Minaccia nucleare russa, Morini: "Putin non bleffa mai, sbagliato sottovalutarlo" - di Nicola Seppone 08 Marzo 2022 - 17:44 - Il Vostro Giornale

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Minaccia nucleare russa, Morini: "Putin non bleffa mai, sbagliato sottovalutarlo" - di Nicola Seppone 08 Marzo 2022 - 17:44 - Il Vostro Giornale
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      Minaccia nucleare russa, Morini: “Putin non bleffa mai,
      sbagliato sottovalutarlo”
      di Nicola Seppone
      08 Marzo 2022 – 17:44

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Minaccia nucleare russa, Morini: "Putin non bleffa mai, sbagliato sottovalutarlo" - di Nicola Seppone 08 Marzo 2022 - 17:44 - Il Vostro Giornale
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      Mondo. Il 24 febbraio 2022 è una data che rimarrà impressa nei libri di storia.
      Quel giorno, infatti, è iniziata ufficialmente quella che il presidente russo Vladimir Putin
      ha definito come “una operazione militare speciale” in Ucraina. Anche nel savonese, a
      migliaia di chilometri di distanza da quei Paesi, iniziano a sentirsi i primi effetti di un
      conflitto scoppiato nel cuore dell’Europa e che oggi, mentre continuano a cadere bombe e
      missili su Kiev, rischia di espandersi. In pochi giorni sono tornate di attualità parole
      che sino a poche settimane fa eravamo abituati a leggere solo sui libri di storia.

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      È una guerra a tutti gli effetti le cui ripercussioni si riflettono sul mondo intero. Ma perché
      ci troviamo in questa situazione? Perché i russi hanno deciso di invadere militarmente uno
      Stato sovrano? Che cosa si nasconde dietro al disegno del capo del Cremlino?

      Ne abbiamo parlato nel corso de “La Telefonata”, il podcast di IVG condotto dal
      giornalista Nicola Seppone, insieme a Mara Morini, docente di Politics of Eastern
      Europe all’Università di Genova ed esperta di politica russa.

      “CI SVEGLIAMO OGGI DOPO OTTO ANNI DI CONFLITTI”

      Agli occhi di chi non conosce la storia, l’invasione russa apparirà come un fulmine a ciel
      sereno. Un’azione inattesa e ingiustificata. Ma per capire a fondo come siamo arrivati a
      questo punto, bisogna, appunto, conoscere la storia. Sono circa otto anni, infatti, che si
      parla di un conflitto nel Donbas.

      “Qui è chiaro chi è l’aggressore e chi è l’aggredito – esordisce con una
      puntualizzazione Mara Morini -. Ci sono delle ragioni di natura storica, quasi secolari. La
      situazione che si è venuta a creare oggi ha una data ben precisa, il crollo dell’Unione
      Sovietica e la dichiarazione di indipendenza del 1991 dell’Ucraina. Un Paese che ha
      avviato un articolato processo di democratizzazione al suo interno, con alternanza al
      potere di presidenti filo-russi e filo-occidentali”.

      ASCOLTA “LA TELEFONATA” CON LA DOTTORESSA MARA MORINI

      L’Ucraina, quindi, è un Paese culturalmente, socialmente e politicamente diviso:
      “Abbiamo una frattura che spacca il Paese nella parte più settentrionale, più filo-
      occidentale, mentre quella meridionale (Crimea, territorio del Donbas) più filo-russo –
      spiega la docente -. Poi al suo interno l’Ucraina ha diverse minoranze etniche. Le tensioni
      negli ultimi anni sono state incrementate anche da alcune decisioni del presidente
      Zelensky, come quella di seguire l’impostazione di Porošenko (ex presidente
      ucraino, ndr), cioè di equiparare la lingua russa nelle scuole ad una lingua straniera
      e proibire di parlare la lingua russa nelle pubbliche amministrazioni. Questo ha
      sicuramente creato delle tensioni che ovviamente non possono giustificare l’intervento
      militare della Russia”.

      UNA GUERRA FRATRICIDA

      Secondo Putin, russi e ucraini sarebbero lo stesso popolo: “No, non è così – afferma
      Morini -. Il disegno di Putin non è recente ma risale ai tempi in cui ha conquistato il
      potere. Negli anni c’è stato un progressivo allontanamento da parte della Russia di Putin
      nei confronti degli USA e dell’UE, in seguito anche alla rivoluzioni colorate, all’espansione
      della Nato, che sono stati percepiti dal Cremlino come una interferenza americana-
      europea nelle politiche domestiche delle ex repubbliche socialiste e sovietiche in un’ottica
      di ordine internazionale”.

      Secondo la professoressa, il popolo russo è sempre stato diviso in due se non in tre. In
      questi giorni abbiamo visto le immagini delle vie e delle piazze di Mosca dove sono
      andate in scena le proteste dei cittadini contro la guerra in corso. Oggi chi parla di
      “invasione dell’Ucraina” in Russia rischia anche il carcere.

      Nel frattempo il Cremlino sembra aver dato il via ad un’altra operazione, questa volta in

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      rete. Gradualmente, infatti, sono stati oscurati diversi social network (come Facebook e
      Twitter) e da Mosca sono stati sospesi i servizi dei principali media internazionali (tra cui
      la stessa Rai).

      OLTRE L’UCRAINA: “PUTIN VUOLE CHIUDERE CON L’OCCIDENTE”

      Analizzando la situazione in continua evoluzione, la dottoressa Morini si è fatta un’idea
      ben precisa sugli obiettivi di Putin: “Quello a cui stiamo assistendo non riguarda solo
      Russia e Ucraina, ma la Russia e l’Occidente. C’è in gioco molto di più. Putin voleva essere
      un attore considerato alla pari di altri grandi potenze con le quali interagire ad un tavolo
      per decidere ad un tavolo l’assetto del futuro ordine internazionale. Putin ha
      motivazioni sia di natura domestica sia di natura internazionale”.

      Ci troviamo di fronte ad uno storico spartiacque rispetto a quelli che saranno i
      futuri rapporti all’interno dell’ordine internazionale. E secondo Morini Putin avrebbe
      preso una decisione premeditata: “Ha approfittato di alcuni fattori contingenti – spiega la
      professoressa -, come la vulnerabilità economica-sociale della pandemia, il fatto che
      secondo lui l’UE è molto divisa su molte politiche. Inoltre, in questo momento la Germania
      deve affrontare il post Merkel, Macron ha le elezioni presidenziali e soprattutto gli USA di
      Biden, dove il presidente è ritenuto politicamente debole non solo per i sondaggi ma anche
      a seguito del disimpegno in Afghanistan. Tutto questo, unito alla situazione della Nato, che
      lo stesso Macron aveva definito di ‘morte celebrale’, e senza dimenticare che l’Ue dipende
      energeticamente dalla Russia, ha indotto Putin ad accelerare questo processo”.

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      “Questa guerra ha rivitalizzato la Nato e ha ricompattato la UE. Uno dei punti deboli
      dell’UE è l’inesistenza di una politica di difesa e di sicurezza comune, come l’assenza di un
      esercito militare. Io ritengo che Putin abbia deciso di chiudere con l’Occidente. È un
      autocrate deluso da certi passaggi storici-istituzionali e politici, sia dagli USA sia dall’UE,
      che forse ha ritenuto di dare una dimostrazione di forza perché ci ritiene deboli. Credo che
      Putin abbia considerato l’Occidente una opzione da escludere e si stia rivolgendo, anche
      dal punto di vista economico, al mercato asiatico e indo-pacifico”.

      MINACCE NUCLEARI E IL RISCHIO DI “UN PERICOLOSO PRECEDENTE”

      Putin lo ha detto chiaramente senza girarci intorno: “Chiunque tenti di crearci ostacoli
      e interferire in Ucraina sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze
      mai viste prima. Siamo preparati a tutto. Spero di essere ascoltato”. È, in poche
      parole, la minaccia di una guerra nucleare.

      Sinora USA e UE hanno voluto rispondere all’invasione russa in Ucraina attraverso due
      modalità. Le sanzioni sono state lo strumento principale, mentre la vera novità è
      rappresentata dall’invio di armi da alcuni Paesi Ue (Italia compresa) a sostegno del
      governo ucraino. E qui il rischio ‘interferenza’ paventato da Putin è molto, molto elevato.

      “Credo – prosegue Morini – che il Cremlino possa concepire l’invio di armi
      all’Ucraina una sorta di dichiarazione di guerra. E questo perché tutto ciò che
      contrasta il disegno di Putin viene considerata un’azione aggressiva. Inviare solo armi è
      anche un po’ come dire ‘arrangiatevi’. È una situazione di mezzo, che è comprensibile visto
      il momento storico, ma può essere rischiosa per come viene percepita dalla presidenza
      putiniana”.

      “PUTIN NON BLEFFA MAI, ATTENZIONE A NON PRENDERLO SUL SERIO”

      Per la dottoressa Morini il rischio di una guerra nucleare non può essere escluso per
      una ragione molto semplice: “Putin non bleffa mai, l’ipotesi è concreta. Gli USA per il
      momento sono quasi più cauti dell’UE, idem la Nato. C’è una grande cautela e una sorta di
      incrementalsimo, ovvero Putin da un lato manda la delegazione russa a trattare, annuncia
      la tregua ma i bombardamenti continuano. Così si crea anche un precedente. Qualsiasi
      autocrate nel mondo può alzarsi una mattina e invadere lo Stato confinante e
      minacciare il nucleare. Magari è anche una valutazione di Putin che vuole vedere sino a
      che punto l’Occidente è disposto a soccombere dal suo punto di vista. È una situazione
      delicata e comprendo e condivido la necessità di muoversi passo dopo passo”.

      LA POSSIBILE SOLUZIONE PER FAR TACERE LE ARMI

      La dottoressa Morini lo ha detto all’inizio. L’Ucraina è un Paese che non è mai stato così
      coeso. Ecco perché secondo la docente universitaria una delle possibili soluzioni per
      porre fine al conflitto potrebbe arrivare proprio dai negoziati: “Da un lato l’Ucraina
      potrebbe accettare il riconoscimento delle due repubbliche indipendenti, l’annessione
      della Crimea e la neutralità sulla questione Nato, dall’altro lato però Putin dovrebbe
      accettare che Zelensky rimanga presidente almeno sino al 2024, quando ci saranno le
      prossime elezioni presidenziali. Questa potrebbe essere una soluzione di compromesso”.

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