Note a margine di Mostrami il cuore. Concezione poetica e sentimento dell'arte di Ave Appiano** - Cartman Edizioni
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ROCCO PITITTO* La bellezza del mondo come via alla verità Note a margine di Mostrami il cuore. Concezione poetica e sentimento dell’arte di Ave Appiano** Riscoprire la verità nella bellezza del mondo e delle opere degli uomini è il senso e il fine del viaggio interiore descritto da Ave Appiano in Mostra- mi il cuore. Motivo unificante delle rappresentazioni riportate è la lettura del dipinto caravaggesco del Martirio di sant’Orsola. Di questa lettura il riconoscimento dell’altro diventa l’aspetto decisivo e si trasforma in un impegno etico per l’uomo. Rediscovering the truth in the beauty of the world and in the works of mankind is the meaning and the ultimate goal of the inner journey told by Ave Appiano in Mostrami il cuore. The common thread between the works reported in the book is the description of Caravaggio’s painting the Martyrdom of Saint Ursula. In this description, the acknowledgment of the other becomes the central element, as well as an ethical commitment for mankind. Presentiamo un libro M ostrami il cuore è il resoconto del viaggio interiore di Ave Appia- no nel mondo della bellezza passando condizione umana, o, infine, una sfida etica dell’uomo alla ricerca di un punto fermo nel caos dell’esistenza? Di tutto attraverso i luoghi della letteratura, questo non c’è nulla in particolare o, dell’arte, delle antichità cristiane, del- almeno, non si evidenzia con chiarez- le tradizioni culturali e della pietà po- za. C’è solo sullo sfondo la richiesta polare. Il titolo scelto è enigmatico e dello svelamento di una realtà, che si rimanda a interpretazioni, che trovano nasconde agli sguardi e che solo nel suo risonanze nelle narrazioni del volume. “mostrarsi” può condurre, infine, l’os- Resta difficile comprendere un’espres- servatore alla sua comprensione e al suo sione coniugata all’imperativo, posta possesso. Ritrovare la verità è la speran- già nel titolo come sigillo di un patto za sottesa. L’imperativo a “mostrare il che si crea tra l’autore e il suo lettore. cuore” si realizza nella visione di una C’è, forse, nelle pieghe del discorso un verità che si “mostra” solo a chi si apre messaggio segreto da cogliere. Sarà un al mondo dell’altro nella riscoperta e pegno d’amore, o una segreta compli- nella condivisione di un destino co- cità, o una chiave interpretativa della mune. La ricerca della verità s’incontra * Rocco Pititto, già docente di Filosofia del Linguaggio e di Filosofia della Mente nell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. Dipartimento di Studi Umanistici, pititto@unina.it ** A. Appiano, Mostrami il cuore. Concezione poetica e sentimento dell’arte, Cartman, Torino 2019. 152 Rassegna di Teologia 62 (2021) 152-157
con il bisogno di bellezza che l’uomo fulge nell’opera d’arte è già una forma ritrova nella sua massima espressione di anticipazione della verità. nella contemplazione dell’essere. Non Notazioni autobiografiche e ap- a caso l’Appiano osserva come già nel- punti di ricordi, riflessioni persona- la Calunnia di Sandro Botticelli, lo li e pensieri sparsi, componimenti sguardo della Nuda Veritas sia rivolto poetici costituiscono il palinsesto di in alto, quasi a indicare nel cielo – nel- Mostrami il cuore e convergono verso la bellezza di un ordine sovrumano – un “altrove” che riflette e illumina l’e- la sede ultima della verità (53). sistenza e la aprono all’incontro con la verità. Sono materiali che costitu- 1. La verità è dentro di noi iscono un repertorio di significati, di L’uomo non può affannarsi per le cui sono parti rilevanti del discorso cose mondane senza impegnarsi per la le narrazioni interiori e, soprattutto, verità – è questa la lezione dell’autrice i paesaggi dell’anima. Narrazioni e – rischiando di rimanere impigliato paesaggi rivivono nelle Madonne col nelle trappole della menzogna o an- Bambino dipinte dal Bellini (38-40), dando per sentieri che non portano da o nel dipinto di anonimo di scuola nessuna parte. La verità non sta così umbro-toscana del XVI secolo raffi- lontano, essa sta già «dietro le cose, gurante Il pranzo mistico di san Fran- dietro l’apparenza, perché in fondo cesco e di santa Chiara (162-168), alla ricerca […] si schiude la porta o, anche, nelle vicende della Virgen della luce e della saggezza, e ci inon- Mornita di Guadalupe in Messico e in da l’anima di gioia» (49). Nel cuore Spagna (210-215) o, infine, nel Mar- di ognuno è racchiusa la verità cerca- tirio di Sant’Orsola del Caravaggio. In Presentiamo un libro ta, basta aprirsi ad essa mostrandola Mostrami il cuore l’Appiano dà al suo a se stessi e disponendosi a riceverla. volume un orizzonte di senso in una Mettersi alla sua ricerca non è facile, pluralità di forme legate a un quadro perché «impone di entrare dentro se valoriale di forte impatto narrativo. Il stessi e di fare un lavoro di autoanalisi taglio etico è troppo evidente per es- anche doloroso, complesso, intrica- sere ignorato o sottovalutato. Posta in to, esponenzialmente difficoltoso che questi termini, pur nella sua brevità, talvolta ci fa toccare il fondo» (47). l’espressione diventa come un segno È merito di Ave Appiano aver dato il che “dà a pensare”. Un’ espressione suo contributo con un lavoro di scavo così evocativa rappresenta il tentativo attingendo dalla sua sensibilità artisti- di voler ricreare una relazione tra due ca e riportando nella scrittura la sua soggetti là dove prevale la post-verità interiorità. Il suo sguardo scorre sulla e il tempo del disincanto copre una trama di un mondo – il luogo dove esistenza umana spesso tradita da mai la bellezza si coniuga con la verità –, realizzate false promesse. nella consapevolezza che non si dà, né si può dare, una soluzione immediata 2. Un impegno etico alla ricerca della verità. Si danno solo Mostrami il cuore non è, allora, delle anticipazioni. La bellezza che ri- un semplice invito a guardare le cose Rocco Pititto 153
e il cuore stesso così come si danno to? Rivendicare questa eredità, farla nella loro materialità. La richiesta as- propria, ricostruirne la trama e ripro- sume il carattere di un impegno eti- porla ancora è il compito che si è as- co, che significa speranza e attesa di sunto Ave Appiano in una narrazione cambiamento. L’espressione contiene dove interiorità ed esteriorità s’incon- un’invocazione – quasi un grido sfug- trano nella riscoperta delle vestigia di gito all’improvviso dalle labbra – a Dio nel mondo. Il racconto non ha ritrovare la verità attraverso la risco- qui un approccio lineare e sistema- perta della bellezza, disseminata nel tico, ma solo un procedere disconti- mondo. Posare lo sguardo sul mon- nuo in una specie di andirivieni, che do degli oggetti del mondo, vederli è il risultato di un lasciarsi guidare da con occhi spalancati e riconoscerne la ricordi del passato e da suggestioni bellezza è all’inizio di un processo di occasionali verso una meta che è al riappropriazione del sé, degli altri e di là di noi. Una logica del cuore de- del mondo che determina negli indi- termina passaggi e percorsi che dalla vidui una nuova identità, più matura riscoperta della bellezza del mondo e più consapevole. Contro la tenta- conducono alla verità o, almeno, a zione ricorrente degli individui di coglierne dei tratti. chiudersi in se stessi, certi di aver rag- La ricerca di Ave Appiano non è giunto un pieno dominio sul mondo, stata comunque facile. Le tracce di l’apertura ad esso è il riconoscimento bellezza da riscoprire nel mondo sono della propria limitatezza e vuol esse- tante e così multiformi. Era ugual- re l’inizio di un guardarsi dentro per mente necessario seguire una linea ricomporre e ridisegnare i tratti della interpretativa per ritrovarle, facendo propria immagine, sfiorita nel tempo, una scelta, e rimettendole insieme per se non smarrita, sulla misura dell’al- costruire un discorso unitario sull’uo- tro. La bellezza cercata dappertutto mo e sul suo destino. Mediante la co- è la verità, è Dio stesso – parola di struzione di cinque scenari – chiamati verità – che vive negli oggetti del suo dalla sua autrice la foresta creativa – mondo e si rende manifesto attraver- l’Appiano ci fa entrare nel suo mon- so e in loro alle sue creature. Resta un do interiore, rendendoci partecipi dei lungo viaggio da compiere tra atte- suoi pensieri e delle sue visioni. È at- se e speranze, che sollecita l’uomo a traverso questi scenari – detti paesaggi diventare protagonista nel cogliere i interiori, il tempo, mostrami il cuore, tanti segni dove la bellezza rifulge nel pane e Dio, camminare per credere –, suo splendore e richiama la presenza che l’Autrice delimita il suo mondo, stessa di Dio. Da dove iniziare questa riempiendolo dei suoi viaggi, degli ricerca, se non dalla riscoperta di “og- sguardi rapiti, delle emozioni dell’a- getti”, segni, tracce, storie, memorie, nima, dei pensieri, dei desideri, dei testimonianze, che attestano la bel- sogni della sua esistenza. Il suo mon- lezza e che fanno parte dell’esperienza do interiore si riflette negli oggetti che di ognuno e rimandano alla smateria- incontra, trasformandoli sotto forma lizzazione della materia e all’Assolu- di doni offerti a chi voglia intrapren- 154 La bellezza del mondo come via alla verità
dere lo stesso cammino alla ricerca di del XIII secolo, la Vita Sancti Macarii se stesso e degli altri. Romani, riproposto dall’Appiano. La Gli scenari proposti riflettono un meta del loro viaggio tra cielo e terra ordine del mondo ricostruito attorno era il Paradiso terrestre, un percorso se- a dei valori che lasciano intravedere gnato nelle mappe medievali. Al Para- le certezze di Ave Appiano. Ora è il diso i tre monaci furono quasi vicini, Cristo velato del Sammartino ad atti- ma non arrivarono. Del loro viaggio rare l’attenzione, dove «può sembrare rimane un diario «in cui è registrato il impossibile che possa accadere che la loro pellegrinaggio spirituale fatto di materia si smaterializzi, che la sostanza preghiera e di conquista di uno spazio materiale si trasformi in sostanza spi- ai confini del mondo» (200). Altro rituale» (42) in una “misteriosità” che destino ebbe il viaggio del leggendario «provoca stupore, sorpresa, poi emo- re Olaf II, di origine vichinga, con- zione fino a stordire la percezione e vertito al cristianesimo in Inghilterra provocare un tal straniamento da far e battezzato a Rouen, martirizzato trasalire, allora sembra di trovarsi di a Stiklestad nel 1030, un guerriero fronte non a una rappresentazione ma evangelizzatore «che dedicò la sua vita al soggetto stesso» (ib.). Ora, invece, a unire le terre di Norvegia in un uni- ad essere riproposto nel suo significa- co grande regno cristiano» (206). to più originario è il tema del viaggio, un archetipo della cultura occidentale, 3. Il martirio di sant’Orsola di che dalle antiche saghe babilonesi tra- Caravaggio come paradigma passa nei miti omerici, nei pellegrinag- Nell’invocazione Mostrami il cuore Presentiamo un libro gi medievali e nel vagare di Joyce per Ave Appiano riassume i diversi moti- le strade di Dublino senza una meta. vi della sua ricerca ponendola come Il viaggio – afferma Ave Appiano – è il punto di convergenza di tutta la fatto di desiderio, di sacrifici, spesso sua narrazione. C’è qui l’indicazione di ansie e di paure, di vittorie e di di un percorso di vita, come il dise- sconfitte, di sorprese, di illusioni e di gno di un programma, che parte dal delusioni, e prevede un cambiamen- cuore dell’altro e raggiunge il cuore di to, un rinnovamento, un arricchi- ciascuno dei partecipanti all’atto del mento di esperienze, di emozioni, “mostrare”. L’Autrice non esita ad as- di scoperte di ricordi e soprattutto, sumere il “cuore” come l’organo che cercando più in profondità, uno sve- nell’immaginario collettivo rappre- lamento, poiché il viaggio modifica senta il centro dell’uomo. Nella sua le molecole dell’essere, sconfina nei comprensione la stessa bellezza na- paesaggi interiori, nell’immaginario, sce dal cuore che si costituisce come nel sogno (193-194). la sede degli affetti e delle emozioni dell’uomo, dove hanno origine e si Di un processo di cambiamento sviluppano le relazioni umane. determinato dal viaggio, n’è una con- ferma il mitico viaggio di tre monaci, Il cuore – come riconosce Ave Ap- narrato in un manoscritto della fine piano, – è diventato nel corso dei tempi e attraversando culture diver- Rocco Pititto 155
se, il centro materiale, energetico, di Palazzo Zevallos. Ave Appiano de- sentimentale e spirituale dell’uomo, dica al dipinto delle pagine nelle quali nucleo simbolico del suo amore e sono narrate le vicende della martire della sua sensibilità emotiva, per cristiana della Bretagna vissuta tra il quanto oggi le neuroscienze ricono- IV e il V secolo, il cui martirio avven- scano nel cervello la sede dell’elabo- ne per trafittura del cuore. Nei testi razione di emozioni, idee, desideri, rinvenuti non sono ignorate le molte e tanti altri aspetti della nostra vita leggende fiorite attorno alla figura di (143). Orsola, riprese dalla Passio del X se- Non desti meraviglia se il cuore colo e dalla Legenda Aurea di Jacopo così inteso acquista un soprappiù di da Varazze. L’attenzione dell’Appiano significazione fino a comprendere la si concentra sull’interpretazione del vita stessa dell’uomo. dipinto caravaggesco che nel Marti- rio di sant’Orsola, datato 1610, ritrae Da sempre ci interroghiamo su cosa la martire «nell’attimo esatto in cui è il cuore, sulle sensazioni di gioia o la spada di Attila trafigge il suo cuo- di dolore o di indifferenza, sull’in- re, sgorga copioso il sangue, mentre namoramento e sull’amore in cui il il volto pallido, immediatamente cuore è il centro assoluto, su tutte esangue, si piega sul petto nell’estre- quelle emozioni che passano attra- mo gesto, spontaneo e immediato, verso il cuore, fino a farlo diventare di rivolgere lo sguardo verso la ferita oggetto di luoghi comuni e frasi fat- mortale» (152). A Orsola non resta te di derivazione e sostanza popola- che mostrare agli astanti la ferita aper- re» (139). ta con le sue mani, facendo vedere Ave Appiano si spinge più oltre all’aggressore il suo cuore trafitto, «un fino a mettere in correlazione cuore casto di fronte a tanta assurda atrocità» (153). Nella figura sofferente il sistema solare dell’Universo e il di Orsola, nel terminare della sua vita sistema corporeo dell’uomo, fra il c’è «una silenziosa accettazione del sole come centro del cosmo e il cuo- dolore, una profonda rassegnazione, re come centro dell’uomo; senza il un’incolmabile tristezza e la consape- calore del sole la terra non possiede volezza dell’incombente sopraggiun- sopravvivenza, altrettanto l’uomo gere della morte» (154). Nell’atto di senza le pulsazioni del cuore non ha mostrare il suo cuore trafitto, Orsola vita. Senza il sole non può esserci annuncia al suo uccisore la verità – la vita sul pianeta e senza il battito del fedeltà assoluta a Dio – che l’aveva cuore cessa il ritmo vitale delle arte- accompagnata nella sua scelta di de- rie e l’energia primaria dell’uomo si dicarsi a Dio. spegne» (145). I racconti di Ave Appiano sono Il discorso di Mostrami il cuore piccole storie di una vita che riemer- inizia dalla lettura de Il martirio di gono dalla sua memoria, disegnano sant’Orsola, il dipinto del Caravaggio, orizzonti di senso e diventano un va- conservato a Napoli presso la Galleria demecum dei giorni. Messi e riletti 156 La bellezza del mondo come via alla verità
insieme raccontano lo svolgersi di una più abituati a osservare da vici- vita attraverso eventi, incontri, circo- no, a cogliere il cuore delle cose, stanze e viaggi che riscoprono miti, delle situazioni, delle relazioni, ad visioni del mondo, rappresentazioni andare sino in fondo per capire, dell’anima, orizzonti di senso, oggetti o comunque non abbastanza, op- della vita quotidiana, sogni e speran- pure ci dimentichiamo si soffer- ze. Così, marci su di esse, rimanendo così su quella superficie che nel nostro ritornando indietro nel tempo o agire quotidiano viene fagocitata guardando la volta stellata, o attra- dallo stereotipo o dal qualunqui- verso il mito, o l’arte, o un pelle- smo (159). grinaggio, è possibile ritrovarci in viaggio alla ricerca della verità, e E, invece, è necessario «andare ol- passando attraverso le colonne d’Er- tre, a scendere in profondità a cogliere cole dei nostri archetipi, possiamo altri aspetti sedimentati in quell’og- individuare la meta della vita che è a getto come segno o come simbolo, portata di mano, ma a volte non la con una storia, uno spessore di sapere, vediamo o non ci crediamo (232). un patrimonio di conoscenza» (160). Mostrami il cuore è tutto questo: la Lo sguardo si sofferma sulle pic- ricerca della verità nella bellezza che cole cose della quotidianità, oggetto vive dentro di noi e nei tanti segni del di esperienza nella consapevolezza di mondo. non essere Presentiamo un libro Rocco Pititto 157
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