Meteorologia d'altri tempi

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Meteorologia d'altri tempi
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 33 anno IX

                           Meteorologia d’altri tempi
Introduzione
Di: Roberto Pedemonte
                             Nella relazione del prof. Pietro Maria Garibaldi del 1884
                             presentata negli ultimi numeri della rivista, si faceva riferimento
                             alle notizie meteorologiche contenute nella Guida di Genova
                             pubblicata per i tipi Ferrando nel 1846, nella quale era
                             contenuto un compendio meteorologico riferito al primo
                             decennio di funzionamento dell’Osservatorio della Regia
                             Università di Genova, cioè dal 1833 al 1842. Benché alcuni dati
                             sommari erano già contenuti nella predetta relazione (vedasi
                             Rivista Ligure di Meteorologia n. 32) qui proponiamo, in forma
                             particolareggiata, le tabelle e le annotazioni riportati nella
                             Guida, opera di Lorenzo Pareto, uomo di scienza dedicatosi
                             principalmente allo studio della geologia ma che ha anche avuto
                             vita politica attiva sia come deputato che promotore dei moti
                             insurrezionali di Genova del 1849.

                             L’analisi è molto dettagliata e verrà presentata su queste
                             pagine divisa in capitoli, ciascuno dedicato a un elemento del
                             clima. Iniziamo con la temperatura, la cui analisi, per ragioni di
                             lunghezza, viene divisa in due parti: la prima presenta una
                             disamina e un commento dei dati rilevati mentre la seconda,
Copertina originale del      che pubblicheremo sul prossimo numero, riporterà quattro
volume: Descrizione di       tabelle contenenti i valori medi ed estremi.
Genova e del Genovesato
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Da Descrizione di Genova e del Genovesato – Volume I, Tipografia Ferrando, Genova, 1846
Meteorologia d'altri tempi
Rivista Ligure di Meteorologia – n° 33 anno IX

Notizie Meteorologiche di Genova
Parte prima

                                   Al Lettore

                          Il lavoro che presentiamo ai lettori della Guida sulla
                          meteorologia della Liguria, o,più esattamente
                          parlando della città di Genova, è opera del
                          chiarissimo professore D. Giacomo Garibaldi che la
                          morte ha da poco rapito alle scienze all’affetto ed
                          all’ammirazione di quelli cui era dato di conoscerlo
                          intimamente. Caldo egli dell’amore della sua patria
                          cercò sempre per quanto era da lu, promuoverne il
                          decoro ed il lustro, ed infatti a lui si deve
    Lorenzo N. Pareto     primieramente lo stabilimento dell’osservatorio
meteorologico della nostra Università, e per mezzo di questo gli fu dato di
constatare fatti molteplici circa la nostra meteorologia, che dapprima
soltanto sospettavansi, ma de’ quali non eravi alcuna certezza e con le
osservazioni eseguite in quest’osservatorio durante un decennio, e con tanta
accuratezza, se non possono uguagliare la certezza e l’ampiezza de’ fatti,
che per la meteorologia di altri paesi, ne’ quali da più lungo tempo furono
stabiliti osservatorii è stato dato raggiungere, presentano nondimeno indizii
sufficienti a farci concepire un’idea esatta di quanto concerne la
meteorologia d’un punto, che per la sua situazione è interessantissimo e che
dai più dotti è stato indicato come uno di quelli che può somministrare
osservazioni più pregevoli ed atte a far progredire una scienza che puossi
dire ancora sul nascere.
Situati noi nel punto più settentrionale del mediterraneo, e ove quasi si
congiungono due grandi catene di montagne, era facile il sospettare che
qualche particolare fenomeno dovesse presentare la nostra meteorologia.
Dall’esatto ed accurato lavoro del professor Garibaldi si può riconoscere che
questo sospetto aveva stabile fondamento; straordinaria infatti tra noi la

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quantità della pioggia, speciali le direzioni de’ venti; e quanto alle
temperature, certamente Genova è uno de’ punti in cui a più settentrionale
latitudine corrisponde più mite clima. Tutte queste cose nel dotto lavoro
dell’egregio, che noi piangiamo, appariscono, siccome vi appariscono nuove
osservazioni sull’abbassamento o rialzamento del livello delle acque del
nostro mare a seconda dell’aumento o diminuzione delle pressioni
barometriche.
Avrebbe bramato quell’esimio poter dare per complemento al suo lavoro sulla
meteorologia un dato delle sue osservazioni sulla declinazione e inclinazione
dell’ago magnetico in un punto sì notevole della periferia del mediterraneo
qual è Genova, ma la morte lo rapì mentre queste osservazioni stava
portando al termine. Non mancò però un dotto sacerdote, D. Fortunato
Ciocca, che ne istituì altre le quali infine dell’articolo sulla meteorologia noi
presentiamo in supplemento di quanto il professor Garibaldi stava
preparando, e per far conoscere esattamente la quantità di deviazione
dell’ago magnetico su queste nostre sponde, e in una città in cui tutto ciò che
concerne gli studi nautici deve avere sulle altre scienze il primato, perché
questi soli possono fornire un tal quale compenso alle passate grandezze e
ancor farci gloriosi percorrere quell’elemento di cui un Nostro misurò primo
la più ampia estensione e aprì la strada a tutto precorrerlo per quanto esso
cerchia la stabile terra.
Io ho ardito, o cortese lettore, anticipare al tuo giudizio e fare un elogio del
lavoro che ti presento, il quale è opera di un egregio di cui la nostra città
rimpiange la perdita. Tu confermerai senza dubbio quanto ne ho accennato,
perché nel giudicare non fui guidato da spirito prevenuto e perché mi stava
davanti la massima che ai morti devesi tutta la verità. Avrei dovuto, lo so,
astenermi dal pronunciare alcun giudizio, ma mi doleva di lasciar trascorrere
l’occasione di tributare alla memoria di un amico e di un dotto cultore delle
scienze, quell’omaggio che la città nostra e quelli tutti che conoscevano l’alto
sapere di lui congiunto ad estrema modestia, si compiacevano di proferirgli
durante la vita.

Vivi felice.
                                                             LORENZO N. PARETO

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                                  Temperatura
                                          Per dare un’idea del clima di Genova e
                                          del posto che gli compete fra i varii climi
                                          della nostra penisola presentiamo in
                                          diversi quadri il sunto delle osservazioni
                                          termometriche del decennio, ordinate nel
                                          modo da noi stimato più acconcio a far
                                          conoscere la media temperatura del
   Atrio della Regia Università di Genova luogo, le principali modificazioni di essa
                                          cagionate dalle varie posizioni del sole
nell’eclittica e rispetto al meridiano, ed ancora le massime e le minime
temperature dei mesi, delle stagioni e degli anni.
Il primo quadro presenta i medii annuali delle temperature orarie, delle
massime e minime temperature diurne, e le semisomme di questi ultimi medii,
le quali, come è ben noto, corrispondono assai prossimamente ai medii annui
delle medie temperature giornaliere.
Il secondo contiene le medie decennali delle temperature orarie, nonché delle
massime, minime e medie temperature corrispondenti ai diversi mesi e
stagioni; considerando le stagioni non astronomicamente, ma giusta la
consuetudine de’ meteorologisti, cioè prendendo per l’inverno i mesi di
dicembre, gennaio e febbraio; per l’estate i mesi di giugno, luglio ed agosto; e
gli altri mesi per le stagioni intermedie.
Nel terzo son riferiti i medii decennali delle estreme temperature osservate
nei periodi dei mesi e delle stagioni, ed i medii consimili delle massime
oscillazioni termometriche avute ne’ suddetti periodi e nei periodi diurni.
Finalmente nell’ultimo si sono riferite le massime e minime temperature
assolute d’ogni anno coll’indicazione delle epoche ad esse corrispondenti.
Dalla discussione delle cifre di questi quadri deduconsi diverse generalità,
riguardo all’andamento delle temperature in Genova, che passiamo ora ad
esporre.

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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 33 anno IX

In primo luogo vediamo che la media delle temperature, osservate alle 9 del
mattino, è presso a poco eguale alla media temperatura dell’anno, la quale,
calcolata sull’insieme di tutte le osservazioni, ascende a 15.° 58. 1. Questa è
ben poco diversa dalla media temperatura di Nizza, Firenze e Roma, ed è
notabilmente maggiore di quella che si dovrebbe aspettare, avendo soltanto
riguardo alla latitudine di Genova, e non considerando tutte quelle
circostanze particolari del suolo, che influiscono nella distribuzione delle
temperature alla superficie del globo, tra le quali sono primarie la vicinanza
del mare ed il riparo de’ monti 2.
Le medie temperature annuali variano assai da un anno all’altro, la
maggiore di quelle del decennio fu di 16.° 83 nell’anno 1834, e la minima di
14.° 62 nel 1838; alle quali corrisponde una oscillazione di 2.° 21. La
grandezza di questa oscillazione ci avverte, che per avere la media
temperatura assoluta del luogo indipendente dalle cause accidentali che
possono modificarla, si richiederebbero osservazioni prolungate ad un
maggior numero d’anni.
La media temperatura annuale sarebbe insufficiente a caratterizzare il clima
di Genova, quando non si avesse riguardo alle variazioni cui son soggette le
temperature dei giorni, de’ mesi e delle stagioni.
L’andamento medio della temperatura durante il periodo diurno si rileva
prossimamente dal modo in cui si succedono i valori orarii della medesima.
In generale il termometro alle 9 del mattino segna una temperatura
pressoché eguale alla media diurna, di poi con progressione alquanto diversa
nei varii mesi e stagini, sale gradatamente sino ad un massimo, che
raggiunge intorno alle 3 pomeridiane nella primavera e enll’autunno, verso le
2 nell’inverno, e presso le 4 in estate; quindi esso discende verso un secondo
medio che raggiunge prima delle 9 di sera, e così continua fino ad un minimo
che tocca alla mattina prima del levar del sole.
L’oscillazione media, compresa fra le 9 di mattina e le 3 pomeridiane, non
arriva a 2 gradi, mentre la media oscillazione, compresa fra il massimo e
minimo giornale, oltrepassa i 5 gradi.

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L’andamento medio delle temperature nel corso dell’anno si rileva
similmente dal modo in cui succedono le cifre dei medii mensuali e dei medii
delle stagioni 3.
Si vede che la media temperatura, ridotta al suo minimo grado in gennaio,
ascende, durante sette mesi, verso un valore massimo che raggiunge in sul
finire di luglio, ed oltrepassato questo, essa, durante gli altri cinque mesi,
discende per ricondursi al minimo. Avendo le epoche delle estreme
temperature d’ogni anno si potevano calcolare le epoche medie della minima
e della massima temperatura annuale, e si è trovato che la prima corrisponde
ai 13 di gennaio e la seconda ai 27 di luglio. Variando fra questi estremi la
temperatura passa due volte pel suo valor medio, e ciò avviene il 14 aprile ed
il 21 di ottobre. Queste epoche medie determinano i limiti veri delle diverse
stagioni in Genova.
La differenza fra la minima e la massima delle medie mensuali è di 17 gradi,
i quali sono inegualmente distribuiti nei diversi mesi: infatti paragonando le
differenze successive delle temperature dei singoli mesi si trova che dopo il
minimo di gennaio le stesse temperature ascendono lentamente nei primi
quattro mesi, poscia assai più rapidamente nel quinto e sesto, e di nuovo
lentamente nel mese adiacente all’epoca del massimo; oltrepassato questo, le
temperature mensuali discendono verso il minimo; lentamente assai sul
principio, ma ben tosto con corso molto veloce, che diviene velocissimo in
novembre.
Paragonando le medie delle stagioni colla media annuale, si rileva che
quest’ultima supera di 1°, 7 la media di primavera, ed è superata di 1° dalla
media autunnale; che inoltre la temperatura dell’inverno discende di 7°, 2 al
disotto della media annuale, mentre quella d’estate ascende a 7°, 9 al
disopra.
Il clima di Genova è rinomato per l’incostanza delle temperature: infatti la
colonna termometrica vi è soggetta a frequenti oscillazioni, talvolta assai
estese anche nel breve periodo d’una giornata. Il medio valore delle massime
digressioni giornali del termometro ascende a 8°, 5 nei periodi mensuali, ed a
9, 5 nei periodi delle stagioni: le maggiori di queste digressioni si trovano
nella primavera e nell’estate, le minori nell’inverno e nell’autunno 4.

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Rivista Ligure di Meteorologia – n° 33 anno IX

Dal confronto della media annuale con i medii delle massime e minime
temperature dei mesi e delle stagioni, si desume che il termometro, nelle sue
maggiori rilevazioni, rimane in gennaio un grado circa al disotto della
suddetta media annuale, che tocca la stessa media in febbraio, e che la
sorpassa in tutti gli altri mesi sino a discostarsene di 15 gradi, il che succede
nei mesi di luglio e di agosto, ne’ quali la massima temperatura supera di
poco i 30°½. Invece nelle sue maggiori depressioni è nei soli mesi di luglio e
d’agosto che si sostiene di 2 circa gradi al disopra della media annuale,
mentre in tutti gli altri scende al disotto della medesima, e se ne allontana
sino a 16 gradi, il che avviene nel mese di gennaio in cui la minima
temperatura è 0°, 4.
Ricercando le massime oscillazioni mensuali del termometro le troviamo
tutte comprese fra 12°, ¾ e 16°, ¾. Maggiori di queste e più divergenti tra
loro sono le massime oscillazioni delle stagioni: quelle della primavera e
dell’autunno si estendono a 24°, la invernale è limitata a 18°, e l’estiva, che
è la minore di tutte, arriva a soli 17°; la media di tutte queste rinviene
20°,8.
a quel che abbiamo detto disopra intorno alle massime oscillazioni diurne
possiamo concludere che nella primavera queste concorrono colle massime
oscillazioni delle stagioni, mentre nell’estate le massime oscillazioni giornali
s’incontrano colle minime delle stagioni.
Rispetto in ultimo alle estreme temperature annuali, troviamo che in questi
dieci anni la massima oscillò fra 30°,5 e 35°,5, e la minima fra 1° sopra lo
zero e 3°,1 al disotto, onde l’oscillazione del massimo freddo fu doppia di
quella del massimo caldo 5. I medii valori di queste massime o minime
assolute li troviamo eguali a 31°,67 sopra, ed 1°,23 sotto lo zero, dimodochè
il movimento della colonna termometrica, dal massimo caldo estivo al
massimo freddo invernale, può dirsi in Genova di 33 gradi. Questa massima
digressione, che risulta dal concorso simultaneo delle cause che producono le
variazioni annue e diurne del termometro, ha un valore quadruplo quasi di
quella sopra notata, compresa nei soli periodi diurni.
La massima di tutte le temperature osservate nel decennio, ascese a 32°,3 il
13 agosto 1842, e la minima fra le medesime discese 3°,1 sotto lo zero il 2

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gennaio 1836; quindi la massima digressione assoluta in questo periodo fu di
35°,6.
Il massimo caldo estivo fu sempre in luglio od agosto, tranne una volta in
giugno. Il massimo freddo invernale fu generalmente in gennaio; due volte
soltanto sui primi di febbraio, ed una sola volta in dicembre. Le epoche
medie del massimo caldo e del massimo freddo, dedotte da quelle osservate
nei singoli anni, corrispondono, come già dicemmo, al 26, 6 di luglio ed al 12,
5 di gennaio.
In due soli anni la minima temperatura annuale si sostenne al disopra dello
zero, negli altri scese al disotto, meno una volta che si fermò a zero. Durante
il decennio si ebbero in tutto 84 giorni di gelo, cioè una media di giorni 8
ogni anno, de’ quali la metà cadde in gennaio 6.

NOTE
1   Vedasi il prospetto n.° 1.
2 Cheil riparo de’ monti influisca moltissimo sulla media temperatura, ne
fanno fede diverse località delle nostre riviere, le quali, perché difese in
questo modo più immediatamente dai venti settentrionali, godono d’un clima
anche più mite del nostro; tali sono Portofino, Camogli, Nervi, Pegli, S.
Remo e Bordighera.
3   Vedasi il prospetto n.° 2.
4   Vedasi il prospetto n.° 3.
5 Vedasi   il prospetto n.° 4.
6 IlGiustiniani nel quinto libro de’ suoi annali fa menzione di un freddo
quali incredibile per queste parti, che oppresse Genova nell’anno 1493, e tale
che congelassi il mare attorno ai ponti ed agli scali del porto, di maniera che i
barcaroli non potevano allargar le loro barchette dalla terra, né navigare. Il
Casoni ricorda un freddo pure assai rigido avvenuto in febbraio del 1621,
per cui essendo nei giorni 8 e 9 piovuto, rimasero le strade coperte da una
lastra di ghiaccio che fu duopo rompere a forza di picconi: videsi in allora

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pure agghiacciato il mare in alcune parti della Darsena (Cas. Ann. Lib. 2). I
freddi memorabili che si fecero sentire in Genova nel nostro secolo furono nel
1814 il 22 febbraio, nel 1816 il 31 gennaio, e nel 1830 il 2 febbraio: in questi
il gelo fu assai intenso per tutta la città ed anche in alcuni luoghi interni del
porto.

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