Martedì 16 aprile 2019, ore 20,30 Quartetto di Cremona Ciclo Beethoven / Bartók III
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martedì 16 aprile 2019, ore 20,30 Quartetto di Cremona Ciclo Beethoven / Bartók III Beethoven - Quartetto n. 2 in sol maggiore op. 18 n. 2 Bartók - Quartetto n. 5 SZ 102 Beethoven - Quartetto n. 11 in fa minore op. 95 “Serioso” Foto © Nikolaj Lund 154a STAGIONE 2018 | 19 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO
CONSIGLIO DIRETTIVO Ilaria Borletti Buitoni presidente, Francesca Moncada di Paternò vice presidente, Filippo Annunziata, Marco Bisceglia, Liliana Konigsman comitato esecutivo Lodovico Barassi, Mario Bassani, Anna Calabro, Andrea Kerbaker, Marco Magnifico Fracaro, Maria Majno, consiglieri CONSIGLIERI DI TURNO DIRETTORE ARTISTICO Anna Calabro Paolo Arcà Francesca Moncada di Paternò SOSTENGONO LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO LE PROVE APERTE SONO SOSTENUTE DA COLLABORANO CON LA LA SOCIETÀ DEL QUARTETTO SOCIETÀ DEL QUARTETTO PARTECIPA A MEDIA PARTNER PROGETTO FOTOGRAFICO con gli studenti del corso di formazione avanzata tenuto da Silvia Lelli: Riccardo Carotti, Angela Cilli, Anna Ferro, Francesca Romana Gaglione, Gabriele Merlin, Roberto Moro, Ivan Nocera, Erica Portunato, Cristina Troisi È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare. Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di: • disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici • evitare colpi di tosse e fruscii del programma • non lasciare la sala fino al congedo dell’artista Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto. 2
Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 - Vienna 1827) Quartetto n. 2 in sol maggiore op. 18 n. 2 (ca. 25’) I. Allegro II. Adagio cantabile III. Scherzo. Allegro IV. Allegro molto, quasi presto Béla Bartók (Nagyszentmiklós 1881 - New York 1945) Quartetto n. 5 SZ 102 (ca. 30’) I. Allegro II. Adagio molto III. Scherzo: alla bulgarese IV. Andante V. Finale. Allegro vivace I N T E RVA L LO Ludwig van Beethoven (Bonn 1770 - Vienna 1827) Quartetto n. 11 in fa minore op. 95 “Serioso” (ca. 23’) I. Allegro con brio II. Allegretto ma non troppo III. Allegro assai vivace, ma serioso IV. Larghetto espressivo V. Allegretto agitato 3
In occasione della seconda edizione del Franco Buitoni Award 2019 conferito oggi al QUARTETTO DI CREMONA per la loro straordinaria qualità artistica e per la loro instancabile attività per la diffusione della Musica. Il concerto di stasera, offerto da Ilaria Borletti Buitoni, è in me- moria di FRANCO BUITONI, per oltre 30 anni Presidente degli Amici della Musica di Perugia, fondatore del Borletti-Buitoni Trust (www.bbtrust.com), vero mecenate, appassionato, colto conoscitore di Musica in particolare da camera. Il BBTrust da 16 anni sostiene giovani artisti e progetti mu- sicali: oltre 120 musicisti da tutto il mondo sono stati scelti per partecipare ai programmi del BBTrust e oggi molti di loro sono tra i più applauditi e riconosciuti esecutori nel panorama internazionale della musica classica. Il Quartetto di Cremona ha ricevuto il BBT award nel 2007. È possibile dedicare un concerto alla memoria di un persona o ad un’occasione speciale e con una pagina intera del programma di sala 4 Per info: sostegno@quartettomilano.it
Una musica per gli intenditori Come si dirà poi spesso del Jazz, il quartetto d’archi era un piacere innanzitutto per il musicista prima ancora che per il pubblico. Nel Settecento le parti erano disposte (su apposite strutture quadrangolari) di modo che i quattro «galantuomini» potessero guardarsi tra di loro e dialogare con i propri strumenti, voltando le spalle all’eventuale pubblico, ridotto e non necessariamente presente. Genere di musica «reservata», il quartetto veniva eseguito nell’intimità di piccoli ambienti privati, musica «da camera» per l’appunto. Senza l’obbligo di compiacere o intrattenere l’ascoltatore, riagganciandosi alla tradizione della scrittura vocale a quattro parti, quintessenza e cimento dell’arte Il quartetto era il genere più complesso e raffinato, da una parte prova di mestiere e dall’altra luogo di sperimentazione e breccia verso il futuro compositiva, il quartetto rappresentava il genere più complesso e raffinato, da una parte prova di mestiere e di sicuro possesso della tradizione, dall’altra luogo di sperimentazione e breccia verso il futuro. Beethoven compose i suoi primi sei quartetti, pubblicati separatamente ma raccolti nell’op. 18, tra il 1798 e il 1801. Erede di Haydn e di Mozart, che avevano condotto il genere ad emblema della perfezione classica, Beethoven voleva dimostrare la propria padronanza della scrittura quartettistica, ultima cui si dedicava dopo aver già scritto la sua prima sinfonia, concerti e sonate per pianoforte e altra musica da camera, come il Settimino e i Trii op. 1. Nel 1801 poteva affermare: «soltanto ora 5
ho imparato come si scrivono i quartetti». I sei dell’op. 18 erano stati commissionati dal principe Lobkowitz, cui sono dedicati, e trovarono la loro prima esecuzione proprio nello sfarzoso palazzo viennese del ricco mecenate, egli stesso violinista e violoncellista oltre che cantante. Il Quartetto n. 2 in sol maggiore, è forse il più ancorato ai modelli classici, «galante» nel carattere e nello spirito, tanto da avere acquisito nella storia il lezioso epiteto di “Quartetto dei complimenti o delle riverenze”. In ossequio ai valori di simmetria ed equilibrio propri del Classicismo, i temi sono articolati in frasi e semifrasi, in incisi di proposta e risposta, come due personaggi che si facciano reciprocamente l’inchino. In realtà, al di là di ogni fantasiosa interpretazione, Beethoven dimostra di fare sapiente Il Quartetto in sol maggiore op. 18 n. 2 di Beethoven è forse il più ancorato ai modelli classici, «galante» nel carattere e nello spirito uso dei mezzi retorici del discorso musicale: le pause intercorrono strategicamente tra una proposizione e l’altra, gli schietti movimenti tra dominante e tonica bilanciano tra di loro le frasi. Come in Haydn gli episodi si ripetono due volte. Nell’Allegro iniziale al protagonismo del violino primo, con la sua linea melodica preziosamente abbellita, si alternano momenti sincronici in cui i quattro strumenti si muovono sullo stesso ritmo, come nell’incisivo puntato di marcia delle prime battute. Ma la musica si serve delle numerose altre soluzioni di scrittura quartettistica: gli strumenti si rispondono, continuano l’uno nell’altro, si imitano o si sovrappongono come nel breve esempio di fugato, che sembra voler smentire il carattere semplice e cerimonioso di questo primo movimento. L’Adagio cantabile è invece costruito come una sorta di cavatina operistica, in cui la melodia intima del violino ritorna riccamente fiorita dopo un brevissimo e inaspettato Allegro intermedio, che corre rapido sulle semicrome. È una forma innovativa, a metà tra scherzo e movimento lento, che era già stata sperimentata nel Trio op. 8. Alla fine il movimento si conclude con la figurazione di semicrome dell’intermezzo giocoso, ma allargata nel lento incedere del cantabile. In queste prime composizioni, il vero e proprio Scherzo occupa ancora la posizione del terzo movimento. Il suo carattere brillante si sviluppa 6
su una cellula ritmica a prescindere dal suo contenuto melodico e dalle sorprese armoniche in cui incorre. Il violino torna più che mai a catalizzare l’attenzione e riprendono quei manierati inchini di botta e risposta, giochi di specchi tra gli strumenti. Nell’Allegro molto, quasi presto la musica sembra lasciarsi andare, scorrevole ed esuberante, ad uno stile più popolareggiante, in una sorta di clima da opera buffa. Se il Secondo quartetto è il «più aggraziato» e a modo, l’op. 95, composta nel 1810, sembra aver dimenticato le buone maniere classiche, cui Beethoven nei primi anni aveva piegato la propria irruenza. Il Quartetto in fa minore – nella medesima tonalità del primo e del sedicesimo e ultimo quartetto beethoveniano – costituisce un punto di svolta per lo stile e la maturazione del compositore, un «lavoro di frontiera e di cerniera» (Principe), posto a cavallo tra il cosiddetto periodo «eroico» e l’ultima fase della produzione. Il Quartetto op. 95 gode anch’esso di un appellativo, di più autorevole fonte, essendo uno dei pochi che Beethoven stesso avesse attribuito alle proprie composizioni: la scritta «Quartetto serioso» chiosa infatti la partitura autografa. Un quartetto dunque assorto, grave o severo? O semplicemente un attributo sintetico derivato dall’andamento Allegro assai vivace, ma serioso del suo terzo movimento? A prescindere dalle reali intenzioni dietro tale denominazione, Beethoven era consapevole che fosse un quartetto «scritto per una piccola cerchia di conoscitori e [che non sarebbe] mai dovuto essere eseguito in pubblico». L’op. 95 esaspera infatti al massimo grado il carattere aristocratico e sperimentale proprio del genere quartettistico, tutto proiettato al futuro e all’incognita estetica di ciò che potrebbe essere o sarebbe stato. Se il Quartetto delle riverenze indugia nei ‘convenevoli’ delle ripetizioni del Classicismo o delle risposte a specchio, il Quartetto serioso elimina tutto ciò che è superfluo o ridondante ed elegge il contrasto a proprio principio formale. Ne pagano le conseguenze non solo le ripetizioni e gli stessi ritornelli elisi, ma anche quelle lunghe arcate di tensione drammatica proprie dello stile eroico. È una tra le composizioni più ‘elitarie’, radicali e moderne, nella sua concentrazione e nelle novità che vi si affacciano: le forme classiche vengono riadattate da un pensiero rigidamente ellittico, le tonalità sono usate con maggiore libertà, il materiale è ridotto al mimino indispensabile. I frammenti si susseguono e si contrappongono l’uno 7
all’altro, sono bruscamente interrotti dai vuoti sonori delle pause, sono fusi tra loro con sapiente alchimia. I movimenti costruiti secondo una logica interna conflittuale che esaspera i contrasti, sono di contro legati insieme da una certa continuità. Nell’Allegro con brio esordisce un burrascoso tema all’unisono, che si richiude bruscamente nel silenzio. Il frammento si evolve rapidamente per scarti di semitono, eliminando la necessità di transizioni e collegamenti. L’irruenza degli unisoni viene smorzata da frasi liriche che sembrano voler placare gli animi: gli arpeggi ascendenti del violoncello, l’inciso cantabile del violino, la linea melodica che dalla viola vaga su tutti e quattro gli strumenti. Tutto è teso e stringato e alla fine il movimento si chiude in pianissimo, come abbandonandosi stanco dopo la lotta. L’Allegretto ma non troppo adotta un’insolita forma a specchio e un’enigmatica tonalità lontana, quella di re maggiore. La musica si espande seriosa a partire dal tema Il Quartetto in fa minore op. 95 costituisce un punto di svolta per lo stile e la maturazione di Beethoven, posto a cavallo tra il cosiddetto periodo «eroico» e l’ultima fase della sua produzione grave del violoncello solo cui risponde la melodia serena del violino. Al centro il tema della viola, cromaticamente richiuso su se stesso, dà avvio a un fugato, emblema dello stile ‘serio’. All’atmosfera desolata del secondo movimento si aggancia direttamente il motto incisivo dello scherzo (Allegro assai vivace, ma serioso). L’energia ritmica e dinamica si contrappone alla melodia intensa e corale del Trio, accompagnata dagli arpeggi del primo violino e due volte ripetuta in una forma complessiva che ricorda più quella del rondò. Una pausa di riflessione è quella del Larghetto espressivo, una breve introduzione al finale di sole sette battute, ma di densa scrittura polifonica quasi bachiana. L’Allegretto agitato trascina il carattere lamentoso della melodia precedente in un tema affannoso di sapore già romantico, prima di una sfrenata coda in maggiore che – come nell’Egmont – liquida tutte le energie e la seriosità in un forzato lieto fine. 8
Dopo Haydn e Beethoven, con un salto in avanti di un secolo, a entrare a pieno diritto nel repertorio di rito del quartetto d’archi è Béla Bartók. Nel Novecento il genere ha perso la dimensione ‘amatoriale’ dell’esecuzione privata rivolgendosi a esecutori professionisti e a un pubblico. Licenziata la forma classica, rimane però lo stile della composizione raffinata e sperimentale. A differenza di molti suoi contemporanei, Bartók, ricollegandosi alla complessità degli ultimi quartetti beethoveniani, riesce a conciliare la modernità di una raffinata ricerca timbrica con il riferimento alla classicità. Dei sei quartetti composti tra il 1909 e il 1939, il n. 5 risale all’estate del 1934. Le componenti dello stile bartókiano, estremizzate nelle composizioni degli anni precedenti, vengono qui contemperate nella ricerca di un ideale di equilibrio di ascendenza classica. La preoccupazione e la cura formale incontrano la modernità novecentesca dei materiali e dei processi. La ricerca della simmetria è condotta all’estremo su tutti i livelli: intervallare con l’uso ricorrente e strutturale del tritono (il più simmetrico e dissonante tra gli intervalli), tematico nell’inversione delle frasi, formale con movimenti a struttura palindroma e l’intera composizione costruita su una struttura ad arco. I cinque movimenti del quartetto sono infatti composti a specchio attorno al fulcro centrale dello Scherzo: “alla bulgarese”, in cui l’elemento popolare si inserisce tanto nel carattere asimmetrico del metro musicale quanto nell’ambiguità tra linee modali e ambiente armonico vagamente tonale. Attorno a questo movimento centrale, due tempi Nel Quartetto n. 5 le componenti dello stile bartókiano vengono contemperate nella ricerca di un ideale di equilibrio di ascendenza classica lenti diventano emblema del cosiddetto stile «notturno» della musica bartókiana: momenti di immobile esplorazione sonora, dissonanze inquietanti, melodie ridotte a brandelli isolati. L’Adagio molto dipinge un paesaggio desolato di tremoli e rintocchi di corde vuote, fino ad un corale commentato dai sospiri corti del violino. L’Andante si rifà al secondo movimento, variandolo. La scrittura sembra ancora più rarefatta e, alla fine, quando lo spazio sonoro si svuota, gli accordi glissati risuonano come un punto di domanda. Agli estremi della composizione, 9
il primo movimento, un Allegro, coniuga la classica forma-sonata con una struttura meticolosamente palindroma: nella ripresa gli elementi si presentano a rovescio e in ordine inverso rispetto all’esposizione. Si tratta più che di temi, di idee o gesti: gli unisoni ossessivamente ribattuti sulla stessa nota, da cui fuoriesce una lamentosa idea cromatica; le figurazioni di trilli; la sezione ritmicamente irregolare. Bartók riprende la logica del contrasto e l’elaborazione motivica dell’ultimo Beethoven, giustapponendo, variando e intrecciando tra loro i frammenti tematici anche con procedimenti contrappuntistici di canone o fugato, e anche tra un movimento e l’altro del quartetto. Nel Finale. Allegro vivace, il primo movimento viene riletto in chiave di danza. L’idea iniziale nasce da una sorta di gestazione polifonica, fatta di fugati, stretti e passaggi per moto contrario. Ricorre la tipica forma ad arco. Un allegretto con indifferenza, sul finire, accompagnato da un classicheggiante basso albertino, si corrode ben presto e, di lì a poco, la coda conclude bruscamente la composizione. Maria Grazia Campisi Laureata in Discipline storiche, critiche e analitiche della musica al Conservatorio “G. Verdi” di Milano 10
Foto © Federico Zovadelli Quartetto di Cremona Cristiano Gualco violino Paolo Andreoli violino Simone Gramaglia viola Giovanni Scaglione violoncello Fin dalla fondazione nel 2000, il Quartetto di Cremona si è affermato come una delle realtà cameristiche più interessanti a livello internazionale ed è regolarmente invitato ad esibirsi nei principali festival e rassegne musicali in Europa, Sudamerica, Stati Uniti e in Estremo Oriente, riscuotendo unanimi consensi di pubblico e critica. Dopo aver ricevuto il “BBT Fellowship” nel 2005, al Quartetto di Cremona è stato assegnato il “Franco Buitoni Award, 2019” da parte del Borletti Buitoni Trust, per il costante contributo alla promozione e alla diffusione della musica da camera in Italia e in tutto il mondo. Nella stagione 2017/18 ha debuttato con grande successo ad Amsterdam (Concertgebouw, Muziekgebouw), Amburgo (Laeiszhalle), Edimburgo ed è stato in tournée in Svezia e Danimarca, negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone. 11
Tra gli impegni più rilevanti della stagione 2018/19 ricordiamo i concerti a Berlino (Konzerthaus), Amburgo (Elbphilharmonie), Stoccolma, Ginevra, Amsterdam, Valencia, New York, ai Festival di Cartagena de Indias, Hong Kong, Colmar, Schubertiade oltre al consolidato rapporto con le maggiori istituzioni concertistiche italiane. Numerose le collaborazioni con artisti del livello di Lawrence Dutton, Eckart Runge, David Orlovsky, Andrea Lucchesini, Edicson Ruiz, Aaron Pilsan, Quartetto Emerson. Dall’autunno 2011 è titolare della cattedra del “Corso di Alto Perfezionamento per Quartetto d’Archi” presso l’Accademia Walter Stauffer di Cremona, ed è regolarmente invitato a tenere master class in Europa, Stati Uniti e Sud America. Il Quartetto di Cremona è sostenuto dalla Kulturfonds Peter Eckes (Mainz) che ha affidato loro quattro straordinari strumenti di liuteria italiana: a Cristiano Gualco un violino di G. Battista Guadagnini “Cremonensis” del 1767, a Paolo Andreoli un violino Paolo Antonio Testore del 1758, a Simone Gramaglia una viola di Gioachino Torazzi, del 1680 ca., a Giovanni Scaglione un violoncello Dom Nicola Amati del 1712. Il Quartetto è testimonial del progetto internazionale “Friends of Stradivari” ed è stato il primo quartetto italiano a suonare il “Paganini Quartet” di Antonio Stradivari, in prestito dalla Nippon Music Foundation (Tokyo). È anche testimonial per Thomastik Infeld Strings. Nel novembre 2015 è stato insignito della cittadinanza onoraria della Città di Cremona. In campo discografico, nel 2018 si è conclusa la pubblicazione dell’integrale dei Quartetti di Beethoven per Audite: gli otto i volumi hanno ottenuto prestigiosi premi discografici (tra cui Echo Klassik 2017 e ICMA 2018) ed importanti riconoscimenti dalla critica internazionale. È appena stato pubblicato il loro nuovo disco dedicato interamente a Schubert, con la partecipazione di Eckart Runge, fondatore e violoncello del Quartetto Artemis. È stato ospite della nostra Società nel 2008, 2010, due volte nel 2011 e 2012, per i sei concerti dell’esecuzione integrale dei Quartetti di Beethoven (stagioni 2012/2013 e 2013/2014), i cinque concerti dell’esecuzione integrale dei 23 Quartetti di Mozart (stagioni 2015/2016 e 2016/2017) e nell’ottobre 2016 per un concerto dedicato a Schubert con Gloria Campaner, Enrico Bronzi e Riccardo Donati. 12
CHOPIN A VILLA NECCHI MUSICA NEL TENNIS 2019 VILLA NECCHI CAMPIGLIO via M0zart 14, Milano | ore 17,30 BIGLIETTI 19.1 PIETRO DE MARIA pianoforte Ingresso intero € 15 26.1 ALBERTO FERRO pianoforte Socio FAI € 10 Socio Società del Quartetto € 10 2.2 GLORIA CAMPANER pianoforte Under 26 € 5 9.2 LUCA BURATTO pianoforte ABBONAMENTI 9.3 LEONORA ARMELLINI pianoforte Intero € 75 23.3 DAVIDE CABASSI pianoforte Socio FAI € 50 Socio Società del Quartetto € 50 Società del Quartetto, via Durini 24, Milano da lunedì a venerdì ore 13.30 - 17.30 Call Center 89.22.34 (servizio a pagamento) Punti vendita Vivaticket online su www.quartettomilano.it e www.vivaticket.it da un’ora prima del concerto a Villa Necchi Campiglio, secondo disponibilità 13
PREMIO SERGIO DRAGONI 2019 A CASA VERDI I VINCITORI DEL PREMIO 2018 DEL CONSERVATORIO DI MILANO IN CONCORSO BIGLIETTI DATE Concerti solo ad inviti, per la limitata gennaio 17, 24, 31 capienza del Salone dei Concerti. febbraio 7, 21 marzo 7, 14, 21, 28 Gli inviti possono essere ritirati, nella aprile 4, 11 settimana precedente il concerto, in maggio 2, 9, 16, 23 orari d’ufficio, alla Società del Quartetto giugno 13, 20, 27 e il giorno del concerto, a partire da 60’ prima dell’inizio in Casa Verdi, in entrambi i casi contestualmente al biglietto di ingresso, che dà diritto all’accesso al Salone dei concerti. Visite guidate: prima dei concerti, alle ore 15.30, si può partecipare alla visita guidata della cripta e INFORMAZIONI delle sale museali di Casa Verdi. info@quartettomilano.it Su prenotazione. Società del Quartetto di Milano Casa Verdi via Durini 24 - 20122 Milano Piazza Buonarroti 29, Milano Tel 02 795 393 ORE 17:00 www.quartettomilano.it 14
Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto e ai soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono! Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più. Soci d’Onore Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017) Soci Vitalizi Filippo Annunziata, Cesare Bacchini, Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Liliana Konigsman, Francesco Maino, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò, Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova Soci Benemeriti Domenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Antonio Magnocavallo, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini I fedelissimi (soci da oltre 50 anni) Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi, Cecilia Bicchi, Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Marta Casagrande, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Nicoletta Cipriani, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Nora del Torre, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Fiammetta Lang, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo, Rosalia Manenti, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Alberto Piergrossi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz Soci Sostenitori Mario Broggi, Anna Broggi De Lellis, Anna Calabro, Alberto Conti, Maria Elisabetta De Ferrari Magnifico Fracaro, Nora del Torre, Andrea Kerbaker, Liliana Konigsman, Marco Magnifico Fracaro, Maria Candida Morosini, Ruth Pavese Westen, Lorenzo Stucchi 15
PROSSIMI CONCERTI SALA VERDI DEL CONSERVATORIO martedì 7 maggio 2019, ore 20.30 Rafal Blechacz pianoforte Mozart - Rondò in la minore K 511 - Sonata n. 8 in la minore K 310 Beethoven - Sonata n. 28 in la maggiore op. 101 Schumann - Sonata in sol minore op. 22 n. 2 Chopin - Quattro mazurche op. 24 - Polacca in la bemolle maggiore op. 53 n. 6 BIGLIETTI Intero € 35│Ridotto (Soci e over 70) € 29│Giovani (under 26) € 5 martedì 14 maggio 2019, ore 20.30 Cuarteto Casals Ciclo Beethoven / Bartók - IV Bartók - Quartetto n. 1 op. 7 SZ40 Beethoven - Quartetto n. 14 in do diesis minore op. 131 Il concerto è dedicato a Paolo Grassi, in occasione del centenario della nascita, in ricordo del suo forte legame con Sergio Dragoni e del suo straordinario impegno per la musica e la cultura BIGLIETTI Intero € 35│Ridotto (Soci e over 70) € 29│Giovani (under 26) € 5 Società del Quartetto, via Durini 24 – 20122 Milano Tel 02 795 393 │ info@quartettomilano.it │ www.quartettomilano.it 16
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