Nadal: indizi di doping o solo sospetti?

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Nadal: indizi di doping o solo sospetti?
CORRIERETENNIS.COM                                                  04/04/13

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                          Nadal: indizi di doping o solo sospetti?
Sento ripetere in giro sul Web che su Rafael Nadal non ci sono prove di comportamenti scorretti
e mi sorge una domanda. "Ma le prove, potrebbero esserci?" e "Cosa si intende per prove?".
Sicuramente non potrebbero esserci a meno di essere cosi' ingenui da pensare che un multimilionario
campione possa essere cosi' stupido da ricorrere a tecniche banali e obsolete per migliorare
le proprie prestazioni.

La verità', a mio giudizio, e' che le prove di un eventuale utilizzo delle nuovissime tecniche
non potrebbero mai esserci, a meno di fare esami molto più' approfonditi di un saltuario test
del sangue o delle urine. Le nuove tecniche del doping, infatti, agiscono a livello del DNA
e attualmente non esistono test adeguati a smascherarli. Quindi, se non e' possibile parlare
di prove, proviamo a parlare di indizi. Gli indizi alle volte possono, se gravi, precisi e
concordanti, assurgere al valore di prove ed in ogni caso se anche non cosi' gravi, cosi'
precisi, cosi' concordanti potrebbero comunque avere la funzione di spingere "qualcuno" a
dare il via ad un'indagine, ad un procedimento di verifica più' approfondito che possa poi
portare ad escludere con certezza o a confermare. Ma niente di tutto ciò' sta accadendo nonostante
ormai gli indizi di "stranezze" ci siano tutti, criticamente e logicamente, e da tempo.

Gliotto mesi di stop: "per curare il ginocchio" dicono fiduciosi, "per mettere a punto
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una terapia genica (dopo le ultime batoste subite da Djokovic)" sostengono altri Nessuno ha
la certezza ne' dell' una ne' dell'altra tesi.

Di certo si sa che un intervento al ginocchio non c'è' mai stato (la Pennella si e' ritirata,
operata, sta riprendendo con grande fatica), che cura miracolosa gli sia stata somministrata
non e' dato capire (con lo scoramento di quei tifosi ed appassionati che hanno lo stesso malessere
e si vedono costretti a rinunciare al tennis) e il ritorno in pista e' più' forte di prima
(cit. Bertolucci: "Gioca alla velocita' della luce") senza un vero e proprio periodo di recupero
all'agonismo, come accade invece per tutti.
Quattro tornei (più' uno in doppio), di cui uno addirittura sul cemento, 4 finali, 3 titoli
(una sola partita persa), non sono prestazioni al di sopra di ogni sospetto, specie se dopo
un raccontato infortunio per il quale un giorno si e uno no si dichiara di avere ancora dolore.
 Come si ottiene una forza fisica che vada oltre il dolore, che superi una "menomazione"?
E' lecita la domanda? Credo sia addirittura scontata!

Cerchiamoli allora questi indizi, provando a ricostruire le notizie più' importanti in
tema di doping degli ultimi anni:

Estate 2006: il Tour de France viene decimato dai controlli antidoping e il mondo sportivo
si ritrova a parlare di Eufemiano Fuentes, medico responsabile di aver arricchito il sangue
di numerosi atleti con sostanze dopanti allo scopo di alleviarne la fatica e aumentarne le
prestazioni. Scatta l'Operacion Puerto, Fuentes viene arrestato, una sessantina di ciclisti
vengono identificati come abituali clienti e inizia a circolare la voce che atleti di altre
discipline siano coinvolti: si parla di calcio e tennis.
Parlare di tennis in Spagna equivale a parlare di Nadal, un ragazzine fenomenale, dotato di
bicipiti dalle dimensioni mai viste e capace di rimanere in campo per ore senza apparente
sforzo. Rafa ha appena vinto il secondo Roland Garros consecutivo, e' numero due del mondo
e il suo fisico e' già' entrato stabilmente tra gli argomenti irrinunciabili al bar. Il governo
spagnolo, per bocca del ministro dello Sport, nega categoricamente che vi siano tennisti coinvolti
nell'Operacion Puerto ma Philip Chassepot su Le Journal du Dimanche mette in giro la notizia:
Nadal e il doping diventano cosi' argomenti paralleli.

La giustizia si muove in fretta e Fuentes viene processato. Non per doping pero', pratica
che nel 2006 non era ancora perseguibile in Spagna, bensì' per procurato rischio alla salute
pubblica.. Il giudice Serrano ordina che non vengano divulgati nomi dei presunti clienti
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di Fuentes al di fuori del ciclismo. Un motivo in più' per alimentare sospetti di chi aveva
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già' dato Nadal per colpevole.

2007/08: nell'estate del 2007 dopo gli scandali doping nel ciclismo e nel baseball, Martina
Navratilova minimizza:
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"Forse certe cose accadevano anche prima e facevamo finta di non vederle. Nel baseball gli
sferoidi c'erano. Si sapeva, ma si voltava la testa dall'altra parte, per via del successo
 che quello sport stava ottenendo. Alcuni chiedono di liberalizzare il doping, lo appartengo
 ad una vecchia scuola, sono totalmente contraria. Che esempio daremmo ai nostri figli? Senza
 contare gli effetti deleteriNel tennis qualcuno e' stato trovato positivo ma abbiamo un bei
sistema di controlli ai quali e' difficile sfuggire.".
Inquello stesso periodo viene reso noto il provvedimento disciplinare preso dalla ITF, la
federazione tennistica internazionale, nei confronti di Martina Hingis, ex numero uno della
WTA, trovata positiva alla cocaina lo scorso 29 giugno ad un controllo effettuato a Wimbledon.
Alla tennista, ritiratasi in novembre, e' stata comminata una squalifica di 2 anni e le sono

stati cancellati tutti risultati ottenuti a partire da Wimbledon 2007.
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Febbraio 2009: arrivano le nuove e più' stringenti regole antidoping: in sostanza le nuove
procedure prevedono che un giocatore compreso tra i primi 50 al mondo debba comunicare almeno
un'ora al giorno dove possa essere reperibile per sottoporsi a controlli a sorpresa quando
non e' presente a tornei. Qualora il tennista venisse trovato positivo o, semplicemente, non
venisse rintracciato e quindi non sottoposto ad esame per tré volte in 18 mesi andrebbe
incontro ad una squalifica di due anni.

Molti tennistiprotestano prontamente per la "scomodila"' delle nuove norme: tra gli scontenti
Rafael Nadal, Serena Williams e Andy Murray. Lo spagnolo dichiara: "I nuovi test sono delle
vere e proprie persecuzioni: ci fanno sentire come dei criminali. Nemmeno mia madre sa dove
mi trovo ogni giorno: e' veramente difficile sapere dove puoi essere domani, specie in uno
sport come il tennis dove sei continuamente in viaggio. Noi vogliamo partecipare ai Giochi
Olimpici e quindi siamo pronti ad accettare le norme antidoping necessario ma non e' giusto
pagare un prezzo cosi' alto per uno sport olimpico, lo sono il primo a volere competizioni
corrette e pulite ma ci possono essere forme diverse per la lotta al doping.". La statunitense
sottolinea a sua volta: "Questo nuovo sistema e' davvero molto invadente, in pratica, si possono
presentare a casa tua ogni giorno" ed Andy Murray racconta: "L'addetto all'antidoping e' venuto
a casa mia alle sette di mattina dopo che ero appena tornato dall'Australia, nemmeno riuscivo
a capire dove fossi e mi sono ritrovato con i pantaloni abbassati di fronte al medico a sottopormi
al test. Queste leggi sono draconiane.".

Ma non tutti sono insoddisfatti delle nuove norme, non Roger Federer: "Di sicuro non scopri
chi fa uso di doping chiamandolo al telefono e dicendogli 'guarda che probabilmente dovrai
sottoporti al test tra un paio di giorni', non puoi essere gentile con chi bara, senza dubbio
e' un sistema rigido e un cambiamento notevole rispetto a quanto eravamo abituati a fare prima,
quindi ci vorrà' del tempo per abituarcisi, pero' e' l'unico modo per scoprire colpevoli".
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2010: viene arrestata l'iridata dei 3000 siepi Marta Dominguez, tutti gridano allo scandalo,
 ignorando che segnali che qualcosa non andava erano arrivati già' con la nota "Operacion
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 Puerto".

Luglio 2010: anche Alberto Contador viene trovato positivo in seguito al controllo antidoping
durante il Tour de France che a Parigi lo avrebbe visto vincitore davanti ad Andy Schleck.
Novembre 2011: Yannick Noah, ex stella del tennis francese, dalle pagine del quotidiano Le
Monde sciocca il mondo dello sport attaccando i successi della Spagna nelle diverse discipline
attribuendoli all'utilizzo di sostanze dopanti: "Quando giocavo io, eravamo davanti ai nostri
amici spagnoli, anche nel calcio o sulle strade del Tour. Oggi invece corrono più' veloci
di noi, sono molto più' forti e ci lasciano le briciole. Accanto a loro sembriamo dei nani.
Ma cosa può' essere successo? C'è' una domanda che mi tormenta: come può' un paese dominare
fino a questo punto il mondo dello sport da un giorno all'altro? Oggi lo sport sembra qualcosa
di simile ad Asterix e Obelix alle Olimpiadi e loro sono caduti nella pentola. In questi ultimi
anni, pero', hanno forse esagerato con la pozione magica vista l'ecatombe di controlli positivi.
Va bene rispettare la presunzione d'innocenza ma basta essere ingenui.".

6 febbraio 2012: arriva la condanna a due anni di sospensione del ciclista Alberto Contador.

8 febbraio 2012: seguono giorni di grande tensione tra Francia e Spagna, tensioni nate da
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una serie di sketch televisivi in cui gli sportivi spagnoli (in particolare Nadal e Contador)
venivano presi di mira dalla trasmissione "Les Guignois" e velatamente accusati di fare uso
di sostanze proibite. pupazzi con muscoli gonfiati di Nadal e Contador, insieme a quelli
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di Pau Gasol e Iker Casillas, hanno scatenato una crisi diplomatica, al punto che lo stesso
governo spagnolo ha protestato e chiesto spiegazioni. La stampa spagnola e un po' tutto il
movimento, compreso il comitato olimpico e il governo, reagisce nervosamente a quello che
e' stato visto come un attacco indiscriminato allo sport spagnolo, figlio dell'invidia per
 successi raggiunti in tutte le discipline più' importanti negli ultimi anni. In un video
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in particolare si vede Nadal che riempie il serbatoio della propria auto di urina e poi parte
sfrecciando prima di essere fermato dalla Polstrada. Sull'onda della polemica, la trasmissione,
seguitissima in Francia, ha continuato a parodiare Nadal ed altri pezzi grossi dello sport
spagnolo come Pau Gasol e Iker Casillas.
11 febbraio 2012: sarà' un caso ma Rafa viene visitato dagli ispettori dell'agenzia antidoping;
a sorpresa, naturalmente. Lo ha reso noto lo stesso tennista su Twitter: "8.30 del mattino!
 Ho appena passato un controllo antidoping. C'era da aspettarselo dopo quello che e' successo,
 ma va bene cosi' ". tennisti professionisti sono obbligati ad essere reperibili 24 ore su
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 24 praticamente 365 giorni all'anno, e devono comunicare ogni loro spostamento alla WADA (World
Anti-Doping Agency). Un metodo che lo stesso Nadal e altri tennisti avevano criticato in passato,
senza tuttavia mai venir meno agli obblighi del regolamento.
Dalle pagine del Pais, interviene prontamente sulla querelle della presunta "positività"'
degli atleti spagnoli il sottosegretario allo sport Miguel Cardenal che in un'intervista evita
di commentare la sentenza del TAS su Contador ("non sono nella posizione per poterlo fare")
ma rivela che persone dello staff di Nadal lo hanno contattato per chiedere una presa di posizione
in difesa degli interessi di uno dei migliori atleti spagnoli del momento. Cardenal ammette:
"In Spagna ci sono stati casi legati al doping che sono stati gestiti male. Alcune inchieste
hanno avuto molta risonanza all'estero e i risultati finali sono stati poco chiari.". Intanto
una nuova legislazione antidoping entrerà' presto in vigore in Spagna, anche su richiesta
della AMA (Agenzia Mundial Antidoping), in vista della candidatura a Madrid per le Olimpiadi
del 2020.

Luglio 2012: desta stupore la notizia dell'addio di Nadal alle Olimpiadi di Londra, molti,
seppure inconsciamente, non hanno pensato istantaneamente al doping. Perche' pensare al doping?
 Perche' le Olimpiadi avranno dei controlli differenti, perche' l'ATP Tour fa dei controlli
anti-doping ridicoli mentre a Londra potrebbe venire fuori qualcosa di clamoroso. Il campione
 maiorchino tra l'altro avrebbe dovuto essere anche   il   portabandiera spagnolo.

Luglio 2012: a nove giorni dalle Olimpiadi la rivista Nature si occupa dello scenario delle
manipolazioni genetiche parlando di una vera "corsa agli armamenti per migliorare le prestazioni
nello sport". Tutti ne parlano, ma nessuno ne ammette esplicitamente l'esistenza: "II nostro
controspionaggio non ci da' al momento indicazioni di usi diffusi del doping genetico" aveva
fatto sapere l'agenzia mondiale di controllo WADA alla vigilia dell'accensione della fiaccola.
Ma Ye Shiwen? Messa sul banco degli imputati dopo aver nuotato nei 400 misti vinti con record
del mondo nella frazione dei 100 stile libero, più' veloce di Ryan Lochte.

Per il genetista Giuseppe Novelli, dell'università' di Roma Tor Vergata non e' da escludere
che la "cinesina volante" sia portatrice di mutazioni genetiche avvenute spontaneamente e
che rendono straordinarie le sue prestazioni. Questa e' l'ipotesi più' semplice, ma in generale
il doping genetico non e' più' una possibilità' remota e presto il nuovo motto delle Olimpiadi
potrà' essere: "l'importante e' partecipare, ma col proprio Dna". Per l'esperto "ha senso
preoccuparsi del fatto che tecnologie del Dna potrebbero essere usate per migliorare le performance
atletiche". Tanto che l'agenzia mondiale anti doping WADA (World Anti-Doping Agency) ha già'
elaborato una definizione di doping genetico come "uso non terapeutico di cellule, geni o
di sistemi per l'espressione di geni". E' comunque "difficile scoprire il doping genetico
con metodi antidoping disponibili oggi" e "distinguere un gene artificiale da uno naturale"
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ha osservato. Con il suo gruppo, Novelli ha lavorato ad uno dei primi test di questo tipo.

Luglio 2012: Olimpiadi di Londra: Dario D'Ottavio, biochimico e grande esperto di doping (per
quattro anni componente della Commissione di vigilanza sulla legge antidoping):
"I geni che influenzano la prestazione sportiva sono più' di 200. Andando ad    aumentare o ridurre
 la loro espressione si potrebbe costruire l'atleta perfetto in laboratorio".
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"Icontrolli antidoping messi in campo per Londra 2012 sono più' affidabili rispetto al passato
ma non possono competere a livello d'investimenti con chi lavora nello sviluppo di nuove sostanze.
Le molecole in grado di aumentare illegalmente la prestazione degli sportivi sono sempre più'
sofisticate e più' difficili da scovare. Un esempio e' l'ormone della crescita "Gh", che dopo
pochi minuti dall'assunzione non lascia più' tracce nei test, ma lo stesso vale anche per
l'albumina, una sostanza usata per diluire il sangue e abbassare cosi' l'ematocrito. In futuro
si potranno selezionare a monte gli atleti che hanno la massima espressione di questi geni
e creare cosi' una prima scrematura da cui far uscire lo sportivo perfetto. Questo grazie
ai progressi dell'ingegneria genetica e alle tecniche di transvettazione virale con cui si
può' far produrre all'organismo una molecola in grado di migliorare la prestazione sportiva.
Un processo impossibile da verificare con controlli antidoping. Dobbiamo esser prudenti
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quando parliamo di doping. Ma nella storia del nostro sport quando vediamo qualcosa di incredibile,
e metto incredibile tra virgolette, la storia ci mostra che c'entra il doping.".

Non e'  un'eresia affermare che oggi la nuova frontiera e' la lotta agli atleti modificati
 e che quindi non e' inimmaginabile che già' ne esistano e l'obiettivo della WADA e' cercare
 di stimolare la ricerca per la messa a punto di metodi per la rilevazione del doping genetico.
 (Anche in Italia di recente e' partita, all'ICGEB di Trieste, una ricerca scientifica per
 trovare metodi che li smascherino)

IIprincipio su cui si basa il doping genetico e' l'utilizzo di virus come trasportatori del
 materiale genetico desiderato all'interno dell'organismo. Difficile il compito dei giuristi
 del settore sportivo perche' attualmente sarebbe impossibile distinguere tra chi si e' dopato
 e chi invece e' stato solo contagiato dal virus.

Novembre 2012: Sandro Donati, che e' uno tra i massimi esperti di doping al mondo, consulente
della WADA e maestro dello sport che non parla mai a caso, interviene ai microfoni di Alessandro
Nizegorodcew e Matteo Torridi durante la trasmissione Tribuna Stampa (in onda su Radio Maria'
Maria' Sport) per presentare il libro "Lo Sport del Doping".

Intervistatore: La prima cosa che uno pensa leggendo il libro e' "accidenti che coraggio!"
 In effetti ogni 5-6 righe ci sono 3-4 potenziali querele. Che lavoro di documentazione c'è'
stato per poter pubblicare il libro?
Donati: Intanto per le querele voglio vedere. Prima di tutto le minacce sono lo sport più'
praticato, prima di farla (la querela) ci si deve pensare 100 volte e chi mi conosce ci pensa
1000. lo ho cercato sempre di documentarmi, un po' per la mia mentalità' di allenatore. Mi
rendevo conto che la battaglia era difficile e che quindi sarei stato facilmente vittima di
un contrattacco o di una controdenuncia, lo non ho fatto altro che mettere in fila le cose,
anche perche' non dimentichiamo che dal 2000 in poi sono cominciate le attività' giudiziarie
della Magistratura, quindi ho potuto utilizzare molti materiali che andavano a riscontrare
delle cose che io ero in grado di dire. Il problema e' che il CIÒ e la sua commissione medica
prima, e anche la WADA adesso, sono in gravissimo ritardo per mettere a punto i sistemi di
analisi per le nuove sostanze. Ad esempio: 50 anni per rintracciare gli stimolanti, più' di
25 per gli anabolizzanti, un lungo tempo per l'EPO, ancora nessun metodo per l'ormone della
 crescita.

Intervistatore: Adesso si parla anche di un altro tipo di doping. Si e' vociferato del caso
 Nadal, con una sostanza che fa ricrescere più' rapidamente dagli infortuni. Questa, usata
 localmente, non e' doping, ma su tutto il corpo e' doping.
Donati: Sono i fattori di crescita, che se usati in via locale o sistemica, possono produrre
tortissime risposte dell'organismo e quindi una forma di doping. Qui si e' in ritardo, ed
e' una categoria in cui c'è' un vuoto di capacita' di analizzare.

Intervistatore: Hai già' scelto l'avvocato? (ride)

Donati: Intanto vediamo se ce ne sarà' bisogno. Dovranno contare parecchi numeri prima di
farlo e potrebbe essere un'occasione per approfondire ulteriormente. Nel '96 usci' il mio
report sull'abuso di EPO, ricevetti 40 minacce di querela ma nessuna inoltrata. Magari era
un disguido delle Poste Quel che considero vigliacco e' il caso in cui le istituzioni dovessero
denunciarmi non pagando avvocati di tasca loro. Ho avuto 10 di queste cause e le hanno tutte
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 perse.
Intervistatore:   E'   giusto che un atleta trovato dopato possa tornare a gareggiare?
Donati: Se si tratta di uno sport individuale, non si ha nessunissima possibilità' di tornare
a gareggiare ai livelli di quando si e' assunto il doping. Diverso e' il discorso degli sport
tecnici: il doping non ha un peso assoluto, contano anche altre doti, che svolgono l'altra
parte del lavoro. In questo caso un atleta può' tornare abbastanza competitivo, lo farei tornare
gli atleti a gareggiare, ma sottoponendoli a controlli cosi' assidui da farli abbandonare.
Nel tennis, il numero dei controlli a sorpresa e' nullo, i controlli del sangue sono minimi,
le palline vanno sempre più' veloci, i giocatori sono sempre più' potenti. La conclusione
e' che questi grossi personaggi sportivi sono coperti per finalità' commerciali, cosi' come
lo e' stato Lance Armstrong che era la gallina dalle uova d'oro finche' non si e' scoperchiato
tutto il sistema-doping che gli girava attorno, peraltro già' denunciato in precedenza e che
gli farà' certamente perdere una montagna di soldi da sponsor e compagnie assicurative.

Proviamo ad esaminare anche le altre testimonianze.

17 gennaio 2013, Bruxelles: nel bei mezzo del polverone mediatico sollevato dall'intervista-confessione
concessa da Armstrong a Oprah Winfrey, ecco levarsi un altro j'accuse dal mondo sempre meno
 immacolato dello sport. Il belga Christophe Rochus, ex buon tennista non ha dubbi sulla proliferazione
di pratiche dopanti anche nel tennis e lo dice in modo chiaro (anche se ben poco circostanziato):
 "II doping nel tennis e' una realta', lo ribadisco da una decina d'anni, non ha dubbi sulla
 proliferazione di pratiche dopanti anche nel tennis e lo dice in modo chiaro (anche se ben
 poco circostanziato): "II doping, purtroppo, nel tennis e' una realta', lo ribadisco da oltre
dieci anni. Trattandosi di uno sport fisico, le tentazioni sono sempre maggiori e non necessariamente
essere trovati negativi ai controlli significa essere puliti: ci sono molti metodi e ricerche
 per passare inosservati. Quelle su Nadal sono voci, ma intanto siamo in tanti a porci una
domanda: come e' possibile dominare al Roland Garros ed un mese dopo non essere in grado di
giocare? Suona come un sospetto e che non ci siano prove e' un male". "Guardate lo svedese
Soderling: ha vinto il torneo di Bastad nel 2011 e da allora non ha più' giocato un torneo:
deve essere gravemente malato?- dice ironizzando sulla mononucleosi che sarebbe la causa dell'allontanamento
di Soderling dai campi da gioco- "in quel momento era all'apice della carriera ed avrebbe
 battuto chiunque e non si spiega come il giorno dopo si dica che non può' più' giocare a tennis".
 "Tutti sono compiici e col denaro si può' comprare il silenzio. L'ultima volta che ne ho parlato
 ho ricevuto una lettera di minacce dall'ATP: "questa e' l'ultima volta che parli senza prove".
 Piuttosto che continuare con questa ipocrisia credo sarebbe meglio legalizzare il doping.".

ATP che sul tema doping non ha certo gradito le rivelazioni "postume" di Andre Agassi. Nella
sua autobiografia "Open" Andre ha raccontato della sua positività' alle metanfetamine nel
 1997 quando venne "pescato" dall'antidoping. Fu pero' graziato dalla stessa ATP, che preferì'
credere alla sua versione dei fatti e, di fatto, insabbio' la faccenda.
18 gennaio 2013: Novak Djokovic, numero uno del tennis mondiale, attacca l'ex ciclista Lance
Armstrong considerandolo "una vergogna per lo sport". "Credo che sia una disgrazia per lo
sport avere un atleta come lui". "Non mi hanno fatto analisi del sangue negli ultimi sei,
sette mesi. Erano più' frequenti due, tré anni fa. Non so quale sia la ragione per cui li
abbiano frenati.".

12 febbraio 2013: Roger Federer, intervistato dalla CNN, sostiene nuovamente la necessita'
di controlli antidoping anche nel tennis: "Credo si debba fare il massimo per assicurare maggiore
 integrità' e fare in modo che i tifosi non smettano di seguire il tennis dedicandosi ad altri
sport solo perche' non si fidano più' dei giocatori, lo mi sono sempre battuto affinchè' ci
siano abbastanza controlli.".

Il doping e' un problema reale nel mondo dello sport e dopo l'esplosione dello "scandalo Armstrong"
 molti atleti hanno auspicato una linea dura per quanto riguarda i controlli: "Chi pensa che
 il tennis sia uno sport pulito e' ingenuo sostiene Federer Serve il passaporto biologico:
 chi bara deve avere paura.".

Ilcampione svizzero aveva già' lanciato questo messaggio durante il torneo di Rotterdam:
 "Ci sono sostanze proibite che possono non essere scoperte adesso, ma potranno esserlo in
 futuro: il rischio di essere scoperti aumenta.".
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Le recenti reazioni al problema
7 marzo 2013: solo un   mese dopo le dichiarazioni di Federer, bruciando le tappe, il Tennis
Anti-Doping Programme Working Group, un'assemblea formata da rappresentanti di ITF, ATP, WTA
e tornei dello Slam, riunitesi il 5 marzo per una normale revisione del programma annuale,
si trova d'accordo sull'opportunità' di introdurre la nuova misura anti-doping e ne delibera
l'introduzione senza attendere oltre.

Ilpassaporto biologico di un atleta e' un documento individuale ed elettronico che contiene
 irisultati dei test anti-doping e profili dei segnalatori biologici del doping consolidati
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lungo un periodo di tempo che può' essere utilizzato per rilevare variazioni nei valori di
un atleta che potrebbero indicare l'utilizzo di sostanze. L'introduzione del passaporto biologico
(Athlete Biological Passport, ABP) richiederà' un numero maggiore di controlli del sangue
ogni anno. Inoltre, nella riunione si e' anche espressa la volontà' di incrementare il numero
di controlli in generale, in particolare quelli fuori dalle competizioni, con un maggior numero
di fondi che arriveranno dagli organi di controllo del tennis e verranno amministrati dall'ITF.
Il tutto può' essere visto come l'ennesima conseguenza dello tsunami Armstrong, un caso la
cui risonanza ha spinto gli organi di pressoché' ogni disciplina sportiva ad interrogarsi
sulla validità' e sufficienza delle misure anti-doping attualmente in vigore.

In conclusione, tante voci, tante opinioni, esperti, professionisti, tutti concordi su una
 cosa il doping esiste, il doping e' cambiato, test antidoping non sono adeguati, le convenienze
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 economiche non spingono nel verso di una maggiore chiarezza. E' vero, le prove non ci sono,
 ma e' anche vero che, stando cosi' le cose, non potrebbero esserci. Sicuramente pero' ci sono
 tanti indizi logici da approfondire e speriamo che chi può', chi deve, abbia finalmente il
 coraggio di farlo!
FONTI:  sport.Virgilio.it;ilpost.it; tennis.it;tennisitaliano.it; ubitennis; sport.virgilio.it;
 repubblica.it sport; vavel.com; teladoiolamerica.net; tuttosport.com: il corrieredeltennis.com;
 ansa.it; la stampa.it; il corrieredellasera.it; spaziotennis.com; SportCafe'24.com; la repubblica.it;
 pianetatennis.com; federtennis.it.
Per la stesura di questo articolo sono state consultate molte decine di fonti, spesso assai
simili nei contenuti, ci si scusa se non e' possibile riportarle tutte e ci si e' limitati
alle più' significative.

                                                             Scritto da luisabosco   il   apr 4 2013

                        Nadal: indizi di doping o solo sospetti?
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