Note a margine di Mostrami il cuore. Concezione poetica e sentimento dell'arte di Ave Appiano** - Cartman Edizioni

Pagina creata da Erika Pisani
 
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ROCCO PITITTO*
                             La bellezza del mondo come via alla verità
                             Note a margine di Mostrami il cuore. Concezione poetica
                             e sentimento dell’arte di Ave Appiano**

                             Riscoprire la verità nella bellezza del mondo e delle opere degli uomini è
                             il senso e il fine del viaggio interiore descritto da Ave Appiano in Mostra-
                             mi il cuore. Motivo unificante delle rappresentazioni riportate è la lettura
                             del dipinto caravaggesco del Martirio di sant’Orsola. Di questa lettura il
                             riconoscimento dell’altro diventa l’aspetto decisivo e si trasforma in un
                             impegno etico per l’uomo.
                             Rediscovering the truth in the beauty of the world and in the works of mankind
                             is the meaning and the ultimate goal of the inner journey told by Ave Appiano in
                             Mostrami il cuore. The common thread between the works reported in the book
                             is the description of Caravaggio’s painting the Martyrdom of Saint Ursula. In this
                             description, the acknowledgment of the other becomes the central element, as
                             well as an ethical commitment for mankind.
Presentiamo un libro

                             M      ostrami il cuore è il resoconto del
                                    viaggio interiore di Ave Appia-
                             no nel mondo della bellezza passando
                                                                                            condizione umana, o, infine, una sfida
                                                                                            etica dell’uomo alla ricerca di un punto
                                                                                            fermo nel caos dell’esistenza? Di tutto
                             attraverso i luoghi della letteratura,                         questo non c’è nulla in particolare o,
                             dell’arte, delle antichità cristiane, del-                     almeno, non si evidenzia con chiarez-
                             le tradizioni culturali e della pietà po-                      za. C’è solo sullo sfondo la richiesta
                             polare. Il titolo scelto è enigmatico e                        dello svelamento di una realtà, che si
                             rimanda a interpretazioni, che trovano                         nasconde agli sguardi e che solo nel suo
                             risonanze nelle narrazioni del volume.                         “mostrarsi” può condurre, infine, l’os-
                             Resta difficile comprendere un’espres-                         servatore alla sua comprensione e al suo
                             sione coniugata all’imperativo, posta                          possesso. Ritrovare la verità è la speran-
                             già nel titolo come sigillo di un patto                        za sottesa. L’imperativo a “mostrare il
                             che si crea tra l’autore e il suo lettore.                     cuore” si realizza nella visione di una
                             C’è, forse, nelle pieghe del discorso un                       verità che si “mostra” solo a chi si apre
                             messaggio segreto da cogliere. Sarà un                         al mondo dell’altro nella riscoperta e
                             pegno d’amore, o una segreta compli-                           nella condivisione di un destino co-
                             cità, o una chiave interpretativa della                        mune. La ricerca della verità s’incontra
                             *
                                Rocco Pititto, già docente di Filosofia del Linguaggio e di Filosofia della Mente nell’Università degli Studi di Napoli
                             “Federico II”. Dipartimento di Studi Umanistici, pititto@unina.it
                             **
                                A. Appiano, Mostrami il cuore. Concezione poetica e sentimento dell’arte, Cartman, Torino 2019.

                       152                                                                         Rassegna di Teologia 62 (2021) 152-157
con il bisogno di bellezza che l’uomo        fulge nell’opera d’arte è già una forma
ritrova nella sua massima espressione        di anticipazione della verità.
nella contemplazione dell’essere. Non            Notazioni autobiografiche e ap-
a caso l’Appiano osserva come già nel-       punti di ricordi, riflessioni persona-
la Calunnia di Sandro Botticelli, lo         li e pensieri sparsi, componimenti
sguardo della Nuda Veritas sia rivolto       poetici costituiscono il palinsesto di
in alto, quasi a indicare nel cielo – nel-   Mostrami il cuore e convergono verso
la bellezza di un ordine sovrumano –         un “altrove” che riflette e illumina l’e-
la sede ultima della verità (53).            sistenza e la aprono all’incontro con
                                             la verità. Sono materiali che costitu-
1. La verità è dentro di noi                 iscono un repertorio di significati, di
    L’uomo non può affannarsi per le         cui sono parti rilevanti del discorso
cose mondane senza impegnarsi per la         le narrazioni interiori e, soprattutto,
verità – è questa la lezione dell’autrice    i paesaggi dell’anima. Narrazioni e
– rischiando di rimanere impigliato          paesaggi rivivono nelle Madonne col
nelle trappole della menzogna o an-          Bambino dipinte dal Bellini (38-40),
dando per sentieri che non portano da        o nel dipinto di anonimo di scuola
nessuna parte. La verità non sta così        umbro-toscana del XVI secolo raffi-
lontano, essa sta già «dietro le cose,       gurante Il pranzo mistico di san Fran-
dietro l’apparenza, perché in fondo          cesco e di santa Chiara (162-168),
alla ricerca […] si schiude la porta         o, anche, nelle vicende della Virgen
della luce e della saggezza, e ci inon-      Mornita di Guadalupe in Messico e in
da l’anima di gioia» (49). Nel cuore         Spagna (210-215) o, infine, nel Mar-
di ognuno è racchiusa la verità cerca-       tirio di Sant’Orsola del Caravaggio. In

                                                                                         Presentiamo un libro
ta, basta aprirsi ad essa mostrandola        Mostrami il cuore l’Appiano dà al suo
a se stessi e disponendosi a riceverla.      volume un orizzonte di senso in una
Mettersi alla sua ricerca non è facile,      pluralità di forme legate a un quadro
perché «impone di entrare dentro se          valoriale di forte impatto narrativo. Il
stessi e di fare un lavoro di autoanalisi    taglio etico è troppo evidente per es-
anche doloroso, complesso, intrica-          sere ignorato o sottovalutato. Posta in
to, esponenzialmente difficoltoso che        questi termini, pur nella sua brevità,
talvolta ci fa toccare il fondo» (47).       l’espressione diventa come un segno
È merito di Ave Appiano aver dato il         che “dà a pensare”. Un’ espressione
suo contributo con un lavoro di scavo        così evocativa rappresenta il tentativo
attingendo dalla sua sensibilità artisti-    di voler ricreare una relazione tra due
ca e riportando nella scrittura la sua       soggetti là dove prevale la post-verità
interiorità. Il suo sguardo scorre sulla     e il tempo del disincanto copre una
trama di un mondo – il luogo dove            esistenza umana spesso tradita da mai
la bellezza si coniuga con la verità –,      realizzate false promesse.
nella consapevolezza che non si dà, né
si può dare, una soluzione immediata         2. Un impegno etico
alla ricerca della verità. Si danno solo        Mostrami il cuore non è, allora,
delle anticipazioni. La bellezza che ri-     un semplice invito a guardare le cose

Rocco Pititto                                                                     153
e il cuore stesso così come si danno         to? Rivendicare questa eredità, farla
nella loro materialità. La richiesta as-     propria, ricostruirne la trama e ripro-
sume il carattere di un impegno eti-         porla ancora è il compito che si è as-
co, che significa speranza e attesa di       sunto Ave Appiano in una narrazione
cambiamento. L’espressione contiene          dove interiorità ed esteriorità s’incon-
un’invocazione – quasi un grido sfug-        trano nella riscoperta delle vestigia di
gito all’improvviso dalle labbra – a         Dio nel mondo. Il racconto non ha
ritrovare la verità attraverso la risco-     qui un approccio lineare e sistema-
perta della bellezza, disseminata nel        tico, ma solo un procedere disconti-
mondo. Posare lo sguardo sul mon-            nuo in una specie di andirivieni, che
do degli oggetti del mondo, vederli          è il risultato di un lasciarsi guidare da
con occhi spalancati e riconoscerne la       ricordi del passato e da suggestioni
bellezza è all’inizio di un processo di      occasionali verso una meta che è al
riappropriazione del sé, degli altri e       di là di noi. Una logica del cuore de-
del mondo che determina negli indi-          termina passaggi e percorsi che dalla
vidui una nuova identità, più matura         riscoperta della bellezza del mondo
e più consapevole. Contro la tenta-          conducono alla verità o, almeno, a
zione ricorrente degli individui di          coglierne dei tratti.
chiudersi in se stessi, certi di aver rag-        La ricerca di Ave Appiano non è
giunto un pieno dominio sul mondo,           stata comunque facile. Le tracce di
l’apertura ad esso è il riconoscimento       bellezza da riscoprire nel mondo sono
della propria limitatezza e vuol esse-       tante e così multiformi. Era ugual-
re l’inizio di un guardarsi dentro per       mente necessario seguire una linea
ricomporre e ridisegnare i tratti della      interpretativa per ritrovarle, facendo
propria immagine, sfiorita nel tempo,        una scelta, e rimettendole insieme per
se non smarrita, sulla misura dell’al-       costruire un discorso unitario sull’uo-
tro. La bellezza cercata dappertutto         mo e sul suo destino. Mediante la co-
è la verità, è Dio stesso – parola di        struzione di cinque scenari – chiamati
verità – che vive negli oggetti del suo      dalla sua autrice la foresta creativa –
mondo e si rende manifesto attraver-         l’Appiano ci fa entrare nel suo mon-
so e in loro alle sue creature. Resta un     do interiore, rendendoci partecipi dei
lungo viaggio da compiere tra atte-          suoi pensieri e delle sue visioni. È at-
se e speranze, che sollecita l’uomo a        traverso questi scenari – detti paesaggi
diventare protagonista nel cogliere i        interiori, il tempo, mostrami il cuore,
tanti segni dove la bellezza rifulge nel     pane e Dio, camminare per credere –,
suo splendore e richiama la presenza         che l’Autrice delimita il suo mondo,
stessa di Dio. Da dove iniziare questa       riempiendolo dei suoi viaggi, degli
ricerca, se non dalla riscoperta di “og-     sguardi rapiti, delle emozioni dell’a-
getti”, segni, tracce, storie, memorie,      nima, dei pensieri, dei desideri, dei
testimonianze, che attestano la bel-         sogni della sua esistenza. Il suo mon-
lezza e che fanno parte dell’esperienza      do interiore si riflette negli oggetti che
di ognuno e rimandano alla smateria-         incontra, trasformandoli sotto forma
lizzazione della materia e all’Assolu-       di doni offerti a chi voglia intrapren-

154                                             La bellezza del mondo come via alla verità
dere lo stesso cammino alla ricerca di          del XIII secolo, la Vita Sancti Macarii
se stesso e degli altri.                        Romani, riproposto dall’Appiano. La
    Gli scenari proposti riflettono un          meta del loro viaggio tra cielo e terra
ordine del mondo ricostruito attorno            era il Paradiso terrestre, un percorso se-
a dei valori che lasciano intravedere           gnato nelle mappe medievali. Al Para-
le certezze di Ave Appiano. Ora è il            diso i tre monaci furono quasi vicini,
Cristo velato del Sammartino ad atti-           ma non arrivarono. Del loro viaggio
rare l’attenzione, dove «può sembrare           rimane un diario «in cui è registrato il
impossibile che possa accadere che la           loro pellegrinaggio spirituale fatto di
materia si smaterializzi, che la sostanza       preghiera e di conquista di uno spazio
materiale si trasformi in sostanza spi-         ai confini del mondo» (200). Altro
rituale» (42) in una “misteriosità” che         destino ebbe il viaggio del leggendario
«provoca stupore, sorpresa, poi emo-            re Olaf II, di origine vichinga, con-
zione fino a stordire la percezione e           vertito al cristianesimo in Inghilterra
provocare un tal straniamento da far            e battezzato a Rouen, martirizzato
trasalire, allora sembra di trovarsi di         a Stiklestad nel 1030, un guerriero
fronte non a una rappresentazione ma            evangelizzatore «che dedicò la sua vita
al soggetto stesso» (ib.). Ora, invece,         a unire le terre di Norvegia in un uni-
ad essere riproposto nel suo significa-         co grande regno cristiano» (206).
to più originario è il tema del viaggio,
un archetipo della cultura occidentale,         3. Il martirio di sant’Orsola di
che dalle antiche saghe babilonesi tra-         Caravaggio come paradigma
passa nei miti omerici, nei pellegrinag-            Nell’invocazione Mostrami il cuore

                                                                                             Presentiamo un libro
gi medievali e nel vagare di Joyce per          Ave Appiano riassume i diversi moti-
le strade di Dublino senza una meta.            vi della sua ricerca ponendola come
    Il viaggio – afferma Ave Appiano – è        il punto di convergenza di tutta la
    fatto di desiderio, di sacrifici, spesso    sua narrazione. C’è qui l’indicazione
    di ansie e di paure, di vittorie e di       di un percorso di vita, come il dise-
    sconfitte, di sorprese, di illusioni e di   gno di un programma, che parte dal
    delusioni, e prevede un cambiamen-          cuore dell’altro e raggiunge il cuore di
    to, un rinnovamento, un arricchi-           ciascuno dei partecipanti all’atto del
    mento di esperienze, di emozioni,           “mostrare”. L’Autrice non esita ad as-
    di scoperte di ricordi e soprattutto,       sumere il “cuore” come l’organo che
    cercando più in profondità, uno sve-        nell’immaginario collettivo rappre-
    lamento, poiché il viaggio modifica         senta il centro dell’uomo. Nella sua
    le molecole dell’essere, sconfina nei       comprensione la stessa bellezza na-
    paesaggi interiori, nell’immaginario,       sce dal cuore che si costituisce come
    nel sogno (193-194).                        la sede degli affetti e delle emozioni
                                                dell’uomo, dove hanno origine e si
   Di un processo di cambiamento                sviluppano le relazioni umane.
determinato dal viaggio, n’è una con-
ferma il mitico viaggio di tre monaci,             Il cuore – come riconosce Ave Ap-
narrato in un manoscritto della fine               piano, – è diventato nel corso dei
                                                   tempi e attraversando culture diver-

Rocco Pititto                                                                         155
se, il centro materiale, energetico,      di Palazzo Zevallos. Ave Appiano de-
      sentimentale e spirituale dell’uomo,      dica al dipinto delle pagine nelle quali
      nucleo simbolico del suo amore e          sono narrate le vicende della martire
      della sua sensibilità emotiva, per        cristiana della Bretagna vissuta tra il
      quanto oggi le neuroscienze ricono-       IV e il V secolo, il cui martirio avven-
      scano nel cervello la sede dell’elabo-    ne per trafittura del cuore. Nei testi
      razione di emozioni, idee, desideri,      rinvenuti non sono ignorate le molte
      e tanti altri aspetti della nostra vita   leggende fiorite attorno alla figura di
      (143).                                    Orsola, riprese dalla Passio del X se-
    Non desti meraviglia se il cuore            colo e dalla Legenda Aurea di Jacopo
così inteso acquista un soprappiù di            da Varazze. L’attenzione dell’Appiano
significazione fino a comprendere la            si concentra sull’interpretazione del
vita stessa dell’uomo.                          dipinto caravaggesco che nel Marti-
                                                rio di sant’Orsola, datato 1610, ritrae
      Da sempre ci interroghiamo su cosa        la martire «nell’attimo esatto in cui
      è il cuore, sulle sensazioni di gioia o   la spada di Attila trafigge il suo cuo-
      di dolore o di indifferenza, sull’in-     re, sgorga copioso il sangue, mentre
      namoramento e sull’amore in cui il        il volto pallido, immediatamente
      cuore è il centro assoluto, su tutte      esangue, si piega sul petto nell’estre-
      quelle emozioni che passano attra-        mo gesto, spontaneo e immediato,
      verso il cuore, fino a farlo diventare    di rivolgere lo sguardo verso la ferita
      oggetto di luoghi comuni e frasi fat-     mortale» (152). A Orsola non resta
      te di derivazione e sostanza popola-      che mostrare agli astanti la ferita aper-
      re» (139).                                ta con le sue mani, facendo vedere
   Ave Appiano si spinge più oltre              all’aggressore il suo cuore trafitto, «un
fino a mettere in correlazione                  cuore casto di fronte a tanta assurda
                                                atrocità» (153). Nella figura sofferente
      il sistema solare dell’Universo e il      di Orsola, nel terminare della sua vita
      sistema corporeo dell’uomo, fra il        c’è «una silenziosa accettazione del
      sole come centro del cosmo e il cuo-      dolore, una profonda rassegnazione,
      re come centro dell’uomo; senza il        un’incolmabile tristezza e la consape-
      calore del sole la terra non possiede     volezza dell’incombente sopraggiun-
      sopravvivenza, altrettanto l’uomo         gere della morte» (154). Nell’atto di
      senza le pulsazioni del cuore non ha      mostrare il suo cuore trafitto, Orsola
      vita. Senza il sole non può esserci       annuncia al suo uccisore la verità – la
      vita sul pianeta e senza il battito del   fedeltà assoluta a Dio – che l’aveva
      cuore cessa il ritmo vitale delle arte-   accompagnata nella sua scelta di de-
      rie e l’energia primaria dell’uomo si     dicarsi a Dio.
      spegne» (145).                                I racconti di Ave Appiano sono
    Il discorso di Mostrami il cuore            piccole storie di una vita che riemer-
inizia dalla lettura de Il martirio di          gono dalla sua memoria, disegnano
sant’Orsola, il dipinto del Caravaggio,         orizzonti di senso e diventano un va-
conservato a Napoli presso la Galleria          demecum dei giorni. Messi e riletti

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insieme raccontano lo svolgersi di una          più abituati a osservare da vici-
vita attraverso eventi, incontri, circo-        no, a cogliere il cuore delle cose,
stanze e viaggi che riscoprono miti,            delle situazioni, delle relazioni, ad
visioni del mondo, rappresentazioni             andare sino in fondo per capire,
dell’anima, orizzonti di senso, oggetti         o comunque non abbastanza, op-
della vita quotidiana, sogni e speran-          pure ci dimentichiamo si soffer-
ze. Così,                                       marci su di esse, rimanendo così
                                                su quella superficie che nel nostro
    ritornando indietro nel tempo o
                                                agire quotidiano viene fagocitata
    guardando la volta stellata, o attra-
                                                dallo stereotipo o dal qualunqui-
    verso il mito, o l’arte, o un pelle-
                                                smo (159).
    grinaggio, è possibile ritrovarci in
    viaggio alla ricerca della verità, e         E, invece, è necessario «andare ol-
    passando attraverso le colonne d’Er-     tre, a scendere in profondità a cogliere
    cole dei nostri archetipi, possiamo      altri aspetti sedimentati in quell’og-
    individuare la meta della vita che è a   getto come segno o come simbolo,
    portata di mano, ma a volte non la       con una storia, uno spessore di sapere,
    vediamo o non ci crediamo (232).         un patrimonio di conoscenza» (160).
                                             Mostrami il cuore è tutto questo: la
   Lo sguardo si sofferma sulle pic-
                                             ricerca della verità nella bellezza che
cole cose della quotidianità, oggetto
                                             vive dentro di noi e nei tanti segni del
di esperienza nella consapevolezza di
                                             mondo.
non essere

                                                                                        Presentiamo un libro

Rocco Pititto                                                                    157
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