MANUALE Psicoterapie pluralistiche integrate - Edoardo Giusti - Claudia Montanari - Armando Editore

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Edoardo Giusti - Claudia Montanari
             Antonio Iannazzo

            MANUALE
Psicoterapie pluralistiche integrate
   Relazione terapeutica, valutazione DSM-5
     Modelli e piani di trattamento basati
         su prove di ricerca scientifica
Indice

Parte prima:
pluralismo integrato                             11

    – Relazione terapeutica che funziona         13
    – Modelli paradigmatici e tecniche           99

Parte seconda:
Piani di trattamento e referti (DSM-5)          225

      Sezione I    Disturbi clinici             229
      Sezione II   Disturbi di personalità      417
Riflessioni conclusive Evidence-based           521
Un progetto d’integrazione pluralistica         536
Bibliografia                                    539
Sommario

       Parte I Pluralismo integrato                            11

Introduzione La relazione terapeutica che funziona:
                 relazioni migliori con i pazienti
                 conducono a migliori risultati                13

Metanalisi delle Relazioni Psicoterapeutiche                   21
   Comprensione empatica                                       26
   Alleanza (terapeutica, operativa, di lavoro)                28
   Adesione al trattamento                                     35
   Coinvolgimento motivazionale                                37
   Legame di attaccamento                                      39
Denominatori comuni                                            41
   Cambiamento                                                 41
     - Fattori                                                 41
     - Struttura                                               47
   Esiti terapeutici                                           48
   Gestione integrata del caso clinico                         50
Formulazione                                                   57
   Valutazione                                                 62
   Livelli di funzionamento                                    66
Pianificazione                                                 68
   Scopi o intenti iniziali                                    69
   Obiettivi intermedi o traguardi                             80
Trattamento                                                    84

Modelli paradigmatici                                          99
   Strategie combinate, Metodologie e Tecniche d’intervento    99
      Affettivo-emotive                                       111
      Affettivo-cognitive                                     127
Comportamentali                                           138
     Cognitive                                                 149
     Cognitivo-comportamentali                                 159
     Ecologico-sistemiche                                      173
     Farmacologiche                                            183
     Integrate                                                 193

 Parte seconda Piani di trattamento                            225

Introduzione Referti di qualità per obiettivare
             prestazioni efficaci ed efficienti                227

     		      Sezione 1 Disturbi clinici                        229

Neurosviluppo Disturbo da deficit dell’attenzione e
              da comportamento iperattivo                      231

Uso di sostanze psicotrope Alcol: Disturbi correlati a sostanze 239

Sindromi affettive                                             259
  • Disturbi bipolari: mania/ipomania                          259
  • Disturbi depressivi                                        267
  • Lutto irrisolto: Disturbo depressivo maggiore              280
  • Distimia/Disturbo depressivo persistente                   284
  • Traumi infantili/Problemi di maltrattamento e
      trascuratezza infantile                                  292

Disturbi d’ansia                                               295
  • Fobie                                                      295
  • Attacchi di panico                                         305
  • Bassa autostima (Fobia sociale)                            313
Disturbi correlati a eventi traumatici e stressanti         319

Disturbo da sintomi somatici.
Sintomi somatici/neurologici funzionali
(Disturbo di conversione)                                   329

Disturbi dissociativi                                       337

Disfunzioni sessuali (maschili-femminili)                   345

Disturbi della nutrizione e dell’alimentazione              357

Disturbi del ciclo sonno-veglia                             369

Difficoltà nel controllo degli impulsi                      375

Difficoltà di adattamento                                   381

Problemi di identità                                        385

Fattori psicologici che influenzano le condizioni fisiche   389

Gestione dello stress                                       395

Stress professionale                                        401

Gestione della rabbia                                       405

Abuso sessuale                                              411

     		       Sezione II Disturbi di personalità            417

Cluster A                                                   419

A1 - Disturbo Paranoide di personalità                      419
A2 - Disturbo Schizoide di personalità                      425
A2.1 - Conflitti nelle relazioni intime                     429
A3 - Disturbo Schizotipico di personalità                   434
Cluster B                                                  439

B1 - Disturbo Antisociale di personalità                   439
B2 - Disturbo Borderline di personalità                    446
B2.1 - Valutazione e trattamento del rischio di suicidio   458
B3 - Disturbo Istrionico di personalità                    466
B4 - Disturbo Narcisistico di personalità                  474

Cluster C                                                  483

C1 - Disturbo Evitante di personalità                      483
C1.1 - Disagi sociali                                      488
C2 - Disturbo Dipendente di personalità                    493
C3 - Disturbo Ossessivo-Compulsivo di personalità          500
C3.1 - Comportamenti di tipo A                             510
C4 - Disturbo Passivo-Aggressivo di Personalità            515

Riflessioni conclusive Evidence-based                      521
   Linee guida a prova di evidenza sientifica              531

Un progetto d’integrazione pluralistica                    536

Bibliografia                                               539
Parte I
Pluralismo integrato
Introduzione

                     La relazione terapeutica che funziona:
                            relazioni migliori con i pazienti
                              conducono a migliori risultati

    Nel processo psicoterapeutico la relazione ha un’importanza fondamen-
tale. Una serie di meta-analisi svolte da una Task Force dell’APA hanno
esaminato il ruolo e l’importanza di diversi fattori relazionali nella terapia
- come l’accordo sugli obiettivi della terapia, lo scambio di feedback con il
paziente durante tutto il processo terapeutico e la riparazione delle rotture,
concludendo che questi elementi sono molto importanti nel promuovere e
ottenere un risultato positivo nella terapia, al pari, se non di più, dell’uti-
lizzo dell’adeguato metodo di trattamento. Tali risultati sottolineano come
questi elementi terapeutici siano non solo predittori, ma probabilmente re-
sponsabili del miglioramento. Le ricerche sottolineano come una buona
relazione terapeutica sia essenziale per ottenere un buon giovamento dalla
terapia. Il dato è ricavato da 16 nuove meta-analisi che hanno esaminato
diversi fattori relazionali, unite a nove meta-analisi sui fattori correlati con
il miglior modo di adattare il trattamento alle caratteristiche individuali del
paziente. I fattori relazionali con le più alte evidenze nella ricerca scienti-
fica includono lo sviluppo il mantenimento e la riparazione dell’Alleanza,
la collaborazione, il consenso sugli obiettivi, la coesione nella terapia di
gruppo, l’empatia, la considerazione positiva, l’utilizzo di un feedback bi-
direzionale tra terapeuta e paziente (vedi tabella 1 e 2).
    Negli ultimi anni ci sono stati alcuni grandi cambiamenti nelle psico-
terapie, uno di questi è legato alla necessità di promuovere la reciprocità
(la psicoterapia è una relazione bidirezionale, in cui il terapeuta e il cliente
sono partner alla pari nel processo terapeutico) e la collaborazione. I tera-
peuti possono rendere operativa questa nozione attraverso, per esempio,
la spontaneità, l’autosvelamento dei propri sentimenti quando appropriato,
richiedendo feedback al paziente rispetto a come sta vivendo il processo
terapeutico, definendo e attualizzando gli obiettivi della terapia. Altri fattori
importanti nel miglioramento del risultato sono la flessibilità e la respon-

                                                                              13
Psicoterapie pluralistiche integrate

sività del terapeuta. Questo rimanda alla capacità del clinico di elaborare
interventi tailor-made, personalizzati sulle caratteristiche specifiche del
singolo paziente, legate al background culturale, alle preferenze, allo stile
di attaccamento, all’orientamento religioso o spirituale, all’identità di gene-
re e all’orientamento sessuale, in base alle quali è possibile poi selezionare
differenti metodi e tipi di relazioni, in accordo con il paziente e il contesto.
Il fattore della responsività, esplorato da 9 metanalisi, è correlato con la
capacità del terapeuta di comprendere i propri clienti come singoli indivi-
dui, ovvero sintonizzarsi con i loro tratti di personalità, i loro conflitti, ciò
che dicono, e la loro motivazione. La terapia risulta quindi più efficace se è
adattata alle caratteristiche transdiagnostiche del paziente, e quando si con-
trollano periodicamente la soddisfazione e i progressi del cliente (vedi ta-
bella 1). Un altro fattore importante per migliorare la relazione terapeutica
è infatti legato alla richiesta periodica da parte del terapeuta di un feedback
del cliente rispetto al percorso (Lambert et al., 2018; Hayes, Hofmann,
Ciarrochi, 2020; Fraser, 2020). Attualmente esistono diversi strumenti va-
lidati con cui eseguire una valutazione dei sintomi e con cui identificare i
pazienti che sono a rischio di dropout. Tra questi uno dei più utilizzati è si-
curamente il OQ-45 (Lambert, 2010). Altri psicologi hanno sviluppato stru-
menti di misurazione più brevi, con gli stessi propositi, tra questi di rilievo
sono la Outcome Rating Scale e la Session Rating Scale (Miller, Duncan,
2004). La ricerca ha dimostrato che queste misurazioni sono molto utili per
prevenire un abbandono precoce o un peggioramento delle condizioni del
paziente. Quando i clinici utilizzano il questionario OQ-45, o altri sistemi
di raccolta del feedback dal cliente, diminuisce il rischio di peggioramento
del paziente. Il feedback da solo non basta per produrre un miglioramento,
occorre mettere in pratica il feedback, ovvero affrontare e apprendere dagli
errori, fare supervisione, utilizzare videoriprese della seduta da analizzare
in supervisione (Giusti, Montanari, Spalletta, 2000; Giusti, Rapanà, 2019;
Giusti 1999).
    Un altro elemento che incide fortemente sul risultato della psicoterapia
è la capacità del terapeuta di riparare le rotture dell’alleanza. Numero-
si fattori possono incidere sull’alleanza terapeutica, tra cui il disaccordo
sugli obiettivi del trattamento, il fraintendimento da parte del paziente di
qualcosa che il terapeuta ha detto, sfiducia nel processo terapeutico. Alcuni
marker indicativi delle rotture possono essere ricavati osservando i com-
portamenti del cliente, tra cui l’espressione manifesta di rabbia, quando
questi cerca di sfuggire al terapeuta o da un aspetto di se stesso, quando
si ritira nel silenzio, quando non è pienamente coinvolto nel trattamento,
quando si sente messo in discussione, quando ha paura di essere criticato,
quando è spaventato dall’approfondimento di un argomento doloroso (Sa-
fran, Muran, 1999).

14
Introduzione

    Sostenere le emozioni negative e affrontare spesso gli stati negativi del
paziente potrebbe essere difficile per i clinici, che potrebbero sperimentare
sentimenti di frustrazione. È importante che il terapeuta faccia particolare
attenzione ai propri movimenti controtransferali, poiché il paziente potreb-
be riconoscere i sentimenti del terapeuta da una serie di elementi, ad esem-
pio dalle sue espressioni facciali, dalla postura, dal tono della voce e dal
contatto oculare. La consapevolezza delle dinamiche di controtransfert e
la possibilità di gestire le reazioni controtransferali, utilizzandole a favore
del processo terapeutico, possono condurre a migliori risultati.
    Altro elemento cruciale per il buon esito del processo psicoterapico è la
capacità del terapeuta di promuovere una chiusura efficace del percorso.
Quando è chiaro ad entrambi che è arrivato il momento di concludere il
percorso, è importante utilizzare le ultime sedute per affrontare tutte le
questioni rimaste in sospeso e fare una sintesi dei progressi fatti. Sono sta-
te identificate otto azioni che promuovono, di solito, un miglior risultato:
1) avere un periodico scambio rispetto a come la terapia stia andando; 2) la
progettualità futura e lo stile di coping; 3) stimolare il paziente a utilizzare
nuove abilità al di fuori della terapia; 4) concepire lo sviluppo personale
come un processo in divenire; 5) immaginare il percorso di crescita dopo
la terapia; 6) parlare apertamente di che cosa significhi per il paziente ter-
minare il percorso; 7) offrirgli la possibilità di esprimere i propri senti-
menti sulla fine del percorso e sugli aspetti del trattamento che avrebbe
voluto migliorare; 8) esprimere orgoglio e gratitudine per i progressi fatti.
È importante che anche il terapeuta si senta libero, in questa fase, di con-
dividere i propri personali sentimenti.
    Le qualità dei terapeuti come professionisti, quindi, insieme alla rela-
zione terapeutica, ai metodi di trattamento e alle caratteristiche del pazien-
te, contribuiscono in modo significativo a determinare l’efficacia dell’in-
tervento (Giusti, Spalletta, in press).
    I componenti della Terza Divisione della Task Force dell’APA, sulle
relazioni basate sull’evidenza e la responsività, hanno condotto una revi-
sione e identificato 16 fattori relazionali che permettono di migliorare il
risultato psicoterapeutico. Degli esperti hanno realizzato delle metanalisi
per ognuno di questi fattori. I risultati hanno portato alla creazione di un
quadro in cui sono stati categorizzati gli elementi della relazione terapeuti-
ca all’interno di tre gruppi. Tra i fattori con efficacia dimostrata troviamo:
l’alleanza, la collaborazione, la coesione nella terapia di gruppo, empatia,
fornire e richiedere feedback al cliente, considerazione positiva e conferma
nel supporto del cliente. Tra i fattori di probabile efficacia sono stati inse-
riti: congruenza e genuinità, relazione autentica, espressione emozionale,
coltivare aspettative positive, promuovere la credibilità del trattamento,
gestire le reazioni di controtransfert, riparare le rotture dell’Alleanza. Tra i

                                                                             15
Psicoterapie pluralistiche integrate

fattori promettenti ma non sufficientemente indagati troviamo l’autosvela-
mento e l’immediatezza (vedi tabella 1 e 2).
    Uno studio ha valutato le evidenze delle meta-analisi per ciascun ele-
mento della relazione in base ad una serie di criteri, quali: numero di studi
empirici, consistenza dei risultati empirici, evidenze del nesso causale tra
elemento relazionale ed esito del trattamento, la validità ecologica e ester-
na della ricerca (vedi tabella 3a e 3b).
    Nella realtà clinica gli elementi relazionali sopra descritti, come gli
studi di ricerca, non sono indipendenti. Nella misura in cui “cuciamo” la
terapia sulla complessità e l’unicità dell’individuo, tutti i fattori relazionali
sono interconnessi. Ed è proprio la responsività, ossia la capacità del tera-
peuta di rispondere con i differenti livelli degli elementi relazionali in casi
diversi e/o nello stesso caso in momenti diversi, che può rendere il legame
statistico tra relazione terapeutica ed esito meno lineare e comunque sotto-
stimato rispetto a quello che le evidenze dimostrano.
    D’altra parte, i risultati ottenuti dalla combinazione di studi sul campo,
sperimentazioni in laboratorio e metodi statistici avanzati pur offrendo in-
ferenze causali significative non permettono conclusioni causali definitive.
Molti autori di queste ricerche basate sulle evidenze, infatti, suggeriscono
lo sviluppo di un modello integrato di inferenza causale, che possa of-
frire una visione multidimensionale tanto dei risultati ottenuti dai solidi
standard scientifici quanto degli esiti basati sulle evidenze delle metanalisi
(Goodheart et al., 2007; Nicolò, Salvatore, 2007; Wampold, Imel, 2017;
Norcross, Beutler, Levan, 2006; Dazzi et al., 2006).
    Esaminati i contributi dei terapeuti nel promuovere una relazione effi-
cace e il buon esito del trattamento, cosa funziona nella relazione quan-
do la adattiamo alle specificità del paziente? Le conclusioni evidenziano
come ‘cucire’ la relazione sulle caratteristiche del paziente, in aggiunta
alla diagnosi, accresca l’efficacia del trattamento. Adattare il trattamento
psicologico (responsività) alle caratteristiche transdiagnostiche del cliente
contribuisce ai risultati positivi almeno quanto, e forse più, dell’adatta-
mento del trattamento alla diagnosi del cliente. Le valutazioni personaliz-
zate possono aiutare i clinici a identificare quali elementi di adattamento
si dimostrano più efficaci (esempio, usare la lingua madre o preferita del
cliente) e diminuiscono il rischio di dropout (Giusti, Picerni, 2020; Hill,
2012).
    Di seguito la sintesi descrittiva dei risultati delle nove meta-analisi
sull’efficacia degli adattamenti terapeutici/responsività relazionale alle ca-
ratteristiche transdiagnostiche del paziente (Norcross, Wampold, 2019, p.
335).

16
Introduzione

Tab. 1 - Adattamenti terapeutici alle caratteristiche transdiagnostiche
        del paziente
                               # d e g l i #del        Dimensio-         Consenso sulle
 Caratteristiche del
                               studi       paziente    ne dell’ef-             evidenze
 paziente
                               (k)         (N)         fetto d o g                Forza
                                                                           Promettente
 Stile di Attaccamento         32        3,158         .35a                  ma ricerca
                                                                           insufficiente
                                                                              Probabile
 Stile di coping               18        1,947         .60
                                                                               efficacia

 Cultura (razza/etnia)         99        13,813        .50             Efficacia provata

                                                                              Importante
 Identità di Genere            NA        NA            NA                      ma ricerca
                                                                            insufficiente
 Preferenze tipo d’inter-
                          51             16,269        .28             Efficacia provata
 vento
                                                                               Probabile
 Livello di reattanza          13        1,208         .78
                                                                                efficacia

 Religione e Spiritualità      97        7,181         .13-.43         Efficacia provata

                                                                              Importante
 Orientamento sessuale         NA        NA            NA                      ma ricerca
                                                                            insufficiente
                                                                               Probabile
 Stadi di cambiamento          76        21,424        .41b
                                                                                efficacia

    NA = non applicabile; gli autori non hanno individuato studi per la meta-analisi e
hanno invece eseguito un’analisi del contenuto di studi selezionati.
    a Rappresenta la correlazione tra stile di attaccamento sicuro prima del trattamento
ed esito della psicoterapia; attaccamento più sicuro/meno insicuro ha predetto risultati di
trattamento migliori.
    b Rappresenta la correlazione tra le fasi di pre-trattamento del cambiamento ed esito
della psicoterapia; i pazienti nelle fasi più avanzate sperimentano risultati di trattamento
migliori.

   I risultati indicano che nella misura in cui il terapeuta adatta il tipo di
trattamento comprendendo i fattori costituenti l’identità del cliente, l’esito
della terapia ne gioverà in efficacia: la cultura razziale/etnica, l’identità
religiosa e le preferenze terapeutiche dei clienti sono evidenze di efficacia
dimostrata, correlate positivamente con i risultati del trattamento.

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Psicoterapie pluralistiche integrate

    Tra i fattori di probabile efficacia sono indicati lo stile di coping dei
clienti, il livello di reattanza e le fasi del cambiamento. Tra i fattori pro-
mettenti ma non sufficientemente indagati troviamo lo stile di attaccamen-
to. Inoltre, ci sono indicazioni sull’importanza in termini di efficacia di
elementi quali l’identità di genere e l’orientamento sessuale dei pazienti,
anche se l’assenza di studi controllati non consente ad oggi di raggiungere
conclusioni definitive.
    Nella pratica clinica, naturalmente, non c’è separazione tra elementi
della relazione terapeutica (esempio, empatia, collaborazione) e metodi
di adattamento al trattamento. La relazione terapeutica agisce insieme ai
metodi di trattamento, alle caratteristiche del paziente e alle qualità del
professionista nel determinare l’efficacia dell’intervento. L’invito è allora
quello di comprendere e considerare tutti questi fattori e il modo in cui
agiscono insieme per produrre benefici ed efficacia terapeutica.
    Questa comprensione aiuta così a identificare, oltre alle variabili di
efficacia, anche ciò che non funziona: un modo per individuare le qualità
inefficaci della relazione terapeutica è proprio capovolgere i compor-
tamenti riconosciuti efficaci dalle meta-analisi: scarsa alleanza, ridotti
livelli di collaborazione, consenso, empatia e considerazione positiva,
possono predire l’abbandono e il fallimento del trattamento, così come
anche un basso livello di coesione nelle terapie di gruppo. Non ricono-
scere e riparare le rotture dell’alleanza, non prestare attenzione al con-
trotransfert, non raccogliere e fornire al cliente feedback sui progressi e
sul percorso terapeutico, sono ulteriori elementi del comportamento del
professionista che si correlano negativamente con il successo del tratta-
mento.
    Ulteriori ricerche (Duncan et al., 2010; Lambert 2010; Norcross, Lam-
bert, 2018) e i sondaggi col metodo Delphi (Koocher et al., 2015; Norcross
et al., 2006) evidenziano i seguenti fattori come inefficaci, e correlati prin-
cipalmente alle caratteristiche del terapeuta: a) Confrontazione, lo stile di
confrontazione nelle relazioni terapeutiche si rivela poco efficace (esem-
pio, vs empatia); b) Pratiche negative, comportamenti del terapeuta perce-
piti come ostili/giudicanti, (vs riparazione rotture alleanza); c) Presunzio-
ne, presumere le percezioni del cliente riguardo al successo del trattamento
(esempio, vs raccogliere e fornire feedback); d) Centralità del terapeuta,
sebbene sia una risorsa preziosa la sua posizione osservativa in merito
all’alleanza e alla relazione, non è il miglior predittore del risultato (esem-
pio, vs misurazione prospettiva del cliente); e) Rigidità, scarsa flessibilità
nei metodi di trattamento (vs responsività); f) Arroganza culturale, impo-
sizioni legate alle convinzioni culturali dei terapeuti, indipendentemente
dalle caratteristiche del cliente (vs responsività culturale: razza/etnia, reli-
gione, orientamento sessuale, ecc.).

18
Introduzione

    Alcune meta-analisi, inoltre, hanno indicato una più bassa correlazione
tra l’efficacia di alcuni elementi relazionali e alcune variabili diagnostiche
del cliente, soprattutto riguardo ad alcuni disturbi quali ad esempio: abuso
di sostanze, disturbo d’ansia generalizzato e disturbo ossessivo-compulsi-
vo, disturbi alimentari.
    Riguardo alle caratteristiche del cliente, sono state elaborate riflessioni
analoghe sulla inefficacia di alcune variabili nella personalizzazione della
terapia e dei metodi di adattamento. Considerando i risultati sull’efficacia
di queste meta-analisi, cosa non funziona allora? Fornire la stessa terapia
a clienti con stile di coping differenti; ignorare fattori quali ad esempio
cultura, orientamento sessuale e identità di genere; rispondere a clienti op-
positivi e altamente reattivi con alti livelli di confrontazione e direttività;
trascurare le preferenze del cliente sulle modalità di trattamento.
    L’adattamento della terapia all’unicità della persona è dunque l’elemen-
to di efficacia e di successo del trattamento, incrementando i benefici per
il cliente. La fedeltà del terapeuta a un modello di trattamento, anche se
supportato dalla ricerca, può rassicurare sull’efficacia terapeutica e può
tuttavia dimostrarsi poco funzionale con quel particolare cliente, in quel
particolare contesto. Viceversa, la flessibilità del terapeuta rispetto alle
preferenze, ai valori e alle culture del paziente indica che la psicoterapia
“si adatta” bene al paziente, anche se il successo del trattamento può non
avere necessariamente il supporto di una ricerca controllata. Bilanciare
questi due aspetti, in base alle evidenze della ricerca sui fattori di efficacia
dei trattamenti psicologici, ottimizzerà l’esito della terapia.
    Uno psicoterapeuta efficace è colui che impiega metodi specifici, chi
offre relazioni solide e chi personalizza sia i metodi di trattamento sia le
relazioni secondo la persona e le condizioni specifiche; e l’efficacia di tutti
i tipi di terapia dipende dal paziente e dal terapeuta che creano una buona
alleanza di lavoro. Fattori questi che non agiscono in modo indipendente:
l’alleanza, ad esempio, non procede senza empatia, né senza richiedere i
feedback del cliente, né senza comprendere le reazioni di controtransfert
del terapeuta. Risulta altresì difficile adattare il trattamento alle caratteri-
stiche della persona se non si è instaurata una buona relazione collabora-
tiva. Tutti gli elementi sono interconnessi e funzionano insieme in modo
interdipendente.
    In conclusione, l’associazione e la capacità predittiva dei fattori rela-
zionali rispetto all’esito della terapia sottolineano un dato significativo,
soprattutto se guardiamo alla distanza, spesso culturale, tra relazione te-
rapeutica e metodo di trattamento nell’ambito della salute mentale (esem-
pio, primato dei trattamenti biomedici/farmacologici). Ricerca empirica e
pratica clinica si incontrano e riducono questo divario. I risultati delle ri-
cerche scientifiche a prova di evidenza debbono allora essere tradotti con-

                                                                             19
Psicoterapie pluralistiche integrate

cretamente in linee guida pratiche e nei percorsi di formazione, in modo
particolare facendo riferimento a quegli elementi evidenziati di provata e
di probabile efficacia. Importante, inoltre, incrementare la condivisione e
la divulgazione degli esiti prodotti.
   L’attuale conoscenza scientifica va compresa e applicata considerando
le evidenze disponibili per ogni singolo caso, pur riconoscendo le limita-
zioni dei lavori di ricerca. Accrescere la consapevolezza e l’uso di ciò che
funziona nella relazione e negli adattamenti terapeutici genera migliori ri-
sultati in psicoterapia. Migliorare la relazione terapeutica dunque dovreb-
be essere obiettivo di ogni professionista, un impegno etico e professionale
che mette al servizio della relazione le proprie competenze, a beneficio
del paziente compreso nella sua complessità e unicità (Giusti, Palombi, in
press).

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