Neri Marcorè Le mie canzoni altrui 2020 - Ravenna Festival
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2020 Neri Marcorè Le mie canzoni altrui in collaborazione con Rocca Brancaleone 11 luglio, ore 21.30
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana con il patrocinio di Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale con il sostegno di con il contributo di Comune di Cervia Comune di Forlì Comune di Lugo Koichi Suzuki partner principale
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Neri Marcorè Le mie canzoni altrui Neri Marcorè voce e chitarra Domenico Mariorenzi chitarra, bouzouki e pianoforte Alessandro Patti basso e contrabbasso Fabrizio Guarino chitarra elettrica Simone Talone batteria
Conversando con Neri Marcorè a cura di Susanna Venturi Attore, imitatore, comico, cantante, presentatore, attivo in teatro, in radio, in televisione... Insomma, Neri Marcorè è uno di quegli artisti che si potrebbero definire showman a tutto tondo, ma che al tempo stesso non si fanno racchiudere in alcuna definizione. Allora, dovendosi presentare, come si definirebbe? E, soprattutto, qual è la cosa che preferisce fare (dopo rispondere a noiose interviste, s’intende...)? Non saprei dire qual è la causa e quale l’effetto, nel senso che non so se ho cominciato a diversificare per via dell’allergia che provo di fronte alle definizioni troppo rigide o se invece questo sottrarmi alle etichette sia frutto di una mia naturale propensione alle variazioni. Credo che la parola “attore” contenga in ogni caso tutte le attività che svolgo, o almeno, guardando all’esempio fornito dagli americani, nella formazione di un attore non dovrebbero mancare lo studio di uno strumento musicale, del canto, del ballo, dell’intrattenimento e dei registri comico e drammatico, sia in teatro che al cinema o in televisione. Non ho preferenze particolari se non quella di scegliere, in ognuno di questi settori, ciò che più mi piace e convince. Per come mi sono formato credo che 6
se dovessi fare, per dire, solo cinema o teatro, alla lunga mi annoierei a tenere sempre gli stessi ritmi e sentirei la mancanza di nuovi stimoli. Abbiamo vissuto (e molti nel mondo ancora vivono) settimane e mesi difficili, in alcuni casi drammatici. Come è per lei questo tornare al lavoro dopo la pausa forzata del confinamento? E che cosa crede ci lasci in eredità il Covid? Confesso che mi sarebbe piaciuta una ripartenza più lenta. Per carità, abbiamo tutti sofferto dell’interruzione forzata del lavoro e ora va benissimo ripartire, ma è anche vero che quest’emergenza epidemiologica ci ha insegnato che si vive lo stesso, e forse meglio, a ritmi meno serrati e ora mi sembra di scorgere in tutti noi un po’ d’affanno. A parte rari casi ed escludendo chi ovviamente ha dovuto affrontare problemi di salute in famiglia, tutto sommato credo non ci sia dispiaciuto stare un po’ di più in casa, insieme ai nostri affetti più intimi. Ma veniamo allo spettacolo “Le mie canzoni altrui”. Come sceglie le canzoni da interpretare? Privilegiando quali autori? Mi piacciono i cantautori, li ascolto da sempre e fatalmente sono le loro canzoni che mi restano più addosso o segnano passaggi importanti della mia vita. Le scelgo in base al piacere personale di ascoltarle, quindi di riprodurle, magari con piccole variazioni rispetto all’originale, rendendole più acustiche anche laddove fossero elettroniche. 7
In scaletta ci sono anche pezzi stranieri - Neil Young, James Taylor, Peter Gabriel, Paul Simon, ma quelli che prendono più spazio sono De Gregori, De André, Gaber, Testa, Capossela, Pacifico, Ligabue... insomma, se non fosse che a un certo punto bisogna smettere per lasciare andare a casa il pubblico, i tecnici e i musicisti, rischierei di stare sul palco tre ore e passa, come Bruce Springsteen! Quale è il suo rapporto con l’originale? Per lei che ha un’inarrivabile talento di imitatore (chi non ricorda i suoi Maurizio Gasparri, Alberto Angela o, più recentemente, Giuseppe Conte?), non c’è la tentazione appunto di cogliere quei dettagli che portano all’imitazione? Confesso che, mentre canto, dentro di me risuona quell’originale che magari ho sentito tante volte e se mi distraggo finisco per ricalcare alcuni passaggi allo stesso modo. Però è una cosa che mi capitava di più all’inizio, quando avevo più bisogno di appigli. Nel tempo provo sempre più gusto a trovare una strada mia. Ma è anche vero che a volte mi diverto a cantare accennando qua e là la voce del titolare del pezzo. Si sente dire che in questa edizione delle sue “canzoni altrui” debutterà anche come autore? È vero? E cosa l’ha ispirata nella composizione? In realtà, no. O meglio, è vero che ho scritto due o tre canzoni ma finora le ho proposte in pubblico molto raramente. Mi diverte di più, qualora vengano richiesti bis, proporre quei pezzi che ho scritto “alla maniera di...”, 8
un modo per terminare il concerto ridendo o sorridendo, lasciando spazio a quel punto alla mia vena cabarettistica che a inizio carriera è stata la mia cifra principale. 9
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Neri Marcorè Nato a Sant’Elpidio il 31 luglio del 1966, frequenta a Bologna la Scuola superiore per Traduttori studiando inglese e tedesco e approda presto nel mondo dello spettacolo lavorando con il conduttore radiofonico e showman Giancarlo Guardabassi (tuttora patron di Radio Aut Marche). Nel 1988 debutta in televisione nella Corrida, per poi comparire nei varietà Rai Stasera mi butto (condotto da Gigi Sabani) e Ricomincio da due (con Raffaella Carrà). Si cimenta inoltre come doppiatore prestando la voce al genio del quiz in Producer, il grande 11
gioco del cinema, con Serena Dandini e Claudio Masenza. Nel 1993 inizia la sua carriera teatrale con La finta malata di musica di Carlo Goldoni. Dell’anno successivo è il debutto al cinema con Ladri di cinema di Piero Natoli, in concorso al Festival di Venezia. Negli anni a venire il grande successo arriva lavorando al fianco di Corrado e Sabina Guzzanti nella trasmissione Pippo Chennedy Show (1997) e ne L’ottavo nano (2001). Collabora inoltre con la Gialappa’s Band in Mai dire gol e conduce su Rai Tre il telequiz giovanile Per un pugno di libri. Proseguono intanto gli impegni cinematografici e nel 2003 ottiene la sua prima nomination ai David di Donatello (Miglior attore protagonista) per la pellicola Il cuore altrove, diretta da Pupi Avati. Con lo stesso regista tre anni dopo arriva la seconda nomination (Migliore attore non protagonista) per La seconda notte di nozze. Sempre al cinema, prende parte a Se devo essere sincera (2004), L’estate del mio primo bacio e Baciami piccina (2006), Lezioni di cioccolato (2007), L’amore è un gioco, Gli amici del bar Margherita e I mostri oggi (2009), il francese Asterix & Obelix al servizio di Sua Maestà, poi Mi rifaccio vivo di Sergio Rubini (2013). Presta inoltre la sua voce al film d’animazione Up e interpreta Italo Calvino nel lungometraggio Calvino cosmorama diretto nel 2010 da Damian Pettingrew. Nel frattempo è impegnato sul piccolo schermo nelle serie tv E poi c’è Filippo e Papa Luciani – Il sorriso di Dio (2006), poi nelle fiction Tutti pazzi per amore (2008 e 2010) e Questo nostro amore. Conduce, nella stagione 2006/2007, insieme a Riccardo Pandolfi, il programma 12
satirico Siamo se stessi. Tra le sue imitazioni più celebri nel programma Parla con me, accanto alla Dandini: Luciano Ligabue, Antonio Di Pietro, Zapatero, Clemente Mastella, Jovanotti, Piero Fassino e Alberto Angela. Nel 2008 è di nuovo a teatro debuttando con lo spettacolo in onore di Giorgio Gaber, Un certo Signor G. Dal 2008 al 2010 è poi protagonista di Attenti a quei due con Luca Barbarossa; nella stagione 2010/2011 è protagonista insieme a Claudio Gioè di Terra Padre, reading-spettacolo dai racconti di Roberto Saviano; sempre con Gioè è anche in Eretici e Corsari. Dirige inoltre il Teatro delle Api di Porto Sant’ Elpidio. Dal marzo 2013 conduce NeriPoppins su Rai Tre, trasmissione di cui cura anche il soggetto: proposizione di cortometraggi e sketch surreali. Del 2014 sono le tournée di Beatles Submarine, insieme alla Banda Osiris, con la regia di Giorgio Gallione, nonché i film Una Ferrari per due e Una villa per due (regia di Fabrizio Costa), e la seconda serie di Questo nostro amore. Nel 2015 è protagonista al cinema con ben tre film: Sei mai stata sulla Luna? di Paolo Genovese, Leoni di Pietro Parolin, con Piera Degli Esposti e Latin lover di Cristina Comencini. Dal 2016 porta in scena, insieme all’eclettico quartetto GnuQuartet, lo spettacolo teatrale dedicato a Fabrizio De André dal titolo Come una specie di sorriso. 13
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© Zani-Casadio Rocca Brancaleone Possente e unica architettura da “macchina da guerra” della città, la Rocca Brancaleone è stata costruita dai Veneziani fra il 1457 e il 1470, segno vistoso della loro dominazione a Ravenna. Nelle proprie fondamenta nasconde le macerie della chiesa di Sant’Andrea dei Goti, fatta erigere da Teodorico poco distante da dove sarebbe sorto il suo Mausoleo. Ma il “castello” non nasce per difendere la città: viene infatti progettato come strumento di controllo su Ravenna. Non a caso le sue mura contavano 36 bombardieri rivolti verso l’abitato e solo 14 verso l’esterno. In realtà la fortezza non regge al diverso modo di combattere: dopo un assedio lungo un mese, nel 1509 viene espugnata dai soldati di papa 15
Giulio II, che caccia i Veneziani. E durante la battaglia di Ravenna, nel 1512, resiste appena quattro giorni. L’intero complesso, per quasi trecento anni di proprietà del Governo Pontificio, appunto dai primi del XVI secolo, dopo vari passaggi proprietari nel 1965 viene acquistato dal Comune di Ravenna. L’idea è di realizzare nella cittadella un grande parco e un teatro all’aperto nella Rocca vera e propria. Così, fra qualche restauro discutibile, e recuperi più interessanti, la musica fa il proprio ingresso fra quelle mura il 30 luglio 1971, con una rassegna organizzata dall’Associazione Angelo Mariani. Sul palcoscenico arriva per prima la Filarmonica della città bulgara di Ruse diretta da Kamen Goleminov. Così la Rocca diventa la più qualificata e suggestiva “arena” di tutto il territorio. Nasce lì, il 26 luglio 1974, Ravenna Jazz, il più longevo appuntamento d’Italia con la musica afro-americana. Quelle prime “Giornate del jazz” ospitano il quintetto di Charles Mingus e la Thad Jones/Mel Lewis Orchestra. Negli anni Ottanta il testimone passa poi all’opera lirica con allestimenti firmati da Aldo Rossi e Gae Aulenti. Si arriva così al primo luglio 1990 quando Riccardo Muti alza la bacchetta sul podio dell’Orchestra Filarmonica della Scala e del Coro della Radio Svedese e tra le antiche mura veneziane risuona il primo movimento spiritoso della Sinfonia n. 36 in do maggiore KV 425 di Wolfgang Amadeus Mozart, meglio conosciuta come Sinfonia Linzer. È il battesimo di Ravenna Festival. 16
Antonio e Gian Luca Bandini, Ravenna Presidente Francesca e Silvana Bedei, Ravenna Eraldo Scarano Chiara e Francesco Bevilacqua, Ravenna Mario e Giorgia Boccaccini, Ravenna Presidente onorario Costanza Bonelli e Claudio Ottolini, Milano Gian Giacomo Faverio Paolo e Maria Livia Brusi, Ravenna Glauco e Egle Cavassini, Ravenna Vice Presidenti Roberto e Augusta Cimatti, Ravenna Leonardo Spadoni Marisa Dalla Valle, Milano Maria Luisa Vaccari Maria Pia e Teresa d’Albertis, Ravenna Ada Bracchi Elmi, Bologna Consiglieri Rosa Errani e Manuela Mazzavillani, Ravenna Andrea Accardi Gioia Falck Marchi, Firenze Paolo Fignagnani Gian Giacomo e Liliana Faverio, Milano Chiara Francesconi Paolo e Franca Fignagnani, Bologna Adriano Maestri Giovanni Frezzotti, Jesi Maria Cristina Mazzavillani Muti Eleonora Gardini, Ravenna Giuseppe Poggiali Sofia Gardini, Ravenna Thomas Tretter Stefano e Silvana Golinelli, Bologna Lina e Adriano Maestri, Ravenna Segretario Irene Minardi, Bagnacavallo Giuseppe Rosa Silvia Malagola e Paola Montanari, Milano Gabriella Mariani Ottobelli, Milano Giovani e studenti Francesco e Maria Teresa Mattiello, Ravenna Carlotta Agostini, Ravenna Peppino e Giovanna Naponiello, Milano Federico Agostini, Ravenna Giorgio e Riccarda Palazzi Rossi, Ravenna Domenico Bevilacqua, Ravenna Gianna Pasini, Ravenna Alessandro Scarano, Ravenna Desideria Antonietta Pasolini Dall’Onda, Ravenna Aziende sostenitrici Giuseppe e Paola Poggiali, Ravenna Alma Petroli, Ravenna Carlo e Silvana Poverini, Ravenna LA BCC - Credito Cooperativo Ravennate, Paolo e Aldo Rametta, Ravenna Forlivese e Imolese Stelio e Grazia Ronchi, Ravenna DECO Industrie, Bagnacavallo Stefano e Luisa Rosetti, Milano Ghetti - Concessionaria Fiat, Lancia, Eraldo e Clelia Scarano, Ravenna Abarth, Leonardo Spadoni, Ravenna Alfa Romeo, Jeep, Ravenna Gabriele e Luisella Spizuoco, Ravenna Kremslehner Alberghi e Ristoranti, Vienna Paolino e Nadia Spizuoco, Ravenna Rosetti Marino, Ravenna Thomas e Inge Tretter, Monaco di Baviera SVA Dakar - Concessionaria Jaguar e Ferdinando e Delia Turicchia, Ravenna Land Rover, Ravenna Maria Luisa Vaccari, Ferrara Terme di Punta Marina, Ravenna Luca e Riccardo Vitiello, Ravenna Tozzi Green, Ravenna 17
Presidente onorario Cristina Mazzavillani Muti Direzione artistica Franco Masotti Angelo Nicastro Fondazione Ravenna Manifestazioni Soci Sovrintendente Comune di Ravenna Antonio De Rosa Provincia di Ravenna Camera di Commercio di Ravenna Segretario generale Fondazione Cassa di Risparmio di Raven- Marcello Natali na Confindustria Ravenna Responsabile amministrativo Confcommercio Ravenna Roberto Cimatti Confesercenti Ravenna CNA Ravenna Revisori dei conti Confartigianato Ravenna Giovanni Nonni Arcidiocesi di Ravenna-Cervia Alessandra Baroni Angelo Lo Rizzo Consiglio di Amministrazione Presidente Michele de Pascale Vicepresidente Livia Zaccagnini Consiglieri Ernesto Giuseppe Alfieri Chiara Marzucco Davide Ranalli 18
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