Marianne Werefkin, i colori di un'anima in viaggio - di Aymone Poletti - Eleonora ...

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Marianne Werefkin, i colori di un'anima in viaggio - di Aymone Poletti - Eleonora ...
   Marianne Werefkin, i colori di un’anima in viaggio –
    di Aymone Poletti
    21 ottobre 2016

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    In mostra da Artrust a Melano

    Con un’intervista a Eleonora Castagnetta Botta

    Dal 10 ottobre al 10 dicembre 2016 gli spazi espositivi di Artrust a Melano sono allestiti per
    una nuova ed interessante mostra dedicata alla pittrice Marianne Werefkin, intitolata “I
    colori di un’anima in viaggio”.

    La mostra – aperta dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 18 e a ingresso libero – ripercorrerà
    la carriera della pittrice grazie alla presentazione di oltre 40 opere, alcune delle quali mai
    precedentemente esposte in pubblico, e rappresentative delle diverse tappe della sua vita
    e del suo peregrinare tra Russia, Germania, Svizzera e Italia. In mostra anche alcune
    opere del compagno di Werefkin, il pittore Alexej Jawlensky.
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Ci confrontiamo dunque, attraverso questo fil rouge, con un percorso definito da tele e da
carte che ci mostrano la “presenza”, la catarsi e la “coscienza” espressionista di una
artista che ha fatto tanto per lo sviluppo culturale del Ticino. Si ricordi, infatti, che Werefkin
ha contribuito alla fondazione del Museo d’Arte Moderna Ascona.

Il Museo, fondato negli anni ’20 grazie alla generosità degli artisti residenti ad Ascona e ai
loro amici, ha potuto fin da subito vantare un’ingente collezione di opere di respiro
internazionale, che rispecchiavano l’arte moderna di mezza Europa.

Tra le opere più importanti, che hanno concorso alla nascita del Museo e che oggi sono
confluite nella Collezione d’Arte del Comune di Ascona, si annoverano quelle dei russi
Marianne Werefkin, Alexej Jawlensky e Robert Genin; dei tedeschi Arthur Segal, Walter
Helbig, Otto Niemeyer-Holstein, Hans Richter, Julius Bissier; degli inglesi Gordon Mallet
McCouch e Ben Nicholson; degli olandesi César Domela e Otto van Rees; degli svizzeri
Paul Klee, Cuno Amiet, Ernst Frick, Albert Kohler, Ignaz Epper; degli italiani Italo Valenti e
Marino Marini.
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Come ha sottolineato la Dr.ssa Mara Folini (direttrice del Museo Comunale di Ascona e
tra le massime esperte mondiali dell’artista) in occasione della vernice, il Museo Comunale
di Ascona è, appunto, conosciuto per ospitare, fra l’altro, la Collezione della “Fondazione
Marianne Werefkin”, che ha il compito di valorizzare la figura e l’opera di questa
eccezionale artista giunta in Ticino nel 1918. La collezione – 90 dipinti, 170 libretti di
schizzi, un centinaio di disegni e un ingente patrimonio di documenti autografi dal carattere
letterario – è difatti tra le più importanti a lei dedicate.

Artista russa, nata nel 1860 a Tula, Werefkin è stata protagonista – e per molto tempo
sottovalutata- dell’evoluzione artistica europea del ‘900. Lei è stata l’anima del gruppo
espressionista tedesco Der Blaue Reiter (Il Cavaliere Azzurro), che riuniva Kandinskij,
Marc, Klee, Macke e Jawlensky. Con lo scoppio della prima guerra mondiale si trasferisce
in Svizzera e morirà ad Ascona nel 1938 lasciando un ricordo indelebile del suo passaggio
e contribuendo a portare una ventata culturale totalmente inedita nella comunità locale.
Nelle opere di Werefkin troviamo una particolare ricerca capace di dare un valore
all’identità della persona: il suo studio dei soggetti determina una specifica grammatica
atta a definire coscienza, emozione, memoria e testimonianza.

Si tratta di una vera indagine metaforica della realtà: le infinite luci di un paesaggio,
insieme naturalistico ed interiore, sono trasfigurate dai vortici delle forme dei segni, dei
colori come un incendio emozionale mistico a prendere possesso del supporto. In altre
assistiamo a scene di vita, di esistenza e di nostalgia, fatte di armonia e di contrasti, di
tenebra e di luce. Mistero, polvere e frammento.

Werefkin nonostante sia considerata, come detto, una delle interpreti indiscusse delle
prime avanguardie espressioniste di inizio novecento, per troppo tempo non è stata
considerata come tale, in quanto donna. A questo proposito, e proprio soffermandosi sul
tema delle donne, sono dedicate numerose iniziative e incontri a margine di questa
esposizione in collaborazione con Amnesty International e con le associazioni AvaEva e
AARDT (Archivi Riuniti delle Donne Ticino).

Per esempio, sabato 29 ottobre alle 14.30, viene proposta la conferenza “Donne e diritti
nella società” . Partendo dalla biografia di Marianne Werefkin, Artrust e Amnesty
International propongono una panoramica del cammino femminile nell’arte dal
Rinascimento a oggi, con un approfondimento sulla tematica dei diritti delle donne nella
nostra società. In quest’occasione interverranno Chiara Gubbiotti, storica dell’arte e Chiara
Guerzoni, responsabile Amnesty Ticino.
È importante ricordare che, come di consueto, proseguono anche le attività per i più
“piccoli“ con visite guidate per bambini dai 3 ai 10 anni e laboratori creativi in
collaborazione con il Museo in Erba. Con un linguaggio semplice e adeguato all’età dei
partecipanti, le educatrici di Artrust guidano i bambini alle mostre proposte, introducendoli
con giochi e attività al tema (in questo caso) dell’espressionismo e sensibilizzandoli
all’associazione dei colori e alle emozioni. Saranno anche affrontati i temi del viaggio e
della figura di San Francesco, centrali nella biografia e nell’opera di Marianne von
Werefkin.

L’arte, o l’estetica nell’arte, è da considerarsi come un percorso in continua evoluzione.
Questo dà ulteriore sostegno all’idea degli espressionisti che vedevano nella necessità
interiore l’unico criterio per esprimere le loro attività creative. I tratti comuni dei dipinti di
questa corrente artistica possono essere individuati nelle pennellate spontanee, nelle
figure distorte che aprono verso l’astrazione, nella derivazione mitica o primitiva di forme e
idee, nella rimozione della linea dal suo ruolo di definizione del profilo e nella vera e pura
liberazione dei colori. Ecco, dunque, le infinite porte del mondo con le loro infinite
possibilità e interpretazioni.

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L’allestimento della mostra è stato progettato dall’Arch. Eleonora Castagnetta Botta che
si è messa a disposizione per raccontarci come sia nata questa particolare realizzazione
espositiva.

Gentile Architetto, ci spieghi il concetto e la particolare realizzazione
dell’allestimento del quale Lei si è occupata per la mostra su Marianne Werefkin.

ECB Esporre un’artista come Marianne Werefkin, che ha fatto del colore puro il mezzo
per esprimere la propria anima, ha richiamato l’attenzione sull’analisi di elementi semplici
in grado di generare una forma; perché nelle sue opere la vita si mescola all’arte e l’arte
diventa espressione dell’anima. Con questo allestimento ho scelto di generare un “volume
nel volume” della sala esistente attraverso l’assemblaggio di pannelli grezzi e rudimentali
utilizzati nei cantieri. Questi elementi di colore giallo accostati in infinite soluzioni, sono i
casseri che danno vita alle forme in calcestruzzo, sono il negativo di solidi nuovi e duraturi.
Sono semplici, primitivi e gialli come l’espressionismo delle tinte dell’artista. Il percorso
espositivo mira alla sublimazione dell’artista sopra un unico grande palco che racchiude le
opere del suo “viaggio dell’anima”. Una bellissima fotografia di archivio in bianco e nero ha
dato il suggerimento per celebrare la sua opera più importante, celata nella saletta alla fine
del percorso.

Non è la prima volta che collabora con Artrust . Come è nata questa bella sinergia?

ECB Tutto prende vita dalla passione che ci accomuna per la bellezza. Quando all’inizio
del 2015 Patrizia inizia a parlarmi della sua mostra su Niki de Saint Phalle e Jean Tinguely
per il successivo autunno, forse un po’ per il rapporto di amicizia che lega la mia famiglia a
questi due artisti e un po’ per la mia grande ammirazione nei confronti della personalità di
Niki, mi è venuto naturale proporle di lavorare su un percorso espositivo in cui le opere
potessero richiamarsi, dialogare, ma allo stesso tempo contrapporsi . È stato il mio modo
di entrare in punta di piedi nella vita degli artisti.

Come può un particolare allestimento mettere in valore un’opera? Non si dice
spesso che “le opere devono parlare da sole” ? O è più una questione di mettere in
sintonia il pubblico con le opere stesse?

ECB E’ vero, le opere parlano da sole ma non sono da sole; essendo la materializzazione
di un processo creativo che sintetizza emozioni, sentimenti, paure, sogni, riflessioni
profonde, esse parlano del contesto e del momento storico in cui sono create.
Ricontestualizzarle all’interno di un percorso espositivo mette in una nuova relazione le
opere scelte dal curatore con il momento contingente: è come creare un’opera nell’opera.
Se, come diceva Italo Calvino, “Tradurre è il vero modo di leggere un testo”, forse, allo
stesso modo, dare ad un’opera il giusto punto di osservazione è la chiave per farla
leggere.

Arte e architettura : così vicine o così lontane?

ECB Sia l’architettura sia le arti in genere sono il segno del proprio tempo, rappresentano
sempre, per un determinato periodo storico, l’atto di volontà e il pensiero dell’uomo,
dell’architetto, dell’artista. Il rapporto tra arte e architettura si concretizza nel museo, cosi
come tra musica e architettura nel teatro o, ancora ,tra fede e architettura nel luogo di
culto e cosi via. Quindi è evidente come la qualità dello spazio di un museo diventi
specchio della storia, della contingenza.

Lo Studio Botta si è chinato recentemente su numerosi altri allestimenti espositivi
… quale le è rimasto particolarmente a cuore?

ECB E’ ammirevole e di grande esempio vedere tutti i giorni come Mario Botta, per il
quale lavoro ormai da 12 anni, affronti da sempre con lo stesso entusiasmo e con lo
stesso zelo il progetto di un allestimento a pochi passi da casa come quello di un museo o
di una città universitaria dall’ altra parte del mondo.

Se devo scegliere direi che i progetti di allestimento che ammiro di più sono quelli per
Gianfranco Ferroni a Bergamo (tra l’altro eccezionalmente mantenuto all’interno del
Palazzo della Ragione anche dopo la fine della mostra) e quello per Tiziano a Belluno: il
primo per il contrasto tra lo spazio aulico e imponente della sala e il percorso artistico di
una personalità solitaria che porta la sua desolazione al centro dell’opera; il secondo, al
contrario, per il legame tra il territorio geografico che ha visto nascere l’opera di Tiziano e il
luogo della mostra, Palazzo Crepadona, proprio vicino a Pieve di Cadore.

Progetti futuri e sogni nel cassetto? Per quale museo o artista Le piacerebbe curare
un progetto espositivo ?

ECB I sogni nel cassetto sono sempre tanti e mai troppi ma per realizzarli l’unico modo è
“fare” quotidianamente sia per maturare la giusta esperienza per affrontare nuove sfide e
sia per non sognare troppo ad occhi aperti. I progetti e le collaborazioni nascono sempre
per caso, spero di trovarmi nel posto giusto al momento giusto per realizzare sempre
maggiori traguardi. Ad maiora!

Intervista di Aymone Poletti

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              MARIANNE WEREFKIN: I COLORI DI UN’ANIMA IN VIAGGIO

                            10 OTTOBRE – 10 DICEMBRE 2016

              Presso Artrust SA, Via Pedemonte di Sopra 1, 6818 Melano CH

                             Dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 18

                                          Ingresso libero
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