Merate: Antonio Caprarica e il ricordo di Lady D, la Principessa che ha cambiato l'Inghilterra

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Merate: Antonio Caprarica e il ricordo di Lady D, la Principessa che ha cambiato l'Inghilterra
Merate: Antonio Caprarica e il ricordo di Lady D, la
Principessa che ha cambiato l'Inghilterra
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La sera del 22 marzo il sipario dell'auditorium del Collegio Villoresi si è aperto sulle note di
una versione piano e voce di "Candle in the wind", il brano che Elthon John aveva eseguito
il 6 settembre del 1997 nell'Abbazia di Westminister, durante la celebrazione del funerale
della Principessa Diana. Tutti conoscono la storia della Principessa Triste: la sua persona,
ancora così piena di fascino per diverse generazioni, a vent'anni dalla sua scomparsa
continua ad ispirare scrittori e sceneggiatori.

Antonio Caprarica e Stefano Motta

"Oggi sarebbe una bella signora di 56 anni, il sorriso di sempre, lo sguardo
malinconico che indossava sempre" ha ricordato il preside dell'Istituto, il professor
Stefano Motta, dando così inizio all'incontro con Leggermente, la rassegna letteraria
organizzata insieme a Assocultura Confcommercio Lecco e giunta alla sua nona edizione.
Lo spunto per parlare dell'icona di stile ed umanità è stato offerto da un ospite d'eccezione,
comparso davanti al pubblico meratese per presentare il suo ultimo lavoro, "L'ultima estate
di Diana": il celebre giornalista e corrispondente dall'estero per la Rai Antonio Caprarica. Il
cronista è grande conoscitore della cultura anglosassone: per anni inviato di guerra in
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Afghanistan e Iraq, è poi entrato nei piccoli schermi degli italiani durante i suoi molteplici
collegamenti da Il Cairo, Mosca, Parigi e Londra. "L'inizio del mio libro è una
coincidenza... perchè la vita è una coincidenza" ha raccontato Caprarica: lui in quella
sua ultima estate del '97 Lady D l'aveva vista godersi un attimo di serenità sullo yacht
dell'amante Dodi Al-Fayed in Sardegna. L'episodio durante la stesura dello scritto è
riecheggiato nella mente dell'autore, che si è sentito "colpevole" perchè anni addietro si era
trovato a parteggiare per Carlo.

"Tuttavia vent'anni dopo il mio sguardo su Diana è cambiato notevolmente" ha
confessato "e mi pare chiaro che molto difficilmente Carlo entrerà nella storia del suo
Paese, mentre Diana c'è già entrata e a pieno titolo, perchè la sua vicenda umana è
servita a cambiare radicalmente l'Inghilterra". Si sono spesi fiumi d'inchiostro di cronaca
rosa sul triangolo amoroso fra Carlo, Diana e Camilla, sul divorzio fra i Principi d'Inghilterra
e gli amanti di lei, ma quello che emerge dall'intreccio delle famose vicende è la personalità
di Diana: una donna che si trova a impersonificare il sogno delle adolescenti, quello di
sposare il principe azzurro, una donna che è stata poi smentita dalla sua stessa vita, ma
comunque "una donna innamorata dell'idea dell'amore". Forse è proprio questo quello
che ha reso la Principessa di Galles così affascinante agli occhi di tutti: "C'è nella storia di
Diana una valenza letteraria fortissima. Di solito quando uno legge un romanzo è
colpito dalla veracità di un personaggio, ma a me nel caso di Diana è capitato il
contrario: è così ricca da sembrare più una storia letteraria che vera."
VIDEO

Quello che aveva fatto entrare Diana Spencer nei cuori non solo dei suoi sudditi, ma di
tutto il mondo è stata quel suo "gusto per l'anticonvenzionale e la libertà" (come l'ha
definito lo scrittore) e che ha tramandato anche ai suoi figli: ha sempre voluto uno stretto
contatto e confidenza con William e Harry, cosa proibita dallo stretto protocollo di palazzo.
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È stata la prima donna di Buckingam Palace a volersi dimostrare come una persona vera e
con dei sentimenti, prima che come una reale. Passando per la sua relazione con il
cardiochirurgo Asnat Khan, alla celebre copertina del Sunday Mirror che ritraeva "The kiss"
con Dodi Al-Fayed Antonio Caprarica ha dipinto un ritratto dettagliato della Principessa:
quello della lady che aveva conquistato chiunque con la sua bontà d'animo, ma che nel suo
profondo si sentiva sola, talmente sola da circondarsi di una "corte dei miracoli", fatta di
ciarlatani, cartomanti e indovini, cui lei aveva creduto davvero, nella sua semplicità.

Infine è purtroppo giunto il momento di parlare di quel triste 30 agosto del 1997, il giorno
che ha cambiato tutto: "Poche persone come lei sono state il cambiamento
dell'Inghilterra a cavallo fra XX e XI secolo. Il segno più evidente di questa differenza
sta tutto in un minimo gesto, compiuto da Elisabetta II al passaggio del feretro della
ex nuora: la Regina d'Inghilterra, che per tradizione ed etichetta non china mai il
capo davanti a nessun potente di questo mondo, davanti alla bara ha chinato il capo.
Per me quello è stato il segno della resa." Con questa riflessione il giornalista ha
terminato il suo intervento, a cui sono seguite le domande del pubblico. A conclusione della
serata il professor Motta ha voluto porre un ultimo quesito a Caprarica: "Qual è secondo
te il futuro della monarchia inglese?". La risposta, per nulla scontata ha lasciato molto
da pensare ai presenti: "La mia prognosi è positiva per i Windsor, se non si ponesse
questo problema: il paradosso della monarchia di oggi di voler essere normale. Ma a
furia di voler essere normale, prima o poi la gente non preferirà un Primo Ministro?
Tuttavia bisogna sempre ricordarsi di questo: la monarchia non ha niente a che fare
con la logica e la ragionevolezza. Ha a che fare con gli istinti, le emozioni, la
tradizione e i sentimenti."
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