realizzazione e verifica
sperimentale di macchine irroratrici e sistemi di
distribuzione innovativi e di banchi prova per la
verifica funzionale delle irroratrici in uso.

3. Assistenza tecnica, formazione, didattica
universitaria.
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COSA FA IL GRUPPO DI RICERCA CROP PROTECTION TECHNOLOGY

 PRINCIPALI ATTIVITA’ CONDOTTE:

4. Ricerche di base e applicate finanziate dal
settore pubblico e privato nazionale e
internazionale.

5. Certificazione delle prestazioni delle macchine
irroratrici nuove di fabbrica e dei relativi
componenti.

6. Coordinamento del controllo funzionale
periodico delle macchine irroratrici in uso.

 Il Laboratorio Crop Protection Technology è inoltre in possesso dal
 dicembre 2010 dell’accreditamento ACCREDIA numero 1146 per i
 Laboratori di prova.
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I RISCHI LEGATI ALLA FASE DI DISTRIBUZIONEDEI PRODOTTI
 FITOIATRICI
 LE PERDITE DI PRODOTTO – COLTURE ARBOREE
perdite per deriva perdite per
e oltre il bersaglio evaporazione (4-6%)
 (10-15%)

 sul bersaglio
 (20-55%)

 perdite a terra (30-60%)
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IL PROBLEMA DELL’INQUINAMENTO DA
 FITOFARMACI
POSSIBILI FORME DI INQUINAMENTO DA FITOFARMACI

 PUNTIFORME

 DIFFUSO (trasporto, stoccaggio,
 preparazione, distribuzione,
 (Deriva, Run-off) lavaggio)
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Stima dell’incidenza delle diverse forme di inquinamento delle acque
 superficiali da prodotti fitosanitari

 5%
 Deriva Sorgenti di
 30 % inquinamento
 Run-off diffuso
 Inquinamento puntiforme

 Run-off
 > 50 %
 Deriva Riempimento Sorgenti di
 e lavaggio inquinamento
 irroratrici, puntiforme
 Drenaggio smaltimento
 reflui

 (da Roettele, 2012)
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ESEMPIO DI INQUINAMENTO PUNTIFORME
ESEMPIO DI INQUINAMENTO DIFFUSO (DERIVA)

 DOVUTO AD UNA INADEGUATA
 REGOLAZIONE DELLA MACCHINA
Alcune recenti soluzioni tecniche sviluppate dal DiSAFA
 ‘’Crop Protection Technology’’ – Università di Torino

 1) UGELLO PNUEMATICO ANTIDERIVA
 (Prima realizzazione mondiale in
 collaborazione con la Ditta CIMA)

 2) Banchi e metodologia di prova per la
 classificazione delle macchine irroratrici
 in funzione della deriva da loro prodotta

 3) Sviluppo di un software per la valutazione
 del rischio deriva
1. UGELLO PNEUMATICO ANTIDERIVA
 Principali tipologie di ugelli
 Per pressione Pneumatici Centrifughi

 Dimensione gocce Dimensione gocce
 Dimensione gocce
Da 80 a oltre 1000 µm Da 40 a 100 µm Da 40 a 150 µm

 RISCHIO DERIVA RISCHIO DERIVA RISCHIO DERIVA

 MEDIO
RIDOTTO (grazie
 a impiego di Ma possibilità di ridurre
ugelli antideriva) ELEVATO velocità di rotazione
DOSA – PRIMO UGELLO PNEUMATICO ANTIDERIVA

Realizzato in collaborazione con DiSAFA –
Crop Protection Technology – Università di
Torino
DOSA – PRIMO UGELLO PNEUMATICO ANTIDERIVA
 Principio di funzionamento
 Aria
 Uscita liquido

 Posizione 1 → gocce piccole (60 ─ 70 µm)

 Posizione 2 → gocce medie (150 µm)
 1
 2 Posizione 3 → gocce grandi (250 µm)

 3

 Spostando la posizione di uscita del liquido si raggiungono minori

 velocità dell’aria che portano a produrre gocce più grandi
DOSA – PRIMO UGELLO PNEUMATICO ANTIDERIVA
Metodologia di prova
• Misura della velocità dell’aria lungo l’asse
 longitudinale dei ugelli

 Testo 400 Anemometer
Misura della velocità dell’aria lungo l’asse longitudinale dei ugelli
 (RISULTATI OTTENUTI)
 Regime Regime
 RPM REVS
 RPM
 Banco CIMA Banco CIMA
 350 400
 400 450
 450 500
 500 550
Dimensione delle gocce ottenute con diverse posizioni del
 punto di erogazione del liquido e confronto con quelle generate
 da ugelli a polverizzazione per pressione

 V100
 50 µm 100 %

 100 µm
 ATR lilac (Albuz)

 DG 80015 (Teejet)
 200 µm

 AVI 80015 (Albuz)
300 µm ATR lilac (Albuz)
 DG 80015 (Teejet)
 AVI 80015 (Albuz)
 AI 6503 (Teejet) 0%
400 µm AI 6503 (Teejet)
2. SVILUPPO DI BANCHI E DI METODOLOGIA DI PROVAPER LA
 CLASSIFICAZIONE DELLE MACCHINE IRRORATRICI IN FUNZIONE
 DELLA DERIVA

 CHE COSA SI INTENDE PER DERIVA?
 DERIVA :“Il movimento del fitofarmaco
 nell’atmosfera dall’area trattata verso qualsivoglia
sito non bersaglio, nel momento in cui viene operata
 la distribuzione” (ISO 22866)
2. SVILUPPO DI BANCHI E DI METODOLOGIA DI PROVAPER LA
CLASSIFICAZIONE DELLE MACCHINE IRRORATRICI IN FUNZIONE
 DELLA DERIVA
 Rischi legati alla deriva del prodotto
 fitoiatrico
 CONTAMINAZIONE AL DI FUORI DELL’AREA
 TRATTATA

 COLTURE TRATTATE
 Corso d’acqua,
riserva naturale,
 etc.
2. SVILUPPO DI BANCHI E DI METODOLOGIA DI PROVAPER LA
CLASSIFICAZIONE DELLE MACCHINE IRRORATRICI IN FUNZIONE
 DELLA DERIVA
Rischi legati alla deriva del prodotto fitoiatrico
 Contaminazione degli astanti
 Coltura
 trattata

 Aree abitate,
 scuole, parchi
 giochi, etc.
2. SVILUPPO DI BANCHI E DI METODOLOGIA DI PROVAPER LA
CLASSIFICAZIONE DELLE MACCHINE IRRORATRICI IN FUNZIONE
 DELLA DERIVA

 DIVERSE NAZIONI HANNO GIA’ DA ANNI
 INIZIATO A ‘’CLASSIFICARE ‘’ LE
 MACCHINE IRRORATRICI IN FUNZIONE
 DELLA LORO CAPACITA’ DI RIDURRE LA
 DERIVA ‘’SDRT’’
CHE COSA PREVEDE L’ATTUALE NORMATIVA
 INTERNAZIONALE SULLA DERIVA

 DUE NORME ISO

 ISO DIS 22369
 MODALITÀ DI
 CLASSIFICAZIONE DELLE
 ISO 22866 MACCHINE IRRORATRICI IN
 MODALITÀ DI FUNZIONE DELLA DELLA
 MISURA DELLA DERIVA MISURATA SECONDO
 DERIVA IN CAMPO LA ISO 22866 O ALTRE NORME
 EQUIPARABILI
LIMITI DELLA METODOLOGIA ISO 22866

 • Complessità delle condizioni di prova

 • Tempi lunghi (>1 giorno per prova) e
 costi elevati per l’esecuzione delle prove

 • Scarsa oggettività dei risultati
 fortemente condizionati dalle condizioni
 ambientali (in particolare dalla velocità
 e direzione del vento) al momento di
 ciascuna prova
LA CLASSIFICAZIONE DELLE
 MACCHINE IRRORATRICI IN
 FUNZIONE DELLA DERIVA DEVE
 ESSERE EFFETTUATA SECONDO
 CRITERI DI:

- OGGETTIVITÀ DEI RISULTATI

- RIPETIBILITÀ DELLE PROVE

- SOSTENIBILITÀ DEI COSTI
LIMITI DELLA METODOLOGIA ISO 22866 AI
 FINI DELLA CLASSIFICAZIONE DELLE
IRRORATRICI IN FUNZIONE DELLA DERIVA
 GENERATA
 OLTRE 1000 MODELLI DI
 IRRORATRICI PRODOTTI IN ITALIA

 ESIGENZA DI SVILUPPARE UNA
 METODOLOGIA DI PROVA PIÙ
 SEMPLICE ED OGGETTIVA
LA PROPOSTA DiSAFA – UNIVERSITÀ DI TORINO

 METODOLOGIA PER CLASSIFICARE LE BARRE IN
 FUNZIONE DELLA DERIVA

 ISO 22866
 Valore assoluto – determinato in campo in condizioni di vento
 definite
 (necessario per certificazione agrofarmaci)

 Proposta Disafa
 Valore relativo in funzione della quantità di miscela erogata
 recuperata, in assenza di vento, su un apposito banco prova
IL BANCO PROVA SVILUPPATO DAL DiSAFA PER LA MISURA
 DELLA DERIVA POTENZIALE GENERATA DALLE BARRE
 IRRORATRICI
 3 ripetizioni per prova
 Palo Scia di gocce
 verticale (deriva potenziale)

 Banco prova con captatori artificiali
Max velocità del vento: < 0.5 m/s
Velocità media del vento: < 0.3 m/s
31 –4 2– Raccolta
 – Posizionamento
 – Irrorazione
 Banco prova
 captatori captatori
 e scopertura
 in posizione e
 per analisi
 captatori
 di lavoro
 copertura banco prova
IL BANCO PROVA SVILUPPATO DAL DiSAFA PER LA MISURA
 DELLA DERIVA POTENZIALE GENERATA DALLE BARRE
 IRRORATRICI

 La proposta da parte del Disafa Unito di impiegare il
 banco prova per misurare la deriva potenziale si è
 già tradotta nella realizzazione di una norma ISO
 ( ISO 22401 del 2015)

 Necessità di sviluppare una metodologia simile per
 la valutazione della deriva potenziale generata
 anche dagli atomizzatori
MISURA DELLA DERIVA POTENZIALE GENERATA DALLE BARRE
 IRRORATRICI
 La metodologia di prova è già norma ISO
Proposta di metodologia per la misura della deriva
 potenziale generata dagli atomizzatori
 O Stazione meteo
 S N = 0°azimuth
 Sistema E
 automatico di
 Velocità massima del vento
 scopertura
 delle capsule 1m s-1
 dopo 4 s - Solamente un lato
 Banco prova dell’irroratrice attivato
 - Soluzione di tracciante
 giallo–Tartrazine E102-
 - Distanza tra il foro di uscita
 degli ugelli ed il banco prova:
 1.5 m
 - Inizio della distribuzione con
 la macchina 20 m prima del
 banco e interruzione 20 m
 5 ripetizioni dopo il banco
 - 40 capsule Petri utilizzate in
 ogni ripetizione
 -ALLA FINE DELLE PROVE- Analisi di laboratorio per determinare la quantità
 di tracciante recuperata
Misura della deriva potenziale generata dagli
 atomizzatori
Prove per la misura della deriva potenziale
 generata dagli atomizzatori

Analisi di laboratorio per determinare la quantità di tracciante raccolta dai
 captatori (le stesse procedure per entrambe le metodologie impiegate
 nelle prove -diretta & indiretta-) e costruire le curve di deposizione.

 Calcolo dei valori di deriva potenziale
 (DPV)

 = ∗ 
 =1
Misura della deriva potenziale generata dagli
 atomizzatori

 CALCOLO DELLA DERIVA POTENZIALE
 (DPV)
 
 = ∗ 
 =1

 • DPV è il valore di deriva potenziale utilizzato
 come numero adimensionale
 • Di è il deposito presente sul singolo captatore,
 espresso in µL cm-2
 • n è il numero di captatori (40)
 • Coeff è il coefficiente basato sulla curva di
 deposizione cumulativa ottenuta dal deposito
 misurato in ogni singolo captatore.
Misura della deriva potenziale generata dagli
 atomizzatori
 CALCOLO DELLA DERIVA POTENZIALE:
 (Coefficiente di calcolo)
 A B

 Configurazione A: Configurazione B:
3.5+4.5+5.5+6+6.5+7.5+8.5+10+12.5+16 1.5+2+2+2.5+3+3.5+4+4.5+6+15
 Coeff = 80.5 Coeff = 44.0

 Più elevato è il deposito in corrispondenza della sorgente di
 erogazione , minore è il coefficiente applicato nel calcolo della
 deriva potenziale (DPV).
Misura della deriva potenziale generata dagli
 atomizzatori
 CALCOLO DELLA DERIVA POTENZIALE:

 Percentuale di
 riduzione della
deriva rispetto ad
 un valore di
 riferimento
 ottenuto con
 l’ugello ATR e
 impiegando aria
 alta

 Ugello AI +
 aria bassa (L)
 Ugello
 convenzionale Ugello AI +
 aria alta (H)
 Confronto tra riduzione della deriva determinata utilizzando la
 metodologia ISO 22866 e applicando la nuova metodologia che
 prevede l’impiego di un apposito banco prova
3. IL SOFTWARE SPRAY DRIFT MANAGER
(Software per la valutazione del rischio deriva)

 REALIZZATO NELL’AMBITO DEL PROGETTO
 TOPPS

 Sarà disponibile anche in versione
 smartphone
SPRAY DRIFT MANAGER
(Software per la valutazione del rischio deriva)
 Tre versioni

barre irroratrici atomizzatori atomizzatori da
 da frutteto vigneto

 OBIETTIVI
 ✓Definizione in tempo reale dell’entità del rischio di
 deriva in specifiche condizioni operative (climatiche e
 agroambientali)
 ✓Guida alla scelta dei parametri operativi
 dell’irroratrice per limitare il rischio di deriva
SPRAY DRIFT MANAGER

 www.topps-drift.org
SPRAY DRIFT MANAGER

 www.topps-drift.org
SPRAY DRIFT MANAGER
SPRAY DRIFT MANAGER
SPRAY DRIFT MANAGER
SPRAY DRIFT
 MANAGER

 Stampa della
 scheda riassuntiva
 finale
Per ulteriori informazioni:

 - http://www.topps.unito.it

- http://www.laboratorio-cpt.to.it/
Nuovi progetti Europei sul tema della
distribuzione dei fitofarmaci a cui partecipa il
 Crop Protection Technology del DiSAFA –
 Università di Torino

 - 1) Progetto OPTIMA

 - 2) Progetto INNOSETA

 - 3) Progetto LIFE PERFECT
1) PROGETTO OPTIMA
 Cosa è OPTIMA?
 - Progetto finanziato dal programma dell’Unione Europea di
 ricerca e innovazione Horizon 2020

 - OPTIMA è l’acronimo di ‘’OPTimised Integrated Pest
 Management’’

 Obiettivo del progetto
- Ha lo scopo di sviluppare un sistema di gestione integrata delle
malattie (IPM) rispettoso dell'ambiente per rilevare e controllare
con precisione le patologie delle piante riferito nello specifico a
frutteti, vigneti ed alle coltivazioni di ortaggi in pieno campo.

- L’avanzato sistema IPM di OPTIMA sarà
costituito da 4 punti fondamentali
(Previsione, Individuazione,
Selezione e Applicazione)
1) PROGETTO OPTIMA
 Obiettivo del progetto

 Obiettivi specifici:

• Ottimizzare i modelli di previsione delle patologie delle
 piante e sviluppare dei metodi avanzati per
 l’individuazione precoce della malattia.
• Valutare e analizzare i prodotti fitosanitari biologici e
 sintetici e esaminare i meccanismi di resistenza di piante
 e agenti patogeni per un controllo efficace della malattia
• Migliorare e sviluppare tecniche innovative di distribuzione
 di precisione
• Testare e validare i nuovi elementi IPM proposti in
 condizioni di pieno campo
• Valutare gli impatti e i rischi sanitari, ambientali e socio-
 economici del sistema IPM proposto
1) PROGETTO OPTIMA
Il consorzio OPTIMA combina competenze multidisciplinari e risorse
provenienti dall'industria, dal mondo accademico e dalla ricerca. È
costituito da sedici (16) partner che rappresentano università,
istituti di ricerca, PMI industriali e ICT, un'importante
associazione industriale e organizzazioni di consumatori
provenienti da sette (7) paesi dell'UE.
 Chi partecipa ad OPTIMA:

ITALIA:
- DiSAFA – Università di Torino
- Terre da vino

FRANCIA:
- IRSTEA
- INVENIO
- AGROCAMPUS

SPAGNA:
- UPC (Università della Catalogna – Barcellona)

GRECIA:
- CERTH IBO
2) PROGETTO INNOSETA
 Cosa è INNOSETA?
 - Progetto finanziato dal programma dell’Unione Europea di ricerca e
 innovazione Horizon 2020
 -SETA = acronimo di “Spraying Equipment, Training and Advising” e
 fa riferimento all’innovazione delle attrezzature, della formazione e
 della consulenza nel campo della protezione delle colture.
 Obiettivo del progetto
 - INNOSETA, attraverso una specifica piattaforma online
 (SETA), vuole promuovere un approccio interattivo alla
 comunicazione, all'interazione, alla condivisione delle conoscenze
 e allo stimolo dell'innovazione a livello europeo.

Scambio efficace di idee ed informazioni fra
l’industria, la ricerca e il mondo agricolo
grazie ad un network tematico, innovativo
ed autosufficiente, in grado di colmare il
divario esistente tra la disponibilità di nuove
tecnologie per la protezione delle colture e le
pratiche agricole adottate a livello europeo
2) PROGETTO INNOSETA

 Chi partecipa ad INNOSETA (14 Partners):

Università di Barcellona (Coordinatore del Progetto)

Università di Atene

CERTH IBO (Grecia)

DiSAFA – Università di Torino

AGENSO
CEMA
Confagricoltura
COPA COGECA
European Crop Protection
IFV (Francia)
ILVO
UPA
ZLTO
Visavi
2) PROGETTO INNOSETA
INNOSETA si basa su un “approccio multilaterale” basato su
sette “hub” di innovazione nazionali che comprendono
organizzazioni di produttori, cooperative, associazioni di
agricoltori e l’agroindustria. I sistemi colturali considerati da
INNOSETA si differenziano in funzione delle specificità agro-
climatiche di ciascuno dei sette hub nazionali.

 Hub nazionali Colture
 1. Spagna Frutteti, vigneti, colture in serra
 2. Italia Frutteti, vigneti, cereali
 3. Francia Frutteti, vigneti, cereali
 4. Grecia Frutteti, vigneti, colture in serra
 5. Olanda, Belgio Cereali, ortaggi, colture in serra
 6. Svezia Cereali, ortaggi, frutteti
 7. Polonia Cereali, ortaggi, frutteti
2) PROGETTO INNOSETA
 INNOSETA si interfaccia con gli operatori attraverso:

• workshop interattivi e multi attore organizzati in ciascun
“hub” nazionale per la divulgazione delle soluzioni SETA
individuate dal progetto e la raccolta delle idee e delle necessità
di base;

• incontri internazionali (per lo scambio di informazioni, la
raccolta di idee e la promozione di collaborazioni internazionali
nell’ambito delle innovazioni sul tema dei SETA)

• eventi di intermediazione a Bruxelles per promuovere
eventuali nuovi progetti di ricerca ed attività di disseminazione

• Una piattaforma online
3) PROGETTO LIFE PERFECT
 Cosa è LIFE PERFECT?
- Progetto LIFE 17 finanziato dall’Unione Europea

 PERFECT:
E’ l’acronimo di “PEsticide Reduction using Friendly and
Environmentally Controlled Technologies”

 Obiettivo del progetto

- L'obiettivo generale è dimostrare la riduzione della
 contaminazione dell’ambiente ad opera dei fitofarmaci e dei
 loro metaboliti nell'aria usando strumenti per la Regolazione
 ottimale del volume distribuito (OVRA) e strumenti per la riduzione
 della deriva (SDRT)

- Inoltre verrà sviluppata una nuova tecnologia ultra-rapida e
 sensibile per l'analisi delle conseguenze dell’applicazione
 fitofarmaci dal punto di vista sanitario.
3) PROGETTO LIFE PERFECT
 Obiettivi specifici:
• Dimostrare la possibilità di riduzione della quantità di prodotti
 fitosanitari distribuiti utilizzando i più recenti strumenti OVRA sia in
 vigneto (con lo strumento ‘Dosavina’) sia negli agrumeti (con lo
 strumento ‘CytrusVol’)
• Dimostrare la riduzione di prodotti fitosanitari in atmosfera
 utilizzando gli strumenti per la riduzione della deriva quali lo
 strumento di valutazione della deriva ‘TOPPS- PROWADIS’, il banco
 prova per la verifica del profilo di distribuzione verticale e le tecniche
 di riduzione della deriva (deflettori dell’aria, ugelli AI ecc..)
• Implementare la conoscenza degli agricoltori, dei tecnici, dei
 responsabili governativi sugli strumenti OVRA e SDRT e sulle tecniche
 per sviluppare una produzione sostenibile dal punto di vista
 ambientale
• Ottenere delle tecniche di distribuzione con emissioni ridotte in
 atmosfera e con un ridotto impatto ambientale basate sull’impiego
 degli strumenti OVRA e SDRT.
• Modificare, dimostrare e verificare che uno strumento sviluppato
 attraverso il progetto LIFE 12 possa essere modificato ed utilizzato
 per misurare direttamente la deriva
3) PROGETTO LIFE PERFECT
 Obiettivi specifici (continua):

• Identificare i prodotti chimici o i contaminanti secondari
 derivanti dalla degradazione atmosferica dei fitofarmaci ed i composti
 utilizzati nella loro formulazione che mettono a rischio la salute
 umana e l’ambiente a causa della loro elevata tossicità
• Identificare i prodotti chimici o i biomarcatori dei campioni
 biologici per ottenere una migliore conoscenza della loro
 concentrazione
• Promuovere l’implementazione della Direttiva 128/2009 nei
 Paesi del Mediterraneo per realizzare un uso sostenibile dei
 fitofarmaci e assicurare un elevato livello di protezione della salute
 umana e dell’ambiente secondo il REACH
3) PROGETTO LIFE PERFECT

 Chi partecipa a PERFECT:

ITALIA:
- DiSAFA – Università di Torino

SPAGNA:
- UPC (Università della Catalogna – Barcellona)

-CEAM ( Coordinatore)
-CACV
-FISABIO.
-IVIA.
-SEADM.
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